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Autore: _f r a n c y_    05/12/2015    2 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per rinfrescare la memoria:

Nobuto Hyuuga: cadetto, fratello minore di Hoshiko Hyuuga. Studia all'accademia ninja, ma non è molto promettente...
Hoshiko Hyuuga: lontana cugina di Neji. Kunoichi brillante, non accetta di dover un giorno lasciare l'attività per sposarsi e dedicarsi alla famiglia. Ammira moltissimo Neji. Attenzione...!
Sono entrambi comparsi nel capitolo 21, All'ombra dei cedri.




Keep the earth below my feet
(Mumford & Sons)



Fiamme sulla terra rossa






A dodici anni, Tenten e la sua amica più stretta avevano involontariamente rubato un cavallo. Un meraviglioso esemplare da sella, manto caffé rasato e lucido.
Era appena stato acquistato da una delle famiglie più ricche del villaggio. Lo tenevano in un recinto davanti alla loro villa, perché tutti potessero ammirarlo da lontano.
Tenten e Kyoko però avevano deciso di salirgli in groppa fin dal primo incontro.
Aspettarono che la strada si svuotasse e conquistarono la sella. Lasciarono ciondolare le gambe, euforiche mentre vivevano l'illusione di attraversare terre sconosciute. Colpirono il ventre dell'animale senza intenzione. Soprattutto, senza immaginare che quello si sarebbe lanciato al galoppo.
Per giorni al villaggio non si parlò d'altro. Le figlie dei porcari che sfrecciavano per le vie affollate, cavalcando senza alcun pudore come gli uomini.
Fu proprio il padre di Kyoko ad afferrare le redini e placare il cavallo. Le loro famiglie furono costrette a vendere la carne a prezzo azzerato per ripagare i danni a botteghe e bancarelle.
La memoria collettiva della loro impresa però non si sarebbe mai estinta. Le avrebbe accompagnate fino alla morte.
Se fossero state dei giovani maschi, la macchia si sarebbe stinta con il passare degli anni. Avrebbero avuto più di una occasione per coprirla con gesta più valorose.
Essendo donne, la loro spudoratezza era l'equivalente di un marchio.
Quando un mese dopo Tenten si avventurò nella foresta in cerca di funghi, esercitava un'attrazione abbagliante. Luna piena in una notte limpida.
Quattro figli della nobiltà le furono sopra prima ancora che potesse gridare.
Scavarono in parti del suo corpo che lei stessa conosceva appena.
D'un tratto le prese sui suoi polsi e sulle sue caviglie si allentarono. Il viso di uno dei ragazzi era una maschera di sangue. Kyoko si ergeva dietro di lui e brandiva un ramo robusto.
- Scappa! Scappa, Me... -
Un pugno sullo zigomo e cadde a terra.
- Scappa! Chiama aiuto! -
Tenten non aveva alcun controllo sui propri muscoli. La mente gridava di alzarsi, ma il corpo era straziato. Decine di lame roventi sminuzzavano le sue viscere. Un dolore così radicato nella sua intimità che avrebbe potuto bruciarla dall'interno. Era inestirpabile.
Avrebbe voluto morire.
Capelli color grano danzarono davanti ai suoi occhi. Di nuovo.
Le mani di Tenten furono scosse da un tremito indomabile. Le dita affondarono nella terra umida. Sotto lo strato battuto dal vento, era calda. Palpitava. Un ritmo assordante. Si insinuò sotto le sue unghie e risalì lungo il braccio. Attraverso le sue vene, fino al petto.
Lei era viva.
Gettò la terra negli occhi del ragazzo. Gli afferrò la testa e gliela schiantò contro un tronco.
Corse verso il villaggio, i piedi che afferravano il terreno come radici.
La sua casa era la più vicina. Si fiondò in cucina. Quando vide gli abiti strappati, sua madre mandò in pezzi un vaso in terracotta.
- Kyoko è nel bosco. Ha bisogno di... -
- Che cosa hai fatto? -
- Kyoko è ancora nel bo... -
L'anello di sua madre le graffiò la guancia. La guardava come se avesse davanti un frutto marcio.
- Cosa ci facevi lì? Sai che non puoi andarci! -
- Madre, sono in quattro. Dobbiamo... -
Un altro schiaffo e Tenten si ritrovò sul pavimento.
- Puttana! -
Non rivide mai più Kyoko.
Quel pomeriggio sua madre la trascinò nel capanno e la frustò. Quattro uomini significavano nessun matrimonio riparatore. L'onore di Tenten era distrutto e con esso quello dell'intera famiglia. Gli affari compromessi per sempre.
I suoi due fratellini osservarono la punizione dalla soglia. La voce pietrificata, gli occhi rapaci.
Probabilmente sua madre l'avrebbe uccisa, se suo padre non fosse arrivato in tempo. Fu lui a decidere di relegarla nella cantina. Non voleva sbatterla per strada e umiliare pubblicamente la famiglia.
Per giorni il solo respirare minacciò di squarciarle di nuovo la schiena.
Il corpo di Kyoko fu ritrovato in una fossa. Soltanto gli abiti permisero di riconoscerla. I quattro dissero che era stata Tenten a fracassarle il cranio, come aveva cercato di fare con uno di loro.
Con l'accusa di omicidio, la sua vita era finita. Quando più tardi la porta della cantina si aprì, Tenten era certa che fosse sua madre, giunta per ammazzarla prima ancora dell'arresto.
Come avrebbe scoperto dopo, tuttavia, in quel momento i suoi genitori erano riversi in cucina, piegati da un potente sonnifero.
Quella sera Tenten vide la Madre delle Amazzoni per la prima volta.



