Hola!
E
come al solito eccomi in anticipo… Strano, ma negli ultimi martedì ho sempre da
fare cose che mi impedirebbero di aggiornare!
Comunque,
eccovi un nuovo cap in cui le fan Deb e
Andrea inizieranno a gioire, eheheh!
Grazie
mille a:
Kirya:
Grazie mille! Tranquilla, ora vedrai cosa succede quando Deb rincontra gli
altri del programma, e ti dico solo di tenerti pronta per grandi sorprese e cambiamenti, eheh! Dici che Db e
Andrea torneranno insieme? Boh…. Muahaha! (Sono perfida, lo so!) xD Ancora
grazie, carissima, spero che anche questo ti piaccia!
vero15star:
Tesoro, sapevo che con lo scorso cap avrei scatenato la tua felicità, ma
sono certa che questo la farà aumentare
ancora di più, ihih! ^^E devi vedere nei prossimi… Bacioni, ti voglio beneeee!
95_angy_95:
No, no, Andrea mi ha promesso che farà il bravo, anzi lo sarà fin troppo! Ed io
te lo prometto insieme a lui! ^^
Giulls:
Grazie tesoro, ora mi fai commuovere! *al
diavolo Niko, voglio Deb con Andrea, così come Robert e Giulia!* Puoi dirlo forte, Niko
deve solo andarsene a quel paese e lasciare Deb e Andrea da soli, libri di fare
quella famosa uscita a quattro cn Giulia e Robert! Bacioni, ti voglio bene!
Freeze:
Ehm, ammetto di ricordare che il commento era un po’ assurdo, nel senso che non
avevo capito perfettamente a cose fosse dovuta quella frase di “gioia”, ma è
tutto ok, no problem! ^^ Anzi, ammetto che le tue recensioni mi restano sempre
impresse per la loro particolarità, ed io adoro le cose particolari! =)
_New_Moon_: Ti capisco perfettamente, anche a me manca
tantissimo quel periodo (specialmente ora che scrivendo anche il continuo) ma
mi manca soprattutto la vecchia Deb super insicura versione sedicenne, in cui
mi rispecchio moltissimo! Quindi
tranquilla, è del tutto normale provare questi sentimenti leggendo una fic
molto lunga in cui la protagonista è
cresciuta! ^^
Detto
questo, vorrei proporvi un piccolo (e banale!) sondaggio… Cosa ve ne sembra del salto
temporale che c’è stato nella fic? Vi ha infastiditi o vi ha interessato
maggiormente?Lo chiedo perché in seguito ce ne saranno altri… Fatemi sapere!
A
giovedì o venerdì!
La
vostra milly92.
Capitolo 47
Il Battesimo Della Figlia Del Mio Migliore Amico
Firenze
scorreva davanti ai nostri occhi mentre io e i Gold Boyz eravamo nella
limousine a parlare del più e del meno.
“Quindi
non hai nemmeno saputo che fine ha fatto Samanta?” mi domandò incredulo Francesco,
mentre eravamo sull’argomento “Vecchi amici in comune”.
“No!
Perché, cosa ha combinato?” domandai curiosissima.
“Dopo
Music’s Planet ha fatto i provini per qualche film, dopo essere comparsa nel
videoclip di Niko, ma non è stata presa, così si è sposata con un vecchio conte
milanese, produttore di film, ed ora è addetta ai casting, vedova da qualche
mese e sta progettando di sposarsi con il figlio di questo vecchio conte, un
cinquantenne arzillo…” spiegò lui, lasciandomi totalmente basita.
“Alla
faccia, hai capito a Sam! Secondo me l’ha ucciso lei al conte, ihih”
sghignazzai.
“Non
mi stupirei, ricordi così combinò al tuo camerino?” mi domandò Andrea,
lasciandosi prendere dai ricordi.
“E
chi se lo scorda, rimpiango ancora l’ombretto rosa della Pupa, era il mio
preferito” dissi. E poi tu quella sera andasti
a letto con Rossella…
Ebbi
appena il tempo di pensare quel nome che, puff!, la limousine si fermò e i
finestrini si abbassarono, rivelando Rossella accanto a un trentenne, vestita
elegantemente con un abito viola.
“Ciao,
raga! Oh, Debora, ciao!” disse lei, entrando insieme al suo compagno e
abbracciandomi affettuosamente, lasciandomi totalmente allibita. Cercai di non
ricordare cosa era successo l’ultima volta che ci eravamo parlate.
