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Autore: Queen_V_Introspective    06/12/2015    6 recensioni
Sequel di “Miedo a Perderte”
Alcune volte capita di smarrire se stessi: A causa di un lungo viaggio,
A causa di un rapporto difficile,
A causa di una separazione forzata o ad un'amnesia.
Il percorso per ritrovarsi talvolta si presenta lungo, doloroso e tortuoso.
Ma non sarà né il tempo, né un viaggio in un’era diversa, né la mancata memoria a causa di un maleficio a dividere ciò che l'amore unisce.
“L’odio è potente, ma mai quanto l’amore. Namunah gli ha cancellato la memoria, ma non ha nessun potere sui suoi sentimenti. Il tuo amore è più forte del suo sortilegio. Se riuscirai a riaccendere in lui l’amore che vi unisce l’un l’altra vedrai che ti riconoscerà.” (Miedo a perderte cap.18)
||AGGIORNAMENTO STORIA:Mercoledì||
Ringrazio Spirit99 per la disponibilità, la gentilezza e l'accuratezza nel revisionare tutti i miei testi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Akai Ito'
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***
Capitolo 3
Sei tu la mia Sherazade?

***

Riesco a percepire un raggio di sole flebile sulla pelle, cerco di capire dove mi trovo, man mano i miei occhi mettono a fuoco le immagini che diventano sempre più nitide.

La mia camera.

Fuori è buio pesto, ho dei ricordi sfocati di ciò che è successo. Credo di aver fatto un brutto sogno, sento ancora l’amaro in bocca e gli occhi bruciare. Sicuramente avrò dormito molto e per questo avverto questo strano fastidio, oltre ad una sensazione di angoscia che mi attanaglia l’anima. Eppure mi sembra così strano, quel sogno mi è parso quasi reale.
Mi chiedo come mai io sia a letto e abbia dormito per così tanto tempo, di solito il pomeriggio non riposo mai, non capisco, sento ancora gli occhi pizzicare, la voglia di piangere è forte, la testa mi scoppia e quest’angoscia mi sta opprimendo.
Quel sogno mi ha destabilizzato del tutto…
Cerco di alzarmi dal letto per capire che ore sono, possibile che nessuno mi abbia svegliato per la cena?
E poi i miei occhi vedono ciò che forse la mia mente sta cercando di celare da ben dieci minuti.
Un foglio stropicciato lì, buttato a caso, vari oggetti rotti ed alcuni sparsi sul pavimento, sono stata io o è entrato qualcuno nella mia camera? Un ladro, forse?
La paura mi coglie di sorpresa, mi alzo d’improvviso dal letto, e lì dinanzi, vedo me stessa riflessa nello specchio e comprendo.
Ora sono perfettamente cosciente, i vestiti sgualciti, gli stessi del sogno, alcuni oggetti quasi distrutti, la lettera, gli occhi gonfi e purpurei.
Dentro di me si fa strada la consapevolezza che il mio non fosse un sogno, tutto è reale.
Lui mi ha sul serio scritto quella missiva, mi ha sul serio abbandonato nel peggiore dei modi, senza alcun rimorso dopo esser sparito per un intero anno.
Sento le gambe molli e tremanti, mi appiglio allo schienale della sedia poco distante da me, riesco a malapena a sorreggermi, sento un conato di vomito che prepotente mi assale. Cerco di non cedere a tutto questo, ma è molto difficile.

Perché a me?
Perché tutto questo?


Poi un ricordo si fa strada con prepotenza nella mia mente, dopo aver letto la lettera mi sono accasciata a terra e ho quasi perso i sensi per il pianto ininterrotto… come ci sono finita sul letto?
Ricordo solo due braccia forti, un profumo mascolino, un profumo familiare che mi ha sorretto. Qualcosa che mi ha fatto sentire bene… lui è venuto qui, ed io non ero cosciente?
Quasi come una furia imbocco la strada verso la porta, scendo le scale velocemente fin quando non vi trovo soltanto un silenzio assordante e Kasumi, intenta a rassettare le ultime cose prima di dirigersi a letto.

