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Autore: Seekerofdreams_    22/11/2015    1 recensioni
L'amore arriva all'improvviso, quando meno te l'aspetti e questo Liam lo sa bene.
Un viaggio attraverso la quotidianità di uno dei componenti della boyband più famosa del mondo.
E se fosse uno di loro ad innamorarsi di una fan?
Una storia romantica, a tratti emozionante, a tratti drammatica che smuoverà la vostra parte più intima.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.Chapter XXV.

 

Questo capitolo lo dedico a tutte le persone che si sentono messe da parte o discriminate,

la vita è troppo breve per lasciare agli altri il potere di farci stare male.

 

*

 

“Se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo vissuti invano”

Martin Luther King

 

*

 

“Cara Allie,

quante cose sono successe da quel giorno, se ci ripenso mi sembra di rivivere un sogno e un incubo insieme. Alla fine quella ragazza un nome ce l'ha, si chiama Alice e no, non l'hai mai vista ma ti basta sapere che ha fatto troppo male sia a zio Zayn che a Oliver.

E' spuntata dal nulla a casa di zio con questo fagotto tra le braccia, ero con lui quel giorno, stavamo lavorando ad una canzone e le sue parole mi sono risuonate in testa per giorni:

“Se non lo vuoi, lo lascerò da qualche parte”.

Fino a quel momento non avevo pensato che al mondo si potesse abbandonare un figlio, soprattutto dopo aver provato l'emozione di averti tra le mie braccia. Ho immaginato come sarebbe stato se nella mia vita non avessi incontrato tua madre, come avrei fatto? Vedevo nel volto di Zayn la delusione, la tristezza e la paura... ci ho visto mille cose nei suoi occhi ma mi ha insegnato cosa vuol dire prendersi le proprie responsabilità, mi ha insegnato cosa significa amare senza freni qualcuno e lasciarlo andare nonostante il dolore, l'ho imparato osservando il modo in cui guardava e continua a guardare tua madre. Non sono geloso, triste forse ma geloso no, non ho paura che me la porti via perché so che non lo farebbe mai e non mi pesa nemmeno averlo in giro più volte del necessario perché c'è un momento nella vita Allie in cui capisci che c'è qualcuno che ha più bisogno di te di un sorriso, che sentirsi soli è la peggiore delle malattie e allora ci ho provato a donargli quella parte di amore che gli manca, come ci ha provato Liz, ma non potevamo sostituire quello di cui aveva bisogno. Forse l'arrivo di Oliver l'ha aiutato a incanalare il suo amore in una certa direzione e io non potrei esserne più felice, abbiamo passato dei mesi complicati, alcune volte c'eri tu a piangere in un angolo e Oliver dall'altro faceva lo stesso, quasi volesse risponderti. Non mi sono mai pentito di niente in questi anni e ho continuato a scrivere in queste lettere tutto quello che ci è successo perché volevo raccontarti di noi... o forse ho solo bisogno di scrivere queste parole per me stesso, scrivere quello che non riesco a trascrivere in musica per non dimenticare niente.

Ho smesso per un po' di tempo di farlo da quando ho chiesto a tua madre di sposarmi perché con lei vicino mi sento così pieno da non aver bisogno di un foglio di carta, mi piace pensare che a te basti guardarci insieme per capire cos'è amare qualcuno ma oggi dovevo tornare a scriverti, dovevo farlo perché sono solo a casa e ho il fiato corto e la paura nel cuore.

Ci sono troppe cose sbagliate in questo mondo, troppa cattiveria da affrontare e questi sono quei giorni che mi auguro nessuno dovrà mai più vivere. Sono quei giorni in cui capisci che la vita è appesa ad un filo immaginario che non sei tu a manovrare.

Ti scrivo perché spero di poterti tornare utile in futuro, ti dirò queste cose anche a voce quando sarai grande ma in questo modo le terrai sempre con te così da poterle ricordare anche quando saremo distanti.

