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Autore: piccolo_uragano_    29/11/2015    2 recensioni
(Missing Moments di 'ti amo più di ieri ...')
Come nacque l'amicizia tra James e Martha?
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“La tua amica è insopportabile, Padfoot.” Esordì James, sedendosi sul letto.
“Quale amica?” domandò Sirius, guardando Prongs esausto dopo solo mezz’ora di lezione.
“La Redfort!” esclamò. “Voglio dire, lo sai che tifa Puddlemore, vero?”
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“Dì al tuo orgoglio che il mio gli chiede scusa.”
“Il tuo orgoglio parla?” domandò Martha in risposta. “Che simpatico.”
James scosse la testa. “Io non ti piaccio, vero, Redfort?”
Martha si voltò, per squadrarlo. “Ehm, no: scusa, ma non sei proprio il mio tipo.” Rispose, storcendo il naso.
“Non ti stavo per chiedere di uscire, sai? Non penso solo a quello.”
“Oh, no: anche al Quidditch.” Rispose lei, secca.
“Pensavo che visto che stai diventando molto amica del mio migliore amico, potremmo provare ad andare d’accordo.”
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Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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“Oh, andiamo, Martha” rispose James “è impossibile non volerti bene!” 
('ti amo più di ieri e meno di domani', capitolo 57)

 


