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Autore: Layla    07/12/2015    1 recensioni
Leah è la dottoressa dei Pierce The Veil, ama Mike Fuentes da anni, ma proprio quando lei decide che è arrivato il momento di dichiararsi lui inizia una relazione con Alysha Nett.
Lei scappa e, ascoltando il consiglio dell'amico Jacky Vincent, diventa medico dei Falling In Reverse.
Ma la fuga non risolve nessuno dei suoi problemi e sarà chiaro quando le due band dovranno fare un tour insieme.
Leah dovrà fare i conti con i suoi sentimenti e decidere chi vuole veramente: Ronnie o Mike.
Asia è la merchgirl dei Falling in Reverse, da sempre innamorata di Jacky riesce a vivere con lui una notte di passione che porterà a delle conseguenze. Asia vuole scappare, riuscirà a capire che non è la cosa giusta?
Delilah è la nuova dottoressa dei Pierce The Veil. Stringe amicizia con Ronnie, ma quando le cose si faranno serie vorrà scappare. Riuscirà a non farlo e ad affrontare le sue paure?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Fuentes, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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13)Let the dominoes fall, I ain't got control

 
Asia p.o.v.

 
Questi giorni sono piuttosto strani.
Leah non fa che stare attaccata al telefonino per messaggiare con Mike e ogni sera si chiamano su Skype e li si sente tubare come due piccioncini.
Sono felice per lei, ma mi sento un pochino abbandonata, anche Ronnie è molto distratto e distante e perennemente attaccato al suo costoso i-phone.
Mi sono chiesta con chi sentisse e la risposta è arrivata quando ho ascoltato per errore una sua conversazione su Skype. Si sente con Delilah, il medico dei Pierce The Veil.
Dio solo sa cosa abbiano in comune, ma lui mi sembra abbastanza preso da lei.
In quanto a Jacky alterna momenti in cui è freddo con me ad altro in cui è fin troppo premuroso. Non ho idea di cosa giri nel suo cervellino, è come se alternasse stati in cui è sicuro della decisione presa sul nostro rapporto, ad altri in cui non lo è affatto.
Lo dicevo che è bipolare.
Intanto la mia paura di essere incinta si fa più concreta, al primo giorno il mio ciclo non si presentato e mi sento debole, soprattutto la mattina.
Do la colpa a un po’ di anemia e alla pressione bassa, ma non prendo in giro nessuno, tra poco le debolezze saranno accompagnate da nausea e vomito e saprò di ospitare un piccolo o una piccola Vincent.
Devo decidermi a fare un benedetto test di gravidanza e sapere di che morte morirò.
“Leah?”
“Sì?”
“Domani possiamo fermarci a comprare un… un… un test di gravidanza.”
Alla fine sputo fuori quelle tre parole quasi di controvoglia.
“Oh, sì, certo! Almeno sarai sicura di essere incinta o meno.
Ho notato che alla mattina sei più debole del solito, ti è venuto il ciclo?”
“No.”
Dico con voce tremula.
“Leah, e se fossi davvero incinta?
Io non sono pronta per essere madre, sono ancora troppo immatura e irresponsabile. Finirebbe come con i miei, odierei mio figlio o figlia e lui o … o lei….
Mi odierebbe!
Sono una dannata idiota!”
Scoppio a piangere isterica, lei mi scuote un paio di volte e almeno i singhiozzi che ingolfano il mio petto se ne vanno.
“Asia, stai calma.
Calma.
Sei tesa come una corda di violino e non va affatto bene. Vieni in cucina che ci facciamo una tisana al tiglio.”
Con gentilezza mi spinge verso il cucinino e prepara due tisane, io bevo subito un sorso della bevanda dolciastra e praticamente mi ustiono la bocca.
“Oh, Cristo!
È lava bollente!”
“All’incirca.
Asia, stai calma.
Innanzitutto, non sai se sei incinta o no.”
