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Autore: Ornyl    27/11/2015    1 recensioni
Anno 2040: le poche risorse energetiche rimaste sono in mano ai potenti delle varie Regioni, i cosiddetti Migliori. Nella Regione Thebe il regime pare vacillare alla morte improvvisa dei governanti Oedipus e Giocasta, che hanno lasciato orfani i quattro Principi Ereditari: due maschi, Eteocle e Polinice, e due femmine, Antigone e Ismene. La loro morte pare l'occasione giusta per i ribelli per instaurare la Prima Repubblica, ma si insedia al trono Kreon, fratello della defunta regina, e per i sovversivi parono complicarsi le cose. In loro soccorso però giunge, inaspettatamente, il principe Polinice, animato da ideali di libertà e giustizia per la popolazione, ma si contrappone a lui il fratello reazionario. I due muoiono durante uno scontro e Kreon concede onori funebri solo al nipote Eteocle e ordina di abbandonare all'oblio il cadavere del traditore, pena la morte. Ma una delle due Principesse, Antigone, dopo aver letto di nascosto le riflessioni del fratello e animata dall'intenzione di garantirgli giusta sepoltura, si allea ai ribelli del gruppo di lotta clandestino "Sfinge Rossa" e decide di combattere un regime che anche lei considera opprimente. Anche il suo animo però è in lotta, diviso tra famiglia e nuovi ideali di libertà.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Visto, non è successo nulla. Proprio come dicevo io- sorrideva Big McKeane durante la corsa -Quel vanesio di Snakes non ha lanciato una bomba e siamo tutti vivi. Ah, e nessuno è stato picchiato o ucciso in una rappresaglia!-
Era una bella giornata, tiepida, come se ne vedevano poche alle Periferie a detta di McKeane. Iphigenia e Amphiaraus avevano deciso di occupare tutta la giornata in allenamenti, sia mattutini sia pomeridiani, intervallati dal pranzo e da un'ora di siesta.
Iniziava ormai ad abituarsi. Quelle corse all'aria aperta non le facevano male, anzi si sentiva ogni giorno meglio e aveva dimenticato il mal di schiena che l'aveva afflitta le prime volte che aveva dormito sulla brandina. Anche le sue gambe non protestavano più dopo una giornata di allenamenti.
-Ultimo giro!- esclamò Hank guardando il cronometro -E poi ci spostiamo al percorso ad ostacoli! Devo fare i complimenti a McKeane e ad Antigone, sono migliorati davvero!-
McKeane la prese per le spalle e le diede una pacca vigorosa sulla schiena.
-Siamo dei soldati, cosetta, ma guarda un po'! Nessun damerino ci sfugge più!-
Terminarono il giro, si fermarono per qualche secondo e procedettero poi verso il percorso ad ostacoli, tutti in fila indiana. La prima ad iniziare fu proprio lei: saltò tra un pneumatico e l'altro, poi superò i petardi e procedette sulla sabbia umida; poi si arrampicò sulla scala di metallo, procedette lungo l'asta e afferrò la fune che stava a metà. La parte finale la portò a sforzare le gambe e a saltare più in alto, per evitare ostacoli puntellati da cocci di bottiglia.
-Diamine Hank, che roba è questa?-
-Sono necessari, fidati. Non si sa mai. Fate un altro giro di corsa e ritorna a percorso, ripetete tutto questo per cinque volte. Forza!-
Al quinto giro le fu finalmente concesso di fermarsi. Cassandra veniva avanti sorridendole, con una borraccia tra le mani.
-E' per me?-
Cassandra annuì e l'abbracciò.
-Brava! Brava!-
-Cosa intendi?-
-Brava!- diceva sorridendo, indicando con il dito il percorso ad ostacoli -Saltato!-
Antigone sorrise e le accarezzò il viso. Cassandra arrossì e la prese per mano.