Ventuno settembre millenovecentosettantasei.
Martha, con aria furiosa, bussava insistentemente contro una porta di legno. “Black! Potter!” urlò.
Erano quasi le nove di sera, e loro – lei ed i Malandrini – si erano salutati un’ora prima in Sala Comune. Ora, lei bussava insistentemente contro la porta della loro stanza.
James aprì la porta, con i capelli più scompigliati che mai e addosso un pigiama davvero orribile, che ricordava quello di un bambino. “Redfort?” domandò, vedendola. Dietro di lui, Sirius si voltò di scatto verso la porta.
“Ciao, Potter.” Sorrise lei, imbarazzata. “Hai detto che io e te siamo amici, giusto?”
Lui la scrutò: aveva tutta l’aria di una persona che aveva bisogno di un grande favore. Gli ci volle qualche secondo per capire. “Hai litigato con la Evans?”
“No.” rispose lei, sicura.
“Allora perché ti hanno cacciata dalla tua stanza?”
Lei inclinò leggermente la testa. “Come sai che non ho un tetto sulla testa?”
James, in risposta, sorrise e scosse la testa. Poi si voltò, guardando la stanza alle sue spalle, quindi tornò a guardare Martha. “Quanto ti fa schifo il disordine?”
“Il giusto.” Rispose lei, leggermente dubbiosa.
Il ragazzo, a quel punto, annuì. “Perfetto, allora.” Si voltò nuovamente, questa volta spalancando la porta.
La prima cosa che Martha vide, fu Sirius che teneva le mani nelle tasche dei pantaloni del pigiama, a petto nudo, e che le sorrideva. Per un breve istante fu rapita dai suoi muscoli, ma poi si perse a guardare il suo sorriso. “Che è successo, Redfort?” domandò, senza smettere di sorriderle.
Lei sbuffò e scosse la testa, guardandosi attorno. Era un vero e proprio porcile: calzini, vestiti, libri, appunti, fotografie, cibo. Quello che, a intuito, era il letto di James, sembrava non venire rifatto da anni, il baule ai piedi del letto di Peter era rovesciato e nessuno si era preoccupato di sistemarlo, e accanto al letto di Sirius una pila di scarpe impediva l’accesso alla finestra. Il solo angolo ordinato sembrava essere quello di Remus: il letto era fatto, il comodino in ordine, il baule a posto.
“Alice e Frank hanno occupato la stanza.” Sbuffò lei, fissando un calzino al centro della stanza.
“In che senso?” domandò Peter.
“Vuoi un disegnino, Peter?” scherzò James.
Lui sembrò capire solo in quel momento. “Oh! Oh, mi d-dispiace … ma non sarai mica entrata, v-vero?”
Lei sorrise e scosse la testa, avvicinandosi a un poster appeso, raffigurante una modella babbana. “No, c’era un biglietto fuori dalla porta.” Rispose, distratta. “Lo sapete che le tette sono finte, vero?” domandò, girandosi e indicando il poster.
I quattro si guardarono perplessi. Martha sorrise. “Non potete fare fantasie su delle tette finte.”
James si portò una mano dietro la nuca. “Perché non sei andata da tua sorella, scusa?”
Sirius si irrigidì: Martha non parlava mai di Rose, gli aveva solo accennato che a luglio avevano litigato e smesso di rivolgersi la parola. Fece per rispondere, ma Martha fu più veloce. “So che una stanza con Rose Redfort, Ashley Clark, Emmeline Vance e Erika Greengrass è il tuo sogno, Potter, ma io andrei a dormire nelle cucine piuttosto che passare un solo secondo con loro.”
James sorrise e si passò una mano nei capelli. A Martha bastò guardarlo per capire cosa significasse il sorrisetto Malandrino che aveva stampato in viso. “Aspetta, non dirmelo.” Sorrise, portando una mano avanti. “Te le sei già fatte tutte, vero?”
Lui scosse la testa. “No, non tutte.” Poi cambiò velocemente argomento. “Hai un pigiama?”
“Non credo sia entrata in stanza a prenderlo, James.” Rispose Sirius, poi guardò Martha. “Ti presto una mia felpa.”
Lo sguardo che le rivolse fu di affetto puro quanto la vita stessa: si stava prendendo cura di lei, e non aveva paura di mostrarlo.
Lei sorrise di quello sguardo e rispose guardandolo con altrettanto affetto. Nessuno potrà mai dire cosa ci fu tra di loro in quel momento, ma anche James, Peter e Remus ebbero la pelle d’oca e sentirono la chimica che c’era tra quei due.
“Dubito esistano indumenti puliti, qui dentro.” Disse lei, dopo un po’.
Sirius sorrise e le lanciò una felpa nera, abbastanza lunga da coprirle il sedere e poi partì alla ricerca dei pantaloni. Ne trovò un paio grigi, e glieli lanciò, mentre James le indicava il bagno. Quando vi entrò, Martha fece un salto all’indietro. “Merlino santissimo!” strillò. “Gratta e netta!”
“Che c’è?” domandò Sirius, facendo capolino con la testa.
“Capelli! Capelli di quel capellone di Potter!”
Sirius sorrise. “Oh. Forse un po’ sono anche miei.”
“Che schifo, che schifo, che schifo!” strillò lei di nuovo. “Ma come fate a vivere qui dentro, come?”
James, lasciandosi cadere sul suo letto, scoppiò a ridere. “Vai da tua sorella se non ti sta bene.”
“Vacci tu da mia sorella, Potter!” grugnì lei in risposta. “Io piuttosto dormo con la Piovra Gigante.”
“Oh, no, fammi capire.” La fermò Sirius. “Noi saremmo l’alternativa alla Piovra Gigante?”
Lei gli fece una linguaccia, continuando a cercare di sistemare il bagno. “No, idiota.” Spostò l’ennesimo calzino. “Come al solito hai capito solo quello che ti va di capire.”
Lui si appoggiò allo stipite della porta e incrociò le braccia. “Perché tu e tua sorella avete litigato?”
Martha, con la punta della bacchetta, pulì la tavoletta del water. “Come fai a fare pipì con il water sporco, Black?”
“Ti confesso una cosa.” Sussurrò lui. “Sono un maschio.”
“Oh, beh, grazie: non lo avevo capito!” rispose lei, indicando con la mano libera il petto nudo di Sirius.
“Ti imbarazza?” domandò lui, divertito.
“Non ti preoccupare, Redfort.” Le urlò James. “La prima volta imbarazza tutte.”
“Compreso te, Potter?” rispose lei. “Ma Godric, come fate la mattina a sedervi su questo gabinetto?”
“Te lo ha appena detto Sirius!” strillò di nuovo James, raggiungendo l’amico sulla porta. “Siamo maschi! La facciamo in piedi!”
Martha, in tutta risposta, alzò gli occhi al cielo e fece segno ai due Malandrini di andarsene. “Lontano, babbei: devo cambiarmi!”
Chiuse la porta in faccia ai due, mentre Peter e Remus li guardavano divertiti, seduti sui rispettivi letti.
“Non fa ridere.” Li bloccò immediatamente Sirius.
“Secondo me, Padfoot” gli rispose James, rimettendosi a sedere sul suo letto “quella ti darà del filo da torcere.”
Sirius gli fece una smorfia, notando che l’amico stava estraendo dal comodino la boccettina di grappa babbana.
“James!” lo richiamò immediatamente Remus. “Ti fa male!”
“Si, mamma.” Rispose Prongs. “Lo so.”
Moony alzò gli occhi al cielo, ma non fece in tempo a replicare, perché la porta del bagno si aprì di nuovo e tutti sentirono ancora la pelle d’oca, mentre Sirius pareva totalmente rapito dalla visione di Martha con addosso quel suo pigiama improvvisato. Lei notò ancora lo sguardo di Sirius, e, di nuovo, non poté fare altro che sorridere: ancora non le era chiaro cosa quello sguardo volesse dire.
Si sedette a terra, tra il letto di Sirius e quello di James, rifiutando ogni invito di Sirius a cambiare i posti in modo che lei stesse sul letto e lui per terra. “Non dire idiozie, Black.” Lo bloccò, all’ennesimo tentativo.
James si perse a guardare le mani di Martha che con aria d’abitudine si intrecciavano i capelli in una treccia. “Redfort, posso chiederti una cosa?”
“Vuoi una treccia anche tu?” scherzò lei.
“No.” sorrise lui. “La Evans dove è andata a dormire?”
Lei lo scrutò qualche secondo prima di rispondere. Ma il suo sguardo era buono, e lei decise di fidarsi. “Da Mary McDonald.”
“Che hai contro Mary McDonald?” domandò Sirius.
“Niente.” Rispose lei semplicemente. “Solo che lei e Marlene mi parlano solo di te.”
“Non sono un argomento abbastanza interessante per te?”
“Affatto.” Gli sorrise lei. “Solo che dopo più di tre minuti diventa nauseante sentire quanto ti trovano bello.”
“Perché, tu non mi trovi bello?”
Il suo sorriso si fece diverso, quasi Malandrino. “Non ho detto questo.” Rispose.
James, in risposta, le passò il contenitore della grappa. Lei ne annusò il contenuto. “Ti fai di alcolici babbani?”
“Solo in occasioni speciali.”
“Questa è un’occasione speciale?” chiese, con sguardo curioso.
“Beh, nessuna ragazza ha mai dormito qui.” Rispose Remus.
“Oh, immagino ci facciate altro con le ragazze in questa stanza.”
I quattro Malandrini scossero la testa. “Non entra nessuno, qui.”
Martha li guardò tutti e quattro, sorpresa. “Davvero?”
Sirius e James scossero la testa. “Ci sono altri posti, per quello.”
“Quindi le ragazze non ce le facciamo qui.”
“E io sono qui perché?”
“Perché non ho intenzione di fare sesso con te.” Rispose sinceramente Sirius.
“Nemmeno io, se ti può rassicurare.”
Martha rise. “Oh, beh, allora cosa sono?”
“Non potremmo essere semplicemente amici?”
“Tu hai amiche?” domandò Martha a Padfoot.
“No.” rispose lui sinceramente. “Tu hai amici?”
“No.” rispose lei, sorridendo e inclinando la testa.
“Mi sembra un buon inizio.” Ironizzò Remus.
“A me sembra una grande stronzata.” Replicò James.
Sirius rise e scosse la testa. “Chiudi la bocca, Prongs.” Poi guardò Martha, ancora seduta a terra. “Come amico ti ordino di salire sul mio letto.”
“Tu non mi ordini assolutamente nulla!” strillò lei in risposta.
“Dai, Martha, non fare la stupida: non puoi dormire per terra.”
“E tu non puoi pretendere di ordinarmi le cose, Sirius!”
Lui scese dal letto, e con la sua solita eleganza si sedette davanti a lei. “Martha.”
“No.” rispose lei, categorica, con le braccia incrociate sul petto.
“Non sai nemmeno cosa voglio chiederti!” si spazientì lui.
“Mi stai chiedendo di fare cambio di posto!”
“Ti sto chiedendo di dormire con me.”

