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Autore: Queen_V_Introspective    29/11/2015    7 recensioni
Sequel di “Miedo a Perderte”
Alcune volte capita di smarrire se stessi: A causa di un lungo viaggio,
A causa di un rapporto difficile,
A causa di una separazione forzata o ad un'amnesia.
Il percorso per ritrovarsi talvolta si presenta lungo, doloroso e tortuoso.
Ma non sarà né il tempo, né un viaggio in un’era diversa, né la mancata memoria a causa di un maleficio a dividere ciò che l'amore unisce.
“L’odio è potente, ma mai quanto l’amore. Namunah gli ha cancellato la memoria, ma non ha nessun potere sui suoi sentimenti. Il tuo amore è più forte del suo sortilegio. Se riuscirai a riaccendere in lui l’amore che vi unisce l’un l’altra vedrai che ti riconoscerà.” (Miedo a perderte cap.18)
||AGGIORNAMENTO STORIA:Mercoledì||
Ringrazio Spirit99 per la disponibilità, la gentilezza e l'accuratezza nel revisionare tutti i miei testi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Akai Ito'
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***
Capitolo 2
Lacerarsi

***
 

 “Akane
Ti scrivo per comunicarti la mia decisione riguardo la scelta che ho preso: non cercarmi più, non tornerò indietro. Ci ho pensato a lungo, sai, viaggiando per luoghi a me sconosciuti finora, ho capito che mi sento libero, che questo è ciò che cerco e desidero veramente. Non ho ritrovato me stesso e, forse, non avverrà mai, però non grava sulle mie spalle il peso di apparire in modo forzato lo sposo che tutti si aspettano o per meglio dire il tuo sposo. Colui che tu speri ardentemente di ritrovare, e che io ti auguro con tutto il mio cuore di rincontrare un giorno. Non sono io l'uomo che hai a lungo cercato e me ne rammarico, perché oltre ad essere una donna bellissima, sei straordinaria. Purtroppo come ben saprai, al cuore non si comanda e per quanto l'amore si dica “vince su tutto”, nel nostro caso non è andata proprio così. Il mio aspetto esteriore ti ha illuso, facendoti credere che fossi io il tuo sposo, sei stata abbindolata da una similitudine molto forte. Mi dispiace tanto per te, per il tempo che hai perduto, per colui che hai amato e per tutta la sofferenza che ti ha causato tutto questo, ma quella persona non sono io. E né tantomeno posso imporre a me stesso di amarti, di provare un sentimento per te quando dentro al mio cuore non c’è nulla. Sarei un ipocrita e un meschino e tu non lo meriti. Proprio per questo motivo ho deciso di scriverti un'unica ed ultima lettera, perché sono consapevole che nonostante sia trascorso un anno, dal giorno in cui sono partito e di me non hai avuto alcuna notizia, tu avrai sicuramente atteso mie notizie. Un'attesa lunga e quasi interminabile, che va solo a cumularsi con le precedenti. Magari ti starai chiedendo il perché, o avrai mille dubbi e paure: non ci sono risposte e le domande sono troppe. Io, ho smesso di porre a me stesso da un bel po' quesiti a cui non saprò mai trovare una risposta. Non c’è un'altra donna, ma sicuramente un giorno ci sarà, quindi smettila di aggrapparti al passato e ricomincia a vivere. È vero, una parte di me sarà sempre profondamente legata a te e a tutto ciò che ti riguarda o circonda, non so spiegarti neanch’io il perché, ma è così e basta. C’è qualcosa che manca, un tassello del puzzle insoluto che mi conduce verso di te, sei dentro di me, ma non nel cuore, non come vorresti tu.
 Ti abbraccio forte, Addio.
Ranma.”

 
 


***
 
Il cuore pulsa forte, dopo un anno di silenzi finalmente un segno, un messaggio. Per me ha un significato importante, vuol dire che anche lui mi sta pensando e così, tra le mie mani tremanti, raccolgo quella lettera. È stata scritta da pochi giorni, posso percepire ancora il profumo dell’inchiostro fresco. Magari chissà è nelle vicinanze ed ha deciso finalmente di far ritorno a casa. Poi mi guardo intorno e mi assicuro che non ci sia nessuno nei paraggi, voglio essere sola, voglio pregustarmi in pieno questo splendido momento. Per un attimo la fisso, ci gioco un po', in fondo ho atteso tanto ed ho quasi un po' paura di aprirla: è un addio? Se non vuole più saperne? O magari è un semplice messaggio per raccontarmi come va? Perché non scrivere prima? Perché lasciar trascorrere un anno?

