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Autore: Annie Black     04/03/2009    2 recensioni
[La storia è sospesa a tempo indeterminato]
Questo è successo perchè nonostante tutte le preghiere, tutte le offerte alla chiesa e tutte le buone intenzioni, l'uomo, in questa vita, è solo. [EdWin]
Questa FF è dedicata a Camilla, un amica appena conosciuta ma con cui ho davvero molto in comune <33
Genere: Romantico, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Che cosa hai fatto, Winry

<< Che cosa hai fatto, Winry? >>. La voce calma del padre risuonava fin troppo arrabbiata anche per le orecchie della bambina. 'Niente' avrebbe voluto rispondere, ma le mancava fiato, e non riusciva a trovare il coraggio di guardarlo in faccia. << Che cosa hai fatto? >> le chiese nuovamente, attendendo una risposta. << N... n-non volevo... non s-sapevo che Al stava male... l-lui n-non me lo ha dett-tto... >> provò a scusarsi, mentre le lacrime iniziavano già a scorrerle giù dalle guance. Aveva la vista offuscata, e i suoi stessi singhiozzi le riempivano le orecchie; si accorse che l'uomo si era alzato solo quando la sua mano grande urtò con forza la sua guancia. Cadde a terra, singhiozzando. << Che cosa hai fatto, Winry?! >>

 

 

Winry lo fece entrare e gli indicò la sedia su cui sedersi, facendo altrettanto. Stranamente, quel ragazzo le era familiare, e qualcosa nel suo istinto le diceva che si erano già incontrati più di una volta, o che per lo meno lei conosceva. Lo vide guardarsi intorno un po' spaesato, mentre si sedeva rigidamente sulla sedia che gli aveva indicato.

Per la prima volta da più di due anni, Winry ebbe il tempo di soffermare lo sguardo su di un ragazzo abbastanza da poterlo definire 'carino', e quel ragazzo che adesso sedeva di fronte a lei lo era davvero: aveva capelli biondo miele, corti, e occhi color ambra imbrunita, che ancora sembravano fare di tutto per sfuggire al suo sguardo. Non aveva mai visto occhi di quel colore.

Doveva essere poco più basso di lei, visto che adesso, entrambi seduti, le sembrava di essere in grado di guardarlo comunque dall'alto: quando erano in piedi non lo aveva notato. Un altro particolare saltò subito ai suoi occhi azzurrini: << Frequenti la A2. >> Non era una domanda, e Winry conosceva comunque la risposta.

Edward alzò gli occhi quel tanto che bastava per poterla guardare senza soffermarsi troppo sui suoi magnetici occhi azzurri, che in qualche strano modo riuscivano ad inquietarlo. Annuì, mentre lo sguardo gli tornava automaticamente alle mattonelle a quadrettoni rossi del pavimento; sembravano un enorme tovaglia.

Winry sbuffò, spazientita; si protese sul tavolo fino a portare la mano sotto il mento del ragazzo e costringerlo ad alzare lo sguardo. Imbarazzata, si rese conto che l'aveva fatto più per poter osservare meglio i suoi occhi che per altro. << Insomma, vieni a casa mia, entri, non mi dici il tuo nome e non mi guardi negli occhi. Devo aggiungere il fatto che non ti conosco? >> chiese retoricamente, osservando le guance del ragazzo tingersi di rosso. Ritirò la mano di scatto, come se si fosse scottata. Edward, costretto a rispecchiarsi in quello sguardo cobalto chiaro, ebbe lo strano desiderio di sfiorarle la mano, come per tastare con mano propria l'esistenza di quella ragazza. Lui si schiarì la gola, e per un attimo Winry ebbe l'impressione che per lui quelle domande equivalessero a un terzo grado.

<< ... Mi chiamo Edward. >> mormorò, con voce imbarazzata. << Io sono Winry. >> disse quindi, avendo nuovamente la sensazione che ci fosse qualcosa di stonato in quella conversazione. Eppure, non poteva fare a meno che sentire una sorta di affetto ingiustificato per quel ragazzo appena conosciuto... Edward...

