Albany,
1985 orfanotrofio Saint-Romain
<<
Ciao, io mi
chiamo Keath, tu come ti chiami? >> la bambina
guardò la sua simile che
indossava un delizioso vestitino rosso e un grande fiocco dello stesso
colore in
testa:<< Io… >> <<
Devi avere un nome, tutti hanno un nome
>> la bambina sorrise appena rassicurata dal tono allegro
della
ragazzina:<< Talia, mi chiamo Talia >>
Keath sorrise:<< È un
bel nome >> poi voltandosi verso un punto indistinto
sotto al porticato
dell’orfanotrofio aggiunse felice:<<
Papà, ti prego posso… >> un
uomo alto e scuro scese i gradini del portico avvicinandosi alle due
bambine:<<
Che cosa c’è dushka?
>> lei
sorrise al padre facendogli gli occhi dolci:<< Lei
è Talia…avevi detto
che avevi bisogno di qualcuno che mi facesse compagnia…
>> lui guardò
Talia con curiosità per qualche istante:<<
Ciao piccola >> lei
salutò con voce flebile, quell’uomo le metteva una
certa soggezione, a dire il
vero tutti gli adulti le mettevano soggezione da quando era stata
lasciata
davanti all’orfanotrofio ancora in fasce ed era stata
cresciuta dalle suore del
Saint-Romain.
<<
Io mi chiamo Abraham
Carson e lei è mia figlia >> poi stringendo la
mano di Keath e porgendone
una a Talia aggiunse:<< Ti va di venire a casa con noi?
>> <<
A casa vostra? Per il pomeriggio signore? >>
domandò Talia con timore:<<
No a vivere! >> le rispose Keath con allegria, Abraham
rise a sua volta
baciando affettuosamente i capelli della figlia:<<
Sì, Keath ha ragione,
vuoi venire a vivere con noi? >> Talia restò
immobile per un attimo, di
solito le famiglie o le coppie che si recavano
all’orfanotrofio erano alla
ricerca di bambini piccoli dai visi rotondi e paffuti, deliziosi
neonati da
coccolare e viziare…nessuno si sarebbe mai interessato a lei
ora che era troppo
grande; sei anni erano troppi nel giro delle adozioni e la madre
superiora
glielo aveva ripetuto più volte:<< Allora
piccola, ti piacerebbe?
>> ancora timorosa Talia alzò gli occhi
sull’uomo che la guardò con i
suoi penetranti occhi azzurri per poi rispondere piano:<<
Perché io? Ci
sono tanti neonati che… >> << Io
con un neonato non ci posso
giocare, io voglio un’amica >> rispose Keath
saccente guardando il padre
come a volergli dire di sbrigarsi così Abraham sorrise
alzandosi in piedi:<<
Vado a parlare con madre Lidia, voi intanto preparate le valige di
Talia va
bene >> Keath annuì sorridendo alla sua nuova
amica.