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Autore: _Charlie_    05/12/2015    2 recensioni
Il pericolo incombe.
Le streghe della Congrega si preparano a fare ritorno.

Arya Mason è una ragazza di sedici anni che vive a Rozendhel, Virginia. Ha lunghi capelli color rosso ciliegia, occhi verdissimi, e un passato da dimenticare. Una Visione, una Chiave ed un Portale segneranno l'inizio di una guerra da cui non potrà tirarsi indietro.

Ma quali sono le schiere del Bene? Innanzitutto, esistono davvero?
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 14:

 

Ad un passo da te

 

 

Stai bene?”
Riesci ad alzarti?”
Cos'è successo?”

Riesci a sentirmi?”
Le immagini sparirono. Arya aprì gli occhi. Era notte. Ancora.
Con la fronte imperlata di sudore ed il petto palpitante, la ragazza tirò via le lenzuola. Intorno a sé non aveva altro che ombre. Iniziò a tremare. Chi aveva spento la lampada? Nessuno avrebbe dovuto farlo senza il suo consenso! S'impose la calma e cacciò l'interruttore della luce. Quando lo ebbe finalmente trovato, tirò un sospiro di sollievo. Il suo corpo si rilassò, offrendole la possibilità di tornarsene a letto. Dal Giorno della Rivelazione erano trascorse delle lunghissime settimane. Il repentino sorgere e tramontare del sole, tuttavia, non avrebbe mai potuto bruciare il ricordo di quell'eterno istante: il terrore, le grida, la sensazione di morte, Arya ne era sicura, non l'avrebbero mai abbandonata. Insieme agli altri clienti e ai due proprietari della tavola-calda era stata trasferita in ospedale. Lì, le fecero numerosi accertamenti e le domandarono diverse volte come si sentisse. La zia Sarah arrivò pochi minuti più tardi, scortata da Frank – entrambi avevano il volto contratto dall'angoscia. “Vogliamo sapere chi è stato!” Continuavano a ripetere, ad urlare. La tavola-calda era stata completamente distrutta. Ma nonostante tutte le indagini e la raccolta delle deposizioni, il responsabile non venne mai arrestato. Non sembrava, inoltre, che i poliziotti stessero seguendo una pista ben precisa; avevano ipotizzato varie teorie ma, a detta di Hazelle, erano tutte sbagliate. Era giunto il momento di far chiarezza, di risolvere la situazione una volta per tutte, poiché il bersaglio di quel furgoncino nero, o meglio, del Cacciatore, non era il proprietario del locale, e nemmeno sua moglie. Era Arya Mason. L'unica strega lì presente.
La sveglia trillò nel momento esatto in cui scoccarono le sei e mezza. Un'ennesima giornata scolastica stava per avere inizio. Dopo essersi sistemata, Arya scese in fretta le scale, recuperò la sua fedele borsa di stoffa e si precipitò in strada. Il terzo anno delle superiori volgeva al termine, le vacanze si avvicinavano. Se non fosse stato per i demoni, il Cacciatore, ed i continui litigi che aveva con Oliver, tutto sarebbe stato perfetto. L'incidente al Place spronò ancor di più le ricerche del suo migliore amico. Nessuno era in grado di fermarlo. Anzi, sembrava quasi che lavorasse il triplo di quanto non stesse già facendo la polizia e la stessa Hazelle.
Passo dopo passo, la giovane Mason giunse dinanzi al suo armadietto, inserì la combinazione e afferrò il voluminoso testo di biologia. Il corridoio della scuola era inquinato dalla presenza di Quinn Lloyd e dalle altre sue compagne cheerleader – con le loro occhiatacce fulminavano chiunque passasse di là. Erano odiose; delle vere arpie.
« Ehilà! »
Arya tornò in tempo presente e, scansando l'anta dell'armadietto, esclamò: « Darren! Cosa ci fai qui? »
« Sono venuto a trovarti » disse il ragazzo, con un mezzo sorriso impacciato. « Non riusciamo più a vederci... soprattutto dopo quel fatto ».
