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Autore: notevenhere    06/12/2015    4 recensioni
Harry è stato abbandonato sull’uscio di una porta, Sirius è stato spedito ad Azkaban e Remus ha perso le uniche persone che abbia mai amato. Quando il vero traditore viene catturato tre anni dopo, Sirius si prepara a rimettere a posto le cose per le due persone che ama di più. SB/RL
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Grimmauld Place, Settembre 1986

La punta delle scarpette di Harry rimbalzò rumorosamente contro la gamba del tavolo mentre guardava torvo Remus da sotto la frangia.

"Ti sono piaciute le tue lezioni con la signora Weasley stamattina, Harry?" domandò Remus mentre infilzava l’insalata con la forchetta.

Harry pichiettò con le dita la patata farcita e non rispose.

"Harry?" Sirius lo spronò silenziosamente dall’altra parte del tavolo. Harry sbuffò, infastidito dal dover rispondere.

"No."

"No?" Sirius stava cercando di non sorridere; Harry si accigliò. "Perché mai no?"

"Parla troppo." La buccia della patata di Harry era ricoperta di buchini. Il suo sguardo arrabbiato divenne più profondo mentre osservò gli adulti scambiarsi degli sguardi. "Lo fa!" insisté, alzando il mento per guardare male entrambi.

"Beh," disse Remus in quel tono che usava sempre quando pensava che Harry doveva essere ragionevole riguardo qualcosa. "gli insegnanti lo fanno spesso. Ti sei divertito a giocare con Ron e i gemelli?"

Harry si era divertito, ma non lo avrebbe detto. "No," borbottò e spinse via il piatto. "Non ho fame."

"Non ti senti bene?" domandò Sirius, accigliandosi. Allungò la mano oltre il tavolo, ma Harry si spinse via dalla portata del suo padrino.

"Voglio andare a giocare," disse, cercando di non guardare al cipiglio sempre più intenso di Sirius.

"Vorresti finire di colorare il nostro disegno del drago?" domandò Remus mentre posava la forchetta. "Forse riusciamo a finirlo stasera."

Harry voleva dire di sì. Lui e Remus si divertivano sempre insieme; specialmente quando lavoravano su uno degli enormi rotoli di pergamena spiegati sul tavolo da cucina. Ed avevano quasi finito la grande colonia di draghi che avevano creato con la pittura.

Ma mentre sedeva lì, guardando Sirius che sorrideva alla proposta di Remus e la sua mano che si posava sopra quella dell’altro, Harry ricordò cosa Ron aveva detto quella mattina e tutto quello che voleva era dire a Remus di tornarsene a casa. Ma a Sirius non sarebbe piaciuto. Quindi, si limitò ad incupirsi e scosse il capo.

Sirius e Remus si scambiarono ancora una volta degli sguardi. Harry osservò Remus scrollare le spalle, e poi uno strano formicolio si fece strada nel suo stomaco quando Remus posò la mano sul braccio di Sirius e lo strinse. Sirius sorrise appena prima di voltarsi a guardare Harry. "Se non hai fame, puoi essere scusato—"

Harry scivolò giù dalla sedia prima che Sirius potesse finire la frase. Si voltò verso la porta, desiderando di andarsene via più veloce che potesse.

"Harry," la voce profonda del suo padrino lo fece fermare di botto.

Si voltò di nuovo, lentamente.

"I piatti nel lavandino, piccolo," Sirius disse con dolcezza, le sue sopracciglia alzate in suggerimento verso il lavandino. Harry non seppe cosa gli venne, poi. Tutto ciò che sapeva era che Remus era seduto lì, accanto al suo padrino—il suo Sirius. Entrambi lo guardavano con sorrisi incoraggianti sul viso. Poté sentire il formicolio crescere finché non gli bruciò lo stomaco. Strinse i pugni. "Non voglio," ansimò infine. Le sopracciglia di Sirius si alzarono non appena le parole abbandonarono le sue labbra, ma si abbassarono quasi subito, facendo desiderare ad Harry di non averlo detto.

