Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: SHUN DI ANDROMEDA    28/02/2009    3 recensioni
"Notte buia, senza luna né stelle. Nuvole oscure gravide di pioggia lambivano il cielo notturno. Il deposito ferroviario di South City era immerso nel buio e nel silenzio. Rottami metallici formavano grossi ammassi sparsi disordinatamente qua e là, vecchi tranci arrugginiti di rotaie buttati alla rinfusa sul terreno duro e ghiaioso. Vecchi vagoni ormai in disuso stavano ribaltati e semi distrutti qua e là, i vetri distrutti. Un ombra scivolava silenziosamente tra i rottami, nascondendosi e mimetizzandosi nel buio: era una figura agile e snella; un pallido raggio di luna, sbucato dalle nubi nere, lo illuminò per un istante, mostrando una fluente capigliatura mora e due profondi occhi di un lucente viola, in mano teneva una pistola, era solo un ragazzo." SALVE! Shun è tornata!! Beh, coloro che hanno seguito una mia vecchia fic sanno che mi era spiaciuto molto quando la conclusi. Ecco, ora la sottoscritta si è imbarcata in una nuova avventura! BACK TO THE EXPRESS è il ricominciare del viaggio, del nostro viaggio. Del viaggio dell’AMESTRIS EXPRESS. Questa storia è dedicata a colei che mi ha fatto sorridere, che ha approvato la nascita di questo seguito, che ha dato l’input per la storia. È dedicata a SHIKADANCE. È solo merito suo se questa storia ha visto la luce. Beh, che dire, divertitevi e godetevi questo nuovo viaggio!!! UN BACIO SHUN EPILOGO ONLINE!!! PRESTO, UN CAPITOLETTO SPECIALE!!!
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Envy, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 10

DIMMI CHE MI AMI

Ed annuì e, aiutato da Envy, riuscì a tenerlo dritto: “Forza, torniamo indietro, qui non ti lascio. Maes, occupati di Eric, Riza, tu va in testa. Si ritorna al treno.” disse il biondo, muovendo passi decisi e rapidi.

Il cielo cominciava a farsi sempre più chiaro.

All’orizzonte, cominciò ad albeggiare.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

“ALLORA?! LI AVETE TROVATI?”.

La voce furibonda di Archer riecheggiò minacciosa nella grande grotta debolmente illuminata.

L’ex tenente colonnello dell’Esercito di Amestris era furioso.

Non solo un prigioniero era riuscito a fuggire, ma uno dei suoi subalterni, uno dei suoi uomini migliori, lo aveva aiutato.

Lo sguardo dell’ex ufficiale si spostò sulla figura tremante ritta davanti a lui, uno dei capi della squadra di ricognizione era venuto a fare rapporto: “M.. Mi dispiace, ma ci sono  sfuggiti, sono riusciti a seminarci…” ammise con un filo di voce.

Un istante dopo, un urlo disumano da far raggelare il sangue rimbombò tutto attorno, e l’uomo fu avvolto da fiamme altissime, quasi non si distinguevano le sue membra, avviluppato com’era dalle lingue di fuoco; la figura barcollò per un momento, prima di cadere a terra, tra gli spasmi muscolari e i sommessi singhiozzi: “Sei un incapace.” ringhiò Archer, col braccio destro teso in avanti, il busto ritto e immobile, “Non mi servono nullità nella mia squadra.” concluse, voltando le spalle al cadavere ormai carbonizzato.

Nell’antro, cadde un gelido silenzio stupefatto, un silenzio colmo di paura.

Un fruscio leggero fece capire all’ex ufficiale che qualcuno stava portando via ciò che restava di quello che, fino a qualche attimo prima, era uno dei suoi uomini migliori, così si voltò, puntando i suoi occhi iniettati di sangue sugli individui che si trovavano nell’antro: “VOGLIO CHE QUEI DUE VENGANO RIPRESI IL PRIMA POSSIBILE!” sbraitò, liberandosi della pesante mantella che lo celava dagli sguardi altrui.

Con un moto di stizza, la gettò a terra, il sibilo dei cuscinetti a sfera si fece più sinistro e la quantità di vapore che usciva dalle sue giunture non presagiva nulla di buono.

Nella luce fioca, i suoi sottoposti videro il suo vero aspetto.

“Questo orrendo corpo… Sono costretto a vivere come una macchina per colpa di quel bastardo di Mustang e dei suoi compagni, devono pagare per quello che mi hanno fatto… Devono pagare.” disse, con voce spaventosamente calma, ritto in piedi in fondo alla grotta.

