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Autore: numby    01/03/2009    1 recensioni
"Avevo paura. Sarei voluta restare per sempre tra le sue braccia. ma lui cercava lei. Avrei fatto qualsiasi cosa per farlo felice." Irina è una ragazza di quattordici anni, romantica, arrabbiata, scocciata, frizzante, viva...ma con qualcosa in più... la storia di una ragazza che viene coinvolta in un triangolo d'amore di cui neanche lei capisce il significato... se vi ho incuriosito abbastanza buona lettura!!!
Genere: Romantico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nel secondo capitolo di metà mi è risultato più  semplice scrivere perché le sensazioni sono meno complicate da esporre...in realtà io sono nuovissima di questo sito e mi piacerebbe ricevere recensioni anche solo per una critica che mi aiuti a migliorare...confido nell'esperienza di chi ci è dentro da più di me....grazie ^^


"Il dolore dilagava senza lasciare spazio a niente altro...non era antico...era ancora fresco ...violento in tutta la sua forza...pronto a ingogliarla per non lasciarla andare mai più..."
-Irina! Svegliati!Quando ci arrivi a scuola?-
No non è mia mamma. Gia questo dovrebbe essere grave...o comunque dipende dai punti di vista. La cosa più triste è che è mio fratello.
-Si...arrivo...- Arrivo quando tu te ne vai sanguisuga schifosa...vedi se è normale che uno si alza all'alba solo perché ha un fratello ritardato...
Mi alzo per pietà dei suoi neuroni molto sensibili...quella che vedo allo specchio è la fotocopia del facsimile, del facsimile, di una persona. I capelli che dovrebbero essere lisci sono una specie di giungla. La bocca che regolarmente serve per parlare è tutta impastata...passo la lingua sul palato...il dolore mi trafigge come sempre. Amaro e incontenibile. Ora sono più allenata a contenerlo...nonostante tutta la paura che mi incute...erano passati due mesi dall'inizio di quei sogni. Due mesi dall'apertura di quel taglio e ancora non si coagulava...
Aspettai come sempre che il dolore si placasse...il taglio si chiuse come tutte le mattine. E come tutti i giorni si sarebbe riaperto la mattina dopo.  
Mi vestii senza voglia. A malapena mi accorsi di quello che mi misi addosso. Salutai velocemente il mio carnefice-fratello-premuroso e mi catapultai sul pullman. Appena entrai mi accorsi che la giornata si sarebbe rivelata davvero stupenda: "Il riscaldamento è rotto".  Mi siedo ancora più controvoglia. Ho solo quattordici anni e gia sono stanca della vita. Non è stupendo?A trent'anni progetterò il mio suicidio? Scendo dall'autobus in modo automatico...la mia scuola si trova in centro ed è piena di gente. Troppo piena di gente. Sto per girare nel vicolo dietro la scuola per entrare dalla palestra ma  lo vedo gia là.
-Ah-ah-ah...poco intuito eh? ormai ti conosco troppo bene...
Sorrido. Non posso non farlo. Peter è lui. come faccio a non volergli bene?
-Peter...-Chiudo gli occhi. E basta. Lasciati andare.
-Si proprio io...embè? Non si saluta manco? Mi devo offendere?
-No abbracciami che si era rotto il riscaldamento nel pullman e mi sono congelata...
-Ok ok...un abbraccino te lo posso concedere...-
Mi stringe. E mi sento rinascere. Peter ha sedici anni. E' il mio migliore amico. Penso basti dire questo. Ha gli occhi color della ruggine e i capelli "sparati" come dice lui. Entriamo. Stiamo a una certa distanza di sicurezza ma è la persona che sento più vicino al mondo. Si è abbituato ormai al fatto che non voglio vedere invasi i miei spazi personali. Manca ancora una mezz'oretta all'inizio della scuola. mni porta a fare colazione da Mario. Sarà una coincidenza ma mario è proprio il nostro barista. Fa i cornetti più buoni del mondo. Ci sediamo su una panchina. Peter tira fuori le sigarette e ne accende una:
-Vuoi favorire?
-Si per rovinarmi fegato, stomaco e polmoni?No grazie...
-Contenta tu...io lo trovo rilassante e comunque tu non hai mai provato...
Alzo gli occhi al cielo:
-Ma dico io mi vuoi convertire per forza?Questo discorso me lo fai tutti i giorni.
Sorride e fa un tiro.
-Peggio di tuo fratello eh?
-Ci siamo quasi.
Mio fratello. Mio fratello che non aveva mai voluto che io e Peter ci frequentassimo da quando mamma non c'è più. E da quando pochi giorni dopo il padre di Peter è stato messo in carcere.
-Mi sa che è ora di entrare...
-Dobbiamo proprio?-Sorrido.
-Mm...penso che oggi dobbiamo proprio...non posso saltare di nuovo il compito della Creck...o prendo di nuovo 4...
-Ok ho pietà dei nervi di tua madre...sarà per un altro giorno...
Si fa una bella risata, poi mi abbraccia di nuovo. E' la cosa più bella del mondo essere abbracciata da Peter. Sento come se tutti i miei problemi sparissero in un istante...tutto va bene nel mondo.
-Ti devo accompagnare fino in classe?
-Ehi non sono mica fatta di vetro!
-Ah certo la tua testa è d'acciaio altro che vetro.
Ci salutiamo con un cenno della mano. Entro in classe. La professoressa ancora non c'è. Alyce mi ha conservato il posto.
-Buon giorno! Beh oggi davanti la scuola non c'eri...
-Scusami...ero con Peter...-Mi lancia un'occhiata di sbieco-Ti dovevo avvertire vero?
-Forse sarebbe stato il caso...
-E dai! Come mi faccio perdonare?- Gli occhi di Alyce guizzano...sono di un verde abbagliante.Scuri quanto almeno il mio paio di occhi azzurri sono chiari.
-Un'idea ce l'ho....
Oddio no...dimmi che non ho capito...
-Il centro commerciale.
  
 
  
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