28 Maggio.
Elena è finalmente rientrata a casa dopo
gli esami, non può ancora credere di aver concluso il
primo anno di college. Il tempo passa davvero in fretta e finalmente potrà
rivedere Damon.
Prova a non arrossire al solo pensiero di
quando si incontreranno quella sera stessa per la cena
che gli stanno organizzando e sospira felice, attirando lo sguardo curioso di
Caroline, intenta a scegliere un mascara nella profumeria cittadina.
-Allora, dove dobbiamo andare dopo?-
-A comprare l’occorrente per la sorpresa
che sto organizzando-
Elena si presenta un rossetto allo
specchio, ha voglia di comprarsi qualcosa per la serata e sospira profondamente
come per calmare quelle fitte allo stomaco che le ricordano di quanto sia
elettrizzata, pur non volendolo ammettere fino infondo
perché vorrebbe dire dare un potere a Damon su di lei, un potere che potrebbe
renderla felice quanto distruggerla.
E mentre si perde nei pensieri, che per un
solo istante le adombrano il volto, non si accorge dello sguardo attento di
Caroline.
-Mm…Elena sai vero che prima
o poi dovrai dirci cosa succede tra te e Damon?-
La brunetta alza gli occhi di sfuggita e
si ravvia i capelli.
-Non succede niente, siamo molto amici-
-Uh, e questo molto da dove salta fuori?-
-Bè se ti dico
“solo” amici hai da ridire-
-Certo che sì, se ne è
accorto anche il cassiere che mi stai mentendo-
Caroline ammicca eloquente scatenando una
risata di Bonnie.
-Comunque per ora quella che qui ha
qualcosa di interessante da raccontare è Bonnie-
-Bel tentativo di deviare il discorso Gilbert,
ma non finisce qui…allora?-
La bionda si volta di scatto verso l’amica
mora che se ne sta lì ad arrossire.
-Beh niente di che, io e Kol abbiamo
finalmente ufficializzato quello che sapete-
-Dunque state insieme?-
Elena è super felice.
-Uh Bon, e io che
speravo che tu non ti facessi contaminare dai Mikaelson…-
-Eddai Care non
fare l’antipatica-
-A proposito…..non
ci sarà per caso Klaus stasera?-
Lo sguardo azzurro, allarmato,
vaga da Elena a Bonnie.
-Certo che sì, è il migliore amico di
Damon-
-Dio ricordatemi perché ho deciso di
partecipare a questo stupido evento-
-Perché stai ricostruendo il tuo rapporto
con Stefan…-
Elena mette sul banco della cassa il
rossetto.
-Perché come segno di amicizia ti sei offerta di aiutarlo-
Bonnie fa lo stesso con un profumo e una
maschera per il viso.
-Perché sono una santa, ecco perché!-
E Caroline mette il suo cestino strapieno
di trucchi.
-Adesso paghiamo e muoviamoci prima che
cambi idea-
Le due ridono divertite e riprendono i
loro misteriosi giri.
E passano il pomeriggio a sistemare,
chiamando Stefan per i dettagli.
Damon è bloccato tutto il pomeriggio ad una riunione di una società di cui gestisce il bilancio e
non rientrerà a casa prima di sera, così quando Elena e le altre arrivano a
casa Salvatore per aiutare il ragazzo con l’apparecchiatura, lo trovano in
salotto a rincorrere una piccola gattonatrice particolarmente
svelta che se la ride di gusto.
-Da
da!!Da da!-
Le ragazze sorridono intenerite dalla
scena di Stefan che quasi piange a sentire sua nipote che lo chiama con le sue
prime parole incomprensibili. Appoggiano le buste della spesa sul tavolo del
salotto ed Elena lo raggiunge.
-Ciao
piccolina!-
Solleva la piccola Lily da terra e la
riempie di baci.
