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Autore: Classicboy    06/12/2015    2 recensioni
storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Superhero!AU, Mutanti!AU, X-man!AU
principalmente Spamano con altre coppie
“Chi sono i mutanti?
L'umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti...”
Lovino vive a New York assieme al fratello, e l'unica cosa che gli interessa e andare avanti senza essere disturbato da problemi quali i mutanti e il loro folle mondo.
Ma dovrà ricredersi quando, aiutando un gruppo di ragazzi in fuga, scoprirà di farne parte.
E così tra scuole in cui le persone hanno ali d'angelo e attraversano pareti, ragazzi che controllano il fuoco e ti invitano a uscire e pazzi uomini mascherati e i loro scagnozzi, riuscirà questo collerico italiano ad accettare il suo nuovo mondo e ottenere risposte su chi lui sia davvero?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP.2: NUOVI SCONTRI, NUOVI POTERI

 

Lovino fissò ancora per qualche secondo quel ragazzo, incapace di comprendere fino in fondo il significato della sua frase.
Lui un mutante? No, quello era un fottuto scherzo. Andiamo… ma chi voleva darla a bere? Se non fosse stato che era quasi stato ucciso, avrebbe riso in faccia al ragazzo e sarebbe tornato a scuola. Magari avrebbe anche costretto Feliciano a tornare a casa, giusto per sicurezza. Se East Tiger voleva fare un attentato a scuola, meglio che il suo fratellino non rimanesse coinvolto.
Alfred gli si avvicinò: “Avanti dude, andiamo! L’eroe ti porterà in un posto sicuro” e gli porse la mano continuando a sorridergli.
L'italiano guardò prima il volto poi la mano, salvo poi scansarla con uno schiaffo e protestare ringhiando: “Posto sicuro? Cazzo spari coglione?! Io non ho bisogno di nessunissimo posto sicuro perché non sono un disadattato come voi!”
“Ora mi offendi - mormorò il biondo storcendo la bocca - Senti: tu sei un mutante. Altrimenti come spieghi il fatto che la ferita ti sia scomparsa? E’ fattore rigenerante, un potere da mutante!”
“Fattore rigenerante? Tutte stronzate. Quello manco riesce a prendere la mira ” mormorò l'altro distogliendo lo sguardo.
L'americano rimase fermo lì a riflettere. Come fare per convincere quel riottoso ragazzino a seguirli?
In quel momento si illuminò: “Ok, fa come vuoi, non seguirmi. Solo, tra un po', mezz'ora al massimo, East si risveglierà, e dubito che sarà molto contento dopo che avrà scoperto che gli siamo fuggiti. E sono quasi certo che si ricorderà anche de ragazzo che ci ha aiutati a metterlo KO. Però come dici tu, non hai bisogno di un posto sicuro, quindi...”
Lovino cominciò ad imprecare mentalmente, tirando giù tutti i santi del paradiso. Ecco cosa si otteneva a fare del bene: si finiva con un terrorista psicopatico alle calcagna, e a dover fare affidamento per un rifugio sicuro ad un cretino sovraeccitato coi superpoteri.
Lo guardò con astio prima di cedere: “E va bene, vengo con voi. Però…- lo ammonì, puntandogli contro un dito - Mio fratello viene con noi”
“Tuo... fratello?” chiese Alfred dubbioso.
Lovino annuì: “Esattamente. Se non viene anche lui, il mio culo rimane qui”
Aveva un'aria decisa, come nessuno gliela aveva mai visto. Per la sua pigrizia, era considerato un imbelle rinunciatario. Poco gli interessava. Ma quando c’erano in gioco cose più importanti, tirava fuori una risolutezza tale da farsi ubbidire anche da una mandria di bisonti inferociti. Vedendo il suo sguardo, Alfred capì che non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
