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Autore: Grinpow    06/12/2015    5 recensioni
Nessuna fanciulla, per quanto straordinaria può conoscere il proprio destino.
Non può prevedere che parte avrà nella grande storia che sta per essere narrata, come tutti deve vivere per imparare.
E così sarà per la giovane maga che sta arrivando alle porte di Camelot.
Una ragazza che nel tempo darà vita ad una leggenda.
Il suo nome….
Merlina.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Ringrazziamenti :


danycappellodipaglia

anubis347

Chibisaru

Grazie tante per le vostre recensioni, spero che il nuovo capitolo vi piaccia.

 

 

 

Ovviamente i personaggi non sono miei ma degli aventi dirito ovvero la bbc, io non traggo nessun guadagno da tutto ciò solo un gran divertimento.

 

 

 

 

 

MERLIN

 

 

MERLINA

 

 

 

Cap 5 le porte di Avalon

 

 

 

 

In una terra di miti, ed in un’era di magia, il destino di un grande regno si poggia sulle spalle di una ragazza.

Il suo nome….

Merlina.

 

 

 

Come già da tempo temeva, quella mattina il principe aveva deciso di andare a caccia e come sua servitrice personale con suo enorme disappunto lo dovette accompagnare cosi dopo un alzataccia difficile da digerire, all’alba erano partiti da Camelot con due cavalli e un po’di provviste.

 

Merlina proprio non capiva cosa ci trovassero di bello i nobili nella caccia, se fosse stato necessario per la sopravvivenza lo avrebbe potuto accettare, anche a Eldor a volte cacciavano qualche animale, specie in inverno, ma il principe non si limitava a qualche battuta di caccia quando la carne iniziava a scarseggiare, a volte ci andava anche quando le dispense erano piene da scoppiare.

No loro, i nobili, lo facevano solo come sport per dimostrare sempre di essere i migliori in tutto.

 

Questa mania della competizione proprio non la digeriva specialmente se poi a farne le spese dovevano essere dei poveri animali indifesi, e poi il principe trovava sempre un motivo per prenderla in giro per la sua goffaggine, non era certo colpa sua se inciampava nelle radici nascoste perché del resto essendo nascoste non le si poteva certo evitare.

 

La cosa che odiava di più erano le marce serrate sotto il sole, certo la caccia aveva l’indubbio vantaggio di tenerla lontano dalle stalle puzzolenti degli abiti sporchi e da tante altre faccende che almeno per quel giorno sarebbero state un problema da risolvere per altri e poi stare in mezzo alla natura non le dispiaceva, ma l’idea di dover camminare acquattata facendo attenzione a non far rumore quando non sai nemmeno dove mettere i piedi a causa della poca luce circostante per non parlare di quel linguaggio assurdo che usano i cacciatori e che per ovvi motivi lei non comprendeva

la portavano ad essere sgridata senza che avesse delle reali colpe del resto lei non era stata istruita sin dalla nascita nel arte venatoria e di tutti quei segnali silenziosi non né sapeva niente ma sembra che come al suo solito il principino babbeo non potesse nemmeno immaginare che una persona non sapere certe cose, a volte sembra che si dimentichi che sono una donna come Gwen e lady Morgana e che di conseguenza le mie conoscenze sono di tutt’altra natura.

 

Giunti ad una radura avevano legato le cavalcature e si erano addentrati nella boscaglia.

“Mi raccomando Merlina fai silenzio.” disse i principe alla sua serva, senza nemmeno voltarsi a guardarla già concentrato nella ricerca di impronte e segnali del passaggio degli animali della foresta.

“Farò del mio meglio.” rispose Merlina prendendo la faretra con le frecce per la balestra,

borbottando dentro di se è facile parlare per te non devi mica portare addosso tutta sta roba, sembra che mi abbia preso per un mulo.

“E’ proprio questo che mi preoccupa” la liquidò il principe spazientito incamminandosi poi per seguire le tracce di una possibile preda, Merlina lo segui in silenzio, maledicendo mentalmente draghi millenari, assurde profezie e destini che non possono essere disgiunti.

 

Merlina aveva il sospetto che come altre cose, il principe s’impegnasse tanto nella caccia solo per vedere le sue capacità riconosciute da suo padre che regolarmente si dimostrava deluso dalle sue performance, un po’ le dispiaceva per Arthur, lui s’impegnava tanto in tutto quello che faceva ma per Uther non era mai abbastanza.

Il principe già si preparava a scoccare un colpo alla nuova preda quando l’animale fuggi via spaventato da alcuni rumori.

“Che succede?” chiese Merlina, guardandosi in giro con aria circospeta.

“E’ quello che ho intenzione di scoprire.” rispose il principe incamminandosi verso la fonte del rumore.

 

 

“No, vi prego lasciate stare mia figlia.” gridò un uomo disperato, mentre alcuni loschi figuri cercavano di trascinare via una piccola fanciulla.