-Grazie Cassandra. E tu cosa stai facendo?-
La portava dentro con una fretta particolare, quasi volesse mostrarle qualcosa di estremamente importante. La introdusse in sala attrezzi e la portò ad un tavolo a cui erano sedute Ecuba e Iphigenia, tutte e due con gli occhi fissi ed un'espressione stupita sul viso in direzione di alcuni fogli poggiati sotto il loro sguardo.
-E' incredibile, non trovi?- disse Iphigenia guardandola -Antigone, guarda un po' cosa ha combinato Cassandra-
-E chi l'avrebbe mai immaginato ..- sospirò Ecuba prendendo Cassandra sulle ginocchia -Sono basita, non so cosa pensare-
Iphigenia le porse un foglio e le comunicò presto lo stesso stupore. Sul foglio era disegnata una mappa delle Periferie, raffigurate nei minimi dettagli, con la piazzuola d'atterraggio, i viali che si incrociavano tra di loro, le linee del tram e le vecchie centrali sbuffanti dietro le quali si stendevano quelle alture dimenticate dall'Acropoli.
-Come ha fatto? - Antigone rimase a bocca aperta -E' una vera e propria mappa! Poi sembra così precisa e dettagliata-
-Confermo- disse Iphigenia accarezzando dolcemente Cassandra -Cassie, vuoi spiegarci come hai fatto a disegnare questo capolavoro? Avevamo proprio bisogno di una mappa, grazie!-
Cassandra arrossì, lanciò un sorrisetto e portò più volte le mani alle orecchie.
-Non hai capito bene la domanda?-
Cassandra scosse la testa e ripetè il gesto.
-Voi parlate- disse con convinzione -Cassandra ascolta!-
Poi afferrò la matita e finse di tracciare un segno sul foglio.
-E quindi disegna!-
Iphigenia e Antigone si guardarono e le sorrisero, poi le buttarono le braccia al collo. Cassandra accettò l'abbraccio e si mise a ridere forte, quasi trascinandole a terra, ridendo gioiosa come non avesse mai riso in vita propria e facendo rimbombare le pareti della palestra con la propria voce. Ecuba la guardò commossa, poi si mise a ridere rumorosamente insieme alla figlia.
-Gentaglia!- tuonò una voce maschile -Guardate che roba ho trovato!-
Capaneus entrava fischiettando un'allegra musichetta, a passi leggeri e spediti sul parquet della sala palestra. Tra le mani portava un giradischi di plastica trasparente, tendente al nero, con un piatto bianco e un braccio nero sormontato da una puntina di cristallo.
-Capaneus, cavolo- sbuffò Iphigenia -Cos'è questo affare? Il nostro ultimo pensiero è ascoltare musica, dobbiamo rifornirci di roba che ci serva ..-
Capaneus le lanciò un sorriso comunque soddisfatto.
-Non ho trovato nulla di che, ecco perchè sono tornato a mani vuote. E me lo avevano promesso!- Capaneus pose il giradischi sul tavolo e scrocchiò le dita -Diciamo che è stato un regalino. Non posso nemmeno venderlo, mi hanno detto che è un oggetto di lusso-
-Almeno ti ha detto da dove lo hanno tirato fuori?-
Capaneus ridacchiò e si passò una mano tra i capelli.
-C'è stata una rapina proprio ieri sera. Hanno rapinato la casa dei Brown, incredibile-
Antigone lanciò una risata perplessa.
-La casa dei Brown? Intendi .. Tony Brown?-
-Uhm, sì, mi sembra. Sì, il nome del padrone di casa era proprio questo-
Sbottò una risata talmente rumorosa da provare dolore alla pancia.
-Chissà come l'avrà presa! Già immagino il suo faccione rugoso urlarvi maledizioni a più non posso!-
-Strano che non ti abbiano dato dei dischi- disse Iphigenia lanciando un'occhiata al giradischi -Ti hanno rifilato un oggetto praticamente inutile, allora-
Capaneus girò gli occhi.
