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Autore: Gattina Pazza    22/11/2015    1 recensioni
Alice si è ferita accordando fiducia alla persona sbagliata.
Zane è il migliore amico di chi le ha fatto così male.
Alice vorrebbe solo dimenticare e vivere tranquilla,ben protetta dietro un muro impenetrabile.
Zane vuole conoscere Alice, e salvarla dalla sua solitudine.
Riusciranno i due a incontrarsi? O le difficoltà impediranno loro di sfiorarsi,
pur trovandosi a meno di un passo di distanza l’uno dall’altro?
***
-Che mossa?
-Mah, qualcosa del tipo: “chiedermi della mia vita dopo aver appena cercato di vendermi nuovamente al tuo carissimo amico” ti va bene come risposta?
-Io non sto cercando di venderti a nessuno, ragazzina. Voglio guadagnare la tua stima, fino a che non ti fiderai abbastanza di me da raccontarmi la tua versione.
-Cosa?
-Voglio sentirla. Hai ragione, io so solo quello che mi ha detto Damian, ma chi mi dice che non ci sia altro? O che lui mi abbia riferito solo quello che gli faceva comodo?
-Va bene, frena un attimo… E perché dovrebbe interessarti?
-Questo è un segreto, ragazzina. Ora vado davvero, perché temo che se ti rimarrò davanti ancora per un secondo mi ucciderai sul serio. Ma sarò qua anche domani, sappilo…
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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4. Se ci sei cascato, questa volta sei nei guai, caro Zane
 
Alice si prese per qualche istante per rirendere fiato. Non la conoscevo bene, ma era lampante quanto fosse difficile per lei parlare del Terzo Grande Disastro. –Scherzavo, prima. Se non te la senti di parlarne…
-No, no.- si affrettò a dire lei, scuotendo la testa.
-Senti, posso farti una domanda?
-Ormai puoi chiedermi quello che vuoi.
-Sei ancora innamorata?
-Cosa?
-Di Damian. 
-Giri il coltello nella piaga?
-No, però è un dettaglio importante.
Alice si voltò verso di me. Sedeva a gambe incrociate sull’erba. La luce del sole morente la colpiva di striscio; riflessi rossastri illuminarono i suoi capelli donandole un aspetto vagamente nordico. Raramente facevo caso all’acconciatura delle ragazze, le cose che mi interessavano erano altre… sempre fisiche, ovviamente. Lei aveva anche quelle, però sempre più spesso mi ritrovavo a pensare che, anche se ne fosse stata sfornita, sarebbe comunque stata una ragazza stupenda. Quando stavamo andando al parco affianco alla biblioteca, per buona parte della strada Alice aveva camminato davanti a me e ovviamente non era stato casuale (vecchia tecnica per godere di una bella visuale del culo femminile; e scusa tanto, Damian). Però, il mio sguardo era stato attirato dalla sua folta chioma riccia e ondeggiante al vento, più che dal resto.
-No.- mi rispose quindi lentamente. –Dopo quello che ho saputo due sabati fa, non posso più esserlo.
Annuii. Sapevamo entrambi che stava mentendo.
-Sabato scorso eravamo insieme io e Damian. In discoteca. È successo qualcosa lì?
-Più o meno. Già quella mattina a scuola è andato in giro a fare commenti su una tipa che non aveva mai visto, su quanto fosse bella e volesse farsela. Davanti a Tommy. Sapeva benissimo che sarebbe venuto a dirmelo. E dopo appena quattro giorni che mi aveva fatto quella tirata sui suoi problemi e sul fatto che voleva stare con me.
-Oh.
-E non è finita. Quella sera sono andata in discoteca con una delle mie migliori amiche. Tommy e Damian prima erano ad una serata tra maschi e sono arrivati verso mezzanotte e mezza.
-Lo so, c’ero anch’io.
-Ecco, allora saprai che era completamente ubriaco.
-Come ogni sabato sera.
