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Autore: milly92    02/03/2009    6 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Il Battesimo Della Figlia Del Mio Migliore Amico

Hola!

E come al solito eccomi in anticipo… Strano, ma negli ultimi martedì ho sempre da fare cose che mi impedirebbero di aggiornare!

Comunque, eccovi un nuovo cap in cui le fan  Deb e Andrea inizieranno a gioire, eheheh!

Grazie mille a:

Kirya: Grazie mille! Tranquilla, ora vedrai cosa succede quando Deb rincontra gli altri del programma, e ti dico solo di tenerti pronta per grandi  sorprese e cambiamenti, eheh! Dici che Db e Andrea torneranno insieme? Boh…. Muahaha! (Sono perfida, lo so!) xD Ancora grazie, carissima, spero che anche questo ti piaccia!

vero15star: Tesoro, sapevo che con lo scorso cap avrei scatenato la tua felicità, ma sono  certa che questo la farà aumentare ancora di più, ihih! ^^E devi vedere nei prossimi… Bacioni, ti voglio beneeee!

95_angy_95: No, no, Andrea mi ha promesso che farà il bravo, anzi lo sarà fin troppo! Ed io te lo prometto insieme a lui! ^^

Giulls: Grazie tesoro, ora mi fai commuovere! *al diavolo Niko, voglio Deb con Andrea, così come Robert e Giulia!* Puoi dirlo forte, Niko deve solo andarsene a quel paese e lasciare Deb e Andrea da soli, libri di fare quella famosa uscita a quattro cn Giulia e Robert! Bacioni, ti voglio bene!

Freeze: Ehm, ammetto di ricordare che il commento era un po’ assurdo, nel senso che non avevo capito perfettamente a cose fosse dovuta quella frase di “gioia”, ma è tutto ok, no problem! ^^ Anzi, ammetto che le tue recensioni mi restano sempre impresse per la loro particolarità, ed io adoro le cose particolari! =)

_New_Moon_:  Ti capisco perfettamente, anche a me manca tantissimo quel periodo (specialmente ora che scrivendo anche il continuo) ma mi manca soprattutto la vecchia Deb super insicura versione sedicenne, in cui mi rispecchio moltissimo!  Quindi tranquilla, è del tutto normale provare questi sentimenti leggendo una fic molto lunga in cui la protagonista è  cresciuta! ^^

Detto questo, vorrei proporvi un piccolo (e banale!) sondaggio… Cosa ve ne sembra del salto temporale che c’è stato nella fic? Vi ha infastiditi o vi ha interessato maggiormente?Lo chiedo perché in seguito ce ne saranno altri… Fatemi sapere!

A giovedì o venerdì!

La vostra milly92.

Capitolo 47

Il Battesimo Della Figlia Del Mio Migliore Amico

Firenze scorreva davanti ai nostri occhi mentre io e i Gold Boyz eravamo nella limousine a parlare del più e del meno.

“Quindi non hai nemmeno saputo che fine ha fatto Samanta?” mi domandò incredulo Francesco, mentre eravamo sull’argomento “Vecchi amici in comune”.

“No! Perché, cosa ha combinato?” domandai curiosissima.

“Dopo Music’s Planet ha fatto i provini per qualche film, dopo essere comparsa nel videoclip di Niko, ma non è stata presa, così si è sposata con un vecchio conte milanese, produttore di film, ed ora è addetta ai casting, vedova da qualche mese e sta progettando di sposarsi con il figlio di questo vecchio conte, un cinquantenne arzillo…” spiegò lui, lasciandomi totalmente basita.

“Alla faccia, hai capito a Sam! Secondo me l’ha ucciso lei al conte, ihih” sghignazzai.

“Non mi stupirei, ricordi così combinò al tuo camerino?” mi domandò Andrea, lasciandosi prendere dai ricordi.

“E chi se lo scorda, rimpiango ancora l’ombretto rosa della Pupa, era il mio preferito” dissi. E poi tu quella sera andasti a letto con Rossella…

Ebbi appena il tempo di pensare quel nome che, puff!, la limousine si fermò e i finestrini si abbassarono, rivelando Rossella accanto a un trentenne, vestita elegantemente con un abito viola.

“Ciao, raga! Oh, Debora, ciao!” disse lei, entrando insieme al suo compagno e abbracciandomi affettuosamente, lasciandomi totalmente allibita. Cercai di non ricordare cosa era successo l’ultima volta che ci eravamo parlate.

