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Autore: paoletta76    11/12/2015    1 recensioni
Gli occhi del prigioniero la fissavano silenziosi, come stesse cercando di capire il perché dei suoi movimenti.
Perché quella donna stringeva il pugno dopo aver inserito un ago nel suo avambraccio.
Perché da quell'ago scorreva sangue, lungo quel minuscolo tubo collegato con il proprio, di braccio.
Perché quella cosa faceva male da levare il respiro.
Sei proiettili. Aveva smesso di combattere contro il Diavolo di Hell's Kitchen ed i suoi alleati.
Ed era finito all'inferno.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: James Wesley, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dove.. dove sono? Che.. che diavolo mi sta succedendo..?
 
Non riusciva a muoversi, come se un'invisibile forza lo stesse schiacciando a terra. Ed ogni respiro era una fitta di dolore contro il petto.
 
Provò a lasciar vagare attorno lo sguardo, scoprendosi circondato dalla penombra di quella che appariva tutto meno che il magazzino dove ricordava di essere stato.
Una stanza. Non grande, né piccola. Una finestra troppo in alto per essere quella di una casa. Sotto la schiena, qualcosa di meno rigido della sedia su cui ricordava di essersi appoggiato mentre minacciava la signorina Page.
 
No, non morirà per prima.. la sua famiglia, i suoi amici.. tutti quelli a cui tiene.. e quando non avrà più lacrime da versare.. allora..
 
Il cuore in gola, all'improvviso. Ricordava. Ricordava tutto, come se quella forza che lo teneva inchiodato al suolo avesse avuto il potere di rimettere insieme tutte le tessere di quel puzzle andato in frantumi.
 
Fiamme. Addosso. La spalla, poi il petto, in rapida sequenza.
Abbassò gli occhi quanto riusciva. Bende. Il torace era nudo, niente bianco della camicia a coprirlo. Solo bende, e macchie rosse.
 
Sangue.
Il suo.
 
Karen Page non era affatto la povera impaurita fanciulla che appariva dall'esterno.
L'aveva premuto, il grilletto. Non un colpo, d'istinto. Sei. Gli aveva scaricato addosso rabbia e paura, tutte insieme.
 
Il telefono trillava, insistente. E andava in fade.
 
E' sveglio.
 
Una voce. Una donna, di nuovo. Nessuna paura, nel vibrare delle sue corde vocali.
Poi, un'immagine sfocata dal dolore. Una mano a percorrere il perimetro delle fasce, premendo appena, come a voler infierire, più che verificare le sue condizioni.
 
- Situazione? - una seconda voce femminile risuonava nella stanza, poco più lontano.
- Migliorata. Funziona.- rispondeva la donna più vicina.
- Te l'avevo detto. Non ci resta che aspettare. Comunico alla base che il prigioniero ha ripreso conoscenza.
- Abbiamo fatto bene.
- Scusa?
- A controllare. Il vigilante, gli incendi. Tutto. A riperimetrare l'area in cui è successo. Anche se.. io continuo a chiedermi..
-..Come fa a sapere tutte queste cose, ed è solo una bambina? E' stato suo padre. E' lui, che ha iniziato tutto. Ti dice nulla, la battaglia di New York? E' stato proprio qui. Lei vede.
- Vede..?
 
L'ascesa di un nuovo mostro, un piccolo grigio uomo devastato dai propri demoni e deciso a vomitarli sulle strade. Convinto che l'unica via d'uscita per una città sia la sua morte.
Strano, il destino. Quello che tanto desiderava per la città era appena successo al suo più fidato e migliore amico..
 
Le parole della bambina le avevano portate a quel magazzino. Avevano dovuto aspettare, entrare per vie non conosciute, mentre l'esterno appariva controllato da almeno una decina di uomini armati.
Nat sapeva benissimo come muoversi in modalità stealth. A lei toccava solo seguire, ed imparare. Come aveva fatto Sara.
E poi, fondamentalmente, non aveva avuto alternative. Inseguita, circondata e con l'unica via di fuga ridotta alla certezza di morire.
 
Poteri o meno, dalla morte non poteva sfuggire neppure una come lei.
Un mostro. Un'inumana.
 
- Stella.
La voce della coach la richiamava, a risvegliarla dopo un volo di sei piani.
- Sì.
- Non pensarci più.
- A.. a cosa?
- A quello. Non pensarci più. Abbiamo una missione.
Annuì, spostandosi dalla propria linea d'ombra e comparendo nello schermo visivo del prigioniero.
- Procedo alla seconda dose?
- Sì.- Nat diede un'occhiata distratta all'orologio che portava al polso - le dodici ore sono passate.
 
Gli occhi del prigioniero la fissavano silenziosi, come stesse cercando di capire il perché dei suoi movimenti.
 
Perché quella donna stringeva il pugno dopo aver inserito un ago nel suo avambraccio.
Perché da quell'ago scorreva sangue, lungo quel minuscolo tubo collegato con il proprio, di braccio.
Perché quella cosa faceva male da levare il respiro.
 
Sei proiettili. Aveva smesso di combattere contro il Diavolo di Hell's Kitchen ed i suoi alleati.
Ed era finito all'inferno.
  
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