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Autore: Kuroi Namida    23/11/2015    1 recensioni
Uno sguardo di fuoco e uno di ghiaccio, un incontro che cambierà le loro vite e una passione in comune: il basket.
Uno scontro tra due personalità, una lotta per dimenticare il passato e una battaglia per la vittoria assoluta.
Nessuno sa cosa succederà.
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Gli occhi grigio piombo lo tenevano intrappolato nella loro morsa senza concedergli alcuna via d'uscita. Dopo aver atterrato il compagno, aveva seguito lo sguardo che il poverino aveva lanciato verso di lui e si era alzata per posizionarglisi proprio di fronte. Ora se ne stavano lì, a fissarsi negli occhi circondati dalle classi che se ne stavano in silenzio a guardarli e con il docente che non sapeva bene cosa fare.

Seijuro era paralizzato, mai prima d'ora aveva visto uno sguardo simile, così vuoto ma attento, di una calma terrificante.

In quel momento seppe che ciò che lo spaventava di più non era perdere o l'ira del padre, no, era quella ragazza. Sin da piccolo aveva avuto paura dello sguardo severo del Signor Akashi, ma ora si rendeva conto che gli occhi dell'uomo non erano nemmeno paragonabili a quelli di Ebony.

Quelli del suo vecchio erano fermi, severi e pieni di aspettative, quelli della giovane erano penetranti, calmi, attenti, ma senza mostrare una vera e proria emozione. Erano occhi che sembravano aver conosciuto l'inferno.

 

 

 

 

 

 

Stava accadendo di nuovo, esattamente come dieci anni prima la sua coscienza era sprofondata in un luogo sicuro, lontano da tutto e l'istinto aveva preso il sopravvento. Tutto per colpa di quello stupido di Seijuro, che aveva pensato bene di farle uno “scherzo”. Avrebbe voluto urlargli contro di lasciarla in pace e di smetterla di tentare di far riaffiorare il passato. Già era difficile per lei vivere una vita normale, ma se in più ci si metteva lui a complicare tutto.....

Ricordava bene la sensazione che aveva provato anni prima, tutto era offuscato, confuso. Sapeva che c'era qualcuno intorno a lei ma non sapeva chi fosse. Aveva sentito la voce di una donna, ma non l'aveva riconosciuta, per la piccola Eb tutto era un nemico e al primo movimento sospetto doveva difendersi. Provava rabbia, paura, un grande dolore e aveva la sensazione che le fosse stato tolto qualcosa di prezioso, ma non riusciva a capire cosa. La sua mente era completamente in balia a un vortice, si era trasformata in una specie di animale, dove è l'istinto a governare e la coscienza è solo qualcosa da proteggere. Il dolore che provava era tutto interno e psicologico, non fisico. Da quel lato non sentiva nulla, come un uovo, c'era una parete esterna che proteggeva l'interno senza poter provare alcun male. Inoltre oltre che spegnere i sensi fisici legati al dolore, il suo corpo acuiva tutti gli altri: i suoi occhi non perdevano un solo movimento intorno a lei, gli odori la avvolgevano, i suoni le dicevano dov'era cosa e il tatto la avvertiva del cambiamento degli elementi e dell'energia emanata dai corpi.

In quel momento tutti i sensi fisici stavano mutando, pronti a difendere e la coscienza si stava “addormentando”, ma lei non poteva permetterlo, non dopo aver lottato così tanti anni. Sapeva cosa spezzava il guscio, così fece uscire tutta la sua rabbia. I sensi tornarono lentamente ai livelli normali e la sua mente lasciò uscire la coscienza, si sentì scaldare tutto il corpo, come fiamme che si accendono e si propagano.

 

 

 

 

 

 

Gli occhi della ragazza stavano cambiando, pian piano tornarono infatti del colore naturale. L'argento liquido lo avvolsero con furia e rabbia, acceso da fiamme incandescenti, che sembravano pronte a divorarlo. Il ragazzo rabbrividì, ma non diede a vedere il suo disagio, non poteva, non accettava di non poter fare nulla contro di lei, non era nella sua natura.

Chi diavolo è questa ragazza?”

Quella giovane doveva aver passato un momento davvero difficile per arrivare a comportarsi così. Era finito in una situazione complicata, sebbene il punteggio fosse a suo favore, sapeva che stava combattendo una guerra che non poteva vincere. Tuttavia entrambi sapevano che sarebbe andata avanti, sebbene si capisse che a Ebony la cosa non piaceva affatto.

Un misterioso incidente, una reazione al contatto fisico, un rifiuto alla sottomissione. Lentamente i tasselli vanno al loro posto e la storia di quella ragazza prende forma.”

