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Autore: FreddyOllow    07/12/2015    1 recensioni
[Aggiornamento 20/09/2020 - 12/10/2020 | Testo revisionato.]
Dopo l'enorme e violenta esplosione avvenuta nella centrale nucleare di Vaslejo City, di cui non si conoscono le cause, l'intera area venne sommersa da altissime radiazioni.
In poco tempo cominciarono a verificarsi strani fenomeni inspiegabili: stravolgimenti delle leggi fisiche, morti inspiegabili, anomalie radioattive e la comparsa di strani esseri umanoidi e non.
Mentre l'area radioattiva si espanse fino a raggiungere le campagne circostanti, il governo insabbiò il disastro al mondo. I militari sigillarono la città, ponendo un lungo perimetro di posti di blocco ai confini della zona di alienazione.
Nei mesi successivi, la zona venne invasa da alcuni avventurieri, chiamati Stalkers che, con il passare del tempo, divennero sempre più numerosi.
A Vaslejo City e in tutta la zona iniziarono a generarsi dalle anomalie da cui fuori uscivano strani reperti con strani poteri, il cui valore nel mercato nero era esorbitante.
Gli Stalkers li cercavano ovunque, rischiando persino la vita. Ma ciò che attirava di più della loro sete di ricchezza e potere, era il monolite. Uno strano e misterioso oggetto rettangolare che era spuntato nel centro della zona, in grado di esprimere qualsiasi desiderio.
Genere: Dark, Horror, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrammo nel bar degli Stalker; il Gap 51. Scendemmo un larga scala che ci portò giù di 30 metri. Puzzava di benzina, tabacco e sudore. Il tanfo era quasi insopportabile, ma dopo un po' ci feci l'abitudine. Ci ritrovammo in una larga sala. Un piccolo ventilatore era appeso in un angolo del soffitto, e poiché faceva un caldo assurdo là sotto, non rinfrescava un bel niente. Varie lampade lungo le pareti illuminavano l'ambiente, dominato da tavoli e sedie, quadri e casse, scaffali e barili di ferro. Gli Stalker erano sparpagliati intorno ai tavoli. Alcuni giocavano a carte o a dadi. La cosa più assurda è che nessuna fumava. Forse per l'aria pregna di benzina? Un semplice accendino avrebbe fatto saltare in aria quel posto, poco ma sicuro.
Un uomo piuttosto grassoccio, sulla sessantina, con baffi neri e l'occhio sinistro sbieco era dietro il bancone. Doveva essere il famoso barista, 
Ruslan Perivic.  Appena Ruslan vide Lazar, accennò un lieve sorriso. Prese quattro bicchierini da sotto il banco e li riempì con la Vodka. << Lazar. Ma non eri morto? >> Disse, afferrando un vassoio nero.
<< Ancora questa storia. >> Sbuffò Lazar. << Poco fa ho incontrato Corad, e mi ha fatto la tua stessa domanda. >>
Ruslan non rispose. Posò i quattro bicchierini sul vassoio e si diresse verso il tavolo di alcuni di Stalker ubriachi, lasciando i bicchierini. Poi ritornò da noi e disse: << Allora, Lazar. Cosa ti porta da queste parti? >>
<< Affari! Come sempre. >> Tagliò corto Lazar.
<< Di che tipo? >> Ruslan appoggiò i gomiti sul bancone.
<< Trova questo, prendi questo, porta questo. Le solite cazzate. >> Rispose Lazar.
Ruslan si voltò, prese una bottiglia dallo scaffale vetrato e l'appoggiò sul tavolo, dopodiché afferrò tre bicchierini. << Questo lo offre la casa. >> Sorrise, versando della vodka nei bicchierini, anche se sembrava più una poltiglia fatta in casa. Roba artigianale.
<< Al tuo nuovo amico! >> Disse Ruslan fissandomi negli occhi, come se mi stesse scrutando. In realtà mi teneva d'occhio fin da quando ero entro. Lo percepivo. Ero una faccia nuova. Magari gli Stalker ubriachi qua sotto non fecero caso a me, ma non a Ruslan Perivic.
Alzammo i bicchierini e tracannammo la poltiglia. La mia gola andò in fiamme. Era estremamente alcolica. Alitai senza farmi vedere, mentre i due sembravano non accusare nessun sintomo.
