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Autore: FreddyOllow    11/12/2015    1 recensioni
[Aggiornamento 20/09/2020 - 12/10/2020 | Testo revisionato.]
Dopo l'enorme e violenta esplosione avvenuta nella centrale nucleare di Vaslejo City, di cui non si conoscono le cause, l'intera area venne sommersa da altissime radiazioni.
In poco tempo cominciarono a verificarsi strani fenomeni inspiegabili: stravolgimenti delle leggi fisiche, morti inspiegabili, anomalie radioattive e la comparsa di strani esseri umanoidi e non.
Mentre l'area radioattiva si espanse fino a raggiungere le campagne circostanti, il governo insabbiò il disastro al mondo. I militari sigillarono la città, ponendo un lungo perimetro di posti di blocco ai confini della zona di alienazione.
Nei mesi successivi, la zona venne invasa da alcuni avventurieri, chiamati Stalkers che, con il passare del tempo, divennero sempre più numerosi.
A Vaslejo City e in tutta la zona iniziarono a generarsi dalle anomalie da cui fuori uscivano strani reperti con strani poteri, il cui valore nel mercato nero era esorbitante.
Gli Stalkers li cercavano ovunque, rischiando persino la vita. Ma ciò che attirava di più della loro sete di ricchezza e potere, era il monolite. Uno strano e misterioso oggetto rettangolare che era spuntato nel centro della zona, in grado di esprimere qualsiasi desiderio.
Genere: Dark, Horror, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero seduto e fissavo il bicchierino vuoto in mano. Il liquore artigianale mi aveva un po' stordito, ma non abbastanza da non capire niente. Erano già passati venti minuti da quando Lazar era uscito. Dov'era finito? Forse Corad aveva scoperto tutto e l'aveva ucciso? No, impossibile. Lazar mi sembrava fin troppo sveglio, e poi sarebbe toccato a me. Mi avrebbero preso e freddato fuori dall'accampamento, non prima di essere pestato a sangue.
<< Ehi! >> Disse qualcuno poggiando una mano sulla mia spalla.
Mi girai di scatto con la vista sfocata dal liquore. Ci misi un po' a mettere a fuoco il viso dell'uomo davanti a me.
<< Non ti ho mai visto prima. >> Biascicò l'uomo ubriaco con una bottiglia di Vodka in mano. << Sei nuovo, Stalker? >> Aveva una bandana nera in testa, una folta barba castana e un labbro spaccato, sulla trentina. Indossava un giubbotto verde scuro lungo fin sopra le ginocchia, un pantalone marrone e una maglietta nera unta di grasso e sugo.
<< Sì >> Risposi confuso. << Sono arrivato con un altro Stalker. >>
Lo Stalker ubriaco mi scrutò per intero, come se volesse trovare qualcosa di sospetto. Glielo leggevo nello sguardo. Aveva un non so che di irritante. Voleva prenderlo a pugni, ma forse era l'effetto di quella dannata poltiglia. Così cercai di rimanere calmo, di assumere un espressione impassibile.
<< No, tu non sembri uno Stalker. Stai mentendo! >> L'uomo si avvicinò a pochi centimetri dalla mia faccia con l'alito che puzzava di alcol. Poi fissò la mia divisa. << Perché hai degli strappi sul petto, eh? Ti sei tolto gli stemmi, non è vero? Credi di ingannarmi? Di prendermi per il culo, eh? >>
<< Sono uno Stalker, te lo giuro! >> Dissi, celando a mala pena la mia ansia.
<< Lascialo stare. >> Aggiunse Ruslan, allontanandolo da me. << E' arrivato con Lazar. E' a posto. >> 
Lo Stalker ubriaco mi lanciò uno sguardo grave. Poi, barcollando, si sedette poco più lontano da me.
Se Ruslan non fosse intervenuto, sicuramente l'uomo mi avrebbe scoperto. Non so come diavolo sapeva che fossi un militare. Forse dagli strappi della mia divisa come aveva detto lui? Se sapeva, vuol dire che aveva a che fare con i militari. Sentiva il nostro tanfo come un segugio ben addestrato. Riconosceva le nostre divise. Molti Stalker, strappando dapprima gli stemmi, le indossavano poiché erano ottime come mimetiche nella Zona.
<< Se intendi restare qua, ti conviene farti qualche amico. >> Disse Ruslan dietro il bancone.
<< Sembra più facile a dirsi, che a farsi >> Risposi appoggiando i gomiti sul banco.
