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Autore: namelessfedah    23/11/2015    1 recensioni
Harry Styles è solito essere spintonato e deriso dalla squadra di football della scuola, quindi non si aspetta niente dal nuovo arrivato, Louis Tomlinson, che sembra essere un atleta. Riuscirà Harry ad imparare che non tutti sono uguali, che chiunque ha dei segreti, e che a volte c'è molto di più in una persona di quello che l'occhio riesce a notare?
O dove Harry e Louis stanno attraversando entrambi situazioni estremamente difficili, ed imparano a farsi forza l'un l'altro.

Harry/Louis | Highschool!AU, Athlete!Louis | Note: Menzione di violenza fisica/verbale/psicologica e maltrattamenti strettamente legati al tema dell'omofobia | Conteggio parole: 79k
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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XXXI



 

Louis stette a fissare un Harry addormentato per diversi minuti, cercando di rimanere il più fermo possibile prima di distogliere lo sguardo ed iniziare ad agiarsi. Non riusciva a smettere di masticarsi il labbro inferiore e le sue dita dei piedi si dimenarono involontariamente.

Aveva bisogno di usare il bagno.

Alcuni minuti più tardi, Louis era ancora più disperato. Sapeva fosse stupido non svegliare Harry per chiedergli aiuto, ma voleva lasciar riposare il ragazzo.

È stato così occupato a prendersi cura di me che dev'essere esausto.

Devo lasciarlo dormire.

Louis schiuse gli occhi e provò a canticchiare mentalmente alcune canzoni, ma il testo diventò man mano una silenziosa predica disperata per il bagno.

Non pensarci.

Non pensarci.

Non pensarci.

Merda. Ci ho pensato.

Louis arrivò al punto di essere convinto che la sua vescica sarebbe scoppiata da lì a poco.

Riportò lo sguardo su Harry, ancora addormentato, sperando segretamente che percepisse le sue preghiere e si svegliasse.

Quando lo stadio di incoscienza di Harry rimase invariato, Louis decise finalmente di disturbare il suo sonno.

Non era abbastanza forte per riuscire a camminare senza un supporto.

Così sospirò e svegliò delicatamente Harry.

Harry aprì gli occhi ispirando duramente e le sue mani cercarono istintivamente Louis.

Il castano gli rivolse uno sguardo di scuse mentre l'atro cercava di recuperare la sua prontezza di riflessi.

"Mi dispiace." Sussurrò Louis.

Nonostante la mente annebbiata, Harry non poté fare a meno di pensare che Louis somigliasse ad un piccolo cucciolo nei guai.

"Stai bene?" Chiese, la sua voce suonava ancora più assonnata dei suoi occhi.

Louis trasalì, sentendosi ancora più in colpa per averlo svegliato dal sonno più che meritato.

Imprecò contro la sua incapacità di prendersi cura di se stesso.

"Ho bisogno del bagno." Ammise timidamente.

Gli occhi di Harry si incresparono non appena stirò le labbra in un pigro sorriso. "Perché non mi hai svegliato?"

"L'ho appena fatto."

Harry ridacchiò. "Intendo prima. Non mi sarebbe importato."

Harry scosse affettuosamente la testa mentre stiracchiava i muscoli intorpiditi del collo e della schiena e si alzava dal divano.

"Andiamo, ti aiuto."

Louis sospirò, sperando di non sembrare completamente debole. Alzò entrambe le mani e le unì a quelle del riccio, e facendosi forza, riuscì ad alzarsi in piedi.

Harry fece scivolare una mano in supporto attorno alla sua vita, tenendolo in posizione eretta.

"Come stai?" Chiese. "Riesci a muoverti?"

Louis percepì il familiare indolenzimento invadergli i muscoli, ma grazie ai medicinali presi poco prima, riuscì ad annuire.

"Sto bene."

Harry non si mosse subito, scrutando il volto dell'altro in cerca di qualsiasi segno d'incertezza. Quando determinò che Louis dicesse la verità, annuì a sua volta e fece un piccolo passo, incoraggiando Louis a fare lo stesso.

I primi passi furono i peggiori, Louis dovette forzare i suoi arti deboli, ma ben presto si ritrovò a riuscire a compiere falcate più ampie, ricoprendo più spazio senza arrendersi al dolore.

Harry sorrise ad ogni movimento di Louis. "Stai andando benissimo, Lou. Sei già più forte."

Louis sorrise all'incoraggiamento mentre lasciavano il salotto fianco a fianco, per poi raggiungere il corridoio ed infine il bagno.