“Ciao, Rossella, tutto bene?” le domandai cordialmente mentre la limo ripartiva.

“Si, benissimo, te piuttosto? Ti trovo in gran forma!” esclamò osservandomi e sorridendo imperterrita.

“Tutto bene, grazie. Ah, e complimenti per il cd, mi è piaciuto molto!” mi complimentai, il che era vero in parte.

Se deve essere una mia coinquilina, fammi sotterrare l’ascia da guerra…! Anche se dimenticare tutto quello che mi ha fatto sarà difficilissimo…

“Grazie! Comunque lui è Pierre, il mio ragazzo” lo presentò, mentre Pierre sorrideva e mi allungava la mano. Non era niente male a dir la verità, a parte quel pò di barba.

“Piacere, Debora” gli dissi cordiale, stringendogli la mano.

Non disse nulla oltre ad accennare un mezzo sorriso, così restammo per un attimo in silenzio prima che Rossella si decidesse a dire: “Francesco mi ha detto che cerchi casa a Roma, Deb”.

“Si, andrò lì all’Università e così…” iniziai, ma lei mi interruppe.

“Allora cosa aspetti, fai i bagagli domani stesso e vieni, io e Eliana saremo felicissime di averti con noi in casa, dopotutto ti conosciamo! Preferiamo te ad un’estranea…” iniziò lei allegra. “La casa ha tre camere da letto, due bagni, una cucina, un salone, uno studio e un ripostiglio, proprio al centro di Roma, si affaccia sul Tevere, ma soprattutto sarai vicina di casa di questi quattro…”.

“Hai mai pensato di diventare il capo di un’agenzia immobiliare oltre che a fare la cantante?” le proposi solare. Si stava comportando davvero decentemente, come quando ci eravamo appena conosciute.

“No, ma ci farò un pensiero… coinquilina!” disse lei ridendo. “Perché accetti, vero?” domandò preoccupata.

“Si, dai, mi hai convinta” dichiarai infine.

“Allora sei apposto, anche perché accetti di  lavorare con noi, vero?” domandò Andrea minaccioso. “Stanotte abbiamo chiamato Enzo, il produttore, e ha detto che va bene… Inizierai a settembre”.

“Ok, ok… Grazie!” dissi grata, sentendomi davvero leggera come non mi sentivo da tempo.

Fu con questo spirito di gaiezza che alle dieci scendemmo dalla limo e ci trovammo davanti la chiesa, maestosa e caratterizzata da un grande cortile. C’erano molte persone in quello spazio, chi vestito elegantemente e chi invece più sportivo. Ciò così divideva la gente in due categorie: gli invitati al battesimo e i semplici fedeli che volevano seguire la messa di un cantante del posto.

“Wow, c’è già il pienone” disse Rossella. “Vieni, Pierre, c’è una mia amica. Ragazzi, è Elena, la conoscete anche voi” aggiunse, facendo segno a Francesco,Giuseppe e Dante di seguirla, lasciando me e Andrea da soli.

Feci un sorriso di incredulità, visto che si era visto benissimo che gli aveva fatto l’occhiolino e che era un suo tentativo di lasciare me e Andrea da soli.

“E’ cambiata” dissi semplicemente.

“Si, non sai quanto. Sai, ogni volta che mi mettevo con una negli ultimi anni lei mi diceva che… Che nessuna andava bene, perché era convinta che quella giusta fossi tu” rivelò, parlando lentamente e cercando di studiare la mia reazione.

“Ah, gentile da parte sua” mormorai. “Per curiosità, quante ragazze hai avuto?”.

“Beh, cinque, ma inutile dire che la storia più lunga è durata quattro mesi” spiegò.

Annuii, senza sapere cosa dire, ma la nostra conversazione fu interrotta da un familiare: “Andrea!” alle mie spalle.

Trattenni il respiro, riconoscendo la voce, e non mi voltai, mentre il mio adorato zietto raggiungeva Andrea e lo abbracciava.

“Max! Auguri per Manuela…”.

“Grazie! Senti, mica hai visto Debora?” domandò impaziente, dopo averlo abbracciato.

Ehm, ehm” feci apposta, facendolo voltare verso di me.

