Film > Sky High
Segui la storia  |       
Autore: IntoxicaVampire    08/12/2015    1 recensioni
«Ma... come fai?» gli chiesi, annebbiata da quel tepore. «Non fa male». Fissai il fuoco, che era basso e di un colore rosso intenso.
«Non ti farei mai del male, Rosalie».
• • • • • • •
Alla Sky High, scuola per giovani aspiranti supereroi, Rosalie Frozehart, "Freeze Girl" con il potere del ghiaccio, è da sempre innamorata di Warren Peace, il ragazzo con il potere del fuoco. Ma Ghiaccio e Fuoco sono due Elementi opposti per natura, possono essi convivere senza distruggersi l'un l'altro? Il loro amore così contrastato potrà realizzarsi? Entrambi soffrono eppure è così difficile resistere a un amore reciproco così intenso...
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Warren Peace
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10. Dettagli non trascurabili


Quando scendemmo, dopo aver salutato Warren, vidi Scarlett che mi seguiva.

«Ehi, che fai?». Di solito prendeva la strada opposta alla mia.

«Vengo da te». Da quando in qua??

«Ué, nessuno ti ha detto che puoi venire a casa mia» dissi sulle difensive, ma in realtà scherzavo.

«Infatti, mi sono auto-invitata».

Tanto per cambiare..., pensai divertita.

Ci dirigemmo verso la mia dimora, che era poco distante dalla fermata. Presi le chiavi dallo zaino e aprii la porta, e subito Glitch e Pixel entrarono alla velocità della luce.

Appoggiammo i bagagli vicino all'entrata e io diedi da mangiare ai gatti prima che decidessero di papparsi me.

«Allora, cosa devi dirmi?» chiesi disinteressata aprendo il frigo.

«Niente» mi rispose lei dal divano. Aveva in mano il suo cellulare. «Hai fatto il budino?»

«Sì, ce ne sono ancora due ciotole in frigo». Le presi e gliene porsi una, insieme a un piattino su cui rovesciare il dolce. Il quale era al cioccolato, ovviamente.

«La Specialità di Rosalie è gratis, per lei». Le sedetti di fianco. Era ovvio che stava temporeggiando. Ripresi subito il discorso. «Ma come niente? Dopo tutto quello sclero mi dici che non devi dirmi niente?!».

«Qualcosa da dirti ce l'ho». Prese una cucchiaiata. «Non credi di stare un po' esagerando?»

«Non mi sembra, perché? Ma intendi con Warren?»

«No, con mio nonno! No dai, siamo serie. Secondo me ti stai prendendo un po' troppa confidenza».

«Tu credi?»

«Forse sì. Comunque non ti voglio mica ostacolare, sia ben chiaro!».

«Ci mancherebbe altro!». Feci una voce sconvolta. «Sì, comunque hai ragione. Aspetta un attimo signorina! Si può sapere cosa c'entravi tu oggi dopo pranzo quando ero lì con Warren?». Quando mi ero svegliata me la ero trovata di fronte come se niente fosse.

«Ero venuta lì per tenerti d'occhio. Ma non ti preoccupare, ero appena arrivata. E a proposito del discorso dell'esagerare, mi riferivo appunto a quello. Non al resto, figurati!»

«Lo so! Ma non potevo farci niente, non l'ho deciso io!»

«Già, ma non sai quanto era felice! Aveva di quei pensieri...!» e mi guardò maliziosa.

«Dai, racconta! Era proprio quello che volevo domandarti.»

«Dunque... comincio dall'inizio, ok? Appena gli hai preso la mano si è sorpreso, e dopo ha deciso che gli andava molto bene come situazione, perciò ha intrecciato le vostre dita. Giusto?»

«Sì sì! Ma non sai che roba! Io che avevo il cuore che batteva a tremila e lui con la sua mano calda...e poi lo hai sentito quando mi ha detto "ma se vuoi che ti faccia caldo non ci sono problemi"??? Là sì che mi sono venuti un sacco di pensieri ma la parte peggiore è stata quando ha avvolto le nostre mani con le fiamme! Stavo da dio, la sensazione più bella dell'universo!»

«Wow! Non avevo colto tutte queste sfumature! Beh, a dire il vero stavo seguendo i pensieri di Warren, più che i tuoi. Anzi non ti ho ascoltata proprio!!»

«Meglio, così posso raccontarti tutto adesso!»