Winry si portò un dito sulle labbra, fissando il ragazzo con aria pensosa: << Edward è un nome troppo lungo e troppo fuori moda. Ti chiamerò Ed. >> decretò, senza aspettare una risposta da parte del ragazzo. Edward non ebbe neanche il tempo di annuire controvoglia. << Allora, Ed, mi vuoi dire perchè sei venuto? >>. Eccolo, il momento della verità.

Edward deglutì, e inspirò forte: << ... Hanno rubato dei soldi, oggi, a scuola. >> Nuovamente, si ritrovò incapace di fissarla negli occhi e fu costretto ad abbassare lo sguardo al pavimento. Continuò, sebbene ormai non fosse più del tutto convinto di quelle che erano state le sue idee solo cinque minuti prima. << Erano i soldi per la gita di quelli del quinto anno. >> Indugiò per un ultimo istante sul pavimento, prima di concludere: << ... E io mi stavo chiedendo se per caso tu non ne sapessi qualcosa. >>

Winry sgranò gli occhi, il suo cuore prese a palpitare con forza e l'angoscia le attorcigliò lo stomaco: aveva paura. Un sentimento che aveva sperato di non provare più per il resto della sua vita, ma che puntuale tornava a farsi sentire. Fece un ragionamento veloce, correndo con la mente al luogo in cui aveva nascosto i soldi: una tasca interna del giubbotto che aveva indossato nel tragitto casa-scuola. Si dette della stupida: come aveva fatto a dimenticare di toglierli da lì? Se la polizia... La verità la colpì con forza, come uno schiaffo: non c'era la polizia, ma solo Edward. Perchè c'era solo Edward? Winry non credeva che l'allarme della scomparsa dei soldi sarebbe stato dato il giorno stesso del furto, per quello aveva esitato nel nasconderli e nell'usarli. Le tornarono alla mente le parole della madre, che la rimproverava quando la piccola diceva che avrebbe pulito la sua camera il giorno dopo: 'Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi'.  Come aveva fatto a compiere un errore simile?

Ringraziò mentalmente il fatto che Edward non la stesse guardando negli occhi, e velocemente riprese la sua normale compostezza.

<< Perchè dovrei saperne qualcosa? >> chiese, quindi, corrucciandosi. Edward la guardò di sottecchi, ancora più imbarazzato, e sentì lo strano bisogno di scusarsi con lei: << Non lo so! Io... scusami, mi dispiace davvero tanto! Non so nemmeno perchè... >> Si interruppe, poiché il suo sguardo era stato attirato da un foglio di metà quaderno che portava come titolo la traccia di un tema che lui aveva consegnato a scuola la settimana prima. La sua indole competitiva tornò a galla all'improvviso, quando Edward si chiese come faceva Winry, una ragazza che aveva frequentato la A2 solo per una giornata, avere scritto il tema della traccia che era stata consegnata nella sua classe una settimana prima. Si sentì stupido nel passare tanto velocemente da un argomento all'altro, ma non se ne curò, troppo preso da questo nuovo e strano mistero. Dopotutto, si disse, una ragazza come Winry non poteva di certo essere l'autrice di un furto. Era meglio distogliere la sua attenzione anche per non fare una figura peggiore di quella che probabilmente aveva anche già fatto. << Che cos'è quello? >> chiese quindi, indicando il tema alle spalle della ragazza, posato sul piano libero della cucina. Winry seguì lo sguardo del ragazzo, e quando intercettò che cosa aveva attirato la sua attenzione sospirò di sollievo: sembrava che stessero cambiando discorso. Sembrò più che felice mentre si alzava dalla sedia per prendere il tema e tenderlo a Edward. Lui afferrò il foglio voltandolo immediatamente, per vedere il voto: 10 ++. Se avessero potuto, le braccia gli sarebbero cadute. Lui a quel tema aveva preso 10+. Non sapeva neanche che esistesse il voto 10++! Insomma... All'improvviso una nuova domanda lo colse impreparato: Winry aveva fatto quel testo e aveva ricevuto un voto. Come diavolo aveva fatto se non era mai stata a scuola?

Winry, nuovamente seduta, cercava di decifrare l'espressione di Edward per capire se sarebbe tornato sull'argomento di prima o se avesse completamente cambiato polo di attenzione. Nonostante tutto, non riusciva a non chiedersi il motivo della presenza di Edward in casa sua. Sorridendo lievemente, si rese conto che Edward era il primo effettivo ospite che entrava in casa loro. In un modo o nell'altro, sentiva che quel ragazzo era speciale, come Al.

