Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: saffyj    26/11/2015    0 recensioni
Seguendo i dialoghi e la storia originale... vi racconterò New Moon vissuto nei panni di Edward Cullen e soprattutto cosa è successo nei mesi passati lontano da Bella!
E' il mio primo libro ... Mi auguro vi piaccia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Mentre correvo, l’aria sul viso e il buio intorno mi restituirono un’ulteriore lucidità. Ripensai alla serata, a cosa la aspettava, tutto perché si era innamorata di un vampiro. Perché io mi ero innamorato di lei. Adesso che ero solo con lei, nel fitto del bosco, egoisticamente iniziai a pensare a quanto ero fortunato, l’avrei avuta per sempre al mio fianco, non avrei più avuto paura di ucciderla o di renderla preda di un mio simile, ma il pensiero di dannare per sempre la sua anima, il dolore della trasformazione, l’impossibilità di mutare, di provare alcune esperienze esclusive degli umani, la sete che superava ogni altro desiderio... mi mantennero con i piedi a terra e l’umore non arrivò agli apici della felicità.
Arrivai a casa Swan, schizzai su per il muro e dentro la finestra mantenendola sulle mie spalle, continuando a meditare.
Appena entrati la feci accomodare sul letto e iniziai a camminare avanti ed indietro per la stanza.
Dovevo trovar un compromesso per darle più tempo, per rallentare quella scelta, darle la possibilità di comprendere a pieno a cosa andava incontro, cosa le aspettava, cosa avrebbe perso e cosa avrebbe trovato… avevo e aveva bisogno di tempo.
“Qualunque cosa tu stia macchinando, non funzionerà” disse sospettosa, continuando a seguire i miei spostamenti con gli occhi.
“Zitta. Sto pensando” e continuai a passeggiare reggendo il mento con la mano e osservando il pavimento come per trovare la soluzione.
Con un lamento si coricò e si coprì il volto con la trapunta.
Le fui subito accanto, mi sdraiai vicino a lei e le scoprii il viso.
“Se non ti disturba, preferirei che non ti nascondessi il viso. Mi è mancato più di quanto potessi immaginare. Adesso… dimmi una cosa?” le chiesi gentilmente
“Cosa?” chiese, restia
“Se tu potessi esaudire un desiderio, quale sceglieresti?”
“Di stare con te” rispose sospettosa
Scossi la testa “Qualcosa che tu non abbia già”
Ci rifletté un attimo. E con un po’ di imbarazzo rispose “Vorrei… che non toccasse a Carlisle farlo. Vorrei che fossi tu a trasformarmi”
Mi spiazzò, volevo un desiderio che non riguardasse la trasformazione, ma pensandoci attentamente, effettivamente il pensiero che fosse il mio veleno a trasformarla e non quello di un altro, anche se era lo stesso che mi aveva trasformato, era quasi romantico. Una parte di me sarebbe sempre stata in lei…
Continuai con la mia tattica.
“E cosa saresti disposta a dare, in cambio?”
Rimase a bocca aperta, stupita, effettivamente il mio cambio di umore aveva spiazzato anche un po’ me, ma la corsa nella foresta e la possibilità di temporeggiare, migliorò notevolmente il mio umore.
“Qualsiasi cosa” disse impulsiva.
Sorrisi, la risposta era meglio di come mi ero immaginato, avevo carta bianca.
“Cinque anni?” il tempo di frequentare l’università, fare ancora esperienze umane…
Mi rispose con una smorfia tra dolore e terrore.
“Hai detto qualunque cosa” ribadii.
“Sì, ma… sfrutteresti quel tempo per trovare una scappatoia. Devo battere il ferro finché è caldo. E poi, è troppo pericoloso restare umana, per me almeno. Quindi qualsiasi altra possibilità va bene.”
Quindi la sua fretta era dettata dalla paura, e non dalla voglia di rimanere per sempre con me, la momentanea felicità svanì, avevo visto più giusto dei miei famigliari, non era ancora pronta.
“Tre anni?” chiesi, sicuramente in tre anni avrebbe capito se era realmente quello che desiderava.
“No!”
“Allora per te non vale niente” risposi offeso.
“Sei mesi?”
Alzai gli occhi al cielo, sei mesi erano pochi per capire cosa volesse, e molte esperienze umane non erano possibili in così poco tempo. “Non sono abbastanza”
“Allora un anno. E’ il massimo”
“Concedimene almeno due.”
“Neanche per idea. Diciannove posso anche compierli. Ma ai venti non voglio nemmeno avvicinarmi. Non credere che possano restare una tua esclusiva.”
In questi frangenti era proprio una donna umana, la paura di invecchiare… il suo volto arrabbiato il mattino del giorno del suo compleanno iniziò a vorticarmi davanti agli occhi, e la frase mormorata mentre puntualizzava che aveva un anno in più di me continuava a ripetersi nelle mie orecchie.
Voleva far parte della mia famiglia e la mia famiglia ci aveva dato la loro benedizione, se realmente voleva essere trasformata per stare con me, e non solo per la paura di invecchiare o per la paura dei Volturi, avremmo dovuti unirci per l’eternità in una maniera molto umana e molto importante e significante per me.
