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Autore: Alicetta01    07/12/2015    1 recensioni
"Tratto da Twilight"
E se i Cullen per una volta fossero i cattivi,o meglio gli antagonisti? E se la nascita di una nuova bambina stravolgesse l'armonia della famiglia dei vampiri vegetariani? E se questa nuova bambina fosse fin dalla nascita una vampira? E se la sua crescita si fermasse ai 17 anni? E se,ancora, l'incontro con il nemico naturale dei vampiri portasse ad un sentimento inevitabile?
Dal capitolo 
"Quindi erano tutte bugie. Lui non mi aveva pensato, nessuno lo aveva fatto.
Se avessi potuto, avrei pianto.
Mi ero solo illusa. Ma alla fine le persone sono fatte così. Ti illudono e ti gettano poi via. Anche gli sconosciuti lo fanno.
Solo, che a me era capitato troppe volte."
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(I capitoli dove i dialoghi non si vedevano sono stati corretti )
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga, Contesto generale/vago
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Ecco a voi un nuovo capitolo! Avevo proprio voglia di pubblicarne uno. Inoltre questo è un passo fondamentale, o almeno io penso così. Spero che vi piaccia.  Okay, ora mi dileguo...




Ero in camera mia. Alla fine avevo ceduto nel rientrare a casa. Straordinariamente nessuno aveva fatto commenti. Nemmeno Reneesme sfoderò il suo sarcasmo. 
Fissavo da molto la parete davanti al mio letto. Come se lì ci fossero le risposte a tutte le mie domande. Cosa decisamente impossibile. 
Accarezzai le coperte. Erano morbide, fredde. Come me. Solo che io non ero morbida. Proprio per niente.   


Il sole si innalzò nel cielo, segno che era mattino. In altre parti si sarebbe visto. Ma qui, a Forks, il cielo nuvoloso e la pioggia erano quasi permanenti.
Arrivai a scuola puntuale, come sempre. E come sempre mi diressi verso la mia classe. E come sempre ascoltai poco e, ancora, come sempre andai verso la mensa. La mia solita routine mi stava stancando. Tutto mi stava stancando. Avevo bisogno di aria nuova.
E sarebbe continuata la mia solita routine se, durante il pranzo, un ragazzo non si fosse seduto al mio tavolo.
Alzai gli occhi sorpresa, e trovai due occhi nocciola intenti a guardarmi. Oh no.
<< Ciao succhiasangue! >> mi disse il ragazzo. No, adesso era diventato il ragazzo-licantropo. 
<< Ciao >> lo salutai a mia volta, con aria moscia. Il ragazzo davanti a me mi squadrò serio.
<< Sai, Jacks mi ha raccontato del vostro appuntamento... >> sgignazzò.
Io spalancai gli occchi, e trattenni a stento una voglia omicida.
Mi presi la testa tra le mani. Lo guardai furiosa. Lui in risposta rise.
<< No dai, scherzo >> disse tranquillo.
Sospirai sollevata.
<< È solo che quando siamo in forma lupesca, ognuno può sbirciare nei pensieri dell' altro e..... Jacks ha pensato spesso a te >> continuò.
Io sorrisi.
<< In che senso mi ha pensato? >> domandai curiosa.
<< Nel senso che ha pensato il vostro incontro >>
Mi sporsi oltre di lui, per vedere il resto del branco darsi gomitate e lanciarci occhiate assassine. Jacks era di spalle, ma potei vedere i muscoli tesi. Stava stringendo i pugni.
<< Probabilmente ti uccideranno >> affermai.
<< Nah... sono il più piccolo del gruppo. Sono troppo adorabile! >> disse facendo gli occhi da cucciolo. Non era proprio piccolo. Era almeno il doppio di me.
<< Come ti chiami? >> domandai.
<< Andy >> rispose orgoglioso << Tu Alice, vero? >>
<< Come lo fai a sapere?! >> esclamai. Possibile che tutti sapevano tutto di me?
<< Lui ti ha pensato molto >> mormorò.
Non potei ribattere ulteriormente, perchè si alzò e con passo svelto si avviò verso l'uscita della mensa. Il resto del suo branco lo seguì, ma non prima di avermi rivolto ognuno occhiatacce irritate. Tutti tranne Jacks. Lui non mi guardò nemmeno. E fu questa sensazione a fare male. Volevo il suo sguardo su di me. I suoi occhi verdi che mi scrutavano attenti...
Mi alzai di scatto, interrompendo il flusso dei miei pensieri.