-Mi sa che dovrai farti un bel bagnetto
per stasera-
-Ha praticamente
pulito tutto il pavimento con la tutina, suo padre mi ucciderà-
-Suo padre ha un set di magliette nere
inquietanti identiche, direi che non dovrebbe commentare le decisioni altrui-
Care sbotta mentre osserva i due fare
tutt’altro che aiutarla.
-Mm ciao Care ben arrivata-
-Allora…cominciamo? Vedi di non irritarmi
Salvatore, ci pensa già quell’odioso di Enzo-
Bonnie ed Elena si voltano curiose verso
l’amica.
-Enzo?-
-E chi sarebbe?-
-Oh, un amico di Maggie, la mia tutor…un essere insopportabile dall’accento europeo-
-E per cui Care sbava-
Stefan sogghigna dando un buffetto a sua
nipote che si sta letteralmente ciucciando una mano a causa dei denti che le
danno fastidio.
-Io non sbavo proprio per nulla!!!!E’ lui che è estremamente inopportuno!-
La rabbia della ragazza fa scoppiare una
risata generale.
-Ok io do la merenda a questa signorina,
mentre voi iniziate ad allestire la tavola-
Il cibo ovviamente è stato tutto ordinato
al ristorante preferito di Damon.
Quando è finalmente giunta l’ora di andare
a casa per cambiarsi, le ragazze salutano Stefan e la bambina ed Elena carica
in auto una scatola che tirerà fuori solo alla fine della serata.
***
Quando Damon rincasa
più tardi trova suo fratello intento a finire di sistemare alcune cose; gli ha
detto della cena di compleanno, se gli avesse fatto una sorpresa adesso sarebbe
probabilmente morto.
Così lui lo ha
lasciato fare anche perché la sua testa era troppo presa dal lavoro e perché
adesso che Stefan è rientrato dal
College è diventato il baby sitter a cui affidare sua
figlia in sostituzione di Elena.
Non sapeva come fare a dirle che forse non
è il caso che continui a tenergli sua figlia se lui ha intenzione di prendere
le distanze, quindi la scusa dello zio libero gli è sembrata ottima, se mai lei
dovesse fargli domande al riguardo.
Ma la verità è che non sa proprio come
comportarsi.
Lo sa che sta facendo lo stronzo con lei e
forse la frenesia del periodo degli esami finali non le ha dato modo di
indagare sul suo comportamento, ma le osservazioni fatte da Ric sono lì che lo
puntellano come un coltello alla gola e per quanto sarebbe più bello e semplice
lasciarsi andare a lei, alle sue cure, a quella inspiegabile
tenerezza, sa che non deve farlo.
E l’unico modo che lui conosca per tenere
lontano una persona è trattarla male.
Sorride a sua figlia, una volta che si è
lavato e vestito può finalmente coccolarla un po’.
-Ehi ma da dove arriva questo grazioso
vestitino? -
-E’ stata Elena-
Damon alza lo sguardo azzurro su suo
fratello che lo scruta come per esaminare le sue reazioni a quel nome, si
chiede se abbia parlato con Ric, suo zio potrà pur essere un rompiscatole, ma
non violerebbe mai la sua privacy.
-Oh, bè ha buon gusto-
Mette la bambina nel seggiolone per andare
poi a prepararle la cena.
E’ tutto pronto mancano
solo gli ospiti e il campanello inizia già a suonare; suo padre osserva curioso
i suoi figli e ogni tanto gli sembra strano quel clima che si è creato.
Ci sono certi momenti in cui la moglie gli
manca terribilmente e la bottiglia sembra l’unico alleato valido, ma da quando
c’è sua nipote, che assomiglia tanto alla nonna, riesce a sentire quel vuoto enorme
ridursi un po’ e non finire così per scaraventare la sua ira sui figli.
Sa di aver fatto molto male ai suoi ragazzi
e ogni tanto, quando è sera, ha come un pungolo dentro che lo porta a voler
rinfacciare a Damon certe cose, ma poi lo vede con la bambina e qualcosa dentro
di lui si muove e gli impedisce di essere arrabbiato con lui.
