Ed eccoci
all’ultimo capitolo
E’ stato sofferto e ancora non mi
convince se devoessere sincera ma il mio ragazzo ha
detto che va bene e quindi mi fiderò del suo giudizio.
Ringrazio tutti quelli che l’hanno
letta fino alla fine e a chi l’ha inserita nei preferiti e soprattutto Vekra che mi ha accompagnata in tutti i capitoli.
Si può dire che l’ho postata
quasi esclusivamente grazie ai tuoi commenti ^_^
Spero vi sia piaciuta.
Come sempre buona lettura ^_^
CAPITOLO 20
E alla
fine anche quel incombenza era arrivata.
Ora
toccava a lei rispettare la sua parte dell’accordo.
Come
Malfoy le aveva fatto notare il giorno prima quella era la loro uscita ad Hogsmeade.
Ebbene
sì, quel fatidico week-and era ormai arrivato e lei
non ne aveva la minima voglia.
Aveva
sperato sinceramente di sentirsi male e poter rinviare almeno di altre due
settimane e invece stava fin troppo bene.
Non
aveva nemmeno un accenno di raffreddore.
Controvoglia
quella mattina si era svegliata alle nove per farsi un bagno rilassante prima
di uscire con Draco.
Era
vero, non voleva uscire con lui né, tanto meno, fargli credere che lui le
interessasse ma... ma la verità era che ultimamente,
non sapeva nemmeno lei perché, stava curando molto di più la sua immagine.
Vero,
più che la sua immagine era quella di Stephanie ma...
qualcosa le diceva che in quel periodo della sua vita era una buona idea
cercare di apparire al meglio.
Come se
il principe azzurro dei suoi sogni dovesse arrivare da un momento all’altro.
“Allora
è vero?” disse la voce irritante di Beatrix distogliendola dai suoi pensieri.
“Esci con Malfoy?” chiese
“Si”
rispose telegrafica Evelyn, cercando di sistemare i capelli in una coda alta,
lasciando sfuggire qualche ciocca in modo scomposto.
“Ed esce con te per Stephanie, ovviamente?” chiese la maga, ammirando il
riflesso della ragazza dello specchio.
“Come
prego?” chiese innervosita Evelyn voltandosi di scatto, portando le braccia ai
fianchi.
“Beh,
esce con te perché sei nel corpo di Stephanie, no?”
“Veramente mi ha chiesto più di una volta di uscire quando
avevo il mio corpo ed ho sempre
rifiutato, ma sai una cosa? Non ti devo spiegazione perché, se non lo avessi
ancora capito, non siamo amiche e non ci tengo nemmeno ad averti come
confidente, quindi fai il favore, stai zitta!!!”
sibilò Evelyn, tornando a guardare il riflesso dello specchio, aggiustandosi il
colletto della camicia.
“Edward,
non vieni?” chiese Kendra entrando nella stanza del ragazzo, trovandolo
sdraiato sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto.
“No,
resto qui” rispose Edward senza abbassare lo sguardo sulla ragazza.
“Edward...”
“Sarà là con Malfoy” la interruppe con calma Edward. “E, a meno che tu non
voglia che ci faccia a botte, è meglio che me ne stia qua. So già cosa
succederebbe”
“D’accordo”
rispose solamente Kendra senza insistere inutilmente. “Ti porto delle api frizzole” aggiunse prima di chiudere la porta per seguire
Pansy e Millicente che uscivano dal dormitorio.
“Quasi
in ritardo” ghignò Malfoy staccandosi dal muretto, raggiungendo con passo
disinvolto la maga.
“Quasi
non è come esserlo” rispose Evelyn, avviandosi verso le carrozze. “Allora, che
cosa proponi per il pomeriggio?”
“Quello che vuoi tu” rispose Malfoy, cedendole il passaggio sulla carrozza.
“Potremmo andare ai Tre Manici di Scopa”
“E’ un
pub giusto?” chiese Evelyn, mentre Malfoy prendeva posto accanto a lei.
“Vi
dispiace se ci uniamo?” chiese una voce squillante, facendo sobbalzare Evelyn e
sbuffare Malfoy.
“Carter”
salutò Evelyn guardando dietro la maga, aspettandosi forse di vedere Edward con
lei, trovando invece Pansy e Millicente.
“Davis” ricambiò il saluto Kendra sedendosi accanto a Draco,
guardando sorridente il viso del mago. “Non vi scoccia un po’
di compagnia vero?”