<< Winry, io non ti ho mai vista a scuola. >> affermò Edward un attimo dopo, posando sul tavolo il tema più-che-perfetto della ragazza. Winry annuì con naturalezza, e scosse la testa facendo danzare dolcemente le ciocche di capelli biondi sulle guance; Edward si sorprese a fissarla come imbambolato. << Io frequento da casa. Studio per conto mio e svolgo le verifiche che si fanno in classe via posta. >> spiegò, intrecciando le dita di entrambe le mani sotto il mento, con i gomiti sulla superficie liscia del tavolo. Edward la guardò incuriosito: << Perdona la domanda... ma perchè non frequenti come tutti gli altri alunni? >>

Winry sorrise leggermente: << Perchè io non sono come tutti gli altri alunni.... >> mormorò, lasciandolo basito. Edward si costrinse ad abbassare nuovamente lo sguardo, temendo che quella sua insistenza nel guardarla avesse potuto farle pensare male di lui. Eppure sembrava così facile guardarla...

Proprio in quel momento si udì un rumore forte e ripetitivo, come di qualcosa che rotolava sul pavimento. Edward si girò leggermente lungo la fonte del rumore, e Winry fece altrettanto, allarmata: non voleva che qualcuno vedesse Alphonse. << E' il mio gatto. E' sempre così sbadato e giocherellone, sarà caduto dentro uno scatolone... >> si scusò fin troppo in fretta, prendendo Edward in contro piede.

Edward la guardò nuovamente, interessato: << E' da molto che ti sei trasferita qui? >> chiese, quindi. Winry corrugò appena le sopracciglia: non le piaceva la piega che stava prendendo la conversazione e non voleva che Edward si interessasse troppo a lei. << Dall'inizio dell'anno scolastico >> rispose, secca. Non avrà intenzione di restare qui tutto il giorno, spero!, si ritrovò a pensare Winry, seccata e affascinata al tempo stesso: il modo in cui quel ragazzo sviava abilmente il suo sguardo le ricordava suo fratello Alphonse in un modo assurdo.

All'improvviso, Edward si alzò dalla sedia: lo fece con tanta violenza e così improvvisamente che Winry sobbalzò, confusa: << Qualcosa non va? >> azzardò, vagamente preoccupata per lui: il volto di Ed era cambiato, sembrava arrabbiato, adirato.

 

****

 

Quando Roy venne malamente svegliato dal campanello di casa, alle cinque in punto di pomeriggio, pensò che avrebbe incenerito volentieri chiunque avesse ritrovato sulla soglia; ovviamente, però, non aveva fatto i conti col fato. Non vedeva Maes Hughes da più di sei mesi per via del suo trasferimento in altra sede, eppure lo riconobbe subito: poco più basso di lui, con i capelli castano scuro più corti di come li portava a sei mesi prima, gli occhi di color ambra imbrunita, decisamente molto più adulti di sei mesi prima, e un sorriso leggermente sarcastico, probabilmente in riferimento a qualche buffa osservazione sul suo conto che si stava tenendo per sé. Nonostante non si fosse ancora visto allo specchio, Roy non poteva dargli torto: doveva avere i capelli color pece tutti arruffati, gli occhi ancora semichiusi dal sonno e la camicia bianca sbottonata – lo capiva dal modo in cui il freddo invernale gli stuzzicava la pelle scoperta. Maes tirò su la mano destra e gli fece un curioso sorriso militare, senza abbandonare quella specie di ghigno dalla faccia: << Colonnello Mustang, spero che le apparenze ingannino! >> esclamò, lasciando Roy immobile a guardarlo prima di sgranare gli occhi e capire a che cosa si riferisse. In effetti, il suo abbigliamento e il suo aspetto in quel momento faceva intuire di essere in compagnia – o di esserlo stato. Fece per parlare, ma una vocina più acuta e femminile lo precedette: << Papà, che vuol dire ‘apparenze’? >>

A parlare era stata una bambina di quattro o cinque anni che se ne stava aggrappata ermeticamente con le braccia alla gamba sinistra del padre, con il volto completamente alzato verso di lui nella speranza di attirare finalmente la sua attenzione. … <<Papà’?! >> ripeté Roy, una volta aver assimilato le parole della bimba e accettato anche solo parzialmente la sua presenza lì.