 

 

 

 

 

 

Quando Ebony si sentì di nuovo presente sbattè gli occhi e si girò verso il compagno a terra.

-Scusa se ti ho fatto male, mi hai spaventata e ho reagito senza pensare.

Gli tese la mano e lo aiutò ad alzarsi.

-Non è nulla, mi spiace di averti spaventata.

La ragazza si avvicinò al docente.

-Mi scusa, le spiace se vado a rinfrescarmi?

-N-no vai pure.

-Grazie.

Fece l'inchino e si allontanò.

-Su ragazzi torniamo alla lezione!

Akashi la guardò camminare e decise di parlare con lei. Lasciò passare qualche istante, poi chiese anche lui di andare a bere. Si diresse verso il retro della scuola dove c'erano i rubinetti e si fermò appena dietro l'angolo, si sporse leggermente e osservò la ragazza. Ebby aveva sciolto i capelli e stava appoggiata al lavello. Doveva essersi bagnata il viso perchè le punte dei capelli gocciolavano e luccicavano e anche il viso era umido. L'acqua scendeva ancora dal rubinetto aperto, ma lei la ignorava. Alcuni ciuffi le coprivano leggermente il lato del viso, ma il Rosso capì che la ragazza stava piangendo. Le lacrime scendevano lentamente lungo le guance e si confondevano con le gocce, tuttavia non poteva nascondere il sussulto del corpo tutte le volte che tentava di nascondere un singhiozzo. Notò anche che si era tolta il braccialetto d'oro che portava sempre e che lo teneva stretto in una mano, mentre con l'altra stringeva forte il bordo del lavandino. Dopo qualche istante la Bianca si lasciò scivolare a terra, continuando a tenere il bordo del lavello con una mano, mentre quella con il bracciale se la strinse al petto.

Dopo averla osservata qualche altro secondo, Akashi si mosse lentamente verso di lei.

Quando avvertì la presenza del compagno, Eb alzò di scatto lo sguardo, sorpresa e costrinse il Rosso a fermarsi di colpo. Con lei era abituato a uno sguardo infuocato e indomito, ora invece vedeva solo dolore e angoscia. Rapidamente la Bianca si asciugò il viso, si alzò, chiuse il rubinetto e tornò quella di sempre.

-Che cosa vuoi?

-Stavi piangendo?

Gli occhi della ragazza scintillarono minacciosi.

-Ti ritieni soddisfatto della cosa?

Seijuro incrociò le braccia e fece un mezzo sorriso.

-Scoprire i punti deboli dell'avversario fa parte della strategia di gioco.

Eb lo raggiunse a grandi passi e si fermò a un soffio dal suo viso, rimase semplicemente a fissarlo per qualche istante, poi con calma gli ringhiò contro.

-Non permetterti di trattarmi come se fossi un giocattolo. I bambini come te dovrebbero sapere che rischiano di bruciarsi se giocano col fuoco.

Lasciò passare ancora un paio di secondi per far passare bene il messaggio, poi fece per andarsene. Non fece in tempo a fare due passi che Akashi la prese per il polso, la fece ruotare e la spinse contro il muro, per poi bloccarle le vie di fuga con le mani.

Interdetta Ebby rimase a fissarlo sorpresa.

-Perchè non ammetti la sconfitta e basta? Scoprirò comunque quello che ti è successo.

-L'unica cosa che scoprirai è che mio padre è morto in un incidente!

Il Rosso le si fece più vicino. Il corpo della giovane si irrigidì, il cuore battè più rapido e i pugni si strinsero. Seijuro notò la reazione e sorrise soddisfatto, mentre emozioni nascoste si facevano strada negli occhi d'argento.

-....lasciami in pace...

La frase uscì dalle labbra della ragazza tramite un delicato sussurro, come se quelle stesse parole si potessero spezzare da un momento all'altro.

Lentamente il sorriso si spense, Seijuro si era aspettato una leggera insicurezza mischiata a fastidio e furore, non una preghiera profonda e dolorosa. Paura, rabbia, tristezza, angoscia, quei sentimenti riempivano come un vortice il liquido argenteo di fronte a lui.

-.....ti prego...

D'improvviso gli fu impossibile muoversi, conosceva la morte solo tramite la malattia della madre, che l'aveva portata via lentamente, ma di fronte a Ebony sembrava che non sapesse nulla. Come un robot si allontanò dalla ragazza e la guardò mentre si rilassava completamente. Poi, senza preavviso, lei lo guardò e gli sorrise, grata, infine lentamente tornò alla lezione, con lo sguardo di lui sulla schiena.

Altro che incidente, scoprirò ciò che è successo e farò chiarezza sul tuo passato Fairy Ebony! Costi quel che costi!”

   
 
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