“Vi ordino di battere a tappeto la zona, dovete trovarli!” ordinò lui con voce furiosa.

Un giovane ragazzo si fece tremante avanti: “Mi scusi, ma abbiamo ricevuto un messaggio da Ismael, dal sanatorio.” sussurrò a capo chino, “Cosa succede?” interloquì il capo, fissandolo con espressione dura, “Ci ha riferito che i nostri nemici sono giunti sin lì.” rispose lui; “E allora?” incalzò Archer, incrociando le braccia al petto, “Sono entrati dentro, ma sono riusciti a evitare la trappola di fuoco che avevamo preparato, a quanto pare si sono impadroniti di una mappa. Ma non è tutto, Eric era d’accordo con il Fullmetal Alchemist, lui e il Comandante Mustang hanno raggiunto il sanatorio e si sono ricongiunti agli altri, stanno venendo qui.” concluse.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Il gruppo si muoveva rapidamente attraverso l’erba alta, traversando il più rapidamente possibile la pianura.

Il cielo si era fatto sempre più chiaro, assumendo una delicata sfumatura rosata con pennellate d’oro, una leggera brezza sfiorava i loro volti stanchi, all’orizzonte, l’infuocato disco solare cominciava ad alzarsi superbo, scacciando il buio e cominciando a dipingere la volta celeste con toni di azzurro intenso al suo passaggio.

Le nuvole dalle molteplici forme venivano sospinte dal vento leggiadro, simili a uccelli eleganti e leggeri.

L’erba si tingeva di riflessi dorati, e la natura cominciava finalmente a svegliarsi, i predatori si ritiravano nelle loro tane, i piccoli animali tornavano alle loro faccende.

Il canto delicato e piacevole dei primi uccellini allietava il risveglio della vita attorno a loro.

Roy era sorretto, semisvenuto, da Edward e Envy, che si trovavano al centro della compatta squadra, tutti gli altri facevano baluardo attorno a loro, le loro membra erano tese a reagire a qualunque rumore sospetto; senza incidenti e senza dire una parola, ormai allo scoperto, riuscirono a guadagnare il ridosso ombroso della foresta.

Riza fischiò.

Un istante dopo, un fischio identico giunse in risposta: “è Lust, la via è libera. Andiamo.” affermò Riza, facendo un cenno ai compagni; a poca distanza, videro l’Amestris, coperto dalle fronde dei rami e la mora, che faceva segnali col faro d’emergenza.

Erano in salvo.

Il respiro di tutti si fece più leggero: “Finalmente siamo arrivati…” sospirò sollevato Jean, dando voce ai pensieri dei compagni, “Hai ragione, ma non possiamo abbassare la guardia.” lo ammonì Falman, spegnendo la lanterna; il piccolo Hayate cominciò ad abbaiare, avvertendo la giovane del loro arrivo. Ella li guardò, e il suo volto si distese in un sorriso sollevato e un poco allegro nel vedere il Fuhrer che, seppur ormai privo di sensi, era al sicuro accanto a Edward il cui viso tradiva la gioia e la commozione.

“Sorellina, parliamo dopo, ora dobbiamo portarlo dentro, è piuttosto malconcio.” intervenne subito Envy, scorgendo negli occhi della maggiore curiosità e felicità, “D’accordo, hai ragione tu, ti aiuto io.” annunciò con un sorriso lei; Envy cercò di staccare delicatamente Roy dalla spalla di Ed, ma il ragazzino oppose resistenza, puntando i suoi occhioni dorati e malinconici sul suo coetaneo, non voleva separarsi da lui, “Calma, ci pensiamo noi, ti fidi di me, amico?” cercò di tranquillizzarlo il moro, Ed annuì, lasciando la ferma presa che aveva sul fianco del Comandante e fissandolo intensamente mentre veniva condotto da Lust e dal fratellino a bordo del treno.

Un istante dopo si sentì mancare la terra da sotto i piedi, la testa prese a girargli vorticosamente; barcollando e incespicando, il ragazzo cadde all’indietro ma fu prontamente preso al volo, mentre una voce preoccupata cercava di rianimarlo: “Ehi, tutto bene?” gli chiese Jean inquieto, tenendolo praticamente in braccio, “Coraggio, pure tu hai bisogno di cure e soprattutto di riposo. Saliamo tutti.” ordinò il tenente, “Ce la faccio da solo…” provò a dire il biondo, “Lasciami..” ma Jean gli tappò la bocca con la mano, “Non credo proprio.” replicò solo, conducendolo a bordo e seguito dai colleghi.