"Devi farlo ora, per favore," disse Sirius, silenziosamente. Harry non era sicuro del perché Remus aveva posato di nuovo la mano sul braccio di Sirius, ma sentì la faccia diventare calda. "Harry," ripeté Sirius, la voce che calò in un modo che, Harry sapeva, non prometteva nulla di buono. Ma non gli importava.

"No," disse Harry, sporgendo in fuori la mascella mentre guardava torvo il suo padrino. I palmi delle mani divennero umidicce mentre Sirius spostava lentamente la sedia indietro e si alzava.

"Se puoi scusarci per un momento, Remus, Harry ed io torneremo subito."

"Certo." Remus guardò verso Harry e sorrise. Un sorriso così comprensivo che Harry poteva reggerlo appena. Non voleva essere compreso, soprattutto da Remus!

Sirius girò intorno al tavolo e posò la mano sulla spalla di Harry, ma Harry si strattonò via.

"No!" disse a voce alta, gli occhi ancora su Remus. "Voglio andare a giocare!"

"Harry," Sirius lo ammonì mentre abbassava la testa ed afferrò entrambe le spalle di Harry questa volta. "Smettila in questo istante. Cosa ti è preso?"

"Niente," Harry rimbeccò con violenza; gli occhi cominciavano a pizzicare. Sirius sospirò e poi si lasciò cadere così che potesse guardare Harry negli occhi.

"Cosa c’è?" domandò dolcemente. Harry guardò negli occhi grigi del suo padrino e scoppiò in lacrime.

"Harry…"

Anche mentre lo diceva, Sirius lo stava tirando contro il suo petto e, anche se Harry voleva divincolarsi… perfino prendere a pugni il petto di Sirius, si lasciò stringere.

"Harry, che cosa diavolo…" le braccia di Sirius lo circondarono, una delle sue mani lisciò i capelli dietro la testa di Harry.

Non riusciva a dire cosa gli fosse preso. Ma non voleva che Sirius lo lasciasse, quindi sprofondò la testa contro il tessuto soffice che copriva la spalla del suo padrino.

"Cosa succede, amore?" sussurrò Sirius come se lui ed Harry fossero le sole persone nella stanza. Questo fece piangere Harry ancora di più.

"Ron ha detto che tu… e, e… Remus vi… vi… sposerete," riuscì a deglutire tra i singhiozzi.

Le braccia di Sirius si irrigidirono, e anche Harry si bloccò, temendo che Sirius potesse lasciarlo andare, ma non lo fece. Non c’era alcun suono in cucina, tranne Harry che tirava su con il naso. Poi Sirius si alzò, raccolse Harry vicino a sé e uscì dalla cucina.

La testa di Harry scattò, gli occhi sbarrati. "Noooo," pianse. "Non voglio andare in camera miaaaaa!"

Sirius lo zittì dolcemente, la mano che gli pettinava i capelli. "Va tutto bene Harry. Non ci stiamo andando."

Ed era vero: camminarono per poco prima che Sirius si fermò e posizonò entrambi in una delle confortevoli poltrone del salotto. Non disse nulla mentre sedeva lì con la testa di Harry nascosta nel suo petto, le mani che correvano su e giù sulla schiena di Harry.

"Non so perché Ron lo ha detto," Sirius finalmente parlò, la sua voce molto tenue— e forse un po’ stanca, "Ma Remus ed io non ci sposeremo."

Harry lo capì. "Ron ha detto che lo avreste fatto," disse eventualmente, silenziosamente. "Ha detto che è ciò che fanno le persone a cui piace baciarsi e tenersi per mano."

Sirius gli diede un bacio sul capo; Harry si accoccolò più vicino, fiducioso del suo padrino, ma ancora confuso.

"A volte lo fanno…"

"Ha detto che si deve amare una persona incredibilmente tanto per sposarla," confidò Harry.

"Sì, è vero." la voce di Sirius sembrava un po’ soffocata.

Harry si allontanò dal suo padrino, ancora più confuso. "Ma amiamo Remus, vero?"

Sirius fissò Harry, gli occhi un po’ spalancati. Si schiarì la gola. "Sì," disse infine. Harry appoggiò la testa contro il suo petto e tornarono in silenzio.