Mio padre Edward Senior, aveva passato intere serate a spiegarmi come comportarmi con le donne. Avevo già saltato alcuni punti importanti, ma che riguardavano il mio tempo, ma non avrei saltato il punto fondamentale. Se voleva che io la trasformassi, che una parte di me facesse parte di lei, avrei fatto le cose per bene, come mi era stato insegnato…
“Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il gesto… lo farò ma a una condizione”
“Quale?” sussurrò quasi senza voce.
La guardai negli occhi, ero emozionato e timoroso, non avevo portato l’anello e non avevo chiesto il consenso a suo padre, ma sicuramente dopo gli ultimi avvenimenti, Charlie mi avrebbe sparato, non mi avrebbe dato il permesso e poi, eravamo nel ventunesimo secolo…
Parlai lentamente continuando a guardarla negli occhi “Prima sposami”
Rimase di pietra, il suo cuore si fermò per un battito e il viso divenne scarlatto “Ok, è uno scherzo” disse convinta.
Mi sentii pugnalare, la sua risposta mi ferì perché pensavo volesse stare con me, vivere al mio fianco per l’eternità, invece non era come credevo, il suo amore per me era solo un amore adolescenziale e voleva trasformarsi solo per timore? Allontanai quei pensieri dalla mia mente, Bella era molto matura per la sua età non poteva essere realmente quello il motivo, volevo capire il perché di quella sua risposta, volevo capire cosa ci fosse di sbagliato nella mia proposta. Le chiedevo di stare con me per l’eternità come lei aveva appena chiesto alla mia famiglia.
Sospirai cercando di non far trapelare il dolore che la sua risposta mi aveva causato “Così mi ferisci, Bella. Ti chiedo di sposarmi e la metti sul ridere”
“Edward, per favore, sii serio”
“Sono serio al cento per cento” le presi le mani e la guardai quasi implorante, come poteva ridere ad una proposta così importante?
“E dai. Ho soltanto diciotto anni” rispose con un filo di isteria nella voce, distogliendo lo sguardo.
Beh, io quasi centodieci. E’ ora che metta la testa a posto.” Continuai a fissarla, ma lei guardava fuori dalla finestra, le mani avevano iniziato a tremarle e la temperatura del suo corpo si abbassò quasi ad essere come la mia.
“A dire la verità, il matrimonio non è la mia massima priorità, sai? Renée e Charlie ne sono rimasti letteralmente dissanguati”
“Interessante metafora” cercai di scherzare.
“Sai bene cosa intendo”
Era pronta a trasformarsi in un mostro senza pensarci solo poche ore prima, ma diventare mia moglie la faceva andare nel panico. Una persona comune avrebbe avuto esattamente una reazione opposta alla sua.
Ripresi fiato, cercando di non andare anche io nel panico e le chiesi incredulo “Per favore, non dirmi che hai paura di assumerti un impegno tanto solenne”
“Non è proprio così. Ho… paura di Renée. Ha idee molto precise a proposito del matrimonio prima dei trent’anni.”
“Perché preferirebbe vederti dannata per l’eternità, piuttosto che sposata?” risi cupo
“Non ci scherzerei troppo” capii che poteva essere la verità.
Il divorzio dei suoi genitori le avevano fatto perdere la fede nel matrimonio. Era stata educata diversamente da me. I miei si amavano e si erano amati fino all’ultimo respiro. Il mio primo padre mi aveva insegnato che il matrimonio era il giuramento di un amore eterno ed era indelebile. Un vero gentiluomo aveva il dovere di sposare la donna che amava, doveva rispettarla, aiutarla ed accompagnarla fino a che la morte non li avesse separati. Nel tempo di Bella, il matrimonio era solo un capriccio, solo una grande festa, dove l’amore poteva terminare in un qualsiasi momento, non significava nulla di eterno, e per i suoi genitori fu proprio così. Si sposarono trasportati dall’amore adolescenziale e diventarono genitori, il tutto in un anno, ma le difficoltà che la scelta aveva comportato li aveva fatti separare, separando anche Bella da suo padre.
Ma sapevo che per noi sarebbe stato diverso, lei era matura ed il nostro amore aveva superato degli ostacoli molto difficili, quei mesi di separazione avevano confermato la profondità e la purezza del nostro amore. Dovevo riuscire a farla allontanare dalla visione errata che le avevano insegnato del matrimonio, e farle capire quanto fosse importante per me renderla mia sposa, prima di renderla la mia compagna vampira.
“Bella, se pensi che sposarsi sia impegnativo quanto barattare la propria anima con una vita eterna da vampiro…se non sei abbastanza coraggiosa da sposarmi, allora…” e scossi il capo da destra a sinistra, per negare che era pronta alla trasformazione.
Beh. E se lo fossi? Se ti chiedessi di portarmi subito a Las Vegas? Diventerei un vampiro in tre giorni?”
Sorrisi scoprendo i denti, e feci il suo gioco, “Come no. Prendo la macchina” feci per alzarmi dal letto, ma mi fermò trattenendomi per il braccio.
“Uffa. Ti lascio diciotto mesi” mormorò lasciandosi sprofondare nel cuscino.
“Niente affatto. Questa è la mia condizione” sorrisi felice. Anche se la sua reazione alla mia proposta era stata inaspettata, adesso ne comprendevo il motivo. Avrei avuto tempo di farle capire l’importanza del matrimonio, e in quel tentativo avrei avuto altro tempo per farle capire cosa significasse diventare vampira e per farle provare ancora altre esperienze umane.