« Sì, lo so... scusa » Arya chiuse l'armadietto e, dando le spalle all'amico, si avviò verso il laboratorio di scienze.
« Mi dici perché ti stai comportando in questo modo? » Darren iniziò a rincorrerla.
« Perché non ho voglia di vedere nessuno ».
« Ma perché? Io ed Oliver abbiamo delle novità! »
« Ah, sì? » La ragazza si voltò, frustando l'aria con i suoi lunghi capelli rossi: « non voglio il vostro aiuto! Se continuerete ad agire così, verrete uccisi all'istante! »
« Arya, cerca di capire... » Tentò Darren.
« No, Darren! Non capisco! » Tagliò corto lei: « vi state immischiando in problemi che neanche vi riguardano! »
« Non mi riguardano? » Ripeté Darren, le sopracciglia alzate: « come puoi dire questo? Quel pazzo stava per uccidere anche i miei genitori! »
Diamine. Arya ebbe un sussulto: aveva ragione. Che razza di parole le erano uscite di bocca? « Scusami » disse alla fine.
« Non fa nulla, tranquilla » Darren si portò una mano dietro alla nuca, guardandosi intorno: « quanti studenti... spero non ci abbiano sentito ».
« Loro? No! Sta' tranquillo, sono tutti troppo presi dalla vita frenetica del liceo » Arya si morse il labbro inferiore: « ti mancano queste cose? Voglio dire, essere un liceale ti piaceva? »
« Non più di tanto » Darren sorrise: « preferisco il mondo che si trova al di fuori di queste mura ».
« Per quale motivo? » Domandò la ragazza, cercando di essere il più carina possibile.
« Sei più indipendente, puoi crearti una vita tutta tua... lo preferisco ».
« Be', sì » disse Arya: « anch'io non vedo l'ora di diplomarmi e andarmene da questo schifo di città. Ne ho le scatole piene ».
« Ma tu hai una missione da svolgere qui! Non puoi andartene prima ».
« Non mi ci far pensare, per favore » Arya inspirò profondamente: « mi accompagni in laboratorio? »
« Certo! »
Il liceo di Rozendhel si presentava come un vero e proprio labirinto: i corridoi erano lunghissimi e percorsi da un numero ben preciso di aule. Al trillo della campanella, gli studenti erano soliti fluire da una parte all'altra affinché non facessero tardi alle lezioni. Il ritmo frenetico del liceo era così, ma da un punto di vista ad Arya era sempre piaciuto. Qualcosa stava giusto cambiando in quel periodo. Ciò che aveva detto a Darren corrispondeva difatti a verità: non vedeva l'ora di diplomarsi, lasciarsi tutto alle spalle ed iniziare una nuova vita.
« Poco fa, davanti all'entrata, ho visto uno stand » iniziò il ragazzo: « vendono i biglietti del ballo studentesco? »
« Sì, è il ballo di fine anno » rispose Arya.
« E tu ci vai con qualcuno? »
« Ma io penso proprio di non andarci ».
« Secondo me, invece, dovresti » consigliò Darren: « servirebbe come distrazione... anzi, sarebbe una splendida distrazione! Andiamo insieme! »
« Che cosa? » Scoppiò Arya, il volto le andò a fuoco.
« Sì, sarebbe divertente! » Darren sorrise ancora una volta: « allora, andiamo? È deciso? »
La giovane Mason ci pensò per qualche istante, gli occhi concentrati sul suo vecchio paio di anfibi: « un invito al ballo significa sempre qualcosa, non trovi?»
« Be', credo proprio di sì ».
Entrambi si scambiarono un'occhiata, poi Arya sussurrò: « va bene, comunque ».
« Perfetto, allora! »
« Sì, però » la giovane frenò subito l'entusiasmo: « non è che il ballo si svolgerà in una notte di luna piena? »
« Ah, giusto » Darren si premette il palmo di una mano contro la fronte: « devo dirti una cosa! »
« Ti prego, non sono in vena di ascoltare cattive notizie ».
« No, assolutamente » la interruppe lui: « qualche giorno fa mi ha chiamato Hazelle ».
« Ti terrà d'occhio come l'ultima volta in cui ti sei trasformato? » Arya si portò una ciocca dietro l'orecchio sinistro: erano praticamente giunti dinanzi alla porta del laboratorio.