Soprattutto da quando, grazie anche ad Elena, quella casa in certi momenti è un luogo vivo e
caldo rispetto al gelo che per anni ha pervaso casa Salvatore.
Pensa tutto questo mentre vede Ric e la sua futura sposa che ridono contenti, mentre Damon saluta
Klaus e la bella ragazza che lo accompagna.
E soprattutto pensa che vorrebbe per suo
figlio un destino diverso dal suo ora che osserva i
suoi occhi illuminarsi quando Elena entra in salotto e lo vede dirigersi nella
sua direzione per salutarla.
E non è difficile capire perché l’azzurro
del suo sguardo si scaldi, mentre lei sorride ai presenti, saluta
Ric e Jo, si sposta una ciocca dei lunghi capelli e
le labbra più scure del solito si curvano.
-Ciao-
Lei sorride timida, provando a mascherare
un’emozione che è evidente a tutti nella stanza tranne che a loro due.
Si accorge che suo figlio invece sembra
più distaccato, quasi contenuto.
-Ciao-
-Allora…pare che oggi tu invecchi di un
anno-
-Già….non si
vede?-
-In
effetti hai una ruga in più-
La ragazza abbassa divertita lo sguardo e
vorrebbe allungare una mano, sfiorarlo, stringerlo, invece tiene salda la presa
sulla borsetta mentre cerca un contatto con lui.
Damon invece sembra distante, forse è solo
agitato con tutte queste persone presenti, ma c’è qualcosa che non va.
-Scusa vado a
salutare gli altri-
La supera andando ad abbracciare Klaus,
mentre lo sente fare una battuta a Kol che accompagna Bonnie. E non vorrebbe
davvero sentire un imbarazzo amaro bruciarle le guance mentre lo stomaco si
accartoccia su se stesso; non vorrebbe proprio Elena sentirsi umiliata e
colpita come se Damon l’avesse asfaltata senza pietà.
Non le ha detto nulla di strano, ma lo
conosce ormai da sapere quando la tratta con indifferenza e prende un sospiro
profondo dirigendosi da Caroline.
-Elena, tutto bene? Hai una faccia-
-Sì certo-
-Senti ma quando la smetterai di ….e
quella chi cavolo è???-
Elena sobbalza colta alla sprovvista dal
repentino cambio di espressione di Caroline e segue gli occhi azzurri diretti
alle sue spalle, voltandosi in direzione della porta da cui sono entrati Klaus e una ragazza molto bella.
Non che le
importi, ma tra donne si sa che si crea una sorta di tensione da territorio,
specialmente quando la persona in questione se ne sta a braccetto di Klaus
Mikaelson.
-Ovviamente solo Klaus poteva portarsi dietro
una appena rimorchiata dalla strada-
-Care!-
Elena l’ammonisce
per il tono di voce più che per altro e poi torna ad osservare la nuova ospite
mentre saluta Damon, non potendo evitare proprio di sentire un pungolo al centro dello stomaco.
-Che c’è…hai visto come è
vestita? E’ una festa di compleanno con minore annesso, poteva evitare quei
tacchi o quello scollo…e quel rossetto poi-
Bonnie le raggiunge in quel momento,
crucciando lo sguardo perplessa per la faccia
infastidita di Caroline.
-Se continui finirò per pensare che tu sia
gelosa-
-Ti prego Elena, cerca qualcosa di più
originale da dire…ora se volete scusarmi vado a dire a
Stefan di tirare fuori il cibo-
Durante la cena scoprono che la tipa in
questione si chiama Kathrine, ha frequentato la scuola con Klaus e Damon ed è
da poco tornata in città, ma non sa quanto si tratterrà.
Klaus è stato così gentile da accoglierla e Caroline non si è fatta sfuggire l’occasione per tirargli qualche frecciatina. “D’altronde
Klaus raccatta tutti i gatti randagi del quartiere” è stata la frase che le è
valsa un calcio da parte di Elena da sotto al tavolo e
un colpo di tosse divertito di Kol.