-Già! Li ho lasciati nell'altra stanza! Corro subito a prenderli!-
In palestra entravano Hank e Tideus a prendere un asciugamano per asciugare il sudore dalla fronte e dalle spalle.
-Che roba è quel coso? Il caro vecchio Capaneus si è fatto prendere per il culo?- mugolò perplesso Tideus.
-Ha detto di non aver trovato munizioni abbastanza buoni- rispose Antigone- Glielo hanno regalato quasi per farsi perdonare-
-Uhm- disse Hank -E' un oggetto di ottima fattura, quasi di lusso. Uno di quelli che si possono trovare in case di acropolini. Almeno un po' di musica ci aiuterà a svolgere meglio gli esercizi. Coraggio bestiacce, tutti pronti alle macchine. Iphigenia, anche tu-
Capaneus tornava con due vinili sotto braccio, attentissimo a non inciampare tra le tavole di legno sollevate che sporgevano dal parquet.
-Non so ovviamente che genere di musica sia, ma è comunque un passatempo-
Capaneus alzò il braccio, pose il disco nel piatto e abbassò la puntina. Poi azionò il giradischi.
La musica fu prima offuscata da qualche strepito, poi la voce del cantante e la musica in sottofondo si fece più chiara.
The roads are the dustiest
The winds are the gustiest
The gates are the rustiest
The pies are the crustiest
The songs the lustiest
The friends the trustiest
Way back home
, back home

Era una canzone vecchia di almeno ottant'anni, cantata da un uomo dalla voce calda e gioviale in chissà quale contesto e in chissà quale anno. Antigone pensava a chi l'avesse ascoltata per la prima volta, forse ormai consumato dalla polvere e dal tempo in qualche tumulo dei vecchi cimiteri precedenti alla Grande Dittatura e cancellati dalla nuova città di Thebe. Pensava a cosa volesse descrivere il cantante anonimo di quella canzonetta allegra e coinvolgente che stava accompagnando lei e i compagni alle macchine da esercizio mentre Cassandra e Ecuba danzavano sulle punte dei piedi, tenendosi per mano.
Perchè forse alle Periferie le strade sarebbero state davvero più polverose, i venti più violenti, i cancelli ricoperti da una ruggine troppo vecchia per essere scrostata, ma quella gente dai vestiti laceri e dalla vita consumata era allo stesso tempo più buona e luminosa dei concittadini che aveva lasciato all'Acropoli, quella gente stretta in abiti di alta fattura, truccata e acconciata in modo stravagante e con la testa infestata di idee ancor più strambe.
La macchina sembrò lanciare uno strano rumore, quasi un rombo. Fu tentata di chiedere ad Hank se la macchina necessitasse di un'occhiata, ma le urla di Big McKeane le diedero la vera risposta a quello strano rumore.
-Stanno bombardando!-
Don't know why I left the homestead
I really must confess
I'm a weary exile
Singing my song of loneliness

 
Cassandra faceva avanti e indietro per la stanza, con le mani strette alle orecchie. Ecuba l'afferrò per un braccio e la portò fuori secondo l'ordine di Iphigenia e di Amphiaraus. I primi a rientrare furono i bambini e i loro genitori, poi Hank e Tideus si assicurarono che nessuno fosse rimasto in cortile e si mise a capo della coda che si era fermata tra la palestra e il corridoio.
-Mantenete tutti la calma!- il vetro delle finestre della palestra esplodeva in mille pezzi, facendo urlare i bambini e Cassandra -Allontaniamoci subito di qui e seguiteci dove vi porteremo! Dobbiamo sbrigarci, non perdiamoci di vista! Bambini, state accanto ai vostri genitori e non staccatevi da loro! Tenetevi tutti per mano, procederemo in fila indiana e a passi veloci. Sbrighiamoci!-
Antigone porse una mano ad Iphigenia e ad Ecuba. Iniziarono a camminare a passi veloci lungo il corridoio, in direzione dell'ascensore e, arrivati davanti le portiere, Iphigenia raccolse un piccolo gruppo di adulti e bambini.
