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Autore: Grimilde Deveraux    01/12/2015    0 recensioni
La famiglia è solo quella di sangue? Sorella o fratello sono solo coloro che sono nati dai nostri stessi genitori? A volte l'amicizia e l'amore riescono ad essere legami ancora più profondi del sangue, anche se esso gioca un ruolo fondamentale nelle vite di molti.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York, Hamptons dieci anni dopo…

<< Taly muoviti o faremo tardi! Dai quanto ti ci vuole ancora? >> e con la sua solita voce allegra Keath bussò alla porta del bagno di quella che ormai praticamente era sua sorella con una certa impazienza:<< Dai faremo tardi! Papà ci aspetta in macchina, andiamo! >> un minuto dopo la porta si aprì e Talia sorrise splendida con i capelli neri a caschetto, i pantaloni neri e la camicetta argento che riluceva alle luci del tramonto:<< Non mi piace che mi chiami Taly lo sai >> Keath sorrise per scusarsi poi commentò:<< Wow…sei uno schianto…Ora andiamo >> poi voltandosi fece svolazzare il vestito rosso in stile Marylin Monroe.

Talia la osservò mentre scendeva lo scalone centrale, esattamente come il giorno in cui l’aveva conosciuta Keath portava un fiocco rosso nella massa lunga di capelli neri e sorrideva come se il mondo intero le avesse regalato la felicità, spesso Talia la prendeva in giro dicendole che sembrava Biancaneve per quanto amava la vita e il suo cane, un bastardino mezzo lupo color biscotto di nome Hyde.

<< Ah eccovi qui. Andiamo, aspettano solo noi per cominciare >> e sorridendo Abraham Carson fece salire le ragazze sulla berlina scura accanto a lui.

Una volta arrivati davanti al liceo dove entrambe studiavano, la Hamptons Hammond School, Abraham le lasciò all’ingresso con la promessa di incontrarsi dopo appena prima della premiazione.

<< Allora Taly... >> e Keath cominciò a ridere:<< Non mi chiamare così >> << Scusa, è più forte di me. Comunque dicevo…che intenzioni hai? >> l’amica la guardò preoccupata:<< Che intenzioni ho per cosa? >> domandò poi,  ma prima che il discorso potesse andare avanti una voce maschile le fece voltare verso l’ingresso della palestra:<< Buon pomeriggio signorine >> Keath sorrise allegramente mentre Talia deglutì nervosa, ora capiva le parole di Keath, anche se non si era aspettata di trovarselo davanti:<< Ciao Dante >> << Signorina Carson, signorina Taylor >> e il giovane assistente di Abraham fece il baciamano ad entrambe indugiando appena sulla mano di Talia stretta nella propria:<< Ciao Dante >> salutò lei pigolando come quando era piccola:<< Papà è andato a cercare Mr Smith, se vuoi aspettarlo qui ti facciamo compagnia >> propose Keath con un sorriso sedendosi ad un tavolino di pietra nel grande cortile della scuola:<< Non vi do fastidio? >> domandò Dante con la galanteria e i modi di un uomo d’altri tempi:<< Assolutamente no >> e guardando la sua amica che non riusciva a togliere gli occhi dal bell’assistente Keath si soffermò a pensare che Dante era quasi un loro coetaneo, ma si comportava come un cinquantenne dedito solo alla carriera, come molte delle persone che lavoravano per i Carson anche lui aveva avuto una vita difficile ed era stato costretto a crescere in fretta quando era rimasto orfano a poco più di quattordici anni, tuttavia Keath era fermamente convinta che anche lui meritasse un po’ di felicità e quella felicità probabilmente portava il nome di Talia Taylor.

Quella sera dopo la consegna dei diplomi e della borsa di studio offerta da Abraham Carson, Keath e Talia fecero per risalire sulla berlina insieme a Dante e al padre quando quest’ultimo si fermò richiamato dal suo collega e socio in affari:<< Dante porta a casa le ragazze, io vi raggiungerò più tardi, ho un affare da sbrigare con Sergje >> l’assistente annuì e fece per salire in macchina ma Keath si voltò verso il padre:<< Papà ma… >> Abraham guardò la figlia con un sorriso pensando a quanto lei assomigliasse alla sua defunta moglie, morta per dare alla luce quel piccolo miracolo:<< Vai a casa tesoro, sarò di ritorno prestissimo >> Keath fece per protestare ma l’arrivo di Mr Smith bloccò ogni sua parola.

Senza discutere salì in macchina sedendosi accanto all’amica:<< Non faccia quella faccia signorina, il dottor Carson arriverà tra poco e… >> ma prima che lei potesse rispondere il suono secco di uno sparo la fece voltare verso la scuola giusto in tempo per vedere, attraverso i vetri oscurati, un uomo alto e scuro che cadeva a terra:<< Papà! >> e Keath guardò allarmata un altro uomo incappucciato che si avvicinava con la pistola e sparava un altro colpo e poi un altro.

<< Aodhán ferma la macchina! Aodhán fermati! Torna indietro! >> e Keath guardò l’autista con disperazione e le lacrime agli occhi:<< Signorina Carson non può, ho l’ordine di… >> << No Dante! È mio padre, non lo lascerò lì a morire! >> << Ho ordine di tenervi al sicuro >> poi girandosi verso Aodhán aggiunse:<< Ferma la macchina >> e scendendo dalla vettura aggiunse:<< Portale a casa e assicurati che a loro non succeda niente, tornerò non appena sarà tutto a posto >> l’autista annuì e non appena Dante ebbe chiuso la portiera ripartì alla volta di Carson House.

   
 
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