“Ma chi vogliamo prendere in giro, tra poco arriveranno le nausee mattutine e lo sarò di sicuro.”
“Per ora non lei hai, stai calma.
E poi sono sicura che se anche fossi incinta saresti un’ottima madre, in grado di amare e crescere un figlio o una figlia tua. Ne sono certissima.
Se non te la sentissi c’è sempre l’aborto o l’adozione. Partorisci e lo dai subito in adozione.”
“Tu non sei a favore dell’aborto.”
“No, ma è una decisione che riguarda il tuo corpo e io non posso interferire.”
Mi prendo la testa tra le mani.
“Finirò per diventare un’assassina e il mio figlio non nato mi perseguiterà nei sogni, ma perché non ho tenuto le gambe chiuse quella notte?”
“Bevi la tua tisana.”
Ringrazio il tatto di Leah, chiunque altro mi avrebbe dato una rispostaccia – pienamente meritata – lei no.
“Credi davvero che io possa essere una buona madre?”
“Certo e credo che Jacky sarà un buon padre.”
Io mi muovo a disagio.
“Non so se glielo dirò.”
“È il padre, ha diritto di sapere, qualsiasi cosa tu decida di fare.”
“Io pensavo semplicemente di tagliare la corda e crescerlo da sola.”
“Non fare il mio stesso errore, non tagliare fuori Jacky, potrebbe riservarti delle sorprese.”
“Non sono tutti Mike Fuentes.”
“No, ma in un caso come questo non puoi semplicemente prendere e andare. Facendo questo condanneresti il tuo futuro figlio o figlia a una vita senza suo padre e questo un bambino non se lo merita. Scappando non decidi solo per te, ma per due persone.”
Questo è vero, non ci avevo pensato.
“Ma Jacky non lo vorrebbe.”
“Diglielo prima di saltare a conclusioni affrettate, non farmi venire infarti inutili, Asia.
Questa volta devi essere matura e questo comporta parlare con lui, che ti piaccia o meno.”
Il suo tono ha una sfumatura dura che non le ho mai sentito.
“Ho paura, Leah.”
“Lo so che hai paura, è normale averne. Se fossi davvero incinta sarebbe il più grande cambiamento che dovrai affrontare in vita tua.
Non sarà facile, ma non devi escludere Jacky e nemmeno noi, ti aiuteremo. In qualche modo ce la farai, ce la farete.
Devi crederci.”
Io abbasso gli occhi.
"Non sono pronta, ma devo sapere la verità. Non posso continuare così e vorrei sapere cosa ha in testa Jacky. A volte è freddo come il ghiaccio, a volte invece è gentile e pieno di premure.
Vorrei avere più certezze, non voglio dare a mio figlio la mia stessa vita.
Non voglio che si senta un peso per i suoi genitori.”
“Se lo amerai non si sentirà mai un peso, credimi.
Cerca di cacciare i pensieri negativi e focalizzati su quelli positivi, come la gioia che proverai quando lo stringerai a te per a prima volta o quando dirà la sua prima parola.”
Io sorriso mio malgrado immaginandomi un bebè simile a Jacky dire “mamma”, mi piace come prospettiva. Ho ancora paura, ma mi sta passando.
Per prima cosa devo sapere se sono incinta, poi posso spaccarmi la testa in mille pezzi e anche di più, ma non ora.

 
Dopo un’oretta mi alzo dal mio letto.
Leah sta dormendo pacificamente sul divano e decido di non disturbarla, mi dirigo verso Ronnie, che è momentaneamente libero.
“Ehi”
Gli dico sedendomi accanto a lui.
“Ehi, stai meglio?
Leah mi ha detto che hai avuto una specie di crisi.”
Io sospiro.
“Sì, sto meglio.”
Poi do un’occhiata al suo i-phone stretto in una mano.
“Fai sul serio?”
“In cosa?”