Sirius e Martha non dormirono come dormono due amici: lei era rannicchiata sul suo petto, e lui le cingeva la schiena con le braccia. Eppure, pensò Sirius osservandola dormire, era sicuro che si fossero addormentati dandosi le spalle. Lei aveva continuato a ridere per le battute di James su Lumacorno, e Sirius si era addormentato ascoltando la sua risata e il suo respiro.
Non riusciva a vedere la sveglia luminosa babbana di Remus, ma era quasi sicuro che fosse l’alba.
Ripensandoci, non la voleva nemmeno vedere, la sveglia babbana di Remus: Martha dormiva, con la mano accanto al viso, appoggiata al suo petto, e lui non voleva vedere altro.
Rimase a guardarla fino a quando le prime luci del giorno non iniziarono ad invadere quella piccola stanza. Si concesse di chiudere gli occhi quando iniziò a sentire che Martha si stava svegliando, perché non avrebbe mai voluto che notasse che la stava osservando dormire. Si erano giurati di essere amici, no?
Sentì chiaramente Martha alzarsi e dirigersi verso il bagno: quando si concesse di aprire gli occhi, notò che James lo stava guardando e sorrideva come non mai. “Amici, giusto?” sussurrò.
Sirius, in tutta risposta, gli tirò il cuscino.

