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Autore: Ghost Writer TNCS    25/11/2015    1 recensioni
L’Aurora Stellare ha perso i contatti con la Solaria, una delle sue sfarzose astronavi da crociera, e, temendo un attacco di pirati, ha richiesto un intervento militare alla FANTOM. La squadra selezionata è quella di Eslife Hellmatyar, un gruppo di giovani soldati chiamati alla loro prima missione autonoma.
Ma la Solaria non è stata vittima di un assalto pirata. Una cellula terroristica ha liberato delle spore sulla nave e il manipolo di uomini si ritroverà isolato e costretto a confrontarsi con un esercito di migliaia di meta-zombie.
Riuscirà la Squadra di Cristallo a far fronte alla situazione, o sarà trasformata in polvere luccicante?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Senza speranza

I virus caricati nella plancia di comando avevano fatto parecchi danni all’interfaccia e ai sistemi di input, per fortuna però non erano riusciti ad intaccare tutti quei programmi indispensabili al corretto funzionamento dell’astronave.

L’algoritmo che stabiliva se attaccare o meno i velivoli in avvicinamento era stato manomesso, ma non si trattava di un problema particolarmente radicato e Mesut riuscì ad aggirarlo riscrivendo da zero la funzione: ora la Solaria sarebbe rimasta indifferente a qualsiasi mezzo di trasporto si fosse avvicinato, sia esso amico o nemico.

«Hellmatyar, ho disattivato il sistema di difesa esterno.»

«Ricevuto, ottimo lavoro. Excalibur, invia una sonda per chiedere aiuto immediato.»

«Sissignora.»

«Scars, le navicelle d’emergenza?»

«Un momento… Trovate. Ce ne sono sei per ogni ponte dal 3 al 14 compresi, posizionate due a prua, due a poppa e due nel mezzo. Ognuna può ospitare un centinaio di persone.»

«Invia alle IA i punti dove possono trovarle, bisogna evacuare subito i passeggeri. Ne manca qualcuna?»

«Stavo appunto controllando, ma sembra ci siano tutte. Del resto nessuno avrebbe potuto allontanarsi con il sistema difensivo guasto.»

«Puoi utilizzare le paratie d’emergenza per predisporre un percorso sicuro?»

Il tartariano si concesse un attimo per rifletterci. «Sì, dovrei poterlo fare. Mi metto subito al lavoro.»

«Bene. Appena avrai finito, andate anche voi dai superstiti.»

«Ricevuto.»

Il tartariano e la sua IA si misero nuovamente al lavoro, ma un allarme attirò la loro attenzione.

«Che succede?» volle subito sapere Eslife.

Mesut osservò la scritta sul monitor e non riuscì a nascondere il proprio disappunto: «‘fanculo! Quello che temevo.»

***

Queen e Katha avanzavano in maniera relativamente spedita, seguiti a ruota dai tre cloni e braccati da un numero sempre crescente di meta-zombie.

Per fortuna Eslife aveva accordato loro il permesso di uccidere almeno la versione potenziata di quei mostri, altrimenti avanzare sarebbe stato letteralmente impossibile. Avevano già ucciso una decina di quegli esseri ributtanti, ma il peggio doveva ancora arrivare.

 In quel momento si trovavano nel ponte sei – il fatto di trovarsi già vicino alle scale era stato un bel vantaggio – e già da lì era possibile notare un aumento nel numero di meta-zombie.

Bastò svoltare un angolo e si trovarono di fronte ad una scena rivoltante, con corpi sbudellati e fatti a pezzi: c’era sangue ovunque, ma per fortuna le uniformi li ripararono dal puzzo orribile che appestava l’aria. Anche lì c’erano parecchi mostri ammassati, e le bocche intrise di rosso erano un indizio piuttosto lampante di quanto era successo.

«Si sono mangiati a vicenda.» intuì Katha.

«Attenzione, ci attaccano.» segnalò uno dei cloni.

Queen sparò alcuni colpi stordenti, ma riuscì solo a mandarne al tappeto un paio di meta-zombie: la folla che veniva verso di loro contava decine di persone, e altre ancora continuavano ad arrivare dal piano di sopra, attirate dal rumore.

«Strategia poco efficace, suggerisco la ritirata.»

«Ora ci penso io.» affermò Katha, le braccia di legno avvolte da fiamme dirompenti.

«Wildfire, le ricordo che Crystal Queen ha ordinato di non uccidere i meta-zombie.» obiettò l’unità di supporto di prima.

«Ha detto che possiamo farlo solo se strettamente necessario.» lo corresse il pupazzo di neve «E adesso è strettamente necessario.»