Tenten si strinse nel mantello, lo sguardo annegato nella propria ombra. Camminava nell'unica direzione che conoscesse: verso la casa dell'uomo bizzarro.
Aveva scambiato di nuovo gli abiti con la guardia. Al suo risveglio, avrebbe trovato la realtà esattamente come l'aveva lasciata.
Dopotutto nulla era cambiato, ad eccezione della consapevolezza di Tenten. A Neji Hyuuga erano bastati quindici minuti per intuire ciò che lei non aveva compreso in dieci giorni.
Era stato un crudo istinto di sopravvivenza a manovrarla. Tanto abbacinante da non indurla a dubitare un solo secondo che lui l'avrebbe seguita. Tenten non voleva più sperimentare l'abbandono e Neji era tutto ciò che le fosse rimasto.
Metteva un piede dopo l'altro, ma non sarebbe approdata ad alcuna destinazione. Era una creatura sospesa nello spazio e nel tempo.
La sua ombra oscillò, come la fiamma di una candela esposta al vento. Tenten sollevò il capo: un riverbero aranciato lampeggiava nel cielo. La luna era soffocata dal fumo.
Si voltò. La prigione era in fiamme.



Le guardie uscivano dalle porte come formiche da un nido allagato. Alcune si precipitavano negli alloggi per svegliare le famiglie. Altre correvano verso il centro del villaggio; Tenten le udì accennare ad un pozzo.
Nessuno si curò di lei mentre sgattaiolava all'interno. Lo sbalzo di temperatura la investì come un muro invisibile. L'incendio era scoppiato ai piedi della larga scala di legno. Le fiamme sembravano possedere una propria volontà mentre la risalivano. Decine di braccia rampicanti che cingevano i gradini e li facevano a pezzi.
La sala annessa alla scalinata non stava bruciando, ma era stata travolta da un'esplosione. Le travi che prima sostenevano il soffitto adesso creavano un labirinto sul pavimento. Soltanto osservandole meglio, Tenten distinse le sagome di due persone sotto di esse.
Una era la guardia che, poco prima, aveva scorto sedere in disparte. Aveva una siringa conficcata nel braccio. Lo sguardo era spalancato e fisso.
L'altra persona era ancora viva. La pelle sul suo capo era corrosa, i capelli evaporati. Gli occhi ed un tatuaggio sulla fronte, tuttavia, la resero fin troppo riconoscibile.
Tenten si lanciò sulla trave che gli schiacciava il torace, ma era troppo pesante.
- Chi... sei? -
Si gettò al suo fianco. La roccia pizzicava ardente contro le ginocchia.
- Sono io, Neji. Sono Tenten. Resta sveglio, ora usciamo da qui. Oddio, come faccio a...? -
- Conosci Neji? -
- Eh? -
Lui cercò di reidratare la bocca, ma persino la saliva gli era stata prosciugata.
- Sono... Nobuto Hyuuga. Ero venuto a liberarlo. -
Uno spasmo gli strappò un verso di dolore. Tenten avrebbe voluto alleviarlo, ma non sapeva dove posare le mani. Ogni fibra di lui sembrava spaccata.
- Carte bomba. Incendio al quinto livello... Questo era il mio piano. Ma quella guardia mi ha scoperto. Abbiamo lottato e... Accidenti, Hoshiko aveva ragione su di me. -
Rise, i denti dipinti di rosso.
Un altro segmento della scala si sbriciolò. La vampata di calore alitò sul mantello di lei.
- Vai da lui. - disse Nobuto.
- Ma tu come farai a...? -
- Io sono già morto. -
Le parole si aggrovigliarono in fondo alla gola di Tenten. 
- Ogni rinforzo in questa prigione è costruito col legno. - proseguì lui, - Al primo piano stanno già morendo asfissiati. -
Le disse che dalla stanza delle guardie si accedeva ad una scala scolpita nella roccia.
- Porta ad ogni piano, ma a te interessa il quinto. Troverai... una leva. Abbassala e le celle si apriranno. -
La incoraggiò a frugare nella tasca dei suoi pantaloni. Tenten dovette snodare la mano sotto la trave. Una sensazione calda e vischiosa le avvolse le dita, mentre afferrava una boccetta. Quando estrasse la mano, era un guanto di sangue.
- Per le manette di Neji. Funzionerà: il mercato nero di Azam è una garan... -
- Torneremo a salvarti. - lo interruppe Tenten, sfiorandogli la spalla, - Te lo prometto! Torneremo da te! Neji saprà tirarti fuori di qui. -
Nobuto la udì correre verso l'ingresso. Sorrise. Il rumore dei suoi passi gli provò che quella donna era reale.