Fissò il suo migliore amico, letteralmente senza parole: << Hai una figlia?! >>

Il sorriso dell’uomo si allargò.  

 

****

 

Winry osservò la schiena di Edward allontanarsi secondo dopo secondo, mentre ancora cercava di capire che cosa era successo. Senza alcun preavviso, Edward si era alzato e aveva detto che era terribilmente in ritardo perqualcosa’ – il ragazzo aveva farfugliato quelle parole così in fretta che era già un miracolo che Winry fosse riuscita a comprendere le prime. Storse il naso e lasciò che la tenda tornasse a nascondere la finestra della cucina dagli occhi indiscreti dei vicini impiccioni. Non poteva impedirsi di sorridere: era andata bene.

Certo, non aveva ancora capito come mai Edward fosse stato indirizzato proprio verso di lei per via del furto dei soldi a scuola, però… Però Edward le piaceva. Le aveva fatto una strana impressione, certo… ma le stava simpatico, tutto sommato. Sì, era un ragazzo decisamente buffo.

Il ronzio oleato della sedia a rotelle la costrinse a girarsi: Alphonse la osservava alquanto accigliato, sulla soglia dell’arco della cucina. Gli sorrise, ma lui non ricambiò: << Perché tu puoi vedere amici e io no? >> le chiese,  guardandola con sguardo accusatorio. Lo sguardo di Winry si incupì, ma il sorriso non abbandonò le sue labbra: avrebbe sorriso sempre per Al, lo aveva promesso.

<< Quello non era un mio amico. Diciamo… che è passato di qui per caso. >> divagò Winry, cercando inutilmente di eludere domande scomode che – ne era certa – sarebbero arrivate da un momento all’altro.

Alphonse spostò in avanti la manopola della sedia a rotelle, avanzando verso di lei e torreggiandola – se non fisicamente – con lo sguardo. Winry si spostò automaticamente, arretrando verso il tavolo.

<< Di cos’è che stavate parlando? >> chiese allora Alphonse, con un sopracciglio inarcato e gli occhi azzurri sogghignanti. << Di scuola. >> affermò Winry, guardandolo sospettosa. Alphonse piegò la testa da un lato e socchiuse gli occhi: << Perché menti? >> mormorò, con voce lamentosa. Winry sgranò gli occhi: << Che stai dicendo? Non è affatto vero! >> esclamò contrariata, sebbene fosse ben cosciente di affermare il falso.

Alphonse la guardò accusatorio: << La mamma diceva sempre che non si doveva né rubare né dire bugie. >> sibilò velenoso, inchiodandola con uno sguardo fin troppo severo per la sua età. Winry abbassò lo sguardo, annegando il senso di colpevolezza nella ragione della propria vita. << La mamma è morta, Al. >> disse lentamente, con voce fredda. Alphonse non si fece intimorire dall’astio presente nella voce della sorella, ma continuò imperterrito: << La mamma aveva ben chiaro quello che potevamo e non potevamo fare. Che cosa credi che direbbe se venisse a sapere che ti sono bastati pochi anni per dimenticarti di tutto quello che ci ha insegnato? >>. La voce di Alphonse era così dura, così… diversa… da come Winry la ricordava. Così cambiata.

