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Autore: the_phoenix34    02/12/2015    0 recensioni
Nel territorio di Termina, più in la delle colline del territorio, si trova una piccola fattoria. La piccola bimba che vi abita con altri membri, cercherà di capire in tutti i sensi quello che le sta accadendo interpretando passo per passo uno strano sogno.
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Cap 2: a strange morning CHICCIRICHÌ! Fece il gallo con tutta la voce che aveva. Il suo verso era l'unica cosa che si udiva. La bambina si alzò lentamente, spostó le tendine come di consueto per osservare all'esterno. La luce flebile del sole illuminava appena il panorama che aveva assunto dei colori pallidissimi. Dovevano essere le 5:00 e si sa che in una fattoria il lavoro inizia sempre molto presto. La bimba si sciacquó, si pettinó chiudendo la grossa massa rossa con un fiocchetto bianco panna, si mise la tunichetta bianco-azzurro con un grembiulino bianco sopra, acciuffó il suo cestino e si catapultò giù dalle scale. -ben svegliata cavalletta, oggi mi sembri pimpante La dolce voce di sua sorella alle prese coi fornelli fece pensar bene alla bambina di non raccontare nulla del sogno, non voleva farla spaventare per un incubo. - sono ...felice Si limitò a mormorare. -Romani! I tuoi compiti di oggi sono dar da mangiare ai cani, dare la colazione a Gorg, prendere il latte da megghie e poi sei libera Compiti molto semplici e stupidi ,pensava sempre la bambina, che però servivano a mandare avanti la fattoria. - lo farò. -sei di poche parole oggi. Comunque tieni, Gorg è già sveglio. Romani prese il piatto delicatamente e lo infilò nel cestino. -grazie Cremia, sei sempre così dolce. A più tardi. E la piccina uscì evitando un qualsiasi altro cenno della sorella. Mentre camminava lentamente ripassava il programma giornaliero. Appena svolti tutti i compiti si sarebbe precipitata in città e si sarebbe documentata meglio su quello strano sogno. Romani pensava così intensamente che aveva già aperto la porta senza accorgersene. Tanti piccoli pulcini svolazzavano da destra a sinistra, tutti in movimento. C'era un frastuono di cip cip tutti insieme. -vuoi restare la tutto il giorno? So che i miei corococò sono un'opera d'arte ma mi sembra che tu abbia anche altri lavori per oggi. La piccola contadina cercava con lo sguardo il soggetto che avesse espresso quelle parole. In questo grosso campo recintato brulicante di pulcini vi era al centro un alberello giovane, un arbusto! Sotto medesimo, spesso vi sostava Gorg per osservare i suoi figlioletti ed esserne fiero, ma questa volta non era al suo posto. A Romani venne l'impulso di correre sotto l'arbusto e di iniziare a girare in tondo osservando fra le fessure dei cancelli di legno colorati, ma neanche li c'era Gorg. Eppure lei lo aveva sentito parlare! -Romani sono qua! La figura uscì da dietro un cancello con in mano un ovetto non ancora schiuso. Gorg allora si sedette sotto l'albero accarezzando l'ovetto con due dita, accucciandolo come fosse un corococò adulto. Fece un lieve cenno a Romani per farla accomodare accanto a lui. La bimba si sedette e osservò l'uovo. -l'unico rimpianto che avrò sarà quello di non arrivare a vedere lui e tutti i fratelli suoi, diventar grande e forte. Romani riflettè parecchio su quella frase, perché l'unico rimpianto? Gorg stava forse per andarsene? In ogni caso la bimba si affrettó di lasciargli la colazione e con una riverenza si congedò andando via. Chiuse la porta con uno sbuffo e scacció via tutti i vaghi e fantasiosi pensieri dalla testolina. Quindi si diresse nella sezione della porta accanto. -buon giorno madame.... La voce flebile della piccina si disperse nel grande recinto vuoto. Nemmeno un cane o una qualsiasi bestiolina. Romani s'affrettó a versare in un enorme capiente il cibo per i cani e uscì in silenzio. Chiusa la porta ripassò mentalmente il programma: aveva aiutato gorg, aveva cibato i cani e poi... Doveva mungere la mucca ecco. Fece una corsa d'un fiato ma si fermò un po' prima rispetto alla stalla, fu molto agile nel nascondersi dietro una cassa e poté spiare Cremia che finalmente uscì dalla casa. Canticchiava una canzoncina veramente carina, (epona's song) e sembrava essere di ottimo umore. Ma non era il caso di soffermarsi su tanto. Il dovere chiamava, c'era una mucca da mungere! Quindi Romani entró nella stalla, uscì una boccetta di vetro e la posizionó sotto la mucca, ancora prese uno sgabello e si sedette. - buongiorno megghie! Posso prendere il latte? La mucca si limitò a sbuffare - certo che domande! Romanì perciò riempì alcune boccette, siccome ne era avanzata una decise di conservarla per qualcosa di speciale e la infilò nel cestino. Finiti finalmente i suoi doveri si sedette su una cassa di legno davanti alla casa e incominciò a sistemare il suo arco. Era perfetto! Un lavoro di tanto tempo che era risultato bene. Lo spago era resistente e tesissimo, l'arco aveva una curva a dir poco perfetta (certo con tutta la levigatura subita) e ai margini dell'arco c'erano due medaglie dorate con delle spirali incise. Per renderlo ancora più perfetto mancavano semplicemente le frecce.
   
 
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