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Autore: Ginny85    12/03/2005    9 recensioni
Il passato la tormenta. Il futuro la spaventa. Da quasi quattro anni Ginevra Weasley è sicura che nessuno potrà mai ridarle la gioia di vivere, finchè un incontro particolare e inaspettato non sconvolgerà la sua solitaria esistenza, donandole forse un barlume di speranza... (In attesa del seguito di "Heaven", una nuova ff appena sfornata per voi! COMMENTATE, please!!^___^)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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She will be loved

(Quota 100 recensioni!!! Siete mitiche, stupende, meravigliose! Vvtb!! ^____^)

Last individual thanks…

 

 

Lax: Di sicuro io non mi sarei mai comportata come fa la protagonista con Draco Malfoy, nonostante abbiamo lo stesso nome! XD Ma visto che anche tu ti sei fatta avanti per prenderti Dracuccio, quasi quasi te lo cedo… (come sarebbe??!! ndGinny-quella-vera-un-po’-gelosa). Ehm, diciamo che in questo cap non migliora molto la situazione tra i due, cmq dovrebbe piacerti ugualmente…spero! ^^’’’ Un bacione e grazie!

 

Serena: Il tuo commento lungo e melodrammatico è stato davvero ben accetto dalla sottoscritta!*___* Caspita, nn credevo che la mia ff provocasse tante emozioni nelle lettrici ^^’’’ Ne sono soddisfatta, anche se la parola fine è sempre più vicina e inquietante

=__= Cmq un 10 e lode per le tue stupende intuizioni non te lo toglie nessuno ^_^. Drachie – nn offenderti, ma sembra il nome di un pesce =PP – si riprenderà benissimo, vedrai. Fisicamente, s’intende! XD In questo cap, dal titolo fin troppo ovvio, scaveremo un po’ nel futuro dei nostri protagonisti, e poi…meno uno al gran finale (sarò sadica, nn ti dico se è un Happy End! =P)!! Ti ringrazio per tutte le attenzioni dedicate alla mia modesta ff, spero che anche in futuro potrò leggere i tuoi commentucci! ^__^ Kiss, Ginny85.

 

MaryAngel: Contenta di sapere che hai messo via il mitra, passo a rispondere al tuo commentuccio…sei tornata la solita commentatrice doc, Mary!^____^ Ti ringrazio per avermi seguita fin qui (essì che di strada ne abbiamo fatta!), fa piacere sapere che anche ‘alla fine’ potrò leggere il parere delle mie affezionate lettrici. Hai scritto una cosa interessante nel tuo commento, e cioè che Ginny è “divisa tra il fantasma di Potter (il suo passato) e il reale legame che la unisce con Draco”. Niente di più vero. Ma per la conclusione di questo dilemma dovrai aspettare l’epilogo, temo. Sorry per la snervante attesa, ma è necessaria secondo i miei –pazzi– programmi ^^’’’ Sono contenta che, nonostante vi abbia fatto tribolare con questa storiella, ancora hai voglia di leggere qualche mio lavoro. Il seguito di Heaven è in via di prosecuzione, l’avevo interrotto per scrivere SWBL, cmq spero di potervelo presentare al più presto (forse per il prossimo autunno, nn so se ne avrò il tempo, e la voglia, prima^^). Mi aspetterai fino ad allora? Lo spero tanto!^__^ Arrisentirci!!

 

Jennina: Ecco a te il penultimo capitolo, Jen!^__^ Spero che sia di tuo gradimento, e grazie mille per aver commentato!

 

Gin88: Bravissima, hai commentato ancora! XDD Anch’io sono triste perché presto finirò di pubblicare la ff, cmq sappi che intendo tornare subito subito con altre storielle…mi seguirai ancora?? ^__- Un baciotto e thanks so much!!

 

Patty: E tu ti meriti un diluvio di ringraziamenti infiniti, Pat! Grazie! ^////^ *l’autrice arrossisce stile Ginny Weasley* Quel capitolo lo ritengo un tipo dolce-amaro, che comunque, nonostante tutto, ancora una volta ti lascia in ansiosa aspettazione del finale…sono brava a farvi ammattire, eh? =P Grazie per i complimenti, non ti dirò se dovrai temere il peggio o semplicemente accontentarti delmale minore’. Immagino che la risposta definitiva te la daranno gli ultimi due cap. Un beso a presto!

 

Enika: Ron ringrazia sentitamente per i complimenti, dice che non se li merita affatto (Ehi!! ndRon è__é) XDD Scherzi a parte…Eni, smettila di strangolare Ginny altrimenti la storia non può finire! ^^’’’ Grazie anche a te, per il tempo speso a commentare. Sei mitica! Spero che il prox cap ti piaccia!

 

Butterfly: Salve, carissima!^____^ Mi chiedo come hai potuto leggere tutta la ff in così poco tempo, insomma, io stessa nn riuscirei a reggere più di due capitoli XDD Cmq devo ringraziarti sentitamente, il tuo commento sincero e affettuoso mi ha fatto commuovere ç_ç Purtroppo nn sono una scrittrice professionista, lo faccio solo per hobby e sono sicura che se presentassi, ipoteticamente parlando, un mio racconto ad una casa editrice, me lo tirerebbero appresso! =__= Credimi, ho letto ff migliori durante la mia esistenza =P Cmq grazie, per la tua bella recensione che dimostra che hai letto la ff con attenzione, fino alla fine. Te ne sono grata!^^ Eh sì, putrtroppo siamo proprio giunti alla fine, anch’io ne sono molto dispiaciuta. Ma forse nn sono stata molto chiara riguardo a questo punto: infatti questo cap che stai per leggere non è l’ultimo, c’è anche un epilogo che concluderà la storia. Contenta?^_^ Tonno-woman ti saluta di cuore, e anche io che sono stata davvero contenta di leggere il tuo commento. Bye, Gin.

