A piedi nudi
How did we get here?
When I use to know you so well
How did we get here?
Well, I think I know
The truth is hiding in your eyes
And it's hanging on your tongue
Just boiling in my blood,
But you think that I can't see
How did we get here?
When I use to know you so well
How did we get here?
Well, I think I know
The truth is hiding in your eyes
And it's hanging on your tongue
Just boiling in my blood,
But you think that I can't see
PARAMORE, Decode
Le onde scrosciano, infrangendosi contro gli scogli neri a riva. I granelli di sabbia scivolano lungo il collo del piede, si insinuano tra le dita, che lasciano effimere orme sulla spiaggia umida.
I sensi di Leah si appagano dei rumori del mare: il brusio degli uccelli che si librano in alto nel cielo per poi tuffarsi in acqua in cerca di nutrimento, il rombo delle onde che si ingrossano al largo, lo spostamento dei ciottoli sul bagnasciuga. Ha un odore che ha sempre amato, il mare: sa di salsedine, di pioggia, di lacrime amare.
Mentre passeggia sulla spiaggia deserta di La Push, Leah si estranea dal mondo: dimentica di essere un licantropo, dimentica la minaccia dei vampiri al di là della riserva, dimentica Sam.
Ma pare che il mondo intero non voglia far sì che scordi. All’altro capo della baia due figure si rincorrono sul bagnasciuga. Leah non ha bisogno di avvicinarsi troppo per comprendere di chi si tratta.
Il cuore, d’improvviso, manca un battito – anche a distanza di tanto, Leah non può evitarlo –, quella scena riapre in lei una vecchia ferita.
Si tratta di un evento
più unico che raro lì, nella Penisola Olimpica,
eppure quel pomeriggio il sole è emerso dalla coltre di nubi
e risplende alto nel cielo primaverile. First Beach è
immersa nella quiete e si bea di quel miraggio. Sarebbe completamente
deserta, se non fosse per loro, l’uno accanto
all’altro a rimirare l’immensa distesa rilucente
del mare.
“Oggi sei più bella del solito, Leah.”
È così naturale il modo in cui pronuncia quella frase, che Leah è quasi tentata di credergli.
Il ragazzo che le siede accanto sul bagnasciuga inumidito si appresta ancor di più a lei. Lei sorride e abbassa lo sguardo, trascinando l’indice sui granelli di sabbia.
“Sei cieco.” sbuffa.
Ma lui le accarezza la gota col dorso ruvido della mano. Sam non è particolarmente incline al romanticismo, perciò, quando si esprime così apertamente, lo stomaco di Leah si attorciglia come una corda.
“No. Tu lo sei.”
“Oggi sei più bella del solito, Leah.”
È così naturale il modo in cui pronuncia quella frase, che Leah è quasi tentata di credergli.
Il ragazzo che le siede accanto sul bagnasciuga inumidito si appresta ancor di più a lei. Lei sorride e abbassa lo sguardo, trascinando l’indice sui granelli di sabbia.
“Sei cieco.” sbuffa.
Ma lui le accarezza la gota col dorso ruvido della mano. Sam non è particolarmente incline al romanticismo, perciò, quando si esprime così apertamente, lo stomaco di Leah si attorciglia come una corda.
“No. Tu lo sei.”
Sam afferra i fianchi di Emily e i suoi capelli neri e lunghi svolazzano nel vento, quando la solleva da terra. Un raggio di sole illumina lo sfregio che ha sul viso e lungo la spalla – quello che Sam sfiora sempre con le labbra, come a voler risucchiare, cancellare il ricordo tangibile della sua colpa.
Poi cadono a terra insieme, tra le risa, e rotolano sulla battigia.
“Sai bene
che corro più veloce io.”
“Ma davvero? Vuoi sfidarmi?” la pungola Sam e pare non aspetti altro.
Il sopracciglio di Leah balza in alto.
“Naturale” rincara, altezzosa.
“Okay, bellezza.” s’avvicina, lasciando vagare lo sguardo sulla curva morbida delle sue anche. “Ma se vinco, non sfuggirai ai miei baci.”
Leah non può evitare di arrossire un po’, al suono di quelle parole. Stanno insieme da qualche mese ormai e si conosco da quando erano poco più che dei pargoli esuberanti, eppure il suo battito ancora accelera al solo contatto con lui.
“Lo vedremo.”
“Ma davvero? Vuoi sfidarmi?” la pungola Sam e pare non aspetti altro.
Il sopracciglio di Leah balza in alto.
“Naturale” rincara, altezzosa.
“Okay, bellezza.” s’avvicina, lasciando vagare lo sguardo sulla curva morbida delle sue anche. “Ma se vinco, non sfuggirai ai miei baci.”
Leah non può evitare di arrossire un po’, al suono di quelle parole. Stanno insieme da qualche mese ormai e si conosco da quando erano poco più che dei pargoli esuberanti, eppure il suo battito ancora accelera al solo contatto con lui.
“Lo vedremo.”
