Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Nerhs    09/12/2015    3 recensioni
"E' stato solo un angelo che ha sfiorato le mie labbra"
-
«Io non volevo deluderti Cal. Cosa posso darti? Sarebbe tutta un'immensa bugia»
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Day 6

                                                                           Musica: Ludovico Einaudi - Elements


Lo vidi apparire dietro di me. Fece scomparire le possenti ali bianche e si pulì le mani sui jeans, per poi venire a sedersi accanto a me.
Per i dieci minuti che seguirono, nessuno dei due disse nulla. Si era creato un silenzio talmente imbarazzante che iniziai a non sopportare.

«Allora…mi hai sentito quando ti ho chiamato» iniziai
«Se non ti avessi sentita non sarei qua, che dici?» sputò infastidito
«Nessuno ti ha costretto a venire» ribattei, altrettanto infastidita

Lo vidi passarsi le mani sugli occhi, scocciato e un sospiro gli uscì dalle labbra. Continuò a guardare di fronte a se, il vuoto, come se guardare me gli procurasse un fastidio troppo grande da sopportare, un dolore quasi insopportabile. Cercava di osservare ovunque intorno a se, tranne me, io, che gli ero seduta accanto. Si passava freneticamente le mani su e giù per le cosce, come a voler sbollire una certa rabbia repressa contro qualcosa che non fossi io.
Si girò poi finalmente a fissarmi e aveva uno sguardo deluso, direi, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato e lui ci fosse rimasto tremendamente male. Ma cosa potevo aver fatto di sbagliato, da procurargli così tanto fastidio e rabbia?

«Ti stai chiedendo perché io ti stia quasi ignorando, non è vero?» chiese con un sorrisino beffardo, come se volesse prendermi in giro. Annuii appena, per incitarlo a parlare di nuovo. Seppure con quel tono maligno, mi stava pur sempre parlando.
«Stava andando tutto così dannatamente bene, maledizione. Pensavo tu lo avessi capito, ma a quanto è sembrato, non hai capito proprio nulla» sbottò alzando le mani in aria
«Cosa dovrei aver capito, Ashton? Parla» ero così confusa, tutti quei mezzi termini non mi piacevano e non riuscivo a capirli
«Che tu mi piaci. Ma non l’hai capito, o forse non avresti baciato quello stupido» si fermò a guardarmi, per poi abbassare lo sguardo e sussurrare «o forse lo avresti fatto comunque»

Mi fermai a guardarlo, col capo chinato e quel espressione sconsolata sul volto, sembrava così indifeso, così piccolo. Ero rimasta senza parole, insomma come faceva a sapere del bacio con Calum? Ma quella non era la cosa più importante. Pensavo di essermelo solo immaginato il modo in cui lui mi mandasse delle frecciatine mentre eravamo insieme, ma a quanto pare era vero.
Gli circondai le spalle con le braccia e lo attirai a me. Gli lasciai un bacio sui capelli, cosa che non avrei mai pensato di fare, infatti mi sorpresi quasi della tranquillità con cui lo feci e lo strinsi a me, avvicinandomi alla sua tempia.

«Io, ora, francamente, non so come tu abbia fatto a sapere del bacio. Probabilmente mi stavi spiando, ma non è questo l’importante, perché se tu fossi rimasto tre secondi in più a guardarmi, mi avresti anche sentito dire che a me quel bacio non aveva lasciato nulla. Non ho sentito assolutamente niente. Calum se ne è anche andato via, dopo di ciò –risi e lui si sollevò per guardarmi- io non sono brava con queste cose, Ash, sono in un imbarazzo tremendo ora» lo guardai arrossendo. Lui sorrise e mi scostò un riccio dalla faccia. Scosse le spalle, come a dire che non gliene importava, di nulla, e mi lasciò un bacio sulla fronte, per poi stringermi sul suo petto.     
Restammo in quella posizione per un tempo indeterminato. Ero in pace con l’universo. Ashton era un bel ragazzo, non c’era dubbio, e il fatto che in qualche modo io gli piacessi mi stordiva. Nella mia vita mortale avevo dato solo uno o due baci sulla bocca, e da morta ottenevo le attenzioni di un angelo, in tutti i sensi. Mi sentivo così dannatamente strana e in imbarazzo. Non sapevo come comportarmi, poiché al contrario di Calum, Ashton anche solo con uno sguardo mi faceva venire i brividi e le mie guance prendevano fuoco. Era così irrazionale.