 

 

DISCLAIMER: I personaggi rappresentati in questa ff, tranne Leyson, Miles e altri non presenti nella storia originale, non appartengono a me ma alla grande J. K. Rowling, di cui mi ritengo una seguace non troppo degna^^. Anche il testo della canzone “She will be loved” che ho usato non è mio, ma appartiene ai Maroon 5.

 

 

She will be loved

Di Ginny85

 

 

 

Capitolo 16: Hidden feelings

 

 

 

Londra – 24 Aprile 2011.

 

 

L’appartamento giaceva in un ordinato caos, molteplici scatoloni erano ammucchiati all’entrata, altri attendevano di essere aperti, sparsi nelle varie stanze. Il nuovo appartamento di Ginevra Weasley non aveva le scale, era su un piano solo, ma le stanze erano le stesse: un soggiorno, una piccola cucina, una camera da letto, doppi servizi.

Nulla di straordinario o di lusso, ma sufficiente per lei.

“Questo dove lo metto?” domandò Hermione alzando all’altezza della testa un soprammobile di porcellana scintillante.

Ginny gli lanciò un’occhiata dalla parte opposta della stanza, districando lo sguardo attraverso i vari scatoloni che la separavano dall’amica e inarcando penseriosa le sopracciglia mentre osservava l’oggetto con aria critica. Alla fine indicò una pila di libri alla sua sinistra.

“Per ora appoggialo lì, poi si vedrà…”

Hermione annuì e ubbidì, fermandosi poi al centro della stanza per guardarsi intorno. Ginny la imitò, sbuffando e portandosi con un gesto della mano i ciuffi di capelli scomposti dietro l’orecchio. Indossava una salopette rosa per lavorare più comodamente e aveva il viso imperlato di sudore.

“Ci siamo quasi, mi sembra…” commentò osservando soddisfatta gran parte del lavoro che avevano già svolto in metà mattina.

“Sì, adesso l’appartamento sembra quasi nuovo”

“…anche se io rimango dell’idea che sia stata una fatica inutile”

“Gin, adesso non ricominciare…” scosse la testa la giovane Auror assumendo un’aria cupa.

Ma scusa, che problema c’era se rimanevo in quello vecchio? Mi sarei risparmiata un sacco di complicazioni legate al trasloco e alle pulizie…” Ginny si era impuntata da circa due settimane su quella questione. Non capiva il significato dei timori di suo fratello, e anche se aveva accettato di collaborare – solo per far piacere a sua madre, ci teneva a sottolinearlo – non perdeva occasione per parlare ad Hermione delle sue perplessità. Era trascorso quasi un mese dalla brutta avventura con i Mangiamorte, e la sua vita era tornata in gran parte quella di sempre. Solitaria e dedita allo studio. Aveva smesso di andare alla clinica, nonostante gli Auror l’avessero rimessa a posto con la magia tanto che Johnatan Miles non si era mai accorto di nulla. In effetti il giovane dottore non era riuscito a capire perché Ginny avesse deciso di licenziarsi di punto in bianco, ma a lei andava bene anche così. Martha era stata dimessa pochi giorni prima dall’ospedale babbano – dove era stata ricoverata per un non meglio definito ‘incidente sul luogo di lavoro’, ipotesi accreditata dal fatto che grazie all’incantesimo di memoria la ragazza non ricordava nulla dell’aggressione  – e i due si amavano più che mai.

“Ron, e anche Lupin, temono che i pochi Mangiamorte ancora in libertà possano creare dei fastidi, per questo abbiamo deciso di farti cambiare appartamento, e soprattutto, quartiere…” spiegò per l’ennesima volta, pazientemente, Hermione.

Ginny serrò le labbra struccate e pallide, assumendo il tipico atteggiamento rassegnato.

Se lo dici tu…” si limitò a commentare pescando un bicchiere di cristallo dallo scatolone davanti a lei, mentre la sua migliore amica alzava gli occhi nocciola al cielo, esasperata.

“A proposito, hai saputo di Draco Malfoy?”

Il bicchiere sfuggì dalla presa improvvisamente malferma delle sue dita e s’infranse al pavimento con un sordo tintinnio.

Cosa…” Ginny s’interruppe, schiarendosi la voce, poi riprese, il tono leggermente  tremante, mentre con un colpo di bacchetta faceva sparire i pezzi di cristallo “…cosa dovrei sapere?”

Hermione si strinse nelle spalle con disinvoltura, facendo finta di non aver colto la sfumatura di panico sul suo viso e nei suoi occhi azzurri.

“Da questa settimana appartiene ufficialmente all’Ordine della Fenice, come membro onorario. Passati i sei mesi di addestramento diventerà Auror a tutti gli effetti e potrà uscire nelle missioni. Pensavo t’interessasse”

Gli occhi nocciola di Hermione non cercarono nemmeno di nascondere la soddisfazione provata nel leggere l’espressione combattuta di Ginny. La rossa si mordicchiava senza sosta l’unghia dell’indice, le sopracciglia sottili inarcate in una posa concentrata, come se stesse soppesando la prossima domanda da fare, senza per questo apparire troppo interessata alla situazione del biondino.