Ho conosciuto Zayn a diciassette anni, ho conosciuto lui, la sua famiglia e le sue tradizioni. Non sono poi così diverse da quelle che abbiamo noi sai? La famiglia è importante per tutti, così come l'istruzione, l'amore e l'amicizia. L'ho visto prendersi carico di problemi che non gli spettavano, ho visto persone insultarlo per la sua provenienza, per il suo credo religioso, per le sue origini e mi sono chiesto più volte come la gente faccia a giudicare a prescindere da tutto, i pregiudizi alcune volte possono essere peggio di un pugno in faccia.

Non lo so cosa sta succedendo e dove andremo a finire con tutto questo ma voglio dirti una cosa, alcune volte ti capiterà di essere stufa della solita routine ma non lamentarti della quotidianità.

Alzati al mattino ringraziando ogni giorno di poter camminare nella solita strada, di vedere gli stessi negozi, le stesse persone svolgere attività normalissime perché è quando vedi le finestre chiudersi, le saracinesche abbassate e le strade vuote che devi iniziare a riflettere.

Se ti chiederai perché succedono queste cose non potrò darti una risposta, come non posso darla a me stesso adesso, semplicemente alcune volte dimentichiamo di essere umani. Ma tu non farti abbattere, vivi, continua a sorridere e fammi una promessa, studia, continua ad informarti sempre perché la guerra è figlia dell'ignoranza... ”

 

Sono costretto a poggiare la penna sul legno della scrivania quando – Papà? – mi sento chiamare. Mi giro e quando incontro gli occhi verdi di mia figlia sento il cuore stringersi in petto, ha dei lunghi capelli dello stesso colore dei miei ma la dolcezza nel viso è di Elisabeth, gli stessi grandi occhi, le stesse guance rosse che ricordo di aver visto in una sua foto da piccola. Mi sembra ieri quando in una mattina tranquilla come le altre Liz mi ha svegliato perché le si erano rotte le acque eppure sono passati sei lunghi anni, anni di amicizie fortificate, di emozioni mai provate, di nuovi album lanciati e nuove nazioni visitate ma con il cuore sempre a casa con le donne della mia vita.

– E' finito il film piccolina? – chiedo dopo aver chiuso la lettera e averla infilata nel cassetto insieme alle altre.

La vedo annuire, si sposta i capelli lunghi dal viso un po' infastidita e le sorrido. Mi abbasso alla sua altezza piegandomi sulle ginocchia e le sistemo il vestitino blu che questa mattina ha tanto insistito per indossare.

– Vediamo i cartoni insieme papà? – chiede sporgendo il labbro inferiore in fuori, guardandomi con gli occhioni enormi, ha già capito come farmi capitolare. Le faccio il solletico sulla pancia e la sento ridere mentre la prendo sulle spalle e esco dalla camera.

– Ora ti mangio – dico poggiandola sul divano e facendo finta di morderla sulle braccia, la sento ridere divertita e – Papà – dice cercando di fermarmi ma continua a ridere e io forse ho bisogno di questo momento per alleviare la tensione.

– Mmh, questa bambina è proprio deliziosa – dico mettendomi seduto e passando una mano sulla pancia. Ride buttandosi su di me e mordendo il mio braccio – Ti mangio anche io – dice e io lascio che le sue piccole mani mi circondino un braccio e quando sento i suoi denti mordermi la pelle cerco di trattenere un urlo – Ti ho fatto male papino? – chiede guardandomi con gli occhi già un po' lucidi, faccio cenno di no con la testa anche se sento la pelle bruciare un po' e la lascio sistemarsi sul mio petto. E' un batuffolo e con i piedi poggiati sulle mie cosce mi circonda il collo con le braccia piccole.

– Quando torna la mamma? – chiede dopo qualche minuto di silenzio. Le accarezzo i capelli e ispiro l'odore di pesca del suo bagnoschiuma preferito – Presto – rispondo sperando che sia vero.

Restiamo così per un po', con la televisione in sottofondo ma nessuno dei due sta ascoltando e non ho voglia di cambiare canale perché di far vedere ad una bambina tutto l'odio che c'è nel mondo non me la sento proprio. Controllo il cellulare tirandolo fuori dalla tasca. Allie si gira come se volesse controllare anche lei se Liz ha chiamato, ma non c'è niente, neppure un messaggio. Ho quasi paura di entrare su twitter e mi costringo a non farlo.