<< Non parlarmi così, Al! Sono più grande di te, e se non sbaglio la mamma ci aveva insegnato anche a portare rispetto a quelli più grandi di noi! >> esclamò Winry, rialzando lo sguardo leggermente lucido di lacrime. Alphonse la guardò sorpreso, ma non commentò. Quando riaprì bocca, Winry capì che la tempesta era passata. << Non voglio che tu vada in prigione per colpa mia. >> mormorò, abbassando lo sguardo. Winry chiuse gli occhi brucianti di lacrime che non sarebbero mai realmente nate e gli si avvicinò, abbassandosi fino a lui e posandogli un bacio sulla fronte. Alphonse la abbracciò, allontanandosi dallo schienale della sedia per tendersi verso di lei, chiudendo le braccia intorno alla sua vita. << Sciocco, non ti lascio. >> mormorò Winry, spettinandogli i capelli con la mano. Alphonse affondò il volto nel vestito di Winry, mentre lei gli accarezzava lentamente il capo. << Riporta i soldi a quel ragazzo. >> disse, poi, trattenendo i singhiozzi che minacciavano di farsi sentire da un momento all’altro. Per la prima volta Winry non se ne accorse quando si separò da lui guardandolo con quell’espressione adulta che Alphonse odiava tanto: << Non posso. Devo pensare anche a noi. Quei soldi ci servono. >> Lo disse con voce piatta, come se se lo fosse ripetuto così tante volte da rendere la risposta immediata e automatica. Alphonse la lasciò andare, arretrando con la sedia a rotelle. La fissò negli occhi, e questa volta una lacrima gli scivolò giù per la guancia. << Quei soldi non mi daranno un cuore nuovo. >> replicò, con voce instabile. Lo stomaco di Winry si contorse dalla ribellione che quelle parole avevano provocato in lei. << Non lo sai, Al. >> disse lei, a denti stretti.

Alphonse restò nuovamente sorpreso: si era aspettato che Winry gli rispondesse ‘Guarirai presto’ oppure ‘L’ospedale ci chiamerà presto per il tuo cuore, vedrai, è solo questione di tempo’ per poi smentire il giorno dopo ‘Hanno solo perso nostro numero. Oggi vado a darglielo di nuovo’. Winry, per la prima volta da quando avevano scoperto la sua malattia, lo stava trattando da adulto. Aveva ammesso che lui aveva quel problema e aveva provato – forse inutilmente o forse no – a trovare una soluzione. Solo, lo aveva fatto nel modo sbagliato.

Alphonse provò lo strano impulso di alzarsi da quella sedia a rotelle e scappare via, lontano dalla consapevolezza di essere veramente giunto al termine della propria infanzia.

 

****

 

Si chiuse la porta alle spalle scrutando nervoso quell’esserino alto poco più di un metro che si stava guardando intorno interessata, già intenzionata a trovare qualcosa da fare.

La figlia di Hughes, si ripeté, ancora incredulo, questa ‘cosa’ è la figlia di Maes Hughes. Roy la fissò ancora per qualche secondo, poi, quando ebbe la sicurezza che non si sarebbe mossa da lì per i prossimi cinque minuti corse al telefono, a chiamare l’unica persona che avrebbe potuto aiutarlo in una situazione simile.

Compose il numero frettolosamente: << Hawkeye? … Sì, sono io. >>

 

 

**********************************

Mi scuso con tutti i lettori per il terribile ritardo, ma purtroppo queste due settimane sono state le più travagliate da quando è ricominciata la scuola: interrogazioni, verifiche, litigi… E’ stato emotivamente pesante.

Sinceramente non credevo nemmeno di pubblicare oggi, perché – tanto per cambiare – ho ricevuto una brutta batosta a scuola ed ero – e sono ancora – terribilmente depressa. Deve essere stata questa depressione a convincermi a finire questo capitolo – di cui mi reputo anche abbastanza soddisfatta.

Per rispondere all’unica cosa che ho riscontrato in quasi tutte le recensioni, sì, Winry è arrabbiata col padre, e dal pezzettino in corsivo spero che si capisca anche il perché. L’uomo attribuisce a Winry una colpa non sua, perché se lui si fosse accorto prima della malattia della moglie – che è morta di cuore dopo che lui l’aveva abbandonata insieme a Win e Al come fa Hoheneim  nel manga, e che è una malattia ereditaria - forse lei non ne sarebbe morta e sicuramente Al non sarebbe arrivato al punto di aver bisogno di un trapianto di cuore.

