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Autore: mistaya    08/12/2015    1 recensioni
Fin da quando è nata, in molti sapevano che Rosette era destinata a essere una grande maga. All'alba dei suoi sedici anni, i suoi poteri si destano, ma ci sono forze che cospirano contro di lei: forze oscure, forze del cuore. La più grande speranza di chi la ama, è che possa vivere e praticare la sua buona magia a lungo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note per i lettori: questo capitolo è ispirato al film Letters to Juliet.  La lettera di Tremotino a Belle nel capitolo l'hanno rilasciata gli autori di OUAT su internet, e la traduzione l'hanno fatta dei fan su facebook.







Capitolo 2

Juliet's Dream

 

 

Rosie si affacciò sul balcone, per ammirare il panorama. Lei e le orchesse si trovavano a Verona, e lei stava proprio sul balcone famoso di Romeo e Giulietta. Il giorno prima, al castello dei maghi, le streghe che sarebbero state le sue maestre, aveva fatto un incantesimo a lei e alle orchesse, in modo che fossero preparate al viaggio nel mondo reale, in modo da sembrare delle comuni giovani di quel mondo. Le avrebbero mandate in diverse città, in modo che Rosie avesse potuto apprendere delle “importanti lezioni”, come loro le avevano definite, e le mandarono in Italia.

Sui documenti fatti apposta per lei con la magia, Rosie si chiamava Rosette Belle Gold. Le sembrava giusto adoperare lo stesso nome usato da suo padre, e nella sua nuova identità era nata a Glasgow, da padre scozzese e madre francese (a quanto pareva, era quella la cittadinanza che avrebbero avuto i suoi genitori, se fossero nati e vissuti lì veramente).

Ora lei e le orchesse alloggiavano in quello che veniva definito un Bed and Breakfast. Le ragazze avevano deciso di fare un giro per conto loro, e lei era lì. Chissà cosa avrebbe potuto imparare in una città del genere?

La sua prossima tappa era l'attrazione più famosa della città, la loggia di Giulietta, dove donne da tutto il mondo lasciavano lettere per i loro problemi di cuore. Rimase lì ad osservare quel via vai di donne, soprattutto ragazze, e quando non c'era quasi più nessuno, vide una donna prendere quei biglietti. La seguì, per vedere dove andava, e la vide entrare nel retro in un ristorante.

La porta era aperta e Rosie entrò e salì la scala vicino alla porta, da dove provenivano delle voci. In una stanza c'erano quattro donne, compresa la ragazza che aveva messo le lettere in un cestino, e bussò, chiedendogli di entrare. La ragazza mora che aveva portato lì lettere, gli disse che poteva cominciare. “A fare cosa?” chiese Rosie perplessa,

“A darci dentro!” rispose la ragazza,

“Per cosa?”,

“Non vieni da parte del Comune, per darci una mano?”,

“Veramente no...Devo confessare che ti ho solo seguita dalla loggia di Giulietta...Ero curiosa: come mai hai preso le lettere?”,

“Perché ho preso le lettere?” e notò che Rosie aveva un libro in mano, “Ah, tu sei una scrittrice...”,

“No, veramente no...mi piace leggere”,

“Ah, una lettrice accanita” e dal tavolo ci furono mormorii di approvazione, “Vieni, ti faccio vedere...” ed indicò le lettere nel cestino, “Donne di ogni età vengono da ogni parte del mondo per mettere nella loggia di Giulietta le loro lettere, e noi cerchiamo di rispondere a tutte”,

“Oh...” e le guardò tutte, “Allora voi, siete tutte Giulietta”,

“Le sue segretarie” e la ragazza mora cominciò a presentarle tutte, a partire da una signora di circa settant'anni, “Lei è Donatella, ed è sposata da cinquantun anni con lo stesso uomo, perciò si occupa dei problemi con i mariti”,

“I mariti sono come il vino: ci mettono molto tempo a maturare” disse Donatella, e risero tutte,

“Francesca è un'infermiera” e la ragazza mora indicò una donna poco più grande di lei, dai capelli biondi, “Si occupa di malattie e lutti”, e si voltò verso la donna più anziana, “E Maria”,