La vampata esplose con forza inarrestabile, investendo i corpi all’apparenza sani e schiacciandoli uno sull’altro, come in una fornace. Con i suoi poteri, Katha non avrebbe avuto problemi ad ucciderne a dozzine con un attacco simile, tuttavia si sforzò di trattenersi e solo i meta-zombie colpiti direttamente subirono delle ustioni, tra l’altro non molto gravi.

«I danni collaterali sono di bassa entità, ma non è stato risolto il problema di passare oltre.» fece notare il clone.

«Taci!» lo sgridò Queen «Appena torniamo, ti scambio con una sexdoll!»

Katha sospirò tra sé. «È in momenti come questo che avrei preferito fare squadra con Kenvster. Avanti, venitemi dietro!»

Il soldato usò la sua ultima granata stordente per paralizzare i nemici, quindi si lanciò in avanti e con un getto rovente aprì una breccia nella barriera di corpi, avanzando spedito per evitare che qualche meta-zombie riuscisse a prenderlo.

Queen andò subito dietro di lui e sparò a tutte le mani che cercavano di avvicinarsi, quindi fu il turno delle unità di supporto.

Superare un simile ostacolo senza subire perdite sembrava un’utopia, e infatti gli unici ad arrivare dall’altra parte furono i due soldati e uno dei cloni; le altre due unità vennero catturate dal groviglio di mani, le loro uniformi rinforzate vennero lacerate dai morsi di quelle folli creature e i loro corpi artificiali furono rapidamente smembrati e divorati.

«I superstiti sono dietro quella porta blindata.» annunciò la Cortana di Katha.

Il battente di metallo riportava già diversi danni e i cardini erano deformati, ma la notizia peggiore era che una coppia di meta-zombie potenziati vi si stava accanendo contro per cercare di abbatterlo.

Il pupazzo di neve non ci pensò due volte e con il suo Hollowkeeper li tramutò in poltiglia sanguinolenta sulle pareti.

«Bisogna scortare i civili fino alle scialuppe di salvataggio.» affermò il clone rimasto.

«Ecco, dillo a loro.» ribatté Queen senza smettere di sparare sui meta-zombie.

In un modo o nell’altro riuscirono a raggiungere il portone blindato e vi si piazzarono davanti per difenderlo, il problema era che adesso si trovavano praticamente in trappola.

«A volte odio il mio lavoro…» ammise Katha con disappunto.

All’improvviso uno dei meta-zombie ebbe un sussulto e il suo corpo si gonfiò come un pallone, l’esoscheletro da insettoide si deformò per cercare di assecondare le nuove forme del corpo, sulla testa si allungò un enorme corno da coleottero e qua e là comparvero le poco rassicuranti venature luminose.

«Eh, a volte lo odio anch’io…» gli fece eco Queen.

Il pupazzo di neve prese la mira e sparò tre volte col suo Hollowkeeper: i piccoli missili centrarono in pieno il bersaglio – uno in faccia, uno sul collo e uno sull’addome – mandarono in frantumi il suo esoscheletro e dilaniarono i suoi organi interni fino a lasciare solo le gambe circondate da un cerchio di sangue e interiora deformi. «Ti dirò, uccidere questi mostri mi fa sentire molto meglio.»

L’ibrida sorrise tra sé. Alla fine essere in squadra con una testa calda aveva anche i suoi vantaggi.

Uno schianto di ossa rotte li riscosse. Dalla massa di meta-zombie ne era avanzato uno potenziato che, se possibile, era ancora più raccapricciante degli altri: aveva due teste e quattro braccia, zoppicava sulle gambe di lunghezza diversa e il suo busto sembrava l’unione di quelli di un uomo e di una donna di specie diverse. Era perfino più alto degli altri super-meta-zombie e aveva le bocche sporche di sangue e budella.

«Secondo me stavano facendo sesso.» disse Queen.

Katha le rivolse uno sguardo molto significativo. «È davvero la prima cosa che ti è venuta in mente?!»

***

«Una scialuppa di salvataggio ha appena lasciato la nave.» spiegò Mesut «Ponte dieci, zona centrale. Guarda caso, è vicina al centro di controllo…»

La notizia non fece piacere ad Eslife, tuttavia la mezzademone sapeva che c’erano altre priorità al momento. «Lasciatela andare, non abbiamo il tempo per fermarla. Occupatevi delle paratie stagne.»

«D’accordo, non ci vorrà molto.»

