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Autore: Princess Kurenai    28/02/2009    4 recensioni
Quattro capitoli per quattro scene ambientate nello stesso luogo ma con anni di differenza. Ovviamente una IceburgFranky.
{04 - One Moment [Ice 38/Fra 34]: " Cutty Flame.", mormorò.
Un nome una disgrazia.
Un disastro che per anni aveva provato a odiare, addossandogli tutta la colpa sugli avvenimenti che avevano portato alla condanna di Tom... non ci era mai riuscito seriamente.}
Genere: Comico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Franky, Iceburg
Note: Lemon, What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quindi eccovi qui la mia prima lemon IceFra^^ e non è una flashfic.XD

Ho deciso di ambientarla non più a 30 e 26 anni ma a 26 e 22 anni XDD

Perché ci stava meglio con l’immagine che ha dato l’inizio di questa fic XD e che ovviamente inserisco alla fine ù.ù

Anche questa partiva da un’idea comica XD

Ma, al contrario dell’altra volta, l’ho inserita XDD

Voglio parlare del carattere che ho dato ai personaggi.

Iceburg nonostante tutto si è sempre dimostrato molto legato a Franky e non penso che voglia ferirlo in un qualsiasi modo.

Franky invece mi ha sempre dato l’idea di uno che le cose le vuole subito, questo perché è molto istintivo (e stupido ù.ù)

Spero vi piaccia!

Buona lettura!

 

03 - Regalo [Ice 26/Fra 22]

 

Erano appena le sette quando entrarono in bagno ancora semi addormentati.

Di lì a poco sarebbero dovuti uscire per riprendere i lavori del Treno Marino con Tomsan e riprendersi era la cosa che dovevano assolutamente fare.

“ Uso io il cesso per primo.”, borbottò Franky con voce impastata dal sonno e giornale sotto braccio, aveva preso a leggerlo da un po’ di tempo a quella parte.

Come se ti facesse più grande... nmaa... che bamboccio’, pensò Iceburg per poi rispondere con un laconico: “ Come vuoi...”, seguito dall’apertura del rubinetto per potersi lavare il viso.

Solo dal rumore capì che il compagno si stava spogliando, lasciando il pigiama per terra.

Lo ignorò - era e sarebbe rimasto disordinato, non poteva farci nulla - afferrando il suo spazzolino da denti, asciugandosi al contempo il viso con un asciugamano.

Lanciò una breve occhiata allo specchio, osservando la sua immagine riflessa.

Sul viso ancora i segni del cuscino e sul braccio quelli della testa di Franky - fin troppo spesso il giovane scambiava il suo braccio per un cuscino.

Si passò una mano tra i lunghi capelli che ricadevano sulle spalle, decidendo che l’indomani avrebbe tagliato un poco il leggero pizzetto che svettava sul suo mento.

“ Ehi, idiota.”

Sospirò ma non rispose, tanto l’altro già sapeva che lo stava ascoltando.

Si limitò quindi a lavarsi i denti e a fare i relativi risciacqui.

“ Sai che giorno è oggi?”, il tono di Franky risuonava divertito e anche se non lo vedeva, Iceburg, era convinto stesse ghignando.

Si mise dritto, asciugandosi le labbra.

“ Nmaa… hai il giornale, Bakanky. Leggi lì il giorno.”, non aveva proprio voglia di stare a sentirlo vaneggiare di primo mattino.

Chissà perché quel cretino era sempre così pimpante la mattina...

“ Io so che giorno è. Volevo sapere se lo sapevi anche tu.”, una testa cerulea spuntò dalla porta, lasciata aperta.

Sì. Ghignava.

“ Nmaaa... il giorno dopo quello di ieri.”, ribatté sarcastico.

“ Ah-ah-ah...”, Franky ironizzò una risatina, incrociando le braccia al petto nudo. “ È il tre gennaio.”

“ E allora? È pur sempre un giorno di lavoro, non mi pare ci siano feste particolari. E mettiti qualcosa addosso!”, lo rimproverò.

Già gli dava fastidio vederlo girare in mutande per Water Seven, figurarsi in quello stato...

“ Innanzitutto non ho niente da nascondere visto che siamo due maschi e se resto nudo non cambia nulla.”

Forse era ancora addormentato, ma Iceburg era sicuro che Franky avesse assunto un tono malizioso.

“ E per concludere oggi è un giorno importante.”

“ Ovvero?”, posò l’asciugamano.

Era tentato di sparargli li qualche aneddoto di quando si imbarazzava nello stare nudo nella vasca con lui, ma decisamente: non voleva litigare.