« Oh Akane tesoro, sei sveglia? »

« Io… ehm… sì, sono sveglia da un po’. »

« Ah molto bene, hai fame? Vieni ho tenuto in caldo la cena per te.  »

« Kasumi, che ore sono? Perché non mi hai chiamato per la cena? »

« Oh Akane, sono le 22:00. Sono venuta in camera tua, dormivi così bene, ho notato che eri molto stanca così ho preferito non disturbarti »

« Ah… »

« Vieni, siediti e cena, sarai affamata »
Vorrei proprio poter dire il contrario, vorrei poterle dire che l’ultimo dei miei problemi è il cibo, ma lei non capirebbe. Fingo un sorriso e mi avvicino per prendere posto a sedere ed iniziare questa lunga farsa.

« Akane , va tutto bene, hai una pessima cera sai? »
Eccola lì, come un pugnale che si conficca nel cuore, la domanda tanto attesa da cui vorrei poter fuggire.

« Sì, tutto bene, sono solo un po’ stanca. Credo di aver contratto l’influenza. »

« Capisco, bè allora domattina andrò dal dottor Tofu e… »

« No, non ce n’è bisogno… »

« Ma come? Akane, sei pallida… devi farti visitare! »

« Kasumi, sul serio sto bene, sono solo stanca. Una buona dormita e tutto si risolverà. Se poi domattina starò ancora male allora andrò io a casa del dottor Tofu per farmi visitare, ok? »

« Va bene, sei sempre la solita testarda, Akane. »

« E tu la solita sorella apprensiva. »

Poi mi sorride e si avvia verso la sua camera.
Lascio la cena così com’è, non ho appetito, avrei voluto chiedere a Kasumi se qualcuno è passato oggi a trovarmi.
Quel profumo è ancora nelle mie narici, è così familiare… forse…

Che sciocca sono!

Lui mi ha appena scaricato nel peggiore dei modi, ed io ancora come una stupida spero in un suo ritorno!
Basta Akane, devi reagire, devi darti una mossa.
Nessuno potrà più farmi del male, nessuno avrà più il potere di ferirmi e distruggermi in questo modo.
Il mio cuore è in frantumi, ma riuscirò a ricomporre tutti cocci e chiunque proverà a mandarlo in pezzi dovrà fare i conti con me.
Non sono certa di cosa farò, troverò il modo per andare avanti anche senza di lui.
Non è una scelta questa, lui me l’ha imposto.
Io sono obbligata.
Sarò diversa, lo faccio per me e per la mia sanità mentale.
Nessuno saprà riconoscermi, meglio così.
Questa è una promessa, Ranma Saotome.
 
 
***


 
 Sto girovagando ormai senza meta da giorni, il mio pensiero vola sempre verso di lei, in qualunque istante della giornata.

Avrà ricevuto la mia lettera?
Come l’avrà presa?
Come sta?


Ho tante di quelle domande che mi stanno investendo da settimane, senza comprenderne il perché.
Non riesco proprio ad avere una spiegazione per il mio modo di agire, questo è ciò che sento e voglio, ho riflettuto a lungo ponderando bene la scelta che ho deciso di prendere. Non mi sento legato a questa ragazza, perché continuare ad illudere lei o i suoi familiari? Non sarebbe di certo stato giusto nei suoi confronti e neanche nei loro. A modo mio le ho voluto bene, ma non posso darle ciò che cerca da me, io non sento di amarla, di provare quel sentimento forte. Certo, qualcosa mi lega a lei, ma dopo un anno sono giunto alla conclusione che la mia non è altro che una profonda stima per esser stato salvato dalla maledizione di Namunah.

Riconoscenza.