E così, si può dire che il primo mistero è svelato. Alphonse è malato di cuore e necessita di un trapianto il prima possibile… Non so se da questo capitolo era chiaro, ma Winry aveva rubato i soldi con l’intenzione di usarli per pagare sottobanco affinché il nome di Al venisse messo sulla lista di quelli che aspettano il trapianto con urgenza. Uff… in effetti, avrei dovuto scrivere nello scorso capito che era stata Winry a prendere i soldi, ma la storia della pistola e di lei che immaginava di puntarla contro il padre è stata così coinvolgente da farmene dimenticare -.-“ Sì, lo so, sono proprio un caso disperato. Un'altra cosa che mi sta facendo dannare, in questa fan fiction, sono i titoli: ogni volta non so che titolo scegliere -.-‘’ uff

Stranamente, nella mia mente contorta sto progettando anche un angolino non indifferente da riservare al RoyAi in questa storia, il che è fantastico visto che in genere mi concentro solo sui personaggi principali quando scrivo una long-fic. Ah, un'altra cosa che mi piacerebbe spiegare è il titolo della fan fiction: How to Save a Life vuol dire ‘Come Salvare una Vita’ – e la mia passione per le lettere maiuscole si fa sentire anche qui. Ovviamente, il titolo spinge a pensare che la vita da salvare sia quella di Al, ma come vi accorgerete di capitolo in capitolo c’è anche chi se la passa molto peggio del piccolino di casa… Si può dire che il personaggio di Alphonse sia ufficialmente entrato in scena in questo capitolo, e ci tengo a farvi notare per i capitoli successivi, che Winry è alquanto restia a condividere il suo fratellino con il mondo esterno, basta vedere che quando c’era Ed lo ha fatto salire al piano di sopra affinché lui non potesse vederlo…

Ah, un'altra cosa che può essere sembrata oltremodo strana è il fatto che Roy non sappia che Maes ha una figlia: aspettate il prossimo capitolo e – probabilmente – vi sarà chiaro.

Come vi accorgerete prossimamente, in questa fan fiction nulla accade per caso. XD

Bene, e adesso passo ai ringraziamenti:

 

Siyah: So anch’io che la mia ‘richiesta’ di commenti somiglia tanto all’elemosina che si fa per strada, ma bisogna anche rendersi conto che non è molto giusto che su 200 persone che leggono un capitolo solamente 5 recensiscano. So che hai ragione tu e che io sono nel torto, ma in questo periodo ho veramente bisogno di sostegno e se chiedo commenti lo faccio anche perché le persone che seguono la fanfic e la commentano possano vedere come va avanti capitolo per capitolo. So che può suonare come una scusa, però è così. Per quanto riguarda i capelli di Winry… non so, per il profilo psicologico della Winry che ho in mente io farle mantenere i suoi capelli lunghi le dava un aria troppo matura, mentre io voglio che si abbia l’impressione che sia una bambina cresciuta troppo in fretta che cerca in tutti i modi di comportarsi da adulta e compiere scelte giuste – nonostante però sia evidente che non sempre ci riesce e che infondo certi lati della sua infanzia non vissuta riemergano spesso. So che adesso potrebbe non sembrare, ma più avanti te ne renderai conto anche tu da certi suoi comportamenti. XD Mi rendo conto che come hai detto tu un Ed poco atletico e una Win senza la chioma bionda possa mettere un po’ sulla difensiva, ma come ho detto fin dal primo capitolo questa è una AU XD Se nello scorso capitolo la storia era pesante in questo deve aver bucato il terreno XD Per capire che cosa nasconde Riza temo che ci vorrà ancora un po’ di tempo, e per quanto riguarda il ‘trio dei miracoli XD’… Si può dire che in un certo senso Ed sia già entrato nelle grazie di Winry, ma questo particolare si rinsalderà sempre di più con il passare dei capitoli, anche perché per adesso Winry si limiterà a negare e a tenere Ed lontano dai fatti suoi… Ma Ed è così impiccione a volte… XD Ora basta, altrimenti finisco per spoilerare XD

Grazie per la recensione, spero che commenterai anche questo capitolo^^

 

Black_Soul: Eh già, Winry è davvero, davvero, davvero arrabbiata con il padre, e il suo atteggiamento è identico a quello di Ed nel manga, perché in un certo senso è da lì che mi sono ispirata per questa ‘rabbia. Anche se come si è capito dal capitolo scorso – o spero che si sia capito – Winry lo odia perché se lui non avesse liquidato la malattia della madre di Al come un semplice asma magari avrebbero potuto curarla o comunque prendere in tempo Al prima che il morbo si sviluppasse tanto da rendere necessario un trapianto di cuore. (Un'altra cosa che non se si sia capita è che la malattia di Alphonse è ereditaria e che è per questo che se si fossero accolti che anche la madre ne soffriva forse avrebbero potuto salvare almeno lui prima che diventasse tanto grave) Mi scuso per i tempi di aggiornamento, ma come ho già detto sopra è stato un periodo estenuante… Spero di leggere un tuo nuovo commento^^