“Certo che no” rispose a denti stretti Malfoy, tenendo lo sguardo altero fisso
di fronte a sé.
Se
avesse potuto l’avrebbe uccisa.
Lo
sapeva, ne era certo, che quella perfida di una Chimera lo aveva fatto apposta
per aiutare il suo adorato Edward.
E dove
era quel idiota?
Aveva visto Evelyn, guardare oltre Kendra alla ricerca del ragazzo
ma lui non si era visto.
Non
aveva preso la loro carrozza e, una volta arrivati ad Hogsmeade fu chiaro che non aveva preso nessuna carrozza.
Era rimasto ad Hogwarts, ma perché?
Se fosse stato al suo posto avrebbe fatto di tutto per rovinargli quel
pomeriggio.
Invece
Edward aveva deciso di rimanere a scuola.
Che
avesse rinunciato? Forse si era sbagliato, forse Davis
non gli interessava così tanto, o forse gli piaceva talmente tanto che gli era
venuta la depressione.
Beh,
quelli non erano problemi suoi, a lui interessava solo una cosa e l’avrebbe
ottenuta.
“Allora,
che si fa?” chiese Kendra, sistemandosi la gonna dopo essere scesa dalla
carrozza.
“Noi
andiamo ai Tre Manici di Scopa, voi andate un po’ dove volete” rispose scortese
Draco, prendendo Evelyn per il polso e trascinandola verso il pub, mentre
Kendra cercava di convincere Pansy e Millicente a seguirla verso il bar.
A quanto
pare le due Serpeverde non avevano alcuna intenzione
di interrompere l’appuntamento di Draco.
“Quella Carter è una rompiscatole” borbottò Draco, facendo
scivolare la sua mano dal polso di Evelyn alla mano.
In silenzio
raggiunsero il pub, prendendo posto in un angolo appartato, ordinando due burrobirre.
Per
quasi due ore Malfoy cercò di iniziare una conversazione più o meno seria senza
molto successo.
Già,
perché più lui cercava di far parlare Evelyn e più questa rispondeva a
monosillabi.
Si era
promessa di divertirsi con Malfoy, di passare un pomeriggio
piacevole e invece tutti i suoi propositi erano andati a quel paese
quando aveva visto Carter.
Quando
aveva visto
Aveva
guardato involontariamente oltre le spalle della Chimera senza
però trovare quello che veramente stava cercando.
“Stai
pensando a Walters?” chiese a bruciapelo Draco, facendola arrossire
leggermente.
“No,
figurati” mentì Evelyn, bevendo una lunga sorsata di burrobirra.
“Voi
Fenici siete come i Grifondoro... dei perfetti incapaci nel raccontar bugie” la
freddò Draco, finendo la burrobirra e alzandosi dalla
sedia.
“Dove
stai andando?” chiese stordita la maga, rimanendo a
fissare il mago che gettava un paio di monete sul tavolo.
“A
cercare una compagnia più adeguata al mio livello... non ne vale la pena di
perdere tempo con una come te” sibilò il Serpeverde
uscendo di gran carriera dal pub, lasciandola da sola seduta al tavolo.
Aveva
aspettato pazientemente che arrivasse l’ora di riprendere le carrozze per
tornare ad Hogwarts.
Aveva
svaligiato Mielandia e gironzolato per Hogsmeade ripensando a quello che Draco le aveva detto al
pub... e a Walters.
Rimase
da sola e in silenzio fino al suo arrivo ad Hogwarts.
“Allora?
Come è andato con il nostro Malfoy?” chiese Judi quando
Evelyn le si sedette accanto in silenzio, tenendo lo sguardo perso nel vuoto.
“Mi ha
abbandonata nel bel mezzo del locale dicendo che non valeva la pena di perdere
tutto questo tempo per una come me” rispose Evelyn
voltando il viso verso la ragazzo. “Ti dirò che un po’ ci sono rimasta male”
ammise la maga, prendendo il sacchetto di caramelle e scartando una cioccorana.
“Male?
Per chi? Per quel furetto? Andiamo, l’ha detto solo perché gli rode di aver
perso la sua battaglia con Walters” rispose Judi, rubando un
ape frizzola all’amica.
“Credi
che non manterrà la promessa?” chiese preoccupata Evelyn.
“Non lo so... anche se a dirti il vero un po’ lo spero... l’ultima
volta eri uno straccio”
“Lo so, ma ho bisogno che lui mi faccia quella pozione, io...” disse Evelyn, fermandosi di colpo quando vide Malfoy
avvicinarsi al tavolo dei Grifondoro.