« No, ancora meglio! » Darren proseguì: « ha trovato un possibile rimedio in grado di attenuare la trasformazione ».
« Ma è impossibile! Come ha fatto? »
« Sì, devo andare da lei oggi pomeriggio » Darren sussurrò: « la luna piena è prevista per questa notte... spero funzioni, non voglio perdere il controllo ».
« Lo immagino, Darren » Arya gli carezzò un braccio, timidamente: « se vuoi, posso accompagnarti! »
« Sul serio? Grazie mille! Saremo praticamente tutti... viene anche Oliver ».
La ragazza inarcò le sopracciglia, sorpresa: « siete diventati proprio amici del cuore, eh? »
« Sì, cioè... una specie! »
La giornata trascorse lentamente. Fin troppo. Arya riuscì persino a sentire la mancanza di Oliver, chiedendo a chiunque lo conoscesse dove fosse e cosa stesse facendo. Egli non era solito marinare la scuola; al primo anno delle superiori aveva persino vinto il premio per il minor numero di assenze! Probabilmente era rimasto in piedi tutta la notte ad indagare, o a girare per Rozendhel con la sua Cadillac armato di pistola. La ragazza inspirò profondamente e nel corso della pausa pranzo riferì a Beckah ogni suo timore. Quest'ultima le consigliò soltanto di rilassarsi, e di fidarsi di lui. A detta sua, Oliver sapeva quel che stava facendo. Aveva un elenco lunghissimo di nomi, ed ogni sera perdeva tempo ad osservare il comportamento dei vicini o degli uomini che credeva più sospetti. Arya si domandò se un giorno non sarebbe stato accusato di tentato omicidio verso un innocente. La campanella suonò per l'ultima volta e le ragazze si mossero verso casa. Entrambe si mostravano curiose di scoprire che razza di antidoto alla licantropia avesse trovato Hazelle. Beckah aprì la porta d'ingresso e, quando si ritrovarono in salotto, chiamò a gran voce: « Hazelle, sei in casa? »
Silenzio.
« Hazelle? » Arya si affacciò in cucina: niente.
« Forse si trova al piano di sopra? » Azzardò Beckah e invitò l'amica a salire le scale insieme a lei. Quando aprirono la porta della camera di Hazelle rimasero allibite: la donna era ancora sotto le lenzuola, una mascherina nera sugli occhi e la bocca semi-aperta. Arya afferrò immediatamente il suo telefono e scattò una foto. Avrebbe ricattato Hazelle per il resto della sua vita.
« Hazelle, svegliati! » Beckah batté le mani, ma sembrava proprio che la loro Prefettrice non avesse alcuna voglia di abbandonare il mondo dei sogni. Arya rifletté sul fatto che non aveva mai messo piede in quella stanza: il letto a baldacchino era posizionato nel centro esatto, e alla sua destra, accanto ad un comò, vi era il trespolo di Bartek. I mobili erano stati tutti realizzati in legno di quercia e sulle pareti si trovavano numerosi dipinti, tra i quali ce n'era uno di grandi dimensioni velato da un lenzuolo nero. Arya inarcò le sopracciglia e, curiosa, tentò di scoprirlo.
« Cosa stai facendo? » Con estrema tranquillità, Hazelle si tolse la mascherina: « non devi toccare quel quadro, okay? Vale una fortuna! »
« Ah, finalmente! » Beckah continuò: « ti sei svegliata! »
« Perché lo tieni coperto? » Domandò Arya, un sopracciglio alzato.
« E tu perché non ti fai mai gli affari tuoi? » Hazelle si mise in piedi, addosso aveva una lunga sottana nera.
« Non sarai mica Dorian Gray? »
« Sei così spiritosa, Arya » la strega scosse la testa, rivolgendosi poi a Beckah: « che ci fate qui? Non dovreste essere a scuola? »
« Hazelle, sono le cinque del pomeriggio ».
« Ah ».
« Già ».
Arya fece un lungo sospiro, gli occhi che andavano da una parte all'altra della stanza: « sta venendo Darren a prendere il rimedio alla licantropia».