"Va bene per te aspettarmi fuori?" Chiese Louis, un leggero rossore ad espandersi sulle sue guance.

"Sei sicuro di non aver bisogno d'aiuto?" Replicò Harry. "Non voglio tu cada."

Il rossore di Louis si intensificò. "Starò bene." Disse timidamente.

Harry annuì ed aprì la porta del bagno.

"Solo... urla se hai bisogno di me, si?" Esalò sinceramente. "Sarò proprio fuori la porta."

Louis annuì a sua volta prima di poggiare una mano sul muro per reggersi mentre entrava in bagno e si chiudeva la porta alle spalle.

Harry aspettò fuori, le orecchie attente a captare qualsiasi rumore. Aveva i nervi a fior di pelle, ma si rilassò non appena udì lo scarico azionarsi, e poi una piccola pausa prima del chiaro suono del rubinetto acceso. Dopo alcuni piccoli stridii emessi dal porta asciugamani, Harry sentì Louis abbassare la maniglia della porta per poi aprirla.

Quando i loro occhi si incontrarono, Harry notò un'emozione in particolare a riempire gli occhi blu dell'altro.

Orgoglio.

Era fiero di se stesso per essere riuscito a fare qualcosa da solo.

Non importava che fosse qualcosa di semplice come utilizzare il bagno, lo faceva sentire un po' meno inutile.

Ed Harry fu più che contento di averlo aiutato a raggiungere quell'emozione.

"Posso accompagnarti in salotto?" Chiese Harry, porgendo la mano a Louis e rivolgendogli un grosso sorriso.

Louis annuì sorridendo a sua volta ed accettò la mano del riccio.

"Grazie."

Mentre si stavano dirigendo in salotto, Anne spuntò improvvisamente dalla cucina.

"Ehilà ragazzi!" Esclamò gioiosa. "Felice di vederti in piedi, Louis."

Entrambi i ragazzi sorrisero e Louis le rivolse un cenno grato.

"È quasi pronto per correre una maratona." Disse convinto Harry, fiero di quanto in fretta Louis si stesse riprendendo.

Anne rise, ed il castano arrossì.

"Beh, se dovrà correre, deve prima mangiare. Ho portato un paio di vassoi in salotto. Tra poco porterò della zuppa."

Camminarono lentamente verso il soggiorno, dove Harry aiutò Louis a mettersi seduto.

Il più basso si voltò a guardare Harry, rivolgendogli un sorriso.

"Grazie." Sussurrò. "Ne avevo davvero bisogno."

"La prossima volta non essere timido nel chiedere aiuto prima, Lou." Ridacchiò Harry. "Davvero non mi pesa."

Louis sorrise ancora ed annuì. "Solo che sembravi così in pace, mentre dormivi. Non volevo disturbarti."

Harry arcuò un sopracciglio. "Mi guardi dormire, mh?"

Louis arrossì leggermente. "Come se tu non l'avessi mai fatto in ospedale."

Fu il turno di Harry di arrossire. "Touché."

Ad entrambi scapparono delle leggere risate, proprio mentre Anne irruppe nella stanza portando con se due ciotole di zuppa di pollo fatta in casa ed un altro con del pane.

Una volta posato tutto sui vassoi, si voltò a guardare Louis.

"Ti senti meglio?" Chiese. "Sei abbastanza riposato?"

Louis annuì.

Anne sorrise. "Ne sono felice. Godetevi la zuppa ed io tornerò tra un po' a riprendere i piatti."

Era sul punto di andare via quando notò Louis iniziare ad aprire bocca, come se volesse dire qualcosa.

"G-grazie, Anne."

Il cuore della donna si scaldò a quelle semplici parole. Il fatto che il ragazzo stesse iniziando ad aprirsi anche con lei le infondeva grande felicità.

"Non c'è di che, dolcezza." Replicò, un sorriso fiero a decorarle il viso.

Il ragazzo la osservò lasciare la stanza per poi rivolgere la sua attenzione alla zuppa.

"Ti piace?" Chiese Harry, la bocca piena di zuppa di pollo.

Louis deglutì prima di replicare. "È molto buona. È bello mangiare del buon cibo una volta tanto."

"Si beh, quei dottori non ti lasciavano mangiare molto cibo vero, mh?"

Louis scosse la testa. "Solo succo di mela e ciotole di pudding, tutto il resto veniva inserito nelle flebo."

Harry gli rivolse un sorriso comprensivo. "Ora però avrai l'opportunità di provare le magnifiche abilità culinarie di mia madre. Diventerai grasso in poche settimane."