“Oh, scusami, io sono…” si scusò lui, voltandosi verso di me mentre io sorridevo sarcasticamente.

“Ehm, zio, ora mi offendo!” sbottai, falsamente offesa e mettendo le mani attorno ai fianchi. “Non mi riconosci nemmeno?!”.

Massimo rimase per qualche minuto imperterrito a fissarmi prima di scoppiare a ridere e abbracciarmi. “Debora! Cavoli, non ti avevo riconosciuta! Ma sei cresciuta da morire!”.

“Zio, non esagerare, sei tu che stai invecchiando” dissi ironicamente stringendolo. “Da quanto tempo!”.

“Eh si, tre anni, nipotì!” fece lui.

“Allora, dove sono Beatrice e Manuela?” domandai impaziente dopo i primi inconvenienti.

“Sono lì, venite” disse, conducendoci vicino un’auto blu. Vicino c’era Beatrice, con indosso un raffinato abito blu, che reggeva la neonata.

“Bea, ti ricordi della mia nipotina acquisita?”.

Lei mi guardò, prima di dire: “Debora! Ciao, bella, tutto bene?” e salutarmi con due baci sulle guance.

“Bene, grazie, Beatrice! Anzi, posso chiamarti zia visto che ora sei la moglie di mio zio?” ironizzai, mentre mi soffermavo a guardare la piccola Manuela, fasciata da un vestitino di seta bianca. Era abbastanza paffuta e sorrideva, agitando le manine.

“Certo, nipotina!”.

Le sorrisi prima di dire: “Com’è bella questa piccolina! Posso prenderla in braccio?”.

“Certo”.

Beatrice me la passò delicatamente e la presi in braccio, mentre lei iniziava a giocare con il mio indice sinistro.  

“Ciao, piccolina, sei bella proprio come la tua mamma!” disse Andrea, avvicinandosi.

“Si, ma ricordati che la mamma è sposata con il papà, vero Manuela?” lo rimproverai mentre Max e Beatrice parlavano con Rossella e gli altri Gold Boyz.

“Va bene, allora diciamo che sei bella come la tua cuginetta” dichiarò lui, lanciandomi un’occhiata di sbieco.

Feci un sorriso imbarazzato, prima che però Manuela iniziasse a piangere.

“Beatrice, Beatrice!” la chiamai. Lei subito accorse, cacciando il ciucciotto dalla borsa e facendoglielo prendere.

“E’ colpa tua” rimproverai Andrea, “La tua voce l’ha spaventata”.

“E’ colpa tua, invece, perché avevo fatto un complimento alla sua mamma, tu hai detto che non andava bene, l’ho fatto a te e si è offesa” ironizzò lui, avvicinandosi e prendendomi entrambi le mani tra le sue.

“No, lo hai fatto alla sua cuginetta” mi difesi, guardandolo negli occhi.

“Eri tu, no, visto che sei la nipotina di suo padre!” rispose con aria furba. “Non far finta di non aver capito…”.

“La prossima volta sii più diretto se vorrai farmi un complimento” lo apostrofai, chiudendo gli occhi in due fessure.

“Va bene… Sei magnifica, e sono felicissimo di starti vicino, ora sto comprendendo cosa è significato per me starti lontano tutto questo tempo” dichiarò seriamente.

Stavo per rispondergli, rossa in viso, quando  Francesco disse: “Allora, entriamo in chiesa, su”.

Subito allontanammo automaticamente le nostre mani e li seguimmo.

Entrare in chiesa fu davvero difficile vista tutta la gente che si era presentata, per fortuna che avevamo i posti riservati nelle prime file. Lì incontrai Lara, Dario, Maria e Luke.

Seguimmo la messa, ma dopo che la bambina fu stata battezzata fu un sollievo ritornare a respirare un po’ d’aria fresca.

Stavo parlando con Rossella nel cortile quando un prominente: “Ross, finalmente, la tua coinquilina ti aveva dato per dispersa!” ci interruppe. Lei sorrise, rispondendo: “Ehi, Niko, tranquillo che nessuno mi ruba!”.

Mi sentii il sangue raggelarsi; mi ero preparata a quell’evento, ma, come si dice, la prudenza non è mai troppa.

Mi voltai, decisa a rimanere impassibile. Niko era lì davanti a me, sorridente e agghindato nel suo solito look giacca, camicia e jeans. Era davvero cresciuto, si vedeva che ora aveva ventidue anni, era più uomo, con i capelli più lunghi e la barba lievemente accentuata.

