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Autore: IvanHpEw    03/12/2015    0 recensioni
Un mondo fatto di magia, di colpi di scena, di morte, di amore e di rabbia. Un mondo che ci ha accompagnato per molti anni e che non dimenticheremo mai. Il fantastico mondo che ci ha regalato la Rowling. Un mondo troppo coinvolgente per farlo volare via. Quindi perché accontentarsi dei sette libri di Harry Potter? Perché non continuare? Perché non dare una speranza al nostro magnifico mondo di non avere fine? Di continuare, magari all'infinito. Sono tanti i personaggi che ci hanno accompagnato per tanto tempo, e ora noi accompagneremo loro, chissà dove.
Storia scritta su Wattpad con oltre 180.000 views.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Nuova generazione
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"Cosa?!" Al vide gli occhi di Scorpius diventare rossi, iniettati di sangue: era spaventato quanto lo era lui. E tutto questo subito dopo un paio di secondi. 

Ci vollero un pòdi minuti prima che Al e Scorpius parlassero, e i soli rumori in quella stanza erano i loro forti battiti del cuore e i respiri profondi dei compagni che dormivano.

"Ma... ma... chi era la vittima?" Chiese Scorpius balbettando.

Albus elaborò le parole dell'amico, poi, giungendo alla conclusione che non poteva starsene zitto per sempre, decise di parlare. "No-non lo so, quando ha alzato la testa... lui... e... non mi ricordo tanto, mi sembra che l'ho ucciso subito"

"Non ricordi niente?"

"No. Insomma... mi sembra di... ricordo qua-qualcosa, ma poco"

"Racconta" Scorpius assunse un'aria più seria e si mise seduto sul letto di Al.

"Ehm... C'era un uomo, era stanco, l'ho ammazzato... no, ho la testa che mi scoppia" Sudava ininterrottamente. Non ce la faceva a continuare, e più cercava di aggrapparsi a quei pochi ricordi, piùquesti si allontavano da lui.

"Non ricordi altro?" Lo esortò cominciando a sudare anche lui.

"No..." Confessò esausto: voleva buttarsi dentro un lago ghiacciato e poi dormire. Voleva dormire, voleva dimenticare tutto. Quella notte stava diventando sempre più oscura. Prese la bottiglietta d'acqua sul comodino e bevve, cercando di farla cascare un po' sul collo e sul petto. E in quel momento la maniglia della porta del dormitorio girò lentamente, creando un rumore inquietante. Albus, madido di sudore, posò l'acqua e afferrò la sua bacchetta, pronto ad attaccare. Malfoy fece lo stesso alzandosi e facendo un passo indietro verso il comodino. La porta si spalancò, molto lentamente, e davanti ai due comparve una figura bassa, lucente e con lunghi capelli rossi.

"Rose!" Albus posò la bacchetta sul comodino alla sua destra, Malfoy lo imitò.

"Ancora? Cosa ci fai qui?" Malfoy alzò la voce, ma sembrava sollevato.

Rose rise. Chiuse la porta alle sue spalle e avanzò verso i due, ancora ansanti.

"Che hai fatto? Perché sei qui?" Chiese Al rapidamente, mentre si asciugava il sudore.

"Oh, io niente. Tu cosa hai fatto, vorresti dire" Aggrottò le sopracciglia.

"Io, i-o? Cosa ho fatto?" Albus si mosse di scatto, come se percorso da una scossa elettrica. Cercò di sembrare il meno sospetto possibile. Per il momento, non doveva far trapelare espressioni ingannevoli. Ci sarebbe stato il tempo per parlare con Rose più avanti.

Rose lo guardò per alcuni secondi, poi aprì la bocca e la richiuse. Poi disse "Be', di certo io non sogno che uccido una persona con la Bacchetta di Sambuco"

Albus e Scorpius spalancarono gli occhi. Al si asciugò di nuovo il sudore e sbuffò. Ma come faceva Rose a sapere sempre tutto? Albus detestava l'idea che la cugina sapesse del suo strano e sinistro sogno. Ormai era inutile cercare di sforzarsi di mantenere i lineamenti morbidi e rilassati. Quella Weasley lo ingannava sempre. Ma non si arrese.

"Ma... cosa dici?" Fece il vago di nuovo.

Rose si chinò e si mise carponi; prese da sotto il letto di Al delle grandi orecchie di gomma, che misuravano quanto una mano.

"Orecchie Oblunghe. Ho sentito tutta la vostra interessantissima conversazione, non riuscivo a dormire e, per purissimo caso, ho sentito Albus che parlava nel sonno, credo. Sono subito corsa da voi"

"Ma perché metti queste maledette Orecchie Oblunghe!? È... è... in-incivile!" Disse velocemente Malfoy mordendosi le labbra. Il dolore alla testa di Al continuava a farlo soffrire in silenzio...

"Oh, no, metti caso succedesse qualcosa, io dovrei aiutarvi, no? E ora, se non vi dispiace, c'è una persona che ci sta aspettando, su, muovetevi capre!" Disse alzandosi dal pavimento e scrollandosi la polvere di dosso. Avanzò verso la porta e la spalancò, assicurandosi che Fred, Godys e Cedric fossero ben addormentati.

