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Autore: HachiXHikaru    01/12/2015    1 recensioni
"L'uomo dai capelli castani fece cenno a qualcuno di entrare e la nuova arrivata varcò la porta della classe sotto lo sguardo curioso di tutti; Naruto sobbalzò nel lanciarle una breve occhiata. Quella...
-Piacere, io sono Haruno Sakura-" -Preso dal sesto capitolo-
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La madre di Ino Yamanaka baciò la guancia della figlia prima di vederla uscire di casa diretta a scuola. La salutò con la mano prima che un'altra delle casalinghe la chiamasse per nome, facendola voltare e cominciando a parlare della nuova famiglia arrivata a Konoha, gli Haruno. Erano passate quasi due settimane e ancora loro non erano riuscite a vedere nessun adulto uscire da quella casa non tanto lontana dall'abitazione del piccolo Uzumaki. Per vari motivi non erano ancora riuscite a dare il benvenuto di quartiere alla nuova famiglia, a volte non avevano avuto risposta, altre avevano avuto di meglio da fare. Quella mattina, però, una delle madri aveva notato che la macchina della famiglia non aveva ancora lasciato il vialetto; solitamente sia quella che una moto uscivano facendo non poco rumore per le vie tranquille della città.
Così si erano decise, quella mattina avrebbero incontrato la signora Haruno, convintissime che lei avrebbe detto loro qualsiasi cosa avessero chiesto e che avrebbe ascoltando curiosa i vari pettegolezzi che loro le avrebbero fornito. Quindi, dopo che i vari bambini uscirono dalle case diretti a scuola, un piccolo gruppetto composto da quattro casalinghe raggiunse casa Haruno con un vassoio di biscotti di benvenuto. La Yamanaka suonò alla porta e tutte quante assunsero quella falsa aria di cordiale accoglienza che erano solite mostrare ai nuovi arrivati prima di aver deciso in che modo giudicarli. La porta si aprì e loro mossero la bocca, come per augurare il buongiorno, ma la vista della donna le bloccò.
Konan Haruno aveva quarant'anni, dei corti capelli azzurro-lilla ed un chignon legato dietro la testa, un fermaglio a forma di rosa bianca posizionato sulla destra, gli occhi chiari e un piercing al labbro inferiore; le unghie erano tinte di nero ed aveva un altro anello oltre la fede nuziale.
-Buongiorno-
Disse per prima guardando interrogativa le donne che la fissavano senza aprir bocca; la Yamanaka sorrise impacciata facendo un piccolo inchino, presentandosi assieme alle altre e dandole il benvenuto. Konan abbozzò un mezzo sorriso, ringraziando cortesemente; in quel semplice modo pensava di mandarle via, ma quelle rimanevano lì, ferme, come se si aspettassero di essere invitate a entrare. Quando, infatti, la nuova arrivata cominciò a dire loro qualcosa sull'entrare in casa non le fecero nemmeno finire la frase che si sedettero immediatamente sul divano del soggiorno.
Konan sospirò tra sé, sperando che non le prendessero troppo tempo. Quel giorno lo aveva preso di ferie, perchè a momenti sarebbe dovuta andare alla stazione dei treni a prendere la madre che aveva deciso di trasferirsi stabilmente con loro. Non le capitava quasi mai di avere una giornata tranquilla; di solito faceva festa solo nei week-end stando con i ragazzi, Sakura e Yahiko e non aveva esattamente una giornata da passare interamente da sola - o quasi - quindi stava approfittando di quella giornata, o almeno del pezzo di mattinata che avrebbe passato in solitudine, e l'arrivo delle vicine la colse di sorpresa, distruggendo i suoi piani di tranquillità. La Yamanaka e le altre, intanto, una volta entrate avevano iniziato a guardarsi intorno, cercando qualcosa di interessante su cui costruire una conversazione con l'Haruno.