“E in questo periodo come sono le missioni?” domandò infine con voce atona “Intendo dire…sono difficili?” Avrebbe voluto dire “pericolose”, ma dopo sarebbe sembrata davvero troppo interessata alla faccenda.

Hermione continuava a rispondere alle sue domande mantendosi volutamente vaga, come se non facesse affatto caso alla reazione esagitata che la rossa stava avendo. Adesso aveva preso perfino a saltellare debolmente da un piede all’altro, spostando il peso del corpo prima su una gamba, poi sull’altra, senza trovare pace.

“Non troppo…ma spesso si tratta di uscire da Londra per un po’, raramente dall’Inghilterra. Ginny, ascolta…” Hermione si fermò di colpo di fronte a lei e le prese spassionatamente le mani, guardandola gravemente “So che non sono affari miei, ma credo che tu stia facendo uno sbaglio…”

“Ma di cosa stai parlando?” replicò lei nel tono più educato e noncurante che conoscesse.

L’amica per tutta risposta le lanciò un’occhiata severa.

“Non fare la finta tonta, lo sai benissimo. Il motivo per cui in questi giorni non sei mai venuta a Grimmauld Place è fin troppo ovvio…”

“Ho avuto da fare…sai, lo studio, il trasloco…” provò a dire la rossa abbassando timidamente lo sguardo.

“Lo so che non mi riguarda, e che lui non è il massimo dell’umiltà, anzi a volte è decisamente irritante” puntualizzò Hermione facendo una piccola smorfia “…tuttavia, so che tiene sinceramente a te, e l’ha dimostrato. Dovresti dargli una seconda possibilità…in fondo, sono trascorsi quattro anni”

Ginny si accigliò leggermente a quelle parole per nulla velate di rimprovero.

Cosa vorresti che faccia?” sbottò improvvisamente irritata “Che prenda tutto quanto e lo getti dalla finestra, come se mai fosse successo?”

“Gin, nessuno ti sta chiedendo di dimenticare Harry” replicò esasperata Hermione “Quello che vogliamo è che tu torni a vivere la tua vita, possibilmente in pace e serenità…e se questo significa accettare come futuro cognato uno come, beh, Malfoy…” s’interruppe, eloquentemente.

Ginny si avvicinò silenziosamente alla finestra aperta, dalla quale proveniva una tiepida brezza che le scompigliò i corti capelli sudati.

“Lo so che tiene a me” commentò sfiorando il davanzale di marmo con le dita “E non ho problemi ad ammettere che non mi è indifferente…” si voltò verso l’amica, fissandola con espressione intensa “…ma voi accetereste una cosa del genere?”

Hermione parve spiacevolmente spiazzata da quella domanda.

“Ma…ma certo che sì!” rispose inspiegabilmente agitata “Io, e anche Ron, vogliamo solo che tu sia felice, che viva tranquilla i tuoi sentimenti, quali che siano…spiegami perché ti mantieni sempre così fredda e distaccata…”

“E’ troppo difficile da spiegare…” sospirò Ginny scotendo stancamente la testa “…ma ti assicuro che se mi comporto così, un motivo c’è…”

Hermione Granger abbassò lo sguardo accigliato, infine alzò la testa e si strinse nelle spalle come se si fosse arresa all’evidenza. Prese la sua giacca leggera, che ormai portava con sé giusto per abitudine, e si avvicinò all’ingresso.

E va bene, non voglio insistere. Se questa è la tua scelta tutti noi la rispettiamo…ma poi non lamentarti se facendo così lo perderai”

Ginny Weasley si voltò di scatto verso la porta, che un attimo dopo si chiuse alle spalle della ragazza castana. Non era riuscita nemmeno a ringraziarla per averla aiutata nelle pulizie. Rimase per un po’ impassibile, a fissare con sguardo vitreo e assente fuori dalla finestra. Alla fine la primavera era arrivata, si ritrovò a pensare, ma lei non ne stava traendo alcun giovamento.

Vorrei tanto sapere cosa sta facendo in questo momento…

DRIIIIIIIIN.

“Hermione deve aver dimenticato la borsa…” pensò ad alta voce la giovane donna mentre correva ad aprire.

“Herm, dove hai messo la….” Spalancò la porta, parlando nel frattempo, e quasi subito rimase pietrificata davanti alla soglia. Lo sguardo limpido vacillò, le dita si strinsero intorno alla maniglia scivolosa quasi spasmodicamente, i battiti del cuore divennero più veloci.

Ginevra Weasley deglutì il vuoto, la gola secca, fissando tra lo spaventato e il perplesso la figura magra con indosso l’elegante divisa verde smeraldo degli Auror dell’Ordine, i capelli biondo platino svolazzanti al vento del mattino.

Le labbra sottili di lui si piegarono divertite di fronte alla sua espressione sconvolta.

“Buongiorno, Ginevra. Non mi fai entrare?”

 

****

 

“Una missione? Che tipo di missione?”

Lui parve divertito nel rispondere a quella domanda.

