Cap.8
Crisi
Anna
s’inginocchiò accanto al
giovane e lo sollevò.
“È…
è apparso dal nulla” sussurrò.
Elsa
sgranò gli occhi, si guardò le
mani ed indietreggiò, tremando.
“Io…
io non volevo…” mormorò. Anna
alzò il capo e la guardò in viso.
“Elsa”
sussurrò.
Il
ghiaccio si tinse di rosso e una
serie di spuntoni iniziarono a scendere dal soffitto.
Anna
ne evitò alcuni che si alzarono
dal pavimento.
Elsa
boccheggiò, strinse i pugni e
fu avvolta da una tempesta di neve.
“Elsa!”
chiamò Anna.
“Tu…
lui… pensavate di potermi
salvare, ma nessuno può” mormorò la
regina. Si portò le mani alle tempie e
rabbrividì. La tormenta sferzò il viso di Anna,
che si alzò in piedi, tenendo
il giovane tra le braccia.
“Elsa!
Va aiutato!” le gridò.
Elsa
gettò indietro la testa e
gridò, mentre il palazzo iniziò a tremare, nel
ghiaccio vermiglio si aprirono
una serie di crepe. La porta si spalancò e Kristoff
entrò all’interno.
“Cosa
sta succedendo?” domandò. Le
iridi di Elsa divennero bianche, la lunga treccia bionda le ondeggiava
lungo le
spalle.
“Non
volevo più fare del male a
nessuno! VOLEVO ESSERE DA SOLA!” gridò.
Aprì e chiuse i pugni, le sue mani si
ricoprirono di luce azzurrina e di venature di ghiaccio.
Una
serie di mostri di neve
apparvero tutt’intorno, avevano delle zanne e degli artigli
di ghiaccio. Le
gambe di ognuno di essi erano alte il doppio di Kristoff.
“Anna,
dobbiamo andare!” gridò
quest’ultimo. Raggiunse Olaf e gli mise il Calmoniglio tra le
braccia.
“Kritoff,
c’è un ragazzo ferito!”
gridò Anna.
Kristoff
corse fino a lei e prese
Jack tra le braccia.
“Lo
metto su Sven, dobbiamo andare!”
ordinò. Evitò un paio di artigliate di due
giganti di ghiaccio e raggiunse la
propria renna.
Anna
si voltò verso Elsa,
intravedeva la sua figura tra i fiocchi di neve.
“Elsa,
vattene, crollerà tutto!”
gridò.
Kristoff
legò Jack a Sven e corse da
Anna, raggiungendola, e la strattonò per un braccio.
“Andiamo!”
gridò.