"Quale persona, dove? Ma di che cosa stai parlando?" Albus si alzò dal letto, prese la bacchetta e se la ficcò in tasca. Ma che stava dicendo Rose? Un groviglio di sensazioni confuse fece capolino nella sua testa.

"Non preoccuparti" Mormorò calma.

"In piena notte?! Qualcuno ci sta aspettando a quest'ora? Perché mai lo dovrebbe fare?" Malfoy era incredulo. Una lieve sfumatura rossastra era padrona del suo viso.

"Sì! In piena notte! E se non ti importa, rimani qui. Dai, seguitemi"

Dopo uno sguardo assassino di Rose, i due, sbuffando, la seguirono. Dopo aver oltrepassato il quadro della Signora Grassa, che stava stranamente discutendo con un Principe del quadro accanto, percorsero vari corridoi e scalinate. Albus si guardava intorno come se avvertisse la costante presenza di Filch il custode. Di sicuro, non voleva rivederlo di nuovo. Camminarono per cinque lunghi minuti e nella sua testa c'era la confusione più totale. Le immagini del sogno gli ostacolavano di pensare a dove Rose li stesse portando... quel lampo di luce verde... quell'uomo... non gli aveva visto il viso...

"Mi spieghi dove ci stai portando?" Scorpius tentò di mantenere la calma mentre svoltavano in un altro corridoio illuminato da quelle che avrebbero potuto essere cinquanta torce bluastre.

"Da un Occlumante"

"Un cosa?" Chiesero i due all'unisono. Albus era certo di non aver mai sentito una parola del genere.

"Un Occlumante, ora vedrete, state zitti. Oh, ma volete seguirmi e basta?"

Arrivarono davanti a una porticina di quercia. Rose bussò due volte e, improvvisamente, davanti a loro comparve una donna, bassa, con un pigiama rosa in pizzo. I suoi capelli erano perfettamente pettinati.

"Salve professoressa Umbridge" Rose sorrise.

"Oh, cara, ho ricevuto il tuo Patronus" Borbottò come se la stesse avvertendo di aver ricevuto una lettera via gufo.

"COSA? SAI FARE UN PATRONUS? E LO SAI FAR PARLARE?" Albus era rosso ed incredulo. Era praticamente impossibile che sua cugina, di undici anni, sapesse fare un Patronus Corporeo e farlo parlare. Era magia avanzatissima, e, per un lunghissimo istante, Albus suppose che fosse tutto un sogno. O forse magari un'allucinazione.

"Oh sì, in fondo, sono la figlia di Hermione Granger" Mormorò fiera a mo' di spiegazione.

"Signor Potter, si sieda" La Umbridge lo fissò, aggrottando la fronte. Pareva serissima, e, notò Al, non aveva quel sorrisino da ebete che aveva sempre.

"Perché?!" Chiese Al con tono di sfida. Perché mai avrebbe dovuto entrare nell'ufficio della sua professoressa nel cuor della notte dopo aver sognato un assassinio?

"Signor Potter, si sieda, per favore" Continuò con un tono di voce sereno ma serio.

Albus, controvoglia, obbedì. Entrò nell'ufficio seguito da Scorpius, che guardava le pareti della stanzetta a bocca aperta: erano coperte da piattini che raffiguravano gattini di tutte le specie, dai Siamese ai Persiani. Si mise seduto su una poltrona rossastra davanti la cattedra della Umbridge e trasse un lungo, potente sospiro, mentre una decina di rumori di fusa gli accarezzavano le orecchie.

"Ok, Potter, ora, senza domande, dica cosa ha sognato circa dieci minuti fa"

Al spalancò gli occhi: come faceva la Umbridge a sapere che aveva fatto un sogno qualche minuto prima? Gliela aveva detto Rose? Dopo aver origliato la conversazione di Al e Scorpius aveva mandato un Patronus dalla Umbridge?

Potter esitò qualche secondo, poi, balbettando, disse "Ehm.. non ricordo tanto... mi ricordo che avevo la Bacchetta di Sambuco, ero... ero in u-una foresta! Sì! In una foresta... poi è a-apparso un uomo, l'ho uccis-so..." Esitò. Non riusciva a ricordarsi nient'altro. I ricordi gli sfuggivano dalla mente, come se questi si stessero divertendo a non farsi acchiappare.

"Bene signor Potter, ora dobbiamo scoprire più su questo sogno. Indagherò io in persona" La Vicepreside prese la sua bacchetta dal comodino e la puntò sulla testa di Albus "Libera la mente, svuotala, scaccia ogni pensiero" Ad Al sembrò difficile riuscirci, aveva troppi pensieri in testa. Perché aveva fatto quel sogno? Perché si trovava nello studio della Umbridge alle tre di notte con una bacchetta puntata contro? Cos'era un Occlumante? Chiuse gli occhi e sospirò a fondo l'aria dolciastra dell'ufficio.

