13)Let the dominoes fall,
I ain't got control
Asia
p.o.v.
Questi
giorni sono piuttosto strani.
Leah
non fa che stare attaccata al telefonino per messaggiare con Mike e
ogni sera
si chiamano su Skype e li si sente tubare come due piccioncini.
Sono
felice per lei, ma mi sento un pochino abbandonata, anche Ronnie
è molto
distratto e distante e perennemente attaccato al suo costoso i-phone.
Mi
sono chiesta con chi sentisse e la risposta è arrivata
quando ho ascoltato per
errore una sua conversazione su Skype. Si sente con Delilah, il medico
dei
Pierce The Veil.
Dio
solo sa cosa abbiano in comune, ma lui mi sembra abbastanza preso da
lei.
In
quanto a Jacky alterna momenti in cui è freddo con me ad
altro in cui è fin
troppo premuroso. Non ho idea di cosa giri nel suo cervellino,
è come se
alternasse stati in cui è sicuro della decisione presa sul
nostro rapporto, ad
altri in cui non lo è affatto.
Lo
dicevo che è bipolare.
Intanto
la mia paura di essere incinta si fa più concreta, al primo
giorno il mio ciclo
non si presentato e mi sento debole, soprattutto la mattina.
Do
la colpa a un po’ di anemia e alla pressione bassa, ma non
prendo in giro
nessuno, tra poco le debolezze saranno accompagnate da nausea e vomito
e saprò
di ospitare un piccolo o una piccola Vincent.
Devo
decidermi a fare un benedetto test di gravidanza e sapere di che morte
morirò.
“Leah?”
“Sì?”
“Domani possiamo fermarci a comprare un…
un… un test di gravidanza.”
Alla fine sputo fuori quelle tre parole quasi di controvoglia.
“Oh,
sì, certo! Almeno sarai sicura di essere incinta o meno.
Ho
notato che alla mattina sei più debole del solito, ti
è venuto il ciclo?”
“No.”
Dico con voce tremula.
“Leah,
e se fossi davvero incinta?
Io
non sono pronta per essere madre, sono ancora troppo immatura e
irresponsabile.
Finirebbe come con i miei, odierei mio figlio o figlia e lui o
… o lei….
Mi
odierebbe!
Sono
una dannata idiota!”
Scoppio
a piangere isterica, lei mi scuote un paio di volte e almeno i
singhiozzi che
ingolfano il mio petto se ne vanno.
“Asia,
stai calma.
Calma.
Sei
tesa come una corda di violino e non va affatto bene. Vieni in cucina
che ci
facciamo una tisana al tiglio.”
Con gentilezza mi spinge verso il cucinino e prepara due tisane, io
bevo subito
un sorso della bevanda dolciastra e praticamente mi ustiono la bocca.
“Oh,
Cristo!
È
lava bollente!”
“All’incirca.
Asia,
stai calma.
Innanzitutto,
non sai se sei incinta o no.”
“Ma chi vogliamo prendere in giro, tra poco arriveranno le
nausee mattutine e
lo sarò di sicuro.”
“Per ora non lei hai, stai calma.
E
poi sono sicura che se anche fossi incinta saresti un’ottima
madre, in grado di
amare e crescere un figlio o una figlia tua. Ne sono certissima.
Se
non te la sentissi c’è sempre l’aborto o
l’adozione. Partorisci e lo dai subito
in adozione.”
“Tu
non sei a favore dell’aborto.”
“No,
ma è una decisione che riguarda il tuo corpo e io non posso
interferire.”
Mi prendo la testa tra le mani.
“Finirò
per diventare un’assassina e il mio figlio non nato mi
perseguiterà nei sogni,
ma perché non ho tenuto le gambe chiuse quella
notte?”
“Bevi la tua tisana.”
Ringrazio il tatto di Leah, chiunque altro mi avrebbe dato una
rispostaccia –
pienamente meritata – lei no.
“Credi
davvero che io possa essere una buona madre?”
“Certo e credo che Jacky sarà un buon
padre.”
Io
mi muovo a disagio.
“Non
so se glielo dirò.”
“È
il padre, ha diritto di sapere, qualsiasi cosa tu decida di
fare.”
“Io
pensavo semplicemente di tagliare la corda e crescerlo da
sola.”
“Non fare il mio stesso errore, non tagliare fuori Jacky,
potrebbe riservarti
delle sorprese.”
“Non sono tutti Mike Fuentes.”
“No, ma in un caso come questo non puoi semplicemente
prendere e andare.
Facendo questo condanneresti il tuo futuro figlio o figlia a una vita
senza suo
padre e questo un bambino non se lo merita. Scappando non decidi solo
per te,
ma per due persone.”
Questo
è vero, non ci avevo pensato.
“Ma
Jacky non lo vorrebbe.”
