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Autore: Cinziart_96    09/12/2015    1 recensioni
-Benvenuti signori. Benvenuti.-
La voce attirò su di sé l’attenzione del Signore del Tempo: non riusciva a capirne la provenienza.
-Non affaticatevi. Sono molto lontano da qui e al tempo stesso sono ovunque.- continuò con un tono leggermente divertito.
L’arena intanto si stava trasformando, accompagnata da tremori più o meno consistenti.
-So che volete andarvene. Lo desiderano tutti, qui.- si fermò un momento. –E chi sono io per impedirvelo? Non posso impormi sulla vostra volontà. Non posso e non voglio.- proseguì come se stesse cordialmente chiacchierando di fronte a una tazza di tè fumante. –Dovete capire che la mia è una posizione complicata… non posso scegliere, sono costretto a fare quello che faccio.-
* * *
Per chi non ha voglia di aspettare che passino le ere prima di leggere tutti i capitoli e arrivare alla fine della storia.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 02: Welcome

Qualcosa come un vociare cupo a tratti più forte o più ovattato fece aprire di scatto le palpebre al Signore del Tempo.
Una serie di linee scure si stagliarono, sfocate, su un fondo chiaro per qualche rapido secondo. Richiuse gli occhi, colto da un capogiro. Prese un paio di respiri profondi, allontanando la nausea.
C’era uno strano odore nell’aria. Di sudore, di tensione, di paura.
Pian piano il Dottore tentò di riaprire le palpebre. Le linee verticali che aveva visto prima lo circondavano. Erano tante e sottili, coprivano anche il suo cielo dall’irreale colorazione bianco-crema. Si muoveva leggermente e sembrava avere una consistenza morbida.
L’uomo scosse la testa. Il cielo non è morbido, pensò. E non è a righe.
Qualcosa si mosse sotto di lui, gemette leggermente e cercò di cambiare posizione.
-L…Lara?-
-No…- gli rispose la voce impastata della ragazza, da qualche parte vicino a lui. –Ti prego…-
-Cosa?-
-Due… minuti…-
Il Signore del Tempo fallì in quell’istante il suo tentativo di alzarsi a sedere e ricadde sulla pancia della ragazza.
-A…ahio.-
Il Dottore si girò su un fianco, borbottando qualche scusa, per poi mettersi a fatica in ginocchio. Nonostante ci stesse seriamente provando, non riusciva ad alzare la fronte dal corpo di Lara, ancora sdraiata davanti a lui. Gli girava la testa. Gli girava terribilmente la testa e non riusciva a capire dove si trovava.
-Dobbiamo… alzarci…- balbettò rivolto più che altro a sé stesso.
Lara probabilmente lo intuì e aprì piano gli occhi.
-Prima tu…- mormorò.
Lui corrucciò la fronte, ma non riuscì proprio a schiarirsi le idee. Decise di imprimere un po’ di forza nelle braccia, almeno si sarebbe alzato dalla pancia della ragazza.
Dopo un paio di tentativi aveva il busto sollevato, il volto rivolto verso l’alto.
La mente e i sensi iniziarono a schiarirsi.
Sentiva un vociare sempre più forte proveniente dall’esterno di quelle sbarre scure e lucide.
Sbarre.
Con una mano si massaggiò gli occhi e la radice del naso, scese poi sul petto e cercò di allargare il tessuto della sua abituale giacca marrone con le dita. Tuttavia i suoi polpastrelli incontrarono solo il tessuto morbido e un po’ appiccicoso di sudore del pigiama che si era messo.
-No, i vestiti… la camera…- si diede dell’idiota. –Il cacciavite è rimasto…-
-Dottore…?-
La voce impastata di Lara lo riportò con i piedi per terra.
-Cosa… cosa sta succedendo?-
A fatica anche lei si era riuscita ad alzare. Aveva piegato le gambe e ci si era rannicchiata sopra, chiudendo gli occhi.
-Mi fa…- inspirò, corrucciando la fronte. –Mi fa male la testa…-
-Anche a me, Lara.-
Lei aprì gli occhi e, con la testa appoggiata alle braccia incrociate, si diede un’occhiata attorno.
-Dove siamo finiti? Ci hanno preso…?-
Il Dottore si avvicinò alle sbarre che li bloccavano e allungò un braccio verso l’esterno.