“Fermatevi” gridò il principe giungendo appena in tempo per impedire il misfatto, l’attenzione dei banditi ora era rivolta tutta sul principe cosi nessuno si occupo di Merlina incerta sul da farsi.

Un primo uomo si avventò su Arthur che riuscì a disarmarlo facilmente.

“Adesso ti faccio vedere io.” gridò un altro prontamente fermato da un altro colpo di spada del principe, per quanto fosse un babbeo Merlina rimaneva sempre colpita dalla sua abilità non comprendeva come mai il Re sembrasse sempre insoddisfatto del figlio che pur essendo un asino borioso era anche un uomo d’onore e un cavaliere forte e coraggioso.

Mentre Merlina era ancora persa nei suoi pensieri si accorse che un terzo uomo stava per attaccare il principe alle spalle, Arthur non si era accorto di lui troppo concentrato sul suo avversario e dato che anche l’uomo e la fanciulla erano distratti dal clangore delle spade decise di agire usando la magia, si guardo in giro cercando qualcosa che potesse esserle utile poi adocchiò il ramo di un albero che sovrastava lo scontro pronunciò a bassa voce un incantesimo poi fu un attimo i suoi occhi si illuminarono d’oro e molto fortuitamente il ramo cadde in testa all'aggressore.

Il quarto uomo libero la ragazza e fuggi in preda al terrore, avrà pensato che la foresta fosse infestata di spirito maligni, ben gli sta.

Una volta che la confusione dello scontro fù cessata il principe si avvicinò all’uomo e aiutandolo ad alzarsi disse “Come state?”

“Bene ora che ci siete voi.” rispose l’uomo facendosi aiutare volentieri poi aggiunse “Vi ringrazio per aver salvato me e la mia figliola, mio signore…”

“Sono Arthur Pendragon, principe di Camelot.” rispose il principe facendo un deferente inchino, pur non sapendo chi erano le persone soccorse era chiaro che si trattava di nobili.

“Tilmor, Ulfric Tilmor. E questa è mia figlia Sophia.” Si presento per poi far avvicinare la ragazza, che calatosi il cappuccio lo salutò e ringraziò “Mio signore, vi dobbiamo la vita”

“E' stato un piacere mia signora!” disse Arthur facendole un inchino e il baciamano.

“Sarà meglio che veniate con noi a Camelot, sarete più al sicuro e potrete riposarvi dalle fatiche del viaggio.” disse Arthur sorridendo alla ragazza.

 

 

“Come ho già detto a vostro figlio io sono Ulfric Tilmor e lei è mia figlia Sophia,” disse Ulfric presentandosi a Uther che li squadrava dal alto in basso praticamente da quando Arthur li aveva portati al suo cospetto.

“Venite da lontano, cosa vi porta a Camelot?” chiese il re incuriosito.

“La nostra casa è stata saccheggiata dai briganti, siamo riusciti a fuggire con poche cose.” rispose l’uomo sospirando.

“Sono tempi pericolosi.” riconobbe il re.

“Lo so, stavamo cercando di raggiungere alcuni parenti a Cerryon quando ci hanno aggredito. E’ stata una vera fortuna per noi che vostro figlio passasse di li. Non oso immaginare cosa sarebbe successo alla mia piccola Sophia se il principe non fosse intervenuto.” rispose Ulfric acigliato.

“Capisco. Restate pure a Camelot tutto il tempo che volete.” Disse Uther facendo cenno a dei servi perché li collocassero nelle migliori stanze del castello.

Ulfric e la figlia s’inchinarono al re e usciti dalla sala seguirono il servo che gli era stato affidato.

A Merlina non sfuggi lo strano sguardo che il principe lanciò a Sophia e neanche quello inquieto di Lady Morgana.

Un profondo senso di gelo si impadronì di lei quando i due le passarono accanto, come se una folata di vento invernale le fosse penetrata fin dentro le ossa, cera qualcosa in loro che non gli piaceva.

 

 

“Gaius, ci sei?” chiamò Morgana entrando nelle camere del medico.

“Sono qui, cosa posso fare per voi.” disse Gais mentre continuava a preparare un’altra pozione medicamentosa.

“Ho avuto un incubo.” rispose la ragazza.

“Capita a volte.” rispose Gaius non capendo dove la ragazza volesse arrivare.

“Io ho visto Arthur che affogava e c’era una donna con lui, la stessa che oggi è giunta a palazzo con suo padre” rispose Morgana con la voce che le tremava.

“A volte la mentre crea delle fantasie prendendo elementi della vita reale.” rispose Gaius.

“L’ho sognata prima che arrivasse a Camelot. Ti dico che è lei. ” rispose Morgana torcendosi le mani.

“Sono soltanto sogni Morgana, niente di più.” Disse Gaius cercando di calmarla.

“So cosa ho visto Gaius, era così reale.” disse Morgana sconvolta.

“State prendendo l’estratto per dormire?” chiese Gaius.

“Non mi è di nessun aiuto” disse Morgana.