“Va bene. Mi rivolgerò a Carlisle, dopo il diploma.”
“Se proprio ci tieni” le risposi stringendomi nelle spalle, come se mi andasse bene la sua decisione, e le sorrisi con un sorriso angelico, sicuro che fosse un altro bluff.
“Sei impossibile. Un mostro” si lamentò.
“Per questo non mi vuoi sposare?” scherzai sghignazzando.
Si lamentò coprendosi il viso con le mani.
Mi chinai su di lei, avvicinai il mio viso al suo, potevo sentire il fiato sulla punta del mio naso, la fissai con occhi pieni di amore e speranza che mi dicesse Sì. Il suo cuore ricominciò la corsa accelerata e il respiro ridivenne affannoso
“Bella, per favore” le sussurrai. “Sarebbe stato meglio se ti avessi regalato un anello?”
“No! Niente anelli” rispose in preda al panico con un tono di voce troppo alto.
Lo sapevo che il ritorno di quel Cullen avrebbe fatto riapparire gli incubi, che il diavolo se lo porti
I pensieri di Charlie erano ancora assonnati, ma ormai era sveglio.
“Ecco, ci sei riuscita” le dissi rimproverandola gentilmente.
“Ops”
“Charlie si sta svegliando. Meglio che me ne vada” le disse rassegnato.
Sentii il suo cuore fermarsi, il viso turbato e la sua mano stringeva il mio braccio nella supplica di non allontanarmi.
Sentii le lenzuola del letto di Charlie spostarsi e le molle del materasso inclinarsi sotto il suo peso, i piedi che scivolavano nelle ciabatte mentre si alzava.
“Trovi infantile che mi nasconda nell’armadio?” le chiesi ammiccante. Non mi sarei allontanato, dopo tutti quei mesi di lontananza avevo bisogno di starle vicino, e volevo terminare il discorso interrotto.
“No” mi sussurrò “Per favore, resta”
Le sorrisi compiaciuto e mi nascosi.
Charlie si avvicinò alla porta con pensieri inquieti e confusi, era arrabbiato per il mio ritorno ed era sollevato perché la figlia era viva e stava bene, ma si domandava quanto sarebbe durato, cosa avrebbe significato la mia ricomparsa nella vita della sua unica figlia.
Aprì la porta di scatto e fu sorpreso di trovarla sveglia e non in preda agli incubi.
“Buongiorno, papà”
“Ah, ciao, Bella. Non pensavo fossi già sveglia”
“Eh, sì. Aspettavo che ti alzassi anche tu per fare la doccia” gli rispose disinvolta mentre si alzava dal letto.
“Aspetta” la fermò Charlie accendendo la luce. “Prima parliamo un po’”
Vidi Bella cambiare colore e sbarrare gli occhi in preda al panico, ci eravamo dimenticati di chiedere ad Alice un alibi, doveva inventare qualcosa e conoscendo la sua incapacità a mentire la vidi in difficoltà. Doveva riuscire a trovare una buona giustificazione all’assenza dei tre giorni, senza poter nominare vampiri o viaggi oltre oceano. Mi dispiacque per lei, avrei voluto aiutarla, ma non riuscivo a trovare una buona scusa per coprirla. Attesi incrociando le dita.
“Sei nei guai, lo sai, vero?” le disse Charlie inarcando leggermente il sopracciglio
“Sì, lo so” rispose Bella abbassando lo sguardo colpevole.
“Negli ultimi tre giorni sono quasi impazzito. Torno a casa dal funerale di Harry e tu non ci sei. Jacob non ha saputo dirmi altro, se non che te n’eri andata con Alice Cullen e che temeva che fossi in pericolo.” Vidi nei suoi ricordi lo sguardo furioso e preoccupato di Jacob, con gli occhi ancora umidi per le lacrime e le braccia tremanti per la furia che lo spingeva a trasformarsi, ma che, con mio grande stupore, riusciva a controllare.
“Non mi hai lasciato un numero, non ti sei mai fatta viva. Non sapevo dove fossi, né quando o se saresti tornata. Riesci a renderti conto di come… come” non riuscì a terminare la frase e il dolore, la tensione e la paura che lo aveva assalito in quei interminabili tre giorni mi proruppe nella mente, provai una forte angoscia, ma mi trattenni dall’emettere qualsiasi suono e chiusi velocemente la mente e le emozioni di Charlie fuori dalla mia testa.
Prese un profondo respiro per riprendere il controllo e continuò: “Hai un motivo valido per non costringermi a spedirti a Jacksonville seduta stante?”
Bella lo fulminò con lo sguardo, sentii il suo cuore accelerare, e vidi la rabbia nascere nei suoi occhi.
Si sedette stizzita avvolgendosi nella trapunta e gli rispose piccata “Sì! Perché non ci andrò”
“Aspetta un attimo, signorina…”
“Ascolta, papà, mi prendo tutta la responsabilità delle mie azioni e tu hai il diritto di mettermi in castigo fino a quando ti pare. Farò anche le pulizie, laverò i panni e i piatti finché non ti sembrerà che ho imparato la lezione. Penso sia tuo diritto anche cacciarmi via, ma non per questo andrò in Florida.”
