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Autore: Anemone Grace    06/12/2015    3 recensioni
Se ne stanno sul divano a vedere la TV ormai da un quarto d'ora, ed entrambi non sembrano per niente interessati alla serie televisiva che stanno trasmettendo a quell'ora. Fa strano, perché è la loro preferita da quando hanno cominciato a passare i giovedì pomeriggio a casa di Kevin, mentre gli amici di Edd andavano in un parcheggio dietro la scuola a tenere su una bancarella per vendere qualche oggetto strano di loro invenzione.
KEVEDD - QUESTA FAN FICTION POTREBBE DIVENTARE ROSSA PIÙ AVANTI.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE AUTORE:
Coppia: Kevedd
Personaggi: Kevin e Edd
Genere: romantico - comico
Ringraziamenti a: Mapi (socia in affari barbona).
PLUS: Scusatemi tantissimo per il MEGA RITARDO, purtroppo questo non è stato esattamente un bel periodo, ci sono stati molti alti e bassi e nel mentre ho ripreso i corsi universitari, quindi partorire questo capitolo è stato più faticoso del previsto ;w;
Spero che apprezzerete lo stesso anche questo chap, come gli altri e spero di sentirvi nonostante ci abbia messo un po' ad aggiornare. Buona lettura!

ATTENZIONE: Questa storia potrebbe diventare con l'andare avanti dei chap di un rating diverso. Siccome la scrivo senza seguire una trama studiata, ma a ispirazione, non so fino a che rating arriverò.


 
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Marshmallow.
 

Il fuoco scoppiettava davanti a loro, mentre il vento estivo accarezzava la loro pelle, facendoli tremare appena per i brividi. Nonostante la stagione primaverile, in montagna, si poteva sentire una leggera brezza fredda, che portava le persone a rintanarsi sotto giacche o felpe pesanti, se non volevano rischiare un raffreddore. Kevin e Edd tuttavia, non avevano felpe con loro ma solo una coperta di medie dimensioni, che usarono per avvolgercisi dentro. Il calore procurato dai loro corpi vicini era piacevole, intenso, non c’era niente di meglio che sentire un contatto del genere in quel momento.

Dalle labbra di Kevin uscì uno sbuffo leggero, mentre con la mano reggeva un lungo spiedino su cui era posto sopra un marshmallow. Lo faceva girare lentamente, passandolo sopra i guizzi delle fiamme, proprio come stava facendo Edd col proprio, sebbene con molta più incertezza e preoccupazione, come se di lì a poco potesse prendere fuoco e carbonizzarsi.

“Come ti senti?”



Chiese con tono pacato Double D, mentre allontanava lo stecchino e portava il boccone vicino alle labbra, cominciando a soffiarlo piano intorno. Ormai erano passate due ore da quando erano arrivati e Kevin gli aveva parlato di Charlie. Non voleva riaprire l’argomento, questo era ovvio, però voleva accertarsi che l’altro non ci stesse pensando più del dovuto solo perché erano in quel luogo.

Alzò le spalle in tutta risposta, allontanando anche lui il marshmallow dal fuoco, portandolo vicino alle labbra per soffiarlo e cercare di renderlo meno bollente. 



“Meglio, anche se un po’ mi pento di non aver portato una giacca più pesante.”



Sorrise, volgendo lo sguardo verso Edd, che arrossì leggermente quando i loro sguardi si incrociarono in quel modo, a quella distanza così ravvicinata.



“Oh…h-hai molto freddo?”



Chiese, sentendosi a disagio per non aver pensato lui stesso a portare con sé una felpa più pesante. Dannazione, con tutto che aveva ricontrollato più volte lo zaino per accertarsi che avesse inserito tutto! Si sentì terribilmente stupido e di troppo sotto quella coperta; senza accorgersene la sua espressione divenne nervosa e imbarazzata, mentre con gli incisivi andava a torturarsi il labbro inferiore.