-Scenderemo al livello -1. Arrivati lì, vi spiegherò dove ci troviamo. Anzitutto, mi segua questo gruppo. Amphiaraus, Tideus, formatene altri chè torno subito; Big McKeane, Jeanne ed Hank, andate a prendere medicine e cibo. Jeanne e Capaneus, prendete più coperte che potete. Fate presto-
Iphigenia entrò nell'ascensore con il primo gruppo e la chiamò con lo sguardo.
-Antigone, aiuta Amphiaraus e Tideus a tranquillizzare tutti. Sto arrivando-
Le portiere si chiusero di scatto e l'ascensore schizzò giù.
Cassandra si buttò al suo collo, piangendo. Antigone la strinse forte e la baciò sulle guance.
-Tranquilla, tranquilla. Andrà tutto bene. Sta' con mamma e tutto passerà-
-Tutto fa boom- sussurrò Cassandra. L'ennesima esplosione lacerante tranciò quell'aria già ferita da lamenti e spavento.
-Finirà tutto, te lo promettiamo. Calmati, fra poco arriva Iphigenia e potrai calmarti-
Alcuni dei bambini piagnucolavano, tra cui lo stesso Astyanax che pareva aver perso la sua solita vitalità. Singhiozzava appoggiato al petto di Andromaca, stretto tra quelle braccia ferite e forti di una donna dagli occhi colmi di triste ira che cercava di sussurrargli nelle orecchie parole di conforto che non sollevavano nemmeno lei stessa. Antigone fu presa da una triste, violenta rabbia, come se volesse elevarsi a chissà quale utopica altezza per colpire direttamente chi aveva deciso di bombardarli.
Schiacciamo i parassiti, fratelli e sorelle. Che non ne rimanga in piedi nemmeno uno-
Pronunciò quel nome in un soffio. Andromaca la capì al volo, mentre il pianto del piccolo Astyanax si alzava più forte dopo l'ennesimo scoppio.
 
Nessuno le aveva mai parlato del livello -1, nemmeno di un generico bunker in caso di possibili esplosioni. Più che altro, non pensava che Rubra Sphinx, commando quasi improvvisato, potesse averlo sotto le fondamenta di quella vecchia centrale che aveva occupato come base.
Il livello -1 era un ampio spazio che occupava, possibilmente, tutte le fondamenta della vecchia fabbrica, quasi una gigantesca caserma sepolta da una vecchia fabbrica. Era uno spazio aperto, ampio e umido, con dei vecchi materassi sparsi un po' ovunque e puzza di muffa e naftalina che avvelenava l'aria, e vecchie coperte sparse per terra. Iphigenia si avvicinò ad una grossa leva e la spinse con forza, facendo accendere delle luci giallastre e aprendo degli aeratori per far circolare l'aria.
-Qui sotto non possono raggiungerci. Benvenuto nella nostra nuova casa, almeno fino a quando non finirà questa pagliacciata. Il posto non è dei migliori, ma con un po' di buona volontà si può rendere vivibile. Antigone, Amphiaraus e Tideus, stendete quei materassi e preparate dei giacigli per i bambini. Controllate se ci sono topi laggiù- disse indicando col dito un largo spazio alla loro destra -In caso, cercate una zona abbastanza pulita. Vi consiglio di spazzare un po', se cercate qualche vecchia ramazza possiamo togliere un po' di polvere. Io e Capaneus ci occuperemo della pulizia dei bagni. McKeane e altri, vedete se c'è qualche ferito e controllatelo. Sistemate le cibarie in un luogo pulito-
Si misero tutti a lavoro. Nessuno osava fiatare e persino i bambini avevano smesso di piangere, stretti in un silenzio di terrore e tristezza che metteva i brividi anche addosso a lei. In sottofondo si sentivano solo i tonfi pesanti delle bombe. Jeanne trovò due scope in un angolo, tolse loro la polvere accanto all'aeratore e iniziò a spazzare sotto i materassi.