<< Non male. >> Disse Lazar guardando la bottiglia. << Non sembra Vodka. E' qualcos'altro. >>
<< Non è Vodka. >> Rispose Ruslan gonfiando il petto dall'orgoglio. << Almeno non al 100%. E' una mia creazione. Liquido di estrema qualità. Si chiama; Lo Stalker rincuorato. >>
<< Beh, il nome fa schifo. >> Rise Lazar. << Potevi dargli un altro nome. >> 
Ruslan parve irritato. << La creazione è mia! Quindi la chiamo come voglio! >>
<< E dai! Non te la prendere. Stavo solo scherzando. Sei sempre il solito permaloso. >> 
D'un tratto apparve Corad alle nostre spalle. Non l'avevo neanche sentito arrivare. Era come se si fosse teletrasportato; più silenzioso di un ghepardo. 
<< Ruslan. >> Disse Corad piano. << Tieni compagnia all'amichetto di Lazar. Io e Lazar dobbiamo parlare di affari. >> Lo strattonò per un braccio e quasi cadde dalla sedia.
Nel seguirlo, Lazar mi lanciò un'ultimo sguardo. I suoi occhi volevano dirmi qualcosa, ma cosa? Non riuscivo a capire.
<< E così sei un amico di Lazar. >> Mi disse Ruslan, versando della poltiglia nei due bicchierini. << Come vi siete conosciuti? >>
<< E' una lunga storia. >> Gli risposi, cercando di apparire calmo.
Ruslan mi passò il bicchierino. << Comincia pure. >>
<< Sono qui da poco. Ho sentito che nella Zona si può far tanti soldi con i manufatti. Così eccomi qua. >> Bevvi la poltiglia tutta d'un sorso.
<< Non hai detto che è una lunga storia? >> Ruslan sorrise. Un sorriso strano, non amichevole. 
Non sapevo che pesci pigliare. Dovevo assolutamente inventarmi una storia credibile. Se non lo fosse stata, sarei stato in grossi guai. Cercando di controllare il tremolio nervoso alla mano, iniziai a giochicchiare con il bicchierino.
<< Allora? >> Insistette Ruslan, bevendo e versandomi dell'altro liquore.
<< Un trafficante mi ha fatto entrare nella Zona, prima di essere seccato dai militari. Essendo nuovo, ho cercato di trovare uno Stalker veterano. Qualcuno che mi poteva insegnare. Alla fine mi sono imbattuto in Lazar, che mi ha salvato la vita diverse volte. Se non fosse stato per lui, a quest'ora sarei cibo per Mutanti. >>
Ruslan buffò annoiato. << Beh, se questa è una storia lunga, non immagino come siano quelle brevi. Mi aspettavo qualcosa tipo: Ho ucciso dei banditi; sono andato là; ho trovato questo; mi sono imbattuto in questa anomalia, eccetera eccetera... >> Prese la bottiglia di liquore fatto in casa. << Vado a versare dell'altro carburante. >> E mi lasciò da solo. 
Tirai un sospiro di sollievo. Forse Ruslan non era così sveglio come pensavo, o forse ero io a non essere di compagnia. Per mia fortuna si era bevuto la mia storia. Se avesse cercato di pormi domande, sicuramente mi avrebbe scoperto. Afferrai il bicchierino di liquore e lo tracannai, sbattendolo sul tavolo. La vampata di bruciore alla gola mi destò dalle mie paranoie. Mi voltai, mentre facevo prendere aria alla bocca.
Ruslan era impegnato a versare liquore agli Stalker che, ubriachi, barbottavano frasi che iniziavano con "Manufatti" e finivano con "Anomalie". Qualcuno si vantava di aver trovato grossi manufatti nella palude, altri di aver ucciso dei militari. L'atmosfera non era per nulla pesante. Anzi, sembrava di stare in un posto molto tranquillo. Forse la poltiglia di Ruslan stava facendo il suo corso. Mi sentivo girare un po' la testa, ma ero ancora in me. Ero lucido. Mi ero aspettato risse, accoltellamenti; l'anarchia più assoluta, ma invece era tutto diverso. Rimasi ad osservare gli Stalker. Lazar mi aveva detto in precedenza di osservare. Forse voleva che imparassi da loro, che mi confondessi tra loro, che diventassi come loro; uno Stalker.
Ma un inquietante pensiero mi assalii: che fine aveva fatto Lazar?
   
 
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