Quella
giornata tutti i ragazzi della classe di Georg e Leila erano molto
felici.
Un
po’ per l’aria primaverile che iniziava a farsi
sentire e un po’ perché il
preside aveva comunicato loro che quel giorno sarebbero usciti
un’ora prima, a
causa dell’assenza della prof di arte.
Le
lezioni trascorsero quindi moto velocemente, ma c’erano due
ragazzi in
particolare che proprio non riuscivano a prestare completamente
attenzione.
E
in effetti era questo che i ragazzi pensavano, ma ogni volta che anche
l’altro
girava il volto, il primo si ritraeva immediatamente.
E
andarono avanti così per buona parte del tempo.
Ma
i due non erano gli unici a non stare attenti.
Dalla
seconda fila, infatti, qualcuno li guardava in modo invidioso, con
un’espressione
sul viso che faceva capire solo una cosa: troverò il modo
per farvi
allontanare.
“Io
non ci capisco nulla di questa psicologia!!”
Georg
allora scrisse sotto alla frase:
“Ma
no dai, non è così complicato. Se vuoi oggi
possiamo vederci e ti aiuto”
“Grazie
mille sei davvero gentile. Così magari capirò
qualcosa, visto che domani
abbiamola verifica e sono terrorizzata!”
Georg
sorrise di fronte alla spontaneità di Leila.
L’ora
terminò e Leila ne approfittò per chiedere a
Georg:
“Per
me è un’ottima idea. Quando usciamo avviso e poi
vengo con te d’accordo?”
“Va
benissimo” disse lei con un dolce sorriso.
Alle
13:15 uscirono da scuola e si diressero verso una piccola pizzeria del
centro
insieme ad altri amici, tra cui Fabian e Annie, la sua ragazza e
migliore amica
di Leila.
Chiacchierarono
animatamente, quando Fabian per scherzare un po’ disse:
“Ehy
Leila, ti conviene stare attenta, non sei l’unica a volere
Georg tutto per te.
Sai che quando Irin vuole qualcosa,la ottiene sempre, in ogni modo.
Era
sempre così, quando si intimidiva balbettava.
Georg
guardandola ne fu subito intenerito e accarezzandole una guancia disse:
“Ma
tu non mi piaci!” mentì immediatamente Leila.
In
realtà era tutto il contrario. Georg le piaceva e tanto
anche.
Un
passo avanti l’aveva fatto, almeno questo poteva dirlo.
Anche
lui pensava che fosse carina.
Finite
le pizze fecero una passeggiata per il centro, ma essendo orario di
pausa tutti
i negozi erano chiusi.
Quindi,
dopo una mezz’ora decisero di andare ognuno a casa propria.
Era
l’ultimo anno, dovevano studiare, non potevano permettersi di
farsi trovare
impreparati.
Georg
e Leila si diressero a casa della ragazza e dopo essere entrati
decisero di guardarsi
un po’ di televisione.
Senza
nemmeno accorgersi Leila sbadigliò e appoggiando la testa
sulla spalla di
Georg, si sentì stringere dal suo braccio.
Sorrise
cercando di non farsi notare e arrossì dopo che Georg le
ebbe dato un piccolo
bacio sulla tempia.
Non
trovando nulla di interessante alla tv, decisero quindi di andare in
camera e
iniziare a studiare.
Il
tempo che impiegarono non fu molto e quando ebbero finito Leila aveva
decisamente le idee più chiare. Ringraziò quindi
Georg e gli offrì una bibita.
Alle
18:00 però il ragazzo ricevette una telefonata di sua madre.
“Georg
io ora sono alla stazione. Torno tra dieci minuti ma tu inizia ad
andare a
casa.
E
arrivata zia Deborah, ricordi che doveva venire da noi?”
“Sì,
l’avevo completamente scordato!!”
“Ma
si può sapere dove hai la testa? Sono tre giorni che
dimentichi tutto e hai i
pensieri altrove!!”
Georg
sorrise.
Sapeva
benissimo dov’erano diretti i suoi pensieri.
“Scusa
dai, me lo ero dimenticato. Comunque arrivo in dieci minuti, non di
più,
tranquilla”.
“D’accordo,
ciao”.
“Ciao”.
Poi
rivolto a Leila:
“Era
mia madre, scusa ma devo scappare, che sono arrivati dei parenti a
casa, che
vediamo poco, perché vivono in Italia.
Hanno
preso l’aereo e poi ci hanno raggiunti con il
treno” spiegò.
“Ma
è magnifico!! Mi piace molto l’Italia. Ci sono
stata in vacanza due volte”
raccontò lei con entusiasmo.
“Davvero?
Io non l’ho mai vista, ma sinceramente mi piacerebbe molto,
ora però scappo, ci
vediamo domani, ciao”.
“Ciao
Georg, a domani”
Leila
stava per chiudere la porta di casa, ma venne trattenuta per il braccio.
Georg
la fece voltare.
Si
fissarono per interminabili istanti, specchiandosi l’uno
negli occhi verdi e
luminosi dell’altro.
Si
conoscevano così da poco, ma si sentivano già
così tanto uniti…
Lei
si sentì rabbrividire, ma mise lo stesso le braccia attorno
al collo di Georg.
Lui
l’avvicinò maggiormente e dopo aver sfiorato le
labbra con quelle della
ragazza, decise di approfondire il bacio.
Quel
gesto valeva più di tante inutili parole.
Alla
fine si staccarono e Georg poggiò la fronte su quella di lei.
Le
diede un ultimo bacio lì, dopodiché si salutarono
definitivamente più felici
che mai.