-Mi spiace di non potervi offrire del the, ma vedete, sono di fretta...-
Mormorò la donna mortificata, mentre le altre le sorrisero assicurandole che non importava. Cominciarono col chiederle se si trovava bene lì, se per caso avesse un lavoro - dato che non l'avevano trovata in casa gli altri giorni - chiesero del marito, dei figli, come loro si trovavano a scuola e altro, facendola rimanere in silenzio per un poco. Ormai a lei era chiaro che quelle erano venute solo per un avere un po' di gossip e conoscere qualcosa su di lei e la sua famiglia. Rispose evasiva, dicendo frasi di convenienza dove poteva, affermando che suo marito non si lamentava e che i ragazzi sembravano essersi ambientati bene. Tutto ciò fece rimanere a bocca asciutta le donne, contentando invece l'Haruno per non aver dato loro una qualche soddisfazione, ma proprio sul finale si tradì.
-E anche Sakura ha affermato di trovarsi bene-
A quella frase drizzarono tutte le orecchie, lanciandosi velocemente brevi occhiate e sorrisetti maliziosi; finalmente avevano trovato qualcosa di interessante su cui costruire qualcosa. La Yamanaka parlò per prima facendo una faccia sorpresa e confusa.
-Come anche? Non era compresa nel discorso quando parlavi dei tuoi figli?-
Konan si irrigidì, maledicendosi mentalmente. Non che avesse un gran segreto da nascondere, anzi, forse le sarebbe anche piaciuto discuterne con qualcuno dato che le uniche volte che poteva sfogarsi erano con Yahiko e sua madre, però quelle non le ispiravano una grande fiducia. Cominciò a balbettare qualcosa e alla fine giustificò la propria frase dicendo loro che, dato che la rosa era la più piccola dei tre, era solita confondersi e distaccarla dai due nelle conversazioni - cosa tra l'altro vera, ma che non soddisfò la curiosità delle quattro.
Quando, finalmente, le convinse ad andarsene tirò un sospiro di sollievo e, dopo essersi preparata velocemente, prese le chiavi della macchina diretta alla stazione dei treni. Sorrise forzatamente e cercò di salutare le donne nel modo più cortese possibile vedendole sulla strada di fronte casa in attesa di qualcosa - probabilmente non credevano che lei avesse veramente da fare. La Yamanaka e le altre aspettarono di vederla sparire alla loro vista prima di cominciare a confabulare tra loro.
Qualcosa puzzava in tutta quella faccenda e iniziarono a fantasticare sul loro passato cercando anche di trovare una qualche giustificazione al fatto che la piccola Haruno - come aveva raccontato Ino alla madre - simpatizzasse con l'Uzumaki; chissà che genere di educazione le aveva dato quella donna che avevano già deciso non essere la madre biologica della bambina. Chissà se oltre al piercing aveva anche dei tatuaggi! Possibile con quel genere di persona. Rimasero a chiacchierare per un bel po' prima che la Yamanaka ricordasse di aver letto due cognomi sul campanello. Haruno, collegato al nome della donna, Konan, e Akame, che doveva essere sicuramente del marito, Yahiko. Continuarono, quindi, con le loro fantasie, ipotizzando, addirittura, che Sakura fosse una figlia avuta fuori dal matrimonio - e qui si spiegava come mai fosse divenuta amica del biondino. I loro discorsi proseguirono mentre, lentamente, percorrevano la strada che le avrebbe ricondotte alle proprie abitazioni.