“Ciao,
Rossella, tutto bene?” le domandai cordialmente mentre la limo ripartiva.
“Si,
benissimo, te piuttosto? Ti trovo in gran forma!” esclamò osservandomi e
sorridendo imperterrita.
“Tutto
bene, grazie. Ah, e complimenti per il cd, mi è piaciuto molto!” mi
complimentai, il che era vero in parte.
Se deve essere una mia coinquilina,
fammi sotterrare l’ascia da guerra…! Anche se dimenticare tutto quello che mi
ha fatto sarà difficilissimo…
“Grazie!
Comunque lui è Pierre, il mio ragazzo” lo presentò, mentre Pierre sorrideva e
mi allungava la mano. Non era niente male a dir la verità, a parte quel pò di
barba.
“Piacere,
Debora” gli dissi cordiale, stringendogli la mano.
Non
disse nulla oltre ad accennare un mezzo sorriso, così restammo per un attimo in
silenzio prima che Rossella si decidesse a dire: “Francesco mi ha detto che
cerchi casa a Roma, Deb”.
“Si,
andrò lì all’Università e così…” iniziai, ma lei mi interruppe.
“Allora
cosa aspetti, fai i bagagli domani stesso e vieni, io e Eliana saremo
felicissime di averti con noi in casa, dopotutto ti conosciamo! Preferiamo te
ad un’estranea…” iniziò lei allegra. “La casa ha tre camere da letto, due
bagni, una cucina, un salone, uno studio e un ripostiglio, proprio al centro di
Roma, si affaccia sul Tevere, ma soprattutto sarai vicina di casa di questi
quattro…”.
“Hai
mai pensato di diventare il capo di un’agenzia immobiliare oltre che a fare la
cantante?” le proposi solare. Si stava comportando davvero decentemente, come
quando ci eravamo appena conosciute.
“No,
ma ci farò un pensiero… coinquilina!”
disse lei ridendo. “Perché accetti, vero?” domandò preoccupata.
“Si,
dai, mi hai convinta” dichiarai infine.
“Allora
sei apposto, anche perché accetti di
lavorare con noi, vero?” domandò Andrea minaccioso. “Stanotte abbiamo
chiamato Enzo, il produttore, e ha detto che va bene… Inizierai a settembre”.
“Ok,
ok… Grazie!” dissi grata, sentendomi davvero leggera come non mi sentivo da
tempo.
Fu
con questo spirito di gaiezza che alle dieci scendemmo dalla limo e ci trovammo
davanti la chiesa, maestosa e caratterizzata da un grande cortile. C’erano
molte persone in quello spazio, chi vestito elegantemente e chi invece più
sportivo. Ciò così divideva la gente in due categorie: gli invitati al
battesimo e i semplici fedeli che volevano seguire la messa di un cantante del
posto.
“Wow,
c’è già il pienone” disse Rossella. “Vieni, Pierre, c’è una mia amica. Ragazzi,
è Elena, la conoscete anche voi” aggiunse, facendo segno a Francesco,Giuseppe e
Dante di seguirla, lasciando me e Andrea da soli.
Feci
un sorriso di incredulità, visto che si era visto benissimo che gli aveva fatto
l’occhiolino e che era un suo tentativo di lasciare me e Andrea da soli.
“E’
cambiata” dissi semplicemente.
“Si,
non sai quanto. Sai, ogni volta che mi mettevo con una negli ultimi anni lei mi
diceva che… Che nessuna andava bene, perché era convinta che quella giusta
fossi tu” rivelò, parlando lentamente e cercando di studiare la mia reazione.
“Ah,
gentile da parte sua” mormorai. “Per curiosità, quante ragazze hai avuto?”.
“Beh,
cinque, ma inutile dire che la storia più lunga è durata quattro mesi” spiegò.
Annuii,
senza sapere cosa dire, ma la nostra conversazione fu interrotta da un
familiare: “Andrea!” alle mie spalle.
Trattenni
il respiro, riconoscendo la voce, e non mi voltai, mentre il mio adorato zietto
raggiungeva Andrea e lo abbracciava.
“Max!
Auguri per Manuela…”.
“Grazie!
Senti, mica hai visto Debora?” domandò impaziente, dopo averlo abbracciato.
“Ehm,
ehm” feci apposta, facendolo voltare verso di me.
“Oh,
scusami, io sono…” si scusò lui, voltandosi verso di me mentre io sorridevo
sarcasticamente.