"Sei sicuro che non sposerai Remus?" Harry osò finalmente sussurrare. Doveva esserne certo… dopo tutte le cose orrende che Ron aveva detto. Ma non voleva che Remus pensasse che loro non lo amassero.

"Sì, Harry," rispose Sirius con la stessa voce soffocata, "Ne sono certo."

Harry tirò a sé un sospiro tremolante; Sirius sembrava triste. "Remus andrà via allora?"

Le mani di Sirius smisero di disegnare dei cerchi sulla schiena di Harry. "Cosa intendi?"

Harry strinse il maglione di Sirius in un pugno; poteva essere coraggioso. "Ron ha detto..." e, all’improvviso, le parole gli caddero fuori dalla bocca in fretta. "...che quando tu e Remus vi sposerete dovrò andare via. Ha detto che alle persone sposate non piace avere persone intorno, soprattutto bambini."

Le braccia di Sirius si strinsero di più e Harry non riuscì a fermare le nuove lacrime che gli scivolavano sulle guance. "Sei preoccupato per questo?" domandò Sirius, la voce ruvida. "Che io ti avrei mandato via?"

"Ron ha detto che lo avresti fatto," sussurrò Harry. Sirius appoggiò la guancia sulla sua testa.

"Ron non avrebbe dovuto dirlo," Sirius disse fitto. "Non ti avrei mai mandato via, Harry, come i Weasley non manderebbero mai via i solo bambini. Ti amo troppo per lasciarti andare da qualsiasi altra parte."

Harry si sentì un po’ più caldo mentre sedeva lì, nascosto tra le braccia di Sirius. "Ma ami anche Remus, vero?"

Sirius annuì contro la sommità della sua testa. "Davvero tanto."

Harry si strofinò gli occhi mentre ci pensava su. "Vuoi sposarlo?"

Sirius non rispose subito: le sue mani circondarono di nuovo la schiena di Harry. "Credo mi piacerebbe," disse dolcemente, "se… se a te non dispiacesse."

Harry si girò un po’ così che potesse sbirciare la faccia del suo padrino; le sopracciglia di Sirius erano corrucciate, ma questa volta sembrava preoccupato anziché arrabbiato.

"Remus vivrebbe qui se vi sposereste?"

"Ti darebbe fastidio?" domandò Sirius mentre tirava un fazzoletto fuori dalla tasca. Lo fece scivolare sotto gli occhiali di Harry e lo picchiettò contro i suoi occhi. "Soffia," istruì silenzioso.

Harry lo fece, sorridendo un po’ mentre tirava su aria fresca dalle narici, la sensazione di non riuscire a respirare sparita. "Dove starebbe?" domandò curioso. "Ron ha detto che le persone sposate dormono insieme… possono abbracciarsi di più così, dice."

Sirius tossì, sembrava gli fosse andato qualcosa storto, come succedeva ad Harry a volte quando ingoiava troppi cereali alla volta. "Sì," disse finalmente, la voce un po’ roca. "dormirebbe nella mia camera."

Harry annuì pensieroso; tirò un filo che gli penzolava dai pantaloni. "Remus sarebbe la nostra famiglia quindi?" domandò, molto sommessamente questa volta. A volte pensava che Remus dovesse sentirsi molto solo, vivendo tutto solo. "Come quando abbiamo firmato quella pergamena al Ministero che ci rendeva una famiglia?"

"Sì," rispose Sirius; le sue nocche trovarono il mento di Harry e lo spinsero in su. "Non importa cosa succede però, tu sarai sempre la mia famiglia e non andrai da nessuna parte… capito?" domandò dolcemente. Harry annuì solennemente; Sirius gli baciò la fronte e lo nascose ancora una volta contro il suo petto. Stettero in quel modo per parecchio, Sirius disse infine contro i capelli del suo figlioccio, "Perché non vai a metterti il pigiama e poi chiederemo a Remus di leggere una storia con noi? Ti va bene?"