Charlie arrossì e cercò di rimettere in ordine i pensieri ora confusi. Voleva che sua figlia vivesse con lui, era ciò che aveva sempre desiderato, ma le immagini di Bella nei mesi precedenti e la fuga degli ultimi tre giorni aveva fatto vacillare la sua sicurezza di essere un buon genitore. Mi sentii in colpa, Charlie era sicuramente un buon padre, amava sua figlia sopra ogni cosa ed era veramente un brav’uomo, ma non poteva sapere che sua figlia si era innamorata di un vampiro, e che il mondo che lo circondava non era come lui credeva. Sua figlia era entrata a far parte di quel mondo che gli umani non potevano conoscere, e lui ignaro ne riportava le conseguenze.
“Potresti spiegarmi dove sei stata?” la sua voce cercava di essere gentile, ma il tremolio ne tradiva l’irritazione.
Bella spalancò gli occhi e si morse il labbro inferiore. Incerta rispose “C’è stata… un’emergenza”
Continuava a fissare la figlia con le braccia conserte in attesa di una spiegazione più eloquente.
Bella sbuffò “Non so cosa dirti, papà. Più che altro è stato un malinteso. “Ho sentito dire, gira voce” eccetera e la cosa è diventata più grossa di com’era.” Era riuscita a dire la verità senza dire nulla, ma Charlie non era ancora convinto e stava attendendo con gli occhi fissi su di lei.
“Ecco, Alice ha detto a Rosalie che mi ero tuffata da uno scoglio…”
Da uno scoglio? Pensò angustiato Charlie, Bella aveva fatto un errore, lui non sapeva nulla della sua bravata.
“Mi sa che non te ne ho parlato” farfugliò con il capo chino Bella “Niente di che. E’ capitato, durante una nuotata con Jake…”
Jake non mi ha detto nulla, quando lo prendo…
“Comunque” continuò Bella cercando di deviare la sua attenzione dallo scoglio “Rosalie l’ha detto ad Edward e lui si è arrabbiato. A quanto pare ha frainteso e capito che avevo cercato di suicidarmi…”
Si stava scavando la fossa, il pensiero che sua figlia avesse voluto suicidarsi lo fece sprofondare in un vortice di domande accrescendo i suoi dubbi sull’essere un buon padre.
“…o qualcosa del genere. Non rispondeva più al telefono, perciò Alice mi ha trascinata a… Los Angeles, per spiegargli tutto di persona” terminò con una scrollata di spalle, mantenendo lo sguardo fisso sulla coperta.
“Hai davvero tentato il suicidio, Bella?” chiese Charlie con un filo di voce e la fronte ora pallida imperlata di sudore.
“Ma no, certo che no. Mi stavo solo divertendo con Jake. Tuffi dagli scogli. I ragazzi di La Push ci vanno sempre. Te l’ho detto. Niente di che.”
Charlie era sempre più arrabbiato, il viso era livido di rabbia, serrava i pugni trattenendosi a stendo a rompere un qualsiasi oggetto della stanza. Voleva torcere il collo a Jake per essere stato un irresponsabile, oltre che sleale per non avergli riferito del tuffo, e soprattutto a me, perché ero tornato a tormentare sua figlia, perché non ero rimasto dove ero, a marcire lontano da lei.
“E cosa c’entra Edward Cullen?” urlò sdegnato “In tutto questo tempo, ti ha lasciata a te stessa senza battere ciglio” e deve tornare quando finalmente ti stavi riprendendo terminò nei suoi pensieri.
“Un’altra incomprensione” lo interruppe Bella con voce leggermente alterata, non sopportava quando suo padre le urlava contro.
Un’incomprensione che ha rischiato di mandarti al manicomio e di mandare pure me! Quel miserabile! Maledetto il giorno in cui lo hai incontrato!
“Perciò, è tornato?” stava per esplodere, tremava dalla rabbia, gli occhi lucidi dalle lacrime trattenute e il volto accaldato. I pensieri nei miei confronti erano pieni di odio e rancore.
“Non sono sicura dei loro piani. Penso di sì, comunque”
Scosse la testa per allontanare tutti i pensieri che lo stavano tormentando “Voglio che tu stia lontana da lui, Bella. Ti crea solo problemi. Non permetterò che ti riduca ancora in quel modo.” Ed il viso di Bella con gli occhi spenti, il volto segnato da profonde occhiaie, con le braccia strette al torace come per tenere insieme i pezzi ricominciò a fluttuare nella sua mente.
Gemetti, quell’immagine era il frutto della mia decisione, ma ero risoluto a farmi perdonare e certo che le sarei stato al fianco per sempre amandola con tutto me stesso.
“Va bene” rispose secca. Quella risposta mi colpì come una sferzata. Aveva ceduto, aveva accettato di non vedermi mai più. Come era possibile?
Charlie fu sollevato dalla risposta e sospirò sorpreso “Ah! Pensavo che fossi più testarda”
“Lo sono” disse determinata fissandolo negli occhi con aria di sfida “Volevo dire: “Va bene, me ne andrò”
Un sorriso mi attraversò il volto e mi rilassai felice, anche se i pensieri angosciati di Charlie mi urlavano nella testa.
“Papà, non voglio andarmene. Ti voglio bene.” Disse dolcemente, cercando ti tranquillizzare il padre che pareva in procinto di avere un infarto. “So che sei preoccupato, ma devi fidarti di me. E se vuoi che resti, dovrai andarci piano con Edward. Vuoi o no che io viva qui?”