“Provate questo vi darà un sonno più profondo.” Disse Gaius porgendole una boccetta.

Morgana la prese senza troppa convinzione.

“Non avete nulla da temere” disse Gaius cercando ancora di rassicurarla.

“Grazie Gaius.” Rispose la ragazza prendendo la boccetta e andandosene.

 

 

 

“Porterò Sophia a fare un giro a cavallo” disse Arthur.

“E io che centro?” chiese Merlina mentre finiva di rifare il regale giaciglio.

“Beh, io dovrei essere di pattuglia con la guardia e mio padre questa mattina e quindi ho bisogno che tu mi copra” disse Arthur.

“Dovrei mentire al re?” chiese Merlina sprimacciando il cuscino con fin troppa forza.

“Esattamente.” rispose Arthur ghignando.

“Non dite sempre che sono una pessima bugiarda?” chiese Merlina sperando di farlo desistere, in parte perchè non voleva finire alla gogna e in parte per quel senso di gelo che aveva provato quando i due forestieri gli erano passati davanti.

Ovviamente il fatto che il principe fosse interessato alla ragazza non centrava niente, in fondo a lei il principe non interessava, non in quel senso almeno, e comunque anche se fosse fra loro non sarebbe mai potuto accadere nulla, lui era un nobile e lei solo una serva, quindi perché stare male per qualcosa che non potrà mai esserci.

Già perché preoccuparsi era inutile, e poi era sicura che al principe non sarebbe mai potuta interessare una come lei pallida pelle e ossa e con l’unico pregio di avere la magia, che qui poi tanto un pregio non era considerato, soprattutto non dal Re.

Se lo avesse scoperto l’avrebbe fatta uccidere.

Chi sa poi come l’avrebbe presa Arthur se lo avesse scoperto di sicuro l’avrebbe subito consegnata al boia, sapeva che il principe sotto la maschera di uomo tutto d’un pezzo era una brava persona ma era stato cresciuto con la convinzione che la magia era un male e che tutti quelli che la praticavano erano malvagi intenzionati a distruggere Camelot, non era tanto spaventata dall’idea di morire, quanto dall’idea di essere odiata dal principe non voleva che anche lui la guardasse come fosse un mostro non lo avrebbe potuto sopportare.

 

 

“Il fiume è vicino, corre proprio qui sotto.” disse il principe.

“Arthur, aspettate” disse Sophia posando il suo bastone da viaggio a fianco ad un ramo caduto.

“Che c’è?” chiese il principe mentre la fanciulla gli stringeva le mani.

“Tucton prixurator…” bisbigliò Sophia al principe che venne avvolto da un improvviso torpore, ma un rumore lo ridestò appena in tempo perché gettasse a terra la ragazza che stava per essere colpita da una freccia.

Messala in salvo si alzò di scatto e andò a riprendere la guardia che per poco non li uccideva.

“State bene?” le chiese una volta tornato da lei.

“Si, sto bene” rispose lei cercando di sorridere anche se aveva il cuore che batteva a mille.

“E’ meglio tornare” disse il principe muovendosi per prendere il bastone da viaggio.

“Non lo toccate” disse alterata Sophia.

“Scusate” rispose stupito il principe.

“No, scusatemi voi per il tono, ma cercate di capirmi. Questo bastone da viaggio è tutto quello che mi rimane di mia madre. Né sono molto gelosa.” disse Sophia.

“Non temete, vi capisco, mia madre mori nel darmi alla luce, probabilmente anche io sarei geloso di un aggetto che le è appartenuto, se né possedessi uno.” disse Arthur prendendola sotto braccio per tornare verso il castello.

 

 

 

“Hai di nuovo giocato con il cibo?” chiese Gaius vedendo Merlina rientrare coperta di verdura marcia.

“ Il re mi ha messo alla gogna.” disse Merlina iniziando a togliersi un po’ di sporcizia con un catino.

“Che cosa hai combinato?” gli chiese curioso il medico, nascondendo un sorriso divertito con la mano.

“Niente!” gridò arrabbiata Merlina, Gaius rimase colpito dalla reazione della ragazza, non era la prima volta che finiva alla gogna per colpa del principe, ma non l’aveva mai vista reagire cosi male, sembrava turbata da qualcosa.

“Scusami Gaius, io non so che mi sia preso.” disse Merlina calmatasi un po’, sospiro affranta e poi esausta si mise a sedere .

“Non importa, ma dimmi cosa è successo?” chiese Gaius comprensivo, “Sai che puoi parlarmi di tutto, soprattutto di quello che ti angustia, non so se saprò darti sempre la risposta che cerchi ma a volte basta anche solo parlare per stare meglio”.

“Arthur voleva evitare la pattuglia con Uther e la guardia e io l’ho coperto, ma come sapete sono una pessima bugiarda.” disse Merlina continuando a pulirsi.

“Come mai il principe ha disertato i suoi doveri?” chiese Gaius incuriosito, era la prima volta che succedeva, di solito il principe è molto ligio ai sui doveri non mancava mai di svolgerli se non per motivi seri.