Louis ridacchiò. "Mangerò qualsiasi cosa mi darà solo se mi assicurerai non sarà succo di mela o pudding."

Harry sogghignò prima di stillare. "Hey mamma, Louis vuole del pudding per dessert!"

In risposta, Louis lo colpì alla testa con un cuscino, facendogli quasi sputare la zuppa. Mise su un'espressione innocente ed alzò le mani come per dire "che ho fatto?"

I ragazzi continuarono a sorseggiare dalle loro ciotole fino a svuotarle, insieme ad un paio di fette di pane imburrato ciascuno. Harry aveva appena messo giù il cucchiaio quando Anne tornò in salotto.

"Ecco la risata di cui ho sentito la terribile mancanza negli ultimi tempi." Disse felice guardando Harry. "Grazie per averla riportata, Louis. Mi era davvero, davvero mancata."

Harry arrossì lanciando alla madre un'occhiataccia.

"Avete finito con la cena? Louis, c'è una cosa che voglio mostrarti..."

Louis spalancò gli occhi voltandosi a guardare Harry, ancora seduto accanto a lui, che annuì semplicemente sorridendo consapevole.

Il castano riportò lo sguardo su Anne annuendo incerto.

"D'accordo, andiamo allora." Disse la donna indicando con un cenno del capo il corridoio.

Louis premette i palmi sul comodino da caffè così da riuscire a mettersi in piedi con un sussulto. Harry si alzò a sua volta ed afferrò l'avambraccio del ragazzo.

"Andiamo a vedere per cosa mia madre è così eccitata."

Camminarono per il familiare corridoio, Louis camminò quasi completamente da solo. Ci furono un paio di momenti in cui aveva traballato leggermente, ma Harry era proprio dietro di lui ad offrirgli supporto.

Non ti lascerò cadere mai.

Louis fu sorpreso di vedere Anne fermarsi proprio di fronte ad una porta chiusa posta di fronte a quella che portava al bagno. Un grosso sorriso si fece largo sul volto della donna non appena abbassò la maniglia e l'aprì.

"So che è abbastanza piccola. Ma prima di un paio di giorni fa era solo un ufficio." Disse entrando.

Le sopracciglia di Louis si corrugarono in confusione.

Era fermo insieme ad Harry in corridoio, e quando fu finalmente in grado di osservare l'interno della stanza, gli si bloccò il respiro e le ginocchia diventarono di gelatina.

Era una camera da letto.

Una vera camera da letto.

Le mura erano state dipinte di blu scuro, aggiungendo un tocco confortante.

C'era un letto a due piazze posto proprio di fronte alla porta, ricoperto da un piumino grigio chiaro ed una soffice coperta poggiata alla fine di esso. Due grossi cuscini giacevano vicino alla testiera in un rosso vivo, lo stesso colore della coperta.

Accanto al letto v'era un piccolo comodino, su cui era posata una lampada da tavolo verde che emanava una bianca luce soffusa ed una presa di corrente. Dall'altra parte del letto c'era una alta lampada da pavimento già accesa, che donava luminosità alla stanza. Accanto ad essa, era posato una tastiera.

Louis fissò il piccolo pianoforte per un lungo momento, il ricordo di una conversazione avuta molto tempo prima con Harry a vorticargli in testa.

'Suono principalmente perché è un ottimo meccanismo di fuga.'

'A me piace suonare quando ho bisogno del tempo per stare solo; quando ho bisogno di scappare dalla realtà.'

Louis si voltò verso Harry, non riusciva a credere che il ragazzo l'avesse ricordato. Sembrava essere passata una vita.

Louis riportò l'attenzione sulla stanza, notando un'ampia cassettiera in legno su cui era poggiata una cesta contenente effetti personali; un pettine, dello shampoo, uno spazzolino, deodorante, e tante altre cose fondamentali.

C'era addirittura una piccola TV a schermo piatto affissa al muro in direzione del letto. Sotto di essa erano posizionato un piccolo scaffale con parecchi DVD, ed un X-box con alcuni videogiochi poggiati accanto.

Sulla sinistra, invece, vi era una scrivania in legno di quercia. Su di essa era stata posizionata una piccola lampada in acciaio, un portapenne con diverse matite colorate, materiale per scrivere ed un diario. Accanto, c'era una poltroncina rivestita.

Una tavola in sughero era affissa proprio sopra la scrivania, riempita con un calendario ed un collage contenente le foto di vari calciatori ed altre cose riguardanti il calcio.

Ciò che attirò immediatamente l'attenzione di Louis fu la foto di Anne ed Harry in un angolo, proprio al di sopra del collage.