– Che ne dici se facciamo qualche foto? – chiedo e lei annuisce entusiasta. Sblocco lo schermo sorridendo alla foto che rispecchia noi tre a Disneyland qualche mese fa e cerco la fotocamera.

– Facciamo le facce buffe – ordina e così andiamo avanti per diversi minuti, le lingue di fuori, un bacio volante, una pernacchia, qualche smorfia. Cambiamo filtro insieme e salviamo le più belle, muove le dita sullo schermo per riguardarle tutte e io alzo lo sguardo verso la finestra. Dove sei Liz?

Trovo risposta a questa domanda quando mezz'ora dopo sento un rumore fuori dalla porta di ingresso, Allie si è appisolata sul divano e la scosto dal mio corpo caldo per alzarmi e dirigermi a grandi passi verso l'entrata. Apro la porta trovandomi davanti quello che non avrei mai pensato di vedere, Liz sorregge da una parte Zayn che a mala pena si regge in piedi. Il volto è ricoperto di sangue ormai incrostato e posso sentire il suo dolore ad ogni movimento. Mi affretto ad aiutarlo, chiudo la porta e scambio uno sguardo con Elisabeth, sono felice di vederla a casa sana e salva ma i suoi occhi sono tristi e spaventati.

– Cos'è successo? – chiedo facendo sedere Zayn su una sedia in cucina porgendogli un bicchiere di acqua fresca.

– Non so nemmeno come ho fatto a trovarlo – risponde Liz passandosi una mano sul volto.

– Lo hanno picchiato – aggiunge confermando i miei dubbi. Zayn rimane in silenzio e io sospiro andando a recuperare un asciugamano e del disinfettante.

– Vai a cambiarti, ci penso io – dico rivolto a Liz dopo averle lasciato un bacio dolce sulle labbra.

Annuisce e sparisce in camera fermandosi prima ad osservare Allie dormire tranquilla sul divano e devo distogliere lo sguardo perché l'idea di non poter proteggere le persone che amo da qualcosa più grande di noi mi destabilizza.

Mi concentro su Zayn e cerco di ripulirgli il viso nel modo migliore, fa una smorfia di dolore quando schiaccio più del dovuto sullo zigomo destro – Scusa – dico mortificato.

– Tranquillo Lee – dice scuotendo la testa.

– Mi dici cos'è successo? – chiedo mentre lui si toglie la maglia mostrandomi le ferite sull'addome.

– Ho visto quello che stava succedendo in televisione e non so perché mi sentivo di dover portare Oliver via, di non essere al sicuro – dice passando una mano sul viso stanco – L'ho portato da mia madre questa mattina per fortuna, sono tornato a Londra perché... non lo so nemmeno io perché ok? Stavo rientrando a casa e mi hanno braccato e trascinato in un posto più nascosto, non saprei dirti nient'altro, mi ricordo di essere finito a terra e di tante stupide parole contro me e la mia religione, che è tutta colpa di quelli come me se ci sono state queste atrocità, che io do un cattivo esempio visto che sono famoso e non sapevo come reagire, sono rimasto lì ad incassare i pugni e i calci. Quando finirà questa cosa? Quando capiranno che siamo tutti uguali? – chiede con la voce rotta dal pianto. Lo guardo distruggersi piano piano come ho visto fare tante altre volte per colpa di qualcosa che non gli appartiene, qualcosa su cui non ha potere.

– Zayn – provo a dire ma lui scuote la testa – No Lee, il discorso sul non sei diverso me l'ha fatto già tua moglie e su questo... giuro che non volevo chiamarla ma è nella ricerca rapida – dice mortificato e io chiudo gli occhi scuotendo la testa – Hai fatto bene a chiamarla, perché ti stai dando colpe che non hai? –

– Perché le persone continuano ad accusarmi per cose che non ho fatto! – urla alzandosi in piedi rischiando quasi di cadere indietro ma riesco a tenerlo stretto evitandogli un'altra bella botta.