“Ehm,
zio, ora mi offendo!” sbottai, falsamente offesa e mettendo le mani attorno ai
fianchi. “Non mi riconosci nemmeno?!”.
Massimo
rimase per qualche minuto imperterrito a fissarmi prima di scoppiare a ridere e
abbracciarmi. “Debora! Cavoli, non ti avevo riconosciuta! Ma sei cresciuta da
morire!”.
“Zio,
non esagerare, sei tu che stai invecchiando” dissi ironicamente stringendolo.
“Da quanto tempo!”.
“Eh
si, tre anni, nipotì!” fece lui.
“Allora,
dove sono Beatrice e Manuela?” domandai impaziente dopo i primi inconvenienti.
“Sono
lì, venite” disse, conducendoci vicino un’auto blu. Vicino c’era Beatrice, con
indosso un raffinato abito blu, che reggeva la neonata.
“Bea,
ti ricordi della mia nipotina acquisita?”.
Lei
mi guardò, prima di dire: “Debora! Ciao, bella, tutto bene?” e salutarmi con
due baci sulle guance.
“Bene,
grazie, Beatrice! Anzi, posso chiamarti zia visto che ora sei la moglie di mio
zio?” ironizzai, mentre mi soffermavo a guardare la piccola Manuela, fasciata
da un vestitino di seta bianca. Era abbastanza paffuta e sorrideva, agitando le
manine.
“Certo,
nipotina!”.
Le
sorrisi prima di dire: “Com’è bella questa piccolina! Posso prenderla in
braccio?”.
“Certo”.
Beatrice
me la passò delicatamente e la presi in braccio, mentre lei iniziava a giocare
con il mio indice sinistro.
“Ciao,
piccolina, sei bella proprio come la tua mamma!” disse Andrea, avvicinandosi.
“Si,
ma ricordati che la mamma è sposata con il papà, vero Manuela?” lo rimproverai
mentre Max e Beatrice parlavano con Rossella e gli altri Gold Boyz.
“Va
bene, allora diciamo che sei bella come la tua cuginetta” dichiarò lui,
lanciandomi un’occhiata di sbieco.
Feci
un sorriso imbarazzato, prima che però Manuela iniziasse a piangere.
“Beatrice,
Beatrice!” la chiamai. Lei subito accorse, cacciando il ciucciotto dalla borsa
e facendoglielo prendere.
“E’
colpa tua” rimproverai Andrea, “La tua voce l’ha spaventata”.
“E’
colpa tua, invece, perché avevo fatto un complimento alla sua mamma, tu hai
detto che non andava bene, l’ho fatto a te e si è offesa” ironizzò lui,
avvicinandosi e prendendomi entrambi le mani tra le sue.
“No,
lo hai fatto alla sua cuginetta” mi difesi, guardandolo negli occhi.
“Eri
tu, no, visto che sei la nipotina di suo padre!” rispose con aria furba. “Non
far finta di non aver capito…”.
“La
prossima volta sii più diretto se vorrai farmi un complimento” lo apostrofai,
chiudendo gli occhi in due fessure.
“Va
bene… Sei magnifica, e sono felicissimo di starti vicino, ora sto comprendendo
cosa è significato per me starti lontano tutto questo tempo” dichiarò
seriamente.
Stavo
per rispondergli, rossa in viso, quando
Francesco disse: “Allora, entriamo in chiesa, su”.
Subito
allontanammo automaticamente le nostre mani e li seguimmo.
Entrare
in chiesa fu davvero difficile vista tutta la gente che si era presentata, per
fortuna che avevamo i posti riservati nelle prime file. Lì incontrai Lara,
Dario, Maria e Luke.
Seguimmo
la messa, ma dopo che la bambina fu stata battezzata fu un sollievo ritornare a
respirare un po’ d’aria fresca.
Stavo
parlando con Rossella nel cortile quando un prominente: “Ross, finalmente, la
tua coinquilina ti aveva dato per dispersa!” ci interruppe. Lei sorrise,
rispondendo: “Ehi, Niko, tranquillo che nessuno mi ruba!”.
Mi
sentii il sangue raggelarsi; mi ero preparata a quell’evento, ma, come si dice,
la prudenza non è mai troppa.
Mi
voltai, decisa a rimanere impassibile. Niko era lì davanti a me, sorridente e
agghindato nel suo solito look giacca, camicia e jeans. Era davvero cresciuto,
si vedeva che ora aveva ventidue anni, era più uomo, con i capelli più lunghi e
la barba lievemente accentuata.