« Oh, sì » Hazelle le invitò a seguirla: « ho consultato varie enciclopedie antiche ieri mattina e credo proprio di essere riuscita a trovare qualcosa di interessante... nel frattempo mi sono anche abbonata a Vanity Fair ».
« Grazie dell'inutile informazione » concluse Arya, massaggiandosi le tempie: « ora, dove si trova questo rimedio? »
« Andiamo in cantina, forza ».
La botola del piano inferiore venne aperta, mostrando la famosa scalinata che aveva condotto la giovane Mason alla sua vera identità. In tutti quei mesi, la cantina non era cambiata di una virgola: era ancora ricoperta di muffa, polvere e numerosi oggetti non identificati. Da una mensola, Hazelle recuperò una fiala, il cui contenuto verdognolo obiettò ribollendo all'interno.
« A me sembra veleno » sibilò Beckah, una smorfia impressa sul volto.
« In effetti, non credo che abbia un buon sapore » Hazelle scosse il capo: « all'interno ho messo tantissimi ingredienti... coda di topo, orecchio di orco... »
« Seriamente? » Arya si coprì la bocca, tentando di respingere quell'improvvisa sensazione di vomito.
« No » Hazelle scoppiò in una fragorosa risata: « è giusto un mix, un frullato di erbe naturali. Devo compiere un incantesimo al tramonto e prendere una goccia del suo sangue affinché tutto vada a buon fine ».
« Come hai fatto a trovarlo? » Domandò Beckah.
« Bella domanda! Ai miei tempi si parlava di una donna che era stata ingravidata da un lupo, e che per tenere il suo unico figlio ibrido a bada aveva utilizzato varie soluzioni... questa qui che vi propongo oggi è stata la sua ultima spiaggia ».
« Ha funzionato? » Chiese Arya.
« Più o meno » rispose cauta Hazelle.
« In che senso “più o meno”? »
« Se proprio vuoi saperlo, il bambino morì ».
La giovane Mason inarcò le sopracciglia e, avvicinandosi minacciosa ad Hazelle, urlò: « cosa cavolo stai dicendo? »
« La donna aveva inserito troppo aconito, e non aveva minimamente idea di come sfruttare la luce del tramonto » la strega proseguì: « farò in modo che il ragazzo non muoia, tranquilla ».
« Non mi fido di te ».
« Vuoi o non vuoi che il tuo amato sopravviva? Non hai altra scelta ».
A quel punto il campanello trillò. Darren era arrivato.
« Vado ad aprire? » Domandò Beckah, con la sua solita aria principesca.
« Andate voi, io devo cambiarmi » rispose Hazelle: « l'incantesimo bisognerà farlo nel posto in cui è avvenuta la prima mutazione ».
« Ma quella cosa farà in modo che non si trasformi più, giusto? » Arya aveva il cuore che le batteva all'impazzata.
« No, la arresterà solamente per questa notte » Hazelle inspirò profondamente: « se tutto andrà a buon fine, gli ho organizzato un incontro con un uomo che ha imparato a controllarsi, a trasformarsi solamente quando lui lo ritiene necessario ».
« Ma non penso che tutto questo sia possibile! »
« Perché tu sei la solita miscredente ».
Tuttavia anche Beckah mostrava dei segni di scetticismo e, portandosi le mani sui fianchi, disse: « ma dove trovi tutti questi personaggi? Una donna incinta di un lupo, il lupo che si controlla... »
Hazelle si lasciò scappare un'altra risata: « è un segreto ».
Insieme risalirono i gradini della rampa: la strega, poi, andò a sistemarsi, mentre le altre due ragazze andarono ad aprire la porta d'ingresso. Darren si trovava in compagnia di Oliver: il primo indossava un maglioncino verde e un classico paio di jeans, mentre l'altro portava il suo solito giaccone di pelle di coccodrillo e dei pantaloni beige.
« Eccovi, finalmente! » Arya lanciò un'occhiata al giovane Hopkins, il quale rispose con un sorriso sghembo.
« È tutto pronto? » Chiese Darren, impaziente.
« Sì, ma dobbiamo andare nel primo posto in cui ti sei trasformato » rispose Beckah.