Uscii svelta dalla scuola. Finalmente le mie lezioni erano terminate. 
Tirai un sospiro di sollievo, attraversando il parcheggio. 
Ma il sollievo durò poco, perchè i miei pensieri ripresero a tormentarmi la testa.
" Lui ti ha pensato molto "..... Rimuginai molto sulle parole dette da Andy, il licantropo, che si era seduto al mio tavolo. Chi ere "lui"? Anche una scema ci sarebbe arrivata. Solo,non volevo farmi illusioni. Era l'ennesimo scherzo.
<< Ehi! >> mi chiamò una voce.
Ma io, troppo impegnata nei miei pensieri,non mi voltai nemmeno. Continuai a camminare. Certo,era stato uno stupido scherzo. Nessuno mi avrebbe pensato. Figuriamoci un licantropo.
<< Scusa! >> questa volta la voce era vicina. Ma io continuai a camminare. Nessuno mi voleva..
<< Alice! >> una mano calda mi afferrò il polso. Mi girai di scatto, pronta a far volare di qualche metro chi mi aveva toccata.
Un ragazzo dalla pelle abbronzata si trovava davanti a me, con gli occhi che mi scrutavano... preoccupati.
Io posai lo sguardo sulla mano che teneva ben saldo il mio polso, e non accennava a mollarlo. Il contrasto con la pelle abbronzata e con la mia bianca alabastro era impressionante. Ma più impressionante era il tocco caldo, delicato, che avvolgeva la mia pelle. 
Il ragazzo se ne accorse, e lentamente mollò la presa.
Il tocco mi mancò, come se mi avessero tolto un pezzo di pelle.
Dal mio polso riportai il mio sguardo sul viso del ragazzo. Naso dritto, guance paffute e occhi...verdi.
 Mi morsi l'interno guancia, gli occhi fissi in quelli del ragazzo.
<< Ciao >> mi sorrise debolmente.
<< Ciao, Jacks >> lo salutai piano.
<< Te lo ricordi veramente il mio nome? >> domandò sorspreso.
<< Perchè non dovrei? >>
<< Pensavo fossi arrabbiata con...me >> mormorò imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli neri, con qualche riflesso castano.
<< Non lo sono >> sorrisi.
Sorrise pure lui, mettendo in mostra i denti bianchi.
<< Ne sono felice... >>
Ci fu silenzio. Probabilmente non trovava le parole giusta per dirmi qualcosa.
<< Perchè mi hai... chiamata? >> lo aiutai io.
Sospirò un attimo, guardando verso il cielo.
<< Bè, ecco... ci tenevo a dirti che qualunque cosa ti abbia detto Andy... non è vera >> disse imbarazzato. 
Annaspai.
<< Ah >> fui solo in grado di dire.
Vidi nei suoi occhi un lampo di tristezza,che però se ne andò veloce, così come era venuto.
<< Ci si vede >> dissi infine abbattuta, voltandomi e avviandomi verso casa. 
Quindi erano tutte bugie. Lui non mi aveva pensato, nessuno lo aveva fatto.
Se avessi potuto, avrei pianto.
Mi ero solo illusa. Ma alla fine le persone sono fatte così. Ti illudono e ti gettano poi via. Anche gli sconosciuti lo fanno.
Solo, che a me era capitato troppe volte.
   
 
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