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Autore: 7vite    02/12/2015    1 recensioni
Dato che il manga si è bruscamente interrotto, lasciando tanti quesiti irrisolti e sollevando parecchi dubbi ho deciso di continuare la storia a modo mio.
Nella mia FF le storie di tutti i personaggi s'intrecciano in un vortice di emozioni e paure, restando quanto più possibile IC.
Hachi sarà impegnata con la ricerca di Nana, fuggita subito la morte di Ren.
I Blast si scioglieranno ed i membri del gruppo intraprenderanno strade diverse, ma non per questo metteranno un punto alla loro amicizia.
Dall'altro lato i Trapnest subiranno lo stesso destino: Reira sarà tormentata da un segreto inconfessabile che le cambierà la vita e Takumi per proteggerla farà diverse rinunce, esternando finalmente il suo lato migliore.
La storia si susseguirà alternando presente e futuro (4 anni dopo) e ogni capitolo verrà raccontato attraverso il punto di vista di qualcuno.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nana

C’è la tendenza a credere che la fuga sia la via più facile.
E’ una bugia.
Quanti riuscirebbero a voltare le spalle al proprio passato, a rinunciare ad essere sé stessi?
Ho vissuto a lungo desiderando che il mio passato bussasse alla porta del mio presente.

 
 
    


***
 
Nana

Di solito il rumore della porta non lo sento nemmeno. Sono abituata a quel cigolio, al tonfo che fa quando si chiude troppo violentemente, al freddo pungente che mi sfiora la pelle ogni volta che si schiude. Non faccio neanche caso ai numerosi volti che mi ritrovo a fronteggiare. Potrei giurare che sono tutti gli stessi, raramente riconosco un cliente abituale, e non perché ce ne siano pochi, ma perché, semplicemente, non li guardo. La verità è che non mi interessa concentrarmi troppo sui loro lineamenti, quella gente è solo di passaggio. Eppure quella sera avvertì un brivido diverso, che non era certamente causato dal vento. Una forza superiore e indescrivibile mi costrinse a schiudere gli occhi. Mi era bastato un nanosecondo per riconoscere Hachi. Mille domande mi torturarono: che ci faceva a Londra? Che ci faceva all’Agorad? Mi aveva riconosciuta? Sapeva dove mi avrebbe trovata? E come?
Facendo finta di nulla, continuai la mia esibizione, che non si sarebbe protratta ancora a lungo.  E cos’avrei fatto dopo? Fingere che non fossi io? Mentire? Fuggire? O affrontare la realtà una volta e per tutte? Quante volte avevo sognato quel momento? Quello in cui finalmente qualcuno, invece di abbandonarmi, venisse a carcarmi. Hachi, da quanto ti aspetto…
Ma tu non puoi immaginare le innumerevoli volte in cui mi sei venuta in mente o in sogno. Non puoi certo sapere che sei rimasta nel mio cuore, e che ogni tentativo di cacciarti è inutile. Solo io conosco questa verità, e la custodisco con gelosia nel mio cuore.
Se esiste una persona che speravo di rincontrare, Hachi, quella sei tu.
Anche se non ti guardo, sento i tuoi occhi su di me. Non mi danno fastidio, anzi, vorrei  farmi più grande e occupare maggiore spazio, coprire la tua intera visuale, vorrei che ti concentrassi solo su di me. Col tempo non ho perso questa brutta abitudine, purtroppo. A cosa pensi?
Le canzoni che intono non le conosci, mi domando se ti piacciano. Non è il mio stile, è vero, ma riesci a scorgere la traccia della mia voce?
Sento un fremito nascermi nello stomaco, e se non sto bene attenta reprimerlo, rischio di stonare.
Non riesco ancora a crederci, anche se se lì in carne ed ossa. Mi ero rassegnata all’idea che ti fossi abituata alla mia assenza, che non ti dispiacesse neanche troppo, o che mi avresti creduta morta.
Spesso mi è capitato di immaginare il mio ritorno a Tokyo, nell’appartamento 707. Nelle mie fantasie tu eri sempre lì ad aspettarmi, fedele come un vecchio cucciolo che mai si è rassegnato. Scattavi al rumore della chiave all’interno della toppa, e ti precipitavi sull’uscio, per poi avvolgermi in un abbraccio. “Mi sei mancata” mi sussurri in un orecchio “non andartene più.” E allora io ti promettevo che sarei rimasta per sempre. Poi l’immagine svanisce. Non può continuare, capisci?
Io non sarei mai tornata indietro per niente al mondo. Ho abbandonato quella ragazza e quella vita, tutti i sogni, i progetti, le relazioni e gli affetti.
Mi commuove sapere che non mi hai mai dimenticata, che mi hai cercata. Ma adesso cosa cambierà?
-E adesso, signori e signore, ho l’onore di suonare per voi la nostra canzone di chiusura. Ho il piacere di comunicarvi che si tratta di un brano del tutto nuovo, scritto dalla nostra cantante, la bella Anna.-
Annunciò George, il mio pianista.
Hachi, sono così felice che tu sia lì per ascoltare la mia canzone. L’ho scritta tutto da sola, musica e testo, e so che tu capirai il significato nascosto dietro a ogni parola. So che ti piacerà, e allora è per te che adesso darò il meglio, per toccare le corde della tua anima, perché tu possa sapere che nulla è cambiato, che sono la Nana di sempre e che non ho dimenticato. Non rinnego il mio passato, Hachi, per quanto triste e doloroso sia.
 
