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Autore: Hisomu    02/12/2015    2 recensioni
Un assassino... più precisamente DeadLine...entrerà nella vita di Nami a causa del lavoro della giovane, ma sopratutto, chi è DeadLine? E perché ha intrapreso la carriera do assassino? E cosa centra con Nami? Tutto da scoprire in questa storia che spero possa piacere.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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— Buongiorno Mocciosa — disse il verde mono-occhio che - a quanto pare - stalkerava il mio riposo.
Sbuffai, avrei preferito alzarmi e fargli ingoiare uno dei cuscini, ma erano troppo morbidi e profumati, sarebbe stato uno spreco — Ancora tu? Non ti stacchi mai? —
— Io? — chiese sogghignando — Sei tu che sei piombata fuori dal nulla, eri accasciata sul bagnasciuga della spiaggia. — Il suo ghigno sfottente, che ormai avevo imparato a riconoscere, comparve maligno sulle sue labbra — se volevi continuare a stare lì dillo pure che ti ci porto subito —
Schioccai la lingua contro il palato fissandolo seccata e stanca, gliene avrei dette di tutti i colori, invece — Da quanto tempo dormo? —
— Due giorni —  disse lui entrando all'interno della stanza e prendendo posto sul letto, reggendosi con i gomiti per non sdraiarsi.
Lo guardai confusa - come mai quell'azione? - ma scacciai quel pensiero tanto velocemente come era arrivato.
Sussegui un minuto di silenzio tra di noi, fin quando Zoro non si alzò dal letto e fece per uscire dalla stanza mentre diceva — se riesci a muoverti alzati, scendi le scale e vieni nella cucina: ho preparato la colazione — per poi chiudere la porta dietro di sè.
Sospirai fissando la porta ormai chiusa.
Voltai lo sguardo verso le coperte che mi coprivano, trovando due nuovi elementi che prima - sicuramente - non c'erano: una maglia e dei collant.
Punto primo: la maglia era esageratamente oltre la mia taglia, quindi immaginai fosse di Zoro.
Punto secondo: I leggins sembravano della mia taglia almeno.
Punto terzo: cosa se ne faceva una zazzera verde di dei leggins neri?! che danzasse?
Conclusione: lasciare perdere che è meglio.
Scostai la coperta, cercando di sedermi evitando quel dolore - non doloroso, ma fastidioso - che mi torturava il fianco, dando un ultimo sguardo alla maglia e ai leggins lasciati dal ragazzo.
