Jiraiya, intanto, aveva assistito dalla finestra all'incontro senza essere notato da nessuna. Per caso, quella mattina, guardando fuori era stato incuriosito dal gruppetto di casalinghe dirette verso la casa della famiglia Haruno, arrivati a Konoha da più o meno due settimane. Conosceva bene come si muoveva il comitato di benvenuto ed era rimasto sorpreso dal fatto che non avessero ancora visto la donna di casa. D'altra parte, nemmeno lui era mai riuscito a vedere nessuno, se non qualche volta i figli che tornavano da scuola. Quel giorno intravide la signora Haruno sull'uscio di casa, ma l'unica cosa che distinse furono il colore dei capelli e il fermaglio a forma di fiore; notò anche una specie di piercing al labbro, ma non ne fu del tutto sicuro. Rise nel vederla impacciata far accomodare le - non proprio gradite - ospiti. Attese finchè non uscirono di casa e fece una smorfia quando quelle cominciarono a confabulare tra loro; era certo che non si trattasse di qualcosa di piacevole per i nuovi arrivati e provò dispiacere per loro. Probabilmente avrebbero fatto meglio a scegliersi una città dove le persone non creavano strane fantasie sugli altri, rovinando loro la vita come avevano fatto con il povero Naruto.

La rosa non era al corrente del trasferimento della nonna, Konan e gli altri volevano farle una sorpresa, sicuri di renderla felice. Sakura adorava sua nonna Chiyo, l'aveva sempre coccolata e insegnato tantissime cose; era anche colei che le era stata più vicino in quegli ultimi mesi, quando le cose si erano fatte ancora più pesanti e insopportabili. Era una confidente, una persona speciale, era la sua nonnina e lei le voleva davvero tanto bene; non avrebbe mai sopportato di perdere anche lei. Alla fine delle lezioni la bambina prese la cartella aspettando che Naruto facesse lo stesso e in seguito uscirono seguiti dal moro. Non che a lui importasse cosa facessero o dove andassero, erano casualmente usciti assieme e sempre casualmente l'Uchiha si teneva dietro di loro mentre attraversavano la porta, il corridoio e il giardino diretti al cancello. Lei, però, era convinta che Sasuke facesse tutto di proposito, ma non gli disse nulla, per paura di una sua reazione.
Proprio quando il biondino aveva cominciato a chiedere all'amica di andare a giocare da qualche parte assieme, o anche semplicemente a casa sua, lei bloccò la sua camminata facendo fermare entrambi i bambini che avevano cominciato a guardarla confusi. La rosa fissava davanti a sé a occhi sgranati e, improvvisamente, sul suo viso apparve un enorme sorriso e cominciò a correre facendo voltare anche i due, che si chiedevano cosa le fosse preso così tutto d'un tratto. La bambina abbracciò la nonna, che l'attendeva all'uscita del cancello scolastico e le sorrideva dolcemente.
-Nonna!-
Esclamò stringendola e assaporando il suo profumo; era da un po' che non la vedeva e non si aspettava di ritrovarsela proprio lì. Quasi tutti i bambini fissavano curiosi la scena e il piccolo Uzumaki fu pervaso da una strana gelosia, in fondo nessuno - a parte Jiraiya - sarebbe mai potuto andarlo a prendere a scuola; Sasuke fece una smorfia. Accanto alla vecchia dai corti capelli grigi legati in un chignon grazie a un nastro c'era Konan, e l'Uchiha pensò immediatamente che lei fosse la madre dell'Haruno. Si morse il labbro ripensando ai propri genitori e riprese a camminare lentamente cercando di allontanarsi da quella scena il più presto possibile; non la sopportava affatto.
-Sakura, ti trovo bene...-
Disse Chiyo carezzando i capelli della nipote, che continuava a sorridere contenta. Naruto, intanto, rimaneva fermo immobile, sembrava quasi non potesse muoversi. Non sapeva nemmeno lui cosa stesse aspettando, pensava che la bambina, a quel punto, decidesse di andarsene lasciandolo di nuovo da solo e le lacrime cominciarono a pungergli gli occhi. Si sentiva uno stupido. Quando la vecchietta propose a Sakura di andare a prendere assieme un gelato capì che era arrivato il momento di andarsene, lasciando quel quadretto familiare, ma la voce della bambina dai capelli rosa lo fermò.