“Voleva portare Sophia a fare una passeggiata.” Rispose nuovamente alterata Merlina.

Quello che Merlina le aveva detto unito al sogno di Morgana preoccupò molto il cerusico che decise di verificare una cosa. “Devo uscire un attimo, torno subito.”

“A dopo” disse distrattamente Merlina troppo presa dalla sua opera di pulizia e dalla sua frustrazione per chiedersi come mai Gaius avesse avuto cosi improvvisamente il bisogno di uscire..

 

 

 

“Non sei stata via quanto mi aspettavo” disse Ulfric appena vide la figlia rientrare in camera.

“Siamo stati interrotti” rispose la ragazza seccata, lanciando il mantello su una sedia spazientita..

“Cosa è successo?” chiese l’uomo versandosi da bere.

“Mi hanno quasi uccisa. Per un istante ho capito cosa si prova ad essere un mortale… Lui mi ha salvata, una persona così debole e insignificante mi ha salvato la vita. Io non c’è la faccio più ad essere così.” Gridò furibonda.

“Manca poco, appena il cuore di Arthur Pendragon sarà tuo i cancelli di Avalon si apriranno e potremo tornare nel nostro mondo.” disse Ulfric cercando di far ragionare la figlia.

“L’incantesimo ci sta mettendo molto tempo ad attecchire temo che il suo cuore appartenga già ad un'altra.” disse la ragazza “anche se non ho ancora compreso chi sia”

“Non ne abbiamo molto, il medico di corte temo che possa aver scoperto cosa siamo.” disse Ulfric.

“E non è il solo, c’è Lady Morgana. Non è consapevole dei suoi poteri ma è molto pericolosa.” disse Sophia.

“Devi ultimare l’incantesimo per domani ho la nostra occasione per abbandonare questi involucri umani sarà persa per sempre.” disse Ulfric perentorio.

 

 

 

“Siete vestito.” disse incredula Merlina vedendo il principe sbucare da dietro il paravento.

“Sei davvero perspicace Merlina.” rispose seccato Arthur.

“Oggi sarà ordinato cavaliere uno dei vostri uomini, dovreste indossare l’armatura.” rispose acida Merlina, certa che qualcosa sarebbe andata storta.

“Io non ci sarò” rispose tranquillamente Arthur, ecco ne era sicura, ed era pure certa del motivo per cui il principe non avrebbe presieduto.

“Che dirà il re?” chiese Merlina gettando i pezzi dell’armatura che aveva in mano sul letto.

“Nulla se mi coprirai di nuovo.” disse Arthur sorridendo.

“Oh, no, no no. Io non ho intenzione di finire di nuovo alla gogna.” disse Merlina seccatissima.

“E dai Merlina… sei l’unica vera amica che ho, non puoi abbandonarmi.” disse Arthur pregandola.

“Essere vostra amica, da quando in qua un principe ha bisogno dell’amicizia di una serva.” rispose acida Merlina memore di tutte le volte in cui questa semplice realtà le era stata ricordata.

“Senza contare che voi potreste anche ordinarmi di mentire.” continuò Merlina sbuffando.

“Beh, allora te lo ordino.” disse alterato Arthur uscendo dalla stanza.

“Finirò di nuovo alla gogna.” pensò sconsolata Merlina “O peggio ancora finirò al manicomio”.

 

 

 

“Merlina sei finita di nuovo alla gogna.” disse Gaius vedendo la sua protetta tornare di nuovo sporca di cibo.

“Potreste evitare di ricordarmelo.” Chiese cupamente la ragazza “E per favore almeno fate finta che la cosa non vi diverta, il mio orgoglio e amor proprio sono già andati in pezzi per il mio essere lo zimbello di tutto il castello, almeno voi non ridete sotto i baffi delle mie disgrazie.” sbuffo la ragazza sedendosi in disparte, in quel momento voleva essere lasciata sola a crogiolarsi nella rabbia e frustrazione di quel destino assurdo che l’aveva messa accanto ad un idiota, un idiota innamorato per giunta, e per quanto la cosa non gli piacesse di una dama bellissima e decisamente più alla sua altezza di quanto lei non avrebbe mai potuto essere.

“So che Arthur ha disertato l’investitura, come mai?” chiese Gaius ben sapendo che Merlina era finita alla gogna per quel motivo.

“Voleva stare con Sophia.” rispose acida Merlina e si volto verso il camino sperando che il vecchio medico di corte comprendesse che per lei l’argomento era finito li e che non aveva intenzione di parlarne oltre, prese quindi un panno per darsi una pulita veloce.

“Tutto questo non mi piace.” disse il vecchio.

“Che vuoi dire?” chiese Merlinamentre continuava la sua ormai rutin di pulizia negli ultimi tempi la gogna era divenuto il luogo più frequentato dalla ragazza e la cosa non le piaceva per niente, se continua cosi Camelot rimmarrà presto senza frutta e verdura o lei si sarebbe trasformata in un ortaggio che cammina.