“Perché quando dici il mio nome sospiri sempre?” fece la simpatica signora,

“Lei ha dodici figli, ventinove nipoti e addirittura sedici bisnipoti, e si occupa di quello che le pare e piace”,

“E tu?” chiese Rosie,

“Isabella risponde a quella che si leggono a malapena” rispose Francesca per lei,

“E tu invece come ti chiami?” le chiese Donatella,

“Mi chiamo Rosette, ma potete chiamarmi Rosie”,

“Rosette...” fece pensierosa Maria, “Come Rosetta, piccola rosa...E' davvero un bel nome!”,

Rosie sorrise, “Lo ha scelto mia madre”, e guardò le lettere, “Io sono qui in vacanza con delle amiche per un po' di giorni...Se volete posso darvi una mano!” e le altre accettarono con piacere.

All'ora di pranzo, Isabella la invitò a mangiare al ristorante della madre, e Rosie chiese se poteva chiamare le sue amiche.

 

 

Belle ci mise qualche minuto per ricordare dove si trovava. Ora rammentava: era a casa di Tremotino, a Storybrooke, e il Sortilegio si era spezzato.

Andò in cucina e Tremotino non c'era, ma le aveva lasciato un biglietto.

 

Belle,

perdonami, sono dovuto uscire questa mattina. Stavi dormendo così profondamente che non ho avuto il coraggio di svegliarti.

Sono fuori per lavoro ma dovrei essere di ritorno dopo mezzogiorno per pranzare insieme. Preferirei che tu non uscissi da sola, la città è più grande di quanto ti aspetti, ma ovviamente sei libera di farlo se lo desideri. E' un consiglio, non un'ordine o una richiesta.

Se decidi di rimanere dentro ci sono un po' di oggetti in casa con cui potresti non avere familiarità. Impareremo ad usarli insieme più tardi, ma spero di aver preparato tutto per soddisfare le tue necessità adesso.

Immagino che sarai affamata quanto ti sveglierai. Mi sono preso la libertà di lasciarti una ciotola di prugne. Sono nel frigorifero, che è quella grande scatola di metallo vicino al fornello. Premi la maniglia e si aprirà davanti a te. La ciotola è nel secondo piano partendo dall'alto. Non spaventarti...il frigo è molto freddo all'interno. Per questo motivo per favore, ricordati di chiudere la porta una volta che avrai preso la frutta.

Sul bancone vicino al frigo c'è un piccolo aggeggio di metallo. Vedrai due fette di pane uscire dalle fessure sopra. Premi la leva e il pane scomparirà. Aspetta un minuto finché non torna su, poi prendilo e poggialo sul piatto che ti ho lasciato lì vicino.

Quella scatola è un tostapane e tu ti sei appena fatto un toast! Non mettere le mani all'interno delle fessure, è molto caldo all'interno del tostapane e ti bruceresti.

Il burro è nel piatto vicino al lavandino e il thè è nell'armadietto vicino sopra al burro. Immagino che tu non abbia dimenticato come usare un bollitore. L'ho riempito d'acqua.

Se avessi bisogno di me per qualunque cosa, chiamami, sarei dispiaciuto se tu non ce la facessi. So che abbiamo imparato questa cosa ieri ma in ogni caso: il telefono è quello 'stupido, rosso cappello capovolto con la coda arricciata' (come lo hai giustamente descritto). E' sul tavolo sulla destra, e il mio numero è scritto lì.

Ti amo. Non potevo aspettare il pranzo per dirtelo.

Per favore ricorda di chiudere il frigorifero.

Tuo,

T.

 

Belle sorrise nel leggere quella lettera. L'amore di Tremotino la tranquillizzava, ma non poteva fare a meno di domandarsi cosa avrebbero fatto in questa nuova terra. Per il momento, era meglio partire dalla colazione...

 

 

Rosie rimase ad aiutare le segretarie di Giulietta anche nei giorni successivi. Persino le orchesse diedero loro una mano. Due giorni dopo aver iniziato, Rosie trovò nella loggia una fessura, dove vi era nascosta una lettere, molto vecchia. Era di una ragazza inglese, che diceva di chiamarsi Claire, e risaliva a cinquant'anni prima. Raccontava di essere venuta in Italia per studiare e che aveva conosciuto un certo Lorenzo Bartolini, di cui si era innamorata, ed ora doveva fare una scelta: fuggire con il suo innamorato o tornare in Inghilterra.