– Lo so Zayn, lo so... ti ricordo che le ho vissute con te queste cose ma non è così che devi reagire, non hai fatto niente, sei libero di camminare a testa alta, perché non hai reagito? Perché non ti sei fatto sentire? So che sei in grado di tirare un pugno! – dico cercando di smuoverlo.

– Mi sentivo solo e inutile – ammette e io rilasso le spalle, lo accolgo tra le mie braccia e – Tu non sei solo Zayn, lo sai perfettamente – dico sincero e lui annuisce rilassandosi come un bambino.

Quando ci stacchiamo Liz ha tra le mani una mia vecchia tuta, ci sorride dolcemente e – Puoi farti una doccia Zay, resti qui stasera e non provare a protestare – proclama e io annuisco trovandomi d'accordo con lei. E' ancora strana la sensazione che provo stando con lei, c'è una connessione tra di noi che va al di là di tutto il resto e continuo a stupirmi ogni giorno di quanto le nostre menti viaggino sulla stessa lunghezza d'onda.

– Ha ragione, stiamo tutti insieme e apriamo anche una bella bottiglia di vino – dico sorridendo e – Cosa dobbiamo festeggiare di preciso? – mi chiede Zayn alzando un sopracciglio, le dita strette nella stoffa morbida dei vestiti.

– Siamo vivi Zayn io penso ci sia tanto da festeggiare – rispondo serio e lui annuisce, accenna un sorriso prima di avviarsi verso il bagno per ripulirsi.

Fisso il punto dove è sparito prima di voltarmi verso Liz e – Vieni qui – dirle. Non se lo fa ripetere due volte e si precipita tra le mie braccia – Ti amo – le sussurro stringendola e lei ricambia con la stessa intensità.

– Ho avuto così tanta paura di perderti – continuo abbassando le difese.

– Anche io Lee, anche io – dice baciandomi piano sulle labbra, cerco immediatamente la sua mano e intreccio le nostre dita portandole all'altezza del cuore.

– Sono orgoglioso di te comunque, sei stata una piccola donna coraggiosa – ammetto sincero e lei sorride, visibilmente più rilassata.

– Non sapevo che aspettarmi, quando ho sentito la voce di Zayn al telefono ho pensato al peggio, in che mondo siamo arrivati? Perché continuiamo a farci la guerra? – chiede abbassando lo sguardo e forse in questi momenti un uomo vorrebbe poter dare le giuste rassicurazioni alla propria donna ma non c'è niente che io possa dire, posso solo restarle accanto e ricordarle che la amo.

– Papà? – la voce di Allie spezza il momento tra di noi, Elisabeth si affretta a raggiungere il salotto e – Mamma sei tornata – sento urlare. Rimango sulla porta e le vedo strette in un abbraccio carico di amore e la mia bocca si stende automaticamente in un sorriso sincero, quando sento una mano poggiarsi sulla mia spalla sobbalzo spaventato.

Zayn accenna un sorriso, i capelli sono ancora un po' bagnati e il viso è coperto da graffi ma è qui, sta bene e io tiro un sospiro di sollievo. Restiamo fermi ad osservare Alle e Liz e sento un singhiozzo trattenuto al mio fianco.

Allie ci mette poco ad accorgersi del nostro ospite e – Zio Zayn! – sorride contenta ma si rattrista subito vedendolo asciugarsi in fretta le lacrime.

– Ciao piccola – risponde lui con voce rotta. Si siede sul divano accanto a quello dove sono sedute loro. Vedo Allie staccarsi da Liz e camminare verso di lui, si siede muovendo le gambe avanti e indietro dato che è ancora troppo bassa per toccare a terra, una mano poggiata sulla coscia di Zayn come a volerlo consolare – Perché piangi zio? – chiede.

– Niente tesoro, va tutto bene – le sorride sfiorandole una guancia.

Allie fa una smorfia capendo benissimo la bugia ma resta in silenzio. Sembra studiare la situazione intorno a lei – Dov'è Oliver? – chiede mentre io mi siedo accanto a Liz.

