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Autore: YoYoSh_77    06/12/2015    1 recensioni
Un fiero e potente vampiro, prossimo sovrano in linea di successione: un ragazzo lupo, costretto a spostarsi continuamente per sfuggire alla furia degli umani. Un incrocio di sguardi e una vita passata a cercarsi inutilmente.. o forse la luna veglia sul loro amore appena sbocciato?
Tante domande, ma nessuna risposta per questi due ragazzi, appartenenti a due razze completamente diverse tra loro.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Minato/Kushina, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Buonasera abitanti di EFP!
E' la prima storia che scrivo e devo dire che mi sta alquanto prendendo la trama, riguardando argomenti che amo!
Questo è il primo VERO capitolo, e partirò proprio da qui a raccontare.. Spero vi piaccia :)
Buona lettura! :)

 

Capitolo 1 – Sasuke

 

La luna alta nei sui ¾ di magnificenza era quasi del tutto schiarita dai primissimi raggi del sole che, facendo capolino sulle montagne ad est, stava rubandogli il posto nel cielo. Con gli ultimi raggi stava flebilmente illuminando la stanza di una castello.

 

Qualcuno si muoveva nel letto come in preda a degli incubi: un ragazzo, i cui capelli scuri ricadevano disordinati sul cuscino e le sopracciglia si muovevano, tenendo gli occhi serrati, circondati da leggere occhiaie che stonavano su quella pelle chiarissima, simile a porcellana.

Si svegliò improvvisamente, rivelando due pozzi scuri dai quali difficilmente si riuscirebbe ad uscire una volta sprofondati.

 

Aveva preso sonno da poche ora, quando si svegliò di soprassalto

'quegli occhi..'

non riusciva a toglierseli dalla testa, anche a distanza di così tanti anni.

Erano passati ormai 10 anni da quando, quel fatidico giorno, aveva incrociato lo sguardo di quella creatura dagli occhi di zaffiro. Aveva passato ogni giorno a ricercarli, ma niente, come spariti.

In quegli anni si era recato molte altre volte in quel piccolo villaggio di umani, senza però riuscire a ritrovarli.

Lo destò dai suoi pensieri un'improvvisa sete, infatti era da almeno due giorni che non si sfamava decentemente e il suo stato lo confermava, oltre che il suo corpo risentirne: la forza andava ogni giorno diminuendo, i capogiri si facevano sempre più frequenti e i sogni riguardanti il ragazzo lo continuavano a tartassare.

Si alzò a fatica dal letto e si mise addosso la vestaglia, lasciata precedentemente ai piedi del letto, ed uscì dalla sua stanza.

Il castello era deserto a quell'ora della mattina, in quanto i suoi abitanti si erano ritirati (o lo stavano facendo).

Si avventurò fra quelle mura tanto familiari quanto ancora sconosciute, fino ad arrivare davanti alle stanze del suo fratellino; non lo volle svegliare, quindi preferì non entrare.

Mentre camminava imperterrito si guardò intorno inconsciamente, ricordando come da piccolo gli piaceva scorrazzare in quei corridoi, con le serve che lo intimavano di non fare danni, pena le ire del padre, e lui che le ignorava bellamente ogni volta, facendo sempre quello che più lo aggradava.

Era una vera peste!

Passò di fianco ad una cassettiera e ricordò di quando, sempre da piccolo, vi nascondeva dentro i piccoli animali che trovava nel giardino e che poi liberava per la casa, mandando tutti nel panico.

 

Arrivò alla palestra: una stanza enorme in cui si allenavano i suoi sottoposti e dove, ogni tanto e lontano da occhi indiscreti, lui si sdraiava e, nel completo silenzio, ripensava alla madre.

 

Aprì le porte e si accorse subito di non essere solo: qualcuno si stava allenando!

I movimenti sinuosi della figura lo incantarono, come una farfalla con il suo volo: era leggiadra sì, ma pungeva come un'ape.

Continuò ad osservarla ancora a lungo, come muoveva velocemente le gambe, le piroette su sé stessa e gli affondi che eseguiva con il piccolo pugnale che impugnava nella mano destra: sembrava intenta a combattere contro un nemico che riusciva a vedere solo lei, tant'è che non si accorse nemmeno della presenza che la stava guardando, come estasiato.

 

Si fermò dopo un tempo che a Sasuke sembrò un'infinità, tanto fosse imbambolato ad ammirarla, e rivelò gli occhi verde smeraldo che subito incontrarono quelli d'ebano del ragazzo.

-Sasuke..- disse solamente la ragazza, inchinandosi subito alla sua presenza

-Sakura, niente cerimoniali, siamo cresciuti insieme e sei la mia guardia del corpo, con c'è bisogno che t'inchini ogni volta che ti passo anche solo vicino- detto questo le si avvicinò e le porse la mano, chiaro invito ad aiutarla.

La ragazza si alzò in posizione eretta, senza l'aiuto del ragazzo, incontrando, nuovamente, i suoi occhi: gli stessi che l'avevano stregata tanti anni prima, al loro primo incontro, quando lei era ancora una bambina umana, orfana, scampata alla guerra e trovata dai signori di quel castello

 

-Principe.. cosa ci fate ancora in piedi? Non dovreste riposare? Il sole è quasi sorto.. e sono tutti nelle proprie stanze ormai- chiese curiosa dalla presenza del ragazzo nella palestra a quell'ora del mattino.