“ Ma davvero non ti suona nulla con il tre di gennaio? La prossima volta ti picchierò con meno violenza visto che hai perso il poco cervello che avevi...”

“ Chi? Tu picchiare me?”, sbuffò.

“ È il tuo compleanno idiota.”, esclamò Franky.

“ Ah...”

Per un attimo Iceburg restò interdetto.

Il suo compleanno?

Beh... sì.

Non se ne era propriamente dimenticato, solo che aveva anteposto il lavoro a tutto.

“ Fai solo ‘ah’?”, domandò ridendo il più giovane, divertito da quella reazione.

“ Nmaa... andiamo a lavorare.”, concluse.

“ Eh no!”, un peso sulla sua schiena lo fece quasi cadere per terra e, con sguardo truce, si volse verso Franky, appollaiato su di lui.

“ Scendi subito.”, sibilò.

“ E non lo vuoi il mio regalo, stupido?”, domandò con un sorrisetto poco raccomandabile.

Erano mesi che ci pensava.

Mesi che progettava quel dannato regalo.

Era l’unica occasione che aveva.

L’unica.

E rimase lì, ad osservare le scure labbra del compagno in attesa di un movimento.

“ Nmaa... d’accordo. Ma muoviti.”, acconsentì Iceburg, venendo subito liberato dal peso di Franky che, sorridente lo prese per la maglietta, stringendola forte tra i pugni.

“ Ottimo.”, decretò spingendolo indietro fino al muro. “ Auguri Bakaburg.”, e lo baciò piano.

Lo sentì irrigidirsi e tentare di scappare ma non glielo permise, stringendosi di più a lui leccandogli le labbra per invogliarlo ad aprirle.

Era certo che non avrebbe ottenuto nessuna risposta ma... erano così morbide e invitanti.

Dio, quanto le aveva desiderate.

Mesi, anzi no: anni.

Non da poco si era accorto di essere attratto da quel idiota di Iceburg, a dirla tutta gli era sembrata la cosa più normale del mondo ammettere che il compagno gli piacesse.

L’unico problema era farglielo capire senza incorrere nella sua ira.

Si strinse ulteriormente a lui, premendo il suo corpo contro quello del più grande e, gemelli, un suo brivido e un mugugno dell’altro lo scossero violentemente.

L’attimo dopo, però, due forti mani lo allontanarono, spintonandolo.

La prima cosa che vide fu Iceburg che lo fissava stranito e con guance arrossate.

Stupito, imbarazzato e forse arrabbiato.

Ma il giovane non era pentito del suo gesto.

" Nmaa! Franky!", il suo grido era strozzato dalla mano che era andata a coprirgli le labbra, come se il più piccolo potesse ripetere di nuovo quello che aveva appena fatto.

" Per un bacio! E che sarà mai!", cercò di tagliare corto Franky, senza guardarlo in viso.

Per lui era importante ma per l'altro forse non significava nulla, quindi doveva dare l’idea che anche per lui non fosse niente... per quanto doloroso.

" Ti sei eccitato dannazione!"

Le guance del più giovane si imporporarono appena a quella frase.

" Beh... era un bacio alquanto stimolante.", borbottò. " Poi era nel pacchetto regalo."

Iceburg tremò.

“ S-sei un idiota...”, lasciò ricadere le braccia lungo il corpo.

Cercò di contare fino a dieci.

Doveva assolutamente calmarsi.

Non doveva fare cavolate anche se...

Dannazione...

Quel bacio non aveva lasciato indifferente.

Quel corpo premuto contro di lui l’aveva quasi fatto impazzire.

Franky era un idiota!

“ Iceburg...”, pigolò. “ Lo vuoi il resto?”

Alzò lo sguardo scontrandosi con gli occhi speranzosi del compagno, velati anche da un misto di timore: Franky era convinto di dover scappare dal suo violento attacco.

Ma... non l’avrebbe picchiato.

No.

Desiderava ben altro...

Si avvicinò piano fino a sentire il respiro del giovane sulle sue labbra.

“ Nma... sai che ti dico?”, gli afferrò le spalle sentendolo tremare.

Aveva paura?

Forse, ma non era sicuramente quella di essere picchiato.

“ È maleducazione non accettare i regali.”, terminò con un leggero ghignò che nacque subito anche le labbra del più piccolo.

“ E tu non sei un maleducato vero?”, ribatté immediatamente, apparendo più rilassato, tanto che gli afferrò i fianchi attirandolo a sé.

“ Assolutamente no.”, Iceburg faticò a tenere gli occhi aperti all’ennesimo contatto con il corpo del compagno.

