13
Tornai
nella mia stanza e mi raggomitolai sul letto.
Restai
così per un tempo che non riuscii a calcolare. Vidi solo dalla
finestra il
cielo diventare nero, la notte calare e poi di nuovo il sole sorgere,
salendo
ad illuminare il cielo.
Poco
a poco la luce si oscurò e nuvoloni neri salirono a coprire il
sole. La pioggia
picchiettava sui vetri. Il cielo piangeva con me.
A quella
idea cercai di sorridere, ma non ci riuscii per quanto ci provassi. Le
lacrime
sembravano non finire mai. Mi ero sempre chiesta se le lacrime
potessero
finire, ma ora avevo la prova che le lacrime sono proporzionali al
dolore che
si prova. Finiscono quando si attenua il dolore.
Ma
allora avrei pianto per sempre?
Quella
maledetta immagine di Tom che mi fissava con odio puro, di Tom che
soffriva, mi
rimbalzava nella testa inesorabile, crudele.
Io
amavo Tom! Perché doveva finire così?! Perché?!
Perché avevo baciato Georg!?
Avrei dovuto negargli anche quell’ultimo bacio! Stavo con Tom!
Amavo Tom cazzo!
Avevo rovinato tutto! Tutto!
Mi
raggomitolai ancora di più su me stessa in posizione fetale.
Sentii dei passi
oltre la porta e tesi le orecchie in ascolto.
-Tom…Mel
non accenna ad uscire e ha chiuso a chiave la porta e non sembra
sentirci se la
chiamiamo…
Era
Bill.
Mi
avevano chiamata? Non me ne ero nemmeno accorta. Quanto tempo era
passato di
preciso?
-Non…non
mi interessa…- era stato Tom a parlare e un singhiozzo un
po’ più forte mi
scosse sentendo la sua voce. Quella voce che tanto amavo.
-Non
è vero che non ti importa, Tom! Lo sai meglio di me! Non fare
l’idiota!
-La
consola Georg…tanto è uguale per lei…
Quelle
parole mi ferirono conficcandosi nella mia mente come coltelli affilati.
Non
poteva pensarlo. Non DOVEVA pensarlo!
-Anche
questo non è vero e tu lo sai…lei ti ama…
-Bel
modo di dimostrarmelo…- una risata amara fuoriuscì da
quella bocca tanto
perfetta e che tanto desideravo.
-Ho
parlato con Georg…-cercò di spiegare Bill.-E mi ha
spiegato tutto, loro…
-NON
ME NE FREGA PROPRIO NIENTE DELLE PORCHERIE CHE FACEVANO LORO ALLE MIE
SPALLE!-
sembrava sull’orlo delle lacrime. La voce gli tremava ed io sarei
voluta
uscire, avrei voluto abbracciarlo forte, baciarlo e
spiegargli come stavano realmente le cose. Ma
sapevo che non mi avrebbe ascoltato. Non ascoltava nemmeno suo fratello
quindi
perché, in questo momento, avrebbe dovuto ascoltare me?
-Rovinerai
la band così, Tom!Non lo capisci?-sbraitò Bill dando un
pugno al muro.-Merda!
Non
avevo pensato alla band. Singhiozzai ancora più forte. Avevo
sfasciato
-Lasciami
in pace Bill…
Sentii
dei passi e una porta che sbatteva.
Un
sospiro. Doveva essere Bill. Si, doveva essere lui.
Rimase
per non so quanto davanti alla mia porta. Lo sentii sedersi con la
schiena
contro il legno.
Non
volevo parlargli. Volevo solo Tom.
Non
poteva credere che amassi Georg o peggio ancora che gli avessi mentito.
Io
amavo lui e lo amavo veramente, profondamente, interamente. Lo amavo in
maniera
forse eccessiva. Se lui era lontano stavo male, se era con me ero
felice. Se
era accanto a me non potevo fare a meno di stargli a contatto, quasi a
provare
la sua realtà.
Adesso
non c’era. Non sarebbe tornato da me.
-Devo
parlarti..!
Strabuzzai
gli occhi, sorpresa.
Non
era Bill davanti alla porta! Era Tom.
Corsi
ad aprire asciugandomi le lacrime.
Ritrovandomelo
davanti gli saltai al collo e lo strinsi.
Forse
aveva deciso di capire, aveva deciso di ascoltarmi.
Lui
mi allontanò delicatamente e richiuse la porta appoggiandovisi,
a braccia
conserte.
Rimasi
congelata dal suo sguardo freddo. Vuoto.
No.
Non era li per ascoltare.
-Melanie
ci ho pensato…non possiamo rovinare la band quindi mettiamo da
parte tutto.
Esci da questa cazzo di stanza che oggi pomeriggio hai
un’intervista e domani
ripartiamo per il tour. Tra
noi non è successo niente, mettiamola così, così
sarà tutto più semplice.
La
durezza di quelle parole mi pietrificò.
-Ma…
-No.
Basta, discorso chiuso
Girò
sui tacchi e fece per uscire dalla stanza.
-Tom!-
lo chiamai tra i singhiozzi.
Lui
si voltò, con gli occhi chiusi, nella sua espressione si leggeva
tanta
sofferenza, tanta frustrazione.
-Ti
amo! –gli dissi tristemente con la voce che tremava.. Mi
voltò le spalle e uscì
dalla stanza. Non una parola.
Nonostante
tutto aveva ragione. Avevo l’intervista e non potevo rischiare di
creare
problemi alla band.
Uscii
dalla stanza e mi chiusi in bagno. Lasciai che le lacrime continuassero
a
scendere inesorabili, mentre mi guardavo allo specchio.