-Si vede che non lo utilizziamo da anni, già. Da prima che Oedipus salisse al trono-
-Risale al periodo del Tumulto delle Polveri?-
-Esattamente. E chi immaginava lo avremmo utilizzato di nuovo .. Hei McKeane, sei un pessimo veggente!-
McKeane le lanciò una risata amara. Jeanne e Antigone si scambiarono uno sguardo pieno di rabbia, rabbia comune che provavano nei confronti del possibile responsabile di quell'attacco.
-Vigliacco. Lo stronzo non ha utilizzato nemmeno truppe di terra. Capisco che voglia bombardare noi teppisti, brutti, sporchi e cattivi, ma quei poveracci delle Periferie devono essere lasciati stare. Ma lui è un vigliacco, e il suo cervellino del cazzo non riesce a concepirlo-
-Avremmo dovuto prepararci prima, dici?-
-E armarci di tutto punto senza alcun motivo? Non avrebbbe avuto senso, ne avevamo parlato qualche giorno fa. Sono davvero curiosa di quale pretesto abbia scelto per farci tutti fuori-
Jeanne tacque per qualche secondo, poi riprese a parlare.
-A pensarci forse non gli importa più di te. Se volesse cercarti davvero nelle Periferie, non bombarderebbe questo covo di criminali col rischio di ucciderti. O forse le bombe sono un avvertimento per cederti-
-E a quel punto dovrò confessare di stare dalla vostra parte. Di quel che penseranno all'Acropoli mi importa ancora meno-
Jeanne le lanciò un sorriso tristemente dolce. I suoi occhi brillarono appena sentirono quelle parole.
Spazzarono su una larga fetta di pavimento, senza trovare topi. Presero insieme un materasso per volta, controllarono se ci fossero escrementi o muffa e li adagiarono a terra, coprendoli con alcune coperte portate dal dormitorio e alcune trovate nel bunker. Formarono un giaciglio sufficiente per i bambini e per alcuni adulti.
-Ecco fatto. Iphigenia!- urlò Jeanne -Hai bisogno di una mano laggiù? Diamo il cambio?-
-Mi fareste un favore se puliste il bagno delle donne!- rispose Iphigenia -Grazie in anticipo! E' la porticina bianca sulla destra. Troverete pezze e detersivi negli armadietti-
Jeanne e Antigone si scrocchiarono dita e schiena, poi aprirono la porta del bagno delle donne. Antigone premette l'interruttore, accendendo la luce biancastra di un neon su una stanzetta verde pallido, con dei wc incrostati di sporco, due docce, una piccola vasca da bagno impolverata e tre lavandini.
-Tu occupati dei lavandini- disse Jeanne porgendole una pezza umida di detersivo - Per ora penso alle docce. Il resto lo puliamo insieme, okay?-
Antigone annuì e iniziò a rimboccarsi le maniche. Jeanne le lanciò uno sguardo divertito.
-Scusami, ma sei divertente così-
-Così come?-
-Fa .. Strano. Sì. Una principessa che adesso lava i lavandini di un bunker. Che storiella interessante-
Antigone le lanciò una risata.
-In un'altra situazione Ismene mi avrebbe rimproverata di non curarmi abbastanza. Se mi vedesse in questo stato non so cosa penserebbe-
Jeanne si bloccò di colpo e si girò verso di lei. Era improvvisamente diventata rossa ma cercava di nascondere il suo imbarazzo con una risata furba.
-Non penso. Dopo quello che ha visto qui, penso sacrificherebbe la sua manicure per aiutarti. E poi non ne ha bisogno, credo, ha delle spledide mani perdiana ..-
Antigone le lanciò un'occhiata perplessa.