Mentre scendevo gli scalini fatti di vetro con la piastra di marmo, mi resi conto di come quella maglia - quanto consumata - fosse comoda, ma quell'osservazione passo innosservata quando vidi il salotto di quella casa.
Le scale davano vista al grande salotto, il cui parquette noce chiaro si abbinava con i muri fatti in pietra bianca, dando un'aria rustica e calorosa alla casa; ma, la cosa più bella di quella stanza, era che proprio parallelamente alle scale si aveva un "muro" fatto interamente a finestra che dava sul mare, facendo vedere anche quella che doveva essere la spiaggia.
La stanza era divisa in salotto e cucina, senza il bisogno di menzionare quanto quella "stanza" fosse grande. 
Seduto sul divano bianco, trovai Zoro che continuava a cambiare canale seccato, senza trovare niente di interessante proiettato sul display del televisore piatto appeso al muro.
Mi diressi in cucina, dove trovai due fette di pancarrè, un cappuccino, e una specie di bicchierino da caffè che usano nei bar colmo di quella che doveva essere marmellata di arance. 
Sorrisi al pensiero che avesse provato a fare la schiuma del cappuccino, il quale somigliava più a caffellatte che a cappuccino.
Bevvi la bevanda - ormai fredda - tutta d'un sorso, con il pancarrè mi feci un panino alla marmellata di arance, per poi dirigermi verso Zoro.
Squadrai il divano, non trovandoci nessuno. 
L'ipotesi che fosse andato in bagno andò a farsi friggere, mi girai alle mie spalle di scatto e fermai la mano che si protendeva verso la mia schiena fino a pochi secondi prima.
Alzai lo sguardo verso quello petrolio del ragazzo. Mi fissava, mi studiava, come se fossi una preda a cui ambiva da tempo la possibilità di osservare da così vicino.
Sogghigno e avvicinò la mano libera al mio viso, scompigliandomi i capelli e ridendo — Meno male che fino a pochi giorni fa eri in coma con la saliva alla bocca —
Guardai Zoro inespressiva, confusa e curiosa allo stesso tempo.
Poi mi accorsi che avevo sentito la risata di Zoro per la prima volta.
Non che gli incontri fossero stati così tanti da poter notare certe piccolezze - ma, beh era piacevole sapere qualcosa di più. 
Il verde si staccò e tornò a sedersi a divano, dove, accanto a lui, presi posto pure io.
Tornato a sedere, cominciò a fare la ricerca del canale perfetto come poco prima, finchè, seccato, non spense la televisione.
Zoro sospirò rassegnato e a quel punto decisi di togliermi una curiosità: — Zoro posso chiederti una curiosità? —
— Dipende. — rispose secco, incrociando le braccia e volgendo lo sguardo verso di me.
— Beh... — dissi incrociando le gambe verso di lui e abbracciando uno dei cuscini del divano — come hai perso l'occhio? —
Quella domanda non sembrò creare alcun effetto sul suo umore, tranne il fatto che soffocò una risata e che il suo sguardo sembrava essere diventato opaco.
— L'occhio eh? Beh... mettiamola così, è il mio promemoria che essendo soli non avrai nessuno che ti volterà le spalle contro. —
Rimuginai su quelle parole senza capire, per poi ricordarmi qualcosa di importante.
— Zoro hai un telefono? —
Lui mi guardò come per dire "cambio di discorso drastico eh?" ma mi passo il suo smartphone.
— Posso chiamare? —
— No vacci a giocare a basket e vedi se rimbalza, mocciosa se non volevo che tu chiamassi non te l'avrei passato. —
Sospirai esasperata e sbloccai lo schermo di Zoro, trovando sullo sfondo l'immagine di una ragazza - 15 o 16enne - che abbracciava Zoro. 
Entrambi sorridevano felici.
Trovai l'icona per il telefono e digitai il numero.
Dopo tre squilli, sentii la voce profonda di Law che chiamava il mio nome con fare preoccupato.
Sorrisi — Hey.. —
— Stai bene? Dove sei? Di chi è questo numero? — cominciò una sfilza di domande con il suo tono di sempre, la preoccupazione sembrava svanita, ma che ci potevo fare, Law era sempre così.
— Si sto bene. Al sicuro. Un amico —
— Ricevuto, ti amo —
— Anche io.. — dissi infine, chiudendo lì la chiamata.
Law era sempre stato un bravo ragazzo e un ottimo compagno, comunque aveva sempre odiato il fatto che non ci fosse una punta di gelosia, o di imperfezione, in ciò che faceva o diceva con lei.
Sospirò, per quella che le sembrò la ventesima volta quella mattina.
Bloccò lo schermo del telefono, ricordandosi di restituirlo al proprietario.
— Zoro ecc... — il quale non c'era.
Appoggiai il telefono sul tavolino di fronte al tavolo, afferrai il telecomando, e accesi la televisione, cercando di scacciare l'idea di Law o di Zoro che mancava all'appello del mio sguardo.
Il campanello suonò, facendo sì che mi interrogai sul aspettare Zoro o andare di mia spontanea volontà.
Scelsi di seguire la seconda opzione.
Guardai tramite lo spioncino colui che stava dall'altro capo della porta: e sgranai gli occhi.














— Ricevuto — disse, per poi spegnere il telefono.
Strinse tra loro le braccia incrociate con fare nervoso.
Fissando il muro, illuminato da led luminosi, che reggeva numerose armi di ogni tipo.








Angolo dell'autrice:
Ho provato a dare quel "boom" al finale xD speriamo che ci sono riuscita oh.
Beeene scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma ora sono al liceo e--- beh il tempo libero è nettamente diminuito xD 
Ci vediamo al prossimo capitolo.

Ex Shacliffe




  
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