Tenten decise di liberare i carcerati di ogni livello.
Aveva bisogno di creare confusione fuori dall'edificio. Soltanto così lei, Neji e quel ragazzo sarebbero usciti senza dare troppo nell'occhio.
Affiorava da una porticina all'ombra dell'ultima cella, nascosta dagli sguardi dei prigionieri; abbassava la leva e li attirava con un urlo, prima di proseguire verso l'alto.
Al quinto piano, si appiattì contro la parete opposta alle celle e risalì la corrente dei fuggitivi, in cerca dei lunghi capelli neri.
Gli uomini si accalcavano all'uscita, così angusta da poter essere varcata da una persona alla volta. Spingevano e calciavano per assicurarsi la via. La spalla di uno la urtò sullo zigomo come un martello. Tenten perse l'equilibrio e per alcuni secondi fu il buio.
Udì un crescendo di voci in conflitto. Una mano le avvinghiò il braccio e la trascinò via dalla rissa; le dita che si immergevano nella carne.
Tenten capì subito che non appartenevano a Neji Hyuuga.
La schiena sbatté contro il pavimento di una cella. Due mani catturarono la sua gola, come per bloccare le ali ad un colombo ed impedirgli di volare.
Tenten riconobbe gli occhi dilatati del prigioniero della 504.
- Il ragazzino nuovo. - le sorrise.
Scalciò, ma il suo bacino era tarpato da quello di lui. Gli graffiò le braccia, la pelle che si arrotolava sotto le sue unghie, ma lui non temeva il dolore.
La vista le si annebbiò.
Una volta Ayako le aveva detto che lo strangolamento non serviva solamente ad uccidere. Era sufficiente che il cervello mancasse un ciclo di afflusso sanguigno, perché i muscoli perdessero reattività. Per una manciata di minuti, l'essere umano diveniva così una coscienza nel corpo di una bambola.
Una delle mani scivolò lungo il suo collo. Frugò tra le vesti, agognando la pelle nuda.
Questo era Tenten sotto il suo sguardo: pezzi di carne da reclamare. Smembrata come un animale sul bancone di un macellaio.
La pressione sulla gola si ritrasse come un'onda. Le occorse del tempo per scoprire che l'intero corpo era tornato leggero.



Neji diede uno strattone alla catena delle manette, tesa sotto il mento dell'uomo. Opponeva una resistenza innaturale.
L'altro arretrò e bloccò lo Hyuuga tra sé e il muro. Le dita enormi tastarono il volto diafano in cerca degli occhi.
Neji non ebbe alternative: strinse i denti e spalancò i canali del chakra. Lingue di ghiaccio bollente si aprirono un varco tra i muscoli atrofizzati.
Subito dopo arrivò la scarica di energia dalle manette e caddero entrambi.
Neji aveva pochi secondi per spezzare l'osso del collo a quell'uomo, prima che la furia aggressiva lo rimettesse in piedi.
Seppe sfruttarli pienamente.
- Un incendio? - sbottò voltandosi verso Tenten, - Che tu potessi arrivare a tanto, io non... -
Non lo stava ascoltando. Sedeva contro la parete e sembrava cieca. Una mano grattava convulsamente il pavimento: cercava di afferrare qualcosa, senza trovarla.
Neji si inginocchiò di fronte a lei. I suoi abiti erano deformati e scuciti in alcuni punti.
- E' morto. Dobbiamo andare. -
Le dita non si fermarono. Strisce di sangue cominciarono a disegnare il loro affanno.
I sensi e la mente di Tenten erano rifugiati in quell'arto ossuto e frenetico.
Neji fece scorrere il dorso della propria mano sulla roccia rossa. Lasciò che le curve di quella di lei trovassero un incastro complementare.
Finalmente le iridi terrigne lo videro. Osarono affacciarsi oltre la sua spalla e scorsero l'uomo immobile.
- Sono io. - le confermò, - Ora, prima che il fumo ci stordisca e le fiamme ci divorino, possiamo...? -
Il resto venne mangiato dalla maglia di Tenten. In un respiro, lei spezzò il loro contatto circoscritto e gettò le braccia oltre il suo capo. 
Neji poteva sentire il torace di Tenten espandersi contro il proprio, ritirarsi in un brivido e tornare ad espandersi.
Non era mai stato così vicino ad un altro essere umano.
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* I Mumford & Sons sono un gruppo irish-rock-folk inglese.
Sulla citazione precedente: I tre giorni del Condor è un film del 1975, diretto da Sidney Pollack, con un mooolto affascinante Robert Redford. 

Tenten innamorata di Neji? Attenzione, lo Hyuuga ha visto giusto nello scorso capitolo: lei corre da lui perché è tutto ciò che le sia rimasto. Ne riparleranno nel prossimo.

Il rapporto tra i due si sta comunque costruendo, questo è certo. Ma per lei parole come "amore" e "intimità" evocano ancora pericoli.
Sottolineo, per lei. Eheh.

Grazie a tutti di cuore per essere ancora qui a leggermi. Spero di poter leggere le vostre opinioni, buone o cattive :)

francy
  
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