« Te lo ricordi? » Gli chiese Oliver, la voce rauca.
« Sì, era vicino al locale dei miei... in un vicoletto » concluse il ragazzo: « spero vada tutto per il meglio ».
Hazelle arrivò qualche minuto più tardi: al piano superiore, spiegò, aveva dovuto convincere Bartek ad occuparsi di Taissa. Sembrava proprio che nessuno in quella casa morisse dalla voglia di rimanere da solo con lei.
Il gruppo salì sull'automobile di Oliver: Hazelle si mise davanti, mentre nei sedili posteriori si accomodarono Arya, Beckah e Darren.
« Stai bene? » Sussurrò Arya.
« Alla grande » rispose Oliver, ingranando la prima marcia.
La sparatoria avvenuta al Place aveva spaventato gli animi degli abitanti: la sua zona limitrofa, da allora, si presentava quasi sempre desolata. Alla vista del nastro giallo della polizia, Darren abbassò gli occhi. Ancora non riusciva a credere che il locale dei suoi genitori fosse stato distrutto. Walton ed Abbey erano dapprima entrati in un profondo stato di depressione, successivamente avevano deciso di reagire e di ricostruirlo da quelle stesse ceneri. L'insolito gruppetto, dunque, scese dalla vettura e si avvicinò al vicolo in cui il giovane Hart aveva subito la prima trasformazione. Attorno a loro non vi era anima viva.
« Ma che razza di posto è questo? Orribile! » Commentò Beckah.
In effetti, non aveva tutti i torti: il vicolo era stretto, chiuso e dannatamente sporco. Il fetore che proveniva da quei secchioni dell'immondizia inquinava l'aria circostante, e la giovane Mason notò più volte degli scarafaggi nascondersi dietro alle molteplici buste di plastica colme di avanzi. Hazelle si schiarì la voce e disse: « non immaginavo certo un hotel a cinque stelle, però... »
« Dai, non fate le stupide! » Esclamò Oliver, offrendo ad un imbarazzatissimo Darren un colpetto sulla schiena. « Iniziamo? »
Arya lo fissò per qualche istante. Era maturato molto nell'ultimo anno; la ragazza non riusciva neanche più a scorgere in lui la figura da topo da biblioteca che da sempre lo aveva caratterizzato. Oliver era cresciuto, e probabilmente quella strana situazione ne era l'artefice.
Tirando fuori dalla sua veste la fiala e un piccolo ago da cucito, Hazelle punse un indice di Darren e cominciò a canticchiare una tiritera infinita. Le parole che stava utilizzando non appartenevano alla loro lingua, e nemmeno al latino. Deglutendo, Arya alzò lo sguardo verso quel luminoso spicchio di cielo che si estendeva sopra le loro teste: sfumature di rosa e arancio si rincorrevano con estrema leggerezza ed armonia. Respirò la primavera, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare al delicato cinguettio degli uccelli. Era perfetto.
Quando si decise a tornare in quel vicolo, si accorse che il contenuto della fiala aveva subito una cambiamento: aveva smesso di ribollire, e dal verde era passato ad una colorazione invisibile, più tenue.
« Inizia a berlo nel momento esatto in cui sentirai esplodere il gene del lupo mannaro » Hazelle gli diede la pozione: « intesi? »
Darren annuì con il capo: « d'accordo ».
Il sole tramontò, ed il cielo si scurì all'improvviso.
I minuti trascorrevano lentamente. Hazelle riuscì persino a fumarsi l'intero pacchetto di sigarette che teneva nascosto all'interno della sua borsa. Era l'unica che dava segni di noia e rabbia repressa.
Arya si avvicinò ad Oliver, il quale si era coraggiosamente seduto a terra.
« Ehilà ».
« Cosa c'è? » Sbottò lui: « vuoi ancora convincermi ad abbandonare le ricerche? »
« Non sono venuta per questo » disse Arya in un sussurro; si trovavano l'uno di fronte all'altra: « vorrei solamente ricominciare a parlare... sono passate settimane dal giorno in cui il Cacciatore mi ha attaccata. Non voglio perdere i rapporti con te ».