“Ciao, Niko” gli dissi. Quelle parole mi costarono molto, quasi come se fossero di piombo e si fossero appollaiate sulla mia gola.

Lui mi guardò, come tutti del resto, un po’ stralunato prima di dire: “Oh, ciao, Debora! Che bello rivederti!”.

Come l’ultima volta mi salutò con due baci sulle guance, cordiale.

Fai finta di nulla mi autoimposi. Eppure, fui felice nel constatare che vederlo mi aveva generato solo sorpresa, niente di più.

“Allora? Tutto bene?” gli domandai, continuando a sorridere e a far finta di nulla.

“Benissimo, a te invece? Cosa mi dici? Quanti anni hai ora?” domandò, con aria smemorata.

“Ne ho diciannove, mi sono appena diplomata” risposi.

“E con un bel 92, devi dire” aggiunse solare Andrea avvicinandosi e prendendomi sotto braccio, stringendomelo e impedendo quasi al sangue di circolare.

Wow, è geloso?! Tranquillo, Andrea, non m’importa più di questo smemorato!

“Auguri, allora! Devo dire che ti trovo diversa” commentò, fermandosi sul braccio di Antonio che mi stringeva per poi salire, fino al mio sterno e riscendere fino alla mia vita.

“Si cresce, purtroppo! Anche tu sei cambiato…” dissi.

“E’ l’amore, ihih” esclamò lui, sorridendo beato mentre Eliana si avvicinava.

Ma bravo, rinfacciamelo pure, credi che non lo sappia che stai con quella?! Hai mai pensato di mettere i manifesti?

“Eccoti qui, temevo di averti perso come al solito” dichiarò Eliana raggiungendolo. Aveva un’aria quasi scocciata; anche lei sembrava maturata da quando l’avevo vista la prima ed ultima volta dal vero, i suoi capelli da ramati erano diventati biondi, era un po’ più in carne e sembrava una signora raffinata invece che una ventiduenne.

“Ma no, tranquilla, ti ho promesso che oggi sarà tutto tuo!”.

Eliana lo guardò scettica prima di scrutarmi e dire: “Che cafona, scusami, io sono Eliana!”.

“In realtà ci siamo conosciute tre anni fa, comunque io sono Debora!” mi presentai cordiale.

“Debora? Ma mica sei la ragazza che verrà a vivere con me e Rossella?” domandò, allargando gli occhi per la sorpresa. “Me lo ha appena finito di dire!”.

“Si, sono io. Andrò all’università a Roma, quindi avevo bisogno di una casa e Rossella mi ha fatto questa proposta…” risposi.

Niko si voltò verso di me, di scatto. “Andrai all’università di Roma? Perché?”.

Stavo per ribattere quando Eliana gli diede un pizzico. “Che maleducato che sei, insomma, sembra quasi che ti dia fastidio!”.

Risi, ed Andrea fece lo stesso. Mi iniziava a stare davvero simpatica!

Eliana infatti non si smentì, appena arrivammo al ristorante chiese a Max di spostare i posti (il quale, poverino, aveva messo me e Niko ai lati opposti della sala per evitare disordini) e far si che io prendessi posto con lei, Niko,Rossella, Andrea e Pierre.

“Ehm, vorrei salutare una mia vecchia amica, se possibile!”.

Mi voltai, mentre chiacchieravo con i ragazzi, e mi trovai davanti Silvia, elegante come sempre e con stampato in faccia un sorriso quasi materno.

“Silvia! Ragazzi,scusatemi un secondo” mi congedai, abbracciandola e allontanandoci dal tavolo per parlare in pace.

“Allora, vedo che la pecorella smarrita ha fatto ritorno al gregge” iniziò lei.

La guardai,e tentai di trovare le parole più grate possibili.

“Silvia, non so come ringraziarti! Se non fosse per te forse ora sarei in un centro commerciale con quella sciacquetta e con un 60 all’esame di stato invece che il mio 92…” buttai lì.

Silvia non sorrise, fece una faccia grave, quasi stanca. “Ne sono felice… Sai perché sono stata così dura con te? Perché sono stata troppo cattiva con altri…”.

“Cioè?” domandai senza capire, mentre intorno a noi Max cantava una canzone per dare inizio alla festa.