“Non posso dirtelo. Sai com’è, top secret” e così dicendo fece un gesto espressivo con la mano e le labbra “Esclusivamente per gli Auror dell’Ordine, o le matricole, come nel mio caso. Posso solo dirti che si tratta di una missione delicata, e io e altri Auror dovremo lasciare Londra per un po’…”

“Un po’…quanto?”

Seduto sul divano con le gambe accavallate e una mano sul ginocchio, il ragazzo si strinse nelle spalle, completamente a suo agio, l’espressione sul viso affilato distesa.

“Non so di preciso. Una settimana forse, o un mese…più probabilmente un anno…”

I grandi occhi azzurri di Ginny ebbero un guizzo dettato dallo shock.

“C-Come un anno?”

Draco Malfoy alzò di nuovo le spalle, abbozzando un sorriso rilassato. La rossa sedeva sulla poltrona davanti a lui, le mani sulle ginocchia, l’aria smarrita. Era piombato lì all’improvviso, salutandola tra l’altro con uno smagliante sorriso compiaciuto che dopo quanto successo l’aveva ancora più sconvolta, e adesso le lanciava al volo quella notizia, la notizia che molto probabilmente per un anno intero non si sarebbero visti né sentiti.

“Non puoi nemmeno spedire un gufo?”

Lui scosse la testa, e i ciuffi di capelli dorati sulla fronte seguirono celermente quel movimento.

“Nemmeno per i casi d’emergenza. Perciò se devi dirmi qualcosa, fallo adesso” aggiunse in tono scherzoso, ma Ginny per tutta risposta s’incupì ancora di più.

Il biondino diede poi uno sguardo all’orologio e si alzò, imitato dalla rossa. Stettero per una manciata di secondi immobili uno davanti all’altra, lui guardandola, lei fissandosi con insistenza le scarpe, infine Draco si diresse verso la porta.

Perché?”

Si voltò verso di lei, il mantello della divisa che svolazzava al suo seguito.

Cosa?”

Ginny, che gli era andata dietro, distolse arrossendo gli occhi da lui.

Perché sei venuto a dirmi questa cosa? Dopo tutto quello che ti ho detto al S. Mungo…”

Le labbra del biondino si piegarono beffarde come sempre, tuttavia Ginny potè leggere qualcosa in fondo a quello sguardo cupo come il cielo in tempesta. Delusione…?

“Perché siamo amici…” rispose con naturalezza il giovane Malfoy, e lei non trovò nulla da obbiettare all’ovvietà di quella risposta priva di intonazioni particolari. Non sembrava affatto turbato dall’argomento.

I suoi occhi argentei percorsero brevemente la sua figura minuta.

“Ti trovo bene” commentò solamente Draco prima di uscire, un mezzo sorriso dipinto sulle labbra sottili, gli occhi grigi accesi di gentilezza e qualcosa di più profondo che lei non fece in tempo ad assimilare col suo sguardo.

La giovane Weasley appoggiò la fronte alla porta, rimanendo immobile ad osservare il biondino che si allontanava lungo il viale, il mantello verde intenso danzante ai suoi piedi. Ascoltò, più che sorpresa di se stessa, la propria voce argentina richiamarlo indietro dopo appena dieci secondi.

“Malfoy!”

Il biondino si fermò in mezzo al viale verdeggiante, voltando la testa con aria incuriosita. Ginny fece una corsa, ritrovandosi di fronte a lui senza fiato, le mani sulle ginocchia. I ciuffi di capelli rossicci le sfioravano il viso umido, schiaffeggiato dal vento impietoso; il fermaglio che aveva usato per tenerli fermi mentre lavorava era caduto da qualche parte nei pressi della porta, ma lei non sembrava farci alcun caso. Alzò la testa e i grandi occhi azzurri leggermente spalancati verso di lui, mentre cercava di riprendersi dalla corsa appena fatta. Draco sorrise a quella visione, e con le dita le riavviò gentilmente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Torna dentro, o con questo vento ti prenderai un raffreddore…” commentò, il tono tutt’altro che freddo.

Ginny deglutì, scotendo la testa in silenzio e continuando a fissarlo, il respiro irregolare. Avrebbe voluto parlare – forse avrebbe dovuto scusarsi, per il modo in cui lo stava praticamente liquidando – ma nel momento in cui i loro sguardi si erano incontrati, era stato come se le parole le si fossero spente in gola. Le sopracciglia chiare di Draco si abbassarono sugli occhi screziati d’argento, improvvisamente fattisi più gravi. Si limitò ad avvicinarsi, fino a che i loro vestiti si sfiorarono. Ginny non glielo impedì, né indietreggiò per cercare di sfuggire a quell’approccio. Anche se dentro di sé, avrebbe voluto. Perché se Malfoy si fosse avvicinato di un altro passo a lei, probabilmente non sarebbe più riuscita a mandarlo via.

Il biondino le circondò la vita con un braccio, attirandola inesorabilmente verso di sé. Lei andò a sbattere dolcemente contro il suo petto, le mani di lui che le trattenevano la schiena con ferma gentilezza, avvolgendola nel suo fresco profumo. Non si oppose nemmeno allora. Alzò la testa e si specchiò nei suoi occhi grigi, abbassando poi lo sguardo sulle sue labbra lievemente dischiuse. Era sbagliato, lo sapeva bene, eppure…

Draco non attese oltre: avvicinò il viso al suo e, mentre Ginny chiudeva gli occhi dimostrando così di acconsentire alla sua iniziativa, premette le labbra contro le sue pallide e infreddolite.