“Credo che Sophia e suo padre non siano umani.” disse secco Gaius, dopo quanto aveva sentito Merlina si girò verso di lui con un sopracciglio alzato in una riuscitissima imitazione del medico.

“E cosa sarebbero?” chiese Merlina preoccupata.

“Credo siano degli Shee. Quando sei finita alla gogna l’altra volta mi sono introdotto nella camera di Lady Sophia e ho visto sul suo bastone da viaggio un incisione fatta con i caratteri della lingua Hogam.” rispose Gaius perso nei suoi pensieri.

“Cosa sono gli Shee?” chiese Merlina non capendoci niente.

“Sono creature magiche molto pericolose, temo che il principe sia stato incantato.” rispose Gaius.

Questo spiegherebbe lo stranissimo comportamento del principe, mancare ai suoi doveri non era da lui e tanto meno lasciarsi andare a delle confidenze.

 

 

“Tuctor Prixurator…” bisbigliò Sophia al orecchio del principe prima di lasciare la sua camera per andare da suo padre.

Gli occhi di Arthur brillarono di una luce rossa e cupa, Sophia si girò verso di lui e sorrise, era stato difficile ma alla fine l’incantesimo era riuscito, evidentemente anche se il cuore del principe apparteneva già a qualcuno, quel sentimento non era ancora stabile perché troppo giovane o forse perché non ricambiato. L’importante era che ormai tutto era pronto doveva solo avvisare il padre e dare inizio al rito che li avrebbe riportati ad Avalon.

Merlina passava li vicino quando vide Sophia e suo padre scambiare poche parole per poi separarsi.

Decisa più che mai a scoprire le vere intenzioni dei due la ragazza decise di seguire Ulfric che si stava apprestando ad uscire dal castello.

 

 

 

Giunti ad un lago poco fuori da Camelot Merlina vide Ulfric fermarsi vicino allo specchio d’acqua e pronunciare un incantesimo. “Nobuintin sar dar labrar trin chan.”

Una fitta nebbia comparve sulla superficie del lago e dal nulla comparvero delle minuscole creaturine dalla pelle squamosa di un colore azzurrino e terribili zanne acuminate.

Una di esse si avvicino alla rive e con voce furente disse “Come osi presentarti davanti a noi Ulfric, dopo aver ucciso un tuo simile sei stato bandito da Avalon e per punizione sei stato privato dell’immortalità.”

“Lo so, mio signore. Ma il crimine l’ho compiuto io, che colpa ha mia figlia?” disse disperato Ulfric.

“I cancelli di Avalon resteranno chiusi per tua figlia, a meno che tu non sacrifichi ad essi l’anima di un principe mortale.” rispose gelido il capo anziano degli Shee.

“Vi porterò l’anima del principe Arthur Pendragon.” Disse Ulfric lieto della possibilità concessa alla figlia.

Così come era comparsa la creatura e la nebbia scomparvero nel nulla.

Orami non cerano dubbi, Arthur era caduto vittima di un sortilegio e quel che è peggio stava per essere sacrificato a quegli esseri doveva avvertire subito Gaius per decidere come agire prima che fosse troppo tardi.

 

 

“Avalon, ciò che hai visto in fondo al lago è Avalon. Deve esserlo.” disse Gaius appena Merlina ebbe finito il suo racconto.

“Cosa?” chiese incuriosita Merlina.

“La terra dell’eterna giovinezza, i mortali possono vederla solo un istante prima di morire.” Rispose Gaius compiaciuto.

“Wow, mi devo preoccupare?” chiese Merlina.

“Non credo. Infondo l’hai vista per caso. Comunque quello che mi hai detto non fa che confermare la mia ipotesi, quei due sono degli Shee.” rispose Gaius.

“E a quanto pare vogliono sacrificare il principe, devo subito andare da lui e farlo ragionare. “ disse Merlina uscendo di corsa prima che il medico potesse farla ragionare sul fatto che il principe era sotto la loro malia e quindi farlo ragionare sarebbe stato difficile se non impossibile.

 

 

 

Mentre passava per i corridoi del castello Merlina udì un discorso tra due cameriere che la convinse a accelerare il passo.

“Hai sentito cosa è successo poco fa nella sala del trono?” chiese Marion la nuova cameriera di Lady Daeres.

“Si, il principe Arthur vuole sposare la straniera, ma il re non acconsentirà mai.” rispose la serva più giovane di Lady Mathelda.

Merlina non udì altro poiché corse via alla velocità della luce, doveva avvisare il principe delle vere intenzioni di quei due.

 

 

Merlina giunse dal principe a pena in tempo per vederlo preparare una bisaccia da viaggio.

“Principe che state facendo?” chiese Merlina.

Ma il giovane sembrava non averla nemmeno sentita, allora Merlina gli si accostò e lo girò.

Vide gli occhi di Arthur un tempo azzurri e limpidi come il cielo brillare di una luce sinistra e rossastra.

