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Autore: Ledy Leggy    09/12/2015    2 recensioni
"Non è che posso aiutarvi? Cioè adoro lavorare all'FBI, ma sono più in stile criminale." Si intromise Neal.
"Lo faresti davvero?" Chiese Elsa sedendosi accanto a lui.
"Perché no?" Chiese lui con un sorriso.
"Ad esempio perché ti ho preso in ostaggio e rapito." Osservò Elsa sorridendo a sua volta.
"Con una pistola scarica: hai tutto il mio rispetto."
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mozzie-Dante Haversham, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 15

Tornerò




 

 

 

Un mese dopo...

Elsa era seduta sul muretto lungo il fiume, e guardava l'acqua scorrere sotto ai suoi piedi.

A un certo punto il telefono iniziò a suonare, Elsa lo lasciò squillare finché non smise.

Dopo qualche secondo riconinciò.

"Pronto." Sospirò rispondendo.

"Ciao Elsa, come va?" Chiese Edward.

"Ciao! Tutto bene. Voi?" Chiese Elsa di rimando.

"Qui a New York va tutto bene. Siamo riusciti a far perdere le tracce all'FBI, dovremmo essere al sicuro per un po'." Spiegò Ed.

"Sono contenta per voi." Sorrise Elsa.

"Peter è passato l'altro giorno per cercarti. Vuole sapere quando tornerai." Aggiunse poi Ed incerto. "E lo vorremmo sapere anche io e Margot."

"Non lo so. Mi piace la Francia, qui riesco a pensare più chiaramente." Sospirò Elsa.

"È passato un mese Elsa."

"Lo so, ma non riesco a capire! Doveva essere tutto previsto, ne avevamo parlato. E poi..." Elsa guardò ancora verso il fiume. "La pistola gliela avevo data io. Era di Neal, ma allora perché è stato Keller a sparare?"

"Senti non m'importa se ora, tra tre mesi o tra vent'anni, ma promettimi che prima o poi tornerai da noi a New York." Chiese infine Ed.

"Te lo prometto. Tornerò." Disse Elsa sincera.

"D'accordo. Allora prenditi cura di te."

"Anche tu." Rispose lei riattaccando.

Mise il telefono in tasca e sospirò.

Dopo la morte di Neal era tornata in Francia. Era il paese che preferiva in assoluto ed era anche l'ultimo che aveva visitato prima di andare a New York.

Le sembrava così assurdo che Neal fosse morto. Finora la gente che conosceva non era mai morta, erano avvenimenti rari anche nel mondo di criminali, e lei di certo non era quella con più contatti in assoluto.

Guardò l'orologio e iniziò a camminare lungo la Senna. Rischiava di fare tardi al suo appuntamento se non si sbrigava.

Accelerò leggermente e girò un po' di strade.

Si ritrovò infine a salire una scalinata e alle sei in punto raggiunse la piazza panoramica. Non si vedeva bene la città, ma c'era un tramonto stupendo.

Elsa si appoggiò al parapetto e guardò il tramonto.

"Sono quasi offeso." Disse una voce dietro di lei. "Non sei venuta al mio funerale." Aggiunse poi come spiegazione.

Elsa si girò, gli occhi sgranati.

In piedi dietro di lei c'era Neal, un cappello posato sulla testa e le mani in tasca.

Sorrideva guardandola.

"Puoi anche parlare sai?" Aggiunse lui dopo qualche minuto.

"Sono indecisa se abbracciarti o prenderti a botte." Sibilò Elsa torcendosi le mani.

"Abbracciami." Disse Neal convinto, allargando le braccia.

Elsa lo abbracciò forte, stringendolo più forte che poteva.

"Stai cercando di ammazzarmi, per caso?" Chiese Neal stringendola a sua volta.

"Solo un po'. Come hai osato non dirmi niente?" Chiese poi staccandosi e guardandolo male.

"Ehi! Tu non sei venuta al funerale e non hai versato una lacrima!" Ribatté Neal. "Direi che siamo pari."

Elsa sbuffò scettica, guardandolo.

"Sei stato cattivo, però. Morire è crudele, ma non morire e far finta di essere morto è..." Elsa socchiuse gli occhi cercando una parola adatta.

"Da stronzi?" Chiese Neal sorridendo.

"Sì." Confermò Elsa. "E il tuo biglietto, quello nascosto nella fodera dell'astuccio degli attrezzi da scassinatore, era un po' inquietante." Aggiunse Elsa.

"Perché?" Chiese Neal, poggiandosi al parapetto accanto a Elsa.

"Perché un morto che ti chiede di andare in Francia e comprargli delle meringhe è un po' inquietante." Rispose Elsa.

"Giusto! Le hai comprate?" Chiese Neal, gli occhi che brillavano.

Elsa sospirò mostrando un sacchetto.

Si sedettero su una panchina lì vicino e iniziarono a mangiarle.

"Non lo sa nessuno che sei ancora vivo?" Chiese Elsa dopo un po'.

"Tu sei la prima. Ma un giorno o l'altro ci arriveranno anche gli altri." Rispose Neal.

"Mozzie?" Chiese Elsa stupita.

"Neanche lui. Doveva essere la miglior truffa di sempre." Disse Neal.

"Peter era disperato." Disse Elsa.

"È incredibile quanto mi manca la vita all'FBI. Però è anche vero che sono un criminale, non posso farci niente." Disse Neal scrollando le spalle.

"Diciamo che potresti, ma appena fai qualche passo avanti salta fuori un problema che ti costringe a correre di nuovo indietro." Disse Elsa con un sorriso.

"Sì, si può dire anche così." Ammise Neal. "Mi sei mancata sai?" Aggiunse dopo un po'.

"Siamo stati lontani un anno intero tempo fa e io ti sono mancata ora per un mese?" Chiese Elsa divertita.

"Era più il pensiero che tu credessi che io fossi morto." Disse Neal.

"Ti rendi conto di quanto è intrecciata questa frase, vero?" Chiese Elsa.

"Sì hai ragione." Sorrise Neal.

"Comunque mi sei mancato anche te." Ammise Elsa poi.

"Perché hai lasciato i tuoi amici in America?" Chiese Neal dopo poco.

"Volevo stare un po' da sola." Rispose Elsa alzando le spalle. "Tornerai mai a New York?" Chiese poi.

"Forse. Non lo so. Una volta lì, non riuscirei a stare lontano da Mozzie e da Peter." Rispose Neal.

"Quindi vuoi aspettare che scoprano che sei ancora vivo." Concluse Elsa per lui.

"Già. E comunque volevo far passare qualche anno per dare il tempo a tutti di dimenticarsi di me." Aggiunse Neal.

"Allora un giorno torneremo insieme." Disse Elsa decisa.

"Cosa? Non torni dalla tua squadra?" Chiese Neal.

"Sopravvivono anche senza di me. Tornerò quando tornerai anche tu." Rispose Elsa.

Neal sorrise guardandola.

"Come va il braccio?" Chiese poi.

"A meraviglia." Elsa mostrò quanto riusciva a muoverlo, nonostante i suoi movimenti fossero ancora limitati.

"Se mi avessi detto che saresti andato via, avrei evitato di mettere in ordine tutto il tuo appartamento con un braccio solo." Aggiunse poi cercando di farlo sentire in colpa.

"Hai fatto un piacere a June." Osservò Neal.

"Perché Parigi?" Chiese Elsa sorridendo.

"Per il Louvre." Rispose Neal con un sorriso complice. "Sto organizzando il miglior furto di sempre." Disse facendole l'occhiolino.

"E chi sono io per non partecipare?" Sorrise Elsa.

  
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