E allora perché il mio cuore non concorda con il mio cervello?
Sento di non amarla, lo percepisco, quando le sono vicino non provo nulla, eppure lui continua a battere furiosamente all’idea di averla “persa”.
Io non ho perso nessuno, in fondo come si fa a perdere qualcosa che non si ama, che non si desidera?

Non ne ho idea.

Sto vagando senza una meta da così tanti giorni, proprio come un vagabondo.
Assorto nei miei pensieri non mi accorgo che ho urtato qualcuno, è stato un attimo: ho sentito solo qualcosa rovesciarsi in strada, con un balzo ho afferrato la presa e ho tirato verso il mio corpo la persona che stava per cadere.

Una donna.
Una donna bellissima.
I suoi occhi… i suoi occhi mi ricordano tanto lei… la mia Sherazade.

Sono quasi ad un palmo dal suo naso e dalle sue labbra rosee.

« Scu- scusami! »

« Non preoccuparti, stai bene? »

« Sì, certo. Ero solo distratto. »

« Capita anche a me a volte, sai? Deve essere davvero importante… »

« In che senso? »

« Colei che occupa i tuoi pensieri, intendo. »

« Come fai a sapere a cosa o a chi sto pensando? »

« I tuoi occhi erano vivi ma, allo stesso tempo, privi di qualsiasi emozione, come se fosse solo un ricordo. »

« Già… » cosa mi è saltato in mente? Sto parlando apertamente con una sconosciuta, così a caso… sono proprio messo male.

« Io ora devo andare. Scusami ancora per prima. »

« Ciao! »

Non so perché ma ho avuto una strana sensazione, meglio allontanarsi. Non posso complicare ancor di più le cose nella mia mente e nel mio cuore c’è già troppa agitazione e confusione. Questo di certo non mi sta aiutando.
Vorrei scrivere a Ryoga, sapere come sta, come vanno le cose e sapere di lei. Forse più tardi, non appena troverò un posto dove fermarmi per la notte, lo farò. Qui vicino, mi ha detto una persona del posto, c’è una palestra, un Dojo, dove cercano un maestro per insegnare le arti marziali ai bambini. Non sarà il massimo, ma meglio di niente. Ho bisogno di lavorare ed allontanarmi da lei. Anche se non sono molto distante preferisco non passare più a casa Tendo, non per ora.
Un giorno magari chissà, potrei ripensarci.
Spero vivamente di ottenere quel lavoro, ho bisogno di un impiego poiché ho quasi terminato il denaro.
Già… soldi che mi ha donato Akane.
Un giorno riuscirò a restituirle l’intera somma, non posso ridarle il sorriso, ma almeno il denaro sì.
Sono giunto a destinazione, ho trovato la palestra, è abbastanza accogliente.
Busso, attendo fuori per un paio di minuti poi la porta si apre ed entro.

« Salve, ho saputo che cercate un maestro di arti marziali. Io sarei disposto a lavorare per voi. »

« Bene, mi segua pure. Il maestro è di là. »

« Salve, io, sono Ranma Saotome. Sono qui per… »

« So chi sei tu, tutti abbiamo avuto modo almeno una volta di sentir parlar di te. Mi meraviglia essere a conoscenza del fatto che hai abbandonato la tua giovane sposa per un lavoro così poco appagante. Un grande artista marziale come te che insegna in una palestra sperduta e per giunta a dei ragazzini? Qualcosa non quadra. »

« Non sono qui per parlare del mio privato, ma di me, come insegnante. Se lei è a conoscenza delle mie capacità e se va bene io sono disposto ad iniziare subito. Se così non fosse, tolgo il disturbo e la saluto. »

« No! Aspetti! La mia era pura curiosità, converrà con me che è pur sempre strano avere una persona della sua fama in una dimora umile come la mia… »

« Come le ho già detto non sono qui per la mia vita privata. Ho bisogno di un lavoro, che sia un pagliaio o un castello per me non vi è alcuna differenza… »