Kevin ridacchiò, divertito nel vederlo in quel modo, prendendosi gioco di lui mentalmente e trovandolo assolutamente carino! Cosa che Edd non mancò di notare, sentendosi ancora più in imbarazzo, tanto che arrossì vistosamente sulle guance.



“P-perché stai ridendo?”



Kevin scosse il capo, portando il braccio sinistro ad avvolgere il compagno sui fianchi, andando in quel modo ad abbracciarlo. Ma non fu un semplice abbraccio, la sua mano salì subito dopo sul capo del ragazzo, andando a immergere le dita nella folta chioma corvina: lasciando scivolare via dal suo capo il capello.



“H-hey!”



Cercò di protestare Doppia D, che a quel gesto quasi scattò rigidamente dritto con la schiena, cercando con una mano di fermare il proprio beanie nero e bianco, prima che quest’ultimo cascasse rovinosamente a terra. Ma le dita di Kevin si insidiarono in modo piacevole tra i suoi capelli, andandone a sentire meglio la loro morbidezza. Edd si lasciò sfuggire un sussulto, un piccolo verso soppresso dalle sue labbra chiuse, mentre il suo corpo recepiva ovunque quel contatto. Era una sensazione strana, nuova: nessuno prima di allora gli aveva toccato i capelli, sempre nascosti dal beanie, ed era come se il tempo in cui erano rimasti invisibili agli occhi degli altri li avesse resi più sensibili.

I suoi grandi occhi blu si immersero in quelli di Kevin, di un color verde intenso, annaspando con la bocca nel vedere quella foresta fitta avvicinarsi sempre di più. Era così magnetico lo sguardo del giocatore di football, così intenso e a modo suo aggressivo. Si sentiva come intrappolato in un angolo, pronto ad essere attaccato e mangiato dall’altro. Deglutì a fatica, mentre le dita del compagno cominciarono ad accarezzarlo dolcemente sul capo, facendo piccoli cerchi concentrici. Le labbra di Edd si schiusero, tremando e gli occhi si fecero più liquidi, socchiudendosi per il piacere causato da quel contatto. Si sentiva tutto elettrizzato, completamente assuefatto da lui, tanto da non accorgersi di aver portato una mano a stringere con forza la stoffa della coperta, tirandola leggermente verso di sé.

Kevin non si perse nemmeno un’espressione, un sussulto, uno sbuffo di aria rilasciato da quelle labbra umide e morbide: era così bello ai suoi occhi, troppo per essere legale. E non si lasciò sfuggire nemmeno l’odore intenso che sentiva mano a mano che si avvicinava al suo viso, mano a mano che il calore diventava più intenso. Socchiuse anche lui gli occhi e si sentì il cuore in gola pulsare veloce e forte, mentre l’idea di baciarlo diventava sempre più martellante e bisognosa nella sua testa. Era come se stesse combattendo una qualche forza di gravità, come se stesse sopprimendo qualcosa di naturale e bellissimo, costringendosi a star lontano da tutto ciò che desiderava e aveva a portata di mano.



Fu un attimo, e un contatto freddo gli sfiorò la guancia: le dita erano morbide, quasi gommose contro la pelle calda, scaturendo una sensazione strana e particolare. Kevin ebbe il tempo di battere gli occhi una, due volte, poi il viso di Edd si slanciò in avanti e fu lui ad azzerare tutta quella distanza che ancora li separava, andando a instaurare una sorta di equilibrio e completezza. Il suo sguardo era sorpreso, perso nel sentirne la pelle sfregare contro la propria, proprio come il fiato caldo solleticargli il viso. Si sentiva scombussolato, lo stomaco aggrovigliato in maniera piacevole ma al tempo stesso strana, mentre la mano che stava sul capo di Double D lentamente era scesa sul collo, andando a stringerlo piano da dietro. 