-Belle mani?- sorrise -Cosa mi nascondi, Jeanne?-
-Io? Cosa dovrei nasconderti? Una cotta? Un colpo di fulmine per tua sorella? Te l'ho detto, anche se iniziassi a provare qualcosa per lei io non .. E nemmeno la conosco, diamine, io per andare a letto con qualcuno devo conoscere bene qualcuno e ..-
Antigone mollò pezza e detersivo e guardò Jeanne fissa negli occhi. Non conosceva bene i gusti di sua sorella, questo doveva ammetterlo, ma Jeanne meritava sicuramente un piccolo aiuto nella possibilità di realizzare un suo desiderio. Sicuramente, una Jeanne era meglio di un Achilleus accanto a sua sorella.
-Jeanne, ascoltami. Devo confessare di non conoscere bene i gusti di Ismene ma, se proprio vorrai conoscerla meglio, io sono disposta ad aiutarti. Male che vada, si farà una nuova amica per dimenticare Achilleus!-
-Diamine!- esclamò Jeanne, quasi colta nell'atto di mollare un pugno alla parete -Non pronunciare più quel nome. Mi fa più schifo di Snakes, se ci penso- si bloccò davanti alla parete, coi pugni stretti, a testa bassa sul muro -Coraggio, finiamo di pulire questa topaia. L'odore del detersivo mi dà fastidio-
Finirono di pulire in un'oretta abbondante, concedendosi ogni tanto delle soste di bicchieri d'acqua e gallette. Quando uscirono dal bagno, alcuni bambini e adulti si erano addormentati sul giaciglio, Cassandra giocava con Astyanax e alcuni degli adulti erano seduti su delle sedie. Iphigenia e Amphiaraus mancavano tra di loro.
-Sono andati a controllare al piano di sopra. Forse faranno un giro- disse Ecuba - Spero torneranno presto-
-Avete sentito altri rumori strani?- chiese Jeanne.
-No, è tutto cessato circa un'oretta fa. Temo per i danni-
-Big McKeane?- chiese Antigone -Hai idea di cosa potrebbe averci colpito?-
Big McKeane bevve da un bicchiere e si asciugò la bocca con la manica della giacca.
-Ho alzato lo sguardo e ho visto degli aerei bianchi. Non mi è sembrato di vedere dei simboli o altro, ma erano sicuramente veivoli dell'Acropoli. Non erano molto grandi, per carità, quindi penso che i danni non siano stati eccessivi. Forse volevano divertirsi a farci saltare in aria a caso, tutto qui-
-Io lo vedrei come un segnale, McKeane- disse Andromaca alzandosi dal giaciglio dopo aver carezzato Astyanax addormentato -Noi delle Periferie non possediamo veivoli del genere e di solito le esercitazioni militari avvengono sulle montagne, o comunque da ogni traccia di abitazione. Hanno sganciato direttamente sulle Periferie!-
-E per cosa? Dichiarare guerra ad un quartiere della stessa città?-
-Pensaci, amico. L'Acropoli sorge abbastanza lontano da questa gigantesca topaia, ed è per questo che gli operai delle Periferie utilizzano gli aerobus per andare a lavorare a Thebe Alta. E' come se fossimo un centro a parte, distaccato dalla loro città di perfettini! Fanno così dal Tumulto delle Polveri, non ricordi proprio nulla?-
-Diamine Andromaca, ci mancherebbe! Ma non possiamo ancora parlare di guerra, cioè, non li faccio così .. privi di qualsiasi logica!-
-Hanno distrutto la scuola di medicina tua e di Amphiaraus, McKeane. E sono stati quegli Acropolini che ancora non vuoi accettare come nemici. Ci hanno dichiarato guerra, amico mio, non hai sentito le parole del discorso di Snakes di qualche giorno fa? Magari stanno pure cercando Antigone..-
-Antigone? Pff, bombardare sulla possibile prigione della loro amata principessa e rischiare di ucciderla? Non credo proprio, compagna. Prima di fare congetture, dovremmo aspettare Amphiaraus e Iphigenia-
Antigone si sedette a terra, afferrò la borraccia e ne bevve un sorso, poi la passò a Jeanne.