“E va bene, può venire anche tuo fratello. Dov'è?”
“ In classe, a fare lezione. Ma credo che dopo tutto il casino che avete fatto tu e i tuoi amici, il preside annulli le lezioni. Molto probabilmente ora mi starà cercando. Bah, chi lo sente… andiamo coglione!” detto questo andò a recuperare lo zaino e si diresse verso l'interno della scuola, seguito a ruota da Alfred.
I corridoi dell’istituto erano nel caos: folle di studenti e insegnanti si riversarono fuori dalle classi, creando un rumore tale da coprire quasi il suono della campana d'allarme.
Il lato positivo è che in tutta quella calca nessuno fece caso ad Alfred e Lovino.
Spintonando ed esibendosi nel suo colorito frasario, finalmente l'italiano riuscì a individuare il fratello, che si guardava attorno con aria persa.
“Feliciano!” urlò afferrandolo per la spalla.
Questi si voltò con un sussulto, poi lo vide e si illuminò per poi abbracciarlo: “Veee, fratellone, che bello! Stai bene!”
“Ovvio che sto bene. Ora però andiamocene da qui e... che cazzo fai?!’’ sbottò, quando si accorse che il minore gli aveva sollevato la maglietta, proprio lì dove East Tiger l’aveva colpito.
“No! Ho sentito dolore al fianco, come se qualcuno mi avesse colpito con una lama e ho sentito la tua voce nella mia testa urlare, e poi...”
Lovino si bloccò e si voltò a fissarlo. Lo prese per la spalle e incominciò a scrollarlo: “Che cazzo hai detto?! Tu... tu mi hai sentito quando mi hanno pugnalato?!”
“Ve?! Ti hanno pugnalato?!” urlò isterico il minore, salvo poi essere messo a tacere dalla mano del più grande che gli coprì la bocca in fretta.
Il castano si accertò che nessuno li avesse sentiti e prese a fissarlo.
Suo fratello aveva percepito quando si era fatto male, come se avessero un qualche tipo di legame fisico e mentale. Se si fosse trattato di una situazione normale avrebbe dato la causa di ciò a un qualche genere di legame psichico che collega i gemelli o cazzate del genere.
Ma quella non era una situazione normale, non più. E cazzo, loro non erano neppure gemelli.
“Dobbiamo andare. Ti spiegherò tutto strada facendo” gli sussurrò prima di prenderlo per mano e uscire, sempre seguiti dal biondo.
“Ve, e lui chi è? Non l'ho mai visto”
“Alfred F. Jones - si presentò il ragazzo - Sono un mutante e ho appena salvato la vita a tuo fratello”
“Che cosa?!”
“Ho detto che ti spiegherò tutto, ora taci!” urlò Lovino.
Finalmente arrivarono all'esterno e il castano si diresse verso il posto dove ricordava di aver visto i due compagni dell'esaltato.
Infatti eccoli lì. Li osservò meglio: la ragazza, che era ferita, aveva i capelli biondo castani lunghi fino alla base del collo, ed erano raccolti indietro da una fascia, aveva gli occhi verdi, affaticati dal dover rimanere cosciente nonostante l'ingente perdita di sangue. Il fisco pareva agile e aggraziato e Lovino non potè che pensare che fosse davvero carina.
L'altro ragazzo invece aveva i capelli castano scuri medio lunghi che ricadevano in disordinai ciuffi ribelli. Anche i suoi di occhi erano verdi, solo leggermente più scuri. Era alto e abbronzato e le rughe attorno ai lati della bocca facevano pensare ad una persona a cui piaceva sorridere. Peccato che in quel momento la sua espressione fosse tutt'altro che festosa, anzi era parecchio preoccupato.