“Diglielo
prima di saltare a conclusioni affrettate, non farmi venire infarti
inutili,
Asia.
Questa
volta devi essere matura e questo comporta parlare con lui, che ti
piaccia o
meno.”
Il suo tono ha una sfumatura dura che non le ho mai sentito.
“Ho
paura, Leah.”
“Lo so che hai paura, è normale averne. Se fossi
davvero incinta sarebbe il più
grande cambiamento che dovrai affrontare in vita tua.
Non
sarà facile, ma non devi escludere Jacky e nemmeno noi, ti
aiuteremo. In
qualche modo ce la farai, ce la farete.
Devi
crederci.”
Io abbasso gli occhi.
"Non
sono pronta, ma devo sapere la verità. Non posso continuare
così e vorrei
sapere cosa ha in testa Jacky. A volte è freddo come il
ghiaccio, a volte
invece è gentile e pieno di premure.
Vorrei
avere più certezze, non voglio dare a mio figlio la mia
stessa vita.
Non
voglio che si senta un peso per i suoi genitori.”
“Se lo amerai non si sentirà mai un peso, credimi.
Cerca
di cacciare i pensieri negativi e focalizzati su quelli positivi, come
la gioia
che proverai quando lo stringerai a te per a prima volta o quando
dirà la sua
prima parola.”
Io sorriso mio malgrado immaginandomi un bebè simile a Jacky
dire “mamma”, mi
piace come prospettiva. Ho ancora paura, ma mi sta passando.
Per
prima cosa devo sapere se sono incinta, poi posso spaccarmi la testa in
mille
pezzi e anche di più, ma non ora.
Dopo
un’oretta mi alzo dal mio letto.
Leah
sta dormendo pacificamente sul divano e decido di non disturbarla, mi
dirigo
verso Ronnie, che è momentaneamente libero.
“Ehi”
Gli dico sedendomi accanto a lui.
“Ehi,
stai meglio?
Leah
mi ha detto che hai avuto una specie di crisi.”
Io sospiro.
“Sì,
sto meglio.”
Poi do un’occhiata al suo i-phone stretto in una mano.
“Fai
sul serio?”
“In cosa?”
“Nella
“relazione” con la ragazza dei Pierce The Veil,
quella dai capelli rosa.”
“Si chiama Delilah.”
“Sì, con Delilah.”
Lui rimane un attimo in silenzio.
“Lo
sai che tipo di ragazzo sono.”
“Lo so ed è per questo che te lo chiedo. Sei
sempre attaccato al cellulare, la
senti per dimenticare Leah o perché ti piace sul
serio?”
Sul
suo volto si dipinge una smorfia amara.
“Ho
avuto tutto il tempo necessario per dimenticare Leah, non è
mai stata mia.
Anche quando provavo qualcosa di più per lei, lei lo
considerava solo sesso tra
amici.”
“Ma ti sei dichiarato?”
“È
stato l’ultimo patetico tentativo di un uomo che dopotutto
non riusciva ad accettare
la verità, ma adesso la vedo davanti a me felice e non ho
rimpianti. So
esattamente che quello che provo per Leah è solo
amicizia.”
“E Delilah?”
“Mi
piace molto, mi intriga.”
Io alzo un sopracciglio.
“Mi
sembra la versione alternativa di Barbie.”
“Tutti
pregiudizi. Delilah mi piace molto perché è
un’imbranata di prima categoria, fa
sempre domande scomode e cinque secondi dopo si pente e cerca di porvi
rimedio
con cose ancora peggiori.
Sembra
Luna Lovegood.
Mi
fa ridere tanto e Dio solo sa quanto abbia bisogno di ridere in questo
momento,
mi fa sentire leggero. Con lei posso usare il mio lato ironico sapendo
che non
verrò paragonato a nessuno.
Sì,
mi piace proprio.”
“Buon per te. Te la meriti una ragazza con cui fare sul
serio.”
Lui annuisce, poi mi trafigge con i suoi occhi scuri. Sembra che mi
voglia leggere
fino in fondo all’anima, dove troverebbe troppi segreti.
“E
tu cosa mi dici?”
Forse sono quegli occhi magnetici che mi spingono a dirgli tutto.
“Ho
paura di essere incinta e il bambino sarebbe di Jacky. Non so nemmeno
se
dirglielo o no.”
“Lui lo sa già.”
Io trasalisco come se mi avessero dato una violenta scossa.
“Cosa?”
“Ti
ho detto che lo sa già.”
“Come fa a saperlo?”
La voce mi esce dura, penso già che sia Leah, questa volta
però ha esagerato.
“Stai
calma. Leah lo stava dicendo a Mike il giorno che lui le ha chiesto se
potevano
parlare e Jacky ha sentito tutto.”
Così
si spiegano i suoi comportamenti di questi giorni.