Non sa cosa la infastidisca esattamente,
se il fatto che questa tizia ci provi praticamente con
tutti solo sbattendo le ciglia o per il fatto che Klaus è tutto preso da lei e
non stia direzionando la sua attenzione su Care.
Sa di non provare nulla di particolare
verso il biondino irriverente che ogni tanto, mentre ride a qualche aneddoto di
Kathrine e tiene un braccio sulla spalliera della sua sedia, le lancia sguardi
eloquenti, ma le faceva piacere, per quanto le costi ammetterlo, che la
stuzzicasse.
Klaus ha sempre avuto il potere di farla
arrossire, di farla sentire un po’ più viva.
E dopo tutto il casino con Stefan avrebbe
proprio voglia di distrarsi un po’, di lasciarsi andare senza troppi pensieri. Si
era fatta qualche piccolo film mentale quel pomeriggio
dopo che aveva saputo che lui sarebbe venuto alla cena e ora si sente sciocca
per questo.
In tutto questo Stefan ha notato lo strano
comportamento di Caroline, fingendo di non essere un po’ confuso da lei; sa di
essersi chiarito con se stesso, che non è innamorato di lei, ma non può non
provare un po’ di fastidio per il suo
svolazzare da un ragazzo ad un altro.
Intanto Elena, seduta davanti a Damon, ha
provato tutta la sera a cercare un contatto visivo con lui, a parlargli, ma lui
è stato sfuggente e strano; non riesce a capire cosa sia successo dal loro
ultimo dialogo sembrava andare tutto bene, le mille telefonate che si sono
scambiati, quel bacio sul quale ha decisamente
fantasticato troppo, la loro complicità crescente.
Che si sia sognata tutto?
-Così voi frequentate ancora il college?-
Kathrine si rivolge alle ragazze con aria
superiore.
-Sì, è bello essere ancora giovani-
Caroline muove la sua massa bionda fiera
della propria risposta ed evitando lo sguardo di Klaus.
-Mm, certo è un periodo intenso, godetevi
questo momento protette dalla vita vera-
-Ragazze da brave, se continuate così dovrò mettervi in punizione-
Damon scuote la testa per la battuta
infelice dell’amico che non sa regolarsi nemmeno davanti a sua figlia che
intanto inizia a ciondolare per il sonno. Ha fatto uno strappo alla regola e l’ha
tenuta con loro fino a tardi, così si alza e la prende da Jo
che la stava coccolando.
-Ok io porto questa signorina a dormire,
vedete di non fare troppi danni-
Quando Damon prende le scale, Caroline
richiama i presenti all’ordine per sparecchiare e prendere il dolce.
Anche Elena aiuta, tutto pur di occupare
la mente dai dubbi che la stanno torturando da tutta la sera.
-Ehi Care, che bel dolce-
-Beh modestamente ho buon gusto…io-
La ragazza direziona
lo sguardo azzurro su Klaus, entrato un attimo prima in cucina per prender e i
bicchieri da spumante, e a lui non sfugge certo la petulante frecciatina.
-Su questo concordo con te, tesoro-
-Non è carino chiamarmi tesoro, la tua
ragazza potrebbe risentirsi-
-Non è la mia ragazza-
Klaus arriva al fianco della bionda,
sistemando i bicchieri sull’isola della cucina; intanto Stefan ed Elena li
guardano curiosi e divertiti.
-Senti, dove sono le candeline?-
-E soprattutto quante ne hai prese?-
-Le ho prese a
forma di numero state calmi-
Caroline estrae da un cassetto un
pacchetto colorato e cerca le forbici per tagliare la confezione.
-Lascia fare a me, non vorrei ti ferissi
colta dall’emozione-
-Come prego?-
Lei si volta indispettita verso Klaus non
realizzando subito quanto lui sia vicino e non potendo fare a meno di arrossire
per il caldo quando il suo profumo pungente le stuzzica l’olfatto e lei è una molto attenta all’odore di un uomo.