“Non è giusto, Bella. Sai bene che non c’è niente che desideri di più al mondo”
“E allora sii gentile con Edward, perché staremo sempre insieme” disse sicura di se.
Fin quando non ti lascerà di nuovo e io dovrò raccogliere nuovamente i pezzetti che si è lasciato dietro. Quel maledetto, ma perché proprio con mia figlia deve fare questi giochetti.
Un ringhio stava per esplodermi nel petto, ma riuscii a trattenerlo. Non stavo giocando con sua figlia, ero perdutamente innamorato di lei, avevo cercato di fare la cosa giusta allontanandomi, credendo fosse la cosa migliore, non l’avevo fatto per un capriccio. Ma potevo comprendere i suoi pensieri, aveva dovuto affrontare un periodo molto difficile e la colpa era completamente mia.
“Non sotto questo tetto” urlò
“Senti non voglio darti ultimatum, stanotte… anzi, stamattina. Riflettici per qualche giorno, ok? Ma ricorda che se prendi me, ti tocca anche Edward.”
“Bella…”
“Riflettici. E mentre ci pensi, potresti lasciarmi un po’ di privacy? Ho davvero bisogno di una doccia”
Non permetterò a quel damerino di rovinare la mia famiglia, di distruggere Bella. Dovrà passare sul mio cadavere per potersi di nuovo avvicinare a lei. Non glielo permetterò.
Con quei pensieri uscì dalla stanza e scese rumorosamente le scale.
Mi sedetti sulla sedia a dondolo, riflettendo su quanto lo avevo fatto soffrire e avevo fatto soffrire Bella, volevo il loro perdono e non volevo che litigassero per causa mia. Charlie aveva ragione ad odiarmi, anche io mi odiavo per ciò che avevo combinato. Volevo recuperare la fiducia di Charlie. Era un brav’uomo, si meritava una vita serena con la sua unica figlia.
“Scusami” sussurrò Bella
“Mi meriterei di peggio. Non litigare con Charlie per colpa mia, ti prego.”
“Non preoccuparti. Litigherò quel tanto che basta, senza esagerare. Oppure mi stai dicendo che mi ritroverei senza un tetto” strabuzzò gli occhi fingendosi allarmata, ma con il labbro curvato in modo ironico.
“Ti trasferiresti in una casa infestata dai vampiri?”
“Probabilmente è il posto più sicuro, per una come me. Inoltre… se Charlie mi caccia, la scadenza del diploma non sarà più valida, no?” disse con un largo sorriso e una luce di speranza negli occhi.
“Sei impaziente di essere dannata per l’eternità” mormorai teso.
“Non ci credi neanche tu, è inutile fingere”
“Ah, no?” le risposi irritato, la sua anima per me era importante e il pensiero di dannarla non era assolutamente ciò che desideravo. Avevo intrapreso lunghi discorsi con Carlisle sulle nostre anime, lui continuava a credere di possedere un’anima, motivo per il quale potevamo rifletterci negli specchi, ma io ero nato nel 1900 non nel 1600 e sapevo che la storia degli specchi era solo una credenza per gli ignoranti. Gli specchi riflettono gli oggetti, non le anime. Vedendo lo stile e le scelte di vita dei miei simili non era difficile credere che il costo della nostra immortalità era proprio l’anima.
“No. Non ci credi.” Continuò testarda “Se davvero fossi convinto di aver perso l’anima, quando ti ho ritrovato, a Volterra, avresti capito al volo cosa stava accadendo, anziché ritenerci morti entrambi. Invece no, hai detto: “Straordinario. Carlisle aveva ragione”. Dopotutto dentro di te c’è un filo di speranza” era trionfante, e il suo ragionamento non faceva una piega. Rimasi senza parole. Aveva ragione, quando la vidi in quel vicolo pensai subito che fosse un angelo, che ci fossimo ritrovati in paradiso, il pensiero che fosse lei, viva e in carne e ossa, non mi aveva sfiorato…
“Perciò, questa speranza conserviamola entrambi, non è meglio? Non che m’importi granché. Se ci sei tu, non ho bisogno del paradiso.” gli occhi sinceri si persero nei miei. Mi alzai e le presi il viso tra le mani “Per sempre” le giurai ancora scosso da quella nuova prospettiva.
“Non chiedo altro” rispose a fil di voce alzandosi in punta di piedi per poter unire le sue labbra alle mie.
 
Ritornai a casa pensando alla deduzione di Bella, ero ancora frastornato. Aveva afferrato più di quanto, in decenni, ero riuscito a comprendere sul mio essere. Ripensandoci era vero, la speranza che la mia anima esistesse ancora era così profonda in me che l’avevo quasi cancellata. La mia anima era sicuramente dannata, avevo ucciso degli umani, non erano innocenti erano dei mostri senza scrupoli, ma mi ero eletto a Dio e avevo decretato la loro morte.
Dovevo parlare con Carlisle, lui credeva nell’esistenza della nostra anima, mi avrebbe aiutato a far luce su alcuni dubbi che ancora mi tormentavano.
Volai in casa, diretto verso il suo studio.
Scusa
La voce mentale di Esme mi bloccò al terzo gradino. Mi arrestai e mi girai stupito.
Non volevo mettermi contro di te, volevo solo la tua felicità e la felicità di Bella.
Era in piedi in centro al salone con le mani unite e lo sguardo dispiaciuto.
Ricordai la votazione, il suo sì alla trasformazione.