-Appunto. E che ha provato a fermarmi due volte mentre gli passavo vicino. Mi ha preso per mano e ha cercato di trattenermi, capisci? Quel maledetto lurido schifoso.
-Alice…
-Prima che arrivaste, Tommy mi scrisse di stargli alla larga e che mi avrebbe spiegato poi. Quando sono arrivata a casa e lui pure, mi ha rivelato che Damian quella sera aveva parlato dell’amore della sua vita.
-Oh, no…
-Jenny. La sua puttana.
Chiusi gli occhi. Damian, pensai, che cazzo hai fatto? Come hai potuto?
-Ne parlava come se ci fosse appena andato. Capisci? Dopo tutto quello che mi aveva detto. Forse anche mentre stavamo insieme. Ha pagato una puttana che si chiama Jenny per farselo succhiare. Capisci?
Non trovai nulla di rispondere. La voce di Alice tremava e lei si era voltata in modo che non la potessi vedere in volto. Quasi senza rendermene conto, mi avvicinai a lei e l’abbracciai. All’inizio non reagì al mio gesto; si limitò a lasciarsi stringere con la testa appoggiata sul mio petto. Poi si girò appena e rispose all’abbraccio. Inspirai a fondo il profumo dei suoi capelli. Era buonissimo.
-Jenny è una cosa vecchia… risale a novembre o dicembre, prima che vi metteste insieme
-E chi mi assicura che non c’è tornato? Ha rovinato tutto, tutto…. Non solo quello che sarebbe potuto essere. Anche quello che c‘era già stato. Anche i momenti belli che avevamo vissuto insieme.
La strinsi più forte. –Non posso esserne sicuro, ma credo che non abbia fatto nulla mentre stavate insieme…
-Non importa più, ormai. Capisci? Ha detto tutte quelle cose davanti a Tommy. A Tommy! Come poteva pensare che non mi avrebbe detto nulla?
Qui rimasi un attimo in silenzio. –Forse ho una buona teoria a riguardo, però non so…
Alice si staccò da me. Aveva gli occhi lucidi, però era riuscita a trattenere le lacrime. –No. Ti ringrazio, ma no. Non voglio più saperne nulla di questa storia e di lui. Voglio solo dimenticare.
Come potevo dirle che Damian aveva tutta l’intenzione di riprovarci? Alice era una ragazza dalla forte personalità, ma era innamorata persa. Ci sarebbe ricascata ancora, e ancora, e ancora. Damian era il mio migliore amico; ma la ragazza di fronte a me… non potevo permettere che le facesse ancora del male. Non se lo meritava.
-Quella sera gli scrissi che non mi si doveva più avvicinare. Mai più. O gli avrei tirato un calcio nei coglioni. 
-Non so perché, ma ho l’impressione che lo faresti davvero se ci provasse.
-Senza dubbio. E ho pure bloccato il contatto. Continuava a scrivermi per sapere perché fossi così incazzata. E nonostante morissi dalla voglia di sbattergli in faccia che sapevo, non volevo far finire nei guai Tommy.
-Non posso che dire che hai fatto bene. Io non sarei stato così clemente. L’avrei menato senza spiegazioni e subito.
-Sei ancora in tempo per farlo, se vuoi.
Scoppiai a ridere. Alice aveva ritrovato la sua vena stronza, voleva dire che stava meglio. –Sono troppo magro. Mi spezzerebbe in due.
-Comunque sia, giusto l’altro giorno ha scritto ad una mia amica. Tu ne sai nulla?
-Cosa? Davvero?
-Sì, voleva sapere perché ero furiosa con lui. Che codardo.
-Non ci posso credere…
-Lei sul momento non gli ha detto nulla dietro mia direttiva. Poi ha capito che se non avesse fatto qualcosa lei Damian non si sarebbe mosso. Né l’avrebbe lasciata in pace.
-Quindi gli ha detto di “Jenny”?
-Sì. Lui nemmeno se ne ricordava. Era troppo ubriaco.