Il verso morente dei gufi annunciò l’arrivo della mattina.

Con gran chiasso e vociare, i due fratelli distesero Roy sul divanetto, tra le coperte, Jean fece sedere Ed sulla poltrona accanto; con mano leggera, Lust stracciò la stoffa della manica della logora divisa che indossava il moro, mettendo a nudo la ferita profonda e sporca di sangue secco: “Envy, prendi le garze e il disinfettante. E anche un calmante per Ed, mi sembra parecchio agitato.” chiese lei, tenendo fermo il braccio del Comandante, “Ok, arrivo.” replicò il fratellino, dirigendosi verso l’armadietto dei medicinali nel’angolo della stanzetta.

Nel frattempo, il biondino si era un poco ripreso e, sportosi, carezzava il pallido viso del suo ritrovato Fuhrer, nei suoi occhi si leggeva l’ansia: “Non preoccuparti, adesso starà meglio.” lo rassicurò Lust con un sorriso incoraggiante, “Eccomi sorellina!” annunciò Envy, consegnando alla ragazza ciò che aveva chiesto e affidando, non visto, la corta siringa a Jean, “Ecco, questo lo terrà quieto per un po’.” gli sussurrò il moro; il biondo alchimista, in quel momento, si lasciò scivolare sulla poltrona, aveva il respiro corto e accelerato, gli occhi socchiusi e la fronte imperlata di sudore.

Il tenente studiò con occhio critico lo strumento consegnatogli, non era sicuro.

“Non preoccuparti, è un semplice calmante, lo rilasserà un poco, ne ha davvero bisogno.” spiegò Envy, voltandosi verso la sorella e chinandosi sul braccio di Roy; con un sospiro, Havoc fece un cenno a Kain, che tenne fermo il braccio del compagno mentre la corta punta aguzza scomparve sotto la pelle del più giovane, che ebbe un sussulto leggero: “Ecco, fatto, ora sta tranquillo per un po’, d’accordo?” gli sussurrò l’amico, coprendolo con una delle pesante coperte.

Ed annuì e si appisolò un poco, gli occhi segnati da tanti giorni di paura e veglia si chiusero, finalmente rilassati.

Hughes affidò Eric a Riza e Falman, e si sedette sul bracciolo della poltrona, sorvegliando attentamente ora il Fullmetal Alchemist ora il suo migliore amico, aveva gli occhi lucidi, finalmente era tutto finito: la mora stava terminando in quel momento di fasciare strettamente la spalla del ferito, “Ha un poco di febbre, conviene lasciarlo riposare, come sta Edward?” domandò lei, asciugandosi le mani con un canovaccio, “Abbastanza bene, e Roy?”, la voce stanca del giovane giunse in risposta alla più anziana, “Adesso sta riposando, perché non dormi un po’ anche tu? Ti chiamo io quando si sveglia.” propose lei, ma l’alchimista scosse il capo, “No, voglio stare con lui…” sussurrò con tono sofferente e con gli occhi imploranti, cercando di alzarsi in piedi; Envy sospirò, e lo prese per la vita, facendolo sedere sul divano e facendo poggiare la testa del Comandante sulle sue gambe, “E ora, riposa un po’, sono stato chiaro?” interloquì l’investigatore, “Altrimenti ti costringo a letto.”.

Ed annuì e si accoccolò maggiormente al moro, socchiudendo gli occhi e cadendo finalmente addormentato.

In silenzio, Pride e Greed si avvicinarono al fratello più giovane: “Che facciamo?” chiese il maggiore sottovoce, “Nulla per ora. Sono ancora attivate le barriere, per oggi resteremo qui; voi cosa ne dite?” si rivolse Envy ai militari, “Concordo con te, siamo esausti e abbiamo bisogno di dormire, tutti quanti.” affermò autorevole Hughes, esaminando poi Eric con occhio critico, “Direi che anche tu hai bisogno di riposare, se vuoi puoi stare nella stanza di Ed, tanto lui ormai resta qui in salotto.” sorrise il tenente colonnello, levandosi la giubba e buttandola in malo modo sulla poltrona.