« Nemmeno io, se è per questo » Oliver diede un'occhiata a Darren, il quale stava chiacchierando tranquillamente con una gentilissima Beckah. « Faccio tutto questo per proteggerti, capito? »
« Lo so, e ti chiedo scusa per tutte le sfuriate che ti sei dovuto subire da parte mia ».
« Arya Mason che chiede scusa? » Oliver scherzò: « cosa mi sono perso in questi giorni? »
« Falla finita! » La giovane scoppiò a ridere: « torniamo ad essere migliori amici? »
« Torniamo? » Egli alzò un sopracciglio: « lo siamo sempre stati ».
Arya fece per abbracciarlo: « ti voglio bene, ma per favore alzati da terra! Ho visto degli scarafaggi rincorrersi poco fa ».
« Cavolo, che schifo! Dovevi dirmelo prima! »
Si abbracciarono, cancellando dalle loro menti ogni singola parola di troppo dettata dalla rabbia. Il loro legame non si sarebbe mai e poi mai spezzato. Come lo spirito di Hazelle, era immortale.
« Raccontami qualcosa » cominciò la ragazza: « come va con Quinn? »
« Procede » egli proseguì, neutrale: « mi ha chiesto di farlo insieme a lei ».
« Davvero? » Arya sgranò gli occhi: « e tu cos'hai risposto? »
« Che ci devo pensare » Oliver fece spallucce: « magari aspetterò la sera del ballo studentesco. Sai, ho paura che io stia... »
Ma non riuscì a terminare la frase.
Contorcendosi a terra, Darren emise un urlo inumano.
« Presto! » Gridò Hazelle a sua volta: « dov'è la fiala? »
Arya corse verso di loro: « oh, mio Dio... è caduta a terra? »
« No! » Esclamò Darren, il corpo tremante: « ce l'ho ancora nelle mani... prendetela! »
« Arya, vuoi farlo tu? » Chiese la Prefettrice nell'istante stesso in cui catturò la pozione.
« Non posso guardare! » Continuava invece a ripetere Beckah, la quale aveva deciso di allontanarsi di almeno cinque metri. « Fallo tu, Hazelle!»
« No » Arya acchiappò la fiala: « lo farò io ».
Hazelle, a quel punto, tirò indietro la testa del giovane e, con forza, gridò: « buttagliela in bocca, coraggio! »
La giovane Mason sentì il cuore martellarle nel petto. Lanciò una rapida occhiata al suo migliore amico – il quale aveva il volto contratto dall'ansia – poi tirò via il tappo ed aprì con decisione la bocca di Darren. Con somma cautela, allontanò le dita dai suoi denti – stavano crescendo a dismisura.
« Ora! » Gridò Hazelle, e subito la pozione scivolò nella gola del giovane.
Arya fece un passo indietro, inciampando su sé stessa. La fiala si ruppe in centinaia di frammenti vetrosi. Darren smise di gridare. Il rumore del silenzio iniziò a premere sulle orecchie di ogni presente. Era finita?
« Che succede? » Chiese Beckah, il volto coperto dalle sue stesse mani.
Per un lunghissimo minuto, il giovane Hart tremò come una foglia – gli occhi dipinti di bianco, la bocca aperta, i denti allungati ed i pugni chiusi.
Alla fine, esplose la calma.
« Hazelle? » Sibilò Arya, fulminandola.
« Non giungere a conclusioni affrettate » tagliò corto lei.
L'umano e le tre streghe circondarono Darren. Non dava segni di vita.
« Hazelle » iniziò Arya: « se dovesse essere morto, troverò il modo di uccidere anche te ».
« Ti sfido a farlo ».
L'angoscia li divorò. La quiete li afflisse.
Arya era sull'orlo di una crisi di nervi. Avrebbe strangolato Hazelle. Questa volta, l'avrebbe fatto davvero. Ma allo scadere del quarto minuto di attesa, il ragazzo tossì. La giovane Mason si sentì rinascere. Era salvo. « Come stai? Ti senti bene? » Gli chiese, inginocchiandosi.
« Credo di sì » Darren tentò di rialzarsi, sembrava perdere l'equilibrio. « Ha funzionato! »
« Ovvio che ha funzionato » disse Hazelle, dando loro le spalle: « siete una manica di miscredenti! »