Fu un bacio lungo, ma dolce. Era come se tutto intorno a loro, le strade trafficate, i viali affollati, smettessero improvvisamente di causare tanto rumore, rimanendo spettatori immobili e silenziosi.

Ginevra Weasley fece quello che le riusciva meglio quando aveva a che fare con un Malfoy: assecondarlo. Così inclinò la testa e lasciò che lui continuasse a baciarla con calma, il mantello che nell’atto di abbracciarla l’aveva circondata parzialmente. Draco le mordicchiò dolcemente le labbra, esplorandole senza fretta, quasi volesse imprimersi ogni piccolo particolare della sua bocca e del suo viso, mentre con le mani le accarezzava febbrilmente la schiena sferzata dalla brezza primaverile.

Quel bacio, assomigliava tanto ad un addio.

Quando fu finito, Draco si staccò da lei e appoggiò la fronte contro la sua, gli occhi ancora chiusi, come aveva fatto la prima volta. Ginny aprì gli occhi e avvertì un leggero capogiro, mentre rimaneva ancora aggrappata alle sue spalle. Il respiro di entrambi era provato, profondo.

Il giovane Malfoy aprì finalmente gli occhi, e notando che la rossa non si era scostata da lui nemmeno di pochi centimetri, non potè fare a meno di sorridere leggermente.

“Una volta per una cosa del genere mi avresti schiaffeggiato…” commentò con voce sommessa, velata d’ironia “…o ti saresti offesa a morte”

La rossa serrò le labbra, senza sorridere né rispondere. Aveva assunto d’un tratto un’espressione assorta, colpevole, mentre con occhi improvvisamente adombrati sostava nel suo intenso sguardo limpido.

“Draco, io…”

“Sappi che non ho alcuna intenzione di forzarti” continuò con calma il biondino, staccandosi finalmente da lei e sciogliendo così l’intreccio delle loro braccia; anche se la sua voce non tradiva alcuna emozione, i suoi occhi si erano inspiegabilmente tinti di toni più cupi e offuscati “Se hai preso una decisione, rispetterò la tua scelta. Ma voglio che tu sappia, Ginevra, che rinuncerei volentieri a tutto quanto, se solo tu lo volessi…se tu me lo chiedessi, non partirei più”

E si limitò ad aspettare una sua risposta, semplicemente guardandola con un soffuso senso di serena attesa che aleggiava sul suo viso dai nobili e regolari lineamenti. Ginny Weasley aveva dapprima sostenuto quello sguardo imperterrita, infine aveva abbassato gli occhi sulle mani che teneva intrecciate davanti a lei, l’espressione improvvisamente contrita, come se non volesse parlare per timore di causargli una delusione.

“Mi dispiace…” sussurrò solamente, per niente sicura che lui avesse sentito.

Alzò di nuovo la testa, specchiandosi rapidamente nei suoi occhi chiari, aspettandosi di leggervi rabbia, forse, delusione, dispiacere, ira…e invece, non lesse niente di tutto questo nel suo sguardo fiero. Anzi, per un indefinito istante vi scorse qualcosa, un lampo, come di…nostalgia. Ma non potè dire con sicurezza cosa stesse provando il biondino in quel momento. Lui non glielo stava permettendo, era come se si fosse barricato dietro una recinzione ferrata, inaccessibile ai suoi occhi e al suo cuore. Subito dopo, nonostante si stessero fissando da diversi secondi, Ginny non riuscì più a scorgere nulla di particolare in quell’estenuante grigio-tempesta. Possibile che si fosse già rassegnato all’inevitabile?

Fatto era che Draco Malfoy stava facendo di tutto per non lasciar trasparire nessuna delle emozioni che provava ora, né tramite lo sguardo, né con la voce.

“Questa è la tua risposta” concluse difatti in tono asciutto, piegando appena gli angoli della bocca mentre una folata di vento gli mandava i capelli davanti alla fronte. Lei non poteva vederlo, ma i suoi pugni, celati sotto il mantello, erano stretti più forte che mai, tanto che le nocche era diventate bianche. Con un gesto spigliato della mano riportò i ciuffi biondi al loro posto, sorridendo ancora, sempre rivolto a lei.

“Allora ci vediamo, Weasley” la salutò semplicemente, voltandosi e agitando la mano da sopra la spalla mentre prendeva ad allontanarsi senza fretta dal cortile.

L’altra rimase immobile al centro del viale, a guardarlo andare via, con le dita accarezzandosi assorta le labbra ora non più tanto infreddolite.

Stava andando via davvero, stavolta. E lei non stava facendo assolutamente nulla per fermarlo. Perché era così che doveva essere. E lui l’aveva capito benissimo.

Ci vediamo…Malfoy…

 

****

 

Un anno dopo – Londra, 12 Maggio 2012.

 

 

“Weasley, c’è bisogno di te alla corsia numero cinque! E sbrigati, i pazienti non aspettano!”

“Vado subito!”

Ginevra Weasley, ventitrè anni. Sfrecciava rapidamente per il corridoio immacolato e illuminato artificialmente dall’ospedale babbano, maledicendo il fatto che non poteva usare la magia per raggiungere prima la sua destinazione.