“Ciao,
Niko” gli dissi. Quelle parole mi costarono molto, quasi come se fossero di
piombo e si fossero appollaiate sulla mia gola.
Lui
mi guardò, come tutti del resto, un po’ stralunato prima di dire: “Oh, ciao, Debora!
Che bello rivederti!”.
Come
l’ultima volta mi salutò con due baci sulle guance, cordiale.
Fai finta di nulla mi autoimposi. Eppure, fui felice nel constatare che
vederlo mi aveva generato solo sorpresa, niente di più.
“Allora?
Tutto bene?” gli domandai, continuando a sorridere e a far finta di nulla.
“Benissimo,
a te invece? Cosa mi dici? Quanti anni hai ora?” domandò, con aria smemorata.
“Ne
ho diciannove, mi sono appena diplomata” risposi.
“E
con un bel 92, devi dire” aggiunse solare Andrea avvicinandosi e prendendomi
sotto braccio, stringendomelo e impedendo quasi al sangue di circolare.
Wow, è geloso?! Tranquillo, Andrea, non
m’importa più di questo smemorato!
“Auguri,
allora! Devo dire che ti trovo diversa” commentò, fermandosi sul braccio di
Antonio che mi stringeva per poi salire, fino al mio sterno e riscendere fino
alla mia vita.
“Si
cresce, purtroppo! Anche tu sei cambiato…” dissi.
“E’
l’amore, ihih” esclamò lui, sorridendo beato mentre Eliana si avvicinava.
Ma bravo, rinfacciamelo pure, credi che
non lo sappia che stai con quella?! Hai mai pensato di mettere i manifesti?
“Eccoti
qui, temevo di averti perso come al solito” dichiarò Eliana raggiungendolo.
Aveva un’aria quasi scocciata; anche lei sembrava maturata da quando l’avevo
vista la prima ed ultima volta dal vero, i suoi capelli da ramati erano
diventati biondi, era un po’ più in carne e sembrava una signora raffinata
invece che una ventiduenne.
“Ma
no, tranquilla, ti ho promesso che oggi sarà tutto tuo!”.
Eliana
lo guardò scettica prima di scrutarmi e dire: “Che cafona, scusami, io sono
Eliana!”.
“In
realtà ci siamo conosciute tre anni fa, comunque io sono Debora!” mi presentai
cordiale.
“Debora?
Ma mica sei la ragazza che verrà a vivere con me e Rossella?” domandò,
allargando gli occhi per la sorpresa. “Me lo ha appena finito di dire!”.
“Si,
sono io. Andrò all’università a Roma, quindi avevo bisogno di una casa e Rossella
mi ha fatto questa proposta…” risposi.
Niko
si voltò verso di me, di scatto. “Andrai all’università di Roma? Perché?”.
Stavo
per ribattere quando Eliana gli diede un pizzico. “Che maleducato che sei,
insomma, sembra quasi che ti dia fastidio!”.
Risi,
ed Andrea fece lo stesso. Mi iniziava a stare davvero simpatica!
Eliana
infatti non si smentì, appena arrivammo al ristorante chiese a Max di spostare
i posti (il quale, poverino, aveva messo me e Niko ai lati opposti della sala
per evitare disordini) e far si che io prendessi posto con lei, Niko,Rossella,
Andrea e Pierre.
“Ehm,
vorrei salutare una mia vecchia amica, se possibile!”.
Mi
voltai, mentre chiacchieravo con i ragazzi, e mi trovai davanti Silvia,
elegante come sempre e con stampato in faccia un sorriso quasi materno.
“Silvia!
Ragazzi,scusatemi un secondo” mi congedai, abbracciandola e allontanandoci dal
tavolo per parlare in pace.
“Allora,
vedo che la pecorella smarrita ha fatto ritorno al gregge” iniziò lei.
La
guardai,e tentai di trovare le parole più grate possibili.
“Silvia,
non so come ringraziarti! Se non fosse per te forse ora sarei in un centro
commerciale con quella sciacquetta e con un 60 all’esame di stato invece che il
mio 92…” buttai lì.
Silvia
non sorrise, fece una faccia grave, quasi stanca. “Ne sono felice… Sai perché
sono stata così dura con te? Perché sono stata troppo cattiva con altri…”.
“Cioè?”
domandai senza capire, mentre intorno a noi Max cantava una canzone per dare
inizio alla festa.