– L'ho portato dalla nonna – risponde Zayn sforzandosi di sorriderle.

Annuisce ma posso leggere sul viso di mia figlia in qualche modo la mia curiosità, la sfacciataggine di Louis e l'allegria di Niall, passa troppo tempo con noi, ne sono certo.

– Anche io ho pianto oggi a scuola – dice attirando l'attenzione di tutti e tre – La mia compagna di banco ha preso una penna ad un altro bambino e tutti hanno iniziato a dire che rubava e che anche io rubavo visto che siamo amiche, ma io che c'entro? Non è perché siamo amiche e due femminucce allora siamo tutte e due ruba cose, giusto? – dice con tono innocente e io la guardo con un piccolo accenno, Liz sta per rispondere ma – Allora è successa la stessa cosa a me – la anticipa Zayn.

Rimaniamo fermi, passo il braccio attorno alla vita di Liz e restiamo così, come due spettatori silenziosi.

– Perché? Che hai fatto tu? – continua Allie guardandolo dolcemente.

Zayn fa una piccola smorfia e scrolla le spalle – Niente, ma pensano che io sia cattivo – risponde osservando poi me e Liz.

– Mh, lasciali stare, sono stupidi – ribatte mia figlia e – Allie! – la richiamo.

– Che c'è papà? E' vero! – si difende – Zio Zay mi compra le caramelle a forma di orsetto che voi due non mi comprate, non può essere cattivo! – continua arrabbiandosi quasi. Zayn le sorride scompigliandole i capelli e Liz ride con loro

– Questo doveva essere un segreto – la asseconda Zayn e lei si tappa la bocca con le manine facendoci ridere.

– Ops – dice.

– Facciamo i conti dopo noi eh birbantella – le dico ridendo e lei mi fa una pernacchia divertita nascondendosi poi dietro la schiena di Zayn. Il moro sembra più tranquillo e la tensione sembra essersi dissolta in gran parte.

– E comunque la mamma me lo dice sempre quando mi racconta le favole, chi ama non è cattivo e tu zio ami Oliver, mamma, papà e me, quindi non ti preoccupare sei uno dei buoni – dice ovvia e riesco a vedere gli occhi ambra di Zayn velarsi di lacrime prima di stringerla tra le braccia. Mi mordo il labbro voltandomi verso Liz, le lascio un bacio tra i capelli quando la vedo emozionata esattamente come me.

Mi alzo dal divano con i suoi occhi puntati addosso, raggiungo la nostra camera da letto e mi chiudo la porta alle spalle respirando forte.

Apro il cassetto recuperando la lettera iniziata prima e con mano tremanti aggiungendo una piccola parte finale.

 

“Forse un giorno tutti capiranno che non è la religione, il colore della pelle, il sesso, i soldi o il potere a fare un uomo. A renderci forti e invincibili è l'amore che proviamo per noi stessi e per gli altri, questo sentimento così naturale e spontaneo è il motore di tutto.

Quindi fammi un ultimo favore mia piccola Allie: ama e lasciati amare.

 

Con tutto il mio cuore,

Papà”

 

__________________________________________________

Nda.

Penso sia superfluo dire quali fatti hanno ispirato questo capitolo, ho trovato sul web delle cose raccapriccianti contro Zayn dopo tutto quello che è successo a Parigi e non riesco a capire come si possa incriminare una persona che non ha fatto nulla di tali atrocità, ho stravolto tutto quello che avevo in mente per questa storia perché penso che la scrittura sia uno dei mezzi fondamentali per formare una persona e se posso fare la differenza con le mie parole anche solo per pochi ho il dovere di farlo. Ho raccontato attraverso gli occhi di Liam quello che ho provato io in determinati momenti e spero di avervi trasmesso quello che sento.

Credo che non ci sia capitolo migliore per concludere questa storia ma non temete, l'epilogo ci sarà ovviamente e i toni si risolleveranno!

Alla prossima settimana e un abbraccio a tutti.

Serena.

   
 
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