-Cosa stanno facendo là fuori?- chiese ancora la ragazza, via via con un tono più preoccupato. –Cos’è… questo…?-
-Starei proprio cercando di… scoprirlo…- rispose lui, la faccia premuta contro lo spazio tra due sbarre. -…no, non ci arrivo.-
Il telo chiaro si muoveva impercettibilmente appena fuori dalla portata del braccio dell’uomo, proteso verso l’esterno. Lara gattonò fino a raggiungerlo, i movimenti leggermente impacciati per colpa della camicia da notte. Inciampò nel tessuto e cadde in avanti ma, come in un sogno, venne sostenuta dal Signore del Tempo che poi dolcemente la fece appoggiare a sé.
-Dottore… già mi fa male la testa, perché tutto questo… casino?-
Effettivamente il brusio proveniente da fuori era diventato quasi insostenibile.
Improvvisamente si spensero le luci tutt’attorno a loro, come se qualcuno avesse fatto saltare la corrente. Il silenzio arrivò quasi subito.
Il Dottore cercò Lara nel buio.
Nel preciso istante in cui il silenzio era diventato assoluto, una luce calda, molto più forte e accecante di quella di prima, abbagliò la gabbia che racchiudeva i due ragazzi. La folla intera esplose in un boato di gioia quando, con uno scatto secco, il telo venne rimosso.
Il Dottore si guardò attorno, confuso. Era in un’arena circolare molto molto grande, attorniato da spettatori. Ne intravedeva il movimento, avvolti com’erano nel buio.
-D… Dottore?-
La ragazza, accanto a lui, cercò la sua mano e la strinse, tremando.
-Ho paura…-
Essendo ancora seduti a terra, la sensazione che tutta quella folla aliena stesse per riversarsi loro addosso era fortissima. Quasi cercasse di toglierti il respiro. Solo delle alte mura spoglie li proteggevano da quella valanga appena percepibile. Nascosta nel buio dei riflettori.
-Stanno aspettando qualcosa.- disse il Signore del Tempo, stingendo la mano fredda della ragazza. –Ma cosa?-
-Non lo voglio sapere.- gli rispose lei. –Voglio solo andare via. Per favore.-
Il Dottore appoggiò le mani a terra e sollevò un ginocchio, cercando di alzarsi in piedi.
-Forse per andarsene bisogna fare qualcosa. Qualcosa di particolare che noi non sappiamo.- spiegò appoggiandosi con la schiena a un paio di sbarre per rimanere eretto. –Dobbiamo chiedere.-
-A chi?-
Il Dottore tese le braccia verso Lara che ne afferrò debolmente le mani per alzarsi.
-Non so a chi, ma non possiamo rimanere qui fermi a non far nulla.-
Le sbarre iniziarono a quel punto a scivolare nel terreno tiepido, scomparendo completamente in pochi secondi. La terra tremò e i due si abbracciarono per non cadere.
-Benvenuti signori. Benvenuti.-
La voce attirò su di sé l’attenzione del Signore del Tempo: non riusciva a capirne la provenienza.
-Non affaticatevi. Sono molto lontano da qui e al tempo stesso sono ovunque.- continuò con un tono leggermente divertito.
Sembrava avere a che fare con situazioni del genere continuamente.
L’arena intanto si stava trasformando, accompagnata da tremori più o meno consistenti.
-So che volete andarvene. Lo desiderano tutti, qui.- si fermò un momento. –E chi sono io per impedirvelo?-
Lara guardò il Dottore. –Chi è? Perché dice così?-
-Non ne ho idea Lara. Ti giuro che non lo so.-
Quando la voce si fece sentire ancora, il Dottore notò che non riusciva nemmeno a distinguere se era una voce maschile o femminile. Era registrata però. Di questo era sicuro.
-Non posso impormi sulla vostra volontà. Non posso e non voglio.- proseguì come se stesse cordialmente chiacchierando di fronte a una tazza di tè fumante. –Dovete capire che la mia è una posizione complicata… non posso scegliere, sono costretto a fare quello che faccio.-
Dai lati dell’arena sgorgarono due fiamme di fuoco liquido, le pareti lisce si ricoprirono di spuntoni rocciosi bucherellati come le pietre laviche, dal medesimo colore nerastro.
-Dottore, che succede?-
Lui avvertì la ragazza circondargli la vita con le braccia, mentre assieme notavano con orrore come l’arena iniziava a ricoprirsi di lava incandescente. Da quel fiume di fuoco emergevano a distanze irregolari spuntoni, iceberg di roccia roventi, da cui pori colava il fuoco arancione e rosso.