“È
bello sapere che le cose possano rimanere segrete!”
Lui ride.
“Pensavi
davvero che potesse rimanere segreta una cosa del genere?
Anche
solo i tuoi sbalzi di umore continui avrebbero fatto nascere qualche
domanda.”
“Io non ho sbalzi di umore!”
Rispondo
picchiata.
“No?”
Ripenso agli ultimi giorni.
“Ok,
ho gli sbalzi d’umore. Li
avresti
anche tu con questo dubbio e se stessi considerando seriamente
l’idea di
abortire.”
“Come
mai pensi a questa possibilità?”
Il tono è calmo, ma so che si sta arrabbiando.
L’abbandono della madre è ancora
una ferita aperta per lui.
“Penso
che tu non sia la persona più adatta per discutere di
questo.”
“Perché? Ti ricordo le conseguenze che tuo figlio
potrebbe avere se tu non ci
fossi nella sua vita?”
“Ronnie, cazzo! Guardarmi! Ho ventitré anni scarsi
e non so nulla di bambini,
mia madre mi ha abbandonato a dieci maledicendo me e mio padre ogni
singolo
giorno che il loro matrimonio è durato e non ho nemmeno
cresciuto un fratello o
una sorella.
Sono
troppo giovane e immatura, lo crescerei male, finirebbe per pensare
quello che
penso io di me stessa: che sono un errore non voluto.
E
poi, Jacky. Jacky sarà sempre in giro per i vari tour, come
potrà occuparsi di
un figlio o di una figlia?”
“Se
si vuole un modo lo si trova, anche io sto crescendo Willow, tra i miei
vari
tur e credo di stare facendo un buon lavoro. Non saprai mai
se Jacky potrà essere un buon padre se non glielo
permetterai
mai!”
“E
se andasse male? Come potrei far pagare a un innocente quella che
è stato un
errore dettato dal troppo alcool?
Jacky
non mi avrebbe mai scopata se non fosse stato ubriaco. Io …
io sono sempre la
seconda scelta o la non-scelta di tutti.
Jacky
me l’ha detto che non vuole una relazione con me, me
l’ha detto chiaro e tondo
e…
Io
non voglio forzarlo solo perché sono stata così
cogliona da non ricordarmi…”
La mia voce – già incrinata – trema
ancora di più.
“Le
precauzioni.
Questo
figlio è un problema solo mio.”
Urlo prima di rifugiarmi di nuovo nel mio bunk, abbracciando il cuscino
e
piangendo tutte le mie lacrime.
Qualcun
tira la tendina, aprendola.
“Ronnie,
vai fuori dalle palle.”
“Non sono Ronnie.”
Mi risponde Jacky.
“Jacky…”
Sussurro scioccata.
“Sì,
sono io.
Ho
sentito tutto, non volevo, ma ero in cucina e non sapevo come togliermi
da
quella situazione.
Ascolta,
sono stato uno stronzo con te e ho sbagliato, tu ti meriti
più di uno stronzo,
più di me, ma ci sono.
Voglio
esserci.”
“Tu non mi ami, Jakcy e io voglio un figlio che sia amato e
voglio anche che
suo padre ami me.”
“Mi
piaci, Asia.”
Sputa lui, paralizzandomi.
“Lo
dici per convincermi che ci sarai. Non lo pensi davvero e probabilmente
ti
stancherai di me e del bambino pochi mesi dopo che sarà
nato. I neonati non
sono molto interessanti, te la daresti a gambe levate e torneresti a
fare
quello che hai sempre sognato: la rockstar.”
“Come
fai a saperlo?”
“Ho visto come hai liquidato la nostra scopata, se non
rischiassi di avere in
grembo tuo figlio tu non saresti qui con me, saresti con i ragazzi e
con una
groupie che ti scalda il letto la notte.”
“Asia,
dammi una possibilità.”
“Ho
sonno, vorrei dormire.”
Dico
fredda.
Non
riesco a sentirlo parlare così, dopo che mi ha scaricata
come se fossi
un’immondizia, non è questa la famiglia che ho
sempre sognato.
No,
non può partire da questi presupposti!
Stringo
a me il cuscino e affondo le unghie nelle mie lenzuola verdi,
trattenendo a
stento un urlo. Mi avevano avvertita che sarebbe potuta finire
così, ma io –
testarda – ho sempre detto che non l’avrei mai
permesso.
Sì,
si vede come non l’ho fatto.
Adesso
sono qui con il figlio o la figlia di Jacky Vincent nella pancia,
sì, potrei
non essere incinta, ma me lo sento. Questa volta ho combinato un casino.
Le
ore passano lente, il cielo diventa sempre più scuro e
nessuno viene da me a
chiedermi come sto. Finisco per addormentarmi vestita e mezza scoperta.