“Nella “relazione” con la ragazza dei Pierce The Veil, quella dai capelli rosa.”
“Si chiama Delilah.”
“Sì, con Delilah.”
Lui rimane un attimo in silenzio.
“Lo sai che tipo di ragazzo sono.”
“Lo so ed è per questo che te lo chiedo. Sei sempre attaccato al cellulare, la senti per dimenticare Leah o perché ti piace sul serio?”
Sul suo volto si dipinge una smorfia amara.
“Ho avuto tutto il tempo necessario per dimenticare Leah, non è mai stata mia. Anche quando provavo qualcosa di più per lei, lei lo considerava solo sesso tra amici.”
“Ma ti sei dichiarato?”
“È stato l’ultimo patetico tentativo di un uomo che dopotutto non riusciva ad accettare la verità, ma adesso la vedo davanti a me felice e non ho rimpianti. So esattamente che quello che provo per Leah è solo amicizia.”
“E Delilah?”
“Mi piace molto, mi intriga.”
Io alzo un sopracciglio.
“Mi sembra la versione alternativa di Barbie.”
“Tutti pregiudizi. Delilah mi piace molto perché è un’imbranata di prima categoria, fa sempre domande scomode e cinque secondi dopo si pente e cerca di porvi rimedio con cose ancora peggiori.
Sembra Luna Lovegood.
Mi fa ridere tanto e Dio solo sa quanto abbia bisogno di ridere in questo momento, mi fa sentire leggero. Con lei posso usare il mio lato ironico sapendo che non verrò paragonato a nessuno.
Sì, mi piace proprio.”
“Buon per te. Te la meriti una ragazza con cui fare sul serio.”
Lui annuisce, poi mi trafigge con i suoi occhi scuri. Sembra che mi voglia leggere fino in fondo all’anima, dove troverebbe troppi segreti.
“E tu cosa mi dici?”
Forse sono quegli occhi magnetici che mi spingono a dirgli tutto.
“Ho paura di essere incinta e il bambino sarebbe di Jacky. Non so nemmeno se dirglielo o no.”
“Lui lo sa già.”
Io trasalisco come se mi avessero dato una violenta scossa.
“Cosa?”
“Ti ho detto che lo sa già.”
“Come fa a saperlo?”
La voce mi esce dura, penso già che sia Leah, questa volta però ha esagerato.
“Stai calma. Leah lo stava dicendo a Mike il giorno che lui le ha chiesto se potevano parlare e Jacky ha sentito tutto.”
Così si spiegano i suoi comportamenti di questi giorni.
“È bello sapere che le cose possano rimanere segrete!”
Lui ride.
“Pensavi davvero che potesse rimanere segreta una cosa del genere?
Anche solo i tuoi sbalzi di umore continui avrebbero fatto nascere qualche domanda.”
“Io non ho sbalzi di umore!”
Rispondo picchiata.
“No?”
Ripenso agli ultimi giorni.
“Ok, ho gli sbalzi d’umore. Li avresti anche tu con questo dubbio e se stessi considerando seriamente l’idea di abortire.”
“Come mai pensi a questa possibilità?”
Il tono è calmo, ma so che si sta arrabbiando. L’abbandono della madre è ancora una ferita aperta per lui.
“Penso che tu non sia la persona più adatta per discutere di questo.”
“Perché? Ti ricordo le conseguenze che tuo figlio potrebbe avere se tu non ci fossi nella sua vita?”
“Ronnie, cazzo! Guardarmi! Ho ventitré anni scarsi e non so nulla di bambini, mia madre mi ha abbandonato a dieci maledicendo me e mio padre ogni singolo giorno che il loro matrimonio è durato e non ho nemmeno cresciuto un fratello o una sorella.
Sono troppo giovane e immatura, lo crescerei male, finirebbe per pensare quello che penso io di me stessa: che sono un errore non voluto.
E poi, Jacky. Jacky sarà sempre in giro per i vari tour, come potrà occuparsi di un figlio o di una figlia?”