“Arthur ascoltami quella donna ti vuole uccidere, non andare con lei.” disse Merlina.

“Chi sei tu per parlare con me come fossi un tuo pari.” Gridò Arthur adirato, scostandola con violenza.

“Sono tua amica” disse Merlina che alle sue stesse parole senti una stilettata al cuore, no non era decisamente il momento di pensare a quanto male le facesse sapere che per lui era solo quello, solo un amica, ma in fondo era più di quanto avrebbe mai potuto pretendere.

“Tu sei solo una serva.” disse Arthur colpendola con uno schiaffo molto forte al viso facendola cadere a terra, più per lo stupore che per altro, le parole del suo principe la ferirono enormemente forse anche più dello schiaffo.

Ma ora per Merlina quello che contava davvero era solo salvare il principe solo questo, per qui si era rialzata e stava per dire altro quando qualcosa la colpi da dietro scaraventandola contro il muro.

“Arthur…” bisbiglio e per un momento sembro che il principe fosse incerto se non fosse stato per la voce di Sophia che gli disse suadente “Arthur è tempo di andare, tuo padre non ci permetterà mai di essere felici quindi per impedire a lui e a chiunque altro di separarci dobbiamo fuggire” poi apri la porta e si avvio verso l’uscita certa che il principe l’avrebbe seguita “Arthur…ti prego devi credermi.. non andare con lei vuole ucciderti” una lacrima le solco il viso prima di svenire.

 

 

 

Quella sera Lady Morgana era insolitamente agitata, dopo quello che era capitato nella sala del trono temeva più di tutto che il suo incubo si realizzasse.

Quando poi attraverso la sua finestra vide Arthur che si allontanava con i due Tilmor si reco più veloce che poteva alle stanze di Gaius, ora come ora il vecchio medico era l’unico con cui potesse parlare.

Entrò ella camera senza bussare e disse “Quello che ho sognato si sta avverando.”

“Su calmatevi.” rispose il vecchio cercando di tranquillizzarla.

“So che non ci credi, ma sta succedendo.” disse Morgana.

“Vi credo, per questo vi chiedo di avere fiducia in me.” disse Gaius.

“Che vuoi dire?” chiese Morgana agitata.

“Che ora resterete qui e non parlerete con nessuno di ciò che mi avete detto.” disse Gaius.

“Ma Arthur è in pericolo.” Riprese a parlare Morgana non capendo che cosa avesse intenzione di fare Gaius.

“Non dovete temere vado a cercare l’unica persona che lo può salvare.” Detto questo Gaius usci di corsa per recarsi alle camere del principe, era sicuro che Merlina fosse li e si fosse cacciata in qualche guaio magari tentando da sola di fermare il principe.

 

 

 

Entrato nelle camere del principe Gaius vide Merlina stesa a terra in stato d’incoscienza, ciò gli diede la conferma dei suoi sospetti.

Merlina doveva aver affrontato i Shee da sola e quelli per fortuna si erano l’imitati a farla svenire.

“Merlina che ti è successo?” chiese Gaius mentre la sua protetta iniziava a riprende coscienza grazie ai sali che fortunatamente si era portato dietro.

“Quelle serpi mi hanno colpito alle spalle.“ disse Merlina alzandosi lentamente ancora un po’ stordita dalla botta.

“Hanno portato via il principe Arthur.” disse Gaius aiutandola ad alzarsi.

“Devo raggiungerli” disse Merlina barcollando un poco.

“Sei ridotta troppo male, non vedi che ti reggi a mala pena in piedi.” disse Gaius cercando di farla ragionare.

“Lui ha bisogno di me.” disse Merlina disperata, quasi sul punto di piangere.

“Nulla di quello che ti dirò ti farà cambiare idea, vero?” disse Gaius stupito ma neanche troppo della reazione dalla ragazza in cuor suo sospettava che non sarebbe servito a niente.

Quando Merlina ci si metteva sapeva essere più testarda del principe, si, decisamente quei due si erano proprio trovati.

Del resto non era necessario essere dei fini osservatori per rendersi conto che tra i due cera del tenero, e questo rendeva il comportamento che le ragazza aveva avuto nelle ultime giornate più chiaro. Certo agli occhi dei più la sua poteva sembrare una profonda e sincera fedeltà ma a lui era ormai chiaro che dietro ci fosse qualcos’altro a cui preferiva non dare un nome.

Lei e il principe non avrebbero mai potuto stare insieme anche se si amavano, il Re non lo avrebbe mai permesso ancor di più se avesse scoperto i poteri di Merlina ciò nonostante la ragazza amava a tal punto il principe da non poterlo lasciar morire anche se non avrebbe mai potuto essere suo anche se un giorno avrebbe dovuto sposare una nobile, il vecchio medico di corte non poté fare a meno di provare un immenso dolore per quella ragazza che ormai considerava come la figlia che non aveva mai avuto.