“Questa
è tua” disse solamente Draco, posando un vasetto di fronte alla maga voltandole
poi le spalle, uscendo dalla Sala Grande.
“Sarà
veleno?” chiese Evelyn, prendendo il vasetto e annusandone il contenuto.
“L’odore è tremendo”
“Io non
lo berrei se fossi in te” disse solamente Judi, sperando vivamente che Evelyn
l’ascoltasse.
“Andiamo”
disse infine Evelyn prendendo l’amica per il polso, costringendola a seguirla.
“Facciamo in camera tua? Smith che fine ha fatto?”
“Non lo
so, non la vedo da dopo pranzo... Evy ti prego pensaci
bene” rispose la maga, seguendo l’amica lungo le scalinate di Hogwarts.
“L’ultima volta sei stata malissimo, hai vomitato dieci volte... e la volta
prima sei rimasta svenuta per tre ore...”
“Ho capito!!!” la interruppe Evelyn voltando di scatto
la testa. “Ma ho bisogno di riavere il mio corpo. Vedrai questa volta andrà
bene” disse la maga raggiungendo il dormitorio dei Grifondoro, lasciando che
Judi pronunciasse la parola d’ordine.
“Non
riesco a farti cambiar idea, vero?” chiese Judi
rimanendo in piedi vicino alla porta.
“No” rispose la maga, chiudendo la porta della camera di Judi e svitando
rapidamente il tappo del barattolo. “Forse è il caso che mi sieda” disse Evelyn
sedendosi sul letto di Judi.
“Credo
anch’io” rispose Judi avvicinandosi all’amica, pronta a soccorrerla in caso di
malessere.
“Beh, cin cin” sorrise Evelyn bevendo in una sola lunga
sorsata la pozione, appoggiando poi il bicchiere sul comodino.
Rimase
in silenzio cercando di avvertire qualcosa nel suo corpo, qualche sensazione che
le facesse capire che qualcosa stava cambiando... che
il suo corpo stava cambiando, ma niente.
“Un
altro buco nell’acqua” gemette Evelyn lasciandosi cadere sdraiata sul
copriletto, sbuffando sonoramente.
“Almeno
non vomiti” rispose Judi dispiaciuta per l’amica, sdraiandosi accanto a Evelyn.
“Evy... Evelyn...” la chiamò
qualche istante dopo quando si accorse che la ragazza aveva lo sguardo vitreo
fisso nel vuoto. “Evelyn che hai?” chiese Judi preoccupata, scuotendo l’amica.
Quel
pomeriggio sembrava destinato ad essere il più lungo della sua vita.
Era
contento che Kendra fosse andata ad Hogsmeade insieme agli altri. Aveva bisogno di rimanere un
po’ solo con i suoi pensieri ma... tutto quel silenzio
cominciava ad innervosirlo.
Non solo
si stava annoiando da morire ma non faceva altro che
pensare a Malfoy ed Evelyn, a tutti i commenti che aveva sentito su quel
ragazzo.
Sul
fatto che fosse bellissimo e che a letto fosse una specie di bomba del sesso.
Che
nessuna poteva resistergli e che era riuscito a far capitolare alcune delle
Grifondoro più dure.
Evelyn
era una dura, ma era così dura?
Non poteva continuare così, doveva uscire da quel dormitorio maledetto.
Doveva
andare in un luogo neutrale dove non avrebbe visto nessun tipo di stendardo o
di stemma che gli facesse venire in mente quel maledetto Serpeverde.
Il parco
sicuramente poteva fare al caso suo, e il freddo di sicuro lo avrebbe aiutato a
non pensare ad Evelyn.
Rapidamente
aveva indossato un maglione, il mantello ed era uscito nel parco della scuola,
dirigendosi verso il lago.
A scuola
non c’era quasi praticamente nessuno.
Chi non
era potuto andare ad Hogsmeade
era rimasto rintanato nella Sala Grande o nei rispettivi dormitori.
Aveva
tutto il parco per sé... o quasi.
“Edward”
pigolò una voce familiare alle sue spalle.
*Quanto
mai non sono rimasto nella mia stanza” maledisse il Chimera
voltandosi svogliatamente verso chi lo aveva chiamato.
“Smith” disse solamente il mago, incrociando le braccia al
petto. “Hai bisogno?”
“Io...
perché sei così scontroso ultimamente?” chiese Stephanie avvicinandosi al mago.