Scesi i gradini lentamente e mi avvicinai a lei con un sorriso sereno sul viso.
“Non ti preoccupare, ho capito le tue intenzioni. Non sono arrabbiato … forse ho capito!”
La abbracciai teneramente baciandole i capelli.
Rimase sconcertata dalla mia reazione, non capiva come era possibile quel cambiamento di opinione da parte mia.
“Devo parlare con Carlisle e poi ti, anzi vi, spiegherò tutto” le assicurai mentre volavo su per le scale.
Bussai impaziente alla porta, Carlisle mi invitò ad entrare e mi volò incontro certo di dovermi delle spiegazioni e che la mia inquietudine fosse dettata dal risentimento nei confronti del suo voto e della sua disponibilità a trasformarla.
Lascia che ti spieghi…
“Forse ho capito!” gli risposi sereno
“P…Perfetto!” Disse scrutandomi come se fossi impazzito, era convinto che la mia decisione verso il destino di Bella fosse irremovibile e non si aspettava che in così poche ore avrei accettato la loro scelta e ne fossi pure contento.
“Devo ammetterlo, il vostro voto mi ha spiazzato. Ero certo del vostro appoggio, ma ne ho parlato con Bella ed ho trovato un compromesso.” Feci un sorriso smagliante e trionfante.
Cosa vuoi dirmi?
“Non sarai tu a trasformarla, ma sarò io!”
Era confuso, da non volerla vampira a decidere di trasformarla io stesso.
“Sì! Abbiamo fatto un patto… anche se non mi ha ancora risposto apertamente sì, i suoi occhi mi hanno confermato che, con un po’ di tempo e lavorandoci un po’ riusciremo ad avere entrambi ciò che più desideriamo”
Continuava a fissarmi come se parlassi un’altra lingua, scrollò la testa, si avvicinò al tavolo indicandomi la sedia e si sedette sulla sua poltrona in attesa di una spiegazione meno confusa.
“Le ho chiesto di sposarmi!” quasi lo urlai, ero emozionato come un bambino.
“Scusa?” chiese in un sussurro.
“Sì, se vuole realmente far parte della famiglia, voglio che sia fatto per bene. Voglio che diventi mia moglie, voglio che ci giuriamo il nostro eterno amore nel modo convenzionale e poi renderò il nostro amore immortale trasformandola con il mio veleno.”
“E la sua anima? Non ti preoccupa più?”
“Questo è il motivo per il quale sono qui nel tuo studio e per il quale volevo parlare con te prima di informare il resto della famiglia. Bella mi ha fatto notare una frase che ho detto in Italia, mentre ero in procinto di espormi al sole…”
Un brivido percosse il corpo di mio padre e una smorfia gli segnò il volto in ricordo di quel giorno.
“… quando volò tra le mie braccia per farmi tornare nell’ombra io pensai di essere già morto, e di trovarmi di fronte alla sua anima in paradiso… capisci?”
Continuava a guardarmi stordito.
“Forse in fondo in fondo non ho mai smesso di sperare di avere ancora un’anima. Forse per la mia è tardi, ma non per la sua. Se veramente l’immortalità non è pagata con l’anima, posso renderla la mia compagna eterna senza obbligatoriamente dannarla. Le starò accanto e non le permetterò di fare errori che compromettano la sua anima. Ma ho ancora dei dubbi e volevo parlarne con te!”
“Sai che posso solo darti ipotesi, non certezze” era stupito della mia rivelazione e un sorriso beato gli attraversò il viso ora sereno, ma non voleva azzardare troppo.
“Forse sono solo congetture, ma voglio crederci, sarebbe per me meno doloroso e potrei finalmente accettare sereno la decisione di Bella. Dimmi bene cosa ne pensi. Ti prego!”
“Ne abbiamo già parlato molte volte. La mia è solo una teoria ed è ciò che mi permette di accettare questa non-vita. Mio padre era un prete e mi ha insegnato a credere in Dio, i tuoi genitori erano credenti e ti hanno insegnato le linee guida per seguire la via del Signore. In questi quattrocento anni, la mia fede nel Padre non ha mai vacillato e non posso o non voglio pensare che mi abbia abbandonato solo perché cercavo di salvare le persone dalle scorrerie di un vampiro.
Non ho cercato l’immortalità, mi è stata data per errore. Ho cercato di non macchiare la mia anima oltre a quanto il veleno del mio creatore l’ha sporcata. Ho provato a metter fine a questa esistenza, come ben sai e ho preferito patire la fame invece di avvicinarmi al sangue di un umano.”
Mi rabbuiai, io non ero stato così retto, io avevo assaggiato il sangue umano e ne ero stato soddisfatto e sazio. La mia anima era perduta, ma le vere domande erano per l’anima di Bella, era pura e volevo avere conferme che fosse possibile mantenerla tale.
Notò la mia reazione, e non si dilungò in racconti che conoscevo, ma passò direttamente alla teoria.
“Secondo me, dato che possiamo specchiarci, nel nostro corpo immortale risiede ancora l’anima. Inoltre ci è ancora concesso il libero arbitrio, un altro dono del Signore. Fossimo dannati, non dovremmo averlo, dovremmo essere come gli zombi dei film, che si muovono per inerzia e il loro unico scopo è cibarsi e mietere morte. A noi invece è stata data la facoltà di decidere. Possiamo innalzarci dal mostro della nostra natura di vampiro. Possiamo scegliere di essere migliori.