-E a parte questo, cosa ha detto a riguardo?
-Ha negato tutto, ovviamente.
Già, non era nemmeno da chiedere. Conoscevo Damian, sapevo come funzionava la sua mente piuttosto semplice.
-Pare stia andando in giro a vantarsi con tutti che vuole venirmi a parlare. Merita una medaglia per il coraggio, questo uomo.
Corrispondeva a quello che mi aveva detto lui, ovvero che voleva parlarle. –E tu?
-Io cosa?
-Cos’hai intenzione di fare, se davvero oserà presentarsi davanti a te? Lo ascolterai?
-Io… non lo so.
-Non lo sai?
-Insomma, da un lato so che non tirerà fuori altro che bugie e cazzate e proverà a farmici ricascare ancora. Quindi non dovrei prenderlo nemmeno in considerazione, o sarebbe un’umiliazione ancora più grande.
-Però…?
-Però devo sapere. Voglio sapere che cazzo ha il coraggio di venirmi a dire, quello stronzo.
-Senti, posso dirti quello che ne penso. Sinceramente?
-Qualsiasi informazione per capire il tuo amico bipolare è ben gradita.
-Bene. Ti va di fare due passi? Inizia a fare freschino.
 Ormai il sole era calato e sentivo brividi scendermi lungo la colonna vertebrale. Alice annuì, così ci alzammo e di comune accordo imboccammo il sentiero che andava dalla parte opposta rispetto all’ingresso. Lei non voleva tornare a casa, l’aveva detto esplicitamente; e anche se avrei voluto saperne il motivo, non potevo tirare troppo la corda. Non mi avrebbe risposto, e a ragione. Per quanto riguardava me, desideravo restare ancora un po’ con Alice. In quel momento, sapevo che il mio atteggiamento poteva risultare ambiguo. Che cosa avrebbe detto uno dei ragazzi, se ci avesse visti assieme? Sapevano tutti chi era Alice. E se Damian, insospettito dal mio comportamento, ci avesse seguiti? Stavo rischiando parecchio e tutto per una ragazza che conoscevo appena e che in più era l’ex del mio migliore amico. Ok, ex che aveva tutte le ragione per essere tale, ma poco importava.
Non voleva nemmeno prendere in considerazione la risposta più ovvia, ovvero che Alice mi interessasse come ragazza. Era bella, raffinata, intelligente, brillante e per nulla facile da quel punto di vista; ovvero, tutto il contrario di quello che cercavo di solito. La mia donna tipo doveva essere facile, disponibile e senza pretese;  se doveva essere brava da qualche a parte, era a letto. E a parte quello, tra tutti i possibili obiettivi che potevo scegliermi, l’ex di Damian? No, era assolutamente da escludere, nemmeno io potevo essere così scemo. Ma un semplice interesse fisico non spiegava perché avessi paccato il calcetto per stare con lei e sentire spalare merda su un amico. Decisi che era meglio accattonare la questione. Se ci sei cascato, questa volta sei nei guai, caro Zane.
-Dunque.- esordii quindi. Procedevamo lentamente lungo il sentiero. Nessuno dei due aveva fretta di andarsene. –Te lo dirò in modo schietto. Tu sei consapevole che eri innamorata di Damian, vero? So che sarà tremendo per te ammetterlo, lo sarebbe per chiunque. Ma è così.
-Devi proprio girare il coltello nella piaga?
-No, voglio solo analizzare il problema in modo oggettivo.
-Notevole.
-E non solo ne eri innamorata. Ma lo sei ancora adesso.
-Pronto? Hai sentito quello che ho detto per circa un’ora?
-Ti ho ascoltata, e ho tratto le mie conclusioni. Non avresti reagito così, se non fossi ancora interessata.
-Cazzate.
-Fatti.
-Non la voglio più sapere la tua opinione.