«Continua» mi incitò.

«Era proprio un bel terpore...»

«Guarda che si dice tepore». Fece una pausa. «O torpore».

La guardai. Da quando in qua era lei l'esperta linguistica? «Sì, lo so, infatti questa parola l'ho inventata io. E se fosse un misto fra le due? Hai problemi?» scherzai.

«Cioè, intendi dire che stavi bene al calduccio e allo stesso tempo ti sentivi come se fossi drogata?»

«Più o meno...»

«Lo sapevo che Warren ti avrebbe fatto quest'effetto.»

«Dovevo immaginarlo». Incrociai le braccia, facendo finta di essere arrabbiata. Poi non ce la feci e aggiunsi: «Comunque... anche se mi fa quest'effetto... è UNO STRAFIGO!!»

Ska mi guardò male, ero proprio una causa persa. Sbuffai e le dissi: «Beh, sinceramente non so bene come mi sentivo. L'unica cosa di cui sono sicura e che mai sono stata meglio di così».

«Questo l'ho capito, è tutto adesso che lo ripeti».

Ahah. Aveva ragione. Mi allungai sul mio posto, appoggiando la testa sullo schienale del divano e socchiusi gli occhi, ripensando a tutti i bei momenti che avevo passato oggi.

«A cos'hai pensato quando ti sei appoggiata a lui?»

«Ho pensato: "I am walking on air...! ♫"» canticchiai. «No, sinceramente non te lo so dire. Lui aveva frainteso che non volevo che mi tenesse la mano, credo perché ero assente. E allora mia fa: "Non vuoi?" e io: "No no ti prego sto da dio così, è una sensazione magnifica" perciò in quel momento mi è venuto in mente che è da lunedì che non dormo e, siccome stavo troppo bene, senza pensarci due volte mi sono stretta a lui e ho chiuso gli occhi. Ma dopo cosa è successo?».

Si morse un labbro e cercò di trattenere una risata. «A un certo punto hai cominciato a mugugnare qualcosa come "Mmmm....Warren", hai stretto la sua maglietta e poi lo hai abbracciato e ti sei tipo strusciata su di lui. Ecco, proprio come sta facendo Glitch. Eri uguale!». Indicò Glitch che le si stava strusciando sulla gamba e scoppiò a ridere come una matta.

Mi portai le mani davanti alla bocca. «Noooo sul serio?? Oddio!!! E lui come ha reagito?!»

«All'inizio ha fatto una faccia!!! Dovevi vederlo, era da foto! Ha sbarrato gli occhi ed è indietreggiato, poi, vedendo che non lo mollavi e che avevi un sorriso enorme, senza nessuna intenzione di cambiare espressione, ti ha stretta a sé. E sai cos'ha pensato?»

Non stavo più nella pelle. «Dimmelo ti prego!»

«Ha pensato, testuali, ehm, pensieri: "Finalmente... che bella che è, proprio splendida. Oggi non potrei essere più felice. È fredda, ma non mi dà fastidio, anzi! Vorrei poterla stringere per sempre fra le mie braccia. E lei è felice. Mi sembra tutto impossibile! È così bella anche mentre dorme..."». Scarlett si fermò col racconto e si mise a riflettere. «Devo dire che i suoi pensieri erano abbastanza confusi. Non sai che lavoraccio, tradurli in un discorso comprensibile!».

Ma io ormai non l'ascoltavo più. «Nooooo non ci credo! Lui che mi stringeva a sé e io che non me ne sono neanche resa conto! Ma dov'ero??? Cioè, no, sappiamo entrambe che ero lì. Ma voglio dire: non è una cosa razionalmente possibile!!». Ero abbastanza sconvolta.

«Rose, calma!» mi disse Scarlett.

«E dopo che è successo?»

«Tu l'hai abbracciato più forte e gli hai messo la testa sotto il mento. E poi... ehm...»

«Oddio, che ho combinato?». Panico.

«Gli hai baciato il collo».

Rimasi pietrificata.

Scarlett, vedendo la mia espressione, mi chiese: «Ma scusa, non lo sapevi?».

«No, ah! Ti ho detto che non ero cosciente!»

«Siete rimasti in quella posizione per mezz'ora! E poi lui-»

«Ohssignore, cosa c'è ancora??»

«Voleva baciarti.»

La fissai, con occhi e bocca spalancati. «Mi è caduta la mascella».