“Redfort.” Salutò in un sussurro James, avvicinandosi a lei a Pozioni. Lumacorno aveva ordinato loro di preparare un Distillato della Morte Vivente.
“Potter?” rispose, perplessa. Accanto a lei, Lily Evans e Severus Piton parlavano fitto.
“Ehm, come hai dormito?”
“Ti serve qualcosa?”
“Non ti hanno insegnato che non si risponde a una domanda con un’altra domanda?”
“Non hai notato che lo hai appena fatto tu?”
“Lo hai fatto di nuovo!” si irritò lui. “Sei dannatamente maleducata, Redfort.”
Lei sorrise. “Scommetto che sei qui perché non sai come fare uscire il succo dal fagiolo.”
Lui alzò gli occhi al cielo. “Mi scivola!”
Martha rise. “Oh, che peccato.” Fece per girarsi dall’altra parte, ma James le afferrò il braccio.
“Dai, Martha, te lo chiedo da amico!”
Lei si irrigidì: era la prima volta che la chiamava per nome. “Perché ultimamente i Malandrini hanno deciso di voler essere miei amici?”
“Oh, non dire idiozie, per Godric: io e te non saremo amici come gli amici che dite di essere tu e Sirius.”
Lei aggrottò le sopracciglia. “Non credo di aver capito, Potter.”
“Lo capirai.”
“Quando?”
“Quando ti fermerai e ti concederai di pensare a cosa sta succedendo.” Prima che lei potesse obbiettare di nuovo, lui la precedette. “Fino ad allora, fatto il misfatto!”
“Che vuol dire?”
“Lo capirai …”
 Martha rimase composta e contrattaccò. “Potter, vuoi sapere come fare uscire più succo dal fagiolo?”
Lui si illuminò e annuì.
“Lo capirai!”



*ta daaaa* 
spero vi sia piaciuto. 
Devo confessare una cosa, però. Ho sempre pensato ai dormitori come a delle stanze gigantesche contenenti la maggior parte degli studenti possibili. In vacanza con i miei amici, però, questa settimana, mi sono trovata a dover mettere piede nella stanza dei maschi. Eravamo lì da due giorni e già sentivo una puzza terribile, quindi mi sono chiesta: ma se loro combinano questo casino in quarantotto ore, come era la stanza del Malandrini dopo dieci mesi di scuola? 
Ditemelo voi ahah :3
Ringrazio alwais, felpato8, Distretto_9_e_34 e gossip_girl, le cinque persone che hanno preferito questa storia, le undici che la seguono e chi legge senza dire niente. 

Fatto il misfatto!
Claude xx

 
   
 
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