Si erano baciati, Edd lo aveva baciato e Kevin lo trattenne per diversi secondi in quel modo, chiudendo a sua volta gli occhi e lasciandosi trasportare da quel breve e intenso momento.

Quando si separarono delle piccole nuvole bianche, causate dal loro fiato caldo, spumeggiarono tra di loro, mentre i loro sguardi imbarazzati ma intensi si fissavano di rimando, come a decidere cosa sarebbe successo da quel momento in poi.

La verità però, era che nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro, nessuno dei due voleva davvero pensare alle conseguenze di quel bacio, ma solo continuare a farlo, ancora e ancora.





Si erano continuati a baciare per più di venti minuti buoni, in silenzio, senza interrompere nemmeno per un istante quell’atmosfera con parole vane. Le mani di Kevin avevano accarezzato i capelli del ragazzo per tutto il tempo, provocandogli piccoli gemiti che si erano riversati tra le loro labbra calde, lasciandosi trasportare mano a mano in baci sempre più passionali e profondi. Le mani di Edd invece si erano aggrappate a quelle spalle, raggiungendo la schiena e stringendone a quel punto la maglia pesante, desiderando però nella sua testa di toccare la pelle tonica del giovane. Le gambe si erano intrecciate e Double D era finito quasi in braccio all’altro, trascinato dall’altra mano del giovane che lo aveva tirato a sé in un abbraccio, lasciando cadere il marshmallow con il bastoncino per terra.
Avevano continuato finché il fuoco non si era ridotto solo a carbone rossiccio, senza più alcuna traccia di qualche fiamma calda e il luogo si era fatto a quel punto più buio e freddo.

“Forse, d-dovremmo rincasare.”



Fu Edd a interrompere per primo quel lungo silenzio, mentre le proprie dita non volevano saperne di staccarsi dall’altro, proprio come le gambe che non volevano saperne di tornare al loro posto. Kevin in tutta risposta continuò a fissarlo intensamente, sentendo i pantaloni stretti protestare a quell’idea. 



“U-uhm…magari, v-visto che è tardi, puoi restare da me se ti va…”



Balbettò, non tanto per il freddo quanto per l'imbarazzo di avergli fatto una proposta del genere. Sentiva le guance calde, bollenti, un po’ come tutto il suo corpo che si sentiva attratto da quello dell’altro come se fosse stato una calamita. Kevin a quelle parole invece reagì in modo lento, quasi a scoppio ritardato, non capendo in un primo momento quale tipo di conseguenze una proposta del genere poteva portare, per poi arrivarci e sentirsi esplodere completamente: sia dentro, che fuori, diventando rosso pomodoro. Grugnì, sentendosi ridicolo e portando la mano a coprirsi la faccia, lasciando così andare i capelli soffici del compagno. Abbassò lo sguardo e cominciò a borbottare parole sconnesse, per lo più imprecazioni e frasi senza senso, finché non rialzò lo sguardo e con un dito andò a puntellargli il petto.



“Sei davvero un pervertito, Double Dork.”

Gli disse, con un piccolo ghigno a solcargli le labbra, mentre l’imbarazzo continuava a tingergli le guance di rosso e farlo fantasticare fin troppo su cosa sarebbe potuto succedere una volta a casa. Edd arrossì maggiormente a quelle parole e al tempo stesso il panico cominciò a farlo balbettare terribilmente.



“N-NON È AS-ASSOLUTAMENTE VERO! V-volevo solo essere g-gentile…!”



Rise, il giocatore di football, andando ad accarezzargli una guancia con la mano e con il viso sfregare il proprio naso contro il suo.



“Lo so, e sei davvero adorabile per questo.”



Gli confessò con tono caldo e basso, per poi baciarlo un’ultima volta prima di alzarsi in piedi e tirare al tempo stesso su anche l’altro ragazzo, prendendogli a quel punto la mano.


“Andiamo a casa.”

   
 
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