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Autore: Prinzesschen    01/03/2009    5 recensioni
Era più di un’ora che stavo li seduta su quella dannata sedia! Avevo persino preso in considerazione che tutta quella storia potesse essere stata solo uno scherzo di pessimo gusto del mio manager. Ero agli inizi di quella che a detta di molti sarebbe stata una brillante carriera. Beh, c’era solo un piccolo e per nulla trascurabile particolare da prendere in considerazione: eravamo solo la mia chitarra ed io…coppia inscindibile, senza dubbio, ma ciò non toglieva che non si poteva diventare artisti famosi se non si avevano quantomeno soddisfacenti capacità canore e senza una band. Ero li, sola, in un paese a me sconosciuto e di cui conoscevo a malapena la lingua. Sola in Germania, l’unico posto in cui non avrei mai pensato di finire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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penultimo una chita x due

13

 

Tornai nella mia stanza e mi raggomitolai sul letto.

Restai così per un tempo che non riuscii a calcolare. Vidi solo dalla finestra il cielo diventare nero, la notte calare e poi di nuovo il sole sorgere, salendo ad illuminare il cielo.

Poco a poco la luce si oscurò e nuvoloni neri salirono a coprire il sole. La pioggia picchiettava sui vetri. Il cielo piangeva con me.

A quella idea cercai di sorridere, ma non ci riuscii per quanto ci provassi. Le lacrime sembravano non finire mai. Mi ero sempre chiesta se le lacrime potessero finire, ma ora avevo la prova che le lacrime sono proporzionali al dolore che si prova. Finiscono quando si attenua il dolore.

Ma allora avrei pianto per sempre?

Quella maledetta immagine di Tom che mi fissava con odio puro, di Tom che soffriva, mi rimbalzava nella testa inesorabile, crudele.

Io amavo Tom! Perché doveva finire così?! Perché?! Perché avevo baciato Georg!? Avrei dovuto negargli anche quell’ultimo bacio! Stavo con Tom! Amavo Tom cazzo! Avevo rovinato tutto! Tutto!

Mi raggomitolai ancora di più su me stessa in posizione fetale. Sentii dei passi oltre la porta e tesi le orecchie in ascolto.

-Tom…Mel non accenna ad uscire e ha chiuso a chiave la porta e non sembra sentirci se la chiamiamo…

Era Bill.

Mi avevano chiamata? Non me ne ero nemmeno accorta. Quanto tempo era passato di preciso?

-Non…non mi interessa…- era stato Tom a parlare e un singhiozzo un po’ più forte mi scosse sentendo la sua voce. Quella voce che tanto amavo.

-Non è vero che non ti importa, Tom! Lo sai meglio di me! Non fare l’idiota!

-La consola Georg…tanto è uguale per lei…

Quelle parole mi ferirono conficcandosi nella mia mente come coltelli affilati.

Non poteva pensarlo. Non DOVEVA pensarlo!

-Anche questo non è vero e tu lo sai…lei ti ama…

-Bel modo di dimostrarmelo…- una risata amara fuoriuscì da quella bocca tanto perfetta e che tanto desideravo.

-Ho parlato con Georg…-cercò di spiegare Bill.-E mi ha spiegato tutto, loro…

-NON ME NE FREGA PROPRIO NIENTE DELLE PORCHERIE CHE FACEVANO LORO ALLE MIE SPALLE!- sembrava sull’orlo delle lacrime. La voce gli tremava ed io sarei voluta uscire, avrei voluto abbracciarlo forte, baciarlo e  spiegargli come stavano realmente le cose. Ma sapevo che non mi avrebbe ascoltato. Non ascoltava nemmeno suo fratello quindi perché, in questo momento, avrebbe dovuto ascoltare me?

-Rovinerai la band così, Tom!Non lo capisci?-sbraitò Bill dando un pugno al muro.-Merda!

Non avevo pensato alla band. Singhiozzai ancora più forte. Avevo sfasciato la LORO band. Sapevo che era un errore. Lo era stato fin dall’inizio.