La
mattina dopo ho freddo e mi sento rintronata come se avessi appena
bevuto un
paio di shots di vodka a pancia vuota. Solo verso quelle che presumo
siano le
nove Leah si affaccia al mio bunk.
“Facciamo
una pausa, andiamo a prendere il test?”
Io annuisco con l’aria un po’ assente.
“Prima
dovresti mangiare, hi un’aria pessima.”
“Ho dormito molto male, ho un’ansia
assurda!”
Scendo
dal mio lettino e la seguo in cucina dove regna un silenzio surreale.
“Buongiorno.”
Mugugno
io.
Poco
dopo mi vengono servite uova e bacon, è la mia colazione
preferita da sempre,
ma oggi solo sentire l’odore mi provoca fortissimi conati di
vomito.
Abbandono
precipitosamente il locale e corro a vomitare in bagno, se avessi avuto
bisogno
di una conferma sul mio essere incinta l’ho avuta.
Sono
incinta.
Inizio
a piangere e a farfugliare che sto condannando mio figlio a una vita di
merda
quando Leah mi raggiunge.
“Sono
incinta, ho le nausee e ho vomitato
Solo
sentire il profumo della mia colazione preferita mi ha ribaltato lo
stomaco.”
“Potrebbe essere la tensione, sei rigida come una corda di
violino.
Torna
di là, ti ho preparato del the caldo con dei
biscotti.”
“Così
vomiterò anche quello.”
“E cosa voi fare?
Non
mangiare?
Diventare
anoressica?”
Mi
tende una mano che io accetto, lei mi tira in piedi e io mi faccio
condurre di
nuovo in cucina.
“Scusa,
Asia. Non pensavo di combinare un simile casino cucinando il tuo piatto
preferito.”
È
Jacky a parlare e io lo guardo con gli occhi spalancati, lui sa che le
uova e
il bacon sono la mia colazione preferita?
E
l’ha cucinata lui?
“Non
fa niente, non potevi sapere che avrei reagito così, non lo
sapevo nemmeno io.”
Bevo il the di Leah e mangio i biscotti, questa volta tutto rimane dove
deve
rimanere.
Dopo
questo episodio patetico il pullman si ferma a una stazione di
servizio, Leah
affida a Jacky una lista della spesa e lo prega di non esagerare con le
stronzate, poi io e lei ci allontaniamo verso la zona preservativi.
“Preservativi….
Preservativi…”
Mugugna il medico guardando con occhi professionale la merce esposta,
io sono
rossa come un pomodoro e mi piacerebbe scomparire dalla faccia della
terra.
Chissà cosa diavolo staranno pensando gli altri clienti!
“Preservativi….
Test di gravidanza!
Asia,
li abbiamo trovati.”
“Bene, prendine un paio ci stanno guardando tutti!”
Leah
fa una linguaccia a non si sa chi e poi va alla cassa a pagare.
“Complimenti,
signora!
Presto
sarà mamma!”
Ci
dice la cassiera, una donna sulla cinquantina dall’aria
bonaria.
“Non
sono per me, è la amica che forse è
incita.”
“Oh, auguri a te, allora!”
Per
fortuna non aggiunge nulla sulle possibili reazioni del mio ragazzo.
Usciamo
dal locale e saliamo sul pullman, inizia a mancarmi l’aria e
tremo
violentemente.
“Stai
calma! Andrà tutto bene.”
Prendiamo un campione della mia urina e ci mettiamo il primo: il mio
cuore
sprofonda sotto i piedi quando si colora di rosa.
Rosa
significa che sono incinta.
“Stai
calma. Non significa nulla.
Facciamo
anche il secondo!”
Facciamo
anche il secondo, ancora una volta il test si colora di rosa: sono
incinta.
Scoppio
a piangere e cado a terra inginocchiata con le mani davanti al volto,
disperata.
Sento
solo vagamente Leah che dice che i test di gravidanza possono
sbagliarsi, che
dovrei fare delle analisi per essere davvero sicura. Sono solo parole
vuote che
non penetrano la mia cortina di dolore.
Alla
fine ce l’ho fatta a fare come i miei genitori.
Alla
fine ce l’ho fatta a rovinarmi la vita.
All’improvviso
mi alzo e mi metto a correre fuori dal pullman, Leah mi insegue, urla,
mi
supplica di fermarmi, ma io non le do retta.
Corro
verso l’autostrada intenzionata a farmi fuori, ma delle
braccia forti mi
trattengono e mi riportano verso il bus.
È
Jacky.
Dovrei
essergli riconoscente, ma in questo momento sono solo arrabbiata.
Perché
mi ha condannata di nuovo a questa vita?
Angolo di Layla
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione. Spero che questo capitolo ti piaccia, le cose iniziano a farsi serie per Asia e Jacky. Pare sia in arrivo un bebé.