« Non ci posso credere, ha funzionato! » Darren abbracciò Arya, la quale si aprì in una lunga risata spontanea: « è finita! »
« Solo per questa notte » annunciò la strega: « dovrai bere questa pozione ogniqualvolta che ci sarà la luna piena ».
Beckah iniziò a piangere dalla gioia, mentre Oliver si avvicinò all'amico e lo abbracciò calorosamente. Avevano vinto una battaglia e, in tempi come quelli, era proprio come scorgere un raggio di luce in una tempesta.
Successivamente, il giovane Hopkins invitò i presenti a seguirlo in una birreria – convinto che bisognasse festeggiare fino all'alba un evento come quello. Tuttavia, a frenare subito l'entusiasmo ci pensò Hazelle. Quest'ultima, infatti, spiegò che in una notte di luna piena occorreva allo stesso modo tenere a bada il gene del lupo. Probabilmente temeva che l'aggressività e la violenza non si sarebbero cancellate con una semplice pozione. Preferiva non rischiare.
Dunque, risalirono in macchina. Le prime a far ritorno a casa furono proprio Hazelle e Beckah – la donna non dimostrò alcun segno di felicità, solo sintomi di stanchezza, al contrario di Beckah che mandò loro un bacio non appena si trovò sulla soglia della porta d'ingresso.
« Io sono arrivata, grazie del passaggio » Arya fece per aprire lo sportello, quando Darren la fermò all'improvviso.
« Posso rimanere un attimo insieme a te? O i tuoi fanno storie se rientri un po' più tardi? »
Arya sentì il volto andarle a fuoco: « no! cioè, voglio dire, sì! Puoi rimanere quanto vuoi... non faranno storie ».
« Okay » Darren sorrise, poi si rivolse all'amico: « noi due ci vediamo domani, invece? »
Dal posto di guida, Oliver annuì: « sì, va bene! Ma ricordate che non voglio diventare zio prima dei vent'anni! »
« Oliver! » Lo rimproverò Arya e, non appena si ritrovò sul marciapiede, vide il giovane lanciarle un'occhiata eloquente e, in seguito, ingranare un'altra marcia.
Il silenzio tornò a regnare nelle strade di Rozendhel. Adesso, si trovavano da soli.
« Allora? » Disse Arya, cercando di rompere il ghiaccio. Darren la osservava con sguardo impacciato. L'uno di fronte all'altra.
« Allora? » Ripeté lui, sorridendo.
« Tutto bene? »
« Tutto bene ».
Scoppiarono a ridere.
La luna e le stelle come uniche spettatrici.
« Mi sono preoccupato moltissimo quando ho saputo che eri all'interno del nostro locale quel giorno » sussurrò lui, portandole dietro l'orecchio sinistro una lunga ciocca rossa.
Arya sentì un brivido percorrerle la schiena, il cuore continuò a martellarle nel petto.
« Mi sono reso conto che sei una delle poche persone a cui io tenga veramente ».
« Davvero? » Chiese lei, imbarazzata. Per la prima volta, riuscì a scorgere in lui particolari a cui non aveva mai dato troppa importanza: le sopracciglia scure, il pomo d'Adamo... deglutì nervosamente. Se l'avesse guardata in quel modo ancora per qualche attimo, avrebbe rischiato di inabissarsi nei suoi profondi occhi color caramello. Con delicatezza, gli carezzò una gota – sfiorandogli la pelle olivastra.
« Sai, » iniziò lui: « sembravi un pulcino la prima volta che ti ho vista... tutta bagnata, con il trucco che ti colava sul volto... ho pensato subito che fossi bellissima ».
« Be', no... » rispose lei, mordendosi il labbro inferiore: « facevo un po' schifo quel giorno ».
« Non è vero » Darren si avvicinò: « mi sei sempre piaciuta ».
Arya sentì il cuore evaderle dal petto, poi chiuse gli occhi e disse in un sussurro: « anche tu ».
Allo scadere dell'eternità, il loro bacio asintotico sfumò. Le labbra si raggiunsero, assaporando le une il sapore delle altre. La luce della luna piena li avvolse silenziosamente in una magia sconosciuta...