Eric annuì: “Grazie... Vi fidate di me anche dopo quello che ho fatto?” chiese in un sussurro appena udibile il ragazzo, “Se Ed si fida, perché noi non dovremmo? E poi, hai riportato qui Roy e ci hai indicato la strada da seguire, direi che di te ci si può fidare.” concluse il tenente colonnello, “Forza, fila a riposare, ci sarà tempo per le spiegazioni che dovrete darci.”disse con decisione il moro, spingendolo verso la porta, “Un attimo, e il Comandante?” intervenne il bruno, “Non preoccuparti, Pride resterà di guardia, si occuperà lui dei nostri due feriti!” lo tranquillizzò l’occhialuto.

Eric fece un cenno di assenso, fissando intensamente Maes.

C’era qualcosa di familiare nei suoi tratti.

Ne era sicuro.

“Ehi, perché mi guardi in quel modo? Ho qualcosa in faccia?”.

La voce curiosa del tenente colonnello scosse il ragazzo, che chinò all’istante la testa, imbarazzato, gli zigomi delicatamente imporporati: “N..No, non è nulla... Mi scusi...” mormorò lui, inoltrandosi nel corridoio dietro a Envy.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Quando il Fullmetal Alchemist cominciò a riprendersi, era ormai sera.

Al suo risveglio, si stupì di trovarsi al buio; frastornato, si mise seduto, udiva come un debole ronzio proveniente da fuori.

Era da solo.

Si trovava ancora nel salottino.

I ricordi dell’accaduto riaffiorarono prepotentemente, e anche il pensiero di Roy ferito e svenuto, doveva sapere, doveva sapere se stava bene.

Cercando di mantenere l’equilibrio, si mise in piedi, muovendo qualche passo verso la porta, la testa pulsava terribilmente; un brivido di freddo lo colse improvvisamente.

Il ragazzo si guardò attorno e, alla pallida luce della luna che pian piano si alzava nel cielo, scorse una coperta buttata malamente a terra; la afferrò senza tanti complimenti e se la drappeggiò addosso: a piedi nudi, aprì la porta e uscì nel corridoio debolmente illuminato dalle lampade, tutta quella luce gli ferì gli occhi, ma ciononostante proseguì deciso, seguendo quello strano ronzio che proveniva dalla sala di pranzo, nessuno si vedeva in giro.

Si guardò attorno con aria circospetta e si accorse che il treno si stava muovendo.

A passo lento e cadenzato, si mosse lungo il corridoio, cercando di non rabbrividire per gli spifferi che gli si insinuavano sin sotto la pesante coperta che aveva drappeggiata sul corpo magro e semi nudo: “Dove sono tutti?” mormorò il ragazzo, tossendo un poco e rabbrividendo; improvvisamente, una voce conosciuta e un poco preoccupata giunse alle sue orecchie: “Ed, cosa fai in giro? Dovresti essere ancora a letto.”.

Il ragazzo si voltò, puntando uno sguardo stanco negli occhi velati di ansia del tenente Havoc, che veniva dalla parte opposta del corridoio: “Mi sono svegliato e non ho trovato nessuno... Cough...” si giustificò il ragazzo, stringendosi maggiormente nella coperta, “Scusaci, hai ragione, ti abbiamo lasciato dormire un po’ di più, eri veramente stravolto. Vieni di là, qui fa freddo, abbiamo acceso il caminetto, c’è un bel tepore e Lust ha preparato da mangiare.” gli sorrise lui, conducendolo verso la sala da pranzo.

Non parlarono molto durante il breve tragitto, il biondo camminava piano accanto a lui, tenendo il capo basso mentre Jean gli parlava.

Voleva solo sapere dove fosse Roy, ma improvvisamente, le forze gli erano venute meno e riusciva a malapena a tenersi dignitosamente in piedi.

Con malagrazia, il tenente spalancò la porta della sala  e un piacevole tepore accolse il giovane appena svegliato, accompagnato da un buon odore di stufato e anche pane appena sfornato; c’erano anche delle tracce di biscotti nell’aria: “Ehi, ragazzi! Ed si è svegliato!!!” annunciò trionfale, attirando l’attenzione dei presenti.

Kain e Falman si rizzarono in piedi dal divano, Breda e Riza alzarono in simultanea la testa e così Eric e Envy, impegnati in una accesa partita a scacchi mentre le testoline di Lust, Greed e Pride uscirono dalla cucina: “CIAO AMICO!!! Come stai?” esclamò il detective, correndogli incontro, “Hai dormito tutto il giorno, eravamo preoccupati!” esclamò il moro, abbracciandolo; il biondo sorrise appena, lasciandosi stringere dal coetaneo senza avere nemmeno le forze per ricambiare; quando si staccò, Ed li guardò avvicinarsi a lui, “Dove è Roy?” chiese con voce tremula lui, guardandosi attorno.