Sperava solo che Merlina non soffrisse troppo per quel suo sentimento senza futuro o che non si facesse ammazzare.

“No.” rispose Merlia decisa più che mai a salvare il suo principe.

“Fa attenzione.” disse Gaius sconsolato.

“Lo faro.” rispose Merlina abbracciandolo per poi uscire di gran carriera dalle stanze del principe e dal castello.

Merlina correva veloce come il vento, doveva sbrigarsi e raggiungerli prima che uccidessero il principe.

Di sicuro Ulfric e Sophia avevano condotto Arthur al lago dove aveva visto Avalon, almeno aveva questa certezza.

 

 

 

“Su ti stanno aspettando.” disse Ulfric appena giunti al lago.

“Tu non vieni?” chiese Sophia non capendo le parole del padre.

“Solo tu potrai tornare, io non sono ben accetto.” rispose Ulfric accarezzando il viso della figlia.

“Non voglio lasciarti?” disse Sophia iniziando a piangere.

“Io ho commesso un atto terribile ed è giusto che paghi per questo ma tu non alcuna colpa ti prego figlia mia fallo per me torna ad Avalon e vivi una lunga vita felice.” disse Ulfric stringendola forte a se, Sophia pianse tra le braccia del padre per lungo tempo, poi si fece forza e decise di fare ciò che le chiedeva anche se a malincuore.

“Va bene, addio padre.” disse Sophia abbracciandolo nuovamente e dandogli un bacio di addio.

Dopo di che poso il suo bastone sulla riva poi presa la mano di Arthur lo condusse nell’acqua, appena furono abbastanza distanti dalla riva Ulfric iniziò a intonare l’incantesimo. “Iben dodelu codon gareio dolcear sudare itcbet dolcelur dobior dolt hogam arvin flatau dondiai dobior dolt hogam anuin flatau dondiai dalt hogam Arthur Pendragon…”

Appena la prima parte dell’incantesimo fu ultimato Sophia spinse Arthur che cadde al indietro e iniziò a sprofondare nelle acque scure del lago che da allora sarebbe stato il suo silenzioso giaciglio.

“…Iben dodem godrum gareidolcelur ue are imbet dolcelur anfin flatau dondiai tobi or dolt hogam inuen dolcelur olum gareiu anfin flatau…” ma all’ultimo momento Ulfric non riuscì a ultimare l’incantesimo poiché Merlina giunta al lago approfittando della distrazione dei due aveva preso il bastone di Sophia e lo aveva usato su di lui facendolo esplodere, in seguito aveva rivolto l’arma contro Sophia stessa che aveva abbandonato il principe al suo destino per soccorrere il padre finendo però per fare la stessa fine. Eliminati i due stregoni restava solo da recuperare il principe.

Merlina si getto subito in acqua, nuotò senza sosta per parecchi minuti immergendosi varie volte senza trovarlo.

Quando ormai stava per perdere ogni speranza si ricordo delle parole del drago “Voi siete le due face della stessa e medaglia” decise allora di fare un tentativo memore di quello che secondo quanto gli aveva raccontato Gaius era successo quando era stata avvelenata.

Si concentro su Arthur cercando di sgombrare la mente da ogni pensiero che non fosse l’immagine del suo principe solo allora riuscii a percepire la sua presenza provenire da un punto preciso dell’acqua, con non poca fatica Merlina riuscì a trovarlo ed in fine trascinarlo fino alla riva.

Dopo averlo adagiato sull’erba però si accorse che il principe non respirava, Merlina era in preda al panico, aveva faticato tanto per salvarlo per poi ritrovarselo li praticamente morto, no non poteva finire cosi, Arthur doveva diventare Re e riunire Albion e lei avrebbe fatto qualsiasi cosa perché ciò avvenisse non poteva arrendersi doveva trovare una soluzione.

Decise di tentare il tutto per tutto e iniziò a praticare al principe la respirazione bocca a bocca, ma sembrava che la situazione non migliorasse per nulla.

“Ti prego Arthur svegliati, non puoi morire.” iniziò a gridare Merlina fra le lacrime, ma il principe non reagiva.

“Non puoi farmi questo stupido asino, devi vivere.” continuava a inveire Merlina.

“Non mi lasciare Arthur, ho bisogno di te.” disse con un filo di voce appena percettibile, per poi posare un live bacio sulla bocca di Arthur.

Il principe riprese conoscenza per pochi secondi, vide un viso di donna chino su di sé, l’immagine della fanciulla era sfocato solo delle ombre di colore, il nero dei capelli e l’azzurro di due occhi spaventati il tutto durò pochi istanti prima che il principe perdesse nuovamente conoscenza, Arthur stava bene probabilmente non avrebbe ricordato nulla dell’accaduto, ma era salvo e questa era l’unica cosa che contava veramente.

 

 

Le luci che filtravano dalle tende fecero destare Arthur che si ritrovò nelle sue stanze, Merlina dormiva serenamente con la testa posata sul materasso.

Il principe rimase per un po’ ad osservarla, ma i suoi movimenti la fecero svegliare.