-Come è andata, sturacessi?- ridacchiò Big McKeane.
-E' andata bene- rispose con una smorfia Jeanne -Tra chiacchiere da signore il tempo passa-
-A proposito di chiacchiere, non è che qualcuno ha portato un cercapersone? Iphigenia o Amphiaraus dovrebbero contattarci in qualche modo!-
-Forse l'ho portato io- disse Antigone -Dovrei averlo nella tasca dei pantaloni, se non l'ho messo via-
Infilò una mano in tasca e il contatto con la plastica la rinfrancò. Tirò fuori il cercapersone e lo pose sul tavolo.
-Dannazione, non ho portato un caricabatteria-
-Puoi sempre chiedere ad Iphigenia di portarne qualcuno, anche se non penso resteremo a lungo qui sotto. Ricordi il codice di riferimento?-
Antigone annuì e lo digitò sulla tastiera. Il cercapersone lanciò delle interferenze, poi la voce di Iphigenia finalmente uscì dall'apparecchio.
-Qui è Iphigenia. Identificati, passo-
-Sono Antigone. Mi hanno detto che tu e Amphiaraus siete andati a controllare alla base, passo-
-In realtà siamo in giro per le Periferie. Hanno bombardato il bordello, parte del mercato e alcuni quartieri residenziali ovest e sud. Per quanto riguarda la nostra base, il cortile e la mensa sono parecchio malmessi, per fortuna a stento non hanno toccato il dormitorio. Secondo Amphiaraus, sono state lanciate bombe di piccola stazza in modo del tutto casuale. Non volevano colpire un obiettivo quanto avvertirci, a quanto pare. Passo-
-Ci sono feriti?-
-Siamo nel viale principale. Il bordello è praticamente distrutto e sicuramente sono malmessi gli edifici vicini. La gente è molto spaventata ma non abbiamo ancora trovato feriti. Di' a Tideus e a McKeane di iniziare a prepararsi, quando torneremo noi saranno loro ad andare in perlustrazione. Passo e chiudo-
La chiamata si interruppe e Antigone ne rivelò il contenuto.
-Hanno detto quando ritorneranno?- chiese McKeane alzandosi in piedi.
-No, ma di tenervi pronti senz'altro-
-Uhm, se hanno colpito i quartieri residenziali ovest a quest'ora del mattino è difficile che ci siano molti feriti, fortunatamente. Non sono nemmeno bravi ad attaccare, vigliacchi. Al massimo troveremo  qualche bambino, ma speriamo di trovare solo gente spaventata-
Amphiaraus e Iphigenia tornarono dopo circa dieci minuti. Avevano l'aria stanca, ma non eccessivamente triste. Tideus e Big McKeane furono sul punto di alzarsi e recarsi verso l'ascensore, ma Iphigenia li fermò e li invitò a sedersi.
-Un attimo, un attimo. Dobbiamo parlare anzitutto di cosa è successo e come dobbiamo organizzarci per l'avvenire. La gente per strada è spaventata, compagni, e a quest'ora del mattino i quartieri residenziali erano pullulanti di bambini che attendevano il tram per andare a scuola o di gente pronta per andare al mercato. Non sottovalutiamo questo attacco, per favore, anche se non è certo paragonabile a quello di una guerra vera e propria. Io e compagno Amphiaraus abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni sfollati dei quartieri colpiti sono parecchio spaventati. Ci sono anziani feriti e bambini che hanno bisogno di soccorso immediato, alcuni adulti si sono salvati perchè non erano in casa. Qualcuno si ricorderà certo di grandma Maryem, no? Beh, la sua casa è stata centrata in pieno da quanto ci hanno detto alcuni. E' evidente che non possiamo più stare a guardare, compagni di Rubra Sphinx: è il momento di uscire dalle ceneri del Tumulto delle Polveri e rivendicare la nostra presenza e offrire il nostro aiuto!-
Si alzò un urlo empatico e vigoroso, un sì collettivo alle parole di Iphigenia.