Da quando Franky era cresciuto così tanto?

E da quando lui lo desiderava?

Non lo sapeva e in quell’istante non importava.

“ Ottimo.”, sorrise il più giovane, assumendo poco dopo un’espressione quasi piagnucolosa. “ Però... mi sarei dovuto vestire...”

“ Nmaa... perché?”, lo spinse senza farsi troppi problemi contro il muro.

Lo voleva lì.

In quel momento.

Non poteva neanche solo pensare di dover andare a lavorare in quelle condizioni.

“ Perché sono io i regalo e mi dovresti scartare.”

“ Non me lo sentirai dire altre volte.”, sibilò contro le sue labbra. “ Sei più carino così che impaccato.”, e cercò di eliminare ogni possibile risposta in un bacio, senza però riuscirci.

Franky parlava sempre.

Parlava troppo.

Ma... era pur sempre Franky.

“ Mi sa che aprirò il mio regalo qualche mese prima...”, ribatté il giovane, alzando la maglia del pigiama di Iceburg per sfilargliela.

“ Nmaa... non c’è verso per farti stare zitto?”, ribatté alzando le braccia per aiutarlo.

“ Mmm...”, fintamente pensieroso gli carezzò il petto scendendo verso il ventre piatto. “ No.”, decretò con un sorriso.

“ Vedremo.”, e senza pudore Iceburg afferrò il membro del compagno che emise un gemito strozzato, avvampando.

Lo carezzò piano, quasi curioso, beandosi dei mugugni che lasciavano le labbra di Franky.

Si tendeva sotto il suo tocco.

Tremava e cercava, con gambe tremanti, di restare in piedi.

Era dannatamente eccitante.

“ No... così non stai zitto...”, ghignò il più grande, allontanando appena la mano, subito bloccata da quella di Franky.

Non... osare smettere.”, sibilò frustrato.

“ Nma... il compleanno è il mio.”, ribatté divertito. “ E tu sei il regalo. Decido io quindi.”

Il più giovane si morse la lingua, la sua idea gli si stava ritorcendo contro e per quanto eccitante non voleva che Iceburg la prendesse solo per gioco... ovviamente però doveva accettarlo: era l’unico modo per averlo.

“ D’accordo...”, acconsentì distogliendo lo sguardo. “ Sono tuo.”

A quell’affermazione l’altro tremò appena.

Quel ‘Sono tuo’ borbottato con quell’espressione contrariata e imbarazzata...

Si leccò le labbra poco prima di posarle quasi dolcemente su quelle di Franky che, senza esitazioni, si strinse a lui rispondendo.

Era suo.

Lo poteva sentire nei suoi respiri e nei suoi gesti.

Lo sentiva in quelle braccia e nelle sue labbra.

Franky era pronto a donarsi completamente a lui.

All’idea non riuscì a trattenere un gemito mentre tutto si faceva più chiaro.

Era attratto dal suo compagno.

Beh, l’aveva ammesso.

Si sentiva un po’ un idiota ma... diamine: lo desiderava troppo per dar peso a quelle cose.

Forse quando sarebbero usciti di lì tutto sarebbe stato diverso o forse avrebbero addirittura fatto finta di niente, ma non gli importava mentre riprendeva a carezzarlo.

Niente di niente.

Voleva vivere nel presente.

Voleva godersi quei gemiti lussuriosi che lui stesso causava all’amante.

Voleva nutrirsi di quel calore che Franky emanava.

Voleva... voleva tante cose ed erano tutte lì, a portata di mano.

Lo baciò ancora, soffocando altri lamenti di piacere che si facevano sempre più alti.

Era vicino e lo sentiva, Iceburg stesso sentiva i pantaloncini dannatamente ingombranti e quel pensiero lo bloccò, causando l’ennesimo mugugno frustrato del più giovane.

“ I-iceburg...”, lo chiamò l’amante con tono lamentoso e insoddisfatto, cercando di nascondere il timore che volesse lasciarlo sul serio quella volta.

“ Franky... se continuiamo, potrei farti male.”

Era preoccupato, non poteva farne a meno.

Bakanky era importante per lui e non voleva ferirlo.

Certo, spesso si picchiavano, ma non si erano mai fatti realmente male.

Una risatina però lo bloccò.

“ Sono pronto anche a quello, sempre se tu lo vuoi realmente. È tutto compreso nel pacco regalo.”, provò a ironizzare anche se imbarazzato.

Iceburg si trattenne dal fare ulteriori domande.

Conosceva Franky e sapeva quando era convinto delle sue parole o meno, e in quell’istante lo era.

Era sicuro.