In quel momento, qualcuno gli arrivò alle spalle, cingendogli la vita in una forte stretta mentre i suoi amici intorno se la ghignavano allegramente: “Cercavi qualcuno, mame-chan?” una voce conosciuta gli sussurrò dolcemente all’orecchio, mentre il proprietario lo sollevava da terra e lo stringeva forte come un bambino; il biondo si rigirò nell’abbraccio, incrociando le iridi color del corvo di Roy e un tremulo sorriso andava a formarsi sul suo viso pallido.

Il ragazzo affossò il viso sulla sua spalla coperta da un pesante maglione di lana, picchettandolo di leggere lacrime e beandosi del suo calore, il giorno prima non avevano potuto parlare, chiarirsi, ma ora, ora che finalmente erano lì, assieme, non voleva assolutamente più lasciarlo, voleva sincerarsi che non fosse semplicemente un sogno.

“Ti prego...” sussurrò, stringendosi a lui maggiormente, “Ti prego...” ripetè, mentre una lacrimuccia scendeva lucente, “Parla piccolo..” sussurrò Roy, “Dimmi che mi ami...” mormorò il biondo, stringendo con i pugni la ruvida stoffa calda dell’indumento che teneva al caldo il Fuhrer; questo sospirò e lo strinse ancora a sé, “Ti amo, Edward… Se tu non fossi stato ad aspettarmi, forse avrei mollato molto prima… Ti amo piccolo…” gli sussurrò all’orecchio il moro, inginocchiandosi a terra.

Restarono abbracciati a lungo, beandosi della presenza reciproca, sotto lo sguardo intenerito dei loro amici, con Ed, così simile a un bambino in quei lunghissimi e dolci istanti, che cercava di trattenere a stento le lacrime e Roy che sorrideva, tenendolo a sé.

Era così tenero quel momento per tutti loro.

Dopo settimane dure e tremende, finalmente si erano riuniti.

Sembrava come se la tristezza e il dolore che per troppo avevano regnato incontrastati nel gruppo non fossero mai esistiti.

“A..Anche io ti amo… Mi sei mancato tanto, Roy…” mormorò con un pallido sorriso lui, scostandosi piano e guardandolo dritto in quegli occhi che tanto aveva desiderato rivedere.

Un leggero colpo di tosse richiamò la loro attenzione e i loro sguardi si posarono sul viso falsamente seccato di Maes, che teneva le braccia incrociate sul petto: “Fidanzatini, non per rovinare questo momento, ma sarebbe pronto da mangiare. Se volete guarire, vi conviene recuperare le forze, sono stato chiaro? Roy, tu da chissà quanto non mangi decentemente, sei magro da far paura. O vieni a tavola oppure ti prendo a calci nel sedere sino a quando non implori pietà!” esclamò lui, prendendoli per i polsi senza troppe cerimonie.

Ridendo, i due finsero di protestare e si ritrovarono seduti a una grande tavolata, a capo tavola, su un comodo e basso divanetto abbastanza ampio da poterci stare in due: “È PRONTA LA PAPPA!!” esclamò Envy con un grande sorriso, entrando in quel momento con una pesante pentola fumante colma di spezzatino e sugo,  accompagnato da Lust che portava dei grossi cesti colmi di pane fragrante e appena sfornato, “Opera del cuoco indiscusso del gruppo, Envy-chan e del suo fido assistente Kain-kun!!” presentò la giovane, portando tutto in tavola.

Il moretto arrossì, chinando il capo e ridendo imbarazzato: “I..Io non ho fatto nulla…” ridacchiò lui, guadagnandosi una decisa sfregata sul capo con le nocche da Breda, “Sempre il solito timidone, eh??” lo schernì giocosamente il rossino.

E così, tra risate felici, la cena incominciò.

SALVE A TUTTI!!!!

SHUN è TORNATA!!!

NON SIETE CONTENTI!!!??

Beh, questo capitolo si commenta da sé, no?

Non sono semplicemente teneri?

Roy e Edward sono i migliori, li adoro!!!

Beh, è tardi per me… VADO A NINNA!!!

RINGRAZIO DI CUORE TATA LIRY, MAMY, PAPY, FLY89, EMMY, ELISETTA E SHIKADANCE!!

Ragazzi, tra poco il nostro viaggio giungerà al termine..

Vi mancherò??

UN BACIONE

SHUN

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: SHUN DI ANDROMEDA