Ho tanti dubbi, troppi.

Iniziano a vacillare tutte le mie certezze, sento il battito accelerare sempre di più, le gambe diventano molli, le mie mani iniziano ad inumidirsi a poco a poco. Questa lettera non lascia presagire nulla di buono o positivo. Mi sto solo illudendo, basta.
Decido di dare un taglio netto a quella sofferenza che da ben sette anni, - anzi incluso questo sono otto -, mi porto dentro.
Perché tra un viaggio e l'altro nei vari mondi abbiamo perso sette anni della nostra vita.
Nessuno è stato messo al corrente di questa faccenda del tempo.
Nessuno ha mai saputo, prima di viaggiare nei vari universi, che una settimana trascorsa in un altro mondo, utilizzando la passaporta o un whormole equivale ad un anno del nostro mondo reale sia per l'andata che per il ritorno. E così una volta rientrati a casa abbiamo ricevuto un'altra amara sorpresa, sempre grazie al nostro bel Safulan e a Ranma che hanno discusso e litigato su quel dannato monte!

Maledette sorgenti, maledetta maledizione e maledetta Namunah!

Tiro un bel sospiro e dopo aver deglutito con non poca fatica, emozionata, finalmente mi decido ad aprire questa benedetta lettera, ho timore non lo nego, ho il terrore di scoprire cosa vi si celi dentro. Non posso più tirarmi indietro però, ormai l'ho aperta, inizio a leggere le prime righe e poi…

Mi sento gelare l'anima.
Un dolore forte mi ha lacerato.
Non credo riuscirò più a ricomporre i milioni di pezzi di me, andati in frantumi.

In un attimo la mia espressione di gioia si tramuta in incertezza, poi in dolore ed infine in completa apatia. Distolgo per un attimo gli occhi da questo messaggio, ogni mia speranza è stata distrutta, sotterrata da queste righe che lui ha ben pensato di scrivermi, dopo dodici lunghi mesi di attesa. Dopo tutto questo tempo trascorso insieme, anni fatti di promesse reciproche, notti infernali, viaggi assurdi ed impensabili mi ha scaricato così, su due piedi, come un barile al porto. Tramite una sporca, misera lettera. Inespressiva, atona, senza una voce né un significato con la bella scusa della memoria.
Ebbene mio caro Saotome, se il tuo intento era quello di annientarmi, sappi che hai centrato in pieno il bersaglio.
Credo… in cosa credo? Non lo so più.
Ormai non ho nemmeno più lacrime da versare, anche i miei occhi hanno smesso di crederci, fisso di nuovo il pezzo di carta, non so se continuare a leggere e farmi venire il voltastomaco per ciò che c’è scritto oppure accartocciare questo insulso pezzo di carta e bruciarlo.
Come vorrei accartocciare colui che mi ha procurato tutto questo dolore.
Perché sì, ogni singola sillaba rappresenta un colpo basso, che lui mi ha inferto.
Ha giocato in modo sporco, e questo non è da lui, ma in fondo dopo mesi... anzi, che dico! Dopo anni di rincorse, mondi ed epoche diverse, non mi sorprende più di tanto che anche il suo animo gentile sia stato corrotto.

