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Autore: miky923    04/12/2015    4 recensioni
Naruto viene esiliato da Konoha dopo aver completato il recupero di Sasuke. Ferito e arrabbiato decide di abbandonare il villaggio prima che l'esilio fosse ufficiale diventando un ninja traditore e si dirige verso una terra al di fuori dei paesi ninja.
Tre anni dopo per la prima volta nella storia il continente oscuro ha raggiunto la stabilità e gira voce sia tutto merito di un potente re che ha unificato l'intero paese nelle sue mani.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tsunade sospirò stancamente e guardò fuori dalla finestra in modo distratto. Erano passate già diverse settimane da quando Jiraya era partito per il continente oscuro sotto sua richiesta e ancora non aveva ricevuto notizie da parte sua, e questo le metteva una certa ansia. Certo lei si fidava ciecamente delle abilità del suo vecchio compagno, ma era pur sempre andato in una terra totalmente sconosciuta, a incontrare un uomo che è stato in grado di unificare un intero continente per chiedergli aiuto. Se i ruoli fossero stati invertiti ed era lei quell'uomo non sapeva come avrebbe risposto ad una richiesta d'aiuto da parte di un paese straniero. Tsunade chiuse gli occhi e cercò di scacciare quei pensieri deprimenti che le annebbiavano la mente ogni volta che non aveva niente da fare. Jiraya era ed è un grande ninja e se la sarebbe cavata in ogni situazione.

“Hokage!” Entrò Shizune sbattendo la porta e facendo saltare la donna per lo spavento.

“Shizune che ti prende?”

“Ci è appena giunto un messaggio di soccorso da parte della sabbia. Il kazekage è stato rapito da due membri dell' Akatsuki.” Disse agitata e porgendole subito il rotolo che conteneva la richiesta di soccorso.

“Dannazione ci mancava solo questa a complicare le cose.”

Tsunade si portò una mano alle tempie pensando. Quasi tutti i ninja della foglia erano fuori in missione tranne...

“Shizune, convoca immediatamente Kakashi e Gai.” Ordinò con voce seria guardando la sua assistente dirigersi subito fuori dalla stanza.

 

Poco dopo

 

Kakashi e Gai si trovavano in piedi davanti alla scrivania dell'hokage mentre Tsunade stava con i gomiti appoggiati al piano del tavolo e il mento posato sulle dita incrociate delle mani.

“Ci voleva vedere hokage?” Domandò Gai.

“Si, voglio che i vostri due team collaborino in una missione di rango S.” Annunciò chiudendo gli occhi.

“Cosa? Ma per una missione del genere servirebbe un team di jonin e non di chunin. Inoltre sia la mia squadra che quella di Kakashi sono appena tornate da delle missioni impegnative.” Protestò Gai.

Per un momento Tsunade non disse nulla e Gai si girò verso il compagno aspettandosi che gli desse ragione ma questo continuava a fissare la donna davanti a se.

“Gai, se ne avessi la possibilità affiderei ad altri la missione, ma molti ninja sono già fuori in missione e non posso privare la difesa del villaggio dei pochi jonin rimasti capisci vero?” Disse più come una affermazione che una domanda.

“Di che missione si tratta?” Parlò per la prima volta Kakashi da quando era entrato nella stanza.

“Gaara, il quinto kazekage è stato rapito dell'organizzazione Akatsuki. Il vostro compito è quello di raggiungere i due membri dell'organizzazione e salvare il kazekage.”

“Si conosce l'identità dei due rapitori?” Domandò Gai.

“Sappiamo che l'uomo che sconfisse Gaara indossava il copri fronte del villaggio della roccia, mentre il secondo è Sasori, un traditore del villaggio della sabbia.”

“Capisco. Accettiamo la missione hokage.” Disse dirigendosi verso la porta seguito dal compagno.

I due Jonin si sbrigarono a radunare le squadre e bastò informarle sulla missione che dovevano compiere per impedire ogni sorta di lamentela.

 

Qualche ora dopo

 

Tsunade aveva ripreso a compilare documenti, cercando cosi di tenere la mente sgombra quando venne interrotta nuovamente da Shizune che entrò nel suo ufficio.

“Hokage, è ritornato...” Iniziò a dire con un sorriso ma la sua voce venne sormontata da quello di un uomo.

“Andiamo Shizune, posso annunciarmi anche da solo non credi?” Disse ironicamente l'uomo interrompendo l'assistente dell'hokage.