-E invece ti conviene ascoltarla, mia cara. So come funzionano queste cose. Lui è consapevole di avere ancora potere su di te. Non tornerebbe, se non avesse la certezza che l’avrà vinta ancora.
-Ma non sarà così. Non potrei mai tornare con lui.
-Alice, Alice. Non raccontiamocela. Una persona a cui non interessa più nulla non avrebbe reagito come te.
Questa volta rimase in silenzio.
-E lui è bravo a fregare la gente. A intortarla, come dici tu. Quindi, consiglio: non parlarci nemmeno.
Alice rimase ancora in silenzio per qualche istante. Mi ritrovai a osservare il suo profilo pensoso. –Sei esperto di queste cose.- commentò dopo un po’.
-No, semplicemente conosco Damian molto bene.
-Non mi riferivo a come funziona il cervello di quello, se vogliamo puntare sul fatto che ne abbia uno. Intendevo: da quel che so anche tu ci sai fare, nell’intortare le ragazze.
Damian aveva parlato, dunque. Be’, era ovvio. Erano stati fidanzati, dopo tutto. Non sapevo nemmeno a quale episodio si riferisse. –Ehm… quale delle tante volte?
Alice gettò indietro la testa e rise. –Non so niente, a parte della tua trovata geniale l’ultima estate.
-Oh.
-La tipa con cui stavi e hai lasciato perché in vacanza volevi… “divertirti”, mettiamola in modo elegante. Per poi pentirtene, non avendo trovata nessuna che ci stava.
-Ehi, così sembro il cattivo della situazione…
Alice mi lanciò un’occhiata molto eloquente. –Invece sei la vittima, giusto? In questo tu e Damian siete uguali.
Cazzo. Aveva centrato nel segno. –Ok, ammetto che non è stato carino. Però poi sono tornato. Strisciando, pure.
-Bella consolazione per lei.
-Però è tornata con me!
-Ah sì?
-Sì… solo per comportarsi da stronza.
-Una vendetta, insomma. Non male.
-Ma tu da che parte stai?
-Non fraintendere, Zane. Mi stai simpatico, ma lei di più.
Ma certo, quanto ero scemo? Alice si era trovata nella stessa situazione, o quasi, della mia ex. Era ovvio che parteggiasse per lei. Anche se diverse come il giorno e la notte, avevano avuto la sfortuna di trovare sulla strada due stronzi come me e Damian. –Colpito e affondato.
-Però mi sembra che tu stia migliorando.- aggiunse, forse un po’ pentita per essere stata così brutale.
Ripensai alla ragazza che giusto poche sere prima avevo fatto bere per renderla disponibile a venire con me. -Se ne sei convinta tu…
-Non parlo della tua vita sentimentale, anzi qualcosa mi dice che non voglio saperne nulla. Ma di sicuro sei una persona buona. Almeno con me lo sei.
Le sue parole mi imbarazzarono parecchio. Avevano colpito nel segno, ovvero nel problema che mi tormentava da un bel po’ di tempo. –Hai già ricevuto la tua dose di cattiveria da Damian. Il minimo che potessi fare dopo essere venuto a disturbarti era essere gentile.
Alice rise ancora. –Effettivamente, se la metti così…
Continuammo a discorrere ancora per un po’, completando il giro del parco. Le parlai dell’università, che non frequentavo, e degli esami che non davo per pigrizia. Anche su questo argomento era piuttosto informata, Damian non sapeva tenersi nemmeno la piscia, a quanto potevo constatare. Alice invece mi disse della maturità e di quanto fosse stressante; non nominò più il suo ex né i problemi a casa a cui aveva accennato in precedenza. Era la prima volta che chiacchieravamo a ruota libera, senza che i nostri discorsi fossero incentrati su Damian o sulla colazione.
Continuammo così ancora a lungo, prima di salutarci in modo imbarazzato e tornare ognuno a casa propria. Con la certezza che il giorno dopo ci saremmo rivisti di nuovo, alla stessa ora, in biblioteca. 
   
 
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