“Se si vuole un modo lo si trova, anche io sto crescendo Willow, tra i miei vari tur e credo di stare facendo un buon lavoro. Non saprai mai se Jacky potrà essere un buon padre se non glielo permetterai mai!”
“E se andasse male? Come potrei far pagare a un innocente quella che è stato un errore dettato dal troppo alcool?
Jacky non mi avrebbe mai scopata se non fosse stato ubriaco. Io … io sono sempre la seconda scelta o la non-scelta di tutti.
Jacky me l’ha detto che non vuole una relazione con me, me l’ha detto chiaro e tondo e…
Io non voglio forzarlo solo perché sono stata così cogliona da non ricordarmi…”
La mia voce – già incrinata – trema ancora di più.
“Le precauzioni.
Questo figlio è un problema solo mio.”
Urlo prima di rifugiarmi di nuovo nel mio bunk, abbracciando il cuscino e piangendo tutte le mie lacrime.
Qualcun tira la tendina, aprendola.
“Ronnie, vai fuori dalle palle.”
“Non sono Ronnie.”
Mi risponde Jacky.
“Jacky…”
Sussurro scioccata.
“Sì, sono io.
Ho sentito tutto, non volevo, ma ero in cucina e non sapevo come togliermi da quella situazione.
Ascolta, sono stato uno stronzo con te e ho sbagliato, tu ti meriti più di uno stronzo, più di me, ma ci sono.
Voglio esserci.”
“Tu non mi ami, Jakcy e io voglio un figlio che sia amato e voglio anche che suo padre ami me.”
“Mi piaci, Asia.”
Sputa lui, paralizzandomi.
“Lo dici per convincermi che ci sarai. Non lo pensi davvero e probabilmente ti stancherai di me e del bambino pochi mesi dopo che sarà nato. I neonati non sono molto interessanti, te la daresti a gambe levate e torneresti a fare quello che hai sempre sognato: la rockstar.”
“Come fai a saperlo?”
“Ho visto come hai liquidato la nostra scopata, se non rischiassi di avere in grembo tuo figlio tu non saresti qui con me, saresti con i ragazzi e con una groupie che ti scalda il letto la notte.”
“Asia, dammi una possibilità.”
“Ho sonno, vorrei dormire.”
Dico fredda.
Non riesco a sentirlo parlare così, dopo che mi ha scaricata come se fossi un’immondizia, non è questa la famiglia che ho sempre sognato.
No, non può partire da questi presupposti!
Stringo a me il cuscino e affondo le unghie nelle mie lenzuola verdi, trattenendo a stento un urlo. Mi avevano avvertita che sarebbe potuta finire così, ma io – testarda – ho sempre detto che non l’avrei mai permesso.
Sì, si vede come non l’ho fatto.
Adesso sono qui con il figlio o la figlia di Jacky Vincent nella pancia, sì, potrei non essere incinta, ma me lo sento. Questa volta ho combinato un casino.
Le ore passano lente, il cielo diventa sempre più scuro e nessuno viene da me a chiedermi come sto. Finisco per addormentarmi vestita e mezza scoperta.
La mattina dopo ho freddo e mi sento rintronata come se avessi appena bevuto un paio di shots di vodka a pancia vuota. Solo verso quelle che presumo siano le nove Leah si affaccia al mio bunk.
“Facciamo una pausa, andiamo a prendere il test?”
Io annuisco con l’aria un po’ assente.
“Prima dovresti mangiare, hi un’aria pessima.”
“Ho dormito molto male, ho un’ansia assurda!”
Scendo dal mio lettino e la seguo in cucina dove regna un silenzio surreale.
“Buongiorno.”
Mugugno io.
Poco dopo mi vengono servite uova e bacon, è la mia colazione preferita da sempre, ma oggi solo sentire l’odore mi provoca fortissimi conati di vomito.