“Buon giorno sire” disse lei stropicciandosi gli occhi.

“Cos’è successo?” chiese il principe guardandosi attorno con fare spaesato.

“Non ricordate nulla?” chiese Merlina stupita.

Arthur si sollevò un poco e massaggiandosi la testa disse “Mi fa male la testa.”

“Allora?” insistete Merlina.

“C’era una ragazza, Sophia…” disse Arthur cercando di fare mente locale.

“E poi?” insistete ancora Merlina preoccupata che il principe si fosse accorto del bacio.

“Ho chiesto a mio padre qualcosa che la riuardava…” tentenno un poco poi l’illuminazione e l’imprecazione “Che mi è saltato in mente.”

“Me lo sono chiesta anch’io, specialmente quando siete fuggito per sposarla.“ disse Merlina cercando di non ridergli in faccia.

“Ho fatto cosa? Non ricordo niente.” disse Arthur allarmato dall’idea di essersi reso ridicolo davanti all’intera corte.

“Deve esse per il colpo.” disse Merlina guardandolo con aria colpevole.

“Quale colpo?” chiese Arthur irritato rivolto alla ragazza che con fare contrito si apprestò a raccontare la storiella che lei e Gaius avevano inventato per giustificare l’assenza del principe.

“Siete fuggito con Sophia, per sposarla, quando vi ho raggiunto non sono riuscita a convincervi e quindi sono stata costretta a colpirvi in testa con un ramo.” disse Merlina sperando che il principe non capisse che stava mentendo.

“Mi hai dato un colpo in testa.” disse Arthur furioso non solo per l’idea di essere stato battuto da una donna, ma anche perché non ricordava nulla di quello che era successo dopo l’arrivo dei due nobili a Camelot, l’unica cosa certa era che aveva la sensazione di aver detto qualcosa che non avrebbe mai dovuto uscire dalla sua bocca, e poi avvertiva la sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante che non avrebbe mai dovuto dimenticare, per non parlare di un volto di donna chino su di lui e una voce, una bellissima voce che lo pregava di non lasciarla.

“L’ho fatto solo per il vostro bene.” Si difese Merlina, felice in cuor su che il principe non ricordasse nulla dell’accaduto, i suoi sentimenti dovevano rimanere nascosti come la sua magia, per il bene di tutti era meglio cosi, anche se sarebbe stato difficile soffocare quello che provava per il principe, si sarebbe accontentata di essergli accanto come amica, anche se era certa che il principe non avrebbe mai più ammesso nulla a riguardo, ma andava bene anche cosi, infondo l’importante era che Arthur stava bene e che tutto si era risolto per il meglio o quasi..

“Questo non lo deve sapere nessuno.” disse Arthur guardando Merlina con uno sguardo assassino.

“Sarà il nostro piccolo segreto.” disse Merlina sorridendo.

“Adesso vattene non ho bisogno della balia.” disse Arthur rimettendosi sotto le coperte.Merlina si alzo e usci dalla stanza con il cuore più sereno.

 

 

 

“Morgana, come mai se qui?” chiese Gaius quando quella sera la vide comparire nella sua sala a tarda ora.

“Ho passato delle notti insonni.” disse Morgana.

“Vi darò un nuovo rimedio.” disse alzandosi per andare al armadio dove teneva gli infusi.

“Ho saputo quello che è successo, devi aver colpito Arthur in testa molto forte.” disse Morgana rivolgendosi a Merlina.

“Come lo avete saputo?” chiese Merlina stupita.

“Ho le mie fonti.” rispose Morgana ghignando.

“Tenete, bevetela prima di coricarvi.” disse Gaius porgendole la boccetta.

“Grazie Gaius.” disse Morgana prendendo la boccetta.

Dopo aver salutato i due se ne andò per tornare alle sue stanze.

“E’ davvero strano che quello che Lady Morgana ha sognato si sia poi realizzato, non credi?” disse Merlina mettendosi a mangiare.

“Io temo di no.” Disse Gaius.

“Cosa vuoi dire?” chiese Merlina.

“Ho in cura Morgana si da quando era bambina e purtroppo temo che quello che sta succedendo dia conferma hai miei sospetti.” disse Gaius.

“Di che parli Gaius?“ chiese Merlina tra una cucchiaita e l’altra.

“Credo che Lady Morgana sia una veggente.” disse afflitto Gaius.

“Hai intenzione di dirglielo?” chiese Merlina pensierosa.

“No, non dovrà mai saperlo.” Riprese Gaius guardandola severamente.

“Perché no?” chiese a quel punto Merlina.

“Se Uther lo scoprisse la farebbe giustiziare.” rispose Gaius.

“Ma è la sua figlioccia.” Disse caparbia Merlina.

“Quando c’è di mezzo la magia Uther perde il senno. E’ meglio non sfidare la sorte.” disse Gaius guardando la luna alla finestra.

 

 

 

Fine 5 capitolo.  

  
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