-Lasciami in pace Bill…

Sentii dei passi e una porta che sbatteva.

Un sospiro. Doveva essere Bill. Si, doveva essere lui.

Rimase per non so quanto davanti alla mia porta. Lo sentii sedersi con la schiena contro il legno.

Non volevo parlargli. Volevo solo Tom.

Non poteva credere che amassi Georg o peggio ancora che gli avessi mentito. Io amavo lui e lo amavo veramente, profondamente, interamente. Lo amavo in maniera forse eccessiva. Se lui era lontano stavo male, se era con me ero felice. Se era accanto a me non potevo fare a meno di stargli a contatto, quasi a provare la sua realtà.

Adesso non c’era. Non sarebbe tornato da me.

-Devo parlarti..!

Strabuzzai gli occhi, sorpresa.

Non era Bill davanti alla porta! Era Tom.

Corsi ad aprire asciugandomi le lacrime.

Ritrovandomelo davanti gli saltai al collo e lo strinsi.

Forse aveva deciso di capire, aveva deciso di ascoltarmi.

Lui mi allontanò delicatamente e richiuse la porta appoggiandovisi, a braccia conserte.

Rimasi congelata dal suo sguardo freddo. Vuoto.

No. Non era li per ascoltare.

-Melanie ci ho pensato…non possiamo rovinare la band quindi mettiamo da parte tutto. Esci da questa cazzo di stanza che oggi pomeriggio hai un’intervista e domani ripartiamo per il tour. Tra noi non è successo niente, mettiamola così, così sarà tutto più semplice. Rapporto professionale, nient’altro. Colleghi. Con Georg fa come ti pare, sono cazzi vostri…

La durezza di quelle parole mi pietrificò.

-Ma…

-No. Basta, discorso chiuso

Girò sui tacchi e fece per uscire dalla stanza.

-Tom!- lo chiamai tra i singhiozzi.

Lui si voltò, con gli occhi chiusi, nella sua espressione si leggeva tanta sofferenza, tanta frustrazione.

-Ti amo! –gli dissi tristemente con la voce che tremava.. Mi voltò le spalle e uscì dalla stanza. Non una parola.

Nonostante tutto aveva ragione. Avevo l’intervista e non potevo rischiare di creare problemi alla band.

Uscii dalla stanza e mi chiusi in bagno. Lasciai che le lacrime continuassero a scendere inesorabili, mentre mi guardavo allo specchio.

Ebbi paura del mio riflesso.

Quella non ero io.

I capelli erano arruffati ed evidentemente sporchi. Gli occhi gonfi e arrossati e profonde e violacee occhiaie li contornavano.

Le labbra erano piene di spacche e esageratamente rosse. Le avevo morse per la rabbia e il rosso non era il loro colore naturale, bensì il colore del sangue uscito dalle piccole ferite.

Il viso era lucido ed un pallore spettrale completava l’opera rendendomi ancora più irriconoscibile.

Schiaffai la mano contro il vetro nel punto in cui il mio volto si rifletteva.

Non ero io. Non ero io. Non ero io neanche quella ragazza che aveva baciato Georg ferendo Tom. Non ero io.

Mentire non mi aiutava ma almeno potevo incolpare qualcun altro, o meglio, un’altra parte di me. La parte di me che, in quel momento, avrei voluto cacciare fuori dal mio corpo.

Mi feci una doccia veloce e mi accorsi che le gambe mi facevano male, probabilmente a causa delle anomale posizioni in cui avevo contorto il mio corpo.

Tornai in camera e mi vestii.

Guardai il telefonino per vedere l’ora e mi accorsi che mancava solo mezz’ora all’intervista. Non volevo vedere nessuno e così chiamai Saki perché mi venisse a prendere.

Scesi furtivamente le scale attenta a non fare rumore e a non farmi notare e feci per scattare verso la porta, ma sentii qualcosa che mi bloccò e mi inchiodò al muro nascosta dietro lo stipite della porta della cucina.