Sospirò di sollievo, a metà tra lo sfinito e il disturbato, mentre entrava nell’ascensore e premeva il pulsante per il quinto piano.

“Ascensore, aspetta!!” Una giovane donna con capelli biondi tagliati a caschetto, un camice bianco lungo fino ai polpacci e una montagna di fogli in braccio, l’aria stravolta, entrò spedita un attimo prima che le ante si chiudessero inesorabilmente.

La ragazza si appoggiò con la schiena alla superficie fredda dell’ascensore, sbuffando con gli occhi semichiusi.

“Uff! Che siano dannati gli architetti che progettano solo un unico ascensore nei grandi ospedali! Tu potevi anche aspettare un attimo, no?!”

Ginny ridacchiò divertita di fronte all’espressione seccata dell’amica. Poteva trascorrere il tempo, la situazione poteva mutare, ma Martha Leyson sarebbe rimasta sempre la stessa. Dopo sei mesi di lavoro nello stesso reparto, la rossa aveva capito che era inutile cercare di cambiarla. Era meglio farle dimenticare la rabbia parlando d’altro.

“Come sta Emily?”

La dottoressa bionda fece un largo sorriso compiaciuto.

“Oh, lei sta bene” rispose soddisfatta “John un po’ meno”

Ginny non potè evitarsi un sorrisetto divertito.

“Non dirmi che ha smesso di nuovo di lavorare per rimanere a casa?”

“Beh, qualcuno deve pur badare alla bambina, ti pare?” rispose Martha come se fosse la cosa più ovvia e naturale del mondo.

La ragazza scosse la testa con una smorfia rassegnata. No, non sarebbe mai cambiata. Anche se lei e Johnatan si erano sposati da meno di un anno, e Emily Miles era nata subito dopo, Martha, da brava donna in carriera, non aveva mai smesso di presentarsi al lavoro, tranne per il tempo strettamente necessario a mettere al mondo la piccola. E anche dopo, a quanto sembrava, continuava a svolgere le sue attività di sempre, con la stessa grinta e vivacità di quando andava ancora all’università.

“Ci vediamo a pranzo, Gin!”

Ginny salutò l’amica babbana, premendo il tasto dell’ascensore – stavolta quello giusto – e trattenendo uno sbadiglio mentre questi ricominciava lentamente a salire. Lanciò un’occhiata critica allo specchio davanti a lei. I capelli le erano ormai ricresciuti, si dipartivano lungo il viso e sulle spalle in tanti boccoli lucenti color rame, che al sole caldo della primavera scintillavano, rischiarando ulteriormente la sua carnagione già di per sé molto pallida.

Nessuno che avesse visto quella foto in cucina, risalente a quattro anni prima, avrebbe pensato che la giovane in essa ritratta sarebbe cambiata tanto dopo quel periodo. L’espressione dei suoi occhi azzurri era tranquilla come mai prima d’ora, i suoi occhi screziati di cielo brillavano di serenità e gioia di vivere. Aveva perfino preso a truccarsi più del solito, colorando le labbra con un tenue rossetto color pesca che risaltava meglio la forma perfetta della bocca e in definitiva rendeva più attraente e grazioso l’intero viso perennemente spruzzato di lentiggini.

Nessuno dei suoi nuovi colleghi, nessuno al di fuori di chi la conosceva bene, avrebbe mai immaginato che dietro quei sorrisi dolci e disponibili, dietro quel temperamento timido ma solare, si celava un passato orribile, un passato fatto di morte e sofferenza. Era una nuova vita quella che aveva cominciato, una vita il più possibile lontano dai ricordi dolorosi, e le cose andavano a meraviglia. Almeno fino a quel giorno.

 

“Non posso crederci…” La rossa fissò sconvolta la cartella clinica che teneva tra le mani, quella con i dati della prossima paziente. Ci doveva essere stato senza dubbio un errore, oppure, un curioso caso di omonimia…comunque, lo avrebbe appurato lei stessa, appena varcata quella soglia.

“Buongiorno!” salutò allegramente entrando rapida nella stanza, e rimanendo subito dopo impalata sulla soglia.

La giovane donna con lunghi capelli crespi che le si scioglievano sulla schiena, i caldi occhi nocciola e l’aria vagamente smarrita, si voltò di scatto verso la giovane dottoressa. Era seduta sul lettino, e nel riconoscere Ginny piegò istantaneamente le labbra struccate in una posa gioiosa.

“Gin!”

“Herm! Non posso crederci, quanto tempo!” La rossa corse incontro all’amica, abbracciandola sinceramente contenta di vederla.

“Non è possibile, ma cosa ci fai tu qui?”

Hermione si strinse nelle spalle, ostentando un modo di fare vago, ma Ginny capì subito che c’era qualcosa che non andava.

“Sai com’è, ho una mezza giornata libera e ho pensato di venire a vedere dove lavoravi. Certo che è un bel posticino, molto largo e accogliente. Tu come stai?”

Ginny si sbottonò il camicie all’altezza della gola e sbuffò.

“A parte il caldo afoso di questi giorni? Benissimo, grazie”

Nell’osservare la sua espressione sorridente, Hermione non potè fare altro che confermare quanto lei aveva detto.

“Credevo che avresti accettato quella proposta del S. Mungo, in fondo conveniva di più, ma a quanto pare ti trattano bene anche qui…” commentò guardandosi interessata intorno.