Ebbi
paura del mio riflesso.
Quella
non ero io.
I
capelli erano arruffati ed evidentemente sporchi. Gli occhi gonfi e
arrossati e
profonde e violacee occhiaie li contornavano.
Le
labbra erano piene di spacche e esageratamente rosse. Le avevo morse
per la
rabbia e il rosso non era il loro colore naturale, bensì il
colore del sangue
uscito dalle piccole ferite.
Il
viso era lucido ed un pallore spettrale completava l’opera
rendendomi ancora
più irriconoscibile.
Schiaffai
la mano contro il vetro nel punto in cui il mio volto si rifletteva.
Non
ero io. Non ero io. Non ero io neanche quella ragazza che aveva baciato
Georg ferendo
Tom. Non ero io.
Mentire
non mi aiutava ma almeno potevo incolpare qualcun altro, o meglio,
un’altra
parte di me. La parte di me che, in quel momento, avrei voluto cacciare
fuori
dal mio corpo.
Mi
feci una doccia veloce e mi accorsi che le gambe mi facevano male,
probabilmente a causa delle anomale posizioni in cui avevo contorto il
mio
corpo.
Tornai
in camera e mi vestii.
Guardai
il telefonino per vedere l’ora e mi accorsi che mancava solo
mezz’ora
all’intervista. Non volevo vedere nessuno e così chiamai
Saki perché mi venisse
a prendere.
Scesi
furtivamente le scale attenta a non fare rumore e a non farmi notare e
feci per
scattare verso la porta, ma sentii qualcosa che mi bloccò e mi
inchiodò al muro
nascosta dietro lo stipite della porta della cucina.
-Io…la
amo…
Era
Tom a parlare. La voce gli tremava ma sapevo che non piangeva
perché lui non
piangeva mai. Sembrava più arrabbiato, frustrato.
Aveva
detto quelle semplici parole con rabbia, il che strideva con il loro
significato.
Qualcuno
sospirò.
-E
allora chiarisci con loro!
Gustav.
-No.
L’istinto di picchiarli sarebbe troppo forte e non voglio farle
del male.
Non
pensavo fosse a questo punto. Non pensavo temesse perfino di perdere
così il
controllo.
-Posso
spiegarti io?
Tom
sospirò.
In
quel momento un messaggio fece vibrare il mio telefonino.
Era
Saki che mi avvisava che era arrivato.
Uscii
correndo di casa, senza farmi notare. Era inutile ascoltare come
continuatala
conversazione. Sapevo bene che non avrebbe ascoltato.
Salii
in macchina.
-Ciao
Melanie!- mi salutò Saki allegramente.
-Ciao
Saki…
-Ti
porto al Grand Hotel des Palmes giusto?
Annuii
e lui mi vide attraverso lo specchietto.
Non
parlammo per tutto il tragitto perché Saki doveva aver intuito
che qualcosa mi
turbava e sapeva che non mi avrebbe tirato fuori nessuna informazione.
-Grazie!-
dissi scendendo dalla macchina una volta arrivata all’hotel.
-E’
il mio mestiere…
Mi
sorrise e se ne andò salutandomi con la mano.
L’intervista
fu più noiosa delle altre.
Solite
cose.
Come
mi sento ad essere l’unica ragazza in un gruppo di ragazzi, come
mi trovo con
tutto il successo che mi ha travolta, come mai sono andata via
dall’Italia,
perché…..come…si…no…forse…perché.
Solite
conversazioni
I
giornalisti riuscivano a risultare tremendamente noiosi.
Finita
l’intervista uscii dall’hotel.
Avrei
dovuto chiamare Saki ma non avevo voglia di tornare a casa.
Volevo
parlare con Tom. Da sola.
Presi
coraggio e lo chiamai.
Squillava.
-Pronto?-
chiese scocciata aprendo la chiamata.
-Tom…puoi…puoi
venire in centro per favore? Ho appena finito l’intervista e
…vorrei parlarti.
-No…scusami
ho da fare.
Era
freddo, freddo più che mai.
-Ti
prego…- sussurrai disperata.
-Mi
dispiace….scusa ma devo andare che Bill mi chiama…
-Asp…
Aveva
già chiuso la chiamata.
Rimisi
il cellulare nello zainetto e attraversai la strada.
Le
lacrime erano ricominciate. Inesorabili e piene di dolore.
Fu
un istante. Qualcuno strillò. Mi voltai e vidi una macchina
arrivarmi addosso.
L’impatto. Poi il buio.
Ed ecco il penultimo capitolo!! La storia è quasi giunta al termine e un po' mi dispiace devo dire...passiamo ai rigraziamenti.
DarkViolet92: beh sfortunata...potessi stare io con Tom e Georg xD Però si...più che sfortunata è incasinata...anche se in questo capitolo anche decisamente sfortunata no? Povera piccina non so come mi è venuta in mente una cosa simile!! Comunque aspetto un tuo parere anche su questo capitolo! Baci.
Ladysimple: Uuh sono contenta che la mia storia ti piaccia!! Però dai...infondo anche Georg ci sta male...lui è innamorato! Vedremo vedremo cosa accadrà. Fammi sapere che ne pensi! Baci.Black_DownTH: Non so se ti ho già detto che amo le tue recensioni in ogni caso...AMO LE TUE RECENSIONI! Ahahah...comunque povero il nostro hobbit! Anche se in questo capitolo la più povera è Mel! xD Fammi sapere che ne pensi...baci.
marty sweet princess: vedremo se faranno pace, vedremo...tanto il prossimo è l'ultimo capitolo!! ;) Baci