“A little black cloud has taken the grief from the east.
I broke down in my tears.
I complained of the cruelty of my destiny.
I stood next to where you sleep.
Just I'm crying, am crying in a cold cold shadow alone.
Just I'm falling, am falling, blinded by your love.
My lord, My lord
My heart is in you
I feel you now. You don't want me anymore
Because I know your sigh will be the color of the wind.
And you wrap me gently. It's the shape of love.
It’s the shape of love.
A memory with you is also pulling my heart.
When will this pain melt away?
Even if I look for you to the end of the place.
I can't find you anymore.
Just I'm crying, am crying in a cold cold shadow alone.
Just I'm falling, am falling, blinded by your love.
My lord, My lord
Help me from this pain
I need you now
Please lead me to the way of light
Because I know your sigh will be the color of the wind
And you wrap me gently. It's the shape of love.
I cannot satisfy, God tell me where is my love.
My love.
My lord, My lord
My heart is in you
I feel you now. You don't want me anymore
Because I know your sigh will be the color of the wind.
And you wrap me gently. It's the shape of love
It’s the shape of love
Because I know you sigh (will be the color of the wind).
And you wrap me gently. It's the shape of love .”

 
https://www.youtube.com/watch?v=oKMWwmR4H5E
 

 
Ho finito, e come di consueto, saluto il pubblico e mi lascio presentare dal pianista George, come Anna Tsuchiya. E’ il mio nome Londinese, quello con cui la gente del posto è abituata a conoscermi. La storia di Anna è ben diversa e meno interessante, ma nessuno se ne cura troppo. In fondo a loro non importa sapere cosa si nasconde dietro alla cantante fuggita dal Giappone alla ricerca dell’affermazione personale. Sono solo una delle tante immigrate, una ragazza che ha abbandonato la sua vita infelice per inseguire i sogni che aveva da bambina. Nel mio caso, quello di diventare una cantante di fama mondiale, ma la famiglia in cui sono cresciuta, numerosa e severa, mi ha proibito di inseguire quel sogno, ed è per questo che sono fuggita. Adesso vivo nella speranza che un talent scout mi scovi e mi mostri le luci della ribalta.
E’ George che ha tessuto questa trama contorta e strappalacrime. Neanche lui conosce la verità su me e il mio passato, ma sono certa che mi creda un’ex prostituta fuggita dalla malavita o che so io. A me non importa, mi basta solo che non faccia troppe domande, e, col tempo, ha smesso di farle.
Mi inchino, e ti spio di soppiatto. Leggo qualcosa nel tuo sguardo, Hachi, che cos’è? Paura?
George, mi prende per mano e mi accompagna al bar per offrirmi un drink, come fa ogni sera. Ti passo davanti, ma tu non fai un solo cenno. E’ strano, sai? Averti accanto dopo tutto questo tempo. Mi domando spesso quanto tu sia cambiata, e cosa sia rimasto della ragazza che conoscevo.
Mentre lascio che mi servano un cocktail a sorpresa, come ogni sera, qualcuno si avvicina al mio sgabello. I clienti che vogliono complimentarsi, come se avessi fatto qualcosa di straordinario. “E’ il mio lavoro” vorrei dir loro semplicemente “credo che a voi nessuno faccia dei complimenti” ma taccio e mi limito a sorridere. Già una volta sono stata rimproverata per aver detto loro qualcosa del genere, ma George ha rimediato alla gaffe con la solita scusa “umorismo asiatico, la scusi, non conosce bene la nostra mentalità”.
-George, vado a prendere una boccata d’aria, non ti scoccia vero?-
-Come? No, vai pure, ma torna presto.-
Ti passo di nuovo davanti e varco la porta. So che mi seguirai, ne sono certa, e infatti non passa molto prima che la porta si riapra e che tu mi raggiunga.
Siamo una di fronte all’altra, a pochi centimetri di distanza. Mi sento vorticare nei ricordi Hachi, al nostro primo incontro, sul treno diretto a Tokyo.
- Volevo farle i miei complimenti, ha proprio una bella voce.-
Mi dici con un inglese che non credevo conoscessi. Ripenso al giorno in cui ci siamo trovate per caso all’interno dello stesso edificio. Allora non ti conoscevo affatto, credevo fossi una qualunque ragazza di periferia.
-E’ gentile da parte sua.-
Ripenso ai due bicchieri con le fragole.
-Sa? Mi ricorda tanto una persona…-
Alle passeggiate notturne.
-Me lo dicono in tanti. Ma in fondo gli asiatici si somigliano un po’ tutti, non è così?-
A quando mi portasti al concerto dei Trapnest.
-Credo. Ma io non mi riferivo solo al suo aspetto, sa? Ha una voce piuttosto familiare.-
A quando ti cantai sul tavolo della nostra nuova cucina.
-Anna, credo che sia ora di andare.-
George è apparso sulla soglia del locale e mi sollecita ad allontanarmi. Sa quanto poco mi piaccia conversare con la gente, e teme sempre che possa dire qualcosa di irriverente,o che mi comporti in modo sconveniente.
-Allora, signorina, ancora grazie per i complimenti, la saluto.-
Ti dico, e i tuoi occhi si rabbuiano. Ti faccio un cenno col capo e in attimo ti ho superata. Fermami, Hachi, ti prego.
-Sa, Anna?-
Mi dici afferrando la mia mano nelle tue. Hai le mani calde, Hachi.
-George, va’ dentro, ti raggiungo subito.-
Lui rotea gli occhi, come fa sempre quando gli si impartisce un ordine, e in un attimo torniamo ad essere solo io e te.
-Una volta avevo un’amica che faceva la cantante. La passione che metteva in ogni suo brano, io stasera l’ho ritrovata in lei. La sua voce, signora Anna, mi ha suscitato emozioni che non provavo da tempo. Sa una cosa? Oltre all’aspetto fisico e al timbro vocale, ci sono altre cose di lei che mi ricordano la mia vecchia amica Nana. Il suo tatuaggio per esempio…-
-Il fiore di loto?-
Corrughi le sopracciglia.
-Fiore di loto? No, quello lì è un fiore di Ren. Sono giapponese, lo so per certo.-
-Oh, forse il tatuatore deve aver fatto confusione.-
-E poi… Questo anello. Sa? Io e Nana lo avevamo identico, per cui lo riconoscerei tra mille.-
Alzi la mano e mi mostri la fede nuziale che Takumi ti ha regalato. Rimani così, con la mano sinistra sollevata per aria. Vedo i tuoi occhi riempirsi di lacrime, e non riesco a impedire che lo stesso accada a me.
-Nana, so che sei tu, smettila di fingere.-
In un attimo sento le tue braccia circondarmi il collo. Le tue lacrime mi bagnano il collo e la spalla. Io resto immobile per qualche istante. Il profumo della tua pelle, i tuoi capelli, le tue braccia, ti riconosco in tutto e per tutto, Hachi.
Non riesco a oppormi e alla fine cedo, ti abbraccio anche io e inizio a piangere insieme a te, in silenzio.
Finalmente sei tornata da me.
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