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Autore: Leo    04/03/2009    5 recensioni
Una raccolta di tutti i tipi di solitudine che ho visto o vissuto nella mia breve vita; un quadro dai colori spenti, in cui i protagonisti sono vittime dell'emarginazione del mondo. Come i più classici casi: i vecchi, gli omosessuali, i diversi nelle più svariate alternative. E tutto è stato mescolato in questo ambiente, su questo monte irto, dove ognuno rimane come addormentato.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Guardo dall’alto, da un monte sperduto…

qui arrivano solo i più forti, i più coraggiosi…

…i più sfortunati…

…i derelitti della società, gli emarginati…

…gli scarti…

…gli inutili…

…chi è senza qualcosa…

…pochi…

…quasi tutti…

…chi è morto dentro…

Questo è il regno di chi è solo…

 

 

L’ultimo Bacio

 

 

Cullava quella creaturina con l’affetto tipico di una madre. La teneva stretta tra le braccia, restando immobile davanti alla porta di una casa. Piangeva mentre sorrideva, e continuava ad accarezzare il bambino, e a tenerlo stretto come si tiene stretta la cosa più importante della propria vita. Lo baciò sulla fronte un’altra volta, poi lo avvolse in numerose coperte, stando attenta a non stringere troppo e a non lasciarlo scoperto in nessun punto. Ora solo il visino dormiente della piccola creatura si affacciava tra le spesse coperte, e ancora una volta la donna sorrise, pensando che in fondo le assomigliasse…

Lo baciò sulle labbra, teneramente, per poter sentire l’ultima volta il calore di suo figlio. Poi lo appoggiò sulla soglia della porta, e facendo attenzione a non fargli troppo male, gli premette il naso.

Guardò il suo musino che si imbronciava teneramente mentre apriva gli occhi leggermente infastidito da quel gesto, poi corse via, senza più voltarsi, tenendo gli occhi chiusi e serrati per non cedere alla tentazione di tornare a prenderlo, perché sapeva che solo così avrebbe avuto un futuro migliore.

Il bambino iniziò a piangere…e fu allora che quella donna rimase completamente sola…

 

 

 

Mi spiace di essere stato poco comprensibile nell’ultimo capitolo…mi dispiace soprattutto perché è un capitolo a cui tengo molto, dedicato, un po’, anche a me stesso: dedicato, in pratica, a quelli che Nietzsche chiamava “Spiriti Liberi”, non credo ci siano spiegazioni. E non ho mai pensato di sacrificare il mio naturale dilungarmi nelle parole, perché non credo che quel capitolo possa essere cambiato in qualche punto. Più lo leggo e più non riesco a dire nulla…per questo mi dispiace davvero tanto…in ogni caso grazie a tutti di aver letto e commentato anche quest’altro mio momento di debolezza, e spero di essere più caso nell’avvenire!^__^

 

  
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