Mentre parlava teneva le mani appoggiate al lettino, stringendo inspiegabilmente forte il bordo con le dita, come se fosse particolarmente nervosa, o eccitata. Anche il suo sguardo aveva un che di sfuggente, che Ginny però riuscì a cogliere senza problemi, traendo le ovvie conclusioni.

“Herm, ma ti senti bene?” inarcò sospettosa un sopracciglio “Non avrete mica litigato, tu e Ron? Guarda che a me puoi dirlo, sono o non sono tua cognata…?”

Cosa? Nooo” la ragazza la guardò come se si fosse improvvisamente impazzita, agitando distrattamente una mano davanti al viso “Al contrario, andiamo più d’accordo di prima…”

E allora cos’è successo? Non lo so, sei così…paffuta” Infatti, pensò Ginny, aveva notato che il viso indubbiamente grazioso di Hermione Granger era più in carne del solito, e aveva acquistato colore. Così come la luce nei suoi occhi marroni, che brillavano di una gioa quasi incontrollata, contagiosa. Inoltre si morsicava senza sosta le labbra, come se stesse lottando per controllare l’euforia.

“Avanti dimmelo, cosa c’è?” domandò la rossa con un ghigno, avvicinandosi in un gesto confidenziale.

La giovane Auror prese un grosso respiro, sorridendo nervosamente, portandosi una mano al petto dove il suo cuore batteva improvvisamente come un martello e avvertendo uno sgradevole farfallio alla stomaco.

“Ok, te lo dico…ma non sono ancora sicura al cento per cento, voglio dire…devo ancora andare al S. Mungo per un controllo, comunque…”

Ginny spalancò gli occhi azzurri.

“Oh mio Dio…non dirmi che…”

Hermione fece un altro enorme respiro, non riuscendo ad impedirsi di piegare le labbra al solo pensiero. Portò le dita a sfiorarsi dolcemente il ventre piatto “Penso di essere incinta”

Ma è meraviglioso!!” Ginny non potè trattenere un gridolino eccitato, e subito dopo abbracciò con inaudita foga l’amica. Insieme scoppiarono a ridere come pazze, senza riuscire a smettere per diversi secondi.

Alla fine, asciugandosi le lacrime con le dita, Ginny riuscì a dire:

“E’ la notizia più bella che potessi darmi, amica mia…e Ron? Lo sa già?”

“Ancora no. In effetti speravo che tu mi avresti, ehm, sostenuta nell’impresa, stasera a cena da noi…”

“Come no, verrò più che volentieri. Immagino che il mio aiuto servirà, dal momento che conoscendo mio fratello, sverrà non appena glielo dirai”

Le due amiche ridacchiarono ancora per un po’, spensierate. Poi Ginny chiese a bruciapelo:

“Allora, che si racconta di bello al Quartier Generale? Niente di nuovo?”

Hermione la fissò inarcando un sopracciglio, sperando forse di cogliere il lampo di speranza che le brillava ora negli occhi, celato dall’espressione eternamente sorridente della rossa.

“Qualcosa è successo…” rispose cauta, e Ginny trasalì impercettibilmente, rimanendo in spasmodica attesa che la ragazza continuasse “…sai, dopo che Luna è stata assolta al processo per insufficienza di prove, abbiamo saputo che ha lasciato il lavoro per motivi di pubblicità negativa, e adesso sembra che lei e Jason Fire si stiano frequentando…”

“Davvero? Jason, vuoi dire l’Auror che Ron non sopporta e che non ride mai?”

“Esatto. Ma a quanto pare tra quei due c’era qualcosa anche prima, non so se mi spiego. Adesso capisco perché comparivano sempre nei momenti più impensati…” concluse Hermione scotendo leggermente disturbata la testa.

E, a parte questo, non è successo nient’altro?” domandò ansiosamente la rossa.

La ragazza castana guardò negli occhi Ginny e improvvisamente più seria disse:

“Forse non dovrei chiedertelo ma…sapevi che la squadra di Auror che la scorsa primavera aveva lasciato la città sono tornati una settimana fa dalla missione?”

La rossa abbandonò del tutto la sua espressione raggiante e un’ombra scura le attraverso lo sguardo limpido, cosa che non le succedeva da parecchi mesi ormai; scosse la testa mentre metteva a posto alcuni fogli sulla sua scrivania, evidentemente per guadagnare tempo.

E non lo hai ancora sentito, non vi siete visti?”

Non serviva che Hermione specificasse di chi stavano parlando. Ginny scosse di nuovo la testa, più tristemente. Abbozzò un sorriso sulle labbra rosate, passandosi una mano tra i boccoli lucenti in un gesto che avrebbe dovuto essere disinvolto, e rise brevemente con un’intonazione amara nella voce.

“Beh, ma che mi aspettavo? Praticamente l’ho ignorato, l’anno scorso, quando è venuto a dirmi che stava per partire. Non sono certo l’unica ragazza sulla faccia della terrra, avrà trovato…qualcun’altra…” pronunciare quella parola per lei fu stranamente difficile, frustrante.

“Sono sicura che ti stai sbagliando” ribattè Hermione accalorandosi “Ron passa con lui gran parte del giorno, adesso che siamo colleghi, e sono diventati ‘amici’, se così si può dire. O almeno, lo sono quando non litigano…e questo succede praticamente sempre” scosse costernata la testa “Comunque…il punto è che secondo Ron non c’è proprio nessuna ragazza…anzi, lui non affronta nemmeno l’argomento”

Ginny abbassò gli occhi, aprendo il cassetto e riponendovi una cartella clinica.