-Può venire anche Naruto?-
Chiese lanciando un'occhiata al biondo che aveva puntato i suoi occhi azzurri su di lei; Chiyo e Konan acconsentirono volentieri e i quattro si allontanarono insieme. L'Uzumaki si sentiva felice, e i sentimenti negativi che aveva provato sino a un attimo fa furono rimessi da parte. Era bello poter stare con una vera famiglia una volta tanto.
Sakura, nell'allontanarsi assieme agli altri, gettò lo sguardo dietro di sé, notando che il moro camminava sulla strada opposta a quella che stavano prendendo loro. Lo fissò dispiaciuta, avrebbe voluto chiedere anche a lui di unirsi - anche se la risposta non sarebbe stata delle più positive, ma almeno voleva provare. Sentendosi chiamare da uno dei tre smise di guardarlo, ritornando a sorridere e parlare del più e del meno; eppure, di tanto in tanto, non poteva fare a meno di ripensare che avrebbe voluto anche Sasuke lì con loro.

Tornato a casa il piccolo Uchiha chiuse la porta non tanto garbatamente e sbuffando. Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che pensare alla commovente scenetta familiare dell'Haruno; scenetta che lui non avrebbe più potuto vivere. Lei gli aveva ricordato del vuoto che lo aveva investito dopo la morte dei genitori e che per tutto il tempo era rimasto dentro di lui. Assieme all'irritazione e al senso di gelosia nei confronti della bambina aveva anche provato qualcos'altro, era come se fosse felice che almeno lei non avesse dovuto subire quello che lui - e anche Naruto - provavano ogni giorno, eppure quest'ultima cosa rimaneva semplicemente di contorno col prevalere della gelosia e della rabbia. Dopo che ebbe posato la cartella nella propria stanza si rese conto che il fratello maggiore non gli era ancora andato incontro per sapere come mai avesse sbattuto la porta. Non poteva essere ancora sulla strada del ritorno, di questo il moretto era certo. Cominciò a chiamarlo per nome, leggermente preoccupato, ma cercando comunque di mantenere la calma; solo dopo che ebbe pronunciato il suo nome una decina di volte sentì il rumore della porta d'ingresso che si apriva e la voce di Itachi che si scusava per il ritardo. Il bambino si diresse velocemente da lui e lo abbracciò - sorprendendo entrambi - senza dire una parola. Il moro rimase fermo per un po', indeciso sul da farsi, poi sorrise scompigliando i capelli del fratellino.
-Che hai oggi, Sas'ke?-
Chiese ridendo e l'altro sbuffò, staccandosi e cercando di non guardarlo negli occhi; alzò le spalle. Era stato un gesto non del tutto volontario, dovuto al fatto che aveva cominciato a preoccuparsi davvero.
-Non posso nemmeno abbracciarti adesso?-
Mormorò non poco imbarazzato e Itachi si piegò arrivando all'altezza del fratellino per guardarlo meglio; infine gli posò la mano destra sulla fronte.
-La febbre non ce l'hai-
Scherzò facendolo sbuffare un'altra volta, poi il maggiore sorrise. Era contento che si fosse preoccupato, anche se inutilmente, per lui, Sasuke in fondo non dava mai a vedere ciò che provava e quando lo faceva risultava così imbranato da essere adorabile. Gli cinse il busto tirandolo a sé e stringendolo, cominciando a coccolarlo e a fargli il solletico. Il bambino cercò di trattenere il più possibile le risa e minacciò il fratello cercando di fargli mollare la presa, ma inutilmente.
Ripensò all'Haruno e alla sua reazione alla vista della nonna. Lei aveva qualcuno della famiglia come lui aveva Itachi e non doveva sentirsi in qualche modo inferiore o geloso di lei; in fondo entrambi possedevano qualcuno a loro caro che non avrebbero voluto perdere per nessuna ragione al mondo.

  
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