Una lacrima dispettosa solca la guancia di Leah, mentre la vista comincia ad appannarsi un poco. Le gambe sembrano cedere sotto il peso di un’antica sofferenza che non ha mai cessato di opprimerle il petto, però Leah si ancora saldamente al suolo con i piedi scalzi e ricaccia il pianto. Ma i ricordi, quelli non si possono frenare, sono irrevocabili come il dolore che Sam le ha inferto, quando, per la prima volta, lo ha visto stringere tra le mani quelle di sua cugina Emily.
Il mare si riversa con maggiore violenza sulla battigia e lancia spruzzi tutt’intorno, abbattendosi sugli scogli alti.
Leah affonda i denti nel labbro inferiore e lo mordicchia, finché non sente il sapore metallico del sangue bruciarle in gola, come fa sempre quando è tesa o irritata. Un gesto, quello, che Sam le rimproverava in continuazione.
A piedi nudi cammina a ritroso, verso il bosco, mentre la mente ritorna ai baci scambiati a First Beach, lontano da occhi indiscreti, e agli inseguimenti che si concludevano sempre in lunghi abbracci al tramonto. Rammenta con dovizia di particolari la preoccupazione malcelata di fronte al cambiamento repentino e misterioso del suo Sam, l’amico di una vita divenuto complice e amante, e poi memoria indelebile. Rammenta quella sera al falò, quando il suo ragazzo incrociò lo sguardo di Emily e si cristallizzò nella sua estasiata contemplazione. Rammenta quel pomeriggio, al limitare della foresta, quando Sam le spezzò il cuore senza che lei ne conoscesse il motivo reale.
E ora che esso è palese, che lo porta dentro di sé, il dolore non si placa e allora maledice il suo destino, l’imprinting che non lascia scampo e Sam, che non riesce a lasciarsi alle spalle.
I suoi piedi scalzi
dimenticano di toccare terra tanto è presa
dall’ebbrezza della corsa. Il vento le sferza contro le
guance arrossate e i corti capelli neri, l’odore della
salsedine le invade le narici e le regala una sensazione che richiama
da vicino la libertà.
È veloce, molto più di Sam e degli altri ragazzi della sua età. È sempre stata quella la sua prerogativa e ne va fiera.
Volge lo sguardo dietro di sé alla ricerca di Sam, che è a pochi metri da lei e le rivolge un sorriso smagliante. Per un momento Leah scorda la corsa e contempla soltanto i lineamenti marcati del suo volto, quei denti bianchissimi e le labbra perfette, mentre un raggio di sole carezza timidamente le iridi scure, fattesi cangianti.
Nemmeno si accorge di essere superata.
“Ti ho lasciato vincere.” si giustifica alla fine, quando raggiunge Sam al traguardo e riprende fiato.
Sam ride e la accalappia tra le sue braccia muscolose.
“Allora non ti dispiace finire tra le mie grinfie.”
Uno strano luccichio attraversa i suoi occhi neri come pece. Accarezza il volto di Leah con il dorso della mano impregnato di sabbia scura, poi sfiora le sue labbra e i suoi baci hanno lo stesso sapore della salsedine.
“Ti amo, Lee-Lee.”
È veloce, molto più di Sam e degli altri ragazzi della sua età. È sempre stata quella la sua prerogativa e ne va fiera.
Volge lo sguardo dietro di sé alla ricerca di Sam, che è a pochi metri da lei e le rivolge un sorriso smagliante. Per un momento Leah scorda la corsa e contempla soltanto i lineamenti marcati del suo volto, quei denti bianchissimi e le labbra perfette, mentre un raggio di sole carezza timidamente le iridi scure, fattesi cangianti.
Nemmeno si accorge di essere superata.
“Ti ho lasciato vincere.” si giustifica alla fine, quando raggiunge Sam al traguardo e riprende fiato.
Sam ride e la accalappia tra le sue braccia muscolose.
“Allora non ti dispiace finire tra le mie grinfie.”
Uno strano luccichio attraversa i suoi occhi neri come pece. Accarezza il volto di Leah con il dorso della mano impregnato di sabbia scura, poi sfiora le sue labbra e i suoi baci hanno lo stesso sapore della salsedine.
“Ti amo, Lee-Lee.”
Non sono più piedi nudi a sfiorare il suolo, ma cuscinetti di pelliccia, che cavalcano nel bosco in fretta, compiacendosi di quel contatto così naturale. Gli artigli affondano nel sottobosco di licheni, mentre le gocce d’umidità le impregnano la pelliccia grigia. Presto la baia è lasciata alle spalle e il lupo si addentra sempre più nel fitto della foresta.
Di colpo, inesorabile come il mare in burrasca, la verità la travolge. Leah è di nuovo l’unica ragazza licantropo della Riserva Quileute, i vampiri sono ancora una minaccia e Sam è laggiù, ma non è con lei.
Nota dell'autrice: non so come mi sono finalmente convinta a pubblicare questa OS, rimasta ad ammuffire a lungo in un angolino sconosciuto del mio computer, ma eccoci qui. Non avrei mai creduto di pubblicare in questo fandom, considerato quanto tempo è trascorso da quando ho letto la saga, ma ho rivisto i film e la storia è nata spontaneamente. Mi fareste felice se mi diceste che ne pensate.
Baci.