Lascia che il ragazzo le sfili le forbici
e il pacchetto di mano per poi procedere alla sua apertura sotto il suo sguardo
silenzioso.
-Ok, allora io porto i bicchieri, Elena
vai tu a chiamare Dam?-
La brunetta, persa ad
osservare la strana coppia bisticciare su come posizionare le due candeline
sulla torta, viene risvegliata dalla voce di Stefan che vuole evidentemente
prendere le distanze da quel siparietto troppo carico di tensione sessuale e
risponde un po’ incerta alla sua richiesta.
-Em, certo…-
Così Elena si avvia per le scale in cerca
di Damon con una strana agitazione dentro, come presentendo nell’aria il
pericolo di una loro litigata anche se a lei non è chiaro il motivo.
Lo vede arrivare dal corridoio non appena
fa l’ultimo scalino e rimane ferma ad attenderlo.
Quando Damon si accorge della sua timida presenza tira la mascella leggermente imbarazzato.
-Ehi-
-Ehi-
-Em…volevamo
sapere se…se sei pronto-
-Per spengere le candeline? Certo-
Il tono di stizza le fa mordere un labbro
per resistere all’impulso solito di chiedergli che problemi abbia, ma si limita
a sbuffare sottovoce.
-Ma certo andiamo pure-
-Che c’è?-
-Cosa?-
Lui alza di sfuggita lo sguardo su di lei.
-Hai detto qualcosa-
-Niente, lascia perdere-
-Come vuoi-
Elena lo osserva tentando disperatamente
di trattenersi, ma è tutta la sera che lui la tratta con freddezza e non
tollererà oltre una situazione del genere.
-Si può sapere che ti prende?-
Arrivano in fondo alle scale e lui
finalmente si volta verso di lei.
-Niente Elena, non impazzisco per le feste…ti
sorprende?-
-No, ma potresti almeno provare a fare finta, ad apprezzare tutto questo-
-Credimi lo sto facendo-
-Beh impegnati di più! Stefan si è dato
tanto da fare…-
-Allora che faccia la cena per sé!-
Elena cruccia lo sguardo
indispettita.
-Perché ti comporti così, lo abbiamo fatto
per te-
-Per me? Se volevi fare una cosa per me,
certamente non davi una cena!-
-Scusa tanto se volevamo farti felice e-
-Perché all’improvviso sembrate sapere tutti cosa mi renda felice?-
Adesso i toni sono più risentiti e lo
sguardo di Damon si fa così freddo che d’improvviso Elena sente una corrente
gelida sfiorarle la pelle scoperta.
-Io non lo so cosa ti rende felice, ma tu
certo non aiuti a capirlo-
-E perché è così importante per te
capirlo?-
Elena rimane immobile con il cuore ferito
e un’improvvisa vergogna che le sale su per la gola fino a infiammarle gli
occhi. Perché per lei è importante? Perché non riesce a pensare a niente di più
bello dello sguardo limpido e felice di Damon, perché quando lui le sorride, la
prende in giro o solo la guarda con una intensità tale
da trapassarle la pelle, Elena si sente viva.
Perché egoisticamente ha bisogno per se
stessa, di vedere Damon lieto.
E solo ora realizza con dolore che è tutto
suo il problema, che lui probabilmente non ha nemmeno tanta voglia di averla
sempre tra i piedi, di dover tollerare la sua ingerenza nella sua vita e
vorrebbe solo sprofondare per l’amarezza che sente crescere dentro.
-Se continui così finirai per rimanere
solo….è questo che vuoi?-
Gli occhi di Damon si allargano colmi di una ovvietà straziante. Proprio lei che gli ha promesso che
non si sarebbe mai allontanata ora lo ricatta con l’ultimatum di lasciarlo? E
poi lasciarlo in quale senso se loro due non sono niente? Cosa
poteva pretendere da una ragazzina di soli 19 anni?