“Alfred, finalmente - esordì il ragazzo, che aveva un forte accento spagnolo (particolare che fece storcere la bocca del giovane europeo) - Dov'eri finito? Emma ormai è allo stremo delle forze! Dios, che fine ha fatto East Tiger? E soprattutto chi sono questi due?”
“Per tua informazione io sono quello che ha salvato il culo al tuo amico” rispose seccato Lovino squadrandolo. Quel tipo era un idiota, ci si giocava la testa. E lui gli idioti li riconosceva da lontano un miglio.
“Sono due mutanti che l’eroe che rintracciato - intervenne Alfred, ignorando l'intervento dell'italiano - O almeno, lui lo è - ed indicò Lovino - Dell'altro non sono sicuro, però ha insistito perché venisse anche lui. East è al tappeto, ma non so ancora per quanto. Ci conviene affrettarci!”
Il castano annuì prima di prendere per le spalle la ragazza.
“Ve, aspetta, ti aiuto!” intervenne Feliciano andando dall'altra parte. Ecco che veniva fuori il lato tenero di suo fratello. Per quanto la situazione fosse un casino, se c'era una persona nei guai, tutte le sue preoccupazioni personali finivano al secondo posto e l'unica cosa che importava davvero era aiutare gli altri.
“Gracias, sei molto gentile” lo ringraziò, sorridendo il giovane.
Cominciarono ad arrancare, con Alfred in retroguardia.
Arrivati ad un certo punto però sentirono un rombo, come un fulmine. Il cielo però era sereno.
Lovino alzò lo sguardo e le vide: un banco di nubi temporalesche. Parevano minacciose, ma quello che era più strano e che non sembravano portare pioggia, solo fulmini.
“Oh no...” senti mormorare il castano, mentre Alfred imprecava a mezza voce.
“Possibile che siamo così sfigati? Presto, ci rimane poco tempo ormai!” urlò l'americano.
“Sfigati? Poco tempo? Che cazzo succede?!” chiese l'italiano mentre aiutava a sua volta a portare la ragazza ormai semi svenuta.
“Quelle, querido, ci avvisano che stiamo per incontrare un tipo decisamente poco amichevole - gli rispose lo spagnolo - A proposito, io sono Antonio”
“Ma ti pare questo il momento di presentarti? Cazzo hai nella testa?! Stiamo per essere raggiunti da un pazzo pluriomicida!”
“Beh, la cortesia prima di tutto - rispose Antonio sorridendogli. Quel ragazzino era davvero tenero - Tu invece sei...?”
“Lovino. Ma che cazzo hai da sorridere ora, bastardo?! Sei deficiente o che?!”
“No no, solo che...”
“Ecco siamo arrivati!” urlò Alfred interrompendolo, mentre scompariva dietro una macchia d'alberi.
Lovino lo seguì e rimase senza fiato.
Di fronte a lui svettava un jet futuristico, come non ne aveva mai visti.
Si riprese e cominciò a portare la ragazza sul jet.
Erano appena entrati quando si sentì uno scoppio. Alzò la testa e vide che la tempesta era ormai sopra di loro.
“Merda...” pensò. In quel momento vide Antonio staccarsi a dirigersi verso l'esterno.
“Dove cazzo vai?!” gli urlò Lovino.
“Io lo distraggo, voi nel frattempo accendete il jet!” urlò il castano prima di avventurarsi all'esterno, dove era ormai in corso una tempesta.
Alfred si era precipitato alla console e stava già smanettando con i controlli.
“Andiamo andiamo andiamo...” mormorò mentre cercava di far partire il tutto.
Nel frattempo lui e Feliciano stavano mettendo quella ragazza, Emma, seduta, e le avevano allacciato la cintura.
“Feli, tu rimani qui e bada a lei!” ordinò il maggiore mentre l'altro annuiva.
Dopo aver detto ciò andò ad affacciarsi sullo sportello.
“Sì, ce l'ho fatta!” urlò in quel momento Alfred. Il jet prese a decollare man mano.
“Bastardo!” urlò Lovino affacciandosi.