-Io…la amo…

Era Tom a parlare. La voce gli tremava ma sapevo che non piangeva perché lui non piangeva mai. Sembrava più arrabbiato, frustrato.

Aveva detto quelle semplici parole con rabbia, il che strideva con il loro significato.

Qualcuno sospirò.

-E allora chiarisci con loro!

Gustav.

-No. L’istinto di picchiarli sarebbe troppo forte e non voglio farle del male.

Non pensavo fosse a questo punto. Non pensavo temesse perfino di perdere così il controllo.

-Posso spiegarti io?

Tom sospirò.

In quel momento un messaggio fece vibrare il mio telefonino.

Era Saki che mi avvisava che era arrivato.

Uscii correndo di casa, senza farmi notare. Era inutile ascoltare come continuatala conversazione. Sapevo bene che non avrebbe ascoltato.

Salii in macchina.

-Ciao Melanie!- mi salutò Saki allegramente.

-Ciao Saki…

-Ti porto al Grand Hotel des Palmes giusto?

Annuii e lui mi vide attraverso lo specchietto.

Non parlammo per tutto il tragitto perché Saki doveva aver intuito che qualcosa mi turbava e sapeva che non mi avrebbe tirato fuori nessuna informazione.

-Grazie!- dissi scendendo dalla macchina una volta arrivata all’hotel.

-E’ il mio mestiere…

Mi sorrise e se ne andò salutandomi con la mano.

L’intervista fu più noiosa delle altre.

Solite cose.

Come mi sento ad essere l’unica ragazza in un gruppo di ragazzi, come mi trovo con tutto il successo che mi ha travolta, come mai sono andata via dall’Italia, perché…..come…si…no…forse…perché.

Solite conversazioni

I giornalisti riuscivano a risultare tremendamente noiosi.

Finita l’intervista uscii dall’hotel.

Avrei dovuto chiamare Saki ma non avevo voglia di tornare a casa.

Volevo parlare con Tom. Da sola.

Presi coraggio e lo chiamai.

Squillava.

-Pronto?- chiese scocciata aprendo la chiamata.

-Tom…puoi…puoi venire in centro per favore? Ho appena finito l’intervista e …vorrei parlarti.

-No…scusami ho da fare.

Era freddo, freddo più che mai.

-Ti prego…- sussurrai disperata.

-Mi dispiace….scusa ma devo andare che Bill mi chiama…

-Asp…

Aveva già chiuso la chiamata.

Rimisi il cellulare nello zainetto e attraversai la strada.

Le lacrime erano ricominciate. Inesorabili e piene di dolore.

Fu un istante. Qualcuno strillò. Mi voltai e vidi una macchina arrivarmi addosso.

L’impatto. Poi il buio.

Ed ecco il penultimo capitolo!! La storia è quasi giunta al termine e un po' mi dispiace devo dire...passiamo ai rigraziamenti.

DarkViolet92: beh sfortunata...potessi stare io con Tom e Georg xD Però si...più che sfortunata è incasinata...anche se  in questo capitolo anche decisamente sfortunata no? Povera piccina non so come mi è venuta in mente una cosa simile!! Comunque aspetto un tuo parere anche su questo capitolo! Baci.

Ladysimple: Uuh sono contenta che la mia storia ti piaccia!! Però dai...infondo anche Georg ci sta male...lui è innamorato! Vedremo vedremo cosa accadrà. Fammi sapere che ne pensi! Baci.

Black_DownTH: Non so se ti ho già detto che amo le tue recensioni in ogni caso...AMO LE TUE RECENSIONI! Ahahah...comunque povero il nostro hobbit! Anche se in questo capitolo la più povera è Mel! xD Fammi sapere che ne pensi...baci.

marty sweet princess: vedremo se faranno pace, vedremo...tanto il prossimo è l'ultimo capitolo!! ;) Baci
  
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