Ric ha ragione, aveva già capito come
sarebbero andate le cose e per quanto per un po’ abbia voluto credere che Elena
potesse vedere dentro di lui e amare anche le parti più oscure, più ruvide del
suo cuore, adesso capisce quanto fosse una sua bieca
speranza.
Serra le labbra in una smorfia amara.
-Beh, in tal caso vorrebbe dire che il
mondo è tornato sul suo asse, non credi?-
Le iridi scure della ragazza sono colme di
rabbia e vorrebbe gridargli che è un maledetto stupido, che lei non può
smettere di tenere a lui, di preoccuparsi, di provare a mostrargli quello che
lei stessa vede, ma in quel momento potrebbe solo schiaffeggiarlo e quando Jo accapa alle loro spalle interrompendoli, Elena sente una
lacrima furiosa sfuggire al suo controllo così si volta verso la porta
principale ed esce per evitare di scoppiare in lacrime.
-Che succede?-
Stefan lo raggiunge cercando Elena con lo
sguardo.
-Chi è uscito? Dov’è Elena?-
-E’ andata fuori, non so
cosa sia accaduto-
Jo abbassa appena lo sguardo e torna in sala
dagli altri lasciando soli i due fratelli.
-Damon-
-Non adesso Stefan-
-Che le hai detto?-
-Oh certo, il mostro della situazione sono
sempre io…andiamo a chiudere questa serata-
-No, non chiudiamo proprio niente senza
Elena…-
Suo fratello gli si mette davanti per
impedirgli di continuare verso la sala da pranzo.
-Stefan non mi sembra il momento-
-Beh, ma a te è sembrato per far scappare
lei-
Gli occhi azzurri roteano verso il
soffitto, pronti a ricevere la paternale di Stefan.
-Le passerà-
-Damon, non so cosa ci sia tra voi….-
-Non c’è niente-
-Ma so che tieni abbastanza a lei da avere
le palle per seguirla e riportarla qui-
Stefan lo guarda dritto negli occhi, sa
bene quanto lui sia orgoglioso e non ammetta mai i suoi sbagli, quanto costi a Damon chiedere scusa o piegarsi a rincorrere
una persona, ma si è anche accorto di che potere abbia Elena su di lui e di
come riesca a plasmarlo e a tirare fuori - insieme a sua figlia - la parte più
profonda e bisognosa di affetto che lui si ostina a chiudere dietro un enorme
muro di indifferenza.
Dopo qualche istante di silenzio tra i
due, Damon sbuffa scocciato e poi cambia direzione uscendo di
casa e non sa che un piccolo sorriso ha increspato le labbra di Stefan.
***
Elena cammina indispettita nel piazzale di
Casa Salvatore, senza nemmeno sapere bene dove dirigersi, vuole solo sfogare la
rabbia e una bella camminata è quello che sembra fare per lei.
Così imbocca la strada principale provando
a scacciare quella solitaria odiosa lacrima inopportuna che le ha fatto fare la figura della bambina idiota agli occhi di quel
cretino di Damon.
E prova un attimo di sollievo ora che la
sua mente sta partorendo una serie di appellativi di dubbia cortesia da affibbiare
al corvino e che non avrà mai il coraggio di dirglieli a voce.
E mentre cammina furibonda a braccia
incrociate, non si accorge subito di essere seguita fin quando una voce fastidiosamente
familiare non la chiama.
-Elena-
-Lasciami in pace-
-Elena fermati-
Si sente afferrare per un braccio e per poco
non salta per aria. Prende subito le distanze e lo guarda estremamente
risentita.
-Cosa vuoi-
-Voglio….beh
voglio scusarmi-
Sembra aver attirato la sua attenzione,
anche se rimane arrabbiata è curiosa di sapere cosa ha a dire.
-Mi…mi dispiace, davvero…ok tu volevi fare
una cosa gentile e io…è che noi…insomma dai torniamo
alla cena-
Elena fa scorrere lentamente le sue iridi
scure sul ragazzo impacciato davanti a lei e deve trattenere una risata anche se l’istinto di picchiarlo è sempre lì.