«Ash, come sei diventato un angelo?» sbottai al improvviso

Lo sentii irrigidirsi e la sua mascella si contrasse sulla mia testa. Mi strinse un po’ più forte e mi lasciò un bacio delicato sulla testa, poi mi allontanò, quel poco che bastava per guardarmi in faccia e mise le sue mani tra le mie.

«E’ sempre un po’ difficile raccontarlo, perché seppure sia stata una morte eroica, io volevo continuare a vivere ancora per un pò» sorrise malinconico e lasciò le mie mani, fissò di fronte a se, e incrociò le braccia sul petto. Prese un bel respiro e continuò a parlare. «Era una mattina. Stavo andando a lavoro, come al solito, quello che dovrebbe fare un normale ragazzo di vent’uno anni. La città era talmente affollata quella mattina, non ricordo neanche il motivo per il quale lo fosse. Sta di fatto che le macchine sfrecciavano veloci, come percorressero un rettilineo e c’era gente che urlava di qua e di là, intimandogli di rallentare. Stavo passando di fronte alla scuola elementare che si trovava sul mio percorso, con le cuffie nelle orecchie…mi ricordo persino la canzone che stavo ascoltando – sorrise e si guardò le unghie- “Fresh Start Fever”, grande canzone quella lì. E…mi accorsi che una bambina, che poi scoprii chiamarsi Mary, di appena sei anni, era scappata dalle mani della mamma, dall’altra parte della strada e stava attraversando senza guardare dove andava. Vidi una…una macchina dietro di lei, con il guidatore che si era accorto che probabilmente non avrebbe potuto frenare in tempo. Mary ne uscì con qualche graffio, dovuto alla spinta che le avevo dato per spostarla di lì, io morii»

Il suo volto si era rabbuiato e giuro, se avesse potuto piangere, avrebbe singhiozzato, in quel momento. Era un ricordo che gli procurava talmente tanto male, che mi sentii una stupida per avergli fatto una domanda del genere. Perché non potevo semplicemente farmi gli affari miei, per una dannata volta nella vita?
Lo presi per una spalla e lo tirai con fatica verso di me, racchiudendolo in un abbraccio, ma sapevamo entrambi che in quella stretta, lui era il più forte.
Mi prese tra le braccia e mi sedetti sulle sue gambe, stringendolo ancora più forte, fino a fargli male probabilmente.
Mi sussurrò qualcosa come “Non è stata colpa tua” ma non ci feci caso. Lo baciai sulla barba ispida e gli accarezzai i capelli. A quel contatto alzò la testa verso di me e sorrise.

«Mi piace se mi tocchi i capelli» sussurrò
«Cosa è successo a Mary, poi?» chiesi, continuando ad accarezzarlo
«I graffi si sono rimarginati, il tipo che mi ha investito è finito in galera per qualche anno, ma ora è libero. Mary ora è una giovane donna, sta per sposarsi. Il suo fidanzato è un bravo uomo, mi piace. Sarà difficile vederla con l’abito bianco, quando l’ho vista crescere»
«Lei ti ha mai visto?»
«No, lei non sa della mia esistenza»

Annuii docilmente e restai a fissarlo, fino a quando la notte non ci coprì col suo manto scuro.



Nerhs's box.
Scusate la mia assenza, ma solo ora sono potuta rientrare in possesso dei miei capitoli e del mio computer.
Questa settimana, per farmi perdonare, inserirò due capitoli, invece che uno. Scusatemi inoltre per il cambio di formattazione, non riesco a fare altrimenti.
Spero che la storia vi piaccia e confido in qualche messaggio :)
Nerhs xx

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Nerhs