E lui?

Lui voleva stare con il suo compagno in quel modo?

Lo guardò in viso.

Labbra piegate in un leggero sorriso, gonfie e umide per i baci che si erano scambiati, capelli arruffati ancora privi di gel, occhi liquidi di piacere e quel corpo che ancora eccitato lo attendeva fedelmente.

.

Lo voleva anche lui.

Sorrise.

“ Stenditi.”, ordinò allungandosi verso il lavandino per recuperare l’olio per massaggi che usavano per rilassare i muscoli al rientro dal lavoro con Tom.

Franky ubbidì subito - entrambi erano consapevoli che non era il massimo del romanticismo farlo in bagno ma non avevano né il cervello né la voglia di andare in un altro luogo - senza mai smettere di guardarlo.

Iceburg versò, cercando di mostrarsi sicuro, l'olio nelle mani.

“ A che serve?”

Sentiva su di sé lo sguardo curioso e impaziente di Franky che lo rendeva nervoso ma doveva resistere e provare almeno a rassicurare il compagno.

“ A prepararti, idiota...”, rispose.

“ Mpf...”, distolse lo sguardo, facendo sorridere ancora Iceburg.

Era così tenero, così tanto che lui temeva di sbagliare.

Non era la prima volta che faceva sesso con qualcuno, ma c'era una gran differenza tra le altre e Franky.

Franky era...

" Bakaburg rilassati."

Guardò il più giovane che, con un sorriso tirato, cercava di fare il forte.

" Nmaaa... senti chi parla. Sei un fascio di nervi.", gli carezzò le gambe, erano tese.

" Mh... mi sembra normale...", mugugnò a quei leggeri tocchi.

" Franky... sei vergine?"

Il giovane avvampò ulteriormente dandogli un colpo con la gamba, stizzito.

" Fatti i cazzi tuoi!"

Era vergine e un altro peso si aggiungeva sulle spalle di Iceburg.

Deglutì e riprese a carezzarlo.

" Se continui così... mi ribello...", borbottò Franky.

" Nma... così come?"

Il più piccolo lo guardo serio.

" Bakaburg, scopami! Ci vuole tanto?", frustrato e ansioso.

Non ne poteva più di quelle carezze, lo eccitavano senza soddisfarlo.

Poi sentiva il corpo di Iceburg vicino al suo e impazziva dalla voglia di sentirlo su di sé.

Aveva paura, certo, ma voleva farlo.

" Sì. Ci vuole molto.", ribatté piccato l'altro.

" Allora velocizzo le cose.", lo spintonò, senza troppi complimenti bloccandolo per terra con il suo peso.

Con impeto lo bacio per arginare lamentele o esclamazioni.

Gli sfilò frettolosamente di dosso pantaloncini e boxer lasciandolo nudo sotto di lui.

" Franky..."

Alzò lo sguardo sul più grande e sorrise.

" Andrà tutto bene.", si strusciò sopra di lui con la chiara intenzione di sistemarsi meglio.

Non gli importava dei preliminari.

Voleva solo sentire Iceburg.

Aveva resistito anche troppo per i suoi gusti: al diavolo il ‘pacco regalo’.

Si mise dritto e, con un sorriso tanto rassicurante quanto teso, fece scivolare nel suo corpo il membro eretto dell’amante.

Una scarica di dolore lo scosse scoppiando nelle sue labbra con un lamento.

“ R-resta fermo.”, mormorò Iceburg, afferrandolo per i fianchi.

“ No...”, prese un respiro profondo.

Sentiva delle dannate lacrime pizzicargli gli occhi.

Non voleva piangere!

Ma faceva male.

Il più grande restò immobile, trattenendosi dal fare movimenti azzardati.

Voleva gridargli che era un idiota.

Voleva tirargli un pugno.

Voleva... voleva tante cose ma poteva farne solo una.

Esitante allungò la mano sul membro di Franky riprendendo a masturbarlo.

“ Concentrati solo su questo...”, disse stringendo le labbra.

L’altro assentì poco convinto.

Il dolore non diminuiva.

Continuava a sentirsi come spaccato in due ma... non gli importava.

Sarebbe arrivato fino in fondo e mordendosi quasi a sangue le labbra si impalò del tutto.

Non sentì né il gemito di Iceburg né l’insulto successivo per il gesto appena compiuto.

Sulla bocca il sapore ferroso del sangue non copriva quello che sentiva tutto il suo corpo in quell’istante.

“ Sei… un idiota.”, ripeté.

“ Zitto...”, gemette tremando appena. “ Ora... mi abituo... tu...”, lo fissò con gli occhi arrossati ma seri. “ Non muoverti.