Lo spettacolo che vide andava nell'assurdo. Vide Antonio che muoveva le mani di fronte a sé ed ogni creando piccoli fuochi, lucciole che volteggiavano attorno a lui e che via via aumentava di grandezza. Era uno spettacolo che lo lasciò a bocca aperta. Peccato che il suo avversario non fosse da meno. Non riusciva a vederlo, ma scorgeva bene i fulmini che scagliava, intercettati dalle fiamme dello spagnolo.
“Bastardo, presto vieni!” gli urlò, e l’altro si voltò. Fece un cenno di assenso. Aveva capito. Dopodiché si volto verso l'avversario, dicendogli:’’ Asta la vista, amigo. Mi dispiace, ma i miei amici mi stanno aspettando.’’
Antonio fece esplodere le rimanenti sfere di fuoco, e approfittando del fumo causato dalle esplosioni corse in direzione del jet, ormai a tre metri buoni da terra.
Lovino sporse la mano cercando di resistere alle raffiche di vento.
Antonio spiccò un salto, aggrappandosi alla mano che gli stava porgendo il giovane, che subito lo aiuto a risalire.
I portelloni del jet si chiusero proprio in quel momento e Lovino ebbe uno scorcio di una figura in tuta blu e nera circondato da fulmini.
“Vai vai vai!” urlò Antonio facendo segno al biondo, il quale non se lo fece ripetere due volte e ingranò il turbo.
Non furono però abbastanza veloci perché una delle ali fu colpita da un fulmine, senza però riportare danni gravi.
Antonio si mise a sedere al fianco del giovane, respirando a fatica.
“Muchas gracias, mi hai salvato la vita’’
“Cazzo spari, non ho fatto nulla” borbottò il castano in risposta, mentre il viso diventava rosso.
“Invece hai fatto una cosa importante. Ti sarò per sempre grato... Lovinito”
Il maggiore degli italiani arrossì prima di trargli una testata in piena fronte e urlare: “Chi ti ha dato il permesso di usare il mio nome come vezzeggiativo bastardo?!”
In quel momento un mugolio portò però l'attenzione dei due sulla ragazza ferita.
“Emma...” mormorò lo spagnolo scattando in direzione dell'amica.
Feliciano al suo fianco cercava di tamponare la ferita: “Ve, Ha perso molto sangue!”
“Shit, e siamo ancora a un'ora buona dalla scuola” mormorò Alfred sempre ai comandi del jet.
“Scuola?” chiese Lovino squadrandolo, pensando di aver sentito male.
“È una lunga storia” liquidò la faccenda l'americano “Ora però che facciamo?”
Feliciano guardò un attimo la ferita, poi assunse un'aria decisa e mise le mani su di essa.
“Feli, cazzo fai?” domandò nel panico il maggiore.
L'attimo dopo sentì come se qualcuno lo avesse colpito nello stomaco e si chinò.
“Lovi!” urlò Antonio accucciandosi al suo fianco “Che ti succede?!”
Ma le attenzioni dell'altro erano puntate su Emma e sul fratello. Le mani di questo infatti si erano illuminate e ora stavano miracolosamente guarendo la ferita della ragazza, esattamente nello stesso modo in cui prima lui aveva guarito la ferita infertagli da East Tiger.
“Madre di Dios...” mormorò Antonio che aveva visto in quel momento cosa stava succedendo.
Anche Feliciano, come il fratello, aveva un'espressione sofferente, e il sudore gli gocciolava lungo la fronte, però pareva più deciso che mai a portare a termine il suo compito.
Dopo un altro paio di minuti, finalmente lasciò andare le mani. La ferita era completamente rimarginata e sul viso della giovane c'era ora un'espressione di pace, come se stesse dormendo.
“Ma che cosa...?” domandò Antonio spostando il suo sguardo da Lovino a Feliciano a Emma, ora guarita.
“Direi che ne avete avuto la conferma - borbottò Lovino rialzandosi faticosamente in piedi - Avete trovato due mutanti, oggi”