“E’ colpa di questa storia dello scambio di corpi non è vero? Lo so che è dura ma sono sempre io... sono Stephanie anche se ho il
corpo di Davis”
“Smith...”
“No, lo so che per te è difficile” lo interruppe Stephanie avvicinandosi ancora
di più, posandogli una mano sull’avambraccio. “Lo so, è tutta colpa sua... è
sempre colpa sua”
“Cosa?”
“Se tra di noi c’è della tensione. So che vedi il suo
corpo e d’istinto ti vien voglia di andartene ma... sono la stessa ragazza che hai salvato in
quella grotta” rispose la maga, sorridendo dolcemente al Chimera. “Quella che
hai aiutato a salire e scendere dall’albero... sono la tua Stephanie”
“Come prego? La mia Stephanie?” sbottò Edward, facendo sobbalzare la maga.
“Non fare
così, ti prego. So che quello che provi per me...”
“Io non provo niente per te” ringhiò Edward allontanandosi dalla maga, cercando
di richiamare a sé tutto il suo autocontrollo per non aggredirla.
“E’ solo
perché parli con me è vedi lei ma... io non sono così”
sussurrò la maga, stringendosi a lui.
“Appunto tu non sei così” sibilò Edward. “Tu non sei Davis”
ringhiò Edward allontanandola da sé, voltandogli le spalle. “Tutto questo è
ridicolo” sbottò il mago passandosi una mano tra i capelli. “Credevo di essere
stato chiaro con te. Non mi interessi! Non sei il mio tipo, non lo sei mai
stata e non lo sarai mai”
“Edward...”
cercò di chiamarlo la ragazza.
“No, Stephanie” la interruppe il mago voltandosi verso la ragazza. “Non mi
importa nulla di te e se vuoi vendicarti dicendolo a tutta la scuola fai pure.
Dillo a tutti! Edward Walters si è innamorato di Evelyn Davis.
Non m’importa!!!” sputò Edward ansimando per lo sforzo
di aver buttato fuori tutto.
Finalmente
lo aveva ammesso, a sé stesso e anche agli altri.
Certo il
merito andava anche alla perseveranza di Stephanie.
Ora non
restava che rendere partecipe anche la diretta interessata, sempre ammesso che
gliene importasse qualcosa.
“Che
hai?” chiese innervosito Edward guardando la maga che lo fissava.
Non sembrava
delusa o arrabbiata.
Anzi,
aveva una strana luce negli occhi.
“Stephanie?”
supplicò Edward, mentre una strana sensazione si impadroniva di lui.
“No”
sussurrò Evelyn, scuotendo leggermente la testa.
“Merlino
che figura” mormorò il mago sconfortato lasciandosi sedere a terra, tenendo la
testa bassa. “Da quanto?”
“Quanto basta” mormorò Evelyn sedendosi accanto al ragazzo, tenendo lo sguardo
fisso di fronte a sé.
Aveva
appena ricevuto una dichiarazione e... e ora sentiva il bisogno di fare una
cosa...
Molto
lentamente Evelyn ruotò il volto verso il mago osservandone il profilo.
Era così
bello.
Non lo
aveva mai detto a nessuno ma quello stronzo le era
sempre piaciuto e... forse non lo aveva mai ammesso nemmeno a sé stessa ma...
Gabriel assomigliava molto a Edward... chissà, forse inconsciamente si era
messa con Gabriel proprio perché sapeva di non poter stare con Edward... fino
ad ora...
Senza
dire una parola Evelyn si mosse verso il ragazzo, inginocchiandosi tra le gambe
divaricate del mago avvicinando il viso al collo di Edward, ispirandone il
profumo.
“Evelyn...”
sussurrò il mago piegando leggermente il viso,
ritrovandosi a pochi centimetri dal viso della ragazza.
Così
vicina era ancora più bella.
“Cosa
fai?”
“Non lo
so” rispose Evelyn, rimanendo qualche istante a studiare le iridi del ragazzo
per poi avvicinarsi ancora di più fino a che le loro labbra non si toccarono
leggermente.
Erano
morbide e leggermente socchiuse.
Respirando
a mala pena Evelyn accarezzò lievemente le labbra del ragazzo con la lingua,
disegnandone il contorno.
Prima il
labbro inferiore, poi quello superiore.
Lentamente.
Sentiva
un brivido leggero percorrergli la schiena, dalla nuca giù fino al coccige.
All’improvviso,
come se qualcuno le avesse rovesciato addosso un
secchio di acqua fredda, si rese conto di ciò che aveva fatto, ma soprattutto
dell’immobilità del ragazzo.
