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Autore: yllel    23/11/2015    5 recensioni
Raccolta one shot Sherlolly.
Ovvero: idee che proprio non se ne vogliono andare. Spoiler su TAB
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! nuovo sassolino... spero non troppo strano! 
 

SASSOLINO # 3

 
 
“Al Bart’s,  subito!”
Sherlock Holmes si era appena accomodato nella macchina che lo stava riportando indietro dall’aereoporto e dal suo esilio, e il comando rivolto all’autista fu pronunciato in modo secco e deciso.
“Al mio ufficio” la voce altrettanto decisa di Mycroft arrivò a correggere le istruzioni.
Il viso del consulente investigativo scattò verso quello del fratello: i suoi occhi mandavano letteralmente lampi e John e Mary Watson si ritrovarono a fissare i due con curiosità mista a stupore.
Sherlock fece un veloce respiro alla ricerca di una qualche forma di compostezza, ma i suoi pugni chiusi indicavano chiaramente tutta la sua agitazione.
“No” riprese “Voglio”
“Dobbiamo analizzare l’inserto televisivo andato in onda e rivedere ogni particolare di quel giorno in cui Moriarty si è ucciso” lo interruppe Mycroft accavallando le gambe e preparandosi ad essere di nuovo contraddetto.
“Prima voglio vedere Molly” rispose infatti Sherlock “Ho bisogno di essere sicuro che stia bene e devo organizzare la sua sorveglianza”
Mary afferrò con forza la mano di suo marito e la strinse forte, realizzando ancora di più il pericolo estremo che il filmato appena trasmesso poteva celare.
Jim Moriarty, in qualche oscuro modo e per chissà quale  impossibile motivo, era forse  tornato...  e il suo odio per Sherlock Holmes poteva arrivare a colpire tutte le persone a lui vicine.
“Sherlock ha ragione, Molly lo ha aiutato nella sua finta morte” esclamò John ricambiando con decisione la stretta della moglie “dobbiamo assicurarci che quel pazzo, o chiunque si celi dietro a questa cosa, non abbia possibilità di farle del male”
Il Dottore guardò con preoccupazione l’amico stringere con forza la mascella e volgere brevemente lo sguardo fuori dal finestrino, come se sentir qualcun altro dare voce alle sue stesse paure non avesse fatto che aumentarle.
“Ho già provveduto a tutto io” replicò il maggiore dei fratelli Holmes “per cui ora andremo nel mio ufficio e cominceremo a lavorare a questa cosa. Nel frattempo potremo organizzare anche la sorveglianza per il Dottor Watson e sua moglie”
Mary emise un inconsapevole sospiro di sollievo, ma Sherlock rivolse a Mycroft un altro sguardo tagliente.
“Che cosa hai fatto?” gli chiese.
Per tutta risposta, l’altro si limitò a fissarlo e tra i due sembrò svolgersi un colloquio silenzioso al termine del quale Sherlock battè con rabbia un pugno contro il finestrino.
“L’hai mandata via!” urlò con impeto, facendo sobbalzare i due amici seduti in parte a lui.
Mycroft strinse le labbra e non rispose, tuttavia il suo sguardo si fece più in qualche modo sfuggente.
Sembrava si stesse quasi vergognando di qualcosa, pensò sorpreso John... non era possibile, ma l’espressione dell’uomo era un misto tra decisione e rammarico, come se fosse pienamente consapevole di star facendo qualcosa di doloroso ma estremamente necessario.
“Non avevi nessun diritto di farlo, lei è mia moglie!”
John rivolse di scatto l’attenzione verso il suo migliore amico: non era davvero possibile che lui avesse appena pronunciato quelle parole, doveva aver capito male!
Accanto a lui, però, sentì Mary soffocare un’esclamazione di sorpresa e si rese conto che il suo udito funzionava benissimo.
Oh, porca...
“Congratulazioni, Sherlock” Mycroft fece un mezzo sorriso di scherno e riprese la sua aria di sufficienza, il momento di debolezza ormai superato  “hai appena annunciato le tue nozze ai tuoi amici... pessimo tempismo, se mi permetti.  Direi che il momento non è dei migliori per festeggiare” aggiunse guardando i coniugi Watson con rassegnazione “Sono sicuro che quando questa storia sarà finita mio fratello avrà modo di offrire almeno da bere per celebrare la fine della sua verginità e il divorzio dal suo lavoro”
John scosse piano la testa.
“Quando?” riuscì infine a domandare, un tono incredulo nella voce e mille altri interrogativi nella testa.
“Non appena sono uscito dall’ospedale” sussurrò Sherlock, portando inconsciamente la mano destra verso l’anulare sinistro privo di un qualsiasi anello che potesse testimoniare quanto stava dicendo.
Non gli sfuggì l’occhiata di John.
“È stato un matrimonio perfettamente legale, se te lo stai chiedendo... un vero matrimonio” continuò con un sorriso per poi estrarre dalla tasca del cappotto un piccolo cerchio d’oro che però evitò di infilarsi.
Il Dottore non potè evitare invece un grugnito di insofferenza.
“E hai pensato bene di tenercelo nascosto?” chiese con un tono quasi aggressivo.
Sentì Mary accanto a sè sussurrare il suo nome per richiamarlo alla calma con dolcezza  ma quell’inattesa notizia, il fatto che di nuovo l’amico gli avesse taciuto un pezzo cosi importante della sua vita, non aveva fatto che aumentare la frustrazione che in quegli ultimi giorni lo permeava.
“Non era esattamente un buon periodo per voi, o l’hai già dimenticato?” ribattè il consulente investigativo.
John chiuse gli occhi e inspirò a fondo.