Come famiglia abbiamo deciso di non cibarci di umani, ma di animali, sono anch’essi creature del Signore, ma anche i mortali si cibano degli animali e non per questo gli viene negato il Paradiso. Possiamo decidere di utilizzare le nostre capacità per essere utili ai mortali… possiamo fare del bene.
Credo che il Signore non tenga conto di quale specie facciamo parte, ma tenga conto di come utilizziamo il nostro libero arbitrio. Secondo me, esiste il Paradiso o l’Inferno anche per quelli della nostra specie. Sono convinto che se proviamo a fare del nostro meglio, ci verrà riconosciuto, Dio non ci ha ripudiato.” Si avvicinò e mi prese le mani nelle sue guardandomi fiducioso negli occhi.
“Quindi, se seguo le vie del Signore, e non permetterò a Bella di cibarsi di umani, o utilizzare le sue capacità per ferire o ledere un umano, la sua anima sarà salva?”
“Secondo il mio credo, sì! Siamo come gli umani, dobbiamo meritarci le porte del Paradiso. Quando siamo stati trasformati abbiamo perso molto, ma non la nostra anima, lei risiede sempre in noi”
Ci riflettei un attimo, a causa del mio stato da vampiro, non mi era concesso gioire di molte cose che per gli umani erano scontate. Non potevo assaporare il gusto di cibi prelibati, non potevo camminare tranquillamente in strada se non quando il sole era coperto, dovevo lottare con il mio demone ogni volta che il profumo inaspettato di un umano colpiva il mio olfatto, non potevo sognare o lasciarmi andare in uno stato di incoscienza per poter risistemare i pensieri, ogni cosa era amplificata, i suoni, gli odori, le emozioni, i ricordi, questi ultimi erano così impressi nella mente che rievocandoli si materializzavano perfettamente anche le emozioni provate in quel preciso istante… e queste erano solo alcune delle privazioni che l’essere vampiro comportava, ma non sembravano così rilevanti da poter pagare l’immortalità.
“Non voglio mentirti. Non sono pienamente convinto, ma voglio crederci. Farò in modo che l’anima di Bella non si sporchi oltre al veleno che la renderà immortale”
“Sei buono ed hai sofferto pur di non far del male a Bella, hai imparato a curare gli umani, non hai mai utilizzato le tue capacità per ferire volontariamente qualcuno… meriti il Paradiso”
“Ho ucciso e mi sono cibato di umani.”
“Dio perdona, se il pentimento è sincero. E non hai ucciso seguendo solo l’istinto, hai sempre scelto persone crudeli, e i tuoi omicidi sicuramente hanno salvato più vite di quelle che ti sei preso. Il tuo pentimento è sincero, Dio ne terrà conto”
Scossi leggermente il capo, avevo bisogno di tempo per abituarmi a quella nuova prospettiva, ma ero disposto a crederci e rispettare la volontà di Bella nel voler diventare una di noi.
“Adesso spiegami la storia del matrimonio” chiese curioso e quasi divertito.
“Non scherzarci anche tu.” risposi risentito “E’ importante per me. Lei ha creduto che la stessi prendendo in giro ed era terrorizzata dalla mia domanda quando ha compreso la verità della mia proposta. Mio padre mi ha insegnato una linea di condotta ed io voglio seguirla. Nei tempi in cui sono nato e sono stato educato il matrimonio era il modo migliore per giurare il vero amore, ed io ne sono convinto. Vuole far parte della nostra famiglia, ed io voglio che sia la mia compagna per il resto dell’eternità. Dopo questo giuramento sarò disposto a renderla a tutti gli effetti la mia metà immortale.”
“Hai la mia benedizione, ma non credo che avrai quella di suo padre”
“Lo so. Farò del mio meglio per fargli capire che sono la persona giusta per sua figlia, che la amo più di ogni altra cosa al mondo e che la proteggerò per tutta l’eternità a costo della mia stessa vita.” dissi sconsolato, ogni pensiero di odio e rancore che Charlie provava per me mi rimbombarono nella mente.
“Il tempo che ci impiegherò a convincerlo sarà del tempo in più che si concederà Bella per capire cosa significa realmente la sua scelta.” Sorrisi compiaciuto della mia soluzione e del tempo in più che mi ero concesso.
“Vuoi dirlo alla famiglia? Erano tutti preoccupati per il tuo ritorno, si stavano preparando alla sfuriata” il labbro si curvò in un mezzo sorriso
“Certo, voglio che sappiano … voglio anche la loro benedizione!”
 
Alice era già seduta sulla sua sedia in sala da pranzo, o per meglio dire nella sala riunioni, e stava già fantasticando su come avrebbe addobbato la casa per il matrimonio. Jasper le stava accanto ancora in piedi e la guardava confuso. Appena entrai sobbalzò e cercò di tranquillizzarmi con il suo potere, ma si fermò perplesso, il mio umore era sereno, quasi estasiato. Mi lanciò uno sguardo interrogativo e sorridendo scosse la testa.
Quella ragazza ti ha fatto ammattire, i tuoi cambi di umore mi stanno facendo venire il capogiro.
Gli sorrisi mentre spostavo la sedia per accomodarmi.
Rosalie entrò mantenendo lo sguardo basso e tenendosi leggermente nascosta da Emmett.