 

***

 

La luce della luna piena filtrava attraverso il vetro di quel costosissimo lucernario.
Il sindaco Lloyd inspirò profondamente: si trovava dietro alla sua scrivania, intento a versare dell'altro vino rosso nel bicchiere del suo graditissimo ospite.
« Sono davvero felice di vederti » iniziò lui: « posso contare su di te, o sbaglio? »
« Cameron » disse l'uomo, con voce roca: « credevo fosse ovvio! »
« Hai ragione... mi è piaciuto molto quello che hai combinato in quella tavola-calda. Ciononostante vorrei sapere come tu abbia fatto? ».
« Amico mio, ho dei trucchetti a disposizione... » le labbra del Cacciatore si tesero in un sorriso privo di gioia: « tu cerca soltanto di inquinare le prove, e di condurre le indagini della polizia da tutt'altra parte. Posso contare sul fatto che non mi prenderanno mai, giusto? »
« Credevo fosse ovvio » ripeté il sindaco, porgendogli il bicchiere di vetro. « Quelle stronze meritano di morire ».
« Ho saputo che le hai ricevute in questa stanza ».
« Sì, e ho avuto anche la possibilità di spaventare la leggendaria Hazelle ».
« Se mi avessi chiamato, le avrei uccise quello stesso giorno! » Esclamò il Cacciatore, bevendo a piccoli sorsi quel vino così denso.
« Non ci saresti riuscito... ne devi prendere una alla volta ».
« Lo so » l'uomo proseguì: « ho già un piano in mente. La prossima a morire sarà la novellina, Arya Mason. Sono ad un passo da lei ».
« Benissimo ».
« Spero che il suo sangue sia buono quanto questo vino » il Cacciatore ghignò.
« Ma questo non è vino, mio caro ».
Si scambiarono un'occhiata eloquente, brindando in seguito alla loro salute.
La partita volgeva al termine.

 

 

 

 

 

 

  
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