-E soprattutto, qualora l'Acropoli dovesse attaccare, noi abbiamo quell'arma che loro non sono riusciti a mantenere per sè- Iphigenia poggiò lo sguardo su di lei -Antigone, sorella del caro compagno Polinice che si è sacrificato per la libertà di noi perennemente schiavi, è il nuovo simbolo e il nuovo cardine su cui questa rivoluzione girerà e prenderà finalmente quel vigore tanto atteso e tanto sospirato da chi soffre per continui soprusi! Antigone, compagna Antigone- disse dolcemente, con un vigore tanto intenso da muoverla alle lacrime -Sei nostro membro da tempo, ormai. Hai aiutato Ecuba e Cassandra a scappare dal loro inferno e hai persino illuminato la mente di tua sorella sulla realtà delle cose, qui alle Periferie. Quella gente sofferente che domani incontrerai per strada prima si stupirà e poi riconoscerà grazie a te di non essere sola, di essere protetta dalla grande mano di Rubra Sphinx mossa dalle braccia di tutti noi. Ti cedo l'onore, Antigone, di guidare tutti noi e quegli occhi troppo abituati alla sofferenza ma ormai desiderosi di combattere. E spero davvero, speriamo davvero che tu accetterai-
Antigone trasalì. D'altronde, aveva sempre e un giorno avrebbe comunque comandato su Thebe o su una parte di essa. Magari sarebbe stata la regina della prima o della seconda coppia reale, forse sarebbe stata preceduta dall'anzianità di Ismene o forse lei stessa avrebbe preceduto la sorella perchè già fidanzata.
Era come se tutti i momenti salienti della sua vita le fossero passati davanti.
La morte di mamma e papà.
Eteocle e Polinice morti l'uno per mano dell'altro.
Polinice senza sepoltura, Rebecca uccisa senza amore e senza onore.
La vita di Ecuba e Cassandra spezzata da e con un inganno.
I bambini orfani, Astyanax e il padre ucciso davanti ai suoi occhi, Amphiaraus e McKeane a cui era stata strappata la gioventù; Iphigenia e Jeanne a cui era stata tolta l'infanzia dal rombo polveroso di una guerra in cui combattevano e che comunque si era volsa a loro svantaggio per forze che non dipendevano da loro, per forze altre e alte che riuscivano a prevalere grazie ad armi e tattiche migliori su un gruppo di stupidi ribelli scampati alla morte almeno per quel giorno.
RIpensò alla faccia da serpe di Snakes, di Achilleus, dell'Ordine Edelweiss che tesseva i suoi inganni indisturbato. E poi al Gran Consigliere portato via dalla morte in un colpo solo, e a Ismene delusa dalla persona che amava, e al calore del corpo di Emon dagli occhi tristi, velati di quella malinconia lontana che tuttavia Antigone riusciva a spazzare via, perchè lui così le ricordava ed ella era felice di riuscire nell'intento.
Non sarebbero più esistite bombe, Polinice avrebbe riposato, la gente avrebbe vissuto e amato serena nella sua esistenza quotidiana. Nessuna Thebe Alta, nessuna Thebe Bassa, nè Acropoli nè Periferie. Un grande cuore pulsante che doveva battere, che avrebbe dovuto battere al più presto per permettere a quel corpo consunto di ritornare a vivere.
-Compagna Iphigenia- disse Antigone guardandola negli occhi -E compagni carissimi che mi degnate di questo onore. Io, io Antigone Spartes Labdakou, assumo sulle mie spalle e sulla mia vita stessa la vita di tutti voi qui riuniti e di tutti coloro che giacciono per le fredde strade delle Periferie. Farò del mio meglio per riunire le Periferie sotto l'ala della Sfinge, compagni. Io sarò la vostra arma. Tendetemi e non vi deluderò, quanto è vero che io adesso sono viva e ragiono lucidamente-
   
 
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