« Capisco. Ebbene, signor Saotome, sono lieto di accoglierla nella mia dimora e nella mia palestra. Questa è mia figlia Hessa Humavrah. »

« P - iacere Ranma Saotome. »

« Lieta di fare la sua conoscenza Ranma.»
Avremo modo di discutere domani per la paga, l’orario di lavoro e tanto altro ma domani mattina. Ora vada pure a fare un bagno caldo che a breve la cena verrà servita. Avrà modo di riposarsi qui, lei sarà mio ospite, sicuramente sarà stanco. »

« La ringrazio. »

« Vada pure, Hessa Humavrah le mostrerà la strada. »

Due occhi mi investono posandosi delicatamente sulla mia figura, la ragazza che ho incontrato per caso, poco prima, si trova proprio dinanzi a me.
La guardo stupito, questa proprio non ci voleva.
Eppure quei suoi occhi grandi, così rassicuranti mi hanno incantato, non sarà facile con lei nei dintorni, ho paura che la storia si ripeta, proprio come quella che Akane mi ha raccontato. La nostra storia, lei in casa sempre insieme a me, il matrimonio combinato, la convivenza forzata e poi è nato l’amore. Un amore che io purtroppo non percepisco, un amore che non è mio.
Non posso fare a meno però di notare che lei sia bellissima.
Ha un viso così dolce, la sua pelle ambrata, le sue iridi profonde e nere come la pece la rendono splendida, molto sensuale. Una ragazza bellissima. Il profumo dei suoi morbidi capelli ricci, ha inebriato le mie meningi quando poc’anzi l’ho sorretta per strada proteggendola dalla caduta. Le sue forme mi hanno conquistato, non posso permettermi però ricommettere lo stesso errore del passato. Ho avuto qualche dubbio riguardo suo padre, non sono simili per niente. Il maestro è un goffo vecchietto sui settant’anni, minuto dalla carnagione nivea, i suoi tratti somatici si avvicinano molto a quelli occidentali. C’è qualcosa in quei due che poco mi convince. Devo prestare attenzione.

« E così tu sei Ranma Saotome? Ora riesco a comprendere verso chi fosse rivolto il tuo sguardo melanconico. Ho sentito tanto parlare di te… ed anche della tua sposa… »

« Non mi va di parlarne, ti spiace mostrarmi la mia camera? Sono molto stanco… »

« Certo… scusami non volevo essere invadente, mi spiace. Io… »

« Non importa. »

Le sorrido di sbieco e, giunto verso la porta della camera che indica come mia, afferro il pomo e apro, sto quasi per sgusciare velocemente al suo interno quando sento la sua mano, calda, morbida e soffice afferrare la mia.

« Ranma, perdonami. Io non dovevo osare… perdonami se puoi! »

Scappa via come una furia, lasciandomi lì da solo, perso nei miei pensieri.
Non so descrivere cosa ho provato, ma qualcosa dentro di me si è smosso. Qualcosa di forte…
I suoi occhi, il suo calore, le sue mani e la sua pelle fresca e profumata.

Lei… lei mi ricorda tanto…
Lei mi ricorda Sherazade…


È lei la mia Sherazade, che ho cercato ovunque per il mondo?
Lo scoprirò, ora sono troppo stanco e provato, ma domani non mi sfuggirà, ho letto nel suo sguardo qualcosa, i suoi occhi celano qualcosa che al mio cuore però non è stato affatto indifferente.
Forse non è stato un caso, forse il destino mi ha condotto qui per un’ovvia ragione.