Silvia scrollò le spalle, prima di condurmi al suo tavolo ancora vuoto. “Vedi, proprio quando tu facesti il tuo ingresso a Music’s Planet io avevo concluso la prima stagione di un altro programma e stavo facendo le selezioni per le ballerine della seconda stagione. Una di loro, Licia, era bravissima, aveva la danza nel sangue, ma la rifiutai perché… perché aveva la 42, capisci!”.

Appoggiò la fronte alla mano, socchiudendo gli occhi. “E lei… Lei ritornò ai provini il mese dopo, con una 38”.

“Due taglie in un mese?” domandai allibita.

Silvia annuì tristemente. “Si… La accettai, ma… Ma il giorno dopo, alle prove, Licia svenne e… Ed è morta così, sul colpo” terminò con le lacrime agli occhi e il labbro inferiore tremante. Improvvisamente intorno a me la musica scomparve insieme al caos, ritornai con la mente a quel maledetto anno, rividi dinanzi a me la piccola porzione di insalata e quello yogurt magro che avevo mangiato a pranzo per sei mesi…

“Per… per questo tu un mese dopo ti scusasti, con la scusa del fatto che avevo tirato su Max?” domandai lentamente, stringendole la mano.

“Si, è morta a causa mia, capisci?! Quindi pensa come ci sono rimasta vedendoti così deperita nove mesi dopo!” si spiegò, alzando il capo. “Per un secondo ho pensato che fosse ancora colpa mia…”.

“Ma no,Silvia, no! E lo sai!”  esclamai. “Per favore, non ne parliamo più, ci fa solo male… Abbiamo fatto pace?” domandai poi dubbiosa.

Silvia si tamponò gli occhi umidi con un fazzoletto ed annuì. “Ma certo, tranquilla, e poi ho saputo che verrai a Roma, a pochi passi da casa mia…”.

“Si, sarà fantastico” esordii, sorridendo.

Ritornai dagli altri un po’ in pensiero per la storia appena saputa, quindi a stento badai dove mettevo i piedi a tal punto che andai a sbattere contro qualcuno.

“Mi scusi… Oh!” esclamai, trovandomi davanti un uomo alto, che mi perforò con i suoi occhi azzurrissimi.

“Preg… Oh, Deb?!” domandò lui, voltandosi completamente verso di me.

“Ivan!” dissi convinta, ridendo. “Che bello, ci sei anche tu!”.

“E come potevo mancare! Cavoli, non ci speravo dopo che sei mancata alle nozze…” spiegò, stringendomi a sé con un braccio. “Come stai? Sei cresciutissima…!”. 

“Sei la cinquantesima persona che me lo dice! Comunque tutto bene, tu piuttosto?”.

“Bene, finalmente sono in vacanza! Ma dimmi di te… Ce l’hai il ragazzo?!” domandò, facendo l’occhiolino.

“No” risposi seccamente.

“Come no?!”.

“No, sono single, ma…” aggiunsi, creando suspense e facendo un sguardo malizioso.

“Ma?!” domandò subito lui, pendendo dalle mie labbra.

“Ma… Sono qui con un accompagnatore…” dissi lentamente.

“Chi è?”.

Esitai un attimo, comprendendo che lo stavo facendo davvero incuriosire, ma per una volta  il destino mi aiutò: Andrea mi stava chiamando, venendo verso di me.

“Deb, vieni a sederti? Stanno servendo gli antipasti! Oh, ciao Ivan, è un  bel po’ che non ci vediamo!” esclamò, stringendogli la mano mentre Ivan mi guardava stralunato.

“Nooo, non dirmi che sei tu il suo accompagnatore!” esclamò subito, facendomi arrossire come una pazza.

Andrea restò piacevolmente sorpreso, annuì e mi prese per il braccio. “Eh si, sono io il suo accompagnatore” rispose.

Gli lanciai uno sguardo imbarazzato, prima di lanciare uno sguardo torvo a Ivan mentre ci allontanavamo.

“Sappi che sono onorato del fatto che vai a dire in giro che sei la mia accompagnatrice…” disse, davanti alle due coppiette che sedevano con noi.

Niko e Rossella subito si voltarono verso di noi, curiosi.