La previsione del tartariano per fortuna si rivelò esatta, infatti nel giro di un minuto lui e la sua IA riuscirono a prendere il controllo del sistema che si occupava di gestire il funzionamento dei blocchi di sicurezza necessari per isolare i vari settori della nave in caso di emergenza.

«Althea, puoi gestirlo in remoto?»

«Naturalmente. Comincio a predisporre un percorso ottimale per noi e Kenvster verso la zona dei superstiti.»

«Ti ringrazio. Hellmatyar, abbiamo finito.»

«Ottimo lavoro. Andate dai superstiti e aiutate gli altri con l’evacuazione, io vi raggiungerò a breve.»

«Ricevuto.»

Il tartariano lasciò la plancia di comando e chiamò Larah. La han’you e il droide rimasto si affrettarono a seguire il loro superiore, rapidi ma anche attenti a non lasciare le spalle scoperte ad eventuali attacchi. Mentre Mesut si occupava di ripristinare il sistema, loro erano stati costretti a fermare quasi venti zombie potenziati, e i danni sull’automa rimanente erano un chiaro indizio delle difficoltà affrontate.

Ormai avevano perso più di metà delle loro unità di supporto, la buona notizia però era che nessun soldato era stato ferito. Non ancora per lo meno…

***

Il clima fra i superstiti non poteva certo essere definito sereno. Quelli che erano riusciti a rifugiarsi lì con i loro familiari se ne stavano chiusi in piccoli gruppi, gli altri invece rimanevano isolati, troppo scossi per riuscire a parlare con qualcuno, troppo preoccupati per i propri cari dall’altra parte della porta blindata.

In mezzo a quell’atmosfera cupa e talvolta rassegnata, stava una ragazza bionda dagli occhi rossi. Indossava una veste bianca lunga fino a terra che le fasciava il corpo minuto, un lungo ciuffo di capelli le ricadeva sul viso dai tratti armoniosi e sul suo capo splendeva un’aureola dorata. Il suo nome era Claire[17] ed era un angelo uditore, era riuscita a sentire la paura e le mute preghiere d’aiuto dei passeggeri della Solaria e per questo era subito corsa in loro aiuto, purtroppo però era riuscita a salvarne solo una piccola parte.

Avrebbe voluto fare di più, avrebbe voluto trovare le parole giuste per ridare speranza a quelle persone, ma purtroppo non sapeva più cosa dire. Chi mai sarebbe stato in grado di far tornare la fiducia a qualcuno che ha perso tutto e che è ormai ad un passo da una morte orribile?

Un botto improvviso scosse l’animo dei presenti. Era da un po’ che non sentivano arrivare colpi dalla porta blindata, ma questo era stato talmente forte che l’intera astronave aveva sussultato.

Claire rivolse i suoi occhi rossi al robusto battente metallico. Cosa stava succedendo dall’altra parte…?

***

«Queen!»

Il grido di Katha riscosse lo stesso pupazzo di neve dallo shock di ciò che aveva davanti: il meta-zombie a due teste era riuscito a superare in un lampo le loro barricate e aveva conficcato il suo indice-artiglio nell’addome dell’ibrida, trapassandola da parte a parte e schiacciandola contro il portone blindato.

Infiammato dalla rabbia, il soldato si dimenticò della sua arma e con un pugno fiammeggiante colpì il nemico. L’impatto scatenò un torrente di fuoco che scaraventò indietro il mostro, consumando il suo corpo ributtante come se l’inferno stesso avesse deciso di divorarlo.

«Di solito preferisco essere penetrata in un altro modo…» gemette l’ibrida.

«Sta’ zitta, risparmia il fiato!» la sgridò Katha «Kenvster, sbrigati! C’è bisogno di te! Ora!»

«Stiamo facendo più in fretta possibile!»

«Cos’è successo?!» chiese Eslife.

«Queen è stata ferita gravemente! Deve essere curata subito!»

«Katha, sai cosa fare in queste situazioni: mente fredda e non far avvicinare nessuno.»

«Per la mente fredda non ti posso garantire…» ringhiò il pupazzo di neve, gli occhi ancora più ardenti del solito.

«Scars, tu e La… Un momento. Merda, ci mancava solo questa! Ragazzi, c’è un altro problema!»

Si udì un botto metallico, poi un rumore di vetro infranto.

«Oh, cazzo!»

Uno schianto coprì tutti gli altri rumori, poi degli spari e delle grida selvagge.

«Ragazzi, c’è qualcosa nel ponte dieci! Sembra una bom…»

Silenzio.


[17] Claire compare anche in DS - 1 - Senza memoria.

   
 
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