«Vedo!» rise.

«Ma lo ha fatto...?». Sperai in un sì.

Lei rideva ancora. «Hah - no!» e giù con un'altra risata.

«Ma...! Perché?»

«Ha pensato: "E se lei non volesse? Magari vuole che rimaniamo solo amici"»

«Sì, proprio amiconi!! Ihihi» ridacchiai.

«Aspetta! Non ho finito! Subito dopo ha riflettuto: "Però da quello che mi ha detto prima potrebbe non essere così"». Mimò le virgolette con le dita, citando le mie parole: «"Io con te sto bene"».

«Chissà cos'ha capito!» aggiunse.

«Va' avanti»

«No, niente, ha continuato ad abbracciarti».

«Mh». Mi venne in mente una cosa. «Hai notato anche tu che quando l'ho lasciato andare e mi sono alzata era deluso?»

«Certo! Ti ho appena detto che avrebbe voluto stare ancora lì con te».

Non potei fare a meno di sorridere. Poi però mi tornò un altro pensiero. «Perché mi hai scritto questo?». Le mostrai il mio cellulare con il messaggio che mi aveva inviato per primo.

«Come "perché"?! Te l'ho detto prima.»

«Voglio dire, perché me l'hai scritto solo dopo, quando ormai tutto era passato ed eravamo in corriera?»

Cercò una spiegazione credibile al suo "eh no però adesso esageri, Rose!". Alla fine optò per: «Perché le pacche sulle spalle si danno solo agli amici che si conoscono bene!»

Alzai un sopracciglio. «Non credi che lo conosca abbastanza da potermi permettere una certa confidenza?»

«Ricordati che è solo la prima settimana. Cosa farai, sennò, per altri nove mesi?». In fondo aveva ragione.

«Quindi dici che dovrei aspettare prima di, ehm... di approfondire la nostra relazione?»

«Secondo me sì» mi consigliò.

La abbracciai. «Non saprei cosa fare senza di te, Ska».

«Eh, già, cosa faresti senza di me?»

Lei mi sorrise e poi ci lasciammo andare ad una risata leggera e spontanea.

«Sarei un animale selvaggio in giro per New York! Mi avrebbero già rinchiusa al canile!» O al manicomio.

«La Stregatta Matta Rosalie ha bisogno di una museruola!» e giù a ridere di nuovo. Mi chiamava con quel soprannome, che era il mio preferito, perché ero innamorata dello Stregatto.

La guardai, ma con sorpresa vidi nel suo volto qualcosa che non andava. Se era vero che "il volto è lo specchio dell'anima", allora il caso era quello.

Stavo ancora cercando di capire come mai aveva un'espressione così strana, quando un'intuizione improvvisa mi baluginò in mente e mi venne un dubbio. «Ehi Ska...» la fissai intensamente, per vedere se la mia supposizione era esatta. «Non è che mi hai mandato tutti i messaggi per distrarmi, vero?». Lei non manteneva il contatto visivo, quindi supposi di sì. «Non sarai mica invidiosa?».

All'inizio lei fece finta di non sentire, poi mugugnò un «nnnnnooo...», ma alla vista del mio sguardo si obbligò a confessare. «Sì ok è vero, sono invidiosa! Ma non di Warren, ma del fatto che ti riserva così tante attenzioni anche se è da poco che vi frequentate! Invece Joe... beh, lo hai visto. Una volta si comportava in modo del tutto naturale sia con me che con te, invece ora te ti tratta come ha sempre fatto, mentre me sembra che sia la prima volta che mi vede in vita sua! Spero proprio che stasera mi spieghi tutto. Non può andare avanti così ancora per molto!»

Capii che Ska era sul piede di guerra. «Sì, l'ho notato anch'io, infatti voglio che tu stasera sia perfetta, così non potrà resisterti e si spiegherà. Hai mai provato a leggere i suoi pensieri?»

Sbuffò. «Sì, ma sai che lui riesce ad impedirmelo. E quelle poche volte che ci riuscivo, lui aveva in mente cavolate, tipo "quanti studenti nuovi" o "era meglio se mi fossi scusato prima con Warren" oppure-»

La interruppi subito: «Come come? Scusarsi con Warren? Ma...-»

«Ah già, dimenticavo di dirtelo: sai no che lui e Joe sono migliori amici; beh, avevano litigato, ma non so per cosa, ed era per questo che Warren, mercoledì, si è arrabbiato e se ne è andato, ti ricordi? Ecco»

«Certo che me lo ricordo» dissi, come cosa ovvia. Tuttavia non volevo impicciarmi ulteriormente negli affari del ragazzo, me l'avrebbe raccontato un'altra volta. Per distrarmi guardai l'orologio e presi paura: erano le cinque e Ska aveva solo tre ore per prepararsi!