Gli occhi azzurri si arcuano in quel suo
sguardo da cucciolo ferito che spesso l’ha intenerita, ma non stavolta.
Se c’è una cosa che non tollera
è essere presa in giro.
-No-
-Come-
-Non accetto le tue scuse e non torno alla
cena-
-Elena-
-Non ci credi nemmeno te
in quello che mi stai dicendo, e onestamente offendi la mia e la tua intelligenza
dicendomi che ti dispiace e che apprezzi le belle cose che abbiamo organizzato
per te-
Adesso lui è senza parole, non sembra
arrabbiata o ferita, ma più scocciata e stringe appena gli
occhi stupito, non sapendo cosa dire.
Elena lo ha
spiazzato, ancora.
-Non mi importa
delle tue scuse, lo so cosa pensi ed è vero io non posso sapere cosa ti renda
felice ed è piuttosto patetico che ci sia venuto in mente di fare un gesto
carino come organizzarti una cena, insomma è come regalare un paio di scarpe ad
un cavernicolo non saprebbe nemmeno cosa sono!-
Damon allarga lo sguardo.
-Oh io sarei un cavernicolo-
-Certo che lo sei! Perché dovresti
imparare a dire quello che pensi senza distruggere chi hai davanti, o provare
ad accettare che le persone provino a dimostrarti il loro amore a modo loro che
può non coincidere col tuo-
-Mi sono appena scusato e a te non è
andato bene-
-Ti sei scusato per quello che hai detto, per
l’unica cosa sensata per cui non dovresti chiedere scusa-
-E allora cosa avrei dovuto dire-
Apre le braccia confuso ed esasperato
perché davvero fa fatica a seguire questa ragazza che continua a sorprenderlo.
Elena non sbaglia, il problema di Damon è imparare ad accettare che ognuno
possa spendere un tentativo di affetto nei suoi confronti a modo proprio, e
provare a non respingere costantemente tutto.
-Potevi non trattarmi come se non
esistessi, potevi avere la decenza di dirmi cosa non andava perché evidentemente
“facciamo sentire Elena
una stronza” era il gioco della serata-
-B…beh, sì ti volevo tenere a distanza
ok?-
-No! Non è ok per niente Damon!
Soprattutto perché sono tua amica e so quando qualcosa non va, quando le cose
ti feriscono o ti preoccupano-
L’aria della sera umida si appiccica alla pelle,
appesantisce i respiri ed Elena sente ogni grammo di rabbia defluirle fuori dal
corpo, ora abbandonato alla stanchezza di questa lotta interiore che porta
avanti da quando lui è entrato nella sua vita.
Non è mai stata una tipa particolarmente
risentita dal comportamento altrui o che si dia tanto da fare per resistere all’impulso
di fuggire, perché in ogni altra situazione avrebbe già chiuso tutti i rapporti
interpretando il comportamento dell’altro come un chiaro desiderio di non
volerla nella propria vita.
Eppure con Damon non ci riesce. Non può
smettere di mettere in gioco tutta se stessa, di mettersi in discussione e
andare oltre l’orgoglio o l’imbarazzo di essere rifiutata.
Così sospira sconsolata, improvvisamente
desiderosa solo di poterlo abbracciare e vede che anche lo sguardo di Damon
adesso cambia, è meno freddo o arrabbiato, ma quasi desolato, con una incolmabile tristezza di fondo.
-Vieni con me in un posto-
Damon cruccia lo sguardo perplesso e dopo
un attimo di esitazione la affianca e camminano in silenzio fino al parco
cittadino in mezzo al quale c’è il laghetto.
-Ehi non ti vorrai mica approfittare di me
in questo luogo appartato?-
Lei lo fulmina con lo sguardo.
-Stupido-
La segue fino al pontiletto
di legno e vede una scatola poggiata a terra.