Silvia
scrollò le spalle, prima di condurmi al suo tavolo ancora vuoto. “Vedi, proprio
quando tu facesti il tuo ingresso a Music’s Planet io avevo concluso la prima
stagione di un altro programma e stavo facendo le selezioni per le ballerine
della seconda stagione. Una di loro, Licia, era bravissima, aveva la danza nel
sangue, ma la rifiutai perché… perché aveva la 42, capisci!”.
Appoggiò
la fronte alla mano, socchiudendo gli occhi. “E lei… Lei ritornò ai provini il
mese dopo, con una 38”.
“Due
taglie in un mese?” domandai allibita.
Silvia
annuì tristemente. “Si… La accettai, ma… Ma il giorno dopo, alle prove, Licia
svenne e… Ed è morta così, sul colpo” terminò con le lacrime agli occhi e il
labbro inferiore tremante. Improvvisamente intorno a me la musica scomparve
insieme al caos, ritornai con la mente a quel maledetto anno, rividi dinanzi a
me la piccola porzione di insalata e quello yogurt magro che avevo mangiato a
pranzo per sei mesi…
“Per…
per questo tu un mese dopo ti scusasti, con la scusa del fatto che avevo tirato
su Max?” domandai lentamente, stringendole la mano.
“Si,
è morta a causa mia, capisci?! Quindi pensa come ci sono rimasta vedendoti così
deperita nove mesi dopo!” si spiegò, alzando il capo. “Per un secondo ho
pensato che fosse ancora colpa mia…”.
“Ma
no,Silvia, no! E lo sai!” esclamai. “Per
favore, non ne parliamo più, ci fa solo male… Abbiamo fatto pace?” domandai poi
dubbiosa.
Silvia
si tamponò gli occhi umidi con un fazzoletto ed annuì. “Ma certo, tranquilla, e
poi ho saputo che verrai a Roma, a pochi passi da casa mia…”.
“Si,
sarà fantastico” esordii, sorridendo.
Ritornai
dagli altri un po’ in pensiero per la storia appena saputa, quindi a stento
badai dove mettevo i piedi a tal punto che andai a sbattere contro qualcuno.
“Mi
scusi… Oh!” esclamai, trovandomi davanti un uomo alto, che mi perforò con i
suoi occhi azzurrissimi.
“Preg…
Oh, Deb?!” domandò lui, voltandosi completamente verso di me.
“Ivan!”
dissi convinta, ridendo. “Che bello, ci sei anche tu!”.
“E
come potevo mancare! Cavoli, non ci speravo dopo che sei mancata alle nozze…”
spiegò, stringendomi a sé con un braccio. “Come stai? Sei cresciutissima…!”.
“Sei
la cinquantesima persona che me lo dice! Comunque tutto bene, tu piuttosto?”.
“Bene,
finalmente sono in vacanza! Ma dimmi di te… Ce l’hai il ragazzo?!” domandò,
facendo l’occhiolino.
“No”
risposi seccamente.
“Come
no?!”.
“No,
sono single, ma…” aggiunsi, creando suspense e facendo un sguardo malizioso.
“Ma?!”
domandò subito lui, pendendo dalle mie labbra.
“Ma…
Sono qui con un accompagnatore…” dissi lentamente.
“Chi
è?”.
Esitai
un attimo, comprendendo che lo stavo facendo davvero incuriosire, ma per una
volta il destino mi aiutò: Andrea mi
stava chiamando, venendo verso di me.
“Deb,
vieni a sederti? Stanno servendo gli antipasti! Oh, ciao Ivan, è un bel po’ che non ci vediamo!” esclamò,
stringendogli la mano mentre Ivan mi guardava stralunato.
“Nooo,
non dirmi che sei tu il suo accompagnatore!” esclamò subito, facendomi
arrossire come una pazza.
Andrea
restò piacevolmente sorpreso, annuì e mi prese per il braccio. “Eh si, sono io
il suo accompagnatore” rispose.
Gli
lanciai uno sguardo imbarazzato, prima di lanciare uno sguardo torvo a Ivan mentre
ci allontanavamo.
“Sappi
che sono onorato del fatto che vai a dire in giro che sei la mia accompagnatrice…”
disse, davanti alle due coppiette che sedevano con noi.
Niko
e Rossella subito si voltarono verso di noi, curiosi.