 

Linkarella: Mia cugina ringrazia di cuore XD Le EdWin sono tutte così, e per quanto mi dispiaccia dirlo, sono così anche le mie one-shot EdWin… sembra che sia un virus diffuso in tutto il web O.O E poi mi piace davvero tanto l’idea di una Winry forte e trasgressiva… Grazie per la recensione, spero di leggerne una anche per questo capitolo^^

 

Aer_Alchemist: Hai ragione, per quel che riguarda Riza XD Nell’anime se ci fai caso è praticamente lei che manda avanti l’ufficio, l’unica cosa che fa Roy è firmare le carte – e pulire i vetri, giocare con Black Hayate, poltrire… XD – Ho solo una domanda per te: che cosa intendi con ‘un immagine alla Train, il protagonista di Black Cat’? Che cosa succede lì? Comunque sì, Winry ha i capelli a caschetto. Come ho già spiegato a Siyah, ho voluto farglieli a caschetto perché stavano meglio con il profilo psicologico che avevo in mente per lei: praticamente farle avere i capelli lunghi la faceva sembrare troppo matura e anche troppo attenta all’estetica – cosa di cui lei non ha neanche il tempo, visto il problema di Al – mentre io volevo ottenere un effetto di bambina cresciuta prima del tempo che cerca in tutti i modi di comportarsi da adulta e fare le scelte giuste per sé e soprattutto per Al. Per quel che riguarda l’Ed. Fisica, invece T^T da noi non c’è la teorica ma solo la pratica… anche se ci fa fare degli esercizi davvero strani O.O Oggi per esempio ci ha fatto fare una serie di passi e saltelli da fare in sequenza per tre volte in gruppi di sei T^T E’ stato terribile, lei ci voleva coordinate come delle majorettes mentre noi eravamo sgraziate come un gruppo di elefanti in una stanza piena di cristalli T^T Per quel che hai detto a proposito del fatto che quando Winry parla del padre sembra che il padre sia soltanto di Al, posso solo dirti che in questa fanfic nulla è lasciato al caso e che se io ho scritto così vuol dire che c’è sul serio qualcosa sotto. Però mi voglio congratulare con te: non ti sfugge proprio niente, sembri capace di trovare persino l’ago disperso nel pagliaio! Complimenti, davvero, rispondere ai tuoi commenti è sempre una gioia perché mi fa capire che qualcuno fa attenzione anche a certi particolari che non sempre si riesce a notare – ma che io cerco di mettere in evidenza i tutti i modi XD

Spero di leggere un tuo nuovo commento^^

 

MellyVegeta: Eh si, Winry lo odia letteralmente a morte. Ma infondo la capisco perché è colpa sua se Al necessita di un trapianto di cuore: se il padre avesse portato la madre da un medico e avessero scoperto il suo problema al cuore – che è appunto ereditario e che l’ha portata alla morte – avrebbero potuto prendere la malattia del piccolo di casa in tempo e guarirlo, anziché liquidare la cosa come un asma, far morire la donna e praticamente condannare il povero Al. T^T Poverino, come lo tratto male in questa fanfic T^T Nell’anime perde il corpo e qui è malato di cuore…. E’ proprio sfortunato, non c’è che dire XD T^T *piange e ride contemporaneamente* Anche tu, quando hai detto che quando Winry ha puntato la pistola alla sua immagine nello specchio temevi che facesse una cosa all’Eikichi Onizuka che cosa intendevi?

Davvero ti piace Roy in veste di preside? *W* Ne sono contenta, anche perché non ero molto sicura dell’efficacia del suo ruolo XD Grazie per il commento, spero di leggere nuovamente una tua recensione^^

 

Questa volta mi impegnerò a rispettare i tempi d’aggiornamento, ma voi impegnatevi a recensire, d’accordo? Più recensioni ottengo prima aggiorno!

Aspettando le 5 recensioni, A presto!

 

  
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