A Tsunade non serviva neanche guardarlo per riconoscere chi avesse parlato e si alzò subito in piedi.

“Jiraya sei...”

Alla donna morirono le parole in gola appena vide in che condizioni era il suo compagno. Jiraya aveva un braccio fasciato tenuto legato al collo da una benda, i suoi vestiti erano stracciati e ricoperti di sangue in più punti e si vedevano delle bende che gli avvolgevano il ventre e il petto.

“Jiraya cosa ti è successo?” Chiese con un filo di voce allungando una mano e sfiorandogli il braccio leso con le dita.

“Eheheh credo di aver sottovalutato il territori ma non ti preoccupare, ad Orion ci sono un sacco di ottimi medici che mi hanno rimesso a nuovo.” Disse sfoggiando un sorriso smagliante.

Inconsapevolmente Tsunade gli aveva preso il braccio e aveva iniziato a stringerlo sentendo quelle parole.

“Hey hey cosi me lo rompi di nuovo.” Cercò di protestare.

Dopo un'ultima stratta Tsunade lo lasciò andare.

“Sei un idiota Jiraya.” Disse andandosi a sedere e provocando un sorriso dall'altro.

“Dato che sei tornato deduco che hai compiuto la missione vero? Non sei uno che torna indietro a metà.” Disse guardandolo attentamente.

“Mi conosci proprio bene eh?”

“Cosa hai scoperto allora? Prima hai accennato ad Orion se non sbaglio.” Domandò impaziente.

Era curiosissima di sapere tutto riguardo il continente oscuro anche se si rifiutava di dimostrarlo apertamente.

“Si Orion è la capitale del continente. E il vero nome del continente oscuro è Sentora.”Cominciò a spiegare prima di venire interrotto.

“Jiraya.” Chiamò una voce femminile dietro di lui.

Jiraya si spostò e Tsunade vide che sull'uscio della porta si trovavano quattro persone incappucciate, era talmente concentrata su Jiraia e sulle sue ferite con gli ebbe notati fino ad ora.

“Oh si entrate, Tsunade loro sono le guardie del corpo del re nero.” Disse Jiraia e Tsunade spalancò gli occhi presa da una leggera agitazione e si rialzò all'istante.

“Vi chiedo immensamente perdono per non avervi notato prima.” Si scusò il più gentilmente possibile e facendo un piccolo inchino.

“Non si preoccupi hokage, e non serve tutta questa formalità in questo momento il re non si trova con noi.” Disse la donna che aveva parlato entrando nella stanza e togliendosi il cappuccio imitata dagli altri due dietro di lei.

La donna in testa al gruppo dimostrava sedici anni, aveva dei lunghi capelli rossi che le arrivavano sopra la vita leggermente ondulati, gli occhi color celeste, la pelle rosea e un corpo bellissimo e ben formato. La seconda persona ad entrare era anch'essa una donna. A differenza della prima che aveva una espressione rilassata e quasi annoiata, questa mostrava una espressione molto più seria e composta. Aveva venti anni circa dedusse l'hokage. I capelli erano neri lisci e lunghi fino a metà schiena, gli occhi nocciola, la pelle chiara e un fisico perfetto come la prima solo un po più prosperosa. Il terzo era un ragazzo sui sedici anni, I capelli erano corti e scompigliati di colore bianco argento, che si sposava benissimo con il colore della carnagione pallidissima, gli occhi erano di color ambra. Quando questo entrò fece un piccolo inchino piegando leggermente la testa e sorridendole a labbra strette e in quel breve tempo Tsunade era sicura di aver visto spuntare un canino da sotto il labbro. L'ultima ad entrare fu un'altra ragazza sui sedici anni come la prima, i capelli erano di una strana tonalità di viola, la pelle rosa e gli occhi di color ametista, il corpo non si vedeva perchè a differenza degli altri teneva la mantella ben chiusa. A saltare all'occhio era un tatuaggio sul lato del viso a sinistra e che scendeva lungo il collo. Il tatuaggio sembrava fosse formato un intreccio di rami, tentacoli o qualcosa di simile ma le stava sorprendentemente bene pensò l'hokage, come se fosse fatto giusto per quella ragazza.

“Loro sono Kurama, Nora, Edward e Alice.” Gli presentò Jiraya nell'ordine in cui erano entrati.

“Il piacere è tutto mio, prego accomodatevi.” Disse Tsunade indicando le sedie davanti alla scrivania.

“Non serve hokage, siamo solo venuti per informarla della nostra presenza e che presto il re arriverà.” Disse Kurama.