<< Non sono tutti come lui. Ci sono Stalker che possono aiutarti. >> Accennò con il mento il bar pieno di Stalker. << Guardati in giro. A parte gli Stalker ubriachi fradici, ci sono uomini in gamba. Uomini che posso aiutarti, che possono offrirti del lavoro. Se vuoi sopravvivere in questo ambiente, ragazzo. Devi farti una reputazione. Come credi sia arrivato fin dove sono? Grazie alla mia reputazione! >> Sorrise compiaciuto. << Scommetto che sai anche chi sono, non è vero? Tutti mi conosco e tutti si fidano della mia parola. Ho garantito per te, prima, quindi vedi di sfruttare questa cosa. >> 
<< Grazie, Ruslan. >> Risposi, mentre giochicchiavo con il bicchierino che avevo ripreso in mano.
<< Visto? Conosci il mio nome, eppure non ci siamo presentati. >> Disse con voce trionfante. << Ma ti dirò una cosa; tutti gli uomini che vedi in questa stanza sono partiti dal nulla. Sono venuti qui come indifesi novellini. Hanno sgobbato tanto. Fatto molti generi di lavori. Visto la morte in faccia, eppure sono ancora qua. Cambiati in corpo e in spirito. >> Fece una pausa. << Voglio dirti una cosa; nessuno nasce imparato. La Zona è una severa insegnante e forgia solo uomini duri. Tu sarai uno di quelli? Un uomo duro. Oppure una carcassa abbandonata in un covo di Porger? >> Mi sorrise.
<< Chi vuole essere una carcassa? >> Rispose sarcastico. 
<< Oh, ci sono molti Stalker che sono diventati ciò che non volevano. >> Sorrise Ruslan freddamente. Mi fissò negli occhi per un attimo. Poi disse: << Ascolta. Ci sono vari Stalker esperti conoscitori della Zona. Uomini che raramente si fanno vedere negli accampamenti, e ancora meno nei paraggi. Sono come... >> Serrò gli occhi per spremere le meningi. << Come eremiti. Sai cos'è un eremita, giusto? Ebbene questi Stalker sono l'élite della Zona. I cosiddetti pezzi da novanta. Nulla a che vedere con Lazar, che è uno Stalker veterano, questi vanno oltre. >> Abbassò la voce, avvicinandosi a me. << Questo tale è chiamato Oscar, ma tutti lo chiamano L'Ombra. E' come un ombra elusiva. Quando prende di mira qualcuno, questo qualcuno non lo vedrà mai arrivare. Può avere anche un esercito personale in sua difesa, ma nulla fermerà L'Ombra. Può aiutarti a conoscere la Zona. >> Lanciò un occhiata in giro, come se volesse che nessuno ascoltasse ciò aveva da dire. << Si dice che abbia persino visto il centro della Zona. >> Sottolineò con gli occhi piena di stupore.
<< Per quanto ne so ora potrebbe essere dietro di me? >> Scherzai. Ma in realtà mi era scesa un inquieta paranoia nel sentire le parole di Ruslan.
Ruslan lanciò uno sguardo alle mie spalle con fare serio, facendomi gelare la nuca. Poi scoppiò a ridere. << Te la sei fatta addosso, non è vero? >> Rise con le lacrime agli occhi. Poi tornò serio. << Tornando a noi. Oscar ha istruito Lazar e Corad. Quei due sono i migliori Stalker in circolazione. Tutti i trafficanti della Zona affidano loro le missioni più disperate. >>
<< E pensi che uno del genere perderà tempo con me? >> Gli domandai fingendo disinteresse. 
<< Questo dipende da lui.>> Rispose Ruslan piano. << Dissi la stessa cosa a Lazar quando venne qui per la prima volta.  Non prende tutti sotto la sua ala protettrice, ma vale la pena provarci. Se gli andrai a genio, ti insegnerà tutto. Magari ti porterà persino con lui nella Zona. >> Accennò un lieve sorriso.
<< Capisco. >> Risposi osservando inquieto il bar. << Ma prima dovrò avvisare Lazar. Vorrà sapere della mia partenza. >>
Ruslan mi passò un pezzo di carta. << E' probabile che sia partito con Corad per affari. >> Batté un dito sulla carta. << Qui troverai Oscar. Ma stai attento, corre voce che in quella zona ci siano dei mutanti. Occhi aperti, ok? >>
Diedi un occhiata al foglietto e notai che un era pezzo di mappa strappato. In alcuni punti, cerchiati in rosso, c'era scritto; Mutanti. In altri cerchiati in nero; L'Ombra. Quest'ultimo distava due chilometri e mezzo dall'accampamento degli Stalker. C'erano anche delle chiazze d'acqua verso Nord-Est; sicuramente si trattava della spettrale e pericolosa Palude del Non Ritorno, dove molti Stalker avevano assunto tante di quelle radiazioni in corpo da diventare degli Zombie che, vagando, bisbigliavano parole incomprensibili.
In verità non volevo partire, ma restare qui sarebbe stato troppo pericoloso. Non conoscevo nessuno, a parte il barista e Lazar. E poi non sapevo neanche quando Lazar sarebbe tornato. Non avevo altra scelta. Dovevo partire.
   
 
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