Il mio è immutato, né il tempo, né le ferite e né il dolore potranno mai far assopire i miei sentimenti o il mio dolore. Ho lottato con tenacia, forza, con passione per questo amore. Oggi, però non ho intenzione di andare avanti, di continuare, non sarebbe giusto. Sarebbe una lotta persa in partenza perché per lui non esisto più.
Mi convinco a questo punto, che se voglio dimenticare devo leggere tutto fino in fondo. Devo ferirmi, solo così potrò odiarlo e forse scacciarlo via dal mio cuore. Riapro la lettera che avevo richiuso poco prima, continuo a leggere e sento ogni piccolo frammento della mia anima frantumarsi, percepisco un dolore sordo, sento che si sgretola tutto il corpo, man mano che continuo a leggere la nausea mi pervade, sento venir su un conato di vomito irrefrenabile. Cerco il primo oggetto disponibile su cui rovesciare il mio dolore, la mia frustrazione ma non trovo nulla di adatto. Trattengo un po' e cerco di arrivare quanto prima alla toilette.
Una manciata di minuti dopo, esco assicurandomi che nessuno abbia assistito alla scena, con una volto quasi cadaverico. Non voglio che Nabiki, mio padre o qualcun altro mi pongano domande sul mio stato attuale. Non sarei in grado di fornire loro una motivazione che regga. Non sono più l'Akane di una volta.
Mi siedo di nuovo sul letto, cerco di reprimere quel senso di nausea che ancora mi assale, devo farcela. Lo sto facendo per me.
Giungo finalmente alla fine di questa lettera angosciante. Una lenta tortura, un'agonia che ha ucciso il mio essere in soli dieci minuti o al massimo una mezz'ora.
Non avrei mai creduto che una decina di righe potessero ridurmi in uno stato così pietoso. Dovrei essere furibonda e giurare vendetta, ma non sarà così. Non ce la faccio, mi ha distrutto, devastato e buttato via. Non sarò mai più la stessa persona semmai riuscirò a ritrovare i cocci di ciò che è rimasto di me. In fondo questi viaggi hanno già mutato il mio essere, ma all'assenza non ci si abitua mai. Certo, il viaggio ha facilitato le cose, non vedendo la sua faccia tutti i giorni da un po’ il colpo è sicuramente stato diverso ma non meno duro. È solo un codardo, nient'altro che un vigliacco.
Mi sdraio sul letto, cercherò di riposare, di non pensarci.
Per quanto mi sforzi, mi giro e mi rigiro nel letto ma non c'è verso di dare pace alla mia anima. Il mio tormento è continuo. Vorrei solo sparire per non percepire più lo squarcio che avverto in questo istante.
Vorrei dormire per sedare il dolore lancinante e la verità che duole. Vorrei… vorrei solo che lui aprisse quella maledetta porta e che tutto ritornasse al suo posto.
Che questo sia solo un brutto sogno… ecco cosa vorrei.
Ed intanto a poco a poco la tortura inizia ad alleviarsi, ed il sonno pervade tutto il mio corpo.
Gli occhi si chiudono lentamente, il cuore ritorna ai suoi battiti regolari e finalmente l'anima, il cuore ed il cervello per un po' si beano della giusta pace.
 
 

 
***


Akane ormai ha perso la grinta, il suo spirito combattivo. Il suo sguardo è vuoto, spento. Vorrei aiutarla, ma lei non concede a nessuno di starle accanto, nemmeno a me che un tempo sono stato forse il suo migliore amico. Mi chiedo dove sia finito Ranma, se stia bene o cosa faccia.
Non mi ha mai scritto, forse perché non rimembra alcun legame.
Spesso noto che Akane di nascosto osserva me e Ukyo quando siamo insieme, leggo tanta tenerezza nei suoi occhi ed anche tanta solitudine. Vorrei poterle dire che tutto si aggiusterà, che tutto tornerà come prima, ma non ho il potere di prevedere il futuro e non posso sapere nulla di cosa accadrà.
Oggi vorrei passare a farle visita, magari fare una passeggiata le farà bene.
Non appena giungo a casa Tendo il signor Genma e il signor Soun, aprono la porta e mi accolgono con molta allegria, che buffi sono ormai da sempre, mi chiedo cosa oggi li spinga ad esser così allegri.

« Salve Soun, signor Saotome. Come mai siete così di buon umore quest'oggi? »

« Oh figliolo, non sai che splendida notizia abbiamo ricevuto! Ranma ha scritto una missiva ad Akane, finalmente! »

« Ma è fantastico! Cosa le ha scritto? »

« Questo ancora non lo sappiamo, Akane è di sopra. Va' pure da lei »

« Sì, certo. »

Mi avvio con passo svelto verso la stanza di Akane, quella paperella buffa fuori la sua porta mi strappa un tenero sorriso.
Busso più di una volta con fare insistente, ma non ottengo nessuna risposta. Noto che la porta è socchiusa così pian piano, adagio, la sospingo. La scena che vedo non mi piace molto, Akane adagiata sul pavimento con il capo e le braccia conserte poggiati sul letto e le gote umide. Probabilmente solcate dalle lacrime. Più in là posso scorgere un pezzo di carta, all’apparenza sembra una lettera accartocciata che giace nei pressi di un cestino. La scena che vedo non lascia molto spazio alla mia immaginazione.
Credo proprio che in quella lettera non ci sia scritto niente di buono.
Non so se leggere o meno, in fondo sto violando la privacy della mia amica, però voglio anche aiutarla e so per certo che lei non mi parlerà mai del suo contenuto. Così decido di leggere, farò finta di niente, ma almeno saprò contro quali mostri dovrò combattere in futuro per aiutare la mia cara e dolce Akane.
Finalmente apro il foglio, inizio a leggere, man mano che vado avanti mi sale un moto di rabbia, mi sento furioso… come ha potuto farle questo? Proprio lui? Non capisco, non riesco a capacitarmene. Accartoccio di nuovo la lettera e la ripongo dov'era prima. Cerco di non svegliare Akane mentre la sollevo e la adagio delicatamente sul letto. Credo che non sia opportuno rimanere e disturbare forse gli unici momenti in cui è serena. La osservo ancora un po’ mentre dorme… sembra così felice, e pensare che invece non appena aprirà gli occhi dovrà fare i conti con un dolore che le è stato inflitto senza che avesse chiesto alcunché.
Povera Akane, se solo ripenso alle parole di quel cretino!
Non devo più pensarci basta! Ora la cosa importante è aiutare Akane e tirarla fuori da questo tunnel di dolore.
Scendo le scale velocemente e cerco di andar via senza fornire troppe spiegazioni.