Esme si sedette vicino a Carlisle impaziente di avere spiegazioni alle strane parole che le avevo accennato quando ero rientrato.
Appena ci furono tutti, mi rialzai e appoggiandomi con le mani al tavolo li guardai uno ad uno negli occhi.
“Volevo chiedervi scusa per come ho reagito alla votazione.” Feci una pausa per dar loro il tempo di assimilare la frase.
“Sono stato preso in contropiede, non mi aspettavo che avreste votato sì, conoscendo le mie opinioni, ma dopo averne parlato con Bella e con Carlisle… vi ringrazio.”
Rosalie mi guardò come se fossi un alieno, Emmett scoppiò in una fragorosa risata ed Esme batté leggermente le mani dalla gioia.
“Vi ringrazio per aver accettato Bella nella nostra famiglia e nella vostra vita. E ringrazio anche te, Rosalie …” la guardai negli occhi con sincera riconoscenza “… perché hai votato no, le hai dato un motivo per fermarsi a riflettere e te ne sono grato.”
Almeno una l’ho fatta giusta pensò mentre abbandonava la faccia mesta e recuperava il suo solito atteggiamento sicuro.
“Dopo averne parlato, io e Bella abbiamo fatto un compromesso. Io la trasformerò…” tutti mi guardarono confusi, non avevano capito bene e guardarono Carlisle in attesa di una spiegazione.
Chiuse gli occhi e sorrise alzando le mani per confermare che lui non aveva fatto nulla, era tutta farina del mio sacco.
“Sì, sarò io a trasformarla, non Carlisle, e lo farò dopo che lei sarà diventata mia moglie!” lo dissi veloce, emozionato e tronfio.
Dopo un minuto di silenzio nel quale la mia famiglia ricomponeva il discorso che avevo appena fatto cercando di capirne il significato e lasciando in disparte il pensiero che fossi impazzito definitivamente, furono entusiasti che li avessi perdonati e delle mie decisioni.
“Congratulazioni!!!” dissero all’unisono Esme, Alice e Rosalie, mentre si avvicinavano per abbracciarmi
“Ben venuto nel club!” disse Emmett dandomi una pacca sulla spalla così forte che dovetti tenermi al tavolo per non cadere.
Jasper non parlò, ma il suo sorriso confermò la sua benedizione. Carlisle rimase seduto con le mani incrociate sul piano del tavolo, si stava gustando quel momento spensierato della famiglia, dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi era un evento del quale voleva ricordare ogni particolare.
Però… Alice mi fece vedere la scena del matrimonio, era sfocata, non era certa.
“Lo so. Gliel’ho chiesto in un momento poco consono e la sua reazione è stata diversa da quella che mi aspettavo…” abbassai lo sguardo imbarazzato. “Ma so che vuole essere trasformata da me, e io sono disposto a farlo solo a questa condizione!”
“Non devi obbligarla!” mi rimproverò Esme.
“Non voglio obbligarla. Lei vede il matrimonio come la fine dell’amore a causa dell’esperienza dei suoi genitori, io lo vedo come la conferma dell’amore. Appena comprenderà la mia proposta, so che ne sarà entusiasta… ha solo bisogno di tempo… ed io non ho fretta!” le feci l’occhiolino.
Sei tremendo pensò mia madre, ma era su di giri per l’arrivo della sua nuova figlia, lei adorava Bella ed era contenta che finalmente anche io avessi trovato la mia compagna. Ed iniziò a pensare con quali fiori avrebbe addobbato la casa in occasione del mio matrimonio. Mi vidi in piedi sotto un tetto di fiori bianchi mentre sorridevo a Bella radiosa vestita in bianco che camminava con la mano appoggiata a Charlie verso di me. Sorrisi a quell’immagine, era perfetta e mi sentivo completamente a mio agio.
“Oh… quindi al momento non possiamo dirle niente!” Alice si mordeva il labbro dispiaciuta di non poter iniziare i preparativi … Però per avere un vestito da sposa adeguato all’occasione devo partire in anticipo…
“Alice, mi raccomando, non parlargliene, la spaventeresti ancora di più”
Si passò le dita sulle labbra come per chiuderle con una cerniera e buttò via la chiave immaginaria.
Tantissime immagini del mio futuro, immaginato da tutta la famiglia mi invasero la mente.
Rosalie, Alice ed Esme fantasticavano sulla cerimonia. Jasper si immaginava di poter abbracciare Bella come una sorella senza il bruciore in gola, Emmett si immaginava in diverse sfide con Bella, dal braccio di ferro a una gara di velocità. Carlisle si immaginava solo me e Bella persi nei nostri sguardi.
La mia decisione li aveva resi felici e mi lasciai cullare in quei bellissimi e felici pensieri.



Ciao ragazzi, siamo quasi giunti al termine. Questo è il penultimo capitolo!!! Sono emozionatissima ed anche un pò triste, perchè mi sono "divertita" tantissimo ad immedesimarmi in Edward!
Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la mia FF nei preferiti seguiti e ricordati e ringrazio anche coloro che mi hanno reso partecipe delle loro opinioni. GRAZIE!!! 

Per chi fosse interessato ho scritto un'altra FF

Devi essere indipendente
Dateci occhiata! Spero vi piaccia!!! Fatemi sapere!
A PRESTO!!!



 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: saffyj