“Questo non significa nulla…” replicò sommessamente, fissando un punto davanti a sé “E io non lo biasimerei se non fosse così”

Hermione si morse le labbra, osservando come il viso della sua migliore amica si fosse rabbuiato nel rievocare quella vecchia storia. Ginny represse un piccolo sospiro, fissando con sguardo vitreo fuori dalla finestra, la primavera ormai affermata. Era passato molto tempo dalla mattina ventosa in cui era venuta a salutarla, tanti, troppi mesi prima. Non si erano più visti da quel giorno, ma lei non poteva dire di non averlo pensato, nel periodo di tempo successivo e fino ad un attimo prima di incontrare Hermione. Poteva benissimo affermare che Draco era sempre rimasto nei suoi pensieri, mai confusamente, sempre con la speranza che un giorno, qualcosa sarebbe accaduto di nuovo.

Inizialmente aveva creduto di fare la cosa giusta mettendo più distanza tra se stessa e il biondino. Voleva rifarsi una vita, riprendere il controllo della situazione che a causa della brutta avventura con gli oscuri pareva esserle sfuggita temporaneamente di mano. Finalmente c’era riuscita. Anzi, aveva fatto persino più di quello che sperava. Niente più incubi a occhi aperti, niente mente invasa da ricordi indesiderati, mai più quella sgradevole sensazione di sentirsi soffocata come se non sapesse come uscirne. Ma questo risultato, doveva suo malgrado ammetterlo, non l’aveva raggiunto da sola. Era stato Draco, con la forza che lui gli aveva generosamente infuso durante ogni attimo trascorso al suo fianco, a renderlo possibile. E lei, che cosa aveva fatto? L’aveva mandato via. Egoisticamente, pensando solamente a quello che era meglio per lei. Non per lui. O per loro.

E adesso che la sua vita aveva di nuovo un senso, adesso che ne aveva raccolto e rimesso in ordine i pezzi, sentiva che mancava ancora qualcosa perchè tutto fosse davvero perfetto. Inizialmente non vi aveva fatto caso, ma col trascorrere delle settimane quel soffuso senso di incompletezza si era trasformato in qualcosa di più urgente, più insopportabile. Era la mancanza di calore, quel calore che solo lui poteva donarle, e delle emozioni che solo una volta aveva sperimentato nella sua vita, grazie all’ultima persona a cui avrebbe mai pensato. L’emozione di essere stretta fra le sue braccia, di percepire il tocco passionale delle sue labbra sottili e la fragranza piacevole della sua pelle su di sé; poter ammirare il suo sorriso e ascoltare la sua voce profonda, tutto questo…e dire che non aveva nemmeno iniziato una storia seria con lui.

“Io…mi sono comportata da egoista, Hermione…Draco è stata l’unica persona che abbia mai dimostrato di capirmi, e io l’ho mandato via. Mi manca da morire, non ho problemi ad ammetterlo. Ma per quanto desideri con tutta me stessa che tutto torni come prima, so che questo non potrà mai succedere, perché è così che deve essere ormai…spero solo che, dovunque si trovi in questo momento, e con chiunque si trovi, sia felice…”

Ginny aprì gli occhi, scoprendoseli umidi. Si passò una mano sulle gote bollenti e comprese che stava piangendo. Non piangeva da diversi mesi ormai. Un sorriso amaro le sorse sulle labbra tremanti. Non se n’era nemmeno accorta…

“Non dovresti dire così, Gin. Niente è perduto, finchè c’è speranza” disse Hermione inarcando le scure sopracciglia, sinceramente dispiaciuta per il tormento dell’amica “Potremmo, non lo so, organizzare un incontro. Magari chiedo a Ron di invitare anche Malfoy stasera – sempre se lui sarà d’accordo. E ovviamente non gli diremo che ci sei anche tu…”

Ma la rossa scosse la testa. Si sfregò gli occhi bagnati con una mano e rivolse un piccolo sorriso all’amica.

“No, grazie Hermione. Sei sempre gentile con me, ma io devo farmene una ragione. Non si può cambiare il passato, è una lezione che ho imparato bene…”

Ma…”

Alzando una mano, la giovane donna interruppe il nuovo vivace intervento da parte della ragazza castana.

“Anzi, adesso che mi ricordo, c’è ancora una cosa che devo fare non appena esco di qui. Qualcosa che ho rimandato fin troppo a lungo…”

 

 

 

Continua…

 

 

ndA: Ahahahahaha!! *risata squilibrata dell’autrice* XDD E così, ragazze, ci siamo! Questo era l’ultimo capitolo, ma la prossima settimana ci sarà il tanto atteso epilogo, dal titolo: “Rainbows and butterflies” (e questo dice tutto, no? ^__-). Lo so, sembra che la situazione sia peggiorata in queste poche righe, but don’t worry! Ve lo dice l’autrice, che è ancora indecisa se far finire la ff in un certo modo o no =__= Voi cmq che ne dite di questo capitoletto-etto?? Spero che vi abbia divertito!^^ Fatemi sapere, please!!

 

A sabato prossimo, l’ultimo (sigh) appuntamento.

 

Kiss,

Ginny85.

  
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