Harry annuì, un sorriso luminoso sul viso. Anche Sirius sorrise e lasciò che Harry scivolasse giù dal suo grembo. Harry gli afferrò la mano mentre salivano insieme le scale. "Vestiti," disse Sirius, dandogli una gentile spinta verso il suo cassettone, "torno subito." Aspettò un gesto di accordo prima di tornare al piano di sotto. Remus era in piedi di fronte alla porta di entrata che si allacciava il mantello intorno alle spalle.

"Dove stai andando?"

Remus si fissò le maniche mentre le tirava. "Il mio manoscritto ha bisogno di lavoro prima della scadenza."

Sirius studiò la tesa linea della sua mascella, prima di chiedere dolcemente, "Non credi che dobbiamo parlare di quanto accaduto a cena?"

Remus guardò in su; il suo sorriso era tirato. "Non c’è bisogno che mi spieghi nulla, Sirius. Harry viene prima di tutto."

"Per entrambi," mormorò Sirius mentre camminava verso Remus.

"Certo."

Sirius annuì e si trascinò contro la porta, bloccando silenziosamente l’uscita all’altro.

"Capisco," Remus disse silenzioso. "Quindi non c’è alcuna ragione per parlarne… e devo tornare a casa."

Sirius si accigliò e incrociò le braccia al petto. "Credi davvero che ti lascerò andare via così?"

Remus spostò lo sguardo. "Sirius—"

"Non sai neanche perché Harry fosse sconvolto."

Remus deglutì; ci volle un momento prima che i suoi occhi tornassero su Sirius. "Pensava che ci saremmo sposati."

"Pensava che ci saremmo sbarazzati di lui," lo corresse Sirius, la sua voce emanava una calma che non sentiva. Gli occhi marroni di Remus si allargarono.

"Perché?"

"Perché Ron gli ha detto che alle coppie sposate piace stare sole."

Lo sguardo di Remus si spostò verso le scale. "È per questo che è arrabbiato con me? Credeva lo stessi rimpiazzando? Ma lo hai convinto che non è così, vero? Oh, certo che sì," disse scuotendo il capo. "Che domanda stupida..."

Sirius studiò la faccia di Remus—le compassionevoli rughe di preoccupazione e ansia erano incise intorno ai suoi occhi e alle sue labbra. Preoccupazione per Harry. I pensieri che avevano rifiutato di lasciare la testa di Sirius sin dalla cena lo sopraffecero.

Si spinse via dalla porta, lo stomaco torso da una nervosa aspettativa. "Mi ha chiesto se volevo sposarti," disse, la voce che diventava un muto sussurro.

Remus respirò profondamente dal naso. "Davvero?"

"Sì," Sirius rispose, lo sguardo risoluto. Accarezzò la mascella di Remus; le punte delle dita memorizzavano le linee del suo viso.

Remus chiuse gli occhi. "Cosa gli hai risposto?"

"Sì."

Sirius sorrise mentre gli occhi di Remus si spalancavano.

"Vuoi sposarmi?" chiese, la voce rauca. Sirius si tese verso di lui e lo baciò più appassionato che potesse.

"Sì, razza di cretino" disse mentre Remus respirava a fatica. "Come puoi chiedermelo? Voglio sposarti da sempre—" Remus si accigliò, fermando l’esuberante sproloquio di Sirius. "Che succede?"

"E Harry? Non possiamo—"

"Harry starà bene," lo interruppe Sirius. "Era davvero preoccupato che tu potessi andartene se non ti avessi sposato." Strinse gli occhi in un improvviso giudizio. "E sembra non fosse così lontano dalla verità."

Remus arrossì. "Non so cos’altro fare. Se Harry non mi volesse qui…"

"Ti vuole," Sirius disse con fermezza. "Mi ha ricordato quanto entrambi ti amiamo."

Remus sorrise appena.

"Accettalo, Lunastorta, quel bambino ti adora." la faccia di Remus si illuminò tutta e Sirius sorrise mentre lo tirava a sé. "Credi che Molly si offenderebbe se tenessimo la cerimonia nel nostro giardino invece che nel suo?" domandò pensieroso.

"Sì," Remus disse con una risata. "Non smetterebbe mai di rinfacciarcelo."
   
 
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