 
***


 
Ranma mi ha guardato con occhi strani. Sono stata una stupida nel cercare quel contatto, neanche io sono a conoscenza del motivo reale che mi ha spinto ad osare così. Forse è solo perché mi piace, in fondo è da quando è arrivato al Furinkan che ho una cotta per lui. Non si ricorda di me, non sa neanche che esisto. Ricordo che lui ed Akane erano inseparabili, non capisco perché lui sia qui e perché sia solo. È così strano, non riesco a capire, ma non posso dirmi dispiaciuta anzi. A quanto ho capito, Akane è un capitolo chiuso per lui e questo va a mio vantaggio, magari posso conquistarlo, finalmente lui si è accorto di me, non posso sprecare questa occasione.
Non ora che mi è stata servita su di un piatto d’argento.
Non so se mio padre sarà d’accordo, non mi importa.
Ho provato a dimenticarlo e forse mi sono illusa per un momento di esserci riuscita, la verità è ben altra.
Un tipo come lui difficilmente si dimentica, io non ci sono mai riuscita e non accadrà mai lo sento.

« A cosa pensi? »

«Papà, mi hai spaventato! »

« Scusami, non era mia intenzione. Eri così assorta che mi è dispiaciuto disturbare. »

« Pensavo a Ranma… »

« Hessa, ascolta lui… »

« No, papà ascolta tu adesso. Ho rinunciato a lui a suo tempo, perché per lui Akane era tutto, perché ho visto l’amore nei loro occhi. Mi sono fatta da parte, ma ora che lui è libero e solo io… »

« Lui non è libero né solo Hessa, non sappiamo per quale motivo sia qui, non puoi farti del male in questo modo. »

« Non mi importa, io voglio provarci lo stesso e se andrà male almeno non avrò alcun rimpianto. Poi se non fosse solo lei sarebbe qui. »

« Magari c’è stato un litigio e… »

« No, io l’ho incontrato anche oggi, era solo e pensava, forse a lei, ma nei suoi occhi c’era il vuoto. Ne sono certa: lei non c’è. Tra loro è finita. »

« Io voglio solo dirti che non devi farti illusioni e che potresti soffrirne. »

« Non importa, correrò questo rischio. »
 
 
 
***
 
 
 Note dell'autrice:
 
Come tutti avranno notato sono stati inseriti due nuovi personaggi: Hessa Humavrah e suo padre. Ovviamente Hessa apparirà a molti di voi la solita gatta morta, ebbene di gattaccia ce n'è una sola ed è Shampoo, non presente nel sequel.
Man mano scoprirete sempre nuovi indizi ed elementi che vi condurranno verso il quadro completo di tutta la vicenda, ci tengo a precisare che come io, come ben sapete oltre a stravolgere sempre qualsiasi cosa non lascio nulla al caso, quindi anche questi due personaggi avranno un ruolo fondamentale.
Un ruolo chiave.
I personaggi sono stati studiati a fondo, a partire dal nome della giovane, ovviamente man mano vi svelerò ogni cosa. Essi sono collegati tra di loro, sono personaggi complessi, enigmatici e criptici. È stato molto difficile ed ho faticato tanto per farli interagire perfettamente con i personaggi dell'opera originale senza farli risultare banali e scontati. Spero di esser riuscita in questa impresa. Come sempre ringrazio chi ha inserito la mia storia tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro che recensiscono e soprattutto ringrazio:  Spirit99  la mia dolce Beta - Reader per aver revisionato come sempre i miei testi in modo eccellente (I Love U Nin XD).

La storia verrà aggiornata ogni Domenica.

Buona lettura con Affetto,
Annalucia.





 
© Disclaimer. Tutti i personaggi sono tratti dal Manga/ Anime Ranma 1/2 essi non mi appartengono, la sua autrice originale è Rumiko Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Ranma 1/2  nei vari paesi. 
I personaggi Hessa Humavrah e suo Padre, Massimo, appartengono a me medesima. Io sono la loro creatrice, quindi nessuno al di fuori della sottoscritta può usufruirne senza le dovute autorizzazioni o consenso da parte mia.
La storia non è stata scritta con finalità di lucro.
 

 
 
 
 
   
 
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