«Santo cielo! Guarda che tardi!» esclamai. «Orsù amica, è ora di prepararsi.»

«Ma se l'appuntamento è alle otto!!!»

«Appunto! Sei in ritardo! Dai, vai a farti un bel bagno caldo, per prima cosa. Io intanto posso sceglierti il vestito?»

«Sì sì, fai pure, l'esperta di moda sei tu, qui. Comunque ricordati che non è un ballo di gala, eh...»

«Non importa! Uno o l'altro è la stessa cosa!»

Così dicendo la spinsi in bagno, lanciandole docciaschiuma profumati, saponi vari e asciugamani dalla camera alla stanza, poi aprii il mio armadio e, sfregandomi le mani («Questo è un compito adatto alla sottoscritta!») cominciai a disporre le varie opzioni di vestiario sul mio letto.

 

Alle otto in punto Scarlett era pronta. La pettinatura se l'era fatta lei (che era una maestra con i capelli) e io le avevo propinato un vestitino scollato corto alla coscia, color argento. Avevo sempre pensato che le stesse benissimo, e che si abbinava benissimo ai suoi capelli blu. Le rifilai anche una delle nuove paia di scarpe che avevo acquistato la scorsa estate. Décolleté nere tacco 12, secondo me erano perfette. E Joe di sicuro le avrebbe sbavato dietro. Le prestai anche uno scialle nero intrecciato con dei filamenti argentati per coprirsi le spalle.

Ignorai le sue lamentele («Guarda che non sto andando in discoteca!») dicendole che ogni occasione era speciale, poi la accompagnai fuori per aspettare Joe, che veniva a prenderla in macchina. Dopo un quarto d'ora arrivò (gliene avrei dette su tante per averla fatta aspettare! Ma avrei rovinato loro tutta la serata), li salutai e quando partirono tornai in casa.

Ed eccomi là, tutta sola a fare la zitella. Almeno avevo i miei due gatti a farmi compagnia. Ecco sì, zitella al cento percento.

Cosa potevo fare per tutta la serata?

Era sabato, di solito uscivo a fare festa con le mie amiche, ma dopo tutto quello che era successo nei giorni precedenti volevo concedermi un po' di relax.

Avrei potuto mettermi al computer a continuare la storia. Naah.

Avrei potuto finire quel disegno che avevo cominciato la scorsa settimana su Photoshop. Naah, non avevo l'ispirazione, quindi niente matite e pastelli. E nemmeno tavolette grafiche.

Avrei potuto continuare la maratona di The Big Bang Theory, ma non ero dell'umore giusto.

Mi venne un'idea assolutamente assurda: chiamare Warren e trascorrere insieme a lui le altre tre ore prima di andare a dormire. Che pazza, pazzissima cosa.

Ancora prima di rendermene conto, avevo già acchiappato il mio cellulare e selezionato il suo numero nella rubrica. Dopo qualche secondo di attesa mi rispose una voce registrata che diceva: «Servizio gratuito: il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o irraggiungibile.»

Ecco, ben ti sta, Rosalie. Così imparavo a farmi venire strane idee.

Sospirai, mi diressi in camera e mi distesi sul letto. Presi in mano il mio block notes e scrissi un appunto di un episodio per la mia storia. Poi afferrai il manga che avevo cominciato la settimana scorsa e iniziai a leggere, cercando di immedesimarmi nella liceale protagonista il cui più grande problema era quale dei suoi corteggiatori scegliere (sì lo so, che cavolo di manga avevo comprato, non chiedetemelo perché non lo so neanch'io), ma con molto poco successo. Davvero, era impossibile pensare a qualsiasi altra cosa che non fosse la giornata appena trascorsa.

Alla fine ritrovai me stessa a stilare una lista delle cose da fare il giorno dopo, domenica. La mia camera aveva decisamente bisogno di una ripulita. E, soprattutto, di una messa in ordine.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sky High / Vai alla pagina dell'autore: IntoxicaVampire