Le orchesse e le segretarie di Giulietta ne erano rimaste affascinate, e a cena si misero a discutere su cosa poteva essere successo. Incoraggiarono Rosie a rispondere, anche se probabilmente Claire non l'avrebbe letta.

Qualche giorno dopo, Rosie capì di essersi sbagliata: la donna si presentò al ristorante della madre di Isabella, accompagnata dal nipote. Claire raccontò loro che alla fine era tornata in Inghilterra, e aveva sposato un conte, come voleva la sua famiglia. Lui ora era scomparso da alcuni anni, e la lettera della giovane l'aveva spinta a voler chiedere scusa a Lorenzo. “Dimmi una cosa, Rosie” gli fece Claire quando si ritrovarono a passeggiare loro due da sole, “Tu sei innamorata, vero?”,

Rosie la guardò sorpresa, “Perché me lo chiedi?”,

“L'ho capito della tua lettera...poteva averla scritta solo un'altra persona che può capirti”,

“Be', non sbagli”,

“E lui è quello giusto?”,

“Sì, lo è”, e si toccò il bracciale che Zak gli aveva regalato per il suo compleanno1, “E tu? Chi pensi che fosse quello giusto: tuo marito o Lorenzo?”,

“Non so cosa dirti...Lorenzo è stato il mio vero amore, ma ho voluto molto bene anche a mio marito...Certo, ripensandoci non credo di averlo mai amato come Lorenzo, però abbiamo avuto un figlio, un nipote, e siamo stati insieme per anni...Non posso dire di essermi pentita d'averlo sposato, però...”,

“Ma il Vero Amore era un'altra cosa, giusto?”, e la donna annuì, aggiungendo che non era sicura di ritrovarlo, “Non perderti d'animo!” gli disse Rosie di getto, “Ti aiuteremo io e le mie amiche a trovarlo! Non sarà una cosa facile, ma insieme possiamo farcela!”

Claire guardò la ragazza e dopo un po' annui. Mentre era in viaggio per Verona pensò che era una follia, ma ora, guardando i fiduciosi occhi castani di Rosie, credeva di poter farcela.

 

La prima cosa che fecero Rosie e le altre, era di cercare tutti i Lorenzo Bartolini. Claire era sicuro che lui vivesse anche in quella zona del paese e dividendosi in gruppi l'avrebbero trovato, prima o poi. Rosie andò con Claire, suo nipote e Tori. Le altre orchesse si divisero in coppie: Phoebe con Blyss, Hertha con Luna, e Gael con Marina.

Le ricerche durarono alcuni giorni, finché Rosie non ricevette una telefonata da Gael: lei e Marina avevano trovato il Lorenzo di Claire. Quando raggiunsero la vigna che l'orchessa gli aveva indicato, trovarono anche tutte le altre.

Sembrava che Lorenzo Bartolini avesse fatto fortuna, e lavorava la sua grande vigna con il figlio e il nipote che portavano il suo nome. Claire ebbe un attacco di panico, al pensiero di rivederlo, ma Rosie le mise le mani sulle braccia e la guardò negli occhi, dicendogli che se avesse lasciato perdere di nuovo, l'avrebbe sul serio rimpianto. Poi arrivò Lorenzo, e quando i due si ritrovarono davanti, cinquant'anni sembrarono dissolversi in un colpo.

Anche Lorenzo era vedovo da anni, e chiese a Claire di restare con lui questa volta. Ormai erano entrambi liberi e volevano passare insieme il tempo che restava loro. Rosie e le orchesse dovevano ripartire, ma promisero a Claire che prima di lasciare l'Italia sarebbero tornate per il suo matrimonio.

 

Mentre Rosie e le orchesse erano in viaggio Angelique, dalla sua fortezza, meditava, pensando a come avrebbe fatto per prendere il cuore della ragazza, quando uno dei suoi sgherri entrò, dicendole che Rosie non era più nella Foresta Incantata, ma in un mondo senza magia.

Angelique era furiosa: in quel mondo sarebbe stato difficile trovarla, ma prima o poi sarebbe comunque dovuta tornare...

1Riguardate l'ultimo capitolo della mia fanfic La rosa.

  
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