Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: erikadance92    27/11/2015    0 recensioni
Erano le 23.30 del 5 Novembre 2012, faceva freddo, nevicava, per le strade di Verona non c'era nessuno, era una serata tranquilla, non avrei mai immaginato che quella notte, in cui usci da casa dopo una brutta litigata con i miei genitori, accompagnata dal mio migliore amico, avrei assistito ad una scena, avrei ricevuto un oggetto, uno stranissimo oggetto, che avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La mattina dopo mi svegliai, dalle finestre filtrava una tenue luce bianca. Facendomi forza, abbondonai il tepore delle coperte, alzandomi svogliatamente e tirai le tende. Davanti a me vidi in paesaggio incredibile: < Nevica! >. Aprii subito la finestra e l'aria fresca mi accarezzo' il viso, annusai il profumo pulito della neve e mi sentii rinascere. I tetti delle case erano bianchi, dai comignoli usciva il fumo, i pettirossi volavano bassi e sui rami degli alberi del parco di fronte a casa mia i passerotti saltellavano facendo cadere a terra soffici mucchietti di neve. "Verona con la neve e' bellissima" pensai. Gettai uno sguardo nel laghetto situato al centro del grande parco: i candidi fiocchi cadevano dentro l'acqua dolce sciogliendosi delicatemente. Tutto sembrava avvolto da un manto di panna montata. Chiusi la finestra sorridendo, voltai lo sguardo verso la sveglia che segnava le 10.30, fui presa dal panico, mia madre questa mattina a differenza di tutte le altre non mi aveva svegliato, cio' significava che avevo saltato la scuola. Velocemente indossai la vestiglia e mi precipitai al piano inferiore. La cucina e il soggiorno, cosi' come tutta la casa era ancora avvolta dall'oscurita' e nell'aria mancava la quotidiana aroma del caffe'. "Dove sono finiti i miei genitori, possibile che ancora non siano tornati o siano andati a lavoro senza svegliarmi, senza avermi lasciato un misero bigliettino" pensai. Mi precipitai nella loro camera da letto e constatai che tutto era perfettamente in ordine: letto rifatto, scarpe perfettamente allineate nella scarpiera, le ante degli armadi chiuse, ma cio' che mi sorprese di piu' erano le persiane della finestra chiuse. Mia madre non usciva mai senza aver aperto le persiane della finestra delle camere da letto, quel particolare mi fece capire che i miei genitori questa notte non erano rientrati a casa. Presa da un terribile presentimento, andai in camera mia per vestirmi; indossai un semplice paio di jeans, una felpa e i doposci. Infilai un paio di guanti, cappello e giubbotto.

Prima di precipitarmi in strada, passai per i garage dove constatai che c'era solo la macchina di mia madre mentre quella di mio padre, che avevano preso la sera precedente non c'era; dato che mia madre per andare a lavorare prendeva sempre la sua macchina, poiche' lei e mio padre lavoravano in parti opposte della citta', se la sua macchina era a casa voleva dire solo una cosa: non solo non era ritornati a dormire a casa quella notte, ma non erano andati neanche a lavorare. Il presentimento che gli fosse successo qualcosa di grave si fece sempre piu' forte dentro di me.

Appena mi ritrovai in strada, capii subito che nell'aria non si respirava l'atmosfera tranquilla e giovale che caratterizza  da sempre il quartiere dove abito. Quella mattina l'aria era carica di tensione e malinconia, quasi tutte le finestra delle case circostanti erano sbarrate, cosa alquanto strana data l'ora e nelle strada non c'era anima viva, ad eccenzione degli animali, sembrava in quartiere fantasma. La cosa che mi sorprese piu' di tutte era che anche i negozi, di solito gli altri giorni aperti, erano tutti quanti chiusi. Da li' capii che la notte precedente dove a essere successo qualcosa di terribile, il mio pensiero ando' immediatamente ai miei genitori, che non vedevo dalla sera precedente e tutto mi faceva pensare che non li avrei piu' rivisti. Mi feci coraggio e mi diressi verso la casa del mio migliore amico. 