La voce registrata continuò il suo lento monologo, mentre il Dottore e Lara correvano verso una roccia abbastanza grande da tenerli su entrambi. Iniziava a sentirsi fin troppo bene il calore della lava, che ancora usciva dalle bocche laterali. –Non è mia intenzione farvi del male, non fraintendetemi.- stava dicendo.
Al Dottore sembrò che stesse scuotendo mestamente la testa.
-Anzi. E’ mia intenzione salvarvi. Tutti e due. Anche a costo di qualche sacrificio.-
I due si guardarono e il Signore del Tempo notò in quell’istante quanto Lara fosse effettivamente spaventata. Si teneva alla roccia con braccia e gambe, nonostante il calore che proveniva da essa.
-Per questo dovete seguire i miei consigli. Per mettervi al sicuro. Per salvarvi.- spiegò la voce.
Il Dottore vide la ragazza, proprio di fronte a lui, stringere forte gli occhi, le nocche bianche contro la roccia nera.
-La vedete l’uscita?-
Il Signore del Tempo si arrampicò verso l’alto, sfuggendo a uno schizzo di fuoco liquido che lambiva il loro scoglio. Si diede un’occhiata attorno proprio mentre una luce, dal soffitto, illuminava una porta metallica semplice e piccola.
-Lo so a cosa state pensando, lo so. E non vi biasimo per questo. E’ lontana. C’è il fuoco tutt’attorno a noi. Come dovremmo fare per raggiungere l’uscita?-
Lara attirò l’attenzione del Dottore toccandogli il braccio.
-Il livello del fuoco sta salendo.- gli disse preoccupata.
-Dobbiamo spostarci verso l’uscita.- disse lui indicandole una roccia abbastanza vicina da essere raggiunta con un salto.
-Credo di non potervi dare alcun consiglio. Non c’è nulla di più di quel che vedete.- disse la voce di nuovo, assolutamente indifferente all’aumentare del fuoco e del calore. –Vi aspetto all’uscita.- concluse leggermente, con noncuranza. –E mi raccomando, state attenti.-
La folla ancora una volta manifestò il suo apprezzamento per quelle inutili parole con un boato di risa, urli, scalpitii che durarono qualche breve secondo.
Il Dottore e Lara nemmeno lo notarono.
La terra era instabile sotto i loro piedi nudi. Fortunatamente le rocce su cui si arrampicavano e scivolavano non erano troppo aguzze o appuntite. C’erano poi molte cavità in cui infilare le dita e issarsi verso l’alto, al sicuro dal calore insopportabile.
Il Signore del Tempo sospinse la ragazza sulla parete dell’arena, poi afferrò uno dei tanti spuntoni e si mosse verso sinistra, seguendo Lara.
-Dai, continua a muoverti!- le disse quando a un tratto si fermò.
La lava stava salendo ancora.
-…non posso!-
-Sì che puoi! Stai andando benissimo, continua in quella direzione!-
La vide scuotere la testa e appiattirsi contro la parete. Lui si sporse: c’era solo un’altra roccia, poi, per riuscire ad evitare il fuoco, avrebbe dovuto saltare verso l’ennesimo iceberg galleggiante.
-…Lara.- chiamò il Dottore, cercando di andarle vicino. –Lara, guardami!-
Una vampata di calore tolse ad entrambi il respiro.
-Dottore…- boccheggiò lei, le braccia tremanti per lo sforzo di tenersi su. –Dottore… non ce la faccio! Non ci riesco!-
Lui le vide il volto bagnato di lacrime e sudore, il vestito sporco e strappato. Avrebbe tanto voluto capire cosa stava succedendo, cos’era quel posto orribile. Indicibile.
-Lara! Devi saltare, non possiamo rimanere qui!- le urlò il Signore del Tempo. –Ce la puoi fare!-
Lara distolse lo sguardo dal suo e i suoi occhi cercarono qualcosa verso l’alto. L’uscita era proprio a due passi da loro.
E anche il fiume di fuoco.
-TI prego, Lara! Veloce, salta!-
E lei saltò.
Il Dottore vide i suoi piedi nudi staccarsi dai solidi spuntoni di roccia della parete e raggiungere la roccia galleggiante.
La vide cercare di aggrapparsi ma le sue dita non trovarono nessun orifizio. Nessun poro della roccia abbastanza grande da sostenerla.
Un lungo e sconvolto “NO!” raggiunse la ragazza e si spense con lei nelle fiamme roventi.


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La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.
  
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