Un brivido gli corse lungo la schiena.

Famiglia.

Vogliono che io sia parte della famiglia.

"È-è perfetto. G-grazie mille." Balbettò Louis, le emozioni a travolgerlo completamente.

Non riusciva a credere a tutte le cose magnifiche che Anne ed Harry avevano fatto per lui. Quando viveva a casa di suo padre, prima della confessione, possedeva tantissime cose costose. Ma nell'appartamento con sua madre non potevano permettersi un pianoforte o un X-box. E poi, quando si erano trasferiti da Jason, tutto ciò che gli apparteneva, vestiti inclusi, erano stati distrutti da Jason durante i suoi attacchi di rabbia.

"Se c'è qualsiasi cosa che non ti piace, non esitare a farcelo sapere. Vogliamo tu sia felice, qui." Spiegò Anne.

Louis scosse la testa. "No...i-io adoro tutto."

Anne sorrise. "Ne sono contenta. Ora, il bagno è proprio di fronte la porta, la stanza di Harry è accanto alla tua e la mia è alla fine del corridoio.

Harry non starà con me?

Louis annuì semplicemente, cercando di mascherare il disappunto e l'ansia causati dalla notizia.

"Louis, ho un'ultima cosa per te." disse Anne, camminando verso la cassettiera. Aprì il primo cassetto e ne tirò fuori qualcosa prima di tornare da Louis, ora seduto alla scrivania.

Sorrise e gli posò l'indumento in grembo.

Era la maglia della sua divisa da calcio.

Era piegata ordinatamente, sembrava nuova di zecca.

Non c'erano più tracce di sangue o pennarello, ed i piccoli strappi erano stati riparati.

Gli occhi di Louis si appannarono a causa delle lacrime ed il suo labbro inferiore iniziò a tremare leggermente. Quando riportò finalmente lo sguardo su Anne, in piedi proprio davanti a lui con un sorriso amorevole a decorarle il volto, le sue emozioni esplosero.

Si alzò dalla sedia e si lanciò tra le braccia di una Anne sorpresa.

Istantaneamente, al contatto, le lacrime iniziarono a cadere liberamente dai suoi occhi e singhiozzò emozionato quando la donna lo strinse di più tra le braccia.

"Va tutto bene, dolcezza." Sussurrò Anne, passando una mano tra i capelli del ragazzo. "Andrà tutto bene, ora."

Louis continuò a singhiozzare stretto al petto della donna, che continuò con parole e gesti rassicuranti.

Quando finalmente si staccarono, un calore si espanse sul suo viso e si sentì improvvisamente imbarazzato per aver perso la sua compostezza in quel modo.

Si guardò attorno nella stanza, la sua stanza, aspettandosi di vedere Harry al suo fianco in imbarazzo, ma fu sorpreso di scoprire che lui ed Anne fossero soli.

Anne chiarì immediatamente i suoi dubbi asciugandogli con il pollice alcune lacrime ancora presenti sulle guance.

"È uscito un momento fa, Louis." Lo rassicurò. "Ha pensato di lasciarci un momento di privacy."

Louis annuì grato. Aveva già pianto abbastanza davanti ad Harry.

"Davvero non ti aspettavi tutto questo, mh?" Chiese Anne carezzandogli le guance ancora una volta.

Louis scosse la testa ed il cuore della donna si riempì di una combinazione di tristezza e conforto.

Ne ha passate così tante, sono grata di potergli dare amore e protezione.

"Beh, è tutto per te." Disse fieramente, pressando le labbra sulla sua fronte. "E siamo felicissimi di averti qui con noi."

"G-grazie." Singhiozzò.

"Aw, tesoro." Sospirò Anne. "Sei importante per noi. Sei un ragazzo magnifico; così coraggioso e forte. È soltanto un piacere."

Louis, completamente privo di parole, guardò la donna a bocca aperta.

Aveva aperto la sua casa per lui.

E più di tutto, aveva aperto il suo cuore.

 

~

Ehilà!

Sono tornata!! Mi scuso per il ritardo, ma ultimamente faccio davvero tanta fatica a star dietro a tutto. Entro domani dovrebbe arrivare anche il secondo capitolo di "Unbelievers", che non aggiorno da davvero troppo tempo.

Anyway, non so voi ma a me questo capitolo ha fatto piagere tantissimo. La dolcezza di Anne è infinita e Louis merita tutto questo. :')

Bene, al prossimo capitolo (spero in tempo decenti)!

 
Love you all.
-fedah
 
  
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