-Che fai?-
-Prendo una cosa per te-
-Beh, non credo di meritarla-
Lui alza gli occhi con fare drammatico.
-No direi di no, ma per tua fortuna i
regali non si fanno certo per meriti-
-Sai essere davvero crudele Gilbert-
-E tu un perfetto idiota Salvatore-
Elena estrae dalla scatola qualcosa che fa
sussultare Damon.
E’ una lanterna, semplice senza nessun
disegno, di colore azzurro. Lei lo guarda lievemente imbarazzata, ringraziando
di avere l’oscurità a favore che nasconde il rossore delle sue gote.
-Io…beh non sei una persona facile a cui fare un regalo e mi era rimasto impresso il tuo
racconto su tua madre, di quando te le faceva fare per la festa delle lanterne
e ho pensato che mi sarebbe piaciuto farne volare una per lei, insieme…sia
chiaro non l’ho fatto per renderti felice, non oserei mai-
Il tono ironico non gli sfugge e non
riesce proprio a trattenere un sorriso mentre la osserva tenere in mano la
lanterna in attesa di un suo cenno.
Elena continua a capovolgere il suo mondo,
smontare le sue regole, cambiare le carte in tavola. E Damon non sa quanto
ancora potrà tenerla a distanza, perché per quanto ci provi
è come se lei trovasse una breccia nel suo muro e riuscisse a sgattaiolargli
nel cuore.
Così decide di lasciarsi andare almeno per
quella sera e sorride con quel suo sorrisetto storto che sa che a lei piace
tanto, afferra l’accendino che la ragazza gli passa e accendono la lanterna
lasciandola volare nel cielo stellato, nel buio del lago, insieme.
-Andiamo a spengere le mie candeline
Gilbert?-
Lei guarda l’orologio al polso, fintamente
sdegnata.
-Solo perché è ancora il tuo compleanno-
Damon allunga un braccio con fare
impacciato e afferrandole un polso la tira a se per stringerla, accarezzandole
i capelli. Sente il suo respiro caldo nascosto nell’incavo del collo mentre lo
stringe forte fino quasi a volerlo ferire con le unghie.
Le bosa un bacio sulle tempie e poi
leggermente si allontana, tenendo un braccio intono
alle sue spalle mentre si dirigono a casa.
Ciao a tutti!!!!
Ok inutile scusarsi, no anzi le scuse sono più che
doverose perché sono una persona orribile.
Spero possiamo ancora avere il desiderio di leggere la
mia storia nonostante sia mesi che non la aggiorno per svariati motivi.
In tal caso vi lascio un piccolo previously
forse inutile alla fine del capitolo ma in ogni caso lo scrivo.
Eravamo rimasti con Elena e Stefan intenti ad organizzare il compleanno di Damon, il quale invece di
contro si è trovato a discutere con Ric riguardo la sua amicizia stringente con
Elena; lo zio ha manifestato la propria preoccupazione inculcando il tarlo del
dubbio nel ragazzo che si trova a prendere le distanze da lei.
In questo capitolo vediamo che si ritrovano tutti a
cena, scopriamo che Klaus si è portato dietro una vecchia amica e Caroline è
piuttosto infastidita da questa invasione di territorio, la ragazza ora che ha
risolto con Stefan si sente più libera di lasciarsi andare a qualche momento di leggerezza ma la
mossa di Klaus la disturba più del previsto.
Damon ed Elena….beh sono
Damon ed Elena, senza una dose di dramma che gusto c’è? Lui fa tutto il freddo perché
le parole di Ric lo torturano e fa di tutto per avere conferma che suo zio ha
ragione, che Elena è troppo piccola e non è giusto né per lei né per Lily
coinvolgerla troppo nelle loro vite, ma la ragazza lo spiazza nuovamente con le
sue parole e la sorpresa finale….
Che ne pensate???
Spero possiate perdonarmi e spero di trovare qualche
piccolo commento anche negativo!!!
Vi abbraccio
A presto
Eli