Abbandono precipitosamente il locale e corro a vomitare in bagno, se avessi avuto bisogno di una conferma sul mio essere incinta l’ho avuta.
Sono incinta.
Inizio a piangere e a farfugliare che sto condannando mio figlio a una vita di merda quando Leah mi raggiunge.
“Sono incinta, ho le nausee e ho vomitato
Solo sentire il profumo della mia colazione preferita mi ha ribaltato lo stomaco.”
“Potrebbe essere la tensione, sei rigida come una corda di violino.
Torna di là, ti ho preparato del the caldo con dei biscotti.”
“Così vomiterò anche quello.”
“E cosa voi fare?
Non mangiare?
Diventare anoressica?”
Mi tende una mano che io accetto, lei mi tira in piedi e io mi faccio condurre di nuovo in cucina.
“Scusa, Asia. Non pensavo di combinare un simile casino cucinando il tuo piatto preferito.”
È Jacky a parlare e io lo guardo con gli occhi spalancati, lui sa che le uova e il bacon sono la mia colazione preferita?
E l’ha cucinata lui?
“Non fa niente, non potevi sapere che avrei reagito così, non lo sapevo nemmeno io.”
Bevo il the di Leah e mangio i biscotti, questa volta tutto rimane dove deve rimanere.
Dopo questo episodio patetico il pullman si ferma a una stazione di servizio, Leah affida a Jacky una lista della spesa e lo prega di non esagerare con le stronzate, poi io e lei ci allontaniamo verso la zona preservativi.
“Preservativi…. Preservativi…”
Mugugna il medico guardando con occhi professionale la merce esposta, io sono rossa come un pomodoro e mi piacerebbe scomparire dalla faccia della terra. Chissà cosa diavolo staranno pensando gli altri clienti!
“Preservativi…. Test di gravidanza!
Asia, li abbiamo trovati.”
“Bene, prendine un paio ci stanno guardando tutti!”
Leah fa una linguaccia a non si sa chi e poi va alla cassa a pagare.
“Complimenti, signora!
Presto sarà mamma!”
Ci dice la cassiera, una donna sulla cinquantina dall’aria bonaria.
“Non sono per me, è la amica che forse è incita.”
“Oh, auguri a te, allora!”
Per fortuna non aggiunge nulla sulle possibili reazioni del mio ragazzo. Usciamo dal locale e saliamo sul pullman, inizia a mancarmi l’aria e tremo violentemente.
“Stai calma! Andrà tutto bene.”
Prendiamo un campione della mia urina e ci mettiamo il primo: il mio cuore sprofonda sotto i piedi quando si colora di rosa.
Rosa significa che sono incinta.
“Stai calma. Non significa nulla.
Facciamo anche il secondo!”
Facciamo anche il secondo, ancora una volta il test si colora di rosa: sono incinta.
Scoppio a piangere e cado a terra inginocchiata con le mani davanti al volto, disperata.
Sento solo vagamente Leah che dice che i test di gravidanza possono sbagliarsi, che dovrei fare delle analisi per essere davvero sicura. Sono solo parole vuote che non penetrano la mia cortina di dolore.
Alla fine ce l’ho fatta a fare come i miei genitori.
Alla fine ce l’ho fatta a rovinarmi la vita.
All’improvviso mi alzo e mi metto a correre fuori dal pullman, Leah mi insegue, urla, mi supplica di fermarmi, ma io non le do retta.
Corro verso l’autostrada intenzionata a farmi fuori, ma delle braccia forti mi trattengono e mi riportano verso il bus.
È Jacky.
Dovrei essergli riconoscente, ma in questo momento sono solo arrabbiata.
Perché mi ha condannata di nuovo a questa vita?

Angolo di Layla

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione. Spero che questo capitolo ti piaccia, le cose iniziano a farsi serie per Asia e Jacky. Pare sia in arrivo un bebé.

   
 
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