Già,
perché per tutto quel tempo Edward era rimasto immobile, pietrificato.
Non si
era aspettato di dichiararsi in quel modo a Evelyn, né che lei rispondesse così.
Non
poteva credere veramente che Evelyn fosse lì di fronte a lui
e che gli stesse leccando in quel modo le labbra.
Si
sentiva paralizzato. Stordito dalle sue labbra, dalla sua lingua, dal suo
profumo.
Profumava
di vaniglia e lui adorava la vaniglia.
Forse
aveva frainteso tutto.
Forse
lui non voleva dire quelle cose su di lei.
Forse
erano solo un modo per allontanare Stephanie e per ‘punirla’
di tutti i guai che gli aveva combinato.
Forse
lui non si era innamorato di lei.
*Mio
dio, cosa ho fatto...* gemette nella sua mente, allontanandosi bruscamente
dal mago, suscitando però la reazione del ragazzo che l’attirò a sé premendo
con forza le labbra contro quelle di lei approfondendo il bacio.
Quando
alla fine i due maghi si separarono Evelyn, rimase con gli occhi fissi sulle
labbra del mago, alzandoli poi lentamente sugli occhi di lui.
“Io
devo...”
“Non ci
pensare nemmeno” la interruppe Edward tornando improvvisamente in sè, prendendola per la vita, baciandola con passione,
ispirandone profondamente il profumo.
Quanto aveva aspettato quel momento?
Da
quando erano arrivati ad Hogwarts? O da quando erano
partiti dalla loro scuola?
Dalla fine dell'anno precedente, quando aveva scoperto che si era fidanzata da
un ragazzo più grande? O da quando l'aveva conosciuta all'inizio del primo
anno?
Aveva litigato con lei talmente tante di quelle volte che non avrebbe mai
immaginato ad un epilogo del genere eppure... non avrebbe potuto desiderare un
finale migliore.
Continuarono
a baciarsi e accarezzarsi per parecchi minuti finchè,
ormai a corto d'aria, si separarono rimanendo per qualche istante in silenzio.
Cosa si
diceva in una situazione del genere?
“A cosa
pensi?” chiese Edward baciandole il palmo della mano quando
Evelyn gli accarezzò la guancia.
“Che
faccio ancora fatica a crederci” rispose Evelyn rispondendo felice ai leggeri
baci di Edward.
“Ti sei
pentita?” chiese Edward fermandosi a guardarla negli occhi.
“No,
solo... è strano. Non trovi?”
“Strano piacevole” rispose Edward lasciando che Evelyn gli si accoccolasse tra
le gambe. “E a che altro pensi?”
“Alla faccia che farà Stephanie Smith quando verrà a
sapere di noi” sghignazzò divertita Evelyn. “Tu?”
“A quanto roderà tutto questo a quel maledetto furetto” rispose compiaciuto
Edward. “E a quanto sono stato stupido ad aspettare tutto questo tempo”
“Beh ora siamo qui, e stiamo insieme” sussurrò Evelyn voltando il viso verso il
mago. “Pensi che Carter ti farà storie?”
“Per cosa?”
“Per
noi” rispose Evelyn.
“Non
penso proprio, anzi sarà
felice che ho messo la testa apposto” rispose Edward
tranquillizzandola.
“E i
tuoi amici?”
“Evy ho sudato 7 camice, picchiato Jenkins
e sopportato quella cozza di Smith per poter stare
con te... non mi importa cosa diranno. Ti amo Evelyn e voglio stare con te,
tutto il resto ha molta poca importanza” rispose Edward stringendola a sè, baciandole i capelli. “Tu in vece?”
“Cosa?”
“Le tue amiche?”
“Judi è
felice se sono felice io e le altre... se sono mie amiche capiranno altrimenti
le perderò molto volentieri perché ora so cosa voglio”
“E cosa
vuoi?”
“Voglio
te... noi... è solo questo che voglio” rispose Evelyn baciandolo dolcemente
sulle labbra stringendosi a lui.
“Ti
amo... Fanny” sussurrò Edward facendola sorridere.
Era
esattamente così che si sentiva. Come una Fenice. Sentiva di essere rinata
dalle proprie ceneri.
Gabriel
era ormai un piccolo ed
insignificante ricordo.
Ora
finalmente aveva trovato ciò che cercava ed era più bello e magnifico di quanto
avesse potuto desiderare.
FINE