“In
realtà ho detto solo a Ivan che tu sei il mio accompagnatore” precisai,
ringraziando il cameriere che mi aveva servito l’antipasto. “Ma se ti imbarazza
non ci sono problemi, c’è un nipote di Max che non mi toglie gli occhi di dosso
da due ore…” aggiunsi, decisa a risollevarmi dalla figuraccia.
“Oh,
no, certo che no! Anzi, sono fiero del fatto che tu abbia accettato, ma dopo
quelle parole hai automaticamente confermato il fatto che ti va di continuare a
vedermi dopo oggi…”.
“Devo
continuare a vederti, dopotutto sarai il mio vicino di casa, no?” ribattei evasiva, ancora più presa dalla
vergogna.
“Oh,
Deb, so che hai capito cosa intende!” si spazientì Eliana allegra.
“Ed
io ho capito che voi tutti avete capito cosa intende, tranquilla” mormorai,
decidendo di dedicarmi ad una fettina di mozzarella per avere qualcosa da fare.
“E
allora? Cavoli, non sei cambiata affatto, eh, sempre così imbarazzata…” si
intromise Niko giulivo.
Fu
quell’affermazione a convincermi a cacciare la faccia tosta.
“Ok,
Andrea, hai capito bene, mi va di vederti ancora dopo oggi e di avere un vero
appuntamento senza ficcanaso!” dissi di botto, sorridendo sarcastica e
guardandomi intorno allusiva.
“Perfetto”
esordì Andrea battendo le mani.
Mi
resi conto di ciò che avevo fatto solo un’ora dopo, mentre ero in bagno e mi
esaminavo allo specchio, effettuando la fatidica prova: dopo secoli rivedevo in
me uno sguardo sbarazzino e preso.
“Complimenti,
Andrea è un’ottima scelta” si congratulò Eliana, entrando e vedendomi,
aggiustandosi il rossetto.
“Ehi,
usciremo solo insieme, calma” dissi.
Eliana
mi guardò sarcastica, facendomi ridere. “Ok, ok, so che se le cose vanno bene
potrà anche essere il mio ragazzo ma, sai, siamo già stati insieme tre anni fa,
anche se solo per una settimana…”.
Ma poi si è messo in mezzo anche il tuo
ragazzo, oltre al fatto che il programma è giunto al termine, sai!
A
quelle parole Eliana mi guardò stralunata. “Avevi sedici anni all’epoca?”.
“Si,
perché?”.
Lei
spalancò la bocca, sorpresa. “Cavoli, allora io so di te già molte cose!”.
La
guardai senza capire, e per fortuna sembrava decisa a spiegarsi.
“Andrea
mi parla sempre di te, dice che sei una ragazza fantastica, che credeva di
amarti, che eri un po’ insicura, che sei una bravissima ragazza e che…” si
fermò, ridendo, prima di completare con un deciso: “Sei l’unica con cui non ha
mai pensato di andare a letto, quando stavate insieme”.
Continuai
a fissarla, sbalordita.
“Perciò,
datti una mossa! Anzi, te la faccio dare io visto che sei una mia coinquilina!
Ti lascerò casa libera ogni volta che vorrai, ihih” sghignazzò, spingendomi
lentamente e continuando a ridere.
Ma
fu grazie a lei che mi sentii sicura di me quando Andrea mi invitò a ballare un
lento poco dopo e si fermò nella mia stanza a parlare quella sera. Per una
coincidenza radiofonica, la radio mandò “I Will Be” di Avril Lavigne, proprio
come la notte del mio sedicesimo compleanno.
E
quella volta sentii con certezza che lui ci sarebbe stato, insieme a Max e alle
altre persone che avevo conosciuto in quella pazza avventura che mi aveva
cambiato la vita, senza la quale forse in quel momento non sarei stata così…
felice!
Qualche Anticipazione:
“Che
piacere prendere l’ascensore con te” ironizzò, mentre l’ascensore si fermava di
botto, con un grande tonfo, e mi fece quasi cadere addosso a lui.
________
“Ho
visto solo il salone e già mi sembra tutto favoloso” ammisi, piacevolmente
sconvolta.
________
“Ah,
dimenticavo di autorizzarti ad entrare dalla finestra, Andrea, visto che avete
le camere vicine” sghignazzò Eliana.
________
“Ok,
ma, mi dispiace ammetterlo, sei stata davvero cattiva… Ricordi quando venni al
concerto?” le rammentai.
________
“No,
ti perseguito” rispose solare lui.
“Ricorda che mi devi ancora un appuntamento” mi rammentò abbracciandomi.