“ Sc-scordatelo.”, ribatté riprendendo a carezzarlo.

Doveva assolutamente fargli dimenticare quel dolore perché, in parte, si sentiva responsabile.

Aumentò il ritmo delle carezze sentendo il primo mugolio abbandonare le labbra di Franky che, un po’ più rilassato si sollevò per calare ancora sul membro dell’amante.

Gemette di dolore ma non si fermò, incoraggiato dalla punta di piacere che la mano di Iceburg gli donava.

Sapeva che sarebbe passato.

Doveva passare.

Poi arrivò come un’esplosione che irruppe dalle sue labbra in un gemito.

Cazzo...”, mugugnò muovendosi ancora e sentì la stessa sensazione scuoterlo.

Era fantastico.

“ M-muoviti Iceburg...”, mormorò e subito, come se non attendesse altro, l’amante alzò il bacino facendolo inarcare.

Kamisama...”, gemette Franky lasciando che l’amante si muovesse liberamente sotto di lui.

Quel piacere.

Quel calore.

Lo lasciavano assolutamente senza fiato e dalla sua Iceburg non poteva far altro che trattenere i suoi gemiti per godersi quelli del più giovane.

Ed era dannatamente bello.

Franky lo era sempre - ma non lo ammetteva - ma in quel momento era quanto di più bello avesse mai visto in vita sua.

Con quel espressione stravolta dal piacere che lui stesso gli donava.

Le goccioline di sudore che imperlavano il suo corpo.

Si morse le labbra mugugnando e, afferrandolo per i fianchi lo bloccò allontanandolo.

Ignorò il gemito contrariato e frustrato di Franky e, senza parlare lo bloccò per terra penetrandolo di nuovo.

Nel bagno si levarono due gemiti gemelli ma non li sentirono.

C’erano solo loro e i loro corpi che si muovevano insieme.

Solo loro e nessun altro...

“ Iceburg, Franky. Che-”

La possente figura di Tom apparve sulla porta ormai spalancata.

Fermo e immobile fissava i suoi due allievi che, nudi, ricambiavano lo sguardo.

Razza di pesce palla!”, gridò subito Franky rompendo il silenzio. “ Si dovrebbe bussare! Dannazione!”

Era irritato e frustrato.

Tutta l’eccitazione di pochi secondi prima era scomparsa con l’apparizione del loro mentore che, in risposta, se la rideva alla grande per niente scosso dalle occupazioni dei due giovani.

Iceburg dalla sua era ancora troppo sconvolto per reagire.

Poteva benissimo morire di vergogna in quel istante.

Eravamo occupati ed hai rovinato tutto!”, continuò a imprecare Franky che aveva reagito in modo decisamente diverso.

“ Riprendete pure.”, rise l’uomo pesce. “ Appena finito vi aspetto al cantiere.”, concluse uscendo, seguito dalla sua risata.

Rimasti soli i due giovani, a malincuore, si allontanarono l’uno dall’altro.

Era tutto finito.

Veloce così come era iniziato era terminato e non di certo nel modo migliore.

“ Nma... mi faccio una doccia...”, borbottò Iceburg alzandosi.

“ Mh...”, Franky si mise seduto, nascondendo l’espressione dolorante nel movimento.

“ Vuoi... una mano?”

“ No. Vai a lavarti... poi faccio io.”

“ Ok...”

Già… era tutto finito.

Anche perché Franky era sicuro che Iceburg non gli avrebbe mai fatto un regalo simile per il suo compleanno.

In un sospiro si alzò, aggrappandosi al lavandino.

Era stato bello finché era durato.

 

 

- Spazio di Miki -

Lo so XD

La lemon è stata spezzata XP

Ma non ho resistito XDD

Tom doveva assolutamente entrare XDD

Chiedo scusa per “l’inconveniente”, e anche per la malinconia del finale e vi invito a seguire anche l’ultimo capitolo çOç

Ovviamente non sarà l’ultimo delle mie IceFra anche perché ho molte altre immagini che mi stanno facendo elaborare delle fic**

(ps: nel fandom giapponese esistono anche le KakuIceburg °O° Pauuuuraaa… ma solo se mi pregano scriverò su quella coppia >.>)

Quindi alla prossima^^

 

 

- Recensioni -

Haku - Qui Franky era ben consapevole dei suoi sentimenti anche se non li ha espressi çOç povero piccolo çOç comunque grazieXD

Beat - Ma grazie honey!!

Kikisama - Grazie tesoro!

Ariar - Gentilissima^^

 

Ed ora l'immagine^^


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