“In realtà ho detto solo a Ivan che tu sei il mio accompagnatore” precisai, ringraziando il cameriere che mi aveva servito l’antipasto. “Ma se ti imbarazza non ci sono problemi, c’è un nipote di Max che non mi toglie gli occhi di dosso da due ore…” aggiunsi, decisa a risollevarmi dalla figuraccia.

“Oh, no, certo che no! Anzi, sono fiero del fatto che tu abbia accettato, ma dopo quelle parole hai automaticamente confermato il fatto che ti va di continuare a vedermi dopo oggi…”.

“Devo continuare a vederti, dopotutto sarai il mio vicino di casa, no?”  ribattei evasiva, ancora più presa dalla vergogna.

“Oh, Deb, so che hai capito cosa intende!” si spazientì Eliana allegra.

“Ed io ho capito che voi tutti avete capito cosa intende, tranquilla” mormorai, decidendo di dedicarmi ad una fettina di mozzarella per avere qualcosa da fare.

“E allora? Cavoli, non sei cambiata affatto, eh, sempre così imbarazzata…” si intromise Niko giulivo.

Fu quell’affermazione a convincermi a cacciare la faccia tosta.

“Ok, Andrea, hai capito bene, mi va di vederti ancora dopo oggi e di avere un vero appuntamento senza ficcanaso!” dissi di botto, sorridendo sarcastica e guardandomi intorno allusiva.

“Perfetto” esordì Andrea battendo le mani.

Mi resi conto di ciò che avevo fatto solo un’ora dopo, mentre ero in bagno e mi esaminavo allo specchio, effettuando la fatidica prova: dopo secoli rivedevo in me uno sguardo sbarazzino e preso.

“Complimenti, Andrea è un’ottima scelta” si congratulò Eliana, entrando e vedendomi, aggiustandosi il rossetto.

“Ehi, usciremo solo insieme, calma” dissi.

Eliana mi guardò sarcastica, facendomi ridere. “Ok, ok, so che se le cose vanno bene potrà anche essere il mio ragazzo ma, sai, siamo già stati insieme tre anni fa, anche se solo per una settimana…”.

Ma poi si è messo in mezzo anche il tuo ragazzo, oltre al fatto che il programma è giunto al termine, sai!

A quelle parole Eliana mi guardò stralunata. “Avevi sedici anni all’epoca?”.

“Si, perché?”.

Lei spalancò la bocca, sorpresa. “Cavoli, allora io so di te già molte cose!”.

La guardai senza capire, e per fortuna sembrava decisa a spiegarsi.

“Andrea mi parla sempre di te, dice che sei una ragazza fantastica, che credeva di amarti, che eri un po’ insicura, che sei una bravissima ragazza e che…” si fermò, ridendo, prima di completare con un deciso: “Sei l’unica con cui non ha mai pensato di andare a letto, quando stavate insieme”.

Continuai a fissarla, sbalordita.

“Perciò, datti una mossa! Anzi, te la faccio dare io visto che sei una mia coinquilina! Ti lascerò casa libera ogni volta che vorrai, ihih” sghignazzò, spingendomi lentamente e continuando a ridere.

Ma fu grazie a lei che mi sentii sicura di me quando Andrea mi invitò a ballare un lento poco dopo e si fermò nella mia stanza a parlare quella sera. Per una coincidenza radiofonica, la radio mandò “I Will Be” di Avril Lavigne, proprio come la notte del mio sedicesimo compleanno.

E quella volta sentii con certezza che lui ci sarebbe stato, insieme a Max e alle altre persone che avevo conosciuto in quella pazza avventura che mi aveva cambiato la vita, senza la quale forse in quel momento non sarei stata così… felice!

 

 

Qualche Anticipazione:

“Che piacere prendere l’ascensore con te” ironizzò, mentre l’ascensore si fermava di botto, con un grande tonfo, e mi fece quasi cadere addosso a lui.

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“Ho visto solo il salone e già mi sembra tutto favoloso” ammisi, piacevolmente sconvolta.

________

“Ah, dimenticavo di autorizzarti ad entrare dalla finestra, Andrea, visto che avete le camere vicine” sghignazzò Eliana.

________

“Ok, ma, mi dispiace ammetterlo, sei stata davvero cattiva… Ricordi quando venni al concerto?” le rammentai.

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“No, ti perseguito” rispose solare lui. “Ricorda che mi devi ancora un appuntamento” mi rammentò abbracciandomi. 

  
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