Valletta nascosta
Pochi minuti dopo

 

Il terrorista corse veloce verso il luogo in cui sapeva si trovava il jet di quei ragazzini.
Quei maledetti, come avevano osato lanciargli un comignolo in testa?!
Non vedeva l'ora di avere Alfred tra le mani così da poterlo sminuzzare ben bene, ma soprattutto non vedeva l'ora di torturare quell'altro ragazzo. Per lui, aveva in mente qualcosa di speciale.
Arrivò , ma era troppo tardi: erano già fuggiti. Ma c'era qualcosa che non andava. Carcasse di arbusti ormai incenerite giacevano qua e là sparsi per la radura.
Questo poteva significare solo una cosa...
“Era ora che arrivassi, da-ze!” esclamò una voce alle sue spalle.
Si voltò lentamente e vide fermo seduto su di un masso un ragazzo orientale dai capelli castani corti e una ridicola tuta blu e nera seduto su di una pietra intento a pulirsi il costume.
“Im Yong Soo”
Lui storse la bocca: “Non chiamarmi così, chiamami col mio nome di battaglia: Thunderbolt! Del resto io mica ti chiamo Li - si asciugò la tuta - Bleah, odio con tutto il cuore la linfa degli alberi, non va mai via!”
“Che ci fai tu qui?”
Il coreano gli sorrise: “Beh, visto che non parevi essere messo molto bene ho pensato che ti sarebbe servita una mano”
“So cavarmela anche da me. Avevo ferito Belcat e Stealeagel era in mano mia, se non fosse intervenuto quel ragazzino...”
“Di chi parli?”
“Un giovane, capelli castani con un assurdo ciuffo di lato. Ma ci ho pensato ben io a metterlo a posto - mormorò guardandosi il pugnale ancora sporco di sangue - A quest'ora sarà morto”
“Io non credo” replicò con calma il castano alzandosi dal suo comodo posto a sedere.
“Che stai dicendo?”
“Dico che l'ho visto prima, e pareva piuttosto in buona salute” gli sorrise strafottente.
Li impallidì: “Ma non è possibile, a meno che...”
“Non sia un mutante” completò per lui l'altro “Peccato solo non sapere chi sia”
“Ti sbagli - sorrise il cinese prendendo fuori dalla tasca la patente che quel ragazzo aveva perso - La sappiamo. Lovino Vargas…’’
“Vargas? - ripeté il giovane - Ma sai che mi ricorda…’’
“Zitto, dannato. Se Sadiq venisse a sapere chi ci siamo lasciati sfuggire… ci spedirebbe dal Dottor Destino. Noi dovremo rintracciare quel ragazzino…”
“…e ucciderlo’’
“Bravo, vedo che c’è vita in quella testolina. Ricorda: Sadiq non dovrà sapere niente di questo ragazzo. E’ una nostra questione… personale’’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angoli autori:

Salve bella gente, come va?

E rieccoci col secondo capitolo di questa AU. Spero che i colpi di scena siano stati abbastanza interessanti e che la trama stia incominciando a catturarvi man mano.

Direi che il caso di fare luce su alcune identità: come avrete già capito il gruppo di mutanti incontrati da Lovino sono America, Spagna e Belgio, per l'occasione ribattezzata Emma. I cattivi del capitolo invece sono niente meno che Corea del Sud (che però ha fatto finora solo un piccolo cameo) e... Hong Kong! Esattamente: due dei cattivi appartengono alla Asian family. Non so perché, mi parevano adatti come cattivi.

E bom, non c'è molto altro da dire. Speriamo di riuscire ad aggiornare ogni domenica (questa volta è passata un po' più di una settimana per mio capriccio, ma vabbé, spero che mi perdonerete).

Ringrazio ancora moltissimo Lady White Witch per avermi betato il capitolo e per il fatto che mi stia aiutando con la stesura dell'intera storia, davvero grazie mille.

Ci si vede al prossimo capitolo, in cui si incominceranno a scoprire davvero chi saranno i compagni dei fratelli Vargas nella loro nuova avventura.

Bye!!!!!!!!!!

   
 
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