“A proposito dove si trova il vostro re? Non per essere indiscreta ma è strano che le guardie del corpo si separino da chi devono proteggere.” Chiese cercando di capire più cose possibili su questo misterioso individuo.

“Ora è diretto a Suna, aveva degli affari da sbrigare con il kazakage ma non ci dovrebbe mettere molti giorni.

“A Suna?! Ma il kazekage è stato rapito da poco e l'intero villaggio è in subbuglio, potrebbero prenderlo come un nemico.” Disse ripresa dall'agitazione.

“Non si preoccupi, se la sa cavare benissimo da solo e in più con lui è rimasta una guardia. Temo più per la salute dei rapitori invece.” Disse l'ultima parte con un leggero sorriso e si girò verso Jiraya.

“Noi andiamo a preparare la casa nel frattempo e lo attenderemo li ok?”

“Si come eravamo d'accordo.” Rispose il saggio dei rospi.

“Aspettate! Casa? Dove è che starete? Non vi ho ancora affidato una abitazione.” Chiese Tsunade confusa vedendo la rossa andare verso la porta.

“Oh noi staremo nel vecchio appartamento di Naruto, sarà un po da sistemare per poterci stare tutti ma ci troveremo bene.” Rispose senza voltarsi.

“Cosa?! No voi... Jiraya non possono, nessuno è più stato la da quando Naruto è...” La frase morì li per aria.

Tsunade non aveva ancora la forza per parlare di cosa è successo a Naruto nonostante fossero già passati tre anni.

“Tsunade è tutto ok vedi...” Iniziò a parlare Jiraya.

“Non si preoccupi. Possiamo dire che io abbia vissuto in quel appartamento con Naruto finchè se ne andò.” Disse Kurama girando leggermente il volto e mostrando un occhio diventato rosso con una pupilla dilatata e un strano sorrisetto sulle labbra.

“Ora se non le dispiace ce ne andiamo.” Disse infine uscendo dall'ufficio seguita dagli altri.

Quando uscì per ultima Alice Tsunade vide spuntare da sotto il mantello una coda di serpente.

“Jiraya?!” Chiamò credendo di non aver visto bene.

Nella testa di Tsunade vorticavano centinaia di pensieri e sentimenti contrastanti, presto sarebbe arrivato il sovrano di un intero continente nel suo villaggio, in oltre c'era ancora il problema del kazekage rapito. Ad aggiungersi a questi due problemi salta fuori il dolore per la fugga di Naruto riemerso da quella ragazza, ed era ancora sconvolta nell'aver visto Kurama osservarla con quell'occhio che sembrava riuscire a vederle dentro. In più era sicura di aver visto Alice con una coda di serpente ma a sconvolgerla più di tutto era il fatto che Jiraya non aveva battuto ciglio a nulla di quello che si era visto o parlato.

“Jiraya...” Chiamò Tsunade massaggiandosi le tempie sentendo nascere una terribile emicrania.

“Tsunade ho molte cose da raccontarti e dovrai avere una mente molto aperta per tutto ciò.” Disse il compagno in tono serio.

Non abituata a vederlo cosi Tsunade capì la serietà delle cose che doveva raccontargli Jiraya e sospirò lentamente.

“Andiamo, è meglio parlarne davanti ad una bottiglia di sake.” Disse diretta verso la porta e con tutta l'intenzione di raggiungere al più presto un bar.

Jiraya sorrise e la seguì preparandosi a passare una lunghissima giornata e una altrettanto lunga notte in cui raccontarle di Sentora.

 

Porte di Suna

 

“Eccoci finalmente! Non vedo l'ora di vedere come sta Gaara!” Esclamò un ragazzo biondo entrando nel stretto cunicolo in mezzo alle due pareti rocciose che portava al villaggio.

“Sono curiosa di vedere che tipo è, ci hai parlato cosi tanto di lui che deve essere davvero speciale. In più questo villaggio deve essere pieno di giovani uomini con un sacco di sogni no?” Disse una donna camminando a fianco al ragazzo e facendo l'ultima domanda con un ghigno.

“Vedi di non fare danni come al solito Alma. Non voglio che gli abitanti di questo villaggio soffrano i tuoi incubi.” Disse il biondo guardandola con la coda dell'occhio.

“Va bene Naruto, non serve che diventi geloso. Sarò un angioletto.” Ridacchiò portando una mano a toccare la punta di una delle sue due corna.

  
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