« Ragazzo, già vai via? »

« Sì, Akane sta riposando. Passerò domani. »

« Non avete parlato della lettera? Allora cosa le ha scritto? »

« Mi dispiace Soun, ma Akane quando sono salito già dormiva, non le ho proprio parlato, ora se volete scusarmi vado di fretta. »

« Certo, certo. Ciao Ryoga, a presto. »

Intanto, mentre lascio casa Tendo, sento quei due parlottare sul come scoprire cosa sia contenuto nella lettera. Non cambieranno mai.
Mentre sono fuori dal vialetto, mi volgo verso la finestra della camera di Akane... quanti ricordi, quante volte quello sciocco di un Saotome mi ha dato il tormento, mi ha inseguito minacciando di voler svelare ad Akane il mio segreto se mi fossi azzardato a dormire con lei di nuovo .
Come hai potuto farle questo, Ranma?
Una lacrima mi riga il viso, di dolore, di sofferenza, una lacrima che segna il ricordo di una felicità ormai svanita.
Non temere amica mia, io ti aiuterò.
Non ti abbandonerò mai.
 


 
***


 
Mi è costato molto, forse fin troppo scrivere quella dannata lettera. Non capisco perché ora mi sento così, eppure prima di scrivere quelle poche righe ero più che convinto della scelta fatta. C’è qualcosa in quella ragazza, come un richiamo, che mi tiene legato a lei…
Non comprendo ora però il motivo di tutto questo… non so neanche come definirlo... dolore? Sofferenza? Malinconia?
Non ne ho la più pallida idea! Non appena ho lasciato quella casa un anno fa, mi sono sentito sin da subito libero, ho viaggiato in molti posti, forse ho girato gran parte del mondo, eppure ho percepito sempre la carenza di qualcosa o qualcuno. Manca sempre un pezzo, ma dopo tanto vagare quel tassello non è venuto fuori. Mi sento un po' come Ryoga quando a suo tempo smarriva la strada ed ogni volta si ritrovava al punto di partenza.
Alcuni ricordi, aleggiano flebili nella mia mente, ho precisato nella lettera che non mi riconosco in quel ragazzo che Akane cerca. Eppure certe cose, come Ryoga e il suo pessimo senso d’orientamento oppure Ukyo e i suoi buonissimi okonomiyaki e tante altre cose le rimembro. Com’è possibile tutto questo? Non ho alcuna risposta. Per me sono e sarò sempre il marito di Sherazade: Alahdin. Non comprendo perché le ho detto chiaramente di andare avanti e poi io continuo ad essere aggrappato al passato. Un passato che non mi appartiene o forse sì?
Va al di là delle mie forze non ci riesco ad andare avanti, forse, il tassello mancante è proprio lei: Sherazade. Finché non riuscirò a ritrovarla, non avrò mai vita facile e soprattutto non sarò mai felice, né io né Akane.
 
 


***
 
 
 Note dell'autrice:
 
Ringrazio chi ha inserito la mia storia tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro che recensiscono e soprattutto ringrazio:  Spirit99 
la mia dolce Beta - Reader per aver revisionato come sempre i miei testi in modo eccellente.

La storia verrà aggiornata ogni Domenica.

Buona lettura con Affetto,
Annalucia.

 
© Disclaimer. Tutti i personaggi sono tratti dal Manga/ Anime Ranma 1/2 essi non mi appartengono, la sua autrice originale è Rumiko Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Ranma 1/2  nei vari paesi. 
Essa non è scritta a scopo di lucro.
 
   
 
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