“Ma stiamo parlando del  tuo matrimonio, Sherlock!” sbottò infine, rendendosi subito conto di aver pronunciato una frase straordinaria e, fino a qualche minuto prima, assolutamente impossibile.
“Credo che tu possa capire come i motivi per tenerlo segreto fossero assolutamente ovvi. Mi stavo ancora occupando del caso Magnussen e non potevo permettere che Molly diventasse un bersaglio. Riesci a immaginare cosa avrebbe potuto fare quell’uomo se avesse saputo che in verità era lei il mio punto debole?”
“Ti ha aiutato a fuggire dall’ospedale la prima volta che sei stato ricoverato. E per questo a Natale non l’hai invitata dai tuoi...” sussurrò Mary cominciando a collegare i pezzi del puzzle, mentre un improvviso timore si faceva strada in lei.
“Molly non ha voluto sapere il motivo del mio comportamento. Sapeva cosa stavo facendo, ma non sapeva perchè” Sherlock arrivò a fugare le sue paure “il fatto che io fossi convinto di star facendo la cosa giusta per lei era abbastanza”
Mary annuì sollevata: forse un giorno avrebbe potuto condividere con la patologa alcune cose, ma era contenta che la scelta spettasse a lei.
“Le droghe? Janine?” tornò a chiedere John.
Sherlock scosse piano la testa.
“No, quello no. Noi... ci siamo chiariti solo dopo il mio ricovero”
Chiariti, eh?” domandò  John con una punta di sarcasmo, a cui si unì il divertimento una volta che l’amico cominciò a muoversi a disagio sul sedile.
“Diciamo che vedermi in quel letto d’ospedale ha cambiato alcune prospettive. Per entrambi” disse Sherlock con lieve imbarazzo.
“Oh, fammi il piacere! Molly aveva già rotto un fidanzamento a causa tua!” replicò Mary con un sorriso “diciamo invece che sono state le tue prospettive, a cambiare! E lasciami dire che era proprio ora!”
Per un attimo, l’atmosfera nella vettura si fece più leggera ma poi il Dottor Watson sospirò.
“Capisco la segretezza... ma perchè non dirci nulla neanche dopo? Sarebbe stato molto più logico che ci fosse Molly a salutarti oggi!”
Sherlock strinse le labbra e tornò a guardare fuori dal finestrino.
“Logico? Forse” concordò, stringendo di nuovo la sua fede nuziale nella mano e riprendendo poi a parlare con un sussurro “ma troppo doloroso”
Il viso di John si addolcì a quella confessione e la sua mano arrivò a toccare la spalla dell’amico in un gesto di conforto.
“Adesso sei qui” disse con decisione “presto la rivedrai”
Sherlock sorrise in modo lieve e puntò di nuovo l’attenzione su suo fratello.
“Non mi dirai dov’è... vero?” disse piano.
Mycroft sembrò di nuovo esitare, poi scosse lentamente il capo.
“La sicurezza della Dottoressa Hooper... Holmes...  non è una questione di cui tu ti debba preoccupare in questo momento, non puoi permetterti distrazioni... sai bene che questa era la soluzione migliore”
Mary si intromise con un moto di impazienza.
 “E Lei pensa davvero che non sapere dove sia possa essergli di aiuto?”
Mycroft la fissò per un attimo, poi si rivolse di nuovo al fratello minore.
“Ti eviterà di concentrare i tuoi pensieri in questioni che non ne richiedono la necessità” affermò con decisione, prima di fare un sospiro e continuare più tranquillamente “Sono sicuro che puoi pensare molte cose di me, ma non che lascerei la sicurezza di mia cognata al caso. Non fosse altro perchè mamma potrebbe uccidermi, se le capitasse qualcosa”
L’angolo della bocca di Sherlock si rivolse brevemente all’insù, poi annuì.
“Grazie...” disse in tono sincero.
Mycroft si schiarì la voce per rompere quel momento imbarazzante e la sua mano e il suo sguardo corsero a togliere un invisibile pelucchio dai pantaloni.
“Risolvi in fretta questo caso e la nazione ti sarà debitrice, Sherlock” disse prima di continuare con una smorfia  “Potrai tornare alle gioie del talamo nuziale in meno che non si dica”.
John a quel punto avrebbe potuto giurare di aver visto un leggero rossore salire dal collo verso le guance del suo amico, ma la situazione si fece di nuovo avanti in tutta la sua drammaticità nel momento in cui la macchina si fermò e uomini armati la circondarono per farli scendere ed entrare velocemente verso l’edificio in cui si trovava l’ufficio di Mycroft.
Un improvviso pensiero lo colpì.
“Sherlock!”
L’amico si bloccò sulla porta dell’ufficio in cui stava per entrare e si voltò con aria interrogativa.
“Sapevi quali avrebbero potuto essere le conseguenze” affermò deglutendo a fatica “sapevi quello che poteva succedere una volta arrivati da Magnussen e sapevi cosa sarebbe successo quando gli hai sparato”
Il consulente investigativo annuì.
“Si”
“Tu... l’hai fatto comunque. Hai ucciso quell’uomo sapendo che avresti perso la possibilità di stare con Molly”
“Era abbastanza prevedibile, si” confermò di nuovo Sherlock.
John gli si avvicinò.
“Perchè? Perchè l’hai fatto comunque?”
Sherlock inclinò la testa.
“Avevo fatto un giuramente al tuo matrimonio, John” dichiarò con semplicità.
“Ma...”
“I giorni con Molly sono stati un dono che non avrei mai pensato di poter avere o meritare,  amico mio... ma  non avrei mai accettato di ottenere  la mia felicità a scapito della tua”
“Grazie...” sussurrò il Dottore commosso.
Sherlock sorrise e annuì.
“Adesso andiamo. Dopo tutto, ho una moglie da riportare a casa”
 


 
 
 
 
  
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