Si guardarono ancora, per un tempo che alla ragazza sembrò un'eternità, poi Sasuke le si avvicinò, con fare sensuale, fino al suo orecchio, sussurrandogli

-Sai.. Speravo di trovarti qui.. Sakura.. Avevo giusto voglia di vederti..- e allontanandosi dal suo orecchio andò e leccergli maliziosamente il collo.

'Sasuke.. ti prego.. saziati!' la lingua del principe compiva movimenti allusivi sul suo collo, concentrandosi in un punto specifico: la carotide.

 

Pian piano i suoi occhi si colorarono del colore del sangue, segno inconfondibile della sua fame ormai incontrollabile; continuò a giocare con la lingua sul collo della ragazza, fino a quando non sentì il sangue pompare più velocemente, chiaro segno dell'eccitazione crescente della creatura caduta sotto il suo leggero tocco.

Quel giochino gli stava piacendo tantissimo: adorava torturare le sue vittime fino a renderle praticamente inoffensive sotto i suoi leggeri tocchi; ci giocava fino a quando non erano loro a chiedergli esplicitamente di sfamarsi e allora lui affondava i suoi canini nella carne per dissetarsi.

 

Continuando a leccare e baciare quel collo imperlato leggermente dal sudore dell'allenamento appena concluso le prese la mano destra e lentamente si staccò, tenendo gli occhi chiusi.

Portò la sua mani vicino al viso e decise di continuare la sua piccola tortura in altre parti del corpo della ragazza: le baciò prima le nocche della mano, poi risalì fino al polso, lasciandosi in primis del teneri baci, poi leccandogli l'interno, lasciandole immaginare ciò che sarebbe successo successivamente.

 

Sakura si stava sciogliendo sotto quei tocchi leggeri: Sasuke, il suo principe, il suo comandante, il suo amore impossibile, la stava letteralmente mandando in paradiso!

Dischiuse lentamente gli occhi, fino ad incontrare quelli di lui, ormai diventati completamente rossi a causa della sete incontrollabile che lo stava attanagliando.

Lo guardava mentre torturava il suo polso e non poté ignorare il suo cuore battere freneticamente, lasciandolo quindi pompare più sangue in ogni parte del suo corpo.

 

Gli occhi non riuscivano a lasciare quelli del ragazzo che si ritrovava davanti, nemmeno nell'attimo in cui i canini affilati dell'altro andarono a perforare la sua carne, regalandogli un sospiro sommesso, come di liberazione.

Continuava a guardarlo, come catturata da quella scenda di cui lei era la protagonista: sentiva il suo sangue venir piano piano risucchiato dal suo corpo, la lingua dell'altro andare a raccimolare le ultime gocce di sangue sfuggite alle sue labbra.

Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, né tanto meno respingerlo per liberarsi dalla sua presa, che piano piano si faceva sempre più salda sul suo avambraccio.

La sete del principe era sempre stata incontrollabile, soprattutto se non si sfamava per lunghi periodi, cosa che la costringeva a cadere sotto quelle forti braccia anche per lunghi minuti, fino a quando non fosse rimasto soddisfatto del pasto e l'avrebbe lasciata andare.

Sasuke era così: ci giocava con il 'pranzo', lo ammaliava e alla prima occasione affondava i canini nella carne, lasciandolo quando si riteneva soddisfatto. Sotto le sue grinfie passavano principalmente ragazze, raramente gli uomini, a meno che non lo garbavano anche di aspetto, in quel caso li ringraziava del pasto appagandoli.

La lenta tortura sembrava non finire mai. Sakura lentamente stava perdendo le forze: le gambe cominciarono a tremargli e la vista si stava pian piano annebbiando.

Si lasciò cadere a terra e Sasuke le si inginocchiò accanto, non lasciando però il suo braccio, continuando a braccarla, segno della sua sete non ancora completamente appagata.

 

Succhiava avidamente dalle teneri carni della ragazza caduta completamente sotto il suo fascino oscuro, anche se con Sakura sapeva che non serviva a niente, sapeva, lui lo sapeva da qunado l'aveva trasformata in una creatura della notte: la ragazza lo amava, glielo aveva detto anche apertamente, ma per lui era solo una delle tante con cui si sfamava; a lui, lei, non interessava minimamente.

 

Si staccò da lei solo quando sentì che ormai era allo stremo delle forze, così decise di lasciarla andare: era soddisfatto del pasto.

 

La guardò per l'ultima volta prima di uscire, e solo allora si rese conto che quella ragazza era sempre stata al suo fianco, rischiando addirittura la vita per il suo giovane principe.. decise di non lasciarla lì da sola: la prese in braccio e la portò nella sua stanza, adagiandola sul suo letto per farla riprendere completamente.

Rimase ad osservarla, fino a quando non sentì cinguettare gli uccelli, chiaro segno che il sole era già bello che sorto altro nel cielo.

La lasciò lì, nel suo letto, sotto le sue coperte e si diresse nella stanza del suo fratellino: lo osservò un attimo prima di stendersi accanto a lui, aspettando che il sonno lo raggiungesse nuovamente.

Non sognò occhi di zaffiro, né sua madre.. Solo buio.. Nero pece..


Lontano da quel castello, tra le montagne un ululato si alzò nel cielo mattutino, rivendicando una promessa. Lo avrebbe trovato, a qualunque costo!


Eccoci alla fine. Allora? Come vi sembra? Non so perchè ma mi piace immaginare Sasuke nella vesti del vampiro.. Sarà forse perchè ha lo Sharingan?
Beh.. ringrazio ci ha letto questo primo capitolo e spero vivamente che continuerà a seguire la storia. 
Un bacio YoYoSh :)

 

 

   
 
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