Una volta arrivata li' constatai che anche la sua casa era come tutte le altre: con le finestre tutte quante sbarrate. Provai a suonare il citofono lo stesso, ma come sospettavo non ricevetti nessuna risposta, probabilmente il mio migliore amico, Andres a quell'ora era a scuola, mentre suo padre a lavoro. In casa vivevano solo loro due, dato che la madre mori' 3 anni dopo la sua nascita, a causa di in pirata della strada che li investii mentre stava portando a passeggio il piccolo Andres, entrambi finirono in coma, lui si risveglio', sua madre purtroppo no. Suo padre non gli ha mai perdonato questo, dando la colpa della morte di sua moglie al figlio, in quanto lo aveva portato a fare una passeggiata al solo scopo di farlo smettere di piangere e cercare di farlo addormentare. Dalla morte di sua madre, Andres per questa sua "colpa" era diventato l'oggetto di sfogo del padre, alcune mattina arrivava a scuola zoppicante, con lividi nel viso, nelle braccia e chissa' in quante altre parti del corpo... Alcune notti suo padre non gli permetteva nemmeno di dormire in casa, quando succedeva questo si fermava a dormire da me, a volte rimaneva a casa mia per settimane intere e suo padre non lo cercava, a lui non importava niente di suo figlio, lo considerava solo come un peso. Poi pero' un giorno, esattamente un anno fa successe un fatto che riusci' a sistemare i rapporti tra Andres e suo padre: Andres in segiuto ad un incidente in motorino rischio' di perdere la vita, rimase in coma per sette mesi, periodo durante il quale suo padre gli stette sempre accanto, pentendosi di come aveva trattato fino a quel momento suo figlio. Dopo il risveglio di Andres, suo padre smise di picchiarlo e di considerarlo il colpevole della morte di sua moglie, nonche madre di suo figlio.

Decisi di andarmene, non appena ebbi fatto qualche passo, vidi arrivare in furgoncino che si fermo' esattemente davanti a casa di Andres, da cui scesero due persone che non avevo mai visto, seguite da una terza che in mano stringeva un microfono e da una quarta che invece teneva una grande telecamera. Capii immediatamente che erano giornalisti della TV locale dalla scritta che riportava il
mezzo con cui erano arrivati e dalla scritta dei giacchetti che ognuno di loro indossava.

Rimasi li' a fissarli per alcuni istanti; proprio nel momento in cui stavo per andarmene la persona che aveva il microfono fece un segno al cameraman e si avviarono nella mia direzione. In pochi istanti furono davanti a me, < Ciao, sei l'unica persona in giro in questo quartiere credevamo che non avremmo trovato nessuno da intervistare per quanto riguarda il fatto accaduto proprio qui questa notte, eravamo venuti solamente per fare delle simplici riprese, ma dato che sei qui possiamo farti delle domande? > mi disse la giornalista, mentre il cameraman stava riprendendo. < Io non capisco, cosa e' successo qui la scorsa notte? Io non so nulla > le risposi. Entrambi si guardarono tra di loro, sospirarono e poi di nuovo puntarono i loro occhi verso di me; prese parola il cameraman: < Ecco, vedi.... >, non ascoltai piu' quello che mo stava dicendo perche' la mia attenzione fu catturata da un particolare che prima non avevo notato: il marciapiede che costeggiava la strada era pieno di fiori, peluche, fogli con varie scritte e vi erano moltissime candele, poco piu' in la' un pezzo di strada era circondato da un nastro rosso, quelli che usa la polizia per delimitare ed impedire l'accesso nei luoghi dove e' stato commesso un fatto alla gente, ma cio' che attiro' maggiormente la mia attenzione furono dei frammenti di vetro e pezzi di automobile irroconoscibili che giacevano li' sull'asfalto delimitato dal nastro rosso ed al centro vi era una chiazza rossa coperta da sabbia, capii immediatamente che quello era sangue. In quell' istante mi accorsi che il cameraman aveva smesso di parlare, insieme alla giornalista mi guardava con compassione e tristezza, mi resi conto che lacrime incontrollate scendevano dai miei occhi; stanca di avere addosso quegli sguardi compassionevoli, corsi verso casa mia. Una volta chiuso il portone e finalmente lontana da occhi indiscreti mi lascai andare ad un pianto disperato, ora sicura di una cosa: i miei genitori avevano avuto un incidente e non li avrei mai piu' rivisti. Piansi finche' non mi abbondanarono le forze e mi addormentai sul tappeto vicino al portone d'ingresso.

Angolo autore: Salve, ho pubblicato oggi il secondo capitolo perche' la prossima settimana non saro' a casa. Spero vi piaccia. A presto con il 3 capitolo. Buon weekend e buona settimana a tutti!!!!!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: erikadance92