"Disciplina la mente, Potter!" Albus fece uno sforzo enorme e la Umbridge, calma, borbottò "Legilimens!"

L'ufficio della vicepreside svanì, era tutto buio, la mente di Albus lavorava freneticamente, poi, un susseguirsi di immagini, l'arrivo ad Hogwarts, lo Smistamento... Ed eccolo lì, Albus, in una foresta con pochissimi alberi, la Bacchetta di Sambuco in mano. La scena, stavolta, si vedeva dall'alto. Era come vederla da un albero lì intorno. Centinaia di foglie ruotavano intorno ad Al. La forza del vento gli muoveva gli abiti che aveva indosso. Poi, davanti a lui, comparve un uomo, alto, magrolino, tremava, la testa china, aveva dei capelli biondi, quasi bianchi, borbottava parole strane, riusciva a stento a camminare. Il volto di Al si irrigidì, l'uomo riuscì appena ad alzare lo sguardo che uno zampillo di luce verde uscì dalla Bacchetta di Sambuco.

Lo studio riapparve. Al era stordito. Non riusciva a distinguere le figure davanti a lui. Sforzò la vista e vide la Umbridge, il viso freddo e pallidissimo.

"Signorina Weasley, vada a chiamare la professoressa McGonagall, di corsa" Disse fissando un punto vuoto nella stanza. Era immobile.

"Professoressa... Cosa... cosa è successo?" Anche Albus era preoccupato.

"Signor Potter, ho appena visto il suo sogno"

"Come?" Chiese lui curioso.

"Legilimanzia, signor Potter"

"Cosa?" Chiese ancora, confuso più che mai. La testa riprendeva a pulsare... come se dentro ci fosse un cuore.

"Le spiegazioni avranno tempo più tardi"

Malfoy era seduto su una sedia, concentrato a non perdersi nulla. Circa dieci minuti dopo Rose riapparve con la McGonagall, con indosso una una veste da notte scozzese.

"Minerva" Sibilò.

"Dolores, cosa è successo? Sono le tre e mezzo del mattino!" Disse spostando lo sguardo da Al alla Umbridge, come se stesse assistendo ad un incontro dello sport babbano 'tennis'. "Cosa ci fa qui con degli alunni...?"

"Potter ha fatto un sogno, sulla Bacchetta di Sambuco"

La McGonagall la fissò, stupita. "Cosa?"

"Ed ha ucciso D... Una persona!" Si corresse la Umbridge, che stava per dire un'altra cosa. Albus sudava, e la testa pulsava... forte... non riusciva a sopportare il dolore.

"Per l'amor del cielo, ci risiamo... è una cosa da Potter fare sogni strani. Chi ha ucciso?"

"Non lo so" La Umbridge abbassò lo sguardo, le mani tremanti.

"Ok, meglio che i ragazzi vadano a letto. Potter, domani nel tardo pomeriggio nel mio ufficio" Si sistemò il colletto della veste e scosse la testa.

Albus, Rose e Scorpius uscirono dalla piccola stanza rosa e, preoccupati e spaventati, andarono su in Sala Comune, deserta.

"Dolores, voglio i dettagli!" Tuonò la Preside.

"Un sogno davvero molto strano, Minerva. Si trovava in una foresta, con la Bacchetta di Sambuco in mano. Poi è apparso un uomo, non so chi, e l'ha ucciso" La Umbridge guardava fissa il pavimento.

"Può essere un fatto già accaduto, Dolores?"

"Non so, può essere anche un fatto che deve avvenire" Ragionò confusa.

"In questo ultimo caso, scoprendo chi è la vittima, possiamo salvare una vita"

"Minerva, credi che sia stato un sogno casuale, o un sogno che vuole dirci qualcosa?" Chiese con un'espressione alquanto addolorata.

"L'ultima, suppongo, e se non scopriamo chi è la vittima, essa morirà" Disse convinta.

"In tal caso, dobbiamo avviare subito le ricerche" La Umbridge era intenta ad evocare un Patrone, diretto agli Auror del Ministero.

"No! Ancora non sappiamo chi è la vittima" Le bloccò il braccio e sospirò.

Dolores arricciò le labbra "Se è un avvenimento già accaduto?"

"Dobbiamo solamente recuperare il corpo..." Mormorò tristemente.

"E il padre di Albus? Cosa gli diciamo?"

"Dolores non ti preoccupare del signor Potter, appena arrivo nel mio studio gli mando una lettera. Bisogna accettarsi solo che quello che ha sognato questa notte Albus Potter sia un fatto futuro o no, e scoprire chi è la vittima. Potremmo salvare una vita"

Le due professoresse, entrambe con due borse sotto gli occhi che avrebbero potuto essere visibili dalla torre di Astronomia, si guardarono per qualche secondo. La Umbridge si morse un labbro. "Minerva, pensi quello che penso io?"

"Che ci sia un legame con la mente